Giornata Mondiale della Vista. A Monza ci prendiamo cura dei nostri occhi
La prevenzione è l’arma principale per salvare la nostra vista. Lo conferma il dottor Paolo Pecoraro, noto oculista monzese, da sempre vicino e sensibile alle attività promosse dall’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) di Monza. Una sensibilità dimostrata anche in occasione della Giornata Mondiale della Vista che si celebra il 12 ottobre, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e dall’Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità (IAPB).
L’UICI Monza, presieduta da Silvana Oliva, sarà presente in piazza: il 12 ottobre dalle 9 alle 13 sotto i portici dell’Arengario verrà distribuito materiale informativo appositamente ideato da IAPB. Secondo l’Oms la prevenzione è l’obiettivo principale della sanità pubblica. La prevenzione ha tre aspetti: se da un lato si può evitare che una malattia oculare colpisca (prevenzione primaria), quando si presentano disturbi visivi è fondamentale una diagnosi precoce (prevenzione secondaria) e, quindi, un trattamento tempestivo come, ad esempio, una cura con colliri o la riabilitazione visiva (prevenzione terziaria). Di seguito alcune domande che abbiamo sottoposto al dottor Paolo Pecoraro in tema di prevenzione e cura delle patologie della vista.
Perché la prevenzione è importante?
La prevenzione, che consiste nella visita dall’oculista, è fondamentale. Fin dalla tenera età, perché proprio individuando precocemente alcune patologie è possibile guarirle. Per esempio l’ambliopia, nota anche come occhio pigro, che compare nei bambini. Se diagnosticata tra 0 e 3 anni c’è un recupero totale, altrimenti andando avanti con l’età il recupero diventa più complicato. Peraltro la terapia è molto semplice: viene coperto l’occhio sano, così da poter far lavorare quello pigro. La visita dallo specialista è fondamentale anche per altre patologie che potrebbero avere esiti ben più gravi. Come nel glaucoma che spesso non dà sintomi fino a quando il campo visivo è ormai compromesso. Eppure per prevenirlo basta la semplice misurazione della pressione dell’occhio. Se la pressione è troppo elevata esistono farmaci che permettono di stabilizzarla.
Quando bisogna rivolgersi all’oculista?
Naturalmente quando si avvertono problemi alla vista quali, per esempio, l’annebbiamento, la difficoltà a leggere, quando si vede doppio, quando il bambino si avvicina troppo alla tv per guardarla. Potrebbe trattarsi di un banale vizio della vista che si può correggere con un paio di occhiali, ma potrebbe trattarsi anche di patologie più gravi. Una visita a cadenza annuale è preziosa per diagnosticare eventuali patologie silenti.
Il bambino quando dovrebbe andare per la prima volta dall’oculista?
Naturalmente un controllo è fondamentale già alla nascita. Ci sono infatti patologie della vista che possono sorgere nei bambini che sono stati nell’incubatrice. Il bimbo deve essere sottoposto a controllo intorno ai 3 anni, poi in età prescolare e se compaiono patologie come per esempio la miopia con controlli annuali. A proposito di miopia le previsioni degli specialisti sono poco rassicuranti: nel 2050 il 50% della popolazione mondiale sarà miope. Dati che già ci sono in Corea, Cina e Giappone.
A che punto è la scienza?
Oggi la scienza, rispetto a decenni fa, ha fatto importanti passi in avanti. Per esempio nella cura della degenerazione maculare senile, legata all’invecchiamento della macula che è la parte più centrale della retina. Nei casi di forma umida è possibile intervenire con particolari iniezioni. Passi da gigante anche per quanto riguarda la miopia. Oggi ci sono ausili che rallentano il processo di avanzamento della malattia, soprattutto nelle forme più gravi.
E proprio in tema di gravità quali sono le principali patologie che causano la cecità?
Ci sono diverse malattie che mettono a rischio la vista. Tra le principali la retinopatia diabetica. Per diagnosticarla basta il controllo del fondo dell’occhio. Nelle prime fasi si cura molto bene. C’è poi anche la degenerazione maculare senile che se presa nella forma iniziale si riesce a controllare. O ancora malattie ereditarie, oppure legate al nervo ottico.
Come è cambiata la percezione anche sanitaria della persona con disabilità visiva?
Da parte del Sistema sanitario nazionale c’è maggiore attenzione. Ci sono anche leggi che proteggono e tutelano la persona cieca o ipovedente offrendo ausili e aiuti economici. Negli anni Cinquanta le persone non vedenti vivevano ai margini della società. Oggi sono perfettamente inserita nella vita sociale e lavorativa.
Pubblicato il 10/10/2023.