Concorso EBU-ONKYO 2016 sui temi sul Braille: i vincitori

Il concorso ONKYO sui temi sul Braille, iniziativa su scala mondiale ideata e sponsorizzata dalle ditte giapponesi Onkyo Corporation e The Braille Mainichi per promuovere l’utilizzo del Braille, offre ogni anno ai partecipanti l’opportunità di esprimere l’importanza del Braille nella loro vita.
L’edizione 2016 della sezione europea del concorso, gestita dall’ Unione Europea dei Ciechi (EBU), ha annoverato un totale di 51 partecipanti, provenienti da 19 diversi paesi, tra i quali la giuria ha selezionato i seguenti vincitori:
1. Primo premio Otsuki:
“I see with my fingers” (Vedo con le mie dita) di Teresa Dederko, (Polonia)
2. Premi di eccellenza:
Categoria giovani: Megan Paul, (Regno Unito) “The bumpy road” (La strada accidentata)
Categoria adulti: Rodica Sandu, (Romania) “The braille alphabet gave me the book light” (L’alfabeto Braille mi ha dato la luce del libro)
3. Premi per opere di merito:
Categoria giovani :
Till Zipprig, (Germania) “Sixpack” (Confezione da sei)
Miguel Fernández Páez, (Spagna) “I only think of you” (Penso soltanto a te)
Categoria adulti:
Nathalie Danjou, (Belgio) “Once upon a Dot” (C’era una volta un punto)
Peter Nielsen, (Danimarca) “The sore dot” (Il punto dolente)

Alto encomio della giuria EBU:
Ivana Vinko, (Croazia) “The future of braille is under our finger tips” (Il futuro del Braille è sotto la punta delle nostre dita)
Ganna Serputko, (Ucraina) “The whole world in harmony of dots” (Il mondo intero in armonia di punti)

Encomio della giuria EBU:
Jesús Alberto Gil Pardo, (Spagna) “Braille, not a thousand words” (Braille, non mille parole”
Brandon Hulcoop, (Regno Unito) “Life with Braille (with family interviews)” [La vita con il Braille (con interviste alla famiglia)]
Livi Ciobanu, (Romania) “A life exceeded by points” (Una vita segnata dai punti)

I temi vincitori sono disponibili sul sito dell’EBU, al seguente indirizzo:
http://www.euroblind.org/projects-and-activities/activities/nr/210.

I temi dei cinque partecipanti italiani, selezionati dalla giuria U.I.C.I., sono invece disponibili sul nostro sito, nella apposita sezione dedicata al premio, al seguente indirizzo: https://www.uiciechi.it/AttivitaInternazionali/temibraille.asp.

Ebu – Seminario internazionale sulla parità di genere, di Cinzia Artaria

Sabato 8 dicembre 2016 ho partecipato insieme ad Antonio Quatraro al seminario internazionale on-line sulla parità di genere organizzato dall’Unione Europea dei Ciechi (EBU).
Erano presenti diversi rappresentanti provenienti da paesi quali Francia, Cipro, Slovenia, Finlandia, Olanda e Svezia nonché rappresentanti di associazioni di disabili visivi dal Guatemala, Argentina e Perù, inoltre era presente Tanja Kleut rappresentante del Parlamento Europeo.
La conferenza è iniziata con parole di ringraziamento ai partecipanti da parte di Mokrane Boussaid dirigente esecutivo di EBU e della Segretaria Generale Maria Kyriacou, la quale ha sottolineato l’importanza di organizzare questi seminari, al fine di sensibilizzare le persone verso tematiche importanti quali per esempio la parità di genere, da considerarsi non solo nel rapporto uomo/donna, ma anche la parità di genere nei confronti della religione nelle questioni razziali, dell’omosessualità, ecc.

