Trasporti, Poste e telecomunicazioni
AC 2675, Rosso e altri.
L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti che rappresenta e tutela per legge e per statuto i Diritti e gli interessi delle persone non vedenti, ipovedenti e con disabilità aggiuntive, in relazione al tema, dinanzi a questa onorevole commissione parlamentare, desidera evidenziare alcuni elementi di criticità e proporre qualche spunto di orientamento per una disciplina del monopattino elettrico quale veicolo di locomozione urbana.
Rimane fermo il giudizio di positività circa l’estensione dell’uso del monopattino in ambito urbano per favorire la mobilità sostenibile e la semplificazione del traffico veicolare delle nostre città. Tale giudizio si alimenta con numerose ragioni già evidenziate in maniera opportuna in questo e in altri ambiti di discussione, sulle quali non riteniamo sia necessario insistere oltre.
La diffusione tanto rapida del mezzo, tuttavia, ha determinato una progressiva crescita delle criticità dovute in parte a una mancanza di normativa specifica, in parte a una incomprensibile trascuratezza nell’osservanza delle disposizioni comunque vigenti. Il monopattino, infatti, già è assoggettato alla disciplina che regola l’impiego e la circolazione dei velocipedi che purtroppo, però, quasi mai viene invocata, rispettata e fatta rispettare.
L’assenza di norme specifiche, l’inosservanza di quelle comunque esistenti e il vorticoso sviluppo del mezzo nelle nostre città hanno causato e causano due ordini di problematiche legate alla pericolosità di un uso improprio:
– Pericolosità dovuta alla silenziosità del veicolo, alla sua possibile velocità, all’indeterminatezza degli spazi e delle aree entro cui la sua circolazione sia consentita.
– Pericolosità dovuta a modalità di parcheggio del tutto prive di regole. Vere e proprie forme di abbandono del mezzo sui marciapiedi che dovrebbero essere dedicati esclusivamente o in grande prevalenza alla viabilità pedonale.
Entrambe le ragioni di pericolo sopra elencate, hanno già causato vari incidenti alle persone con disabilità visiva, qualcuno anche grave, con necessità di intervento sanitario presso il pronto soccorso.
Senza pretesa di anticipare e suggerire le soluzioni più idonee che rimangono comunque nella prerogativa di questa commissione e del Parlamento, abbiamo apprezzato il metodo di lavoro istruttorio basato sul confronto con le associazioni dei cittadini e degli altri soggetti interessati al tema, tra i quali le aziende di distribuzione o noleggio del monopattino con le quali risulta quanto mai opportuna l’instaurazione di un dialogo permanente di lavoro.
Tra le azioni di maggiore efficacia da porre in essere, segnaliamo:
Campagne di sensibilizzazione e informazione rivolte agli utilizzatori di monopattini per un uso virtuoso e consapevole del mezzo.
Misure volte a scoraggiare i comportamenti non virtuosi, già adottate da alcune amministrazioni comunali, d’intesa soprattutto con i gestori dello sharing.
Presenza sul veicolo sia di segnalatore acustico, sia di limitatore di velocità. In particolare, la segnalazione acustica obbligatoria è già stata adottata per le auto elettriche, confermando la necessità di dare rilievo e soluzione al tema della silenziosità dei mezzi circolanti su strada.
Definizione e delimitazione delle aree di transito e degli spazi di parcheggio del monopattino, compatibilmente con le esigenze di pedonalità urbana sicura e sostenibile disciplinata da regolamenti comunali.
Divieto assoluto di percorrenza sui marciapiedi dedicati alla mobilità pedonale.
Adozione di adeguate sanzioni da parte della Polizia Urbana in presenza di violazione di norme.
Confidiamo in una soluzione rapida e adeguata, magari non la migliore in assoluto, ma la più efficace e celere possibile, per mettere fine alle situazioni di criticità e di condizionamento grave del Diritto alla mobilità da parte di tutti i cittadini, soprattutto in presenza di deficit sensoriali gravi quali la disabilità visiva, alcuni dei quali oggi risultano condizionati a tal punto dalla paura di rimanere vittime di incidenti da monopattino da sentirsi costretti a ridurre o addirittura evitare del tutto ogni loro uscita dalla propria abitazione in modalità di mobilità autonoma.
Mario Barbuto – Presidente Nazionale