In questi giorni appena ho capito che si andava verso il congresso straordinario ho tentato di immaginare come io pensavo di contribuire alla costruzione dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti per il terzo millennio.
Prima di tutto mi sono immediatamente detto che se avrei presunto di camminare da solo avrei commesso un errore grave per me e per l’associazione. Mi sono confrontato con diversi amici e insieme abbiamo pensato di ripartire da Firenze perché da quella città è partita l’associazione e l’evento più significativo: la marcia del dolore.
Abbiamo predisposto un manifesto aperto che sarà sottoscritto da quanti aderiranno a questa iniziativa e proveremo a costruire una squadra forte la quale sceglierà i candidati al consiglio nazionale e il candidato o la candidata alla presidenza. Non chiediamo di aderire alle idee di una persona ma a una squadra che si sceglierà un candidato o candidata alla presidenza.
Io sto contribuendo come posso e come so ma sono certo di essere parte di un progetto in cui mi sento parte attiva e per il quale mi batterò fino alla fine.
Sono sempre convinto però che di questo congresso si poteva fare a meno e sinceramente mi aspetterei un intervento del ministero vigilante che portasse un po di chiarezza nella nostra associazione. Non mi si dica che i panni sporchi si lavano in casa perché a lavare i panni sporchi in piazza è stato per primo chi si è rivolto alla magistratura senza aver, di fatto, mai lasciato il suo posto.
Ci siamo ritrovati difronte al fatto che il presidente ricorre contro la sua associazione e quindi contro se stesso e l’Unione di fatto non ha potuto mai difendersi come avrebbe dovuto.
Oggi però siamo al congresso e io spero di poter offrire il mio contributo di idee al fine di portare l’associazione verso il terzo millennio e renderla sempre più aperta, sempre più trasparente e sempre più collegiale.