Un anno di ufficio di Presidenza, di Eugenio Saltarel

Autore: Eugenio Saltarel

Finché non ci arrivi, ti domandi come sarà quando entrerai in Ufficio di Presidenza. Poi un giorno ci arrivi e fai un’esperienza, almeno per me, irripetibile. I primi tempi ovviamente sono difficili: devi imparare come funzionano gli uffici della Sede Centrale, ogni tanto sbagli e chiedi alle persone di fare le cose che dovresti chiedere ad un altro, invii il disbrigo della corrispondenza agli uffici sbagliati, facendo perdere tempo soprattutto all’interessato, e altre amenità del genere; poi impari: ma devi tenerti bene in mente tutto perché a sbagliare si fa sempre presto.
La prima lezione che devi imparare è che non bisogna fare a meno della storia del passato: ciò che ha fatto chi ti ha preceduto aveva comunque delle ragioni, anche se magari tu non le condividi, oppure avresti fatto diversamente. Questo fatto lo conoscevo già dalla mia esperienza nella burocrazia comunale di cui ho fatto parte per 20 anni circa, però ogni volta ha dei risvolti diversi. Quello che ho riscontrato in Sede Centrale è comunque una grande disponibilità di tutto il personale e la capacità di molti dipendenti ad aiutarti, senza fartelo pesare (e in un ufficio vi assicuro che non è poco).
Entrando in Presidenza Nazionale pensavo che sarebbe stato molto facile realizzare gli ideali che mi avevano portato a militare nel movimento di rinnovamento e a credere negli obiettivi che ci eravamo dati e che, chi ha voluto, ha potuto conoscere attraverso le nostre comunicazioni. A quegli obiettivi né io, né, per quanto mi risulta, le altre persone che militavano con me, abbiamo rinunciato. Solo che oggi dobbiamo fare i conti con la realtà, con la storia dell’Unione, con le aspettative di tutti voi che, qualche volta, non sono uguali alle mie e, credo, alle nostre. Resta però il fatto che un impegno me lo sono preso al momento di propormi per la candidatura al Consiglio Nazionale nel 2015 e che in base a quell’impegno molti hanno avuto piacere di votarmi.
Ora non devo deluderli, visto che si tratta delle idee in cui credo e per cui mi sono dato da fare lungo tutti questi anni e, per non deludervi, devo poter accettare quanto mi allontana dagli obiettivi, solo se è necessario per poterli realizzare, magari meglio, in seguito. Ritengo che abbiamo cominciato a percorrere questa strada e cerco di riassumere come:
1) anzitutto quanto deciso dal Congresso Nazionale rimane per noi l’indicazione dei traguardi da raggiungere;
2) nel mio lavoro ho cercato di rendere sempre più responsabili i Consigli regionali dell’Associazione anche delle decisioni che dovevamo prendere a livello nazionale e riguardavano le singole sezioni;
3) abbiamo fatto partire le Commissioni di lavoro di cui sono il coordinatore nazionale e facciamo lo sforzo per portare a realizzazione le loro proposte;
4) abbiamo cercato di rendere attiva la partecipazione di soci e dirigenti, là dove era possibile (nel caso dei regolamenti ad esempio);
5) per quanto era nelle mie possibilità anch’io ho cercato sempre di ridurre i contrasti fra la nostra e le altre associazioni con cui ho avuto incontri, però i risultati sono stati sempre veramente scarsi.
Un ultimo dato positivo per me è costituito dalla collaborazione che si è instaurata a tutti i livelli: in Consiglio Nazionale, in Direzione, in Ufficio di Presidenza, nelle commissioni e con il personale degli uffici. Certamente nel nostro percorso ci sono delle note negative, ma penso che quelle le conoscete meglio di me e quindi non sto ad annoiarvi raccontandovele, ma vi posso garantire che per quelle che scopro mi impegno a cercare una soluzione, però non sono un mago e quindi faccio fatica e ne farò sempre meno se avrò chi mi aiuta a conoscerle, a superarle e a condividere i risultati anche quando sono negativi.
Per il 2017 continuerò, dato l’incarico che mi è stato affidato, a raccontarvi le nostre riunioni più importanti, sperando di riuscire a farvi partecipare alla vita della Sede Centrale e alle scelte che dobbiamo operare, in modo che possiate giudicarci con la maggior conoscenza possibile della portata dei vari problemi. Sono e sarò poi contento di incontrarvi tutti, dal singolo socio, al Presidente (anche per noi qualche volta è un problema incontrarci…) perché ritengo indispensabile continuare a lavorare insieme.