Rinnovato il protocollo di intesa fra il Ministero dell’Istruzione e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti
Quando ancora la stragrande maggioranza dei ciechi erano affidati alla pubblica carità, quando ancora la pensione era un sogno, Aurelio Nicolodi mise l’educazione, l’istruzione e il lavoro al posto del suo impegno civile. Nicolodi vedeva lontano e aveva capito che è l’istruzione che può liberare i ciechi dalla schiavitù morale e dalla sudditanza intellettuale. Oggi come ieri anche noi dobbiamo avere la capacità di veder lontano.
Qualche giorno fa il nostro Presidente nazionale ha firmato il nuovo protocollo di intesa, che riprende e perfeziona quello già in essere. Il primo mandato delle risoluzioni Congressuali approvate nel Novembre 2020.
Un protocollo non è una Legge vera e propria, e non contiene indicazioni di costi; però è un patto di alleanza, un partenariato, che, se ben utilizzato, può fare la differenza, a beneficio dei nostri ragazzi non vedenti, ipovedenti e pluriminorati che, non dimentichiamolo mai, hanno gli stessi diritti a ricevere una educazione adeguata, tempestiva e competente; senza dire che sono un terzo circa degli studenti che noi seguiamo.
Il protocollo riguarda il Ministero e tutte l’insieme delle organizzazioni che fanno capo alla UICI, che vengono citate una per una, e alle quali si riconosce esperienza, competenza ed efficienza. IRIFOR, Biblioteca, Federazione, Stamperia, H. Keller, Istituto Cavazza di Bologna, Istituto dei ciechi di Milano, Univoc, Iapb.
Si prevede un comitato paritetico composto da rappresentanti ministeriali e rappresentanti UICI, per fare cosa?
Per utilizzare meglio le risorse umane ed economiche già disponibili. Infatti si dice esplicitamente che non vi sono costi aggiuntivi per l’Amministrazione. Ma il denaro non è tutto, specie quando si parla di persone. Sono le relazioni, le azioni, la capacità di lavorare in rete che fanno la differenza.
I campi di azione saranno l’aggiornamento del personale direttivo e docente, la programmazione e la progettazione che tenga conto dei vincoli e delle potenzialità di ciascuno. Molto spesso è più facile metter mano al portafoglio e pagare, ma l’educazione, per fortuna, non ha prezzo, nel senso che non si può comperare, l’educazione è il frutto di una relazione, di una rete di relazioni, che da un seme genera i frutti. Il seme è la persona umana, soggetto di per sé educabile.
Un patto di alleanza è un impegno reciproco, che nasce e si alimenta da una visione condivisa. Il protocollo quindi è un debito che tutta la nostra organizzazione, dal presidente Nazionale a ogni presidente territoriale, ha firmato nei confronti non del ministero, ma dei nostri ragazzi.
E questo debito si chiama essere presenti, stare accanto, accompagnare.
Il debito significa farsi carico, nella misura delle possibilità di ciascuno, di sostenere le famiglie nel loro difficile compito, di sensibilizzare le istituzioni locali, regionali e nazionali perché trovino le risorse per garantire concretamente i servizi dedicati all’inclusione scolastica, significa dare supporto a tutte le figure che si occupano dei nostri ragazzi, significa offrire opportunità di crescita ai genitori e ai nostri ragazzi, organizzando eventi, incontri.
Tutte cose che già facciamo e che continueremo a fare, ora con rinnovata lena, perché il ministero ha riconosciuto formalmente la nostra serietà, il nostro impegno, non episodico, ma su base stabile.
Noi stiamo quindi svolgendo un servizio non solo a beneficio dei diretti interessati, ma a beneficio di una scuola che vuole essere all’altezza dei compiti istituzionali, anche nel caso dei suoi studenti meno fortunati.
Antonio Quatraro – Direzione Nazionale UICI
Pubblicato il 14/01/2022.