Un amico di indubbia saccenza ma un poco… reprobo, permeato di una fede cattolica condizionata dai propri convincimenti, mi suggerisce quasi perentoriamente, di rivolgermi al Presidente nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Mario Barbuto affinché attraverso le proprie potenzialità abbia a realizzare un documentario sulla vita di Louis Braille, che ripercorra tutta la sua storia dall’infortunio che lo ha reso cieco comprese tutte le sottolineature di una vita nella quale la sofferenza e… l’incomprensione gli hanno resa dura l’esistenza prima che la sua invenzione potesse essere acquisita e diffusa nel mondo.
Il travaglio e le angosce hanno minato profondamente la salute di Braille tanto da non permettergli di vivere oltre i 40 anni.
Quel mio amico avrebbe un’altra pretesa, questa volta è quasi un paradosso, cioè che vi fosse qualcuno che intraprendesse presso Papa Francesco un processo di beatificazione per Louis Braille di Coupvray: i miracoli, la salute e l’equilibrio di milioni di ciechi che attraverso l’alfabeto braille hanno sconfitto la ciechitudine conquistando nel mondo equilibrio e dignità. In francese Saint Louise Braille de Coupvray? Perché no?
Risposta del Presidente Nazionale Mario Barbuto
Caro Mario, caro Cavaliere,
a quel tuo amico tanto fervido di idee e di proposte, potresti intanto far sapere quanto ti scrivo qui di seguito.
L’idea del documentario è molto accattivante, ma ne esiste già uno bellissimo, realizzato qualche anno fa dall’Istituto Cavazza che forse il tuo amico potrebbe visionare per vedere se soddisfa le sue aspettative.
Quanto a Papa Francesco, mi spiace molto per il nostro Louis Braille, ma io mi sono già permesso di disturbarlo per un’altra causa, per me, ancora più importante. Gli ho chiesto, mentre ci tenevamo in un abbraccio, di pregare per la nostra Unione.
Sai, non vorrei abusare della Sua pazienza con un sovraccarico di raccomandazioni.
Mario Barbuto