L’inclusione non ammette ripensamenti

Autore: Mario Barbuto

Una presa di posizione stimolata dalle dichiarazioni improvvide, incompetenti e inqualificabili di un tale Vannacci Roberto, già Generale, oggi forse in marcia verso il Parlamento di Bruxelles. Un “personaggio in cerca di autore” che ha inteso prendersi la libertà di compiere una incursione in un mondo del quale non conosce nemmeno i confini più remoti, i valori più autentici, gli obiettivi più qualificanti, le speranze più vive e le aspettative più elevate.

La mia storia personale e politica si intreccia con oltre mezzo secolo di Storia dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, da più di cento anni portatrice dei valori di civiltà e cittadinanza che hanno caratterizzato il nostro impegno di ieri, di oggi e di sempre.

Come Presidente di una delle principali associazioni della disabilità; come cittadino italiano ed europeo; come semplice essere umano; respingo le esternazioni sconsiderate riferite al signor Vannacci e invito i cittadini, i politici e le Istituzioni a tenersi debitamente a distanza da teorie e semplificazioni che rischiano di evocare le peggiori immagini di un passato già sconfitto dalla Storia e dalla determinazione ferrea delle associazioni rappresentative della disabilità.

Secondo il principio irrinunciabile di collegialità di gestione che regola ogni aspetto della vita associativa dell’Unione, quanto prima porterò il tema delle elezioni europee all’esame della Direzione nazionale, per definire e attuare, tutti insieme, le strategie più efficaci a dare visibilità e forza alla nostra presenza nella campagna elettorale appena cominciata.

Mario Barbuto

Presidente nazionale Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti