Il valore della Costituzione

Autore: Mario Barbuto

Il Presidente della Camera Lorenzo Fontana ha voluto promuovere e assicurare la presenza visibile e significativa delle persone con disabilità nel contesto della celebrazione del 75° anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana, a Montecitorio il 19 settembre alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Per rappresentare al meglio questo momento solenne, il Presidente Fontana si è rivolto alla nostra Unione, offrendo a un gruppo di ragazzi non vedenti e ipovedenti una occasione irripetibile per esserci ed essere tra i protagonisti dell’evento.

Già dai tempi della Magna Carta in Inghilterra centinaia di anni or sono, e anche molto prima, popoli e nazioni ambiscono ad avere una propria Carta costituzionale, ossia quell’insieme di princìpi e valori fondativi, quello strumento giuridico e politico che consente a ogni uomo e a ogni donna di diventare cittadino con i suoi diritti e suoi doveri. Una sorta di patto tra eguali, riconosciuto, rispettato e osservato da tutti, capace di elevare una moltitudine al rango di popolo, un territorio al ruolo di Nazione e di Stato.

Dal 1° gennaio del 1948 anche la Repubblica Italiana ha una sua Costituzione alla quale ciascuno può riferirsi come allo strumento basilare di tutela dello status di cittadino, protetto da princìpi inviolabili ed elementi fondativi comuni e condivisi.

La prima parte della Costituzione sancisce i princìpi fondamentali sui quali si fonda la comunità nazionale e grazie ai quali sono regolate le relazioni tra i componenti della Comunità; la seconda parte disegna la spina dorsale e il tessuto connettivo della Nazione, definendo Organi e istituti centrali regionali e territoriali che costituiscono il corpo delle istituzioni pubbliche e racchiudono le diverse e specifiche funzioni di ciascuna; le modalità per la propria strutturazione e/o elezione, il funzionamento, secondo criteri di democraticità e di garanzia. Quegli elementi, insomma, che consentono a ogni cittadino di sentirsi parte della comunità nazionale e di partecipare in modo attivo alla vita sociale, secondo le regole fissate da un patto condiviso di convivenza e di collaborazione.

Con il dovuto rispetto e fatte le debite proporzioni, anche nel caso della nostra Unione, tutti noi Soci siamo chiamati a riconoscere e riconoscerci in un patto associativo condiviso che definisce il quadro dei diritti e dei doveri di ogni iscritto, nonché le attribuzioni, le competenze e le regole di elezione e funzionamento di ciascun organo a ogni livello: il Congresso, Organo Supremo, Presidenza, Direzione e Consiglio nazionale; Presidenza, Direzione e Consiglio Regionale; Presidenza, Consiglio, assemblea dei soci della sezione territoriale.

Un sistema articolato e ramificato, sorto da oltre cento anni di vita associativa; cresciuto nel calore delle battaglie per l’affermazione dei diritti e la tutela degli interessi degli associati e rappresentati; reso solido dall’adesione di tutti i soci che si sostanzia all’atto dell’iscrizione e si rinnova ogni anno con la sottoscrizione della quota della tessera.

Nel mondo che cambia e nel contesto civile e sociale che si evolve, anche una Carta costituzionale, uno Statuto fondativo devono poter cambiare per adeguarsi alle situazioni presenti, per corrispondere a necessità, bisogni e aspettative che sorgono e si concretizzano nel corso degli anni. Così per esempio, nel volgere di questo ultimo decennio, si sono definite e sono state attuate le diverse tappe di un vasto processo di riforma che ha interessato il “terzo settore”, ossia quell’insieme di enti istituzioni e associazioni che, pur non perseguendo uno scopo di lucro, operano per promuovere e favorire il benessere sociale della popolazione, ne rappresentano e interpretano le istanze, ne tutelano ragioni e diritti.

A partire dalla seconda metà del 2022 è stato perfezionato il quadro delle regole e delle modalità alle quali riferirsi per appartenere alla popolosa galassia degli Enti del Terzo Settore, nei diversi e specifici ambiti operativi. Così ha finalmente preso vita e vigore il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) al quale, sia pure con difficoltà e ritardi ancora in essere, si vanno iscrivendo da qualche mese quegli Enti che presentano determinate caratteristiche, purché disposti ad adeguare i propri statuti fondativi.

Solo nella primavera del 2022, vale a dire dopo cinque anni dalla promulgazione della Legge, (D.LGS 117/2017), è stato reso operativo il quadro di regole e procedure per l’iscrizione al RUNTS, mediante l’emanazione di norme governative e decreti ministeriali che hanno via via definito le regole e dato il via al passaggio degli enti nel RUNTS e in particolare nei suoi livelli nazionale, regionale e locale.

Ciò nonostante, il Consiglio Nazionale del Terzo Settore, ancora alla fine di luglio di quest’anno, rileva come a oggi soltanto un quarto degli Enti ha potuto completare la propria iscrizione e invoca il varo di ulteriori procedure di semplificazione, volte a superare le numerose difficoltà persistenti anche in questa ultima fase, per assicurare il corretto e completo popolamento del Registro.

