Milano: Un’intrigante locandina ha catturato l’attenzione di molti, di Mario Censabella

Autore: Mario Censabella

“VII Giornata Nazionale del Braille 21 febbraio 2014”          Ho appreso il sistema Braille nei primi anni cinquanta, ero riluttante ad impararlo poiché avevo ancora un piccolo residuo visivo. Impareggiabili maestre, nell’ordine Clelia De Gaudenzi ed Eugenia Corno storiche insegnanti dell’Istituto dei Ciechi di Milano che mi raccontavano che ai loro tempi, il sistema Braille non era ancora diffuso, leggevano l’alfabeto stampato in rilievo su grandi volumi, mi hanno persuaso ad impararlo. Nel corso degli anni vi è stato chi ha avanzato dubbi sull’importanza di questo sistema rispetto alla tecnologia avanzante: prima l’optacon e poi la sintesi vocale. Ma, ora, caliamoci nella cronaca – Venerdì 21 febbraio alle ore 10.30, presso la sala Barozzi di Via Vivaio 7, l’Istituto dei Ciechi di Milano, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, il Club Italiano del Braille hanno celebrato la VII Giornata Nazionale del Braille, promuovendo un interessante convegno a cui hanno partecipato, fra gli altri, Gian Antonio Stella editorialista del Corriere della Sera, Nicola Stilla Presidente del Consiglio regionale lombardo UICI e del Club del Braille, Giancarlo Abba Direttore Scientifico dell’Istituto dei Ciechi di Milano, Franco Lisi responsabile del Centro Informatico dell’Istituto dei Ciechi di Milano e, Pippo Castronovo presidente del Consiglio regionale UICI della Sicilia, della stamperia braille di Catania e dell’Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità. Il Convegno a cui ha presenziato una folta rappresentanza degli allievi della scuola media integrata per ciechi di Via Vivaio, ha avuto notevoli componenti emotive per gli accenti e coinvolgimenti che il Commissario straordinario dell’Istituto Rodolfo Masto ha saputo e voluto imprimere anche nel suo ruolo di moderatore. Nicola Stilla ha sottolineato l’importanza del Club che è stato creato da nove istituzioni per ricordare nella storia la figura e l’opera di Luigi Braille finanziando i musei a lui dedicati. Sia Masto che Stilla hanno sottolineato le difficoltà che oggi sono connesse all’istruzione dei ciechi per la carenza di adeguati finanziamenti così come l’assessore Pagani dell’Amministrazione provinciale di Milano che ha concluso i lavori; Stilla ha proseguito e terminato il suo intervento affermando che il braille e l’istruzione rappresentano per i ciechi cultura e lavoro. Pippo Castronovo ricorda la proposta di legge dell’On. Enzo Bianco che ha ottenuto dal Parlamento che ogni anno il 21 febbraio fosse celebrata la giornata dedicata al Braille. Dalla relazione di Castronovo sono emersi dei dati importanti: in Italia vi sono 400 mila ciechi assoluti e un milione e mezzo di ipovedenti, nel mondo 40 milioni di ciechi e 270 milioni di ipovedenti. Castronovo ha proseguito raccontando della stamperia regionale braille di Catania, dei centri connessi, concludendo leggendo in braille il suo intervento consegnando a Gian Antonio Stella copia in braille del libro “La Casta”  che lo stesso ha scritto con Sergio Rizzo. A questo punto, Elisabetta, ha letto in braille alcune significative pagine di quella edizione. Stella ha ringraziato contrappuntando il suo intervento con aneddoti e avvenimenti che hanno messo …in luce le difficoltà con le quali a volte si affrontano i problemi della minorazione visiva, compresi leggende e cronache riferite a Efesto, S. Ermanno il rattrappito e a Ray Charles.

Roobi Roobi diciottenne non vedente pakistana vincitrice del premio internazionale braille promosso dall’EBU con una sua opera dal titolo: “Il braille può farti volare” ha catturato l’attenzione e l’emotività di tutti per il suo entusiasmo di vita e per la volontà di essere, nonostante tutto, una studentessa e una cittadina come tanti. Giancarlo Abba con l’eloquio e la pacatezza di sempre, anche in questa circostanza ha ricordato di essere stato allievo di un professore di filosofia non vedente, ha affermato che occorre sapere insegnare il braille e ancora che “il braille è luce per chi non vede” e che il bambino non vedente  riesce a frequentare la scuola soprattutto grazie a questo meraviglioso prodotto dell’ingegno umano.

Il tempo scorreva veloce tanto da imporre a Franco Lisi una dissertazione veloce sul sistema braille che è correlato alla tecnologia della sintesi vocale e della barra braille. Il sistema braille non è “vecchio”. Come qualcuno ha affermato migliaia di anni fa ai ciechi basta un puntino per sollevare, quale leva, i ciechi dal loro disagio per farli entrare nel mondo della cultura.

Rodolfo Masto ha poi ricordato alcuni giornalisti di rilievo che ora non sono più: Guido Vergani e Candido Cannavò che hanno contribuito a far conoscere l’attività e l’opera dell’Istituto dei Ciechi di Milano; Masto oltre a ringraziare Giangiacomo Schiavi che è sempre presente a queste iniziative contribuendo a rendere importante le istituzioni che si afferiscono ai non vedenti.

L’estensore di queste note a questo punto è spossato: all’esterno, tutti intorno, anche sui marciapiedi, ingombro di auto blu e di “gran” pedoni, le esigenze della moda ancora una volta contrastano con chi ha necessità di deambulare liberamente, ma l’Italia ha bisogno anche di questo.

Rinvio ad una prossima occasione le dissertazioni troppo cerebrali di Rodolfo Masto che ci informano che recenti studi darebbero sensibilità tattile anche all’ “embrione” e che attivando, attraverso l’apprendimento del braille la corteccia cerebrale, si è …più intelligenti.

Mario Censabella