I Crocevia, di Mario Censabella

Autore: Mario Censabella

In un recente passato si era creata fra le sezioni dell’Unione Italiana Ciechi una sorta di gara intesa a ottenere nell’ambito di ciascuna circoscrizione il maggior numero di vie dedicate a «noi» cioè a personaggi che avevano avuto un ruolo nel miglioramento delle condizioni di vita dei non vedenti in Italia e nel mondo.
Ora mi rifaccio alla memoria, agli atti e configuro un quadro che si attiene alla sezione Unione Italiana Ciechi di Milano e quindi alla nostra Città.
In verità nel corso degli anni in relazione alle celebrazioni del nostro movimento erano intervenute sollecitazioni della Presidenza nazionale intese a ottenere vie intitolate ai personaggi che hanno reso grande la nostra Unione. Per quanto mi concerne la più sospirata e sofferta, vi erano state pressioni dalla Presidenza nazionale perché l’evento avvenisse entro una data prevista, è stata la via dedicata a Paolo Bentivoglio, uno dei fondatori della nostra Unione e secondo presidente nazionale dell’Associazione. Quel giorno, ne è ancora vivo in me il ricordo, l’evento è avvenuto contestualmente alla data di una assemblea sezionale: Paolo Bentivoglio – educatore – è in zona Forze Armate.
Un pullman ha trasferito un gruppo di ciechi: discorsi di circostanza del sindaco, di assessori, corona di fiori, applausi e un poco di commozione per me che ho effettuato un breve discorso di circostanza.
Le altre dedicazioni che ora elenco per storia e cronaca sono avvenute quasi per forza di inerzia quando cioè alle autorità competenti erano venute a noia le sollecitazioni dell’Unione di Milano. Avevamo richiesto nella circostanza del 150o dalla morte di Louis Braille che gli fosse intitolata Via Mozart nella quale ha sede l’Unione Ciechi di Milano e un’entrata del plesso del nostro Istituto dei Ciechi, la risposta … intitolate l’Istituto dei Ciechi a Braille.
Non sarebbe stato male, ma…
Ad un certo punto quando eravamo per tornare a rinnovare la richiesta ecco a renderci conto che un’intitolazione era già stata dedicata a Luigi Braille (zona Chiesa Rossa) gli è toccato, guarda la fantasia degli amministratori un… vicolo cieco.
Proseguendo nella mia ricerca vengo a imparare che pure Aurelio Nicolodi, primo Presidente e fondatore dell’Unione Italiana Ciechi ha la sua brava via (zona fra Affori e Bovisa) in verità un poco periferica ma si sa le vie assolutamente centrali toccano solo ai Cardinali.
Una recentissima intitolazione non ancora neppure inserita negli annuari è stata fatta per ricordare un cieco di guerra di recente scomparsa: medaglia d’oro Vincenzo Capelli (Piazza Gae Aulenti) una zona di recente realizzazione di gran struscio.
Conoscevo molto bene Vincenzo Capelli aveva in gran stima l’Unione; aveva perso la vista sul fronte greco era in possesso di un diploma di massofisioterapista conseguito all’Istituto dei Ciechi di Firenze. Vincenzo Capelli aveva ricoperto diversi incarichi nell’Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra; aveva vissuto intensamente gli anni bui della nostra città, conosceva particolari inediti che non mi ha mai potuto svelare relativi alla tragica morte del cieco di guerra Medaglia d’Oro della Repubblica Sociale Italiana Carlo Borsani freddato su un marciapiede della nostra città con il proprio cane guida.
A Limbiate la via nella quale ha sede la scuola Cani Guida dei Lions è intitolata a Maurizio Galimberti (aviatore) divenuto cieco per un incidente aviatorio e per diversi anni Presidente dell’Unione Italiana Ciechi di Milano, gli sono stato fedele vicepresidente.
Non sempre eravamo d’accordo sulle decisioni da prendere, io per portarlo a condividere le mie tesi gli dicevo: «ascolta la tua coscienza», e lui che coscienza sporca che ho. E io di rimando ognuno ha la coscienza che si merita.
Era ingegnere uomo estremamente colto da lui ho imparato tante cose compresi l’atteggiamento e la postura da assumere quando in qualche circostanza mi era stato dato l’incarico di portare la bandiera italiana con insegne della nostra Associazione.
Galileo Galilei, cieco di Arcetri una via ormai datata nella toponomastica della nostra città (zona stazione centrale).
E’ morto nel 1642, ha perso la vista per aver scrutato a lungo l’Universo.
Anche Galileo come gli altri si è sacrificato per il miglioramento delle nostre condizioni di vita di tutti.
Mario Censabella