Master di I Livello A.C.D.S., Redazionale

Autore: Redazionale

La Formazione per l’assistente alla Comunicazione e per l’autonomia personale degli alunni con disabilità sensoriale A.A. 2013-2014

Il MASTER è organizzato dall’università IULINE di Firenze ed, è prevista una intensiva e ricca attività di formazione sulle nuove tecnologie e gli ausili informatici. Ulteriori fattori interessanti sono la formazione a distanza, un laboratorio in presenza di una settimana in forma intensiva, di essere a basso costo, facilitazioni per chi lavora, come ad esempio per gli assistenti allo studio, in quanto ed è possibile la frequenza anche in 3 anni, diluendo l’impegno e la spesa.
Il Master può essere anche di riferimento per le strutture associative o le per gli enti Province che necessitano per i propri operatori una formazione permanente ma non così impegnativa come potrebbe essere un master annuale. Per coloro che non possiedono una laurea il master offre un attestato di frequenza.

DURATA DEL CORSO: annuale (1.500 ore), da novembre 2013 a novembre 2014
CREDITI FORMATIVI UNIVERSITARI: 60
TITOLO DI ACCESSO: laurea triennale o titoli equipollenti
TASSA DI ISCRIZIONE: € 1.200,00 (milleduecento/00), da pagarsi in tre rate
SCADENZA ISCRIZIONI: 30 settembre 2013
Direttore: prof. Guseppe Nicotra

Il corso sarà attivato al raggiungimento di un minimo di 25 iscritti.
E’ consentita l’iscrizione come “uditore” anche a chi non ha il diploma di laurea triennale (costo iscrizione come “uditore”:  euro 1.000,00 -mille/00)
E’ consentita l’iscrizione anche ai singoli moduli, per aggiornamento professionale (costo di ogni modulo: euro 400,00 – quattrocento/00)
Collaborazioni: L’organizzazione è realizzata grazie al contributo di Socioculturale coop. soc. onlus, (http://www.socioculturale.it)cooperativa di tipo A che occupa circa 700 assistenti alla comunicazione nei servizi educativi rivolti a disabili sensoriali gestiti in 6 regioni italiane e che in Liguria, gestisce la più grande realtà del privato sociale per la riabilitazione in convenzione nei problemi di linguaggio ivi inclusa la sordità (Centro Redulco).
Obiettivi: Il Master ha come finalità la formazione dell’Assistente alla comunicazione, un educatore dedito ai soggetti in età scolare con deficit sensoriali (della capacità visiva, della capacità uditiva, anche quando si presentino con altri deficit relativi alla sfera del comportamento, alla sfera cognitiva ed alla mobilità associati) nella misura e secondo i cut off decisi dalle normative nazionali in materia.
Tale figura professionale è prevista dalla legge 104/92 art. 13 comma 3, che ribadisce l’obbligo “per gli enti locali di fornire l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici e sensoriali”.
La collocazione di tali figure avviene nello spazio di congiunzione tra il distretto sanitario, la scuola e la famiglia e, nel provvedere a sostenere il raggiungimento degli obiettivi di integrazione scolastica, dovrebbe dare omogeneità al progetto educativo globale del bambino con disabilità sensoriale.
Il Master è interamente fruibile online e si compone di 4 moduli didattici on line ed un 5° modulo interattivo in presenza (full immersion):
1. Medicina, Psicologia, Riabilitazione
2. Pedagogia e Didattica speciali
3. Temi Sociali e Temi Legislativi
4. Tecnologie ed Informatica
5. Modulo interattivo (in full immersion)
E’ previsto uno stage formativo di 150 ore.
Come esito finale, il percorso formativo prevede l’elaborazione di un progetto per un intervento di recupero e/o potenziamento che il corsista realizzerà, individualmente o in gruppo, con il supporto dei docenti e dei tutor.
La discussione della tesi finale avverrà in presenza presso la sede legale della IUL.
CONTATTI:
Vederesentire.it Coop Socioculturale: dott.ssa Marcella Nalli marcella.nalli@vederesentire.it cell: 345 6996907

SCARICA IL BANDO DEL MASTER da questo link:
http://www.iuline.it/ambiente/allegati/Bando_Master_ACDS_1.pdf
Segreteria Studenti
Italian University Line IUL
segreteria@iuline.it
Tel. 055 2380568
Fax: 055 2380435/399

Un segnale di civiltà, di Pietro Cerrito (CISL)

Autore: Pietro Cerrito

Ancora una volta un forte segnale di civiltà arriva dalla Corte Costituzionale, per chi assiste un persona con disabilità grave.
Ora il Parlamento deve completare l’opera, riconoscendo il diritto a chi, pur senza un vincolo di parentela o affinità, assiste nei fatti e nella realtà, convivendo nella stessa abitazione, una persona con disabilità grave.

Non possiamo che essere felici che la Corte Costituzionale ancora una volta abbia svolto appieno il suo ruolo definendo, con la Sentenza 230/2013, che è incostituzionale non permettere a parenti e affini entro il terzo grado conviventi di persone con grave disabilità di godere del congedo straordinario retribuito di due anni.
Non è ammissibile, infatti, discriminare le persone con disabilità in base a quali parenti sono rimasti in vita!
Se la finalità è l’uguaglianza di trattamento, è necessario tutelare chi nei fatti e nella realtà assiste la persona con grave disabilità, perchè attraverso di lei si tutela la dignità della stessa persona disabile.
Dunque in mancanza, decesso o patologie invalidanti di parenti più prossimi, rispettando il rigoroso ordine di priorità definito dalla legge, è un segno di civiltà consentire ai parenti e affini entro il terzo grado di poter fruire di un congedo retribuito per assistere la persona disabile.

