Domenica 26 maggio su RADIO UNO alle ore 6,30 nello spazio di “Area di servizio” andrà in onda una intervista del Presidente Nazionale, prof. Tommaso Daniele, sulle diverse problematiche dei ciechi e degli ipovedenti.
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Le idee in viaggio, di Mario Barbuto
Considerazioni sull'assemblea nazionale UICI del 17 e 18 maggio 2013
Si è appena conclusa l'assemblea nazionale dei dirigenti associativi che ha segnato, a mio avviso, un punto di svolta tanto positivo quanto auspicabile.
Con la lettera di convocazione dell'assemblea, il presidente Daniele ha posto in discussione quattro punti fondamentali per il presente e per il futuro della nostra associazione:
– unità dei ciechi e degli ipovedenti italiani;
– attività di finanziamento e gestione delle risorse;
– forme e modalità della comunicazione e dell'informazione;
– riforma dello statuto e ridefinizione del modello associativo.
A rileggerla, quella lettera di convocazione, si coglie finalmente l'aria nuova e la matura consapevolezza dei temi che ci tocca affrontare e gestire positivamente se vogliamo assicurare alla nostra Unione altri decenni e decenni di presenza e di forza a tutela dei diritti di tutti i ciechi e ipovedenti italiani.
Abbiamo compiuto, in quell'assemblea, un difficile esercizio di sintesi dovuto al tempo davvero risicato a disposizione di ciascuno, soltanto cinque minuti a testa per ognuna delle due sessioni di lavoro, per un totale di dieci minuti per l'insieme dei quattro argomenti.
La sintesi, purtroppo, è andata spesso a scapito della chiarezza e della completezza, ma tutti abbiamo accettato la regola consapevolmente, per favorire il maggior numero di interventi e consentire il massimo di circolazione delle idee.
Ebbene, le idee si sono messe in viaggio!
Seminate già nel congresso del 2010; coltivate in tanti mesi di paziente e oscuro lavoro; sono finalmente fiorite in questa piovosa primavera, penetrando con le loro essenze nella coscienza di tutti i dirigenti associativi.
Quelle idee in viaggio, infatti, rivelano il termometro di una associazione ormai generalmente consapevole della necessità del cambiamento, da realizzare non come atto che sconvolge l'equilibrio conseguito e spazza via quanto di buono è stato accumulato, anzi, al contrario, da perseguire come processo graduale e progressivo di riforma che consenta di adeguare l'Unione alle esigenze del ventunesimo secolo, senza tuttavia dissipare le esperienze acquisite in novantatre anni di storia.
In estrema sintesi, si tratta di un processo di cambiamento che riguarda dirigenti e soci e che potremmo riassumere così:
– conservatori nei valori;
– progressisti negli obiettivi;
– moderni nelle forme.
L'Unione di oggi e di domani esige da tutti noi un nuovo e più elevato impegno di partecipazione; una maggiore capacità di ascoltare, di gestire e di risolvere; una più matura condivisione della responsabilità e della fatica del timone.
Mai più sia lasciato colpevolmente solo l'uomo al comando; mai più sia egli costretto a chiedere il nostro aiuto. Quell'aiuto, piuttosto, deve diventare una costante quotidiana della nostra presenza nell'associazione, della nostra partecipazione attiva alla fatica delle scelte.
Le grandi sfide ci attendono come sempre e più di sempre.
I temi caldi sono ricchezza della nostra storia, parte del nostro presente e promessa del futuro: Lavoro, istruzione, integrazione, mobilità, vita indipendente, sport, cultura, tempo libero, pari opportunità, giovani, anziani, dignità della persona.
Per fronteggiare queste sfide dobbiamo attrezzare una associazione forte, compatta, unita, democratica, rispettosa, orgogliosa, trasparente.
Un viaggio lungo, da compiere tutti insieme, secondo le idee fiorite in questa assemblea nazionale di maggio, per giungere al congresso del 2015 accompagnati da un ampio, civile e maturo dibattito su quello che siamo e quello che dobbiamo essere per rimanere realmente al servizio dei ciechi e degli ipovedenti italiani.
Un viaggio improntato sul confronto, che conduca a scelte meditate, consapevoli e largamente condivise circa gli obiettivi da perseguire, le modalità d'azione, le persone che saranno chiamate a guidare l'associazione e a spartire il fardello del vertice negli anni a venire.
“Conversazioni d’arte: Le grandi mostre – Costantino 313 d. C.” – Mercoledì 22 maggio 2013 – ore 15.00, di Tommaso Daniele
I settori Informazione e Comunicazione, Stampa Sonora e Libro Parlato, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale – Servizio II – Centro per i Servizi Educativi del Museo e del Territorio, nell'ambito del nuovo ciclo di trasmissioni on-line sul tema: "Le grandi mostre", organizzano per mercoledì 22 maggio, con inizio alle ore 15,00 e termine alle ore 18,00, un incontro dal titolo "Costantino 313 d. C.".
La mostra, oggetto della presente trasmissione, dopo l'edizione milanese allestita a Palazzo Reale e curata dalla Prof.ssa Gemma Sena Chiesa, è ora approdata al Colosseo, arricchita da una sezione dedicata a Roma e curata dalla Dott.ssa Mariarosaria Barbera.
L'esposizione, realizzata in occasione dei 1700 anni dalla promulgazione dell'editto di Milano, l'editto di tolleranza con cui gli imperatori Costantino e Licinio concedevano libertà di culto ai cristiani, offre l'occasione per parlare, dal punto di vista storico ed archeologico, di un'epoca che segna un passaggio cruciale nella storia dell'impero romano.
La presentazione dei temi legati alla diffusione del cristianesimo ed alla sua evoluzione da culto lecito privato a religione unica dell'impero romano, offre inoltre lo spunto per presentare alcuni recenti studi su documenti riferibili al contesto musicale dell'epoca paleocristiana.
Nel corso della puntata verranno fornite, come di consueto, notizie ed informazioni su attività e progetti per l'accessibilità ai contenuti culturali da parte delle persone con disabilità visiva. In particolare sarà presentata la Biennale Arte Insieme, Cultura e Culture senza ostacoli.
La trasmissione sarà condotta da Luisa Bartolucci.
Interverranno, tra gli altri:
Gemma Sena Chiesa già professore ordinario di Archeologia classica dell'Università degli Studi di Milano,
Mariarosaria Barbera, soprintendente per i Beni Archeologici di Roma del Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
Roberto Melini, professore di Archeologia musicale del mondo antico presso il Conservatorio musicale F.A. Bonporti di Trento,
ed infine per il Museo Tattile Statale Omero di Ancona, il presidente Aldo Grassini ed Andrea Socrati, responsabile dei progetti speciali.
Per il Centro servizi educativi del museo e del territorio della Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio culturale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, prenderà parte alla trasmissione Elisabetta Borgia.
Gli ascoltatori potranno scegliere diverse modalità di intervento: tramite telefono contattando durante la diretta i numeri 06.69988353, 066791758 o inviando e-mail, anche nei giorni precedenti la trasmissione, all'indirizzo diretta@uiciechi.it o ancora compilando l'apposito form della rubrica "Parla con l'Unione".
Per collegarsi sarà sufficiente digitare la seguente stringa: http://www.uiciechi.it/radio/radio.asp.
Il contenuto delle trasmissioni potrà essere riascoltato sul sito di S'ed on line all'indirizzo www.sed.beniculturali.it, sul sito della Direzione Generale per la Valorizzazione www.valorizzazione.beniculturali.it e sul sito dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti all'indirizzo www.uiciechi.it/ArchivioMultimediale nonché in podcast tramite il nuovo portale giornale.uici.it.
Vi attendiamo numerosi!
Si pregano le strutture in indirizzo di dare la massima diffusione alla presente circolare e di favorire nelle sezioni la creazione di folti gruppi di ascolto.
Cordiali saluti.
Il Presidente Nazionale
Prof. Tommaso Daniele
Inchiesta offshoreLeaks-Lettera denuncia all’Espresso, dell’avv. Daniele Bocciolini
Egregio Direttore Bruno Manfellotto,
Le scrivo in relazione all'articolo intitolato "Dynasty tra gioielli e fondazioni – Un intreccio di casate vip e lo "schermo" di enti caritatevoli', apparso il 4.04.2013 sul sito de "L'Espresso", attualmente on line al link http://espresso.repubblica.it/dettaglio/dynasty-tra-gioielli-e– fondazioni/2204669, e pubblicato alle pagg. 56-57 del numero edito l'11.04.2013 del settimanale "L'Espresso", di cui Lei è direttore responsabile.
Nel brano in oggetto, che si pone nell'ambito della maxi inchiesta condotta dal settimanale "L'Espresso" sui paradisi fiscali, cd. "Offshore-Leaks", si fa il nome dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, unitamente ad altre cd. "charities", quale presunto beneficiario di un trust nell'ambito di un complesso sistema societario-finanziario nelle Cook Islands.
In particolare, si legge nell'articolo: "E come tra i beneficiari sono riportati, vera sorpresa, anche tre enti caritatevoli, le famose "charities": Unione Italiana Ciechi; Lila ossia Lega italiana per la lotta contro l'Aids e il Centro per il bambino maltrattato (…). Domanda: che senso ha la presenza di enti caritatevoli in questo modello di architettura finanziaria? Secondo un importante uomo d'affari svizzero, che vuole restare anonimo, servirebbe "per proteggere il trust da eventuali indagini di magistrati". Una sorta di schermo, per offrire le credenziali di enti impegnati nella beneficenza molto noti anche a livello internazionale e cercare di evitare i controlli per capire cosa c'è realmente dietro. Interpellati da "l'Espresso", i responsabili delle tre fondazioni escludono di aver ricevuto donazioni o altre regalie. Lila, Unione Ciechi e il Centro per il bambino maltrattato si riservano azioni legali a tutela della propria onorabilità. E allora, quale è la natura di questo sistema finanziario? "L'Espresso" ha raccolto quasi tutte le dichiarazioni delle persone citate e dei rappresentanti delle charities, che negano ogni coinvolgimento".
Ebbene, alla luce di quanto appreso dalla lettura del predetto articolo, Le faccio presente che il prof. Tommaso Daniele, presidente nazionale, nonché legale rappresentante dell'unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus, mi ha conferito apposito incarico al fine di ottenere la tutela degli interessi, nonché dell'onorabilità dell'Ente, nelle opportune sedi giudiziarie.
Difatti, a seguito della pubblicazione dell'articolo sul Settimanale da Lei diretto, è derivata una notevole lesione della reputazione nonché del buon nome dell'unione Italiana dei Ciechi; la notizia è stata, peraltro, amplificata dal clamore mediatico assunto dal contenuto dell'articolo da Voi pubblicato, che è stato ripreso da numerose testate giornalistiche, anche on line, nonché dai principali telegiornali nazionali.
Appare superfluo a tal proposito riferire come l'unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti sia totalmente all'oscuro dell'operazione finanziaria da Voi descritta, e neghi qualsivoglia coinvolgimento o rapporto, anche indiretto, con le persone indicate.
Successivamente alla pubblicazione del predetto articolo, il prof. Tommaso Daniele, in nome e per conto dell'Unione, prima del conferimento dell'incarico allo scrivente difensore, emetteva il seguente comunicato stampa: "L'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti Onlus coinvolta suo malgrado nei segreti dei paradisi fiscali. Con grande sorpresa e stupore si è appreso dai principali media che l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus, insieme ad altre due fondazioni definite "caritatevoli", compare tra i beneficiari di due trust. Il Presidente Nazionale Tommaso Daniele smentisce categoricamente ogni rapporto con i suddetti trust, del tutto sconosciuti alla sede centrale e alle sedi periferiche dell'Unione: infatti il Presidente dichiara di aver svolto una indagine interna dalla quale risulta l'assoluta estraneità a quanto riportato dai media. Pertanto si invita chi ha effettuato l'inchiesta a fornire notizie dettagliate su chi avrebbe effettuato le donazioni e sui soggetti che le hanno ricevute, tutto questo per avere la possibilità di tutelare il buon nome e l'immagine dell'Associazione. L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus si riserva di adire le vie legali ove ne ricorressero gli estremi. Si prende atto che chi ha effettuato l'inchiesta ha segnalato che le fondazioni hanno dichiarato di essere estranee alla vicenda e che chi ha utilizzato il nome delle "Charities" lo ha fatto, probabilmente, per mettersi al riparo da inchieste della magistratura".
Ebbene, pur apparendo lodevole la finalità dell'inchiesta giornalistica da Voi condotta, su un tema di così stretta attualità come l'evasione fiscale nonché sui cd. "paradisi fiscali", appare di facile intuizione la portata delle conseguenze che sono state determinate dalla notizia pubblicata, ai danni di un Ente morale riconosciuto a livello nazionale e internazionale come l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
L'accostamento del nome dell'Unione all'inchiesta sui paradisi fiscali, appare, infatti, in grado di insinuare nel lettore medio il convincimento di un effettivo coinvolgimento dell'Ente da me assistito in un "operazione finanziaria" assai poco chiara, finalizzata ad eludere il fisco.
E' vero che è stato specificato che sono state raccolte le dichiarazioni dei rappresentanti delle "Charities" che negano qualsivoglia coinvolgimento. Ma tale specificazione appare del tutto insufficiente a tutelare il buon nome e l'onorabilità dell'Ente da me rappresentato, dinanzi all'enorme portata e al clamore suscitato dal riferimento stesso di un presunto coinvolgimento dell'unione Italiana Ciechi nel tipo di operazione finanziaria descritta.
Né appare in grado di arginare la portata degli effetti dannosi oramai prodotti, il riferimento nell'articolo sulla presunta motivazione per la quale il nome dell'Ente sia stato inserito nell'ambito della descritta operazione; peraltro, tale motivazione rientra nell'ambito di una mera congettura offerta da un non meglio identificato "importante uomo d'affari svizzero, che vuole restare anonimo".
Ad ogni modo, l'articolo, dopo aver effettuato le dovute specificazioni, ponendo al lettore una domanda, lasciando, pertanto, lo spazio ad un dubbio: "E allora, quale è la natura di questo sistema finanziario?'.
La presente al fine di proporLe la possibilità di effettuare una intervista al prof. Tommaso Daniele, quale presidente nazionale e legale rappresentante dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, sul Settimanale da Lei diretto, come ristoro minimo dinanzi al danno oggettivamente cagionato dall'articolo nei modi che un Direttore del Suo calibro saprà agevolmente trovare.
Pur immaginando che si tratti di inchiesta giornalistica coperta da segreto, faccio comunque mia, altresì, la richiesta pervenuta dal prof. Tommaso Daniele ai titolari dell'inchiesta di fornire notizie dettagliate su chi avrebbe effettuato le donazioni e sui soggetti che le hanno ricevute; ad ogni modo, per esigenza di chiarezza e correttezza professionale, Le rappresento già l'intenzione dell'Unione di presentare apposita denuncia-querela contro ignoti al fine di approfondire l'intera vicenda.
Sperando di definire la questione in sede conciliativa, prima di agire in via giudiziaria, resto in attesa di un Suo riscontro entro e non oltre 10 giorni da questa comunicazione.
Distinti saluti
Avv. Daniele Bocciolini
“Qui le domande le faccio io!” doniamo pagine al Libro Parlato, di Luisa Bartolucci
Carissimi amici, questa iniziativa è rivolta a tutti gli amanti della lettura e a quanti credono nell'importanza del Centro Nazionale del Libro Parlato. Di recente ho pubblicato a mie spese un libro dal titolo "Qui le domande le faccio io!". Nel volume di 424 pagine, sono raccolte più di 60 interviste edite e no, da me realizzate con personalità del mondo dello spettacolo, della cultura, della musica, della politica, della letteratura, del giornalismo, della radio e della televisione. Il libro nasce non solo dai ripetuti inviti di molti di voi a raccogliere i pezzi più significativi da me pubblicati sui nostri periodici e non, in un unico volume, ma anche e soprattutto dal desiderio di contribuire in prima persona insieme a tanti di voi, a donare delle pagine al nostro Centro Nazionale del Libro Parlato. Come sapete i tagli governativi hanno colpito duramente anche questo prezioso servizio, così ho pensato che sarebbe bello ed importante se ciascuno di noi donasse alcune pagine al Libro Parlato. Come? Abbiamo realizzato una versione in cd audio ed una in cd contenente il testo in html di "Qui le domande le faccio io!". Il libro sarà edito nella versione in formato elettronico html e nella versione audio, quale supplemento al periodico "Kaleîdos". Il supplemento avrà, sia nella versione audio che in quella in html, un costo di 10 euro, contro i 25 imposti dalla casa editrice per la versione cartacea. L'intera somma che chi acquisterà il volume verserà sarà totalmente destinata alla produzione di libri audio in standard Daisy, da parte del Centro Nazionale del Libro Parlato dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
Ciascuna delle opere prodotte con i proventi di "Qui le domande le faccio io!" recherà al proprio interno i nominativi di quanti, acquistando una delle due versioni di "Qui le domande le faccio io!", avranno contribuito alla produzione di un nuovo libro da mettere a disposizione di tutti tramite il Centro Nazionale del Libro Parlato. Come acquistare il volume e donare quindi pagine al Libro Parlato? E' molto semplice: è sufficiente effettuare un versamento di 10 euro sul c. c. p. n. 279018 intestato ad Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus – via Borgognona, 38 – 00187 Roma. Nella causale andrà inserito il titolo del libro "Qui le domande le faccio io!" seguito dalla dicitura cd audio, se si vuole ricevere la versione audio, o cd html se si vuole ricevere la versione in html.
Naturalmente è possibile acquistare in un'unica soluzione entrambe le versioni, indicandolo nella causale, così come richiedere più copie; è altresì possibile effettuare donazioni superiori alla cifra indicata, che naturalmente verranno destinate interamente alla produzione di libri audio in standard Daisy realizzati dal Centro Nazionale del Libro Parlato.
Per quanti volessero effettuare il versamento mediante bonifico bancario riportiamo le coordinate: Banca Popolare di Vicenza – Ag. 8 Roma – Iban
It14 A05728 03208 678570220571; per quanti volessero, invece, utilizzare il postagiro le coordinate sono: Banco Posta intestato a Amministrazione Corriere dei Ciechi – Iban
It77 Z07601 03200 000000279018.
Partecipiamo numerosi dunque, doniamo pagine al Centro Nazionale del Libro Parlato e diffondiamo l'iniziativa anche tra i nostri amici e conoscenti. Più cultura, più informazione, più svago, più libri per tutti. Per saperne di più e per dare la propria adesione si può inviare una e-mail all'indirizzo ustampa@uiciechi.it; sono inoltre stati creati un profilo ed una pagina su facebook recanti il titolo del libro. Tramite la nostra stampa associativa, le nostre circolari, il giornale elettronico
(giornale.uici.it), il profilo e la pagina facebook verranno fornite informazioni, in tempo reale, sull'andamento dell'iniziativa. Partecipiamo numerosi dunque, doniamo pagine tramite "Qui le domande le faccio io!". Grazie.
Luisa Bartolucci
Corrado Augias e l’ipovisione, di Corrado Siri
LETTERA A CORRADO AUGIAS
Gent. mo Dottor Augias, mi permetto di sottrarle qualche minuto, confidando nella Sua preziosa sensibilità, per sottoporre alla Sua attenzione un piccolo-GRANDE problema di natura meramente "tecnica", che personalmente (ma la cosa riguarda moltissimi altri lettori) incontro nell'affrontare la lettura della Sua rubrica "LA MIA BABELE" su IL VENERDI' di Repubblica.
Tale Rubrica è scritta in corsivo e ciò rappresenta per un ipovedente grave come me un grande ostacolo! Una sorta di "barriera visiva". Le confesso che dopo aver letto la Rubrica di Brunella Schisa e le due brevi recensioni della Sua pagina, mi trovo costretto a rinunciare nel prosieguo della lettura della parte in corsivo.
Sono un accanito lettore e pur conoscendo il metodo Braille e utilizzando sintetizzatore vocale per computer, amo soprattutto la lettura diretta, il contatto "fisico" con il libro o il giornale, anche se comporta per me tempi lunghi e affaticamento. Affaticamento che potrebbe essere diminuito se non evitato al milione e mezzo di ipovedenti stimato in Italia, semplicemente grazie ad accorgimenti tecnici quali la scelta di font (in particolare Arial), di corpo caratteri, contrasto e, laddove possibile, riduzione del corsivo appunto! Il tutto senza rinunciare all'aspetto, all'estetica o al significato che la diversificazione nell'impiego di caratteri tipografici può rappresentare.
Le rubo ancora qualche istante per compiere alcune riflessioni sul fatto che nella nostra società è ormai acquisita la consapevolezza della necessità di abolire le barriere architettoniche, ma nella nostra società non esiste ancora una vera "cultura dell'ipovisione"! Il milione e mezzo (solo in Italia) di persone con un'acuità visiva così bassa da non poter far completamente affidamento sul senso della vista in molte situazioni della vita quotidiana, ma allo stesso tempo non identificabile con chi è cieco, potrebbe essere alleviata da molti disagi, consentendo la valorizzazione del grande potenziale che un ancorché minimo residuo visivo può comportare, adottando soluzioni semplici e non onerose, ad esempio nelle segnaletiche stradali, negli uffici pubblici e ovviamente… nei giornali! Ringraziandola sentitamente per l'attenzione, la saluto cordialmente.
Corrado Siri
RISPOSTA DI CORRADO AUGIAS
Capisco il suo problema, lo segnalo subito alla Direzione del giornale.
Cordialmente, Corrado Augias
RISPOSTA DELL'ART DIRECTOR DI REPUBBLICA, GIANNI MASCOLO
Gentile Signor Siri, il 19 aprile troverà in edicola un Venerdì rinnovato graficamente e arricchito nei contenuti.
Spero che l'abolizione del fastidioso corsivo ed l'introduzione del nuovo carattere del testo siano da lei, e dai nostri lettori, apprezzati maggiormente.
Un cordiale saluto Gianni Mascolo, Art Director.
Ecco la mia risposta: Gent. mo Dottor Mascolo, la ringrazio sentitamente per l'attenzione e per le iniziative intraprese dal Vostro giornale, che senz'altro verranno accolte con grande favore dai lettori con gravi difficoltà di vista! Personalmente mi attiverò, per quanto in mia facoltà, quale volontario impegnato nel campo della disabilità visiva, per diffondere al massimo la Notizia! Ringraziandola vivamente, le porgo i più distinti e riconoscenti Saluti, Corrado Siri.