La prima parte del seminario è stata condotta da Mary Collins rappresentante della lobby delle donne europee.
La signora Collins ha esordito dicendo che metà della popolazione mondiale è composta da donne, le quali devono sempre più acquisire delle consapevolezze e lottare per far rispettare i propri diritti.
Per raggiungere questa uguaglianza c’è bisogno delle istituzioni che attraverso le leggi permettano alle donne di vedere rispettati i loro diritti, e le aiutino ad essere sempre più parte integrante della società.
Dagli anni ’60 e ’70, in diversi paesi Europei, sono stati firmati molti trattati ed emanate leggi a tutela delle donne , dal 2014 è stata emanata anche una legge a favore delle donne disabili.
In realtà la condizione della donna varia a seconda delle aree geografiche prese in considerazione.
La Collins ha analizzato uno studio condotto recentemente in Francia, in cui si evidenzia che una donna su 3 ha subito violenza fisica o sessuale, molto spesso all’interno delle mura domestiche, da un compagno o un familiare. Molto spesso però le donne si astengono dal denunciare episodi di violenza, quindi i numeri potrebbero essere superiori.
Nonostante molteplici leggi, stiamo attraversando un periodo di stagnazione.
Si avverte una forte riduzione dei servizi e dei fondi stanziati dalle varie associazioni. Non più di 15 giorni fa in Turchia sono state chiuse delle organizzazioni che combattevano a fianco delle donne.
La Collins ha poi continuato facendo delle domande ai partecipanti sotto forma di quiz relativamente alle statistiche da lei mostrate sulla presenza delle donne nell’ambito del lavoro, della politica, nella vita sociale.
Purtroppo si deve sempre prendere atto che il numero degli uomini è superiore in questi ambiti.
Antonio Quatraro presidente del Consiglio Regionale Toscano UICI è intervenuto puntualizzando che nella nostra associazione è stata introdotta la cosiddetta “equiparazione di genere”, nella composizione degli organi periferici.
Nella seconda parte la Collins ha approfondito il suo intervento considerando il futuro che vorremmo e quindi la necessità di passare dalle parole alle azioni concrete attraverso quattro tappe
Step 1 – Fondamentale avere e dare consapevolezza, costruire consapevolezza nei confronti delle donne, controllare e pianificare all’interno delle associazioni.
E’ importante controllare se lo statuto ne parla, considerare quello che vogliamo fare , quali decisioni vogliamo prendere al riguardo, quali sono i nostri obiettivi, elaborare delle strategie a lungo termine, capire dove sono le criticità, e come ci approcciamo all’uguaglianza di genere.
Molto importante è anche il linguaggio utilizzato nei documenti, inclusi quelli relativi alle politiche di indirizzo, dove generalmente prevale l’uso del soggetto maschile piuttosto che quello femminile.
Step 2 – Implementazione.
Reperire risorse economiche, possibilmente incrementandole di anno in anno, che però non siano solo finanziare ma anche umane.
Stabilire un budget preciso e decidere come utilizzarlo.
Al momento si deve registrare una carenza sotto questo aspetto.
Step 3 – Monitoraggio delle risorse a breve e lungo termine.
Incrementare il numero delle donne che ricoprono incarichi all’interno delle associazioni, per raggiungere una rappresentanza di qualità.
Le donne a loro volta devono essere consapevoli delle proprie capacità e del proprio potere decisionale.
Monitorare se ci sono risultati apprezzabili e, in caso negativo, cercare di capire come rimediare, analizzare i risultati raggiunti e quelli non realizzati.
Capire se l’obiettivo è stato raggiunto e con quali modalità.
Step 4 – Eventuale riassegnazione delle risorse.
Nella seconda parte del seminario , Karin Hjalmarson, Rappresentante dell’ uguaglianza di genere all’interno dell’associazione di disabili visivi svedese, ha parlato dell’esperienza dei paesi dell’Europa del nord in particolare della Svezia.
La loro è una lunga tradizione iniziata negli anni ’90.
Questi paesi hanno investito molto sulla formazione, organizzando Workshop, e hanno investito sulla comunicazione continua dei media.
Hanno lavorato molto sulla autostima delle donne pensando, di fatto, concretamente all’assegnazione di ruoli importanti all’interno delle associazioni e affidando loro ruoli decisionali fondamentali; tanto che nel 2014 hanno avuto la loro prima donna Premier.
due terzi dei dirigenti associativi sono donne e il potere fra uomini e donne è ugualmente distribuito.
Ad ogni modo in alcuni settori si evidenzia ancora una supremazia maschile e quindi c’è ancora da lavorare.
Le strategie da utilizzare riguardano sia gli aspetti organizzativi sia quelli più strettamente politici.
Bisogna utilizzare meglio i fondi a disposizione.
Per quanto riguarda la discriminazione degli uomini nei confronti delle donne disabili Karin ha sottolineato che non si tratta solo di una violenza di tipo fisico o sessuale, ma può essere anche più semplicemente la cattiva abitudine di non considerare la necessità di lasciare le cose in ordine quando si va a far visita ad una donna ad esempio, creandole quindi grosse difficoltà nell’orientarsi oppure lasciarla in qualche luogo da sola senza darle punti di riferimento.
I risultati conseguiti sono molteplici, ma non bisogna mai abbassare la guardia, altrimenti si torna indietro.
Minna Kejonen dell’associazione finlandese ha aggiunto che anche nel suo paese si è lavorato molto sulla consapevolezza e sulla formazione, organizzando grandi conferenze per trattare e analizzare il problema.
Bisogna aiutare le donne a raggiungere l’indipendenza economica, ad esporre le loro problematiche.
In un altro intervento si è poi sottolineato che attraverso foto ed immagini passano dei messaggi sbagliati, che riducono le donne ad oggetti di piacere.
Ad ogni modo se la parità di genere non viene rispettata all’interno delle nostre associazioni, non si può pretendere che sia rispettata nella società che ci circonda.
Quindi bisogna lavorare anche in questo senso dato che ci sono donne con grandi capacità che aspettano solo di essere valorizzate.