Sul tema si era già espressa la Cassazione (Sentenza del 16-05-2003 n. 7701) affermando che “non pare esservi dubbio sul fatto che lo spirito della legge sia quello di non lasciare il minore gravemente handicappato in balia di se stesso neanche momentaneamente, e privo di affetto ad opera di chi lo possa assistere convenientemente anche dal punto di vista materiale. Se questo è lo scopo della legge, ove tale convenienza non sia raggiunta, (…) una interpretazione conforme agli scopi della legge pretende che una altra persona possa sostituire almeno momentaneamente l’avente diritto originario. Orbene, se questa seconda persona è un lavoratore, appare ovvio e necessario che possa godere di (…) permessi retribuiti.”

E proprio in quest’ottica la Cisl, anche attraverso i Documenti presentati alla IV Conferenza Disabilità il 12-13 Luglio, chiede al Parlamento di proseguire nella direzione segnata, estendendo tale previsione agli amministratori di sostegno conviventi che, anche senza un vincolo di parentela o affinità, assistono nei fatti e nella realtà una persona con disabilità grave.

Premio Braille 2013, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS
Premio Louis Braille 2013
XVIII edizione

Auditorium Parco della Musica
Sala Petrassi
Viale Pietro de Coubertin – Roma
24 luglio 2013
ore 21:00

Il Presidente Nazionale Tommaso Daniele ha il piacere di invitarLa alla serata di gala Premio Louis Braille 2013 che si terrà presso Auditorium Parco della Musica Sala Petrassi Viale Pietro de Coubertin – Roma mercoledì 24 luglio 2013 alle ore 21:00

Nel corso della serata saranno premiati:

Associazione Sportiva Roma

Francesca De Carolis
Giornalista radiofonica

Lorenzo Enriques
Amministratore Delegato di Zanichelli Editore

Moreno Innocenti
Direttore della Scuola Cani Guida Helen Keller di Messina

Luce Tommasi
Giornalista televisiva

Nel corso della serata si esibiranno:

Grande Orchestra Sinfonica di Udmurtia, Russia
Leonardo Quadrini, direttore

Arisa

Tony Esposito

Karima

Nicola Napolitano e il Trio In-Cantus

Antonio Onorato

Tosca

presenta
Eleonora Daniele

Il 24 luglio dalle 17 alle 21, all’ingresso della Sala Petrassi sarà allestita una mostra con alcuni dei quadri donati dall’Associazione Cento Pittori di Via Margutta, gli altri sono visibili nel catalogo. Tutti i quadri sono in vendita e il ricavato andrà a favore del Centro Nazionale del Libro Parlato.

La manifestazione sarà ripresa da RAIUNO e trasmessa in differita il giorno 27 luglio
alle 23:15

Per l’ingresso in sala è necessaria la prenotazione dei biglietti tramite email ustampa@uiciechi.it oppure telefonando ai numeri 06.699.88.376 – 06.678.94.63

I biglietti potranno essere ritirati presso il guardaroba della Sala Petrassi a partire dalle ore 19:00 del giorno 24 luglio oppure nei giorni immediatamente precedenti presso la Sede Centrale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti in Via Borgognona 38

Per esigenze televisive si raccomanda di essere in sala per le ore 20:30

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ringrazia Banca Popolare di Vicenza per aver contribuito alla realizzazione di questa edizione del Premio Braille

La verità sui falsi ciechi

Il fenomeno dei falsi ciechi è un dato oggettivo, reale, e va combattuto senza se e senza ma, perché quello che si dà ai falsi ciechi si toglie ai ciechi veri; chiediamo però che prima di sbattere  in prima pagina il nome di una persona disabile si porti a termine il processo di accertamento sulla reale disabilità: ci risulta che il 70% dei ricorsi presentati dalle persone incriminate, cioè ritenute falsi ciechi, è accolto dalla magistratura. Questo significa che il 70% dei presunti falsi ciechi è costituito da ciechi veri che si sentono colpiti profondamente nella loro dignità.
Gli equivoci sono il frutto di una mancata cultura sulla disabilità visiva.

I ciechi e gli ipovedenti subiscono una nuova esclusione sociale

Le nuove tecnologie, salutate dai ciechi e dagli ipovedenti come potenziale strumento di maggior autonomia ed indipendenza, in molti casi si sono rivelate, al contrario, strumento di esclusione sociale, perché attuate senza alcuna attenzione alle necessità ed alle peculiarità dei minorati della vista.
Ancora una volta l’inadempienza dello Stato è causa di emarginazione, tanto più grave perché colpisce la parte più debole dei suoi cittadini, non rispettando o non facendo rispettare leggi che esso stesso ha promulgato.
Sono  infatti inaccessibili: la maggior parte dei siti internet pubblici o di pubblico interesse, il registro elettronico degli insegnanti, i libri elettronici, bancomat e postamat. Le audiodescrizioni dei programmi televisivi sono assolutamente carenti sia quantitativamente sia qualitativamente.
Questi sono solo alcuni tra i più eclatanti esempi di come certe tecnologie possono portare ad una nuova esclusione sociale.

