Lettera di una Unione Centenaria

Autore: Mario Barbuto

Cari ragazzi,

e uso il termine “ragazzi”, dall’alto dei miei cento anni.

Avete appena finito di celebrare il mio Congresso. E ho potuto constatare che è stato un successo strepitoso.

Una tecnologia efficiente e impeccabile.

Una presenza di istituzioni e associazioni nazionali e internazionali come non si era mai vista prima.

Una partecipazione qualificata e competente dei congressisti e di tanti soci in ascolto.

Un insieme di risoluzioni finalmente improntate a realismo e concretezza che saranno guida per il Presidente e per i dirigenti appena eletti.

Una maturità comune e condivisa che si è respirata in ogni momento congressuale.

Bene! Complimenti e congratulazioni.

Il 26 ottobre scorso ho compiuto cento anni e mi avete onorato con medaglie, francobolli, musiche e cerimonie che mi hanno sorpreso e commosso.

Dieci giorni più tardi il Congresso che ha segnato un’epoca.

È arrivato dentro le case di tutti i soci grazie alle tecnologie che avete saputo usare in modo impeccabile e indiscutibile.

Decine e decine di votazioni palesi e perfino l’elezione dei dirigenti e del Presidente, tenute a scrutinio segreto, per le quali abbiamo potuto addirittura vivere quella suspense di sapore antico data dallo spoglio manuale, a una a una, delle singole schede votate.

Un’epoca si chiude e un’altra se ne apre. E io, Unione Centenaria, mi sento sempre al centro, grazie a voi che siete alimento e nutrimento della mia forza.

Al Presidente e ai dirigenti che si accingono a cominciare un lungo cammino di cinque anni, non voglio e non posso insegnare nulla. Se sono arrivata fin qui lo devo anche a loro, ma innanzitutto a quanti ci sono stati e sono venuti prima di loro: Nicolodi, Bentivoglio, Fucà, Kervin, Daniele… E i tanti dirigenti che li hanno aiutati, supportati, sostenuti…

Solo vorrei sommessamente consigliare, anzi, raccomandare a voi dirigenti che vi accingete al nuovo impegno: “ascoltate con il cuore, decidete con la testa”.

Solo vorrei sommessamente consigliare, anzi, raccomandare a voi soci: “continuate ad alimentare il calore della mia fiamma con fiducia e soprattutto con amore”.

Firmato: La vostra Unione Centenaria