Lunedì 13 dicembre 2021, in occasione della ricorrenza di Santa Lucia, la Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano ha consegnato la Medaglia d’oro della riconoscenza al giornalista e scrittore Gian Antonio Stella, «per aver affrontato con grande sensibilità attraverso le pagine del libro “Diversi” il tema della disabilità e dell’inclusione, diventando alfiere dei diritti delle persone particolarmente fragili che spesso non hanno voce».
Oltre al giornalista premiato erano presenti il Presidente della Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano Rodolfo Masto, il giornalista Giangiacomo Schiavi, il direttore scientifico dell’Istituto Franco Lisi, il presidente dell’UICI di Milano Alberto Piovani. Ad allietare l’evento le note del monumentale organo dell’Istituto (recentemente restaurato) suonato dal maestro Paolo Oreni.
Dal palco della ottocentesca Sala Barozzi il padrone di casa Rodolfo Masto ha condotto la cerimonia sottolineando la difficoltà di dare risposte alla domanda di assistenza e di servizi da parte delle persone non vedenti, con particolare riferimento a quelle che, oltre al deficit della vista, hanno anche altre disabilità: «Rispetto a trent’anni fa è enormemente aumentato il numero dei ragazzi non vedenti pluridisabili – ha detto Masto – e non è facile dare risposte univoche alle loro necessità. Per questo motivo abbiamo bisogno del sostegno di persone come Gian Antonio Stella, alfiere dei diritti dei più fragili». Masto ha quindi paragonato il percorso professionale di Stella con quello dei giornalisti Guido Vergani e Candido Cannavò (anche loro premiati in passato dall’Istituto dei Ciechi) «che a un certo punto della loro carriera hanno rivolto il loro sguardo verso il mondo della disabilità, raccontando storie straordinarie di persone di cui nessuno si era mai occupato prima.
«Un altro motivo per cui Stella è entrato nel cuore dell’Istituto dei Ciechi – ha detto Masto – è che nella sua attività di editorialista del Corriere della Sera ha dedicato attenzione alle persone diventate disabili per carenze sanitarie, diventando un nobile difensore di chi fa fatica a far sentire la propria voce».
Il presidente dell’Istituto, a margine della premiazione, ha anche invocato la necessità di un intervento del legislatore per la defiscalizzazione della beneficenza «affinché lo Stato si faccia interprete della modernità aiutando le persone più fragili».
In Sala erano presenti dipendenti e collaboratori dell’Istituto dei Ciechi e alcune classi della scuola media di via Vivaio, che hanno cantato l’Inno di Mameli accompagnate dal pianoforte. Il destino della Scuola media di via Vivaio, circa un eventuale spostamento di sede, verrà deciso proprio in questi giorni dalla Giunta del Comune di Milano.
Dopo la lettura fatta da Franco Lisi di alcune pagine del libro “Diversi” stampate in Braille, ha preso la parola il giornalista premiato, Gian Antonio Stella.
Lo scrittore ha spiegato le motivazioni che lo hanno spinto a occuparsi dei temi della disabilità: «Mi sono appassionato a questo tema mano a mano che la cronaca quotidiana riportava fatti che ritenevamo appartenere al Medioevo. Ad esempio, perfino Milano con la sua storia di attenzione verso i disabili, l’attuale regolamento comunale dice che “chi raccoglie l’elemosina non può mostrare deformità ributtanti”. Un’espressione ignobile perché la deformità non può essere ributtante e non può esserci giudizio morale in questo». Ma la motivazione più forte che ha spinto Stella a scrivere “Diversi” è stato il vergognoso episodio di qualche anno fa del signore multato in un centro commerciale per aver parcheggiato sul posto disabili (senza averne diritto), portando il giorno dopo un cartellone gravemente offensivo nei confronti della persona disabile che lo aveva denunciato. «In quel momento ho sentito la necessità di fare un libro sui disabili e ho voluto approfondire il tema. Ne sono venute fuori storie incredibili».
Il libro racconta, infatti, le storie di persone che hanno mostrato di essere formidabili in tantissimi ambiti, dal primo disabile di cui si ha notizia “Romito 8” a Stephen Hawkin lo scienziato che ha scoperto i buchi neri. Per dare un’idea delle potenzialità di queste persone Stella ha quindi citato Papa Francesco, quando incontrando dei ragazzi con disabilità ha detto: «Tutti voi avete dentro una scatoletta magica. Dovete trovare il modo di aprire questa scatoletta perché può venirne fuori un tesoro».
Pubblicato il 14/12/2021.