Conferenza nazionale, ascensori rotti e altre storie, di Franco Bomprezzi

Autore: Franco Bomprezzi

Sembrava che me lo sentissi. Nel mio breve intervento in veste di moderatore della sessione plenaria di apertura della quarta conferenza nazionale sulle politiche della disabilità, svoltasi a Bologna venerdì e sabato, mi ero dichiarato “esterrefatto” per aver constatato, ancora una volta, la totale indifferenza dei grandi media, che non hanno neppure annunciato l’evento, che pure riguarda le sorti di quasi tre milioni di cittadini italiani. Puntualmente la conferma di una quasi irrimediabile superficialità di troppi miei colleghi è arrivata assieme alla bufala di ben cinquanta disabili bloccati per gli ascensori rotti. E’ bastato un lancio di agenzia che si basava sulla telefonata del presidente dell’associazione Fiaba, in cerca di un minuto di gloria, per attivare il meccanismo pavloviano della notizia, l’unica degna di interesse e di essere rilanciata ovviamente senza alcuna verifica, dal momento che al palazzo dei Congressi di Bologna di inviati non c’era neppure l’ombra.
Partiamo dunque da qui. Io c’ero. Effettivamente al primo piano del palazzo prima un ascensore, poi, nel pomenggio, un secondo ascensore, si sono bloccati quasi sicuramente perché sottoposti improvvisamente a un superlavoro (non succede spesso che ci siano contemporaneamente decine di carrozzine elettriche o manuali che vanno su e giù per i piani). Un guasto sgradevole, seccante. Ma niente di più. Per il semplice motivo che sullo stesso piano del palazzo ci sono altri due ascensori di servizio, ai quali siamo stati accompagnati con gentilezza dagli organizzatori e dal personale. Anche io ho usato tranquillamente questa uscita secondaria, prendendo per tempo la navetta che mi ha poi portato in stazione, dove, assieme a tanti altri passeggeri ”camminanti” ho invece dovuto attendere mezz’ora per un ritardo nientemeno di un Frecciarossa di Trenitalia (ma questo non fa assolutamente notizia). In un primo momento, addirittura, girava voce di persone con disabilità “portate giù a braccia”. Insomma la classica notizia utile a rinforzare una tesi subliminale: il Paese va a catafascio, e persino “gli handicappati” vengono trattati in questo modo.
Ecco perché oggi sono in imbarazzo nel voler parlare, in sintesi, di due giorni di lavori densi di parole, di documenti, con 700 partecipanti da tutta Italia: non solo persone con disabilita, ma anche operatori, esperti, amministratori locali e regionali, parlamentari, ministri. Una conferenza nazionale su tematiche complesse come l’inclusione lavorativa, la scuola, la certificazione d’invalidità, la vita indipendente, l’accessibilità, e via elencando, è chiaro che è difficile da raccontare in termini giornalistici. Ma ci si può sforzare, ogni tanto. Per non banalizzare sempre le questioni legate all’handicap, trattandole solo come emergenza permanente, disastro, peso, sfortuna, malattia.
A Bologna si è respirata invece aria di dignità, di preoccupazione per le sorti generali del Paese, di ricerca di soluzioni concrete e tecnicamente corrette per evitare sprechi, favorire l’inclusione sociale e i diritti di tutti, indipendentemente dalla disabilità o dalla patologia di origine Il viceministro Maria Cecilia Guerra è uscita tra gli applausi. Non succede spesso di questi tempi Magari è stato un eccesso di ottimismo da parte di una platea che ha un assoluto bisogno di punti di riferimento politici per arginare il progressivo impoverimento delle famiglie e la continua messa in discussione di traguardi raggiunti negli anni precedenti. Ma il poderoso piano d’azione biennale messo a punto dal Governo in collaborazione con i coordinamenti nazionali delle associazioni (Fand e Fish) è un buon punto di partenza per monitorare, spingere, andare avanti. 140 punti da affrontare: “una montagna da scalare” l’ha definita il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini. Ottima metafora. Intanto cominciamo a picchettare bene il campo base.
Di questo si dovrebbe parlare. Non solo di ascensori rotti. D’altronde, questa volta, Invisibili erano i giornalisti, tranne quelli che da sempre, magari perché di settore, se ne occupano con professionalità Come i colleghi dell’agenzia Redattore Sociale, il portale Superabile di Inail e Vita.it. Magari le grandi firme ogni tanto dovrebbero attingere a queste fonti, con un pizzico di curiosità e di umiltà, che mi pare siano due dei requisiti fondamentali di questo nostro mestiere.

16/07/2013

Un’esperienza tutta da condividere, di Alessandro Bordini

Autore: Alessandro Bordini

Mi chiamo Alessandro, sono un ragazzo veronese di 27 anni.
Nel marzo del 2009, in seguito ad un grave incidente di paracadutismo, ho
perso la vista.