IL VENERDI' di Repubblica è uscito in edicola rinnovato nei contenuti e, come anticipato dall'art director Gianni Mascolo, anche nella "veste grafica". Il corsivo è stato eliminato in tutti gli articoli e le rubriche. I titoli sono in "grassetto marcato" e gli articoli stessi, tutti in stampatello minuscolo in nero con buon contrasto su pagine esclusivamente bianche. Nel complesso, rispetto alla versione precedente del giornale, si notano mutamenti tipografici apprezzabili che, a mio avviso, ne consentono una migliore fruibilità ai lettori con difficoltà visive.
Una occasione da non perdere, di Tommaso Daniele
L'Assemblea dei Quadri Dirigenti del prossimo maggio non è soltanto un adempimento statutario, un appuntamento di ordinaria politica associativa, anche se importante e qualificante, bensì un evento che può rivestire carattere e significato del tutto speciali perché coincide con la metà del mandato congressuale.
Vorrei, dunque, che questo evento fosse vissuto come un di più di impegno e di partecipazione e che ciascuno di noi, responsabilmente, si facesse carico di compiere una riflessione sul lavoro svolto dall'intera dirigenza a livello nazionale, regionale e provinciale per stabilire se le strategie poste in essere hanno costituito la risposta giusta alla complessità e alla molteplicità dei problemi che la storia e la vita si sono fatte carico di frapporre sul nostro cammino verso la piena integrazione sociale.
Vorrei, anche, che ciascuno di noi mettesse in moto la propria fantasia per immaginare il futuro e disegnare con la matita rossa sul foglio bianco della nostra storia di domani i cambiamenti strutturali che la nostra associazione deve realizzare da subito se vuole svolgere il delicato compito di tutela e di rappresentanza dei ciechi e degli ipovedenti e se vuole continuare ad essere il capofila nella lotta per la conquista dei diritti dei disabili e dei cittadini più deboli.
Evento speciale, dunque, che richiede una discussione speciale, iniziative speciali, capaci di far compiere alla nostra associazione quel salto di qualità necessaria per farla salire sul treno del cambiamento e impedirle di innalzare bandiera bianca di fronte ad uno Stato sociale che di sociale ha ormai soltanto il nome a causa di una classe politica asserragliata nei palazzi del potere, incapace di percepire il dramma della gente che arriva attraverso le finestre chiuse dalle piazze di Roma.
Ci sono voluti gli spari di un disperato davanti a Palazzo Chigi per scuotere Governo e Parlamento da una colpevole e irresponsabile apatia. Mentre scrivo il Presidente incaricato di costituire un nuovo Governo sta tenendo il suo discorso di investitura nell'aula di Montecitorio. Sento parole illuminanti che aprono il cuore alla speranza: "Governo di servizio, di cambiamento". Peccato però che il nuovo Presidente del Consiglio nel suo intervento, durato quarantacinque minuti, non abbia ritenuto di dovere almeno accennare al tema della disabilità. Governo di servizio e di cambiamento: parole sempre presenti nel lessico della nostra Unione, che non si è fatta mai sorprendere dai mutamenti economici, politici, sociali e culturali. Sarà così anche questa volta.
La prossima Assemblea dei Quadri Dirigenti è un'occasione da non perdere. Confortato dall'intera Direzione Nazionale, mi sono assunto la responsabilità di predisporre un ordine del giorno ricco di stimoli che, dopo aver compiuto un'analisi delle cose fatte nei primi due anni e mezzo di mandato, muove verso obiettivi innovativi, che arricchiscono la prospettiva di un'associazione che ambisce a rappresentare tutti i ciechi e gli ipovedenti italiani e gettare un ponte verso l'intero mondo della disabilità, dei più deboli e della società civile.
Il dibattito politico di questi giorni ha evidenziato la eccezionalità del momento che viviamo, caratterizzato da una profonda crisi economica, morale, sociale, culturale e politica, che ha richiesto la costituzione di un Governo di larghe intese, tra forze politiche tradizionalmente e storicamente antitetiche. La crisi, che in quest'ultimo periodo si è soltanto accentuata, è presente da tempo nel Paese e ha provocato il progressivo disimpegno dello Stato nei confronti dei più deboli.
La nostra Unione, come tutte le altre organizzazioni sociali e forse più delle altre, ha dovuto operare in un contesto estremamente negativo. Ci piacerebbe sapere se, nonostante tutto, i bisogni dei ciechi siano stati sufficientemente tutelati rispetto ai valori fondanti della nostra organizzazione: l'istruzione, la formazione professionale, il lavoro, la riabilitazione, la prevenzione, l'accesso alla cultura, all'informazione, all'autonomia, alla fruizione dei beni culturali e del tempo libero; se abbiamo fatto ulteriori passi avanti rispetto ai temi della partecipazione, della democrazia, della trasparenza, del rapporto con le altre associazioni di disabili, del volontariato, dei lavoratori, dei datori di lavoro, dei consumatori e della società civile nel suo complesso. Ci piacerebbe che su tutto questo si discutesse costruttivamente e si gettassero le basi per fare ulteriori passi nella direzione di una maggiore cultura della solidarietà, della partecipazione, della pari dignità.
L'unità associativa è sempre stato il nostro fiore all'occhiello, la moneta in più da spendere nei momenti difficili della nostra storia, il fiore che ho sempre coltivato con grande passione e infinito amore. "Uniti si vince, divisi si perde": una frase che ho scritto e pronunciato almeno mille volte e che non mi stancherò mai di scrivere e pronunciare, perché certe verità non invecchiano mai.
