In merito alla delicata questione della formazione professionale degli operatori del sostegno degli alunni/studenti con disabilità visiva, io e Luciano Paschetta, rispettivamente Direttore junior e senior centrali dell’I.Ri.Fo.R., nonché componenti il Network per l’Inclusione Scolastica, dopo lunga ed approfondita analisi dell’esistente, siamo giunti alle conclusioni seguenti: Prossimi dall’ottenere la tanto agognata “cattedra” di Tiflologia grazie all’indefesso ed instancabile impegno di Marco Condidorio e nelle more dell’istituzione di una vera e propria “specialistica” di Scienze tiflologiche, il Network per l’Inclusione Scolastica dell’UICI deve puntare ad un “modello formativo su due differenti livelli di grado successivo.
A) Master di I livello in “Assistente all’autonomia ed alla comunicazione per studenti disabili sensoriali (sordi e ciechi), od in alternativa in ”Educatore tiflologico”. La ratio di questa scelta è dettata dalla consapevolezza che, prima di formare l’esperto in scienze tiflologiche, ci sembra più semplice ed imminente nel tempo la possibilità del riconoscimento della “figura” dell’assistente alla comunicazione di alunni/studenti con disabilità sensoriale, in quanto tale profilo è già previsto dall’art. 13 comma c della 104 e la sua definizione è stabilita dalla più recente Legge 107.
Anche la spendibilità del titolo di “assistente alla comunicazione” risulta molto più concreta e tangibile, poiché l’”assistente” si trova ad operare, a differenza dell’esperto in scienze tiflologiche, non solo con i minorati della vista ma anche con gli allievi non udenti.
Tuttavia, dobbiamo essere anche realisti e prendere atto del fatto che finora, così come hanno operato gli assistenti alla comunicazione, probabilmente a causa del loro mancato riconoscimento da parte del MIUR, sono serviti a ben poco al percorso educativo e formativo ed al processo di inclusione degli studenti disabili visivi.
Troppo spesso, infatti, i nostri alunni hanno fatto i conti con una loro preparazione precaria, generalista ed improvvisata, trattandosi il più delle volte di ex volontari del servizio civile, di persone che hanno frequentato corsi di Braille o di Tifloinformatica di poche ore e dunque di operatori di semplice “informazione”, più che di formazione dei ragazzi minorati della vista.
Ed allora, cosa fare? O si organizzano dei corsi formativi “credibili ed efficaci, e l’I.Ri.Fo.R. è ultimamente in trattativa con alcune “autorevoli” Università per attivare un adeguato Master a loro rivolti, o forse sarebbe meglio, come suggerito da Marco Condidorio in occasione della scorsa riunione del 15 Giugno u.s. del nostro Network, profondere ogni nostra energia non per la formazione dell’assistente” alla comunicazione, ,ma a quella dell’“educatore tiflologico”.
Fermo restando che, la figura dell’educatore tiflologico” non intende eliminare quella dell’”assistente all’autonomia e comunicazione” istituita dalla 104, ma di migliorarne caratteristiche specifiche, professionali e operative e, ovviamente, di darle la giusta cittadinanza entro le scienze tiflologiche. Senza confonderne, tra l’altro, ruoli e occupazione professionale, rispetto all’esperto in scienze tiflologiche, per il quale pensiamo, invece, ad un secondo livello formativo.
Il Master di I livello per assistente alla comunicazione di studenti disabili sensoriali o quello ancora più specifico per Educatore tiflologico degli allievi con disabilità visiva si potrebbe articolare in 1500 ore e rivolgere ai laureati in tutte le discipline e naturalmente anche ai docenti di sostegno e curricolari in servizio.
Alla definizione del profilo dell’”assistente alla comunicazione” e dell’”educatore tiflologico e del relativo percorso formativo si sta lavorando alacremente in questi giorni durante le riunioni del Network per l’Inclusione Scolastica, che ha pure in animo di presentare un apposito DDL per ottenere il riconoscimento della qualifica dell’Educatore tiflologico e soprattutto dell’”Esperto in Scienze tiflologiche”.
B) Master di II livello in “Esperto in scienze tiflologiche”.