Dopo i 5 mesi di ricovero ospedaliero sono tornato a casa ed ho iniziato a
provare a riprendere in mano la mia vita; ho dovuto imparare di nuovo a
camminare, a mangiare da solo, a gestire la mia quotidianità, in una
condizione che fino ad allora mi era stata assolutamente sconosciuta.
Mi è servito circa un anno per rimettermi in sesto, sia fisicamente che
mentalmente, accettare la realtà è stato il passo fondamentale per la mia
rinascita.
Quindi ho iniziato ad uscire con gli amici, a fare sport, ad usare telefono
e computer, ho pian piano cercato di reinserire nella mia vita tutto ciò di
cui avevo bisogno.

Successivamente un prepotente desiderio di autonomia ed indipendenza mi ha
portato a spostarmi da solo, dapprima nel mio piccolo paese, Nogara, in
seguito per la città di Verona e quindi per l’Italia.
Quando poi un giorno, per un caso fortuito, sono stato costretto a muovermi
lontano da casa senza l’assistenza disabili o qualche conoscente, ho
realizzato che era possibile andare in giro per le città semplicemente con
il mio bastone e confidando nell’aiuto della gente che incontravo.
Ammetto che anche il mio iPhone mi tornava spesso d’aiuto!
Questa presa di coscienza rappresenta le fondamenta di ciò che sto facendo
ora: sto compiendo il giro del mondo.
Tutte le volte che la gente, incredula, mi domanda:
” Da solo? ”
io rispondo:
” Non sono da solo, sono assieme ad altri 7 miliardi di persone! ”
Sto facendo questo per testimoniare quanto la gente, in ogni parte del
mondo, sia in grado di aiutare un proprio simile, per dimostrare quanto
l’umanità sia in grado di riconoscersi nonostante le differenze: se un cieco
può fare questo significa che non siamo poi così malvagi!
Ora sono a Zanzibar, passando dalla Tanzania ho pensato che, dopo 3 mesi di
viaggio a ritmi sostenuti, potevo prendermi una breve vacanza nella vicina
isola.
Continuerò il mio percorso risalendo verso nord, ho già disceso la costa
atlantica dell’Africa ed ora sto completando quella indiana.
Nonostante abbia già ipotizzato un itinerario ideale deciderò il paese
successivo di volta in volta, in considerazione ad una serie di variabili,
quali i consigli di viaggio ricevuti dalla gente del posto, le condizioni
politico-sociali di un determinato paese in un determinato momento e in base
alle mie sensazioni. Aggiungerei anche i fattori X, Y e Z, in viaggio non si
può mai sapere!
Questo è il 20esimo paese visitato dopo circa 100 giorni dalla mia partenza,
avvenuta il 2 aprile da Nogara, dopo il quale ho raggiunto Francia, Spagna e
quindi Africa.
Il paese che mi ha colpito di più potrebbe essere il Marocco, forse per la
cucina, o per l’inaspettata ospitalità, anche se molti altri posti mi sono
rimasti nel cuore.
Devo confessare di aver provato una forte attrazione per la Nigeria,
nonostante molti me l’avessero sconsigliata perché pericolosa, sento che
avrei potuto vivere importanti esperienze in quella terra… purtroppo
difficoltà burocratiche e non solo me ne hanno impedito l’accesso.
Penso che in definitiva l’Africa sia un continente affascinante, con
un’infinità di diverse lingue e culture, tutte unite da un solo verbo: Mama
Africa, ovvero tutti fratelli figli di una stessa madre.
Ovviamente non è sempre stato tutto rose e fiori, in parte per le differenze
culturali, dovute spesso alla religione, differenti abitudini alimentari e
sociali.
Ho comunque sempre cercato il positivo di ogni situazione e posso garantire
che con spirito di adattamento e carta igienica ogni circostanza è
gestibile.
Parlo anche per le volte che mi sono trovato in difficoltà con la polizia o
le autorità dell’immigrazione, che sono spesso in cerca di denaro.
Lasciando mance le soluzioni a problemi comparsi dal nulla risultano più
semplici, ma non è questo che intendo trasmettere con il mio viaggio.
Racconterò che talvolta ho dovuto tenere la bocca chiusa mentre un
poliziotto pensava di potersene approfittare estorcendomi denaro, racconterò
che sono stato respinto da uno stato perché il visto regolarmente ottenuto
necessitava della mazzetta, denuncerò che la mia più grande difficoltà
incontrata finora riguarda i visti, ovvero ottenere il permesso formale per
attraversare un limite immaginario imposto dall’uomo.
Racconterò anche che quando non ho avuto la possibilità di acquistare un
pezzo di pane, in Congo, un vecchio lo ha fatto per me, quando sono stato
male, in Costa d’Avorio, una ragazza si è presa cura di me, quando non
sapevo dove passare la notte, in Sierra Leone, un signore mi ha ospitato
nella sua casa.
Questa è l’Africa!
Ogni volta che raggiungo un nuovo paese, se non lo ho fatto prima, cerco un
posto dove passare la notte, chiedendo alla gente, tramite internet o
sfruttando la rete di contatti che mi sto creando, quindi devo ogni volta
procurarmi una scheda SIM locale per poter utilizzare efficacemente il mio
iPhone, tramite il quale tra l’altro raccolgo testimonianze di viaggio che
carico sul mio blog.