Ho avuto la gioia di gestire l'Unione per tutti questi anni con il valore aggiunto di un consenso pressoché generale. Ho messo in sinergia le risorse dell'Unione, dell'I.Ri.Fo.R., della Biblioteca, dell'Agenzia, della Federazione, dell'U.N.I.Vo.C. raggiungendo livelli di collaborazione davvero sorprendenti e invidiabili. Ora, però, occorre fare di più. A situazioni eccezionali occorre dare risposte eccezionali, dobbiamo cioè puntare dritti all'obiettivo dell'unità di tutti i ciechi e ipovedenti italiani attraverso la costituzione di una federazione di tutte le associazioni di ciechi e di ipovedenti esistenti nel nostro Paese. Un obiettivo da perseguire con l'ostinazione che ha sempre caratterizzato le nostre azioni. Non sarà facile, ma è bello misurarsi anche con l'impossibile. L'importante è convincersi che l'unità dei ciechi e degli ipovedenti italiani è un valore assoluto a cui non possiamo rinunciare in tempi di "vacche magre". La federazione dovrà essere il primo anello di una più ampia rete di solidarietà che dovrà coinvolgere le associazioni di disabili, del volontariato e di ogni altra espressione della società civile; una grande barriera contro chi vuole abbattere lo stato sociale.
La prossima Assemblea dei Quadri Dirigenti è un'occasione da non perdere anche rispetto al tema delle modifiche statutarie. Non concordo con chi pensa che il nostro Statuto sia completamente da buttare via, da dare alle fiamme affinché dalle ceneri possa emergere l'araba fenice che da tempo aspettiamo. E' innegabile, però, che esiste la necessità di ritocchi, anche sostanziali, che non possono essere più rinviati: l'accentuazione dell'autonomia delle strutture periferiche nella logica dell'unità-distinzione (l'immagine da me usata qualche tempo fa dell'albero i cui rami sono saldamente uniti al tronco dovrebbe rendere l'idea); le modalità di elezione del Consiglio Nazionale, al quale si può estendere la normativa in vigore per l'elezione dei Consigli Provinciali; la eliminazione della norma che sospende il dirigente associativo eletto a cariche politiche; una interpretazione autentica del concetto di apartiticità della nostra Unione; la eliminazione del principio della espulsione come misura disciplinare. Sono solo alcune delle possibili modifiche statutarie.
Un'occasione da non perdere per affrontare il tema dell'impegno associativo, che come tutte le cose ha subito una naturale evoluzione. Quasi sempre nella nostra associazione ha giganteggiato il principio della delega: i soci che delegano il Consiglio Provinciale, il Consiglio che delega il Presidente Provinciale e così avanti nella scala gerarchica dell'impegno associativo… Consiglio Regionale, Presidente Regionale, Consiglio Nazionale, Direzione Nazionale, Presidente Nazionale. Il sistema ha funzionato fino a quando le rivendicazioni associative hanno riguardato i diritti fondamentali dei ciechi e degli ipovedenti: l'assistenza, l'istruzione, il lavoro. E', invece, entrato in crisi quando l'area dei servizi e dei diritti si è allargata notevolmente e quando la complessità ha preso il posto della semplicità. Allora, l'uomo solo al comando, ha sentito tutto il peso della propria solitudine e ha implorato aiuto: "aiutatemi a pensare, aiutatemi a progettare".
Mi ricordai di una bella frase di John Kennedy, il Presidente degli Stati Uniti, rivolta agli americani: "prima di chiedervi che cosa l'America può fare per voi, chiedetevi che cosa voi potete fare per l'America". Fu così che scrissi la circolare 27 del 1999, che conteneva idee per un nuovo modello associativo, fondato sui concetti di collegialità, lavoro di gruppo, coinvolgimento del maggior numero possibile di dirigenti e soci, ampliamento del numero delle rappresentanze zonali, creazione della figura del Referente Comunale. Si chiedeva, in una parola, un di più di partecipazione da costruire attraverso nuove forme di informazione e di comunicazione: la segreteria telefonica, il foglio informativo, il telefono amico, le gite sociali, ed altro.
A distanza di tanto tempo il di più di partecipazione rimane ancora la strada maestra per fare ulteriori passi verso una democrazia mai abbastanza compiuta e verso la trasparenza mai abbastanza cristallina.
Ieri, abbiamo fallito per mancanza di risorse umane ed economiche. Oggi, abbiamo la speranza di riuscire perché le nuove tecnologie ci mettono a disposizione una comunicazione interna ed esterna veloce a costo quasi zero. Penso ad una rete di comunicazione in entrata e in uscita tra la Sede Centrale e i Dirigenti Regionali e Provinciali attraverso e-mail. Penso ad un'analoga rete tra le sezioni e la base associativa. Penso all'utilizzo dei social network per parlare all'opinione pubblica attraverso messaggi scritti e video. Penso che un'adeguata riflessione su questo progetto possa aiutarci a stare dentro la velocità di questo tempo.
Per ultimo, ma non ultimo, il problema più spinoso di questi giorni: il finanziamento associativo. "Senza soldi non si cantano messe", recita un vecchio adagio popolare.
La nostra Unione sta sperimentando sulla propria pelle la cruda verità della saggezza antica. La stragrande maggioranza delle nostre strutture periferiche è sull'orlo del collasso. La Sede Centrale ha ancora un po' di benzina nel motore, ma il rischio di non andare molto lontano è dietro l'angolo. Il risultato di tale stato di fatto sta nella difficoltà di esercitare il diritto/dovere di rappresentanza e di tutela degli interessi materiali e morali dei ciechi e degli ipovedenti italiani.
Abbiamo sempre vissuto di finanziamento pubblico e quando abbiamo tentato di integrarlo con una iniziativa di largo respiro – la vendita della solidarity card – la risposta dell'associazione è stata incerta, per non dire negativa. In fondo era più comodo bussare alla porta dello Stato e degli Enti locali. Ora, però, quelle porte tendono a chiudersi definitivamente. Questo significa che dovremo fare di necessità virtù e inventarci qualche iniziativa per sopravvivere.
