Lettera aperta al XXIII Congresso dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Care congressiste, cari congressisti,

desidero ringraziarvi per aver saputo dare alla nostra Unione uno Statuto nuovo, dirigenti associativi rinnovati e indirizzi programmatici chiari, forti, efficaci, nel corso di un congresso memorabile.

La partecipazione di ognuno di voi al congresso nelle sessioni plenarie, nelle sezioni di lavoro, nel momento elettorale, è stata una risorsa e ha rappresentato una ricchezza dalla quale tutti abbiamo tratto vantaggio durante lo svolgimento dei lavori.

Credo sia ancora troppo viva l’emozione per poter mettere in fila i momenti più significativi e toccanti che abbiamo vissuto in questi tre giorni esaltanti.

La gioia di avere avuto con noi il nostro presidente onorario Tommaso Daniele.

L’emozione di salutare militanti che hanno speso la loro vita per l’Unione come Ebe Montini, Lucio Carassale, Mario Censabella e tanti altri.

Il tributo di gratitudine offerto ai dirigenti nazionali che hanno completato i loro tre mandati consiliari consecutivi: Rudy Cattani, Giovannino Loche, Salvatore Romano, Pippo Terranova.

L’affettuoso saluto speciale al nostro vice presidente Luigi Gelmini.

Il ricordo commosso e condiviso del nostro indimenticabile Enzo Tioli.

Il minuto di raccoglimento in memoria e a onore del caro Vitantonio Zito.

E poi la conduzione magnifica, energica ed equilibrata della presidente del congresso Daniela Floriduz. La serata del Premio Braille, la mostra delle nostre eccellenze associative “Facciamoci vedere!”.

I tanti momenti di lavoro intenso, condotto con il rigore e la serietà che ci contraddistinguono, pur con i brillanti intermezzi di battute, parole di scherzo, sorrisi che hanno contribuito a rendere leggera e gradevole perfino la fatica dell’impegno d’aula e di commissione.

Abbiamo sperimentato con successo il voto elettronico, sia pure, qua e là, con qualche piccolo inconveniente.

Abbiamo espletato le operazioni di voto per le elezioni degli organi nazionali praticamente in un paio d’ore, senza file, senza ressa, senza le snervanti attese alle quali ci eravamo abituati nei congressi del passato.

Abbiamo dato alla nostra Unione un nuovo Statuto! Moderno, snello, portato a soli 29 articoli, formulati in modo chiaro e comprensibile.

Abbiamo approvato risoluzioni congressuali caratterizzate dalla sintesi dei testi e dal contenuto essenziale che saranno la nostra guida per i prossimi anni.

Abbiamo sancito definitivamente la nascita del nostro Ufficio per la Tutela dei Diritti delle Persone con Disabilità, dando esplicito mandato al Presidente, alla Direzione e al Consiglio Nazionale perché divenga presto una realtà operante e radicata su tutto il territorio.

Abbiamo proclamato lo stato di mobilitazione generale a difesa del diritto allo studio delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, raccogliendo una preoccupazione che diviene sempre più forte nelle nostre strutture territoriali e interpretando le ansie delle famiglie che hanno diritto a un percorso scolastico di pari opportunità per i propri figli non vedenti o ipovedenti.

Abbiamo eletto gli organi associativi nazionali:

il Presidente, con una investitura plebiscitaria che ancora mi commuove e che mi carica di nuove responsabilità.

Il Consiglio Nazionale, profondamente rinnovato nelle persone, finalmente connotato da una presenza femminile in sostanziale parità per numero e per qualità.

Ecco i nomi dei nuovi consiglieri, in rigoroso ordine alfabetico, lontani da qualsiasi tentazione di primato personale dovuto al numero di preferenze riportate da ciascuno:

Luisa Bartolucci, Maria Buoncristiano, Francesco Busetti, Katia Caravello, Adoriano Corradetti, Marco Condidorio, Nunziante Esposito, Elena Ferroni, Francesco Fratta, Mario Girardi, Linda Legname, Annamaria Palummo, Angela Pimpinella, Pietro Piscitelli, Linda Salis, Eugenio Saltarel, Giovanni Taverna, Stefano Tortini, Annita Ventura, Enzo Zoccano.

Questa è una squadra di singoli che lavoreranno insieme. Amalgamata da un progetto comune, coordinata da un Presidente nel quale tutti si riconoscono, al servizio dell’Unione per la causa dei ciechi e degli ipovedenti italiani.

Competenza, disponibilità e territorialità risultano ben rappresentate nella composizione d’insieme della squadra, sebbene io esprimo qui il mio rammarico più sincero e convinto per il numero troppo esiguo di consiglieri nazionali provenienti dalla Sicilia e per l’assenza di consiglieri pugliesi.

Due regioni grandi e importanti, la Sicilia e la Puglia! Vivamente presenti nella mia mente e molto care al mio cuore, per le quali sapremo presto individuare insieme le giuste opportunità che possano colmare in modo adeguato lo squilibrio strutturale delle risultanze di un voto comunque libero e democratico al quale occorre inchinarsi rispettosamente in ogni caso.

Un pensiero di gratitudine ai nostri collaboratori e al nostro personale che non si è risparmiato un momento nel corso dell’intero congresso, garantendone efficienza, regolarità, funzionalità.

Ora, dinanzi a noi tutti, l’onere di un lavoro intenso e l’onore di servire la nostra Unione in un impegno quotidiano di pazienza, di tenacia, di rispetto, di solidarietà.

A quanti ancora sono ai margini e si sono posti fuori dalla nostra Associazione, rivolgo un appello accorato perché tornino a iscriversi, a frequentare le sezioni, a offrire il proprio apporto personale con umiltà e spirito costruttivo.

Ai dirigenti delle altre Associazioni che raggruppano ciechi e ipovedenti, rivolgo invece un appello perché si ponga termine a ogni azione di competizione distruttiva, in un clima di rispetto reciproco nel quale si possa lavorare insieme per rappresentare gli interessi dei ciechi e degli ipovedenti italiani a tutti i livelli della società.

La nostra causa comune si esprime sotto un’unica bandiera!

Raccogliamoci dunque, tutti insieme, per collaborare nella difesa di comuni interessi e di comuni Diritti.

Mario Barbuto