Con questo viaggio mi sto rendendo conto che non esiste la terra dei buoni e
la terra dei cattivi, non esiste il posto dove tutto è giusto e dove invece
tutto è sbagliato.
Sto iniziando a toccare con mano le realtà che compongono ciascun paese, con
pregi e difetti, Gioie e dolori.
Non mi sto illudendo di poter capire tutte le varie tradizioni, gli usi e
costumi locali, sto realizzando che siamo tutti diversi ma che se siamo noi
i primi a muovere il primo passo con un sorriso e tendendo la mano spesso la
risposta può sorprendere per quanto risulti positiva!
Ovviamente essa può risultare distorta dal filtro della non conoscenza,
almeno questo è ciò che posso dire a proposito dell’Africa: la gente non è
abituata a vedere un cieco viaggiare da solo e spesso non sa come
comportarsi, talvolta mettendomi in difficoltà anziché aiutandomi.
Io cerco sempre di ricordare che comunque l’intento è nobile,
indipendentemente da come il gesto viene proposto, e merita un adeguata
risposta, anche perché quello strano, effettivamente, sono io!
Sotto questo punto di vista tutto il mondo è paese, cambia semplicemente il
grado di diffusione della conoscenza del mondo dei disabili.
Mi mancano ancora 3 continenti, le mie considerazioni deficitano quindi di
una visione d’insieme; per ora posso comunque affermare che in Italia,
nonostante tutti i problemi, ci si debba sentire fortunati.
La maniera migliore per valutare con obiettività una determinata situazione,
secondo me, non è partire da ciò che manca, bensì da ciò che si ha; in
questo modo, forse, essere grati per la propria condizione, può risultare
più semplice e la gratitudine e un buon posto da dove svegliarsi col
sorriso.
Quindi gente, sorridete il più possibile, il sorriso sul volto di una donna
è come il sole splendente in un cielo azzurro, cosa possa essere sul volto
di un uomo non mi ispira romanticismo, quindi non ci voglio pensare.
Dopo più di 10 mila chilometri di sorrisi vi posso comunque assicurare che
funziona!

 

Comunicato stampa dell’Unione Europea dei Ciechi sul trattato OMPI del 3 luglio 2013, Redazionale

Autore: Redazionale

Lo scorso 27 giugno a Marrakech l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale delle Nazioni Unite (OMPI) ha scritto un pezzo di storia con l’approvazione di un trattato sul diritto d’autore  a favore delle persone con disabilità visiva e con gravi difficoltà a leggere la stampa ordinaria. Si tratta del primo trattato sulla proprietà intellettuale che va a vantaggio dell’interesse pubblico piuttosto che degli interessi dei titolari dei diritti e giunge a conclusione di quasi cinque anni di difficili negoziati intrapresi dall’Unione Mondiale dei Ciechi, con il sostegno attivo dell’Unione Europea dei Ciechi e in collaborazione con altre ONG. Attualmente, il diritto d’autore è regolato dalla legislazione nazionale che ha l’effetto di impedire alle organizzazioni di/per non vedenti di paesi vicini di condividere i testi in formato adattato, causando in tal modo l’inutile duplicazione di produzione di libri in formato accessibile.
Che cosa significa questo per  le persone con disabilità visiva e con gravi difficoltà a leggere la stampa ordinaria? Attualmente solo il 5% di tutti i libri pubblicati nei paesi industrializzati e meno dell’1% di quelli pubblicati nei paesi in via di sviluppo sono prodotti in formato accessibile –  braille, caratteri ingranditi e audio –  di cui le persone con disabilità visiva e con gravi difficoltà a leggere la stampa ordinaria hanno bisogno. Il fulcro di questo trattato è l’articolo che autorizza le organizzazioni e le biblioteche di/per persone con disabilità visiva a condividere le loro raccolte di titoli accessibili con altre comunità della stessa lingua in tutto il mondo. Esempi di questo sono la Spagna e l’Argentina, che potranno  condividere le loro raccolte congiunte di oltre 150.000 titoli con tutti i paesi dell’America Latina non appena il governo di ciascun paese beneficiario avrà ratificato e applicato il Trattato. Allo stesso modo, le raccolte in francese, in arabo, in cinese, ecc. potranno essere condivise in tutto il mondo con quelle comunità di migranti che al momento non possono prendere in prestito legalmente o acquistare un titolo accessibile dalla loro patria.
L’ex-Presidente dell’Unione Mondiale dei Ciechi , Maryanne Diamond, capo della delegazione WBU per i colloqui sul trattato di Marrakech, ha dichiarato: “Abbiamo lavorato intensamente per molto tempo per questo giorno. Siamo molto contenti che gli stati membri abbiano raggiunto un accordo su un ottimo trattato che farà fare un  altro passo avanti all’inclusione delle persone non vedenti nella società. Il 27 giugno, giorno dell’approvazione del trattato è una data particolarmente significativa, perché è il giorno della nascita di Helen Keller. Lei sarebbe stata orgogliosa di vedere i diritti umani prevalere anche in questo caso”.

