Presentata ufficialmente la candidatura di Nicola Stilla alla Presidenza Nazionale U.I.C.I., di Massimiliano Penna

Autore: Massimiliano Penna

L’UNIONE CHE VORREI. VERA PARTECIPAZIONE PER UN VERO CAMBIAMENTO
Era questo il titolo dell’evento di presentazione ufficiale della candidatura di Nicola Stilla, Presidente del Consiglio Regionale Lombardo dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, alla Presidenza nazionale dell’Associazione svoltosi sabato 3 ottobre presso la sala Barozzi dell’Istituto dei Ciechi di Milano, e già il titolo stesso contiene tutti gli elementi che hanno caratterizzato il clima dell’intera giornata.
“Soffia il vento del Congresso, ma questo vento non deve spazzare l’elemento principale: i temi”, ha affermato il Commissario dell’Istituto dei Ciechi di Milano Rodolfo Masto nel suo intervento di apertura in veste di moderatore. E si può certamente dire che, almeno qui, l’auspicio del Cav. Masto ha avuto esito felice. Al di là delle singole tematiche trattate, l’intero dibattito ha avuto come filo conduttore il confronto. Un confronto attivo, scevro di polemiche sterili e prive di ogni utilità per l’Associazione; un momento dai toni pacati nel quale si è perseguito un solo ed unico intento: dare il proprio contributo, ognuno con le proprie conoscenze e con le proprie esperienze, per costruire tassello dopo tassello quel mosaico di idee che dovrà essere il riferimento per l’azione della nuova dirigenza associativa che scaturirà dal XXIII Congresso che si svolgerà a novembre.
Afferma Stilla: “In termini di “certezza, tutela ed esigibilità dei diritti delle persone con disabilità visiva la fase che stiamo attraversando non è delle più felici. Sempre più spesso, infatti, i diritti acquisiti vengono messi in discussione subordinandoli a revisioni di spesa ed esigenze di bilancio, che inesorabilmente si traducono in tagli selvaggi ai servizi ad esse rivolti. Se a ciò si aggiunge la campagna condotta contro i falsi invalidi, che spesso ha finito per diffondere una concezione distorta secondo la quale tutte le persone con disabilità (veri invalidi compresi) sarebbero dei privilegiati per via dei benefici concessi, ci si rende perfettamente conto dell’assoluta urgenza di un confronto approfondito sul ruolo che l’Unione sarà chiamata a svolgere nell’immediato futuro”.
Da dove prendere le mosse? Guardando il futuro non si potrà che iniziare investendo sul presente, ovvero sulle nuove generazioni, e pertanto un’azione forte e decisa andrà posta in essere nel sensibilizzare le istituzioni affinché pongano fine alle innumerevoli incertezze presenti nell’erogazione dei servizi di supporto all’integrazione scolastica.
Come ben evidenziato dal Direttore Scientifico dell’Istituto dei Ciechi di Milano, Prof. Giancarlo Abba, attualmente vi è una forte tendenza a segmentare le esigenze dell’alunno non vedente o ipovedente. Al contrario, a tutti i livelli andrà rivendicata con forza e con la massima convinzione la “specificità” di quest’ultimo dal punto di vista didattico e pedagogico, ma considerandolo come una persona che in ambito scolastico sta sviluppando la propria individualità, coltivando i propri interessi e ampliando le proprie conoscenze. Non un “soggetto da assistere, ma una PERSONA A TUTTI GLI EFFETTI”.
L’alunno, infatti, necessita non solo di un insegnante di sostegno adeguatamente formato (il che, stante la situazione attuale, è già una grande conquista), ma anche di un apparato di strumenti che gli permettono un corretto apprendimento delle conoscenze (personal computer dotato di sintesi vocale e/o display Braille, videoingranditore, testi in Braille o a caratteri ingranditi, tavole tattili per l’apprendimento della geometria, ecc.). Tutti strumenti di estrema importanza, ma che vanno presentati agli stessi insegnanti in maniera adeguata in modo che questi ultimi possano insegnarne il corretto utilizzo ai loro alunni. E’ proprio in questa fase che appare in tutta la sua evidenza la fondamentale importanza dei servizi svolti dai tiflologi, figure indispensabili poiché in possesso di quel bagaglio di conoscenze che permette loro di svolgere quella funzione importantissima di “raccordo” fra alunno, famiglia e corpo docente.
Il passo successivo verso una piena inclusione sociale è l’ingresso nel mondo lavorativo dove, come nella scuola, risulta fondamentale un’adeguata formazione inerente non solo le problematiche delle persone non vedenti ed ipovedenti, ma che sia mirata a far conoscere a fondo ai responsabili per l’inserimento lavorativo degli enti preposti, nonché alle aziende, le potenzialità di queste ultime e le enormi opportunità offerte dalle nuove tecnologie.
Notevole interesse ha suscitato anche l’intervento del Responsabile del Polo Informatico dell’Istituto dei Ciechi di Milano Franco Lisi, che con estrema lucidità e precisione ha trattato l’estrema rilevanza dei principali problemi connessi all’accessibilità. Spesso si tende a pensare che il concetto di accessibilità indichi un aspetto a se stante, magari riferito solamente all’ambito tecnologico. Al contrario, l’accessibilità può senza ombra di dubbio essere considerato un elemento trasversale che interessa svariati aspetti della nostra quotidianità: dagli spazi al tempo libero, dalla scuola al lavoro, alla cultura e così via. Insieme al concetto di accessibilità, non va nel modo più assoluto trascurata l’usabilità di tutto quanto la quotidianità ci presenta. Un esempio emblematico, come opportunamente evidenziato dal dott. Lisi, riguarda i percorsi predisposti per favorire la mobilità delle persone con disabilità visiva in parchi, musei, ecc..
