Catania – 3 dicembre 2019, Giornata Mondiale della Disabilità: Non chiamateci malati, di Anna Buccheri

Autore: Anna Buccheri

In occasione della Giornata Mondiale della Disabilità a Catania, le maggiori Associazioni di categoria hanno organizzato, nella Sala Conferenze del Palazzo della Cultura, il Convegno La Disabilità: Famiglia, Scuola Società. La scelta del luogo è di per sé significativa perché, come è stato detto e scritto già più volte e in tante occasioni, è la cultura che fa la differenza, che segna il punto di svolta, che fa maturare in consapevolezza, che fa scegliere la solidarietà, perché il senso etico di una società si misura da quello che fa e da come lo fa.

Il Convegno ha visto la Sezione Territoriale UICI di Catania già nelle fasi preparatorie in prima fila. È nella sede di via Louis Braille 6 di Catania, infatti, che si sono tenute le riunioni tra i rappresentanti delle Associazioni per decidere l’organizzazione del Convegno essendo la sede totalmente accessibile.

Le Associazioni coinvolte, oltre l’UICI di Catania, sono state: Autismo Oltre, Diritti in Movimento Sicilia, CSVE, AIPD, Come Ginestre, Il Sorriso di Riccardo, ANFFAS.

Sono inoltre intervenuti: l’Assessore ai Servizi Sociali e alle Politiche per la Famiglia del Comune di Catania Giuseppe Lombardo, l’Assessore Regionale alla Famiglia Antonio Scavone, il Neuropsichiatra Infantile ASP di Catania Antonio Prestipino, la Dirigente X Servizio per l’impiego di Catania Salvatrice Rizzo.

Tanti sono stati i temi trattati e tutti ad ampio raggio, esposti con competenza, serietà, a volte emozione, ma sempre in modo strutturato e organizzato: diagnosi precoce, intervento precoce e presa in carico; i diritti dei minori con disabilità; le problematiche dei soggetti fragili; i benefici della legge 68/99; il nesso tra disabilità, emergenza e volontariato; l’autonomia che genera autostima; la questione del tempo libero (è forse tempo “vuoto” piuttosto che libero?); le modalità e le possibilità di viaggiare come tutti; le attività culturali, riabilitative e ricreative per i bambini con disabilità visiva; il dopo di noi.

Collegata in qualche modo al Convegno l’esposizione delle opere del pittore Aldo Vitale che ne mostra la scelta di colorare la vita attraverso la pittura come risposta al dolore, alle limitazioni che dà una disabilità permanente acquisita, alla presa di consapevolezza che dal momento dell’incidente tutto è cambiato e tante cose sono andate perdute.

Se gli interventi dei responsabili, dei tecnici, dei presidenti, delle assistenti sociali sono stati di livello alto senza pedanterie e comprensibili per tutti, sono le testimonianze che hanno dato un valore aggiunto al Convegno offrendosi come finestre aperte sul “dentro” della disabilità, sulla quotidianità dell’essere disabili, oggi più di ieri perché la consapevolezza e i gradi di autonomia crescente sono espressi con orgoglio e dignità. Orgoglio e dignità, consapevolezza di sé, capacità di autoaffermazione non sono traguardi scontati né facili come sanno bene i disabili e i loro familiari, perché la disabilità non è una malattia da curare: Non chiamateci malati sono le parole di uno dei testimoni della giornata.

Giornate come questa che mette al centro la disabilità non sono celebrative o autocelebrative, né vogliono o possono esserlo. Devono servire piuttosto a fare un bilancio per verificare cosa si è fatto, come lo si è fatto e perché lo si è fatto, per fissare nuovi e più alti obiettivi, come ha sottolineato la Presidente UICI di Catania Rita Puglisi che ha proposto agli intervenuti un filmato sulle attività rivolte ai bambini della Sezione UICI di Catania e preparato in occasione di un’altra giornata importante, la XXX Giornata internazionale dei diritti dei bambini del 20 novembre scorso.

Tutti insieme, ognuno con il nostro ruolo, ognuno con la responsabilità che gli compete possiamo costruire un mondo a dimensione di ciascuno, in cui ogni persona possa trovare il suo posto e vivere una vita piena e realizzata, perché il futuro è il prodotto delle nostre scelte e delle nostre azioni qui ed ora.