Disabili in pista, di Angelo De Gianni

Autore: Angelo De Gianni

Un minorato visivo si siede sul sedile di una Porsche rossa dal costo proibitivo, che una qualsiasi persona, anche benestante, può soltanto sognare per tutta la sua esistenza, chiude lo sportello, allaccia la cintura di sicurezza e, qualche secondo dopo, sente una spinta alla schiena. L’auto è avviata! Dopo qualche altro secondo e pochi cambi di marcia quasi impercettibili, il bolide è lanciato sulla pista a circa 250 chilometri l’ora. C’è appena il tempo di rendersi conto della velocità raggiunta, che una frenata rallenta bruscamente l’automobile, preannunciando l’imminente serie di curve che costituiscono la prima chicane della pista. La vettura si inclina prima a sinistra poi, subito dopo, a destra e ancora a sinistra: il sole del mattino, che prima scaldava le braccia, ad un tratto scompare dietro la vettura, riapparendo pochi secondi dopo, per poi posizionarsi, per qualche minuto, obliquamente; sembra che la Terra abbia improvvisamente perso il suo ritmo di
rotazione e di rivoluzione intorno alla nostra stella!

Dopo le curve finalmente ecco il rettilineo: la velocità dell’automobile aumenta e con essa l’emozione, resa ancor più intensa dal rombo più forte del motore e dal rumore del vento sul parabrezza.
Pochi secondi dopo, però, ecco altre curve, alcune dolci, altre più strette e difficili da affrontare; gli pneumatici stridono, toccano i cordoli, si riscaldano: poi, dopo alcuni giri, l’auto rallenta, imbocca la strada che porta all’area di sosta, rallenta ancora fino a fermarsi e il disabile visivo si toglie la cintura di sicurezza e, aperto lo sportello, scende, investito dall’odore forte di gomma bruciata, dal tepore del sole di una giornata imprevedibilmente calda in una primavera fredda, da un’incontenibile gioia per le forti emozioni provate e da un’altrettanto incontenibile voglia di salire a bordo di un altro di quei bolidi, per tornare a sfrecciare su quell’asfalto liscio che trasmette un senso di libertà e di forza straordinarie.

Molti tra i lettori penseranno che queste descrizioni siano tratte da un verbale della Guardia di Finanza, nel quale sono trascritte le riprese di falsi ciechi al volante: mi spiace deludere le aspettative dei cacciatori di imbroglioni e dei sedicenti giornalisti al loro servizio, ma alla guida di quelle splendide automobili il 26 maggio scorso c’erano piloti vedenti e, sul sedile accanto, viaggiavano, a turno, alcuni minorati visivi della Polisportiva della Sezione Provinciale UICI di Torino.
Nel corso dell’originale manifestazione, svoltasi presso il circuito automobilistico di Balocco, in provincia di Vercelli, i partecipanti non vedenti ed ipovedenti hanno potuto provare le intense emozioni e le particolari sensazioni che si provano durante una vera competizione automobilistica: ciascuno di loro ha sentito il rumore del vento tutto attorno, mentre la Cabriolet percorreva un rettilineo a più di 200 chilometri l’ora, ha riconosciuto, grazie alle differenze acustiche, il passaggio dell’automobile sotto un ponte, ha potuto conoscere il paesaggio attorno alla pista, grazie alle minuziose e precise descrizioni che quasi tutti i piloti hanno fatto dell’ambiente circostante e tanto altro ancora.
Ciascun disabile visivo ha elaborato questa esperienza in modo diverso, secondo le proprie percezioni e la propria personalità, ma sono certo che a tutti resterà un ricordo indelebile di questa splendida avventura vissuta a tutta velocità a bordo di una Porsche o di una Lamborghini, accanto al pilota, proprio come un vero navigatore di rally!
Angelo De Gianni

Il nostro Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva degli Ipovedenti: un prestigioso riconoscimento, di Angelo Mombelli

Autore: Angelo Mombelli

Recentemente l’Ufficio di Ginevra dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto il Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva degli Ipovedenti che fa capo alla nostra Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità, quale suo Centro di Collaborazione mondiale. Il riconoscimento, dovuto anche all’approvazione del nostro Ministero della Salute, ci inorgoglisce, perché è il frutto di un lungo e specifico lavoro svolto dai nostri dipendenti, collaboratori e dirigenti della IAPB.
Il fatto ha subito riportato la mia mente al passato impegno profuso dalla nostra Unione nel settore della riabilitazione visiva: nel 1977, con una geniale e sicuramente pionieristica intuizione, l’Unione fondò la Sezione italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità, che avviò subito, anche se con scarse risorse, la propria attività. Ricordo che, alla fine degli anni ’80, allorché s’iniziò a trattare il problema della riabilitazione visiva, gli amici oculisti che avevamo interpellato sull’argomento sgranavano gli occhi: il problema era a loro sconosciuto, e non ne afferravano l’importanza. Per l’organizzazione del primo corso per riabilitatori visivi fummo costretti a rivolgerci ad un team di istruttori svedesi, che all’epoca erano i capiscuola nella materia.
All’epoca, eravamo in pochi a trattare l’argomento dell’ipovisione, anche perché mancava un riconoscimento a livello istituzionale: fu quindi un’altra geniale intuizione della nostra attuale presidenza nazionale a far emergere il problema, proponendo, nel 1997, la legge 284: quest’ultima, oltre a concedere un contributo di funzionamento alla nostra IAPB, stanziò fondi per la costituzione e il potenziamento dei centri di riabilitazione visiva.
La conseguenza fu un’esplosione di iniziative in proposito, che, sebbene un po’ scoordinate tra loro, furono il segnale di un cambiamento culturale: gli oculisti iniziavano a considerare la riabilitazione visiva come una nuova frontiera dell’oftalmologia. Fu una bella soddisfazione, pensando ai sorrisi ironici degli stessi oculisti di qualche anno prima! Nel 2007, con la costituzione del Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva degli Ipovedenti, sono state poi poste le basi per avviare un processo di coordinamento degli innumerevoli centri sparsi sul territorio. 
L’intenso lavoro che da allora è stato svolto da tutti gli specialisti appartenenti al Polo ha portato al prestigioso riconoscimento di cui oggi ci troviamo a parlare. La mia constatazione personale è che da discenti quali eravamo nel 1990 siamo ora diventati dei veri esperti del settore, tanto da rappresentare un esempio e un modello non solo per l’Europa, ma per il mondo intero.
Complimenti quindi a tutti e tutte coloro che con impegno operano presso e per il Polo Nazionale: un sincero in bocca al lupo, perché questo primato si conservi nel tempo.