Per la nostra Unione, mentre risulta relativamente semplice l’iscrizione nel Registro come ETS, esiste invece un ostacolo di principio per l’auspicata collocazione nella sezione B, ossia tra le Associazioni di Promozione Sociale (APS). Tale ostacolo deriva dal proclamato contrasto tra il nostro statuto sociale in materia di diritti e doveri dei soci e le prescrizioni dettate dell’art.35 del D.LGS 117 che vieta ogni possibile forma di discriminazione. In parole povere e semplici, il nostro Statuto, per adeguarsi ai princìpi di non discriminazione deve assicurare, in via potenziale, una facoltà di adesione all’Associazione per tutti i cittadini, nonché garantire a ogni Socio il diritto di elettorato attivo e passivo, cioè la facoltà di votare per eleggere gli Organi associativi e di essere votato per farne parte a ogni livello.

Misure di cautela ben specifiche possono essere definite per l’esercizio di tali diritti, ma deve rimanere evidente il rispetto del principio di non discriminazione quale presupposto per consentire l’iscrizione tra le Associazioni di Promozione Sociale.

Ai soci sostenitori e onorari, ossia alle persone vedenti, occorre dunque assicurare tali facoltà e garantire l’esercizio dei sopra richiamati diritti, sia pure, introducendo norme di contenimento della loro presenza, quali, a mero titolo di esempio, l’inibizione a ricoprire cariche monocratiche come Presidente e Vice Presidente nazionale, regionale e sezionale; una precisa e limitata percentuale di presenza negli organi collegiali e cioè Direzione nazionale e regionale, Consiglio nazionale, regionale e sezionale.

Con la proroga definita da una norma parlamentare del febbraio scorso, agli enti è concessa facoltà di adeguare i propri statuti con procedure agevolate, entro e non oltre il 31 dicembre 2023.

Ecco perché si è resa necessaria la convocazione del Congresso in via straordinaria alla quale il Consiglio nazionale ha dovuto adempiere con coraggio e senso di responsabilità, superando le resistenze di chi vi voleva leggere soltanto motivi strumentali, fino a dover fronteggiare il ricorso di sei soci e dirigenti i quali hanno chiesto al Tribunale di Roma un provvedimento urgente di annullamento della convocazione e quindi dello svolgimento del Congresso stesso.

Ecco cosa è chiamato a fare il Congresso straordinario il 20 e 21 ottobre: adeguare lo Statuto alle regole di iscrizione al RUNTS nella sezione delle APS, per assicurare alle diverse strutture dell’Unione a ogni livello la possibilità di partecipare a bandi pubblici per acquisire le risorse utili a svolgere le proprie attività; ottenere e/o conservare gli accreditamenti necessari a continuare a operare, per esempio, nei settori della prevenzione e della riabilitazione, della cultura, del tempo libero e dello sport; per assicurare, in una parola, alla nostra Associazione una presenza adeguata nel contesto di un futuro che cambia sul piano normativo, amministrativo, organizzativo e operativo.

Ecco cosa saranno chiamati a decidere i 263 congressisti al prossimo Congresso straordinario, oltre a provvedere all’elezione del Presidente e di 24 consiglieri nazionali.

Un compito semplice, ma carico di grande responsabilità, al quale dobbiamo tutti, indistintamente, nessuno escluso, predisporci con spirito di sobria correttezza, azzerando finalmente quei toni di aggressività che hanno segnato per troppi mesi la vita associativa e verso i quali abbiamo dovuto resistere con suprema pazienza, per continuare ad assicurare lo svolgimento regolare delle attività associative, tra l’altro in un momento di grandi cambiamenti politici nazionali e mentre incombe un profondo processo di ristrutturazione della sede nazionale che si protrarrà per oltre un anno e mezzo.

Tutti noi desideriamo uno svolgimento del Congresso in modalità mista, ossia in presenza per quanti desiderino partecipare di persona, nonché a distanza per chi dovesse essere impossibilitato a viaggiare. L’attesa del pronunciamento del tribunale di Roma che avrebbe potuto disporre la sospensione dello svolgimento del Congresso, ci ha imposto, responsabilmente, di non impegnare strutture ricettive con prenotazioni e versamento di anticipi e caparre che potevano, di conseguenza, essere perduti. Ora che abbiamo avuto il definitivo e completo rigetto da parte del Tribunale dell’istanza dei sei ricorrenti, abbiamo attivato ogni ricerca per individuare un luogo idoneo, capiente, accogliente, raggiungibile e non troppo oneroso per le casse dell’Unione.

Il tempo a disposizione, purtroppo, è ormai poco, ma ancora confidiamo di potervi riuscire. In caso contrario, siamo certi che i nostri soci e i congressisti sapranno comprendere e fare proprie le ragioni di uno svolgimento con modalità a distanza del quale abbiamo comunque già dato prova molto positiva nel 2020 e che sarà in grado di garantire a ciascun partecipante i propri diritti e le proprie libertà durante tutte le fasi dei lavori congressuali.

Pubblicato il 18/09/2023.