La lettura è sempre stata un sogno nella storia e nella vita quotidiana dei ciechi.
Con il breve viaggio sul tema, compiuto tramite queste poche righe, sorge il nostro invito a esplorare il mondo della lettura in compagnia di un Grande dei nostri tempi: Jorge Luis Borges, lo scrittore argentino, che ha pagato alla vita il prezzo della luce degli occhi, proprio come noi, i ciechi.
Con la sua scrittura incantata, infatti, Borges vuole trasportarci dentro mondi fantastici, condurci per labirinti letterari, introdurci a universi infiniti. Tutto grazie alla sua visione davvero unica, alla forza del suo amore appassionato per la lettura e la scrittura. Una passione che ha ispirato generazioni di lettori e di scrittori e influenzato la nostra stessa comprensione della lettura.
Nel celeberrimo racconto “La Biblioteca di Babele”, per esempio, Borges ci conduce entro una biblioteca immaginaria nella quale sono custoditi infiniti libri, ciascuno dei quali, a sua volta, racchiude ogni combinazione possibile di lettere, parole e frasi.
Una visione onirica, sebbene obbediente a un matematico rigore. Una esortazione, un appello a riflettere sulla vastità delle conoscenze umane e sulla nostra continua ricerca di significato, proprio attraverso l’atto della lettura.
Ancora, invece, nella raccolta “L’Aleph”, Borges immagina un punto nello spazio nel quale tutte le cose sono contenute: la totalità in una singola parola.
In questa sorta di microcosmo, pertanto, ogni dettaglio del mondo risulta visibile e accessibile.
Una immagine funzionale a spiegarci e ricordarci come ogni libro, ogni parola, ogni lettura vada colta quale opportunità di esplorazione dell’infinito.
Nel testo “Altre Inquisizioni”, assistiamo a una elaborazione della filosofia della lettura, dove Borges indaga appunto temi filosofici e letterari e ci esorta a considerare la lettura come un atto di scoperta e di interpretazione.
Ogni testo, così, diviene un enigma da risolvere, un vero viaggio verso la comprensione e l’eternità. La lettura costituisce una forma di dialogo continuo tra autore e lettore. Un’esperienza capace di andare ben oltre le parole stampate sulla pagina le quali assumono il ritmo della conversazione e diventano il solido filo che lega chi scrive e chi legge.
Infine, “La Cecità, l’Incubo”, dove Borges si addentra nell’esplorare la visione e il non vedere.
Egli intende in tal modo ricordarci che la lettura non si esaurisce nel solo atto fisico del leggere, ma costituisce anche e soprattutto un processo mentale nel quale la percezione del testo assume forma e caratteri personali e soggettivi.
In conclusione, grazie all’aiuto prezioso della sensibilità di un Maestro speciale come Jorge Luis Borges, scopriamo che leggere può e deve rappresentare una specie di abbraccio all’infinito; una sfida alle convenzioni, alla ricerca dei significati nascosti nell’atto di leggere.
La lettura diviene, insomma, una forma di viaggio senza fine, un’immersione dialogante del lettore entro i percorsi mentali dello scrittore.
Come dice lo stesso Borges: “Leggere è un atto di creazione continua”.
Ecco la ragione che ci fa sentire impegnati a promuovere e sviluppare la produzione e la diffusione dei libri in Braille, in grandi caratteri per le persone ipovedenti, in formati audio tramite il Centro Nazionale del Libro Parlato: la lettura, come Diritto per tutti. Quella lettura che va dall’atto più semplice di base, alla forma più sofisticata e coinvolgente che ci viene insegnata e mostrata da Borges.
Una ragione fondata dunque sull’affermazione di diritti uguali tra cittadini uguali, per garantire a tutti la facoltà di leggere, la fruizione del bene della lettura.
Una ragione che costituisce un diritto di libertà che vogliamo riaffermare forte e sempre, proprio in concomitanza della storica campagna primaverile promossa dal “Centro per il libro e la lettura” e nell’approssimarsi del “maggio dei libri”, due occasioni per rinnovare il valore della lettura quale strumento di conoscenza e consapevolezza, capace di rendere autenticamente liberi.
“Lib(e)ri di conoscere”, “Lib(e)ri di sognare”, “Lib(e)ri di creare”.
Tre filoni che caratterizzano il tema della lettura e offrono diversi punti di vista sul valore sociale dei libri, a confermare che, tra le tante, opposte libertà concesse dall’esercizio del leggere, ve n’è una che non prevede contrari né inversioni: la libertà di pensare.