Insieme si poteva fare di più, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

Quando, sotto il Governo Monti, fu approvato il Decreto sull’ISEE, il nostro stato d’animo fu da una parte di soddisfazione per aver scampato il pericolo dell’indennità di accompagnamento sottoposta ad un tetto di reddito, che si vociferava essere basso, dall’altra di amarezza per aver dovuto subire l’imposizione che la stessa indennità di accompagnamento facesse reddito.
 Quando la Conferenza delle Regioni ha bloccato il Decreto, ho sperato che almeno la FAND chiedesse di rivedere il testo eliminando il boccone amaro che avevamo dovuto ingoiare.
 Dopo la costituzione dell’attuale Governo, in occasione del FAND DAY, posi il problema dell’ISEE alla FAND chiedendo l’autorizzazione a predisporre un ordine del giorno che prevedesse l’innalzamento delle franchigie e la rimozione dell’indennità di accompagnamento dalle voci che contribuivano a costituire il reddito. La FAND fu d’accordo. Preparai l’ordine del giorno, feci il mio intervento durante il FAND DAY alla presenza del Vice Ministro Maria Cecilia Guerra che, naturalmente, non condivise né l’intervento né l’ordine del giorno ricordandomi che il testo del Decreto era stato concordato con tutte le Associazioni di Disabili e con le Organizzazioni Sindacali. Opposi l’argomento che eravamo stati costretti ad accettare un compromesso che non ci piaceva e che comunque era cambiata la situazione politica e che avevamo un Governo a guida PD che culturalmente avrebbe dovuto essere più vicino alle esigenze dei disabili.
 Subito dopo il FAND DAY inviai l’ordine del giorno alla FAND con preghiera di inviarlo agli iscritti delle singole organizzazioni federate. Non ho ricevuto risposte.
 Ho inviato un’altra e-mail con la quale chiedevo al Presidente della FAND, Giovanni Pagano,  di attivarsi per avere un incontro chiarificatore con il Vice Ministro Guerra. Anche questa e-mail è rimasta senza risposta.
 Qualche settimana dopo, presso la nostra sede centrale, si è riunita la FAND per decidere la partecipazione alla prossima Conferenza Nazionale sulla Disabilità che avrà luogo a Bologna il 12 e 13 luglio. Chiesi a Pagano di utilizzare il suo intervento alla Conferenza Nazionale per riproporre il tema della modifica del Decreto. Pagano disse che non era il caso di affrontare questo problema nella suddetta Conferenza e, allora, chiesi con forza che prima della Conferenza stessa si ottenesse un incontro con il Vice Ministro Guerra. L’incontro ci è stato dopo qualche giorno ed abbiamo appreso che nel frattempo il Decreto era stato nuovamente approvato dal Governo e che sarebbe stato sottoposto alle Commissioni Affari Sociali e Finanza delle due Camere per un parere puramente consultivo. Durante l’incontro con il Vice Ministro l’unico a parlare del Decreto ISEE sono stato io e l’ANMIL che ha rivendicato il carattere risarcitorio della loro indennità, nessuno degli altri presenti ci ha sostenuti, parlando d’altro. Sicuramente occorrerebbe un po’ più di coraggio: insieme si poteva fare di più! I colleghi della FAND si erano commossi perché il Vice Ministro aveva partecipato al FAND DAY e non volevano contrariarlo.
 A questo punto le probabilità di successo sono davvero poche, tuttavia, l’Unione presenterà un emendamento al testo in discussione per ottenere che l’indennità di accompagnamento dei disabili gravi, l’indennità speciale dei ciechi ventesimisti e di comunicazione dei sordi non costituiscano reddito, così come prevedono le loro leggi istitutive.
 Allego il testo di detto emendamento. Ho invitato le nostre strutture periferiche a verificare se all’interno delle commissioni coinvolte nella richiesta di parere ci siano parlamentari disponibili a presentare o sostenere le nostre richieste. Da parte nostra non mancheremo di intervenire nelle sedi giuste.
PROPOSTA DI EMENDAMENTO
OGGETTO: Schema di Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri – Regolamento concernente la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) – Modifica criteri di calcolo
All’art. 4, comma 2, lett. f) dopo le parole “di cui alla lettera a)”, inserire le parole “, ad esclusione dell’indennità di accompagnamento, dell’indennità speciale e dell’indennità di comunicazione concesse agli invalidi civili totali, ai ciechi totali, ai ciechi parziali e ai sordi”.
MOTIVAZIONE
L’emendamento in parola intende rettificare l’inclusione dell’indennità di accompagnamento e di emolumenti analoghi fra le componenti del reddito di ciascun componente il nucleo familiare ai fini della determinazione dell’indicatore della situazione reddituale, in considerazione del fatto che, anche con i meccanismi di compensazione previsti dal comma 3 del medesimo art. 4, si potrebbero verificare alcuni gravi squilibri a danno dei soggetti più deboli.
Infatti, il provvedimento, così come è attualmente concepito, potrebbe limitare sensibilmente i vantaggi derivanti alle persone che soffrono di disabilità gravi o gravissime di natura fisica, psichica o sensoriale dalla fruizione dell’indennità di accompagnamento, attualmente riconosciuta dall’ordinamento vigente al solo titolo della minorazione, mettendone in discussione l’indispensabilità e condizionandola a criteri di carattere patrimoniale, individuale e familiare, quando la famiglia già subisce gravi disagi dallo stato di disabilità del proprio congiunto.
Di fatto l’indennità di accompagnamento costituisce un sostegno indispensabile per tutte le persone disabili e le loro famiglie e rappresenta il mezzo principale per fronteggiare le difficoltà quotidiane che per un disabile si traducono nel dover programmare non solo giorno per giorno, ma ora per ora, minuto per minuto, tutte le azioni della propria vita.
Una simile iniquità porterebbe paradossalmente due cittadini, o due famiglie di pari reddito, a subire trattamenti diversi, dovendo, quella che ha al suo interno un disabile, far fronte alle ulteriori spese per i servizi ad esso destinati e implicherebbe una volontà dello Stato di negare ai disabili la possibilità di emancipazione e di crescita privandoli, insieme alle loro famiglie, di un supporto economico realmente insostituibile.
Si ricorda che, nella fattispecie, si tratta di provvidenze di alto profilo morale e civile che hanno portato il nostro Paese all’avanguardia nel mondo in tema di diritti civili e che non possono in alcun modo essere di fatto distrutte, tenendo anche conto che in nessun Paese d’Europa simili emolumenti sono sottoposti a criteri reddituali essendo considerati parte integrante del diritto di cittadinanza.
Si confida che il legislatore converrà che le persone disabili, pur nella necessaria partecipazione agli sforzi richiesti dall’attuale difficile congiuntura economica, non possono essere chiamate a fare il doppio dei sacrifici richiesti agli altri, venendo a pagare sia come cittadini, sia come disabili, e vedendosi privare di quei mezzi economici, attraverso i quali oggi possono tentare di far fronte a molte delle proprie difficoltà, che non hanno un valore reddituale, ma tendono a supplire ai servizi carenti, o inesistenti, in ossequio a quanto sancito dalla Costituzione.

