Giorno 200 – Iran, di Alessandro Bordini

Sono in treno, ho lasciato Ankara lo scorso mercoledì mattina e dovrei raggiungere Teheran stanotte, verso le 2, dopo quindi poco più di 60 ore di viaggio.
Oggi è venerdì 18 ottobre 2013 e scade il 200esimo giorno dalla mia partenza.
Considerando l’Italia, l’Iran è il 36esimo paese visitato, il secondo asiatico, dopo la Turchia.
Ad oggi ho completato un solo continente, quello che ha forse rappresentato il vero inizio del mio viaggio ed anche un ottimo banco di prova per il mio progetto: l’Africa.
Sto coprendo l’Europa a tratti e posso assolutamente affermare che muoversi attraverso il nostro continente, considerando la questione dei visti, della cultura, della lingua e degli ambienti, è relativamente semplice; ovviamente spirito di adattamento e voglia di avventura sono prerogative importanti.
Non ho la minima idea di come sarà attraversare l’Asia e, come fatto fino ad ora voglio affrontare ogni singolo giorno senza aspettative, in maniera da poter vivere tutte le esperienze come totali scoperte e senza essere influenzato da preconcetti che ne muterebbero il valore; l’unica certezza che mi accompagna è che vivrò un’esperienza fantastica, non posso che essere grato per questo.
La teoria formulata prima della mia partenza e che rappresenta il cuore del mio progetto si è rivelata esatta: le persone, se trattate come tali, sanno veramente dimostrare un’umanità sorprendente, parlando all’anima della gente si può risvegliare quella coscienza, talvolta assopita, che ci rivela tutti fratelli e figli della stessa madre, la terra.
Consci di ciò spetta a noi il primo passo verso gli altri, siamo noi a dover rispondere con un sorriso al primo che si incontra,anche se devo ammettere che, forse perché animato da ottimismo e positività, sono stato spesso battuto sul tempo da un’infinità di persone meravigliose che mi hanno rivolto fin da subito una calorosa disponibilità e, quando ho invece incontrato un’apparente diffidenza o semplice indifferenza, sono bastate poche semplici parole, sincere e dirette al cuore, per ottenere risposte eccezionali.
Sono stato protagonista e spettatore di un particolare fenomeno: quando mettevo al corrente le persone che incontravo e che mi stavano aiutando, riguardo al mio viaggio, secondo i loro occhi smettevo di essere un semplice disabile bisognoso di aiuto, lo stupore e la meraviglia, assieme ad una profonda gratitudine, erano tangibili e passavo dall’essere deficitario di qualcosa a dispensatore di energia; ogni volta ho provato una profonda gioia ed ho ricevuto la carica necessaria per andare avanti con maggiore determinazione ed entusiasmo.
La vita è nostra, signore e signori, e il mondo un bel giardino da passeggiare,
E la nota più positiva è che siamo sempre in tempo per convincercene.