Commissione europea – Dichiarazione della Commissaria Marianne Thyssen in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità

Bruxelles, 2 dicembre 2016
La Giornata internazionale delle persone con disabilità riguarda le persone e i loro diritti ed è un’occasione per rammentare come le persone con disabilità e i loro rappresentanti siano stati e continuino ad essere motori di cambiamento politico in tutto il mondo.
Dieci anni fa è stata adottata la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. L’approccio alla disabilità basato sui diritti umani è diventato un punto di riferimento giuridico a livello mondiale.
Ciò non è accaduto da un giorno all’altro, ma è il risultato di molti anni di campagne e azioni di sensibilizzazione portate avanti in particolare dal movimento delle persone con disabilità. Sono azioni che ancora oggi rivestono molta importanza perché moltissime barriere restano da abbattere.
La Commissione europea è impegnata a rimuovere tali barriere e a sostenere l’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite nell’Unione europea, nei settori di sua competenza. Misure concrete sono state adottate nell’ambito della strategia europea sulla disabilità 2010-2020 e presto sarà conclusa una relazione sullo stato di avanzamento dei lavori. Tra le iniziative recenti,
l’Atto europeo sull’accessibilità, proposto dalla Commissione un anno fa, utilizza appieno il potenziale del mercato unico per rendere alcuni prodotti e servizi fondamentali accessibili alle persone con disabilità. Mi auguro che la proposta della Commissione possa essere presto adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio. È con grande soddisfazione inoltre che accolgo la recente adozione della direttiva sull’accessibilità del web: nuovi prodotti e servizi digitali offrono alle persone con disabilità ulteriori possibilità di partecipazione alla società e al mercato del lavoro.
La sfida resta enorme. È dimostrato che le persone con disabilità sono molto più a rischio di esclusione sociale rispetto alla popolazione in generale. Inoltre si prevede che nel 2020, un europeo su cinque sarà affetto da un certo grado di invalidità.
La Commissione ha posto la crescita inclusiva e l’equità sociale al centro della sua agenda e si attiva a fondo per non lasciare indietro nessuno. L’impegno delle autorità nazionali, regionali e locali, così come quello di imprese e organizzazioni della società civile è essenziale per realizzare progressi decisivi. Solo unendo i nostri sforzi possiamo trasformare in realtà la piena ed equa partecipazione delle persone con disabilità.

UNIONE MONDIALE DEI CIECHI – È ora di agire per l’occupabilità dei ciechi e degli ipovedenti – Comunicato stampa per Giornata internazionale delle persone con disabilità

Toronto, Canada: il 3 dicembre è la giornata in cui il mondo celebra le persone con disabilità e la loro piena inclusione nella società. Il tema scelto dalle Nazioni Unite quest’anno è “Raggiungere 17 obiettivi per il futuro che vogliamo”, in riferimento agli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Developments Goals (OSS). Gli OSS sono stati approvati dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel settembre 2015 e contengono espliciti riferimenti alle persone con disabilità. Questo fa sì che le persone con disabilità verranno incluse tra le priorità del programma internazionale di sviluppo valido fino al 2030.

