Praticare sport è senza dubbio molto importante, infatti permette di tenere corpo e mente in salute. Ma come viene vissuto da persone affette da disabilità? Cos’è per loro lo sport? Cosa vuol dire inclusione a livello sportivo? L’abbiamo chiesto al maestro di scherma Alessio Beltrame e all’atleta non vedente Samantha de Rosa, entrambi della società cividalese Fiore dei Liberi. Alessio insegna la scherma da quasi venti anni, e nel 2017 ha cominciato a lavorare anche con atleti disabili con la convinzione che lo sport possa essere praticato da tutti. «Lo sport aiuta la persona disabile a superare ostacoli e difficoltà. Ha la capacità di dare una direzione alla vita, un qualcosa in cui eccellere ed interagire alla pari con altre persone. La scherma soprattutto dà la possibilità di un equo confronto tra atleti con disabilità e non, dato che le regole non presentano sostanziali differenze tra scherma e para-scherma, andando a beneficio di entrambi» spiega Alessio. «Aiuta anche le persone non disabili, a cui apre la mente sulle difficoltà degli altri, soprattutto gli permette di capire che in realtà non ci sono differenze perché lo sport permette di confrontarsi alla pari». Considerato che lo sport non è sempre inclusivo, «è importante la maniera in cui viene eseguito in palestra per esempio» continua Alessio. «Lo sport può essere inteso in due modi: agonistico e come servizio sociale, aggregazione e crescita. Fare sport a livello inclusivo vuol dire far interagire tutti i gruppi che ci sono nell’associazione, nel nostro caso dalla scherma olimpica a quella paraolimpica. Non semplice integrazione dunque in cui uno viene messo in un angolo a fare una cosa a se stante». Samantha de Rosa ha iniziato a fare scherma nel 2017, convinta a provare lo sport dopo aver assistito ad una dimostrazione. Prima aveva praticato numerosi altri sport, come sci, equitazione, nuoto, pilates e judo (di cui è cintura nera). Descrive la sua carriera schermistica paragonandola alle onde del mare, dato che la vita le ha posto numerose volte delle prove che l’hanno influenzata, ciò nonostante, ha deciso di continuare e di migliorare. Apprezza molto che tra scherma e para-scherma ci siano solo piccole differenze, secondo lei questo la rende uno sport molto inclusivo. «Lo sport ti dà l’opportunità di socializzare con altre persone» spiega Samantha. «Attraverso lo sport le persone affette da disabilità possono esercitare l’autonomia personale, da gesti come mettere in ordine i propri vestiti fino al viaggiare autonomamente per raggiungere il luogo della competizione. Ma accedere allo sport non è sempre possibile per le persone affette da disabilità, anche perché in Friuli sono presenti solo due società che praticano per esempio la para-scherma». Samantha dice che «lo sport dovrebbe essere pubblicizzato di più tra le persone disabili. Molte volte non ci sono le condizioni economiche che permettono agli atleti di essere accompagnate e raggiungere il luogo dello sport. Molti ragazzi non hanno poi la motivazione per fare sport. Bisognerebbe investire molto di più su questi aspetti».
L’importanza dello sport
Autore: Giacomo Ermen - Istituto Malignani Udine