La speranza e il futuro, di Mario Barbuto

Eccomi di ritorno da un nuovo viaggio. Eccomi, con la mia valigia sempre più carica di incontri, di storie, passioni ed emozioni. La apro e fatico a riconoscere quel che ci ho messo dentro. Si è tutto mescolato a casaccio! Le mie mani continuano a muoversi al suo interno e all’improvviso mi arrivano le voci delle mille persone incontrate qua e là, in giro sulle strade di questo nostro meraviglioso paese.
Riconosco quella di Anna, una ragazza fantastica di diciotto anni, divenuta cieca da un momento all’altro, a causa di un incidente. La presenza pronta dell’Unione, unitamente ai nostri ausili, le hanno dato la forza di ricominciare a sognare, offrendole la possibilità di riprendersi la vita tra le mani. La tecnologia, in questo caso, è stata nostra complice. Poi ci sono Filippo, Angelo, Lucia… Le loro voci sono chiare e forti così come le loro richieste, troppe volte rimaste inevase dalle istituzioni interpellate e qualche volta inascoltate perfino da noi, magari perché troppo impegnati a gestire le nostre quotidianità di routine. Voci orgogliose, cariche di energia, scaturite dal desiderio di costruire un domani migliore, riuscendo a realizzarsi come studenti prima e come giovani professionisti dopo. Una energia contagiosa, prorompente, che arriva fino a noi, regalandoci così la forza e la voglia di continuare. Insieme. Per affermare ed esigere quei Diritti tanto faticati che ogni giorno vengono rimessi in forse da una società distratta e involuta.
Ecco, questo presidente, insieme agli altri, soci e dirigenti, è chiamato al compito più alto ed esaltante: difendere e tutelare i nostri Diritti. Dinanzi a tutti e di fronte a tutto. Quei Diritti all’istruzione, alla cura delle persone con disabilità plurime, al lavoro, alla mobilità, all’accessibilità, alla lettura, a una vita normale, insomma… Quei Diritti di uguaglianza e di cittadinanza guadagnati e conquistati da chi è venuto prima di noi e affidatici ora per garantirne stabilità, tutela, rafforzamento. La mia mano continua a frugare nella valigia perché ho la sensazione di dimenticare qualcosa. Sì, ecco, lui si chiama Giorgio! Ha 85 anni, è cieco assoluto. Da quando è rimasto vedovo vive da solo. Una vita a metà. La sua sola compagnia? I nostri libri parlati. Che accompagnano le sue giornate. Ama i romanzi d’amore, Giorgio. Mentre ascolta le tante storie narrate, torna indietro col pensiero, alla sua giovinezza. E da lì riparte, affrontando la quotidianità con ritrovata consapevolezza. Una valigia, la mia, davvero colma! Un bagaglio in alcuni momenti difficile da portare e sostenere. Ma quando faccio il bilancio del suo contenuto, quel bagaglio diviene per incanto leggero da portare. Perché quel bagaglio è l’Unione. La nostra Unione. I suoi volti, le sue storie, le sue tante anime. Così diverse eppure così vicine, così unite. Unione, noi, tutti insieme, legati nella consapevolezza assoluta che solo insieme siamo Unione; insieme nella costruzione del futuro. Quell’Unione che parla con una sola voce, più forte, più credibile, più autorevole. Tanto da essere ascoltata sempre. Quell’Unione da amare e da servire per camminare insieme verso il futuro, ritornando ad ascoltare, sentire, pensare, sognare e immaginare. Buon Natale e un sereno 2019 a tutte e a tutti.