U.I.C.I. Piacenza – BLIND TENNIS – si abbattono barriere!

Sta per concludersi a Piacenza il terzo anno consecutivo del corso di Blind Tennis dedicato ai soci dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. 

Sì: il tennis può essere giocato anche da persone ipovedenti o prive della vista grazie all’ausilio di una speciale pallina sonora fatta di spugna, più grande rispetto alle canoniche palline da tennis, che aiuta i giocatori a visualizzarne il movimento ed a udirne il rimbalzo. Questo sport, inventato in Giappone nel 1984, prende in prestito le regole del tennis convenzionale con tre sole eccezioni: la possibilità di colpire la pallina dopo due o tre rimbalzi, il campo da gioco più corto e dotato di linee tattili e appunto una pallina da gioco dedicata, come già accennato. Colpire un oggetto al volo mentre fluttua nell’aria rappresenta sicuramente un grande sforzo per chi non vede. Tuttavia, questa sfida rappresenta la base del percorso di crescita personale di ogni atleta che si cimenta in questo sport. 

Andrea Gregori, tennista ipovedente piacentino, pratica il blind tennis dal 2016 ed ha partecipato a due mondiali ufficiali, svariati tornei internazionale e campionati nazionali. Andrea dichiara: “Ho sempre amato il tennis ma non mi sarei mai immaginato di poterlo praticare di persona. Quando un amico mi disse che esisteva una pallina speciale che permetteva ai disabili visivi di giocare non ho atteso un solo minuto a cimentarmi. Ho capito subito che poteva nascere una passione seria e prolungata. L’inizio è stato difficile: nessuno conosceva questo sport e per allenarmi dovevo recarmi a Bologna. Nel 2017 ho deciso di provare ad investire su Piacenza e grazie a UICI ho trovato un piccolo gruppo di persone interessate. La pandemia ha purtroppo azzerato tutti i progressi fatti. La ripartenza è stata lenta ma fruttifera, grazie a Bionsait abbiamo raccolto un piccolo gruppo sempre più crescente di giovani adulti e grazie ad essi abbiamo dato il via al corso di blind tennis”.

Da un lato c’è dunque Unione Ciechi Piacenza, che grazie ai contatti con l’Assessorato allo sport ha potuto trovare gli spazi presso il Centro Sportivo Farnesiana dove ha avuto inizio il corso. Inoltre, grazie all’instancabile supporto del consiglio direttivo è stato ottenuto un finanziamento dalla Direzione Nazionale UICI che ha permesso di abbattere sensibilmente i costi di realizzazione e permettere una maggiore fruizione da parte dei soci. 

Dall’altro lato c’è Bionsait, che ha messo in opera il corso vero e proprio: si tratta di un’associazione sportiva dilettantistica emergente, nata a Milano nel 2022 dalla passione di Viviana Sacco e Maria Esther Nakano, e dalla voglia di contribuire ad abbattere gli stereotipi sociali, culturali e

sportivi legati al mondo dei non vedenti, degli ipovedenti e della disabilità in generale. Bionsait infatti propone progetti di sensibilizzazione rivolti a tutti i cittadini e si impegna a diffondere la conoscenza del mondo della disabilità visiva e della disabilità in generale attraverso la diffusione del blind tennis sul territorio nazionale. Viviana Sacco, presidentessa di Bionsait dichiara: “Siamo alla fine della terza edizione del corso di Piacenza.

Per noi lo sport è fondamentale per chiunque, a maggior ragione per una persona con disabilità in quanto può incrementare la propria autonomia. Lo sport, in questo, può essere un valido alleato. L’attività sportiva, infatti, è fondamentale perché consente di sviluppare al

meglio mobilità e capacità di muoversi nello spazio, migliorando la vita di tutti i giorni e semplificando le attività quotidiane, sviluppando così l’indipendenza personale. Intraprendendo un percorso sportivo sin da piccoli tutto questo viene amplificato, permettendo di raggiungere risultati eccellenti”.

Il progetto vede per il terzo anno la partecipazione di 7 atleti, dai 16 ai 59 anni. Oltre all’attività sportiva, il corso è occasione di svago, divertimento e incontro per le persone che lo frequentano. Non va mai dimenticato che per tutte le persone, disabili in primis, la possibilità di non restare fermi o soli è un’occasione che non va sprecata. A questo proposito, Olimpia Di Luccio ha dichiarato: “Con il tennis impariamo colpi come dritto e rovescio, ma grazie a questo corso e alla simpatia delle persone che incontro riesco a rispondere anche ai colpi che mi riservano le difficoltà della vita quotidiana, imparo ad essere più attenta e ad essere più concentrata. Sembra banale dirlo ma lo sport in fondo migliora tanti aspetti della nostra mentalità e della nostra percezione”. 

Dunque, un tennis inclusivo, un tennis che come sport e come progetto abbatte le barriere, non solo quelle fisiche ma anche quelle mentali. Andrea Gregori conclude così: “Sono orgoglioso che la mia città possa continuare a portare avanti un progetto così ambizioso e spero che anche i cittadini possano avvicinarsi a noi, per conoscerci, per sapere cosa facciamo ed essere partecipi dei nostri progressi. L’inclusione, di fatto, è proprio questa: tutti uniti senza alcuna barriera”.