Al riguardo, partendo dall’esperienza “pilota” del Master dell’Unimol, voluto dal nostro Presidente Mario Barbuto e dal “visionario” membro della Direzione Nazionale Marco Condidorio, e dagli inevitabili accorgimenti ed aggiustamenti che stanno per essere apportati dal nostro Network, mi sono “sbilanciato” nello stilare e definire il profilo ed il percorso formativo dell’esperto in scienze tiflologiche, che di seguito riporto, nella speranza che possa diventare il “modello” di riferimento nazionale per tutte le Università italiane
Profilo professionale.
La definizione utilizzata a livello internazionale di “esperto nelle scienze tiflologiche” ci aiuta ad individuare nello specifico il suo profilo professionale. Egli affianca nell’attività formativa ed educativa gli insegnanti di sostegno, gli educatori e gli assistenti come figura nuova, che solleva la famiglia dal disagio della situazione di minorazione visiva, a completamento di quel team tiflo-psico-pedagogico auspicato nelle più diverse sedi deputate alla formazione universitaria e professionale. Quella dell’ “esperto nelle scienze tiflologiche” è una nuova figura professionale con competenze tiflo-psico-pedagogiche utili alla realizzazione dei percorsi di educazione, istruzione, formazione, assistenza domiciliare e inclusione rivolte a persone in condizione di disabilità visiva e di pluridisabilità allo scopo di promuoverne l’integrazione sociale ed umana.
L’Esperto in scienze tiflologiche potrà, altresì, operare sul campo, affiancandosi in alcuni momenti di programmazione (GLH, consiglio di classe, Collegio docenti, ecc.) e di azione (didattica del Braille, predisposizione del materiale didattico, presentazione delle periferiche assistive per l’informatica, ecc.) a chi sta operando con il minorato della vista (insegnante, educatore, assistente,ecc.). In tutti i casi con la finalità di trasmettere le conoscenze e le competenze necessarie alla definizione corretta degli obiettivi educativi, scolastici e di autonomia personale, così da sviluppare un “progetto di vita“ mirato all’inclusione socio-lavorativa della persona con disabilità visiva.
Competenze dell’Esperto nelle scienze tiflologiche.
Egli è, appunto, un esperto in scienze tiflologiche e, come tale, saprà: indicare gli aspetti critici dello sviluppo psicomotorio in assenza della vista e come si faccia a superarli con successo; chiarire gli aspetti specifici della percezione della realtà in mancanza della vista; valutare la funzionalità del residuo visivo in relazione al lavoro didattico e/o professionale; insegnare come si educa un minorato della vista alla “lettura” delle rappresentazioni grafiche bidimensionali (grafici, piantine toponomastiche e cartine, ecc) ; sapere quando è indispensabile l’insegnamento del metodo Braille, piuttosto che quali siano i sussidi per gli ipovedenti per rendere autonomo il bambino con disabilità visiva nella letto-scrittura; illustrare quali siano gli accorgimenti ed i sussidi per rendere efficace la didattica in presenza di un cieco assoluto e/o di un ipovedente grave; sapere insegnare l’uso del PC con le periferiche assistive (screen reader, display Braille, sofware ingrandenti, ecc.); conoscere i giochi idonei al bambino con gravi problemi di vista; indicare quali siano le opportunità di accesso all’informazione (quotidiani e riviste on line accessibili, biblioteche digitali, audiolibri , ecc.); suggerire come si “adatta” un testo di scuola primaria od un testo letterario o scientifico affinché il privo della vista o l’ipovedente lo possano utilizzare appieno; spiegare quali siano le possibilità di orientamento, mobilità e di autonomia personale raggiungibili alle diverse età e nelle diverse situazioni da chi ha problemi di vista; valutare l’idoneità di una situazione di lavoro e la sua adattabilità al cieco o all’ipovedente. Questo solo per esemplificare gli ambiti delle sue principali competenze, competenze che egli potrà trasmettere, quale formatore, in percorsi formativi specifici rivolti alle diverse figure professionali che intervengono alle diverse età e situazioni nel processo di istruzione e formazione dei giovani e degli adulti con disabilità visiva.
Percorso formativo dell’Esperto in scienze tiflologiche.