Abbiamo effettuato un corso di formazione sulla raccolta fondi riservato ai Dirigenti Nazionali, ma non abbiamo abbastanza soldi da investire a lungo termine. Gli stessi consulenti ci dicono che i risultati potrebbero venire solo dopo il terzo anno di campagna. Non possiamo aspettare tutto questo tempo.
Ho pensato di realizzare un periodico riservato alla raccolta fondi, un trimestrale o un quadrimestrale sul quale pubblicare i progetti per i quali l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti chiede il finanziamento ai destinatari di detto periodico. L'indirizzario si può ottenere abbonandosi ad una delle tante licenze d'uso esistenti sul mercato. L'idea del periodico ha il vantaggio di risparmiare notevolmente sulla spedizione e di partecipare alla ripartizione del fondo sull'editoria speciale.
Ho definito questa Assemblea un evento speciale, che merita una discussione speciale e quindi un ordine del giorno speciale, breve, ma intenso, impegnativo, costituito di argomenti che, se fatti propri dall'intera dirigenza nazionale, possono rappresentare una svolta epocale per la nostra associazione, una svolta che ci consentirebbe di continuare la nostra marcia verso la terra promessa della pari dignità e delle pari opportunità, il sogno proibito di sempre di tutti i ciechi e gli ipovedenti italiani. "Un sogno rimane un sogno se a sognare è uno solo", ma noi siamo tanti e la nostra bandiera ha un'anima speciale, ci guiderà ancora una volta verso la conquista "del diritto ad avere dei diritti", come Stefano Rodotà titola il suo ultimo libro.
Considerazioni a margine dell’assemblea dei quadri dirigenti, di Nicola Ferrando
Il Presidente Nazionale convoca i dirigenti periferici a Tirrenia il 17 e il 18 maggio per fare una sorta di bilancio di metà legislatura e per elaborare proposte per superare il difficile momento che l'Unione e l'intera società italiana sta vivendo. Pur non potendo partecipare all'assemblea dei quadri dirigenti, vorrei dare il mio modesto contributo.
In questi due anni e mezzo mi pare che l'Unione sia stata costretta più a difendersi dagli attacchi interni ed esterni che a proporre novità per i ciechi e gli ipovedenti. Se si esclude l'accordo con ADV per il nuovo sistema di guide tattili, non ci sono state conquiste significative, anzi abbiamo rischiato di perdere l'indennità di accompagnamento, di vedere l'Unione commissariata, di rimanere senza soldi. Il sistema dei forum di discussione, messo in piedi per favorire la partecipazione di dirigenti e soci, che si erano sentiti esclusi dopo le note vicende dell'ultimo congresso nazionale, non ha funzionato, a causa della farraginosità del sistema, che prevede l'assegnazione di un nome utente e di una password non modificabili e che non consente di utilizzare un unico account per gestire più forum.
La comunicazione tra sede centrale e dirigenti periferici è sicuramente efficiente, dato che quasi tutti siamo dotati di posta elettronica, abbiamo imparato ad utilizzare le teleconferenze e, per chi passa molto tempo in sezione, anche il sistema voip che collega tutte le sedi locali al centro e tra di loro. Molto più difficile rimane la comunicazione tra dirigenti e soci. Le sezioni che in passato non si sono dotate di segreteria telefonica informativa o di altri strumenti per l'invio di comunicazioni ai soci, ora non hanno i soldi per mettere in piedi un sistema di questo tipo. Penso invece che la Sede Centrale potrebbe implementare un sistema di bacheca elettronica, che oltre a fornire notizie di carattere generale, potrebbe consentire ai soci delle singole sezioni di avere notizie di carattere locale, semplicemente pronunciando il nome della città di appartenenza. In alternativa bisognerebbe cercare un servizio di lettura mail via telefono, per cui ad ogni socio viene assegnata una mail del tipo nome.cognome@soci.uici.it. La sezione invia la mail ai propri soci ed essi ricevono sul telefono di casa una telefonata, con una sintesi vocale che li informa che è presente un nuovo messaggio e lo possono ascoltare. Il costo del servizio potrebbe essere sostenuto da uno o più sponsor, che aggiungerebbero il proprio messaggio pubblicitario in coda a tutte le mail, un po' come fa email.it.
Lo Statuto dell'Unione va sicuramente aggiornato, sia per tenere conto degli eventi verificatisi a Chianciano, che fanno ritenere opportuna la reintroduzione del sistema delle liste anche a livello nazionale, sia per rispondere meglio alle mutate condizioni economiche e amministrative: mi riferisco alla sempre più probabile eliminazione delle Province ed alla loro sostituzione con realtà amministrative più piccole, quali le ASL e le conferenze dei sindaci. Penso quindi a grandi sezioni metropolitane o interprovinciali, con proprio personale, e rappresentanze zonali nelle città più importanti, nelle quali i dirigenti, aiutati magari da un dipendente che a turno si sposta nelle diverse sedi, possono svolgere quell'azione di vicinanza ai soci che una sede posta a 100 chilometri e più di distanza non potrebbe avere.
Poiché l'attuale sistema di composizione del congresso nazionale è divenuto troppo oneroso, prevedendo la partecipazione di oltre 700 persone tra delegati, accompagnatori e personale della Sede Centrale, vedrei positivamente una revisione complessiva della rappresentatività territoriale, mediante un sistema a due livelli, per cui le assemblee provinciali eleggono uno o più rappresentanti regionali e le assemblee regionali così formate eleggono un certo numero di delegati al congresso, sulla base del numero di soci presenti in ciascuna Regione, sempre con la possibilità di presentare delle liste per dare voce alle minoranze. Diminuendo i costi di organizzazione del congresso nazionale, si potrebbe quindi ridurre la durata dei mandati, favorendo così il ricambio dei dirigenti.