“Sovente, afferma Lisi, si tende a dare per dato acquisito che un determinato spazio sia accessibile solo perché è stata effettuata preventivamente la mappatura di quest’ultimo. Al contrario l’accessibilità, e con essa la piena fruibilità di uno spazio, presuppone uno studio approfondito da parte di esperti qualificati, che assicurino il rispetto di determinati standard. Solo facendo questo si può garantire una vera accessibilità, che con sé garantisce altresì una vera usabilità del suddetto spazio”. L’esempio proposto è emblematico, e può essere esteso ad altri ambiti come i servizi (bancomat, telecomunicazioni, ecc.) per i quali molto spesso viene garantita un’accessibilità solo teorica.
tutto questo deve spronare l’Associazione affinché si faccia portatrice delle esigenze delle persone con disabilità visiva, le quali reclamano a gran voce un’accessibilità che non sia solo sporadica e di facciata, ma che si concretizzi nella moltitudine di ambiti della vita quotidiana e tramite la quale ognuno possa compiere, passo dopo passo, il percorso che dovrebbe portare ad una buona autonomia e alla concreta inclusione sociale.
Le tematiche proposte sono di indubbia importanza, e hanno suscitato notevole interesse dando vita ad un dibattito pacato e partecipato sia grazie agli interventi dei presenti in sala, sia grazie a quelli di coloro che ascoltavano la diretta streaming dell’evento e tramite e-mail hanno potuto porre quesiti direttamente al candidato Stilla, che al termine dell’evento, rispondendo ad alcune domande, ha espresso viva soddisfazione per l’ottima riuscita dell’iniziativa. Dichiara infatti Stilla:
“Constato con vivo piacere l’interesse suscitato dall’evento di oggi e l’ampia partecipazione avutasi. Credo che quanto abbiamo vissuto noi in sala, e gli ascoltatori da casa, abbia una sola chiave di lettura: confronto nel rispetto reciproco. In questo senso faccio mie senza alcuna esitazione le parole di Rodolfo Cattani, che con estrema puntualità e con la massima lucidità hanno riassunto lo spirito della giornata. Penso che il messaggio lanciato oggi sia chiaro: un incondizionato, forte, e deciso NO alle polemiche, agli attacchi personali e ai colpi bassi che non hanno altro effetto se non creare divisioni interne all’Associazione. Totale disponibilità, invece, ad un confronto aperto, serio, e senza preconcetti verso le idee altrui. Nel totale rispetto di tutti, qualunque risultato scaturisca dal XXIII Congresso, sono fermamente convinto che sia giunto il momento di avviare un dialogo per giungere a scelte comuni, assumendo nella massima collegialità decisioni che richiederanno coraggio e onestà intellettuale da parte di tutti, tutti nessuno escluso”.
Fra i temi affrontati, nel suo programma quale ritiene richieda la priorità assoluta?
“La giornata ha offerto ampi spunti di riflessione. Sia gli interventi che le successive 3 ore di dibattito ancora una volta, ma ne sono sempre stato convinto, mi hanno fatto capire che le persone non vedenti ed ipovedenti non chiedono semplicemente considerazione. Non chiedono cortese attenzione, non chiedono buone azioni di circostanza, ma chiedono azioni concrete. Chiedono, e noi dobbiamo farci interpreti di queste richieste, che sia loro offerto un percorso che li porti alla piena inclusione sociale. I temi emersi, a mio modo di vedere, non vanno considerati singolarmente, ma come componenti di questo percorso! E allora da dove partire? Dalle famiglie dei nostri ragazzi. Il futuro sono proprio loro, ed è nostro preciso dovere far sentire ai nostri ragazzi, proprio tramite le loro famiglie, la presenza dell’Associazione garantendo loro il massimo sostegno soprattutto in questo momento di enorme incertezza per quanto concerne i servizi di supporto all’inclusione scolastica. Le prime risposte concrete ritengo debbano riguardare proprio la scuola, poiché dalla scuola inizia la vera formazione della persona che, se adeguatamente supportata, acquisisce tutto quell’insieme di conoscenze che le permetteranno non solo di avere una buona cultura, ma di formare il proprio carattere e la propria personalità. Proprio per questo ringrazio di cuore le famiglie che oggi coi loro bimbi sono state presenti a Milano; tramite loro ho sentito la vicinanza di tutte le famiglie, e a queste dico una cosa semplice: avete, e avrete sempre, il massimo sostegno da parte della nostra e vostra Unione”.
Al di là delle linee programmatiche, al di là delle considerazioni inerenti i singoli settori, la giornata di sabato ha avuto un filo conduttore unico, solido e infrangibile: il confronto. Non una serie di enunciazioni altisonanti, non la proposta della panacea di tutti i mali dell’Associazione, e nemmeno l’annuncio di un treno dei desideri con destinazione sicura sul quale affannarsi a salire. Al contrario, un momento di vero confronto, nel quale ognuno ha potuto dare il proprio contributo senza timore, nella massima serenità e con la consapevolezza di non essere giudicato in alcun modo. Se questa esperienza sarà estesa, se diverrà un modello da adottare per tutte le future scelte associative, allora l’Associazione potrà proporsi alla base associativa con maggior credibilità, gettando così le basi del VERO CAMBIAMENTO.
Le linee programmatiche predisposte da Nicola Stilla sono consultabili sul suo blog all’indirizzo www.lunionechevorrei.blogspot.it, dove è possibile anche scaricare i file audio relativi all’evento di sabato 3 ottobre.

Massimiliano Penna