Il titolo professionale di “esperto nelle scienze tiflologiche” viene conseguito previa la frequenza di un Master universitario, il cui piano di studi, elaborato da questo “Network per l’Inclusione Scolastica, viene recepito dal MIUR, come modello formativo nazionale di riferimento per tutte le Facoltà di Scienze della Formazione delle Università italiane. Il Master ha una durata complessiva di 12 mesi, per un totale di 1500 ore ed è articolato in cinque moduli. Almeno quattrocento ore saranno teoriche e laboratoriali e saranno svolte in presenza, 100 ore saranno effettuate nella modalità FAD sincrona (aula virtuale), mentre il restante delle ore sarà incentrato sullo svolgimento di un tirocinio pratico formativo presso l’UICI ed i suoi Enti collegati. Perché tali tirocini siano veramente “seri” ed efficaci, sarà obbligatoria la supervisione di un esperto “tiflologo” operante presso la struttura ospitante il corsista, con verifica in itinere e sul campo delle competenze acquisite durante lo stage. Le lezioni saranno tenute da docenti accreditati, attivi sul territorio sia regionale che nazionale. E’ prevista una prova finale. Il master in ”esperto nelle scienze tiflologiche” rilascia 60 crediti formativi (ognuno equivalente a 25 ore di impegno complessivo del “corsista”) ed è rivolto agli assistenti alla comunicazione ed agli educatori tiflologici, usciti dal Master di I livello di cui sopra, con particolare riferimento a quelli in possesso di una laurea in Pedagogia, Scienze dell’educazione ed in Scienze della Formazione. Ovviamente il Master è altresì destinato agli insegnanti di sostegno e curricolari della scuola di ogni ordine e grado, ma anche agli educatori sociali e professionali. Le principali aree didattiche del Master saranno le seguenti: Modulo di Tiflologia: Elementi di Tiflodidattica e di Tiflopedagogia e Storia della Tiflologia (promozione dell’autotutela dei ciechi e diritto all’istruzione, istituzione delle scuole speciali, Augusto Romagnoli, l’inserimento dei ciechi e degli ipovedenti nelle scuole comuni, la situazione odierna e le nuove sfide dell’inclusione scolastica, diritto al lavoro, il metodo Braille, la Tifloinformatica e le tecnologie assistive), Modulo di Oftalmologia: Caratteristiche generali della disabilità visiva (Chi sono i minorati della vista, definizione legale di cecità e di ipovisione, CFDH ed ICF, parametri e strumenti per la valutazione della funzionalità visiva), Modulo di Psicologia: Aspetti psicologici generali dei minorati della vista ( sviluppo psicomotorio, la mobilità e l’orientamento, lo sviluppo cognitivo e delle funzioni senso-percettive e comunicative, la disabilità visiva ed il linguaggio, il gioco dei minorati della vista, la pluridisabilità, i bisogni educativi speciali, l’attenzione e la memoria, lo sviluppo affettivo-relazionale e la sessualità dei ciechi e degli ipovedenti), Le principali Istituzioni pro ciechi ( L’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, La Federazione Nazionale Delle Istituzioni Pro Ciechi, L’I.Ri.Fo.R., la Biblioteca per i ciechi “Regina Margherita”, l’Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità), Laboratori: Laboratori di Braille, di Tifloinformatica e di trascrizione di libri di testo e scientifici ed indicazioni operative sulla disabilità visiva. Al termine del Master ed al conseguimento del titolo di E.S.T., sarà possibile iscriversi all’albo nazionale di “esperto in scienze tiflologiche”, istituito e riconosciuto ufficialmente dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. A tale “albo nazionale” si potrà accedere, solo dopo certificazione rilasciata da un’apposita commissione esaminatrice dell’I.Ri.Fo.R centrale e di cui faranno parte anche esperti del MIUR.
Adesso non ci resta che sperare che l’incontro dei prossimi giorni incassato dal nostro inesauribile Marco Condidorio tra il Magnifico Rettore dell’Unimol ed il nostro Network, possa andare verso questa direzione, rappresentando una tappa fondamentale per giungere a quella “terza fase” della Tiflologia da noi tanto evocata ed invocata.