Il Museo Tattile Statale Omero consolida e amplia i legami con l’estero grazie anche alla lingua più internazionale che esista, l’esperanto. Il presidente Aldo Grassini ha rilasciato un’intervista in esperanto a China Radio International, il servizio radiofonico della Repubblica Popolare Cinese tradotto in sessantacinque lingue. Ad intervistare il Presidente del Museo Omero è stata Alessandra Madella e ancora una volta il protagonista è il Museo, la sua missione, il suo essere un esempio di inclusione, integrazione e accessibilità, obiettivo raggiunto con non pochi sacrifici e lunghe attese. L’intervista, presto tradotta anche in cinese, sta riscuotendo l’interesse degli esperantisti di tutto il mondo e la speranza è quella di aprire future collaborazioni con i musei cinesi.
Il Museo Omero ha un legame stretto con gli esperantisti di tutto il mondo, essendo uno dei pochi musei, se non l’unico, ad avere il sito tradotto anche in esperanto, come scelta “democratica” verso tutte le culture. Grazie alla comunità esperantista, di cui fanno parte anche i fondatori del Museo Omero, Aldo Grassini e sua moglie Daniela Bottegoni, recentemente è giunto in dono al Museo il modello architettonico della cattedrale di Brasilia. A donare il manufatto in legno è stata la Fazenda – Escola Bona Espero, realtà che si trova a 250 chilometri a nord di Brasilia, nel mezzo della savana. Fondata e gestita da esperantisti la Fazenda è nata come comunità per bambini poveri del Brasile e oggi è un centro culturale.
Anche in campo formativo, il Museo Omero ha di nuovo varcato il confine italiano tenendo un corso online in francese per operatori museali belgi, corso organizzato dall’associazione “La Lumière” di Liegi, da cento anni al servizio delle persone non vedenti.
La tecnologia ha avuto il suo ruolo anche per intercettare Andrea Bocelli che dal deserto di Dubai si è collegato per portare il suo saluto all’evento organizzato dal Museo Omero per il centenario di Franco Corelli. Bocelli ha ricordato il tenore anconetano con parole di affetto: “Da ragazzo ho consumato i suoi dischi – così, Bocelli – mentre anni dopo ho avuto la gioia di diventare suo allievo, instaurando un rapporto di stima reciproca e, da parte mia, di vera e propria devozione. Siamo ciò che riusciamo a donare: ce lo ricorda anche il grandissimo Maestro Corelli, che resta vivo nel cuore di chi ne ha inteso la voce”.