Gli obiettivi riguardano diversi argomenti come la salute, l’istruzione, la pace e la parità di genere. L’obiettivo n. 8 chiede di “promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti.” Questo obiettivo è anche una delle principali priorità dell’Unione Mondiale dei Ciechi (World Blind Union – WBU). Nonostante i progressi fatti in materia di istruzione e di riabilitazione, nelle tecnologie e nel modo di porsi della società nei confronti delle persone con disabilità visiva, in ogni parte del mondo le persone cieche o ipovedenti hanno probabilità molto ridotte di trovare un impiego. Nei paesi sviluppati, l’occupazione delle persone con disabilità visiva si aggira intorno al 25%, mentre nei paesi in via di sviluppo il numero di persone non vedenti occupate scende sotto il 10%.

“I ciechi e gli ipovedenti vogliono lavorare e sono in grado di farlo. L’unica cosa che li trattiene è la mancanza di opportunità” ha detto il prof. Fredric Schroeder, Presidente dell’Unione Mondiale dei Ciechi. Schroeder ha inoltre dichiarato che “I ciechi e gli ipovedenti devono poter contare su una buona istruzione, sulle tecnologie assistive e su qualcuno che dia loro l’opportunità di dimostrare quello che sono in grado di fare”.

Il futuro che la WBU vuole che si realizzi è quello in cui tutte le persone con disabilità, comprese le persone cieche e ipovedenti, abbiano pieno accesso a un’occupazione remunerata, in condizioni di parità rispetto alle persone senza disabilità. Al fine di raggiungere questo obiettivo, è necessario affrontare gli ostacoli che ancora persistono e che impediscono alle persone non vedenti di trovare un impiego.

Tra gli ostacoli vi sono la mancanza di una legislazione che eviti la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità nei luoghi di lavoro o durante il processo di assunzione, la mancanza delle conoscenze necessarie per supportare e / o formare i dipendenti ciechi o ipovedenti e i pregiudizi e le false credenze difficili da estirpare che molte persone hanno ancora nei confronti dei non vedenti, come ad esempio la convinzione che le persone con disabilità visiva non abbiano le stesse capacità di un lavoratore vedente o che esse rappresentino un costo maggiore per il datore di lavoro rispetto agli altri dipendenti.

Un recente studio dell’Ipsos condotto in Canada per l’Istituto Nazionale Canadese per i Ciechi .- Canadian National Institute for the Blind (CNIB) ha messo in evidenza che il 70% dei canadesi, tra un candidato vedente e uno non vedente, sceglierebbe il candidato vedente anche se entrambi avessero le medesime qualifiche (clicca qui per i risultati completi dello studio Ipsos). Questo genere di pregiudizi riguardanti l’impiego di persone non vedenti non sono specifici del Canada, ma sono un problema diffuso in tutto il mondo.

Per combattere queste barriere e questi pregiudizi, la WBU ha creato un sito web chiamato Project Aspiro, che mette a disposizione dei ciechi e degli ipovedenti, siano essi ancora inseriti in un percorso di studi o già alla ricerca di un impiego, alcuni strumenti di formazione e di abilitazione che potranno aiutarli a trovare un lavoro. Questo sito mette in evidenza anche il ruolo fondamentale dei datori di lavoro e contiene materiali che possono aiutare questi ultimi nel momento in cui decidono di assumere una persona non vedente o devono gestire personale con disabilità visiva.

Inoltre, il CNIB ha recentemente lanciato una campagna per l’impiego delle persone con disabilità visiva chiamata “EmployAbility”, rendendo disponibili materiali e informazioni utili sia a chi cerca un’occupazione sia ai datori di lavoro. È possibile accedere alla pagina della campagna “EmployAbility” cliccando qui.
L’Unione Mondiale dei Ciechi (WBU) è l’organizzazione che rappresenta a livello mondiale circa 285 milioni di persone cieche e ipovedenti. I suoi membri si trovano in oltre 190 paesi e sono organizzazioni di persone non vedenti che difendono i propri diritti e interessi, organizzazioni che forniscono servizi a queste persone, ma anche organizzazioni internazionali attive nel settore della disabilità visiva. Visitate il nostro sito internet www.wbu.ngo

Per ulteriori informazioni, si prega di contattare:
Caitlin Reid
Responsabile delle comunicazioni
Unione Mondiale dei Ciechi
Caitlin.Reid@ebu.ngo

Seminario online sulla parità di genere organizzato dall’Unione Europea dei Ciechi, 8 dicembre 2016

L’8 dicembre prossimo, dalle 14.30 alle 16.30, l’EBU, Unione Europea dei Ciechi, terrà un seminario on-line sulla parità di genere.

