CATANIA. Giorno 17 Maggio 2017, nell’ambito del progetto “Giovani verso l’Europa” finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stato tenuto un seminario finalizzato alle metodologie di progettazione nell’ambito delle iniziative previste dal progetto per l’inserimento nel mondo del lavoro di persone con deficit visivo; il seminario dal “Opportunità di finanziamento a livello nazionale e comunitario: progettazione e fundraising”, è stato rivolto prevalentemente agli allievi beneficiari del progetto, giovani con minorazioni visive, che con attenzione ed entusiasmo hanno partecipato attivamente, interfacciandosi con i relatori presenti; la dott.ssa Francesca Sbianchi, Presidente del Consiglio Regionale Umbria dell’UICI e Responsabile Ufficio Relazioni Internazionali ha coinvolto i vari allievi partendo dalla parola “Progettare”.
Ognuno di loro ha esplicato, con parole proprie, cosa significa progettare: “per me progettare significa proiettarsi verso il futuro partendo da se stessi”, dice Carmelo Gurrieri, ragazzo cieco inserito nel progetto, laureato in Giurisprudenza con un grande bagaglio culturale alle spalle e un immensa voglia di fare; lui come gli altri pensa al futuro, con la paura e gli ostacoli presenti al giorno d’oggi e non ignorabili. Il conflitto tra la volontà e la paura di fare, è un abito logoro e stretto che stringe e mortifica ognuno di noi; la luce richiama luce, l’iniziativa spalanca possibilità, e da queste occorre partire affinché ognuno di noi, a piccoli passi riesca a raggiungere i propri obiettivi e a realizzare i propri sogni.
Progettare in termine tecnico, significa “Ideare qualcosa, studiando i modi di attuarlo, pianificare”. Dovremmo tutti credere nelle proprie potenzialità, cogliere le opportunità e lanciarsi come si fa da un paracadute: è un salto nel vuoto talvolta, ma occorre farlo, dobbiamo provarci, tutto il resto è paura, tormento, convenzioni sociali, mortificanti abitudini, il bisogno di una sicurezza che diventa, giorno dopo giorno, una gabbia che spegne la nostra evoluzione e i nostri entusiasmi. Nasciamo senza limiti, tutti poi negli anni ci imbrigliamo in una forma precostituita. E invece esistono i pensieri, i sogni, le aspirazioni, le ambizioni, esiste la volontà ed il coraggio.
Il secondo intervento è stato condotto dalla dott.ssa Stefania Fossati, Referente Bandi e Progettazione Confini Online di Milano, la quale entra nel merito della metodologia di progettazione, secondo quanto indicato dalle linee guida della comunità europea, introducendo le tecniche generali per una progettazione di qualità, completa l’intervento una classificazione delle principali fonti di finanziamento.
La dott.ssa Fossati esordisce dicendo: “progettare è analizzare ciò che c’è, l’esistente e il presente, ciò che è stato, il passato la storia e l’effettività, i vincoli che legano al passato, le relazioni che ci hanno formato, costituito e in cui esistiamo. Progettare è pensare ed elaborare un orizzonte possibile, significativo, che ci rappresenti, che sia “a portata di mano”, utopico ma non tanto da annullare qualunque azione. Progettare è decidere. Progettare è fare.”
Basterebbe magari partire da un banale presupposto: è giusto ascoltarsi, è giusto provare e affidarsi alle proprie capacità in quanto il fallimento non esiste, non esiste in nessuna specie umana, in nessun evento naturale; è il nome che diamo quando le cose non corrispondono alle nostre aspettative o quando abbandoniamo perché stanchi di provarci ancora. Non esiste il fallimento: esistono le iniziative, il riprovarci, il cedere agli stimoli, esiste il lasciar correre ciò che non va come atto di vero amore per gli altri e se stessi. Niente è più terribile del non iniziare, del non provare, del non crederci. Non è mai un fallimento. È un’esperienza.
Progettare è fare.