La Sezione dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus di Mantova, vuole onorare la memoria della “maestra” e amica Marcella Panza, recentemente scomparsa, con una pubblicazione, quale segno di considerazione e riconoscenza per tutto ciò che, nel suo “vivere terreno”, ha saputo rappresentare e condividere con tutti coloro che l’hanno conosciuta, apprezzata ed amata, a partire dalla famiglia, dalla scuola come allieva, poi come insegnante, per proseguire in tutti quegli ambiti associativi, religiosi e culturali che l’hanno vista attiva ed indimenticabile protagonista.
Marcella ha sempre considerato la nostra Unione, una seconda famiglia a cui ha dedicato buona parte del suo tempo e delle sue competenze con particolare convinzione, attaccamento, impegno e senso di responsabilità di cui “sentiamo profonda gratitudine”.
La pubblicazione di questo volume, che raccoglie, oltre alle poesie scritte da Marcella, poesie scritte da alcuni allievi delle scuole elementari dei primi anni 70 da lei conservate, pensieri a lei dedicati, è disponibile nei formati Braille, nero, a caratteri ingranditi e in audio CD mp3.
E’ stata presentata ufficialmente in occasione della 57ª giornata del cieco 2015, alla presenza dei familiari, dei dirigenti e soci, del personale e dei volontari della sezione U.I.C.I. di Mantova, nonché alla presenza di amici ed autorità locali.
I contributi raccolti verranno devoluti a sostegno delle attività e dei servizi erogati dalla sezione U.I.C.I. di Mantova in memoria di Marcella Panza.
Si ringraziano sin da ora tutti coloro che, valorizzando questo ricordo, vorranno aderire richiedendone copia nel formato desiderato, agli uffici sezionali.
Segue uno stralcio introduttivo della pubblicazione.
A tutti buona lettura e “buoni pensieri”.
Per il Consiglio e per la sezione U.I.C.I. di Mantova,
La presidente
Mirella Gavioli
Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus
Sezione di Mantova
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Il mio ricordo
Cara Marcella, è così che ti voglio ricordare!!!
Avevo poco più di tre anni quando, per la prima volta, incontrandoci casualmente in una stanza di ospedale, io a salutare il mio papà, tu a salutare il caro Guido, le tue mani accarezzavano i miei boccoli dorati e le tue ginocchia mi hanno accolta per distrarmi con qualche filastrocca che hai sempre amato raccontare…
… e ne avevo quasi 43 quando, dandoci appuntamento per il “dopo le vacanze estive”, per l’ultima volta ho sentito le tue mani accarezzarmi i capelli perché ti piaceva controllare se erano lunghi o corti, lisci o ricci.
Quelle stesse mani che tante e tante volte hai voluto e saputo “usare” per suonare tutti gli strumenti d’orchestra della vita.
Con le mani hai accarezzato ed educato, hai letto e scritto instancabilmente, così come hai insegnato a tanti di noi a farlo.
Hai suonato il pianoforte, lavorato a maglia, hai accudito, oltre alla tua, famiglie intere che dalle tue mani e dalle tue parole hanno tratto saggezza e forza, hanno mitigato il senso di impotenza e di paura per il futuro.
Le tue mani hanno conosciuto ed imparato, hanno accompagnato ed applaudito, hanno fatto onore alla insostituibile invenzione dell’amato Braille che tu hai saputo trasmettere con tanta convinzione e passione per permettere a molti di noi di poterne beneficiare.
Con le mani hai saputo farci conoscere il valore della cultura, della fede e della musica e, ancor di più, il valore della dignità di chi, pur se privo della vista, può far crescere in sé e negli altri.
Cara Marcella, è certamente poca cosa questo ricordo che, insieme a chi ti ha conosciuta, amata e apprezzata, ho voluto dedicarti proprio in questa giornata di Santa Lucia a te così cara, rispetto a tutta l’eredità morale, di valori e buoni sentimenti che tu ci hai lasciato nel tuo essere con noi.
Sono certa che i tuoi ricordi e le tue poesie, scritte con il cuore e con la intelligente sensibilità che ti ha sempre “illuminata”, non svaniscano in anonimi cassetti ma possano ancora prendere forma e stimolare la fantasia e la riflessione di chi vorrà avere la bontà ed il privilegio di poterli leggere.
A te, Marcella, devo un convinto ed immenso “Grazie” ancor prima come persona che ha avuto “la fortunata opportunità” di percorrere al tuo fianco un pezzetto di strada, poi come attuale presidente della nostra amata sezione dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Mantova a cui hai dedicato molto di te stessa.
Il senso dell’impegno e della dedizione, grazie al tuo esempio e alla reciproca considerazione che abbiamo sempre condiviso ed alimentato, è cresciuto in me al punto di volermi impegnare e mettermi al servizio degli altri così come tu Marcella, assieme al caro Lino ed altri, avete saputo trasmettere a me e alla nostra generazione.
Sono convinta che, ancora una volta, leggendo questi brevi versi, ci offrirai la tua saggezza e la tua “delicata presenza” e noi potremo trarre risposte e spunti da far “rivivere e rifiorire”.
Marcella, sei stata così esile nel fisico, così forte nell’anima, così mite e discreta nel tuo agire, così instancabile e creativa nel metterti in gioco per arricchire di nuovi interessi la tua vita e quella di chi ti stava attorno.
Sei sempre stata piuttosto freddolosa ed appassionata della tua montagna e della serenità che amavi ritrovare a Corbiolo, località che ti ha saputa accogliere e che ti ha donato impagabili momenti di gioia e di pace, che ne hai fatto il tuo ultimo “provvidenziale rifugio”.
Eri talmente preoccupata nell’avanzare dell’età, dei potenziali effetti che avrebbero potuto limitare la tua autonomia che, come segno di “Divina Misericordia”, ti sei congedata da noi proprio in una calda giornata di agosto, in punta di piedi, così come hai vissuto, senza alcun preavviso con ancora voglia di “essere e di fare”, che ora certamente metterai “al servizio degli angeli”.
A te, mia cara Marcellina, possano giungere “arpeggianti e fischiettanti” le note di questi miei semplici e sinceri pensieri, e “strombettante” il mio e nostro più grato e profondo saluto con la promessa che continueremo ad annaffiare e a far crescere “i fiori” da te seminati su questa terra che ha beneficiato della tua equilibrata presenza ed ironia che rimarrà quale “eredità più preziosa”, a sostenerci nel percorso tracciato.
Un “arrivederci” pieno di orgoglio e riconoscenza, da una delle tue “creature”.
Mirella