Il seminario sarà tenuto in lingua inglese e dopo le presentazioni da parte dei relatori, verrà dedicato uno spazio anche a eventuali domande e commenti da parte dei partecipanti.
La teleconferenza verrà tenuta tramite il servizio WebEx della CISCO,  per l’uso del quale verranno fornite ai partecipanti adeguate istruzioni tecniche.

Gli interessati potranno prenotarsi, inviando il proprio nome, il nome dell’organizzazione di appartenenza e l’indirizzo email per ulteriori scambi di informazioni a ebuprojects@euroblind.org  e in copia a inter@uiciechi.it.

Dato il numero limitato di posti disponibili, è opportuno fare richiesta di iscrizione al più presto.

Di seguito il programma del seminario.
EBU e-workshop on Gender Equality
December 8, 2016, 14:30 -16:30 CET

Moderated by Maria Kyriacou, EBU Secretary General

Programme

Introduction

Opening words – Mokrane Boussaïd, EBU Executive Director

Welcome – Maria Kyriacou, EBU Secretary General

Part A: Gender equality in a broad context
By Mary Collins, Senior Policy and Advocacy Coordinator, European Women’s Lobby
–        Why gender mainstream?
–        What does it mean to you?
–        Quiz
–        Context of women’s rights in a European context today
–        Role of organisations in achieving gender equality

Part B: The future we want: looking within making gender equality become a reality
By Mary Collins, Senior Policy and Advocacy Coordinator, European Women’s Lobby
–        How to move from words to action
–        How to gender mainstream within an organisation
–        4 steps to gender mainstreaming:
Step 1. Preparation: Getting organized, building awareness, taking ownership
Step 2. Implementation: Allocating resources, developing a gender mainstreaming strategy and a working plan Learning about gender differences, creating accountability, strengthening commitment
Step 3. Monitoring: Creating an organizational analysis, assessing internal policy impact
Step 4. Evaluation and redesigning

Discussion incl. questions, remarks and suggestions

Break: 10 minutes

Part C: From words to action – The Nordic experience
By Karin Hjalmarson, responsible for gender equality issues at the Swedish Association of the Visually Impaired (SRF).
–        Plan of action for gender equality in the Association of the Blind and Partially Sighted
–        Gender-based statistics – an important tool
–        Workshops and trainings for empowering women
–        What have we learnt in SRF?

Discussion incl. questions, remarks and suggestions

Terza edizione del Festival canoro dei Lions per le persone cieche e ipovedenti “Sounds from the Heart”

I Lions Club di Cracovia (Polonia) annunciano la terza edizione  del “Lions World Song Festival for the Blind – Sounds from the Heart” (www.lionsfestival.org), un festival canoro internazionale per non vedenti che si terrà a Cracovia dal 16 al 18  Novembre 2017.  Possono partecipare alla selezione cantanti non professionisti con un buon livello artistico ciechi o ipovedenti con un residuo visivo non superiore a 1/20. Per partecipare alla selezione è necessario presentare una canzone inedita di qualunque genere musicale che sia stata composta appositamente per il concorso entro il 30/05/2017.

Nelle edizioni precedenti l’Italia è stata ben rappresentata: quattro concorrenti nel 2013 e otto nel 2015. Due cantanti italiane: Silvia Mattia (2013) e Izabela Diana Ihnatiuc (2015) sono state premiate con il terzo premio.

Fondamentale requisito per la partecipazione è il sostegno di un club Lions, che dovrà sottoscrivere il formulario di iscrizione insieme al candidato. Le spese di viaggio e di partecipazione (compresi vitto e alloggio) dei partecipanti selezionati sono a carico dei cantanti stessi e dei Club Lions che li sostengono (per maggiori informazioni su questo aspetto si veda il link http://lionsfestival.org/en/festival-fees). Per iscriversi sarà necessario prendere visione delle istruzioni presenti al link http://lionsfestival.org/en/vocalists-registration. Per ulteriori informazioni si prega di scrivere agli organizzatori del festival all’email festival2017@lionsfestival.org.

