Persone giuste al posto giusto, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Libere riflessioni per la scelta del nuovo presidente

Fra poco più di un anno la nostra associazione sarà chiamata a eleggere il suo nuovo presidente.

Quanti desiderino avanzare la propria candidatura dovranno dimostrare di essere in possesso di qualità e caratteristiche ben precise, a garanzia di una scelta che risulti la migliore possibile per l’associazione.

Vero che ciascun candidato ha tutto il diritto di nutrirsi delle proprie ambizioni e delle proprie vanità, ma altrettanto vero che l’Unione ha il dovere di esigere da chi intenda svolgere il ruolo di presidente, abilità rare, provate capacità e indiscutibili requisiti di competenza e affidabilità.

Il congresso non può permettersi errori nell’eleggere il presidente e quindi ciascuno di noi sarà chiamato a una scelta di saggezza basata sulla riflessione, nell’unico, vero interesse dei ciechi e degli ipovedenti italiani.

Le simpatie personali e i calcoli opportunistici dovranno lasciare il passo alle valutazioni obiettive delle caratteristiche del candidato, nel superiore interesse dell’Unione.

Qui si tratta, innanzitutto, di sapere, di capire e di mettere in chiaro cosa l’Unione debba aspettarsi da un presidente e quanto ciascun candidato sia capace di corrispondere a tali aspettative.

La nostra Unione non è una Repubblica dove si corre per la più alta carica dello Stato, né un partito politico dove si compete per la carica di segretario.

L’Unione è un organismo associativo molto speciale, da trattare con la massima cura e da considerare con la particolare attenzione che richiedono quei meccanismi meravigliosi, ma un po’ delicati.

Proviamo quindi a evitare le facili analogie e stiamo attenti soprattutto a non scimmiottare il mondo della politica il quale, tra l’altro, ultimamente, non offre di sé una immagine tanto positiva.

Il primo e superiore compito del presidente riguarda la custodia e la tutela dei valori fondativi dell’Unione, quei valori che ci hanno portato fin qui in oltre novanta anni di storia, di sacrifici, di lotte e di conquiste.

L’unità associativa, prima di tutto. Quella che ci deve aiutare quotidianamente a essere compatti come acciaio e saldi come roccia dinanzi alle sfide continue che ci attendono.

L’unità che non significa unanimismo, ma che sappia, al contrario, valorizzare tutte le diversità in un processo continuo di arricchimento delle idee e di sintesi delle proposte del quale il presidente deve saper essere interprete, mediatore e garante.

Il rispetto delle regole, inoltre, delle persone e delle opinioni, perché tutti ci si senta in casa propria quando si mette piede in qualsiasi delle tante sedi dell’Unione; perché tutti ci si senta tutelati nella propria individualità, ma partecipi, al contempo, della vita attiva di una grande famiglia.

Lo spirito di servizio, infine, anima e motore dell’azione di tutti i dirigenti, giovani e meno giovani, i quali devono vedere nell’Unione una meravigliosa occasione di impegno sociale e non invece un’arena di carrierismo interessato solo alla conquista di posizioni di privilegio.

 

Dal proprio presidente l’Unione deve pretendere autorevolezza, competenza, esperienza, dedizione, accortezza, prudenza, audacia, sicurezza e soprattutto carisma.

Un carisma derivante dalla capacità di motivare piuttosto che comandare; dalla pazienza di convincere invece che imporre; dall’abilità di unire e non di dividere; di amalgamare piuttosto che separare.

Il presidente, in estrema sintesi, dovrà saper essere sempre:

– conservatore nei valori da custodire;

– progressista negli obiettivi da perseguire;

– moderno nei mezzi da impiegare.

Per ogni candidato che desideri concorrere alla carica di presidente, ponendosi davvero al servizio dell’Unione, al di sopra della mera ambizione individuale, parlino piuttosto i fatti.

La storia professionale, politica, associativa e umana di ciascuno, siano testimonianza per certificare al di là di ogni ragionevole dubbio, il possesso di quelle prerogative personali utili davvero all’associazione e al suo futuro.

Come dirigenti, come soci e come ciechi, nell’atto di manifestare il nostro orientamento e accordare il nostro favore, chiediamoci serenamente quale candidato possieda davvero, in maggior misura, i requisiti più adatti a ricoprire la carica di presidente con onore, profitto, capacità, efficienza ed efficacia.

Più la nostra risposta sarà libera, intelligente e meditata, più la nostra scelta risulterà appropriata e vincente.

Mario Barbuto