L’Intervento di Cataratta deve restare nei LEA

Il Consiglio nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, riunito in Roma il 23 e 24 aprile 2024, esprime preoccupazione per la possibile, imminente revisione dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) che potrebbe prevedere, tra l’altro, un rimborso più ridotto alle regioni per gli interventi di Cataratta. Tale rimborso, infatti, diviene sempre meno adeguato a coprire i costi necessari per garantire l’erogazione da parte del Sistema sanitario nazionale di una prestazione considerata la più diffusa e risolutiva in oftalmologia.

In Italia, ogni anno, vengono eseguiti 600 mila interventi di cataratta.

L’Organizzazione mondiale della Sanità, ci dice che nel mondo la prima causa di cecità e ipovisione grave, evitabile e curabile, è la Cataratta che colpisce il 50 percento della popolazione mondiale ed è causa di almeno 20 milioni di ciechi assoluti e 130 milioni di ipovedenti gravi, soprattutto nel continente Africano.

Nei Paesi a più alto sviluppo, si può affermare che al momento nessuno è cieco e neppure ipovedente grave a causa di una Cataratta non operata, anche se sussistono differenze tra Paesi ed aree più o meno sviluppate, dove le liste di attesa sono molto lunghe, ma difficilmente, comunque, si arriva alla cecità.

La prevista copertura finanziaria non sufficiente dell’intervento di Cataratta da parte dei nuovi Lea, porterà inevitabilmente le Unità operative di oculistica a eseguire sempre meno interventi, con l’evidente, ulteriore allungamento delle liste di attesa, in particolare nelle regioni del sud. Il vero rischio, inoltre, potrebbe essere l’uscita di molta parte dell’oculistica dal Sistema sanitario pubblico, con la conseguente e inevitabile ricaduta negativa sulle fasce più deboli e sempre più estese della popolazione. Ovvero, il “soggetto” con Cataratta, se ha disponibilità economica o polizza assicurativa, potrà farsi operare in strutture private, mentre gli altri cittadini saranno costretti ad attendere, inseriti in liste di attesa sempre più lunghe, rischiando nel frattempo una vita più disagiata a causa di una riduzione della capacità visiva, perché la cataratta non operata può portare anche alla cecità totale.

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità e l’intero mondo dell’Oculistica italiana, esprimono preoccupazione e allarme per le conseguenze della situazione presente. Il bene prezioso della Vista non può e non deve essere condizionato da scelte e condizioni economiche, a cominciare proprio dagli interventi quali la Cataratta. Sarebbe, infatti, un vero dramma; un’amara sconfitta per la salute pubblica; una gravissima regressione umana, ancor prima che sanitaria e sociale.

Il Consiglio nazionale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, costituito da persone che ben conoscono il flagello di cecità e ipovisione, in considerazione di quanto fin qui esposto, rivolge un accorato appello pubblico per richiamare l’attenzione di tutte le Istituzioni interessate e coinvolte.

Il Consiglio, inoltre, invita la Presidenza e la Direzione nazionale UICI a mettere in atto ogni possibile azione utile a sensibilizzare tutte le istituzioni coinvolte nelle scelte di politica sanitaria e in particolare:

Inviare il presente OdG al Ministero della Salute, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alle commissioni parlamentari interessate, alle quali chiedere una urgente audizione, in collaborazione e condivisione con le principali Associazioni di riferimento del mondo dell’Oculistica nazionale;

Inviare alla Conferenza Stato-Regioni il presente OdG e ogni documentazione inerente, promuovendo un incontro di sensibilizzazione e chiarimento, considerato il ruolo delle autonomie locali in ambito sanitario, dinanzi al forte rischio di una accentuata sperequazione tra i territori, purtroppo ampiamente presente già oggi;

Stimolare una maggiore consapevolezza all’interno dell’Unione, anche attraverso l’organizzazione di incontri qualificati a livello territoriale, coinvolgendo le Istituzioni locali e proponendosi quale punto di riferimento per la raccolta di dati, informazioni e statistiche, mediante la rete dei Centri Oculistici Sociali (COS).