Al Presidente Nazionale
Mario Barbuto
Caro Presidente,
inviamo questa nostra lettera in nome della franchezza che dovrebbe sempre essere alla base dei rapporti interni alla nostra Unione, siano essi fra soci o fra dirigenti.
Nelle scorse settimane, nel contesto del nostro Consiglio, con la partecipazione anche di altri soci, tramite i moderni social media, si è sviluppato un animato ma sereno dibattito circa l’argomento Inno per la nostra Unione (in seguito all’invio del Comunicato 118). Dalle riflessioni condivise è maturato il pensiero che la materia in sé non ci interessa e che la serie di eventi che essa genera richiedano un impiego di tempo ed energie troppo ampio, soprattutto in raffronto ad aspetti, sia locali che nazionali, che appaiono più meritevoli di attenzione prioritaria.
Per quanto riguarda le questioni che riteniamo prioritarie, si potrebbero portare vari esempi:
la sempre più crescente difficoltà nel reperire sbocchi professionali per i nostri giovani, visto il rapido tramontare delle mansioni tradizionali, in primis il centralinismo, e il contemporaneo e spasmodico avanzamento delle novità tecnologiche, con cui risulta sempre più difficile fare i conti. Anche seguire i nostri ragazzi nel loro percorso di integrazione scolastica comporta un impegno continuativo a fronte delle poche ore e della qualità opinabile offerta dal sostegno, nonché per la reticenza da parte di molti plessi scolastici a considerare l’Unione un interlocutore costante ed importante.
Come non soffermarsi poi sullo scoglio del reperimento fondi per la sussistenza in vita delle sezioni locali, sempre più duro e che vede tutti i consigli alla costante ricerca di idee di autopromozione presso la cittadinanza, con l’intento anche di sensibilizzare la stessa sulle delicate questioni della prevenzione della cecità.
Non manca poi lo sforzo per intessere buoni rapporti con altre associazioni e per fornire ai soci e ai cittadini in genere un valido servizio di patronato. A tutto ciò si deve poi aggiungere la cosiddetta normale Amministrazione, i Consigli provinciali e regionali, le assemblee, i convegni…; e ovviamente si cerca, nel limite del possibile, di attivare eventi culturali e sportivo-ricreativi che possano far sentire coinvolta la base associativa. Questo insieme di attività è ricorrente lungo il corso dell’intero anno, ma si impenna in certi periodi, come l’autunno e la primavera.
Per quanto riguarda la materia Inno in sé, riteniamo che la presenza di un logo sia già sufficiente, oltre che necessaria, per la comunicazione mediatica della quale l’Unione, locale e nazionale, deve senz’altro servirsi. La nostra Associazione non è però né una squadra sportiva, né un partito politico, per i quali Inno e Gonfalone hanno senso di esistere (come ha ricordato Antonio Quatraro nel suo recente articolo su “Giornale U.I.C.I”). Certamente il congresso del centenario dovrà avere un bel titolo: celebrativo e di progetto insieme. Per la sua scelta auspichiamo che venga svolto un percorso condiviso, come si è fatto per lo scorso congresso. Gli strumenti dell’Inno e del Gonfalone ci sembrano invece troppo retorici e non rappresentativi dello spirito della nostra associazione. Senza contare che poi, una volta prodotti, diventerebbero una specie di gabbia, un obbligo da replicare, mentre sia la vita dell’associazione, sia l’evolversi della comunicazione, richiedono forme e contenuti più flessibili, adattabili via via alle diverse situazioni.
Ciò esposto, anche confortati dal sostegno dei soci che hanno a disposizione un gruppo Whatsapp appositamente creato per la condivisione di informazioni ed opinioni, riteniamo di non impegnarci per le procedure richieste per la scelta dell’Inno. Saremo invece sempre pronti, e del resto sempre lo siamo stati, ad attivarci per tutto ciò che favorisce la crescita culturale della nostra società, la tutela dei non vedenti in tutti i loro diritti ed interessi, lo sviluppo di nuove attività e delle forme associative che le sostengano.
Augurando a te e a tutta la Dirigenza Nazionale un sereno, oltre che intenso, lavoro, inviamo i nostri più cordiali saluti
Un gruppo di soci della sezione UICI di Ferrara:
Renzo Rimessi
Davide Fortini
Loris Argentesi
Alessandra Mambelli
Caterina Mignani
Riccardo Sisti
Alberto Burgio
Antonio Francesco D’Alema
Massimo Sicchiero
Renzo Marchetti