 

A Sua Santità Papa Francesco, di Cesare Barca

Autore: Cesare Barca

Carissimo  e Santo Padre,
è con grande titubanza che mi permetto rivolgermi a Lei, ma lo faccio avendo intuito e assimilato l’amore l’apertura sociale che sempre ha dimostrato verso tutti, particolarmente nei confronti dei più deboli e provati dalle vicende della vita.
 
Sono un incaricato stampa dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e dirigo con particolare premura e affetto una rivista mensile, sonora,”Senior”, realizzata in mp3, distribuita a tutti gli anziani italiani con minorazione visiva

Nei primi quindici giorni di Giugno coordinerò un soggiorno a livello nazionale in un centro marino di Tirrenia in Toscana dove si incontreranno molti amici anziani non vedenti e alcuni mi hanno già contattato telefonicamente per invitarmi ad organizzare un viaggio a Roma per poterLa incontrare:  la richiesta purtroppo è irrealizzabile, almeno per ora, perché la loro situazione fisica e la loro età comporterebbe un’organizzazione particolarmente attenta e assistita.

Mi sono quindi deciso di richiedere a Lei, Papa Francesco, un gesto di affettuosa vicinanza che potrebbe donare a noi tutti tanta gioia e tanta serenità.

So di osare troppo, ma confido nella sua comprensione e nel suo spirito di accoglienza pregandoLa di concedermi un messaggio vocale che potrebbe inviarmi usando la tecnologia informatica o, se possibile, concedermi una breve conversazione registrata: sì, Santo padre, perché chi non vede coglie molto, anzi moltissimo dalla parola, dalla voce, dal calore e l’amore che Lei sa donare nei suoi interventi.

Certo, se fosse possibile, io sarei ben felice di poterLa intervistare sia personalmente che telefonicamente,  ma forse chiedo troppo e forse sto già abusando della Sua cortesia.
 

Sono anch’io un anziano non vedente e dirigo la  rivista per gli anziani non vedenti da sedici anni, una rivista sonora che viene pienamente vissuta da tanti amici per lottare contro l’isolamento e la solitudine, le piaghe più  dolorose per l’anziano disabile.

Sono padre di due figlioli, felicemente sposato e nonno di quattro nipotini, almeno per ora.

Sarebbe una gioia immensa poter donare ai miei amici una sua parola tutta per loro, la Sua preghiera e la Sua benedizione.
 
Grazie, grazie con tutto il cuore e perdoni se ho osato troppo: resto comunque nella certezza che, quantomeno, avrò la Sua comprensione e il suo ricordo nella preghiera.

Con profondo rispetto e tanto affetto.

Cesare Barca

 

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