Per evitare gli accordi elettorali, a parte le regole sulle modalità di voto, penso invece che si debba fare appello ai dirigenti regionali e nazionali, affinché abbandonino l'idea che, se non si è tutti della stessa opinione, non si è degni di entrare nel consiglio nazionale. La democrazia non è solo un valore astratto (rispetto delle regole), ma anche concreto (effettiva possibilità per chi riesce ad ottenere un certo consenso di entrare nella stanza dei bottoni e portare il proprio contributo di idee).
Per quanto riguarda il reperimento fondi, oltre all'iniziativa del quadrimestrale, vedrei bene anche un paio di annunci l'anno da pubblicare sui principali quotidiani nazionali, uno a novembre/dicembre puntato su un progetto nazionale ed uno a marzo/aprile più mirato sul 5 per mille da destinare alla sezione locale.
Prestazioni di invalidità civile e permesso di soggiorno, di Tommaso Daniele
Si rende noto che la Corte Costituzionale con la sentenza n. 40 del 15 marzo 2013 ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l'art. 80, comma 19, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, nella parte in cui subordina al possesso del permesso di soggiorno la concessione dell'indennità di accompagnamento e della pensione di inabilità agli stranieri legalmente soggiornanti nel territorio italiano.
Infatti, la disposizione citata escludeva dal beneficio tutti quegli stranieri che, nonostante fossero in possesso dei requisiti sanitari necessari, erano però presenti in Italia da meno di cinque anni, e per tale motivo non potevano ottenere il documento di soggiorno richiesto.
Va notato che la Consulta, con diverse pronunce, aveva già affrontato il sistema dell'accesso alle prestazioni di invalidità civile nei confronti degli stranieri legalmente soggiornanti nel territorio italiano.
Si ricordano, infatti, le sentenze n. 306/2008 e n. 11/2009, con le quali la Corte aveva dichiarato manifestamente irragionevole subordinare l'attribuzione di prestazioni assistenziali, quali l'indennità di accompagnamento e la pensione di invalidità, alla titolarità di un determinato reddito necessario al rilascio del permesso di soggiorno di lunga durata.
Con ulteriori pronunce n. 187/2010 e n. 329/2011, la Corte ha analizzato la compatibilità tra permesso di soggiorno di lungo periodo e la natura delle prestazioni di invalidità civile.
In generale la Corte ha, infatti, rilevato che le prestazioni assistenziali sono per loro natura "destinate al sostentamento della persona nonché alla salvaguardia di condizioni di vita accettabili per il contesto familiare in cui il disabile si trova inserito", per cui, qualsiasi discrimine fra cittadini e stranieri legalmente soggiornanti nel territorio dello Stato, risulta in contrasto con il principio di non discriminazione previsto ai sensi dell'art. 14 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
La Consulta in questa recente pronuncia, oltre a ribadire i princìpi espressi nelle precedenti sentenze, ha dichiarato che l'articolo 80, comma 19, della Legge n. 388/2000 aveva introdotto una condizione fortemente "restrittiva" anche rispetto "alla generale previsione dettata in materia di prestazioni sociali ed assistenziali in favore dei cittadini extracomunitari di cui all'art. 41 del decreto legislativo n. 286 del 1998".
Secondo quanto precisato dalla Corte Costituzionale nella sentenza in commento, tale situazione portava inevitabilmente ad una discriminazione e disparità di trattamento in ordine ai diritti fondamentali della persona tra cittadini italiani e cittadini stranieri, rappresentando una violazione del diritto alla salute tutelato costituzionalmente.
Si legge, infatti, testualmente, nella decisione in oggetto che "in ragione delle gravi condizioni di salute dei soggetti di riferimento, portatori di handicap fortemente invalidanti, vengono infatti ad essere coinvolti una serie di valori di essenziale risalto – quali, in particolare, la salvaguardia della salute, le esigenze di solidarietà rispetto a condizioni di elevato disagio sociale, i doveri di assistenza per le famiglie – tutti di rilievo costituzionale in riferimento ai parametri evocati, tra cui spicca l'art. 2 della Costituzione – al lume, anche, delle diverse convenzioni internazionali che parimenti li presidiano – e che rendono priva di giustificazione la previsione di un regime restrittivo nei confronti di cittadini extracomunitari, legalmente soggiornanti nel territorio dello Stato da tempo apprezzabile ed in modo non episodico […]".
Pertanto, dai principi prima richiamati si ricava che le provvidenze economiche assistenziali spettano a tutti gli immigrati in possesso dei requisiti sanitari necessari e non solamente a quelli che siano titolari di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (ex carta di soggiorno).
Cordiali saluti.
IL PRESIDENTE NAZIONALE
Prof. Tommaso Daniele
Il Presidente Nazionale a Gold TV
Il Presidente Nazionale, prof. Tommaso Daniele, parteciperà alla trasmissione televisiva "Attraverso lo specchio", che andrà in onda in diretta Giovedì 18 Aprile 2013 dalle ore 20.30 alle ore 21.30, per trattare il tema della persecuzione mediatica dei cosiddetti "falsi ciechi", che l'Unione ha posto all'attenzione dell'opinione pubblica negli ultimi giorni.
La trasmissione andrà in onda – in diretta – sul canale 17 digitale terrestre Lazio (Gold Tv) e sui canali Sky 892 e 925 (Silver Tv Sat – visibile in tutta Italia), oltre che in streaming video dal sito www.goldtv.it.
La stessa trasmissione verrà trasmessa in replica anche Venerdì 19 aprile alle ore 18 sul canale 71 digitale terrestre Lazio, nonchè Sabato 20 aprile alle ore 16 sul canale 128 Gold Tv Italia (visibile in tutta Italia).
La stessa trasmissione sarà disponibile anche nei giorni successivi su YouTube al link www.youtube.com/cooperativamatrioska – dove è possibile prendere visione anche delle precedenti puntate già andate in onda nelle scorse settimane (playlist "Attraverso lo specchio – Matrioska Tv").