Caro Presidente Castronovo,
io comprendo perfettamente quale amarezza possa derivare dalle mie parole soprattutto per le persone che lavorano giorno per giorno per il Polo tattile della Stamperia regionale Braille di Catania.
A quelle persone va tutta la mia comprensione!
Mi chiedo però soltanto:
“ma perché qualcuno di voi non prova, almeno una volta, a comprendere l’amarezza del Presidente Nazionale di questa nostra Unione?”.
Giusto il giorno dopo la fine del nostro Congresso, senza che nulla mi fosse stato preventivamente comunicato, tanto per festeggiare la mia elezione a Presidente, mi ritrovo ben tre emendamenti alla legge di stabilità che aggrediscono violentemente le risorse destinate alla nostra Unione per spostarle su Ierfop, stamperia di Catania e Associazione Nazionale Privi della Vista.
Cosa dovrebbe o avrebbe dovuto fare un presidente nazionale dell’Unione?
Questo presidente nazionale, magari sbagliando, ha ritenuto prioritarie e inviolabili le risorse destinate all’Unione.
Ha ritenuto, nelle more dell’insediamento dei nuovi organi dirigenti nazionali, che gli interessi dell’Unione e delle sue risorse avessero la priorità su qualsiasi altro interesse e andassero tutelate con la massima fermezza ed energia.
Questo presidente ha ritenuto di regolarsi secondo un principio semplice e indiscutibile:
“l’Unione non si tocca!!!”.
Quanto alle ricostruzioni del passato, volendomi attenere ai fatti, come tu stesso ben suggerisci, mi chiedo e ti chiedo se il testo della legge di stabilità approvata un anno fa contenga almeno l’ombra di un riferimento all’obbligo per l’Unione di conferire risorse in favore del polo tattile, dell’ANPVI o di qualsivoglia altro soggetto.
Eppure questo presidente, fin dallo scorso mese di gennaio, si è ritrovato alla porta creditori assillanti e insistenti che vantavano diritti e battevano cassa.
Nell’intento di mantenere un profilo unitario e conciliante, nel supremo interesse dell’Unione e dell’unità dei ciechi e degli ipovedenti italiani, tanto a te quanto agli altri pretendenti, questo presidente aveva assicurato che saremmo stati ben lieti di poter supportare le loro iniziative e attività, ma con l’impegno di esaminare ogni problematica dopo il Congresso, con mente serena e spirito costruttivo.
Gli emendamenti all’attuale legge di stabilità sono stati concertati, programmati e predisposti ben prima del nostro Congresso.
Solo che questo presidente, mentre i concertatori concertavano, nessuno si è preoccupato di informarlo. Tanto meno, di chiederne coinvolgimento e regìa.
Con il piccolo particolare che le risorse alle quali gli emendamenti attingevano, erano quelle già assegnate e destinate all’Unione.
Con l’aggiunta di un rischio gravissimo di chiusura per il nostro museo Omero, al quale non sono ancora state assicurate in finanziaria le risorse previste dalla legge e quantificate in 500 mila euro l’anno.
Eccoli, i fatti!
Amari, cocenti, nudi e crudi.
Coinvolgere ancora la Politica al più alto livello dinanzi a questo triste spettacolo di “guerra tra poveri”, a me pare inopportuno, insidioso e controproducente.
Credo piuttosto sia utile una pausa di riflessione e di meditazione.
Sui nostri errori, sulla nostra lealtà, sul nostro attaccamento all’Unione, senza Se e senza ma.
Mario Barbuto – Presidente Nazionale