Sport, solidarietà e divertimento: con il programma ERASMUS+ i giovani europei scoprono a Tirrenia il valore dell’inclusione, di Manuela Esposito

Autore: Manuela Esposito

Lo scorso mese di settembre presso l’hotel Olympic Beach – Le Torri di Tirrenia (PI) si è tenuto un evento fuori dal comune: uno scambio europeo tra giovani italiani, finlandesi e ciprioti, vedenti e non, che per circa una settimana hanno condiviso esperienze e vita quotidiana nel quadro del progetto europeo “SportAbility: equality and participation through sports”. Intento del progetto, coordinato dalla Presidenza Nazionale UICI e cofinanziato dal programma europeo ERASMUS+, è stato quello di far scoprire, attraverso la conoscenza e la pratica degli sport specifici e adattati per non vedenti, il valore della condivisione, della solidarietà e dell’impegno personale nella società.

Durante la giornata i ragazzi sono stati introdotti ai diversi sport adattati e specifici per non vedenti sotto la guida di istruttori specializzati, alcuni dei quali non vedenti loro stessi. Tranne che nel judo, i vedenti e gli ipovedenti hanno praticato lo sport rigorosamente con gli occhi bendati. Per lo showdown o il torball, i ragazzi sono stati sapientemente guidati da Sandro Bensi, Presidente del Gruppo Sportivo Dilettantistico UICI di Pisa e Responsabile Tecnico del Comitato Italiano Paralimpico. Per quanto riguarda questo sport due sono stati gli incontri “speciali”, la visita di Massimo Sanapo, Presidente del Comitato degli Arbitri di showdown dell’International Blind Sport Federation, che ha offerto ai ragazzi l’emozione di farsi arbitrare come durante un match di campionato europeo (tenutosi poi proprio presso l’hotel Olympic Beach la settimana seguente) e poi il torneo che ha visto confrontarsi gli anziani del soggiorno “Ultimo sole” con i ragazzi dello scambio, sfida che è stata stravinta dai più esperti giocatori anziani e che è stata l’occasione per un simpatico incontro tra i due gruppi.

Le sessioni di torball e baseball si sono invece tenute presso il Centro di Preparazione Olimpica del CONI di Tirrenia. Nell’ampia palestra del basket è stato installato un campo da torball, dove i ragazzi, indossate tutte le protezioni necessarie, sono stati divisi in squadre miste di vedenti e non vedenti e si sono cimentati in questo sport organizzando un torneo combattutissimo. Per presentare invece il baseball per i ciechi sono venuti a Tirrenia ben sette tra istruttori e giocatori, vedenti e non vedenti, dell’Associazione Italiana Baseball per Ciechi. La sessione di judo, condotta dagli istruttori Antonio Agostinelli e Giuseppe Mariano è stata molto impegnativa a livello fisico, ma questo non ha spento l’entusiasmo dei giovani partecipanti, anzi qualcuno di loro ha scoperto di avere un vero talento, forse davvero tra di loro ci sono alcuni degli atleti dei prossimi giochi paralimpici!

La scherma per ciechi, introdotta dal maestro Alessandro di Ciolo, ha riscosso interesse e i ragazzi si sono emozionati quando hanno potuto toccare una vera spada da competizione e hanno praticato alcune mosse della scherma adattata con dei fioretti da allenamento su una piattaforma. La giornata proseguiva nel tardo pomeriggio e fino a dopo cena con altre attività, tra le quali vi sono stati alcuni workshop che hanno avuto lo scopo di portare tutti i ragazzi a riflettere sui principali problemi incontrati dai giovani non vedenti: l’educazione, la mobilità, l’accesso alle informazioni e alle attività ricreative, tra le quali lo sport. Tutte queste attività di presa di coscienza e di riflessione sugli impegni che dovrebbero essere presi dai decisori politici, dagli amministratori e dai singoli sono infine state convogliate nella preparazione da parte dei partecipanti di un “Manifesto sull’accessibilità dello sport e delle strutture sportive”, un breve documento che enfatizza i molteplici benefici apportati dallo sport non solo dal punto di vista del benessere fisico, ma anche dal punto di vista dell’inclusione e dello sviluppo presso l’individuo di qualità socio-relazionali e di una volontà di impegnarsi nei confronti della comunità di