Accanimento verso i veri ciechi, di Marco Lijoi

Autore: Marco Lijoi

Buongiorno, la presente per esprimere il mio dolore per una storia veramente agghiacciante. Nel 2009 l’inps mi riconosce non vedente totale, poiché affetto da uveiti distacco di retina, con protesi bulbare. Solo dopo due anni vengo richiamato a  visita mi presento con il mio cane guida “fata” e  non vengo neanche visitato mi vengono chieste le solite due domande lei vive da solo?, da cosa è  affetto? presento tutta la mia documentazione recente, la loro risposta le arriverà il verbale a casa.

Così è  stato arriva il verbale il quale evidenziava che il sottoscritto non aveva più i  criteri per essere dichiarato non vedente totale, ma bensì cieco parziale, qui mi voglio soffermare che tutti i referti medici rilasciati da strutture pubbliche riferivano visus occhio destro percezione luminosa, occhio sinistro protesi endobulbare.

Come si fa a  dichiarare la stessa persona non vedente e dopo ipovedente senza aver avuto alcuna modifica del visus?

L’inps ad oggi mi ha messo in ginocchio perché io come tanti miei coetanei devo essere accompagnato; usufruisco sempre, o meglio spesso, di taxi; qualcuno che mi venga a pulire la casa in cui vivo. Tutto grava su un misero stipendio.

Il mio messaggio non vuole essere di disperazione, ma un messaggio di solidarietà a  tutti coloro che si sono trovati a  subire ingiustizie come questa appena descritta, non molliamo. La volontà di farci rispettare, la nostra dignità di persone che spesso l’inps calpesta pensando solo ad un rientro fiscale proprio, la misera quota che ci viene accreditata serve per mantenerci e far fronte a situazioni non facili. La lotta ai  falsi ciechi è  giustissima, ma ciò che non condivido è l’accanimento su persone realmente disabili, le commissioni in seduta devono, e sottolineo devono, essere in grado di distinguere un finto da un vero disabile, altrimenti viene meno il loro operato.

Dico basta con questa lotta inutile contro i veri ciechi, prendete i falsi ciechi, non potete lasciarci privi di diritti che ci spettano, ma soprattutto ci lasciate dentro il cuore cicatrici enormi che non si riempiono con un assegno di invalidità.

Personalmente lotto ogni giorno per adeguarmi agli stili di vita di una  qualsiasi persona, per cui non ho energia da spendere per far valere i miei diritti solo perché un istituto deve fare cassa.

Cari colleghi non vedenti non mollate  mai

Marco Lijoi