Nel rinnovo dell’organigramma complessivo dei Centri di Servizio al Volontariato d’Italia, che si riducono per numero ma certo non in termini di efficienza, viene ad essere compresa la recente fusione tra i CSV di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia.
Il nuovo CSV Calabria Centro, che estende il suo raggio d’azione a tutta l’area centrale della regione, non nasce certo per caso, ma dopo un lungo confronto che ha fatto emergere una visione d’insieme rispetto alla logica territoriale, e che si traduce in un elemento di novità significativo in un contesto regionale per nulla avvezzo ad ampliare il proprio sguardo al di là dei confini certi e definiti.
Il 1° gennaio ha sancito ufficialmente l’atto di nascita del CSV Calabria Centro, e l’iter di fusione è stato portato a completamento con grande senso di responsabilità e con la voglia di accettare una sfida complessa che rappresenta un nuovo punto di partenza per affermare i valori della partecipazione, della cittadinanza attiva, della solidarietà.
In un contesto particolare come quello calabrese, attraversato da forti resistenze al cambiamento e da una frammentazione notevole che non riguarda solo il terzo settore, percorrere la strada della condivisione di esperienze, competenze e capacità è praticamente rivoluzionario.
Il compito che il nuovo CSV porterà a compimento sarà quello di continuare a lavorare per rafforzare e rendere sempre più efficace l’attività di sostegno e qualificazione del volontariato, interpretando la fusione come una grande opportunità per migliorare e superare le criticità finora incontrate.
La storia e le esperienze maturate dai tre CSV di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia nei rispettivi territori di competenza non potranno di certo essere cancellate, ma rappresentano le basi su cui costruire questo nuovo importante capitolo per il Volontariato ed il Terzo Settore della Calabria centrale.
Il nuovo CSV si troverà per prima cosa a sviluppare ed implementare il processo di conoscenza e di analisi dei bisogni del terzo settore che opera nel nuovo ambito territoriale di riferimento, in modo da garantire standard qualitativi omogenei nell’erogazione dei servizi e, nello stesso tempo, rispondere in maniera efficace alle specifiche esigenze del volontariato e delle comunità.
Un impegno notevole sarà determinato dal superamento dei problemi connessi alla pandemia da Covid 19 attraverso l’esercizio di tutte le funzioni necessarie a sostenere le organizzazioni di volontariato e gli altri enti del terzo settore in questo momento di straordinaria difficoltà e, nell’ottica della piena applicazione del principio di sussidiarietà, costruire sin da subito relazioni di scambio e di collaborazione con le istituzioni e gli enti locali delle tre province.
Prioritario, inoltre, il tema dell’applicazione della riforma del terzo settore che interessa tutto il mondo dell’associazionismo e che necessita di una costante azione di consulenza, formazione ed accompagnamento che il nuovo CSV Calabria Centro dovrà essere in grado di fornire. Anche in relazione al nuovo protagonismo che il Codice Terzo Settore riconosce agli enti del terzo settore nei rapporti con le Pubblica Amministrazione, specialmente con riferimento all’elaborazione dei piani di zona, sarà essenziale programmare rapidamente una specifica linea d’intervento.
Tenere lo sguardo alto verso i nuovi obiettivi è ciò che più conta ora per il nuovo Centro di Servizi, che con la dimensione territoriale di oggi può andare incontro alle realtà associative e comunitarie più fragili e precarie che dovranno essere sostenute e supportate meglio e più di prima.
Un percorso dunque ampiamente condiviso dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Catanzaro che ha potuto contare sulla presenza all’interno del CDA del CSV di Catanzaro di Luciana Loprete che dall’alto della sua esperienza ha saputo dare il suo contributo nelle fasi di accorpamento di quello che ad oggi è divenuta una entità fondamentale per la politica del terzo settore dell’area centrale della Calabria.
Uno spunto quindi questo, che può fare da apripista a valutazioni ancor più incisive se si pensa alla divisione territoriale anche della struttura ramificata dell’UICI e che con accorpamenti mirati e soprattutto sulla base di evidenze statistiche potrebbe portare a risultati ancor più soddisfacenti in termini pratici.