100 Anni! Oggi facciamo 100 Anni! Oggi la nostra UICI fa 100 Anni. Avevamo immaginato, anche fantasticato in merito alle celebrazioni di tale ricorrenza, alla loro solennità, alle emozioni che esse avrebbero suscitato nel nostro cuore, nel nostro animo; emozioni e orgoglio, senza dubbio. A lungo abbiamo cercato di delineare i contorni di questo giorno: certamente, i contorni che avevano vergato le nostre aspettative erano decisamente dissimili da quelli ombrosi che oggi si svelano al nostro albeggiare. Già, stamani i contorni di festa, della nostra festa, sono posti in ombra da questa emergenza sanitaria… Sembra una beffa del destino, una iattura… e lo è, non tanto per il nostro Centenario, ma soprattutto alla luce delle rovinose conseguenze che tale dramma sta generando in ogni ambito della nostra vita. Sì, è un dramma: un dramma che ci sta mettendo alla prova, che ci sta opprimendo, che ci sta condizionando. Ma è un dramma che ci sta temprando, che ci sta fortificando, che ci sta mettendo in condizione di dare il meglio di noi stessi. Ecco: dare il meglio di noi stessi… Nello scrivere ciò, mi viene naturale pensare all’UICI. Sì, perché anche noi, come Unione, abbiamo sempre dato il meglio di noi stessi nelle difficoltà: diede il meglio di sé Nicolodi, riuscendo a dare rappresentanza e dignità a una categoria fino ad allora ghettizzata, esclusa, ignorata; diedero il meglio del loro essere i suoi collaboratori, i suoi successori, i vari dirigenti locali, rendendo presente e forte l’Unione anche in zone, come la mia Calabria, particolarmente “difficili”, nei tempi lontani, contestualmente alla sedimentazione di valori quali l’inclusione e l’integrazione; abbiamo dato il meglio pure noi, nei tempi più recenti, nel consolidare l’attività dell’UICI in maniera capillare su tutto il territorio nazionale, regalando, in un epoca sovente segnata da pulsioni orientate a mettere in discussione conquiste civili e diritti intangibili, nuove speranze, nuove opportunità, nuove prospettive, in definitiva, un nuovo futuro alle nostre sorelle e ai nostri fratelli Ciechi e Ipovedenti. Sì, l’UICI ha regalato il futuro a noi non vedenti: ci ha indicato la strada per la piena realizzazione, individuale e categoriale; l’UICI è stata l’energia che ha alimentato e alimenta la luce sul nostro cammino nel mondo. Un cammino che continuerà, anche nelle situazioni più difficili, anche in questa emergenza, che supereremo presto, insieme. Ecco, vien da pensare che la celebrazione del nostro centenario, oggi, nel mezzo di un momento così arduo, debba indurci a focalizzare con più determinazione e fierezza l’attenzione sulla storia, sulla mission, sul senso della nostra presenza nella società italiana: fronteggiare e superare ogni avversità, con tenacia, con coraggio, anche con entusiasmo. Sì, questo centenario, in questo momento storico, costituisce una nuova opportunità per noi: l’opportunità di ripartire, una volta terminata questa emergenza, con nuovo slancio verso le sfide che ci riserverà il futuro, disegnando il nostro Futuro. Del resto, per 100 Anni, l’UICI è stata questo: il Futuro, per coloro ai quali, troppo a lungo, tale prospettiva è stata messa in ombra dal pregiudizio e dal timore del buio. Da 100 Anni questo buio non è più pregiudizialmente invasivo e ottenebrante nel senso comune del consesso sociale; da 100 Anni questo buio non fa più paura; da 100 Anni c’è la luce; da 100 Anni l’UICI è il Futuro. Non solo il nostro! E sarà così anche nei prossimi 100 Anni.
AUGURI A TUTTI NOI!
AUGURI di Cuore, cara UICI!
Cosenza, 26 ottobre 2020