Cari ragazzi,
e uso il termine “ragazzi”, dall’alto dei miei cento anni.
Avete appena finito di celebrare il mio Congresso. E ho potuto constatare che è stato un successo strepitoso.
Una tecnologia efficiente e impeccabile.
Una presenza di istituzioni e associazioni nazionali e internazionali come non si era mai vista prima.
Una partecipazione qualificata e competente dei congressisti e di tanti soci in ascolto.
Un insieme di risoluzioni finalmente improntate a realismo e concretezza che saranno guida per il Presidente e per i dirigenti appena eletti.
Una maturità comune e condivisa che si è respirata in ogni momento congressuale.
Bene! Complimenti e congratulazioni.
Il 26 ottobre scorso ho compiuto cento anni e mi avete onorato con medaglie, francobolli, musiche e cerimonie che mi hanno sorpreso e commosso.
Dieci giorni più tardi il Congresso che ha segnato un’epoca.
È arrivato dentro le case di tutti i soci grazie alle tecnologie che avete saputo usare in modo impeccabile e indiscutibile.
Decine e decine di votazioni palesi e perfino l’elezione dei dirigenti e del Presidente, tenute a scrutinio segreto, per le quali abbiamo potuto addirittura vivere quella suspense di sapore antico data dallo spoglio manuale, a una a una, delle singole schede votate.
Un’epoca si chiude e un’altra se ne apre. E io, Unione Centenaria, mi sento sempre al centro, grazie a voi che siete alimento e nutrimento della mia forza.
Al Presidente e ai dirigenti che si accingono a cominciare un lungo cammino di cinque anni, non voglio e non posso insegnare nulla. Se sono arrivata fin qui lo devo anche a loro, ma innanzitutto a quanti ci sono stati e sono venuti prima di loro: Nicolodi, Bentivoglio, Fucà, Kervin, Daniele… E i tanti dirigenti che li hanno aiutati, supportati, sostenuti…
Solo vorrei sommessamente consigliare, anzi, raccomandare a voi dirigenti che vi accingete al nuovo impegno: “ascoltate con il cuore, decidete con la testa”.
Solo vorrei sommessamente consigliare, anzi, raccomandare a voi soci: “continuate ad alimentare il calore della mia fiamma con fiducia e soprattutto con amore”.
Firmato: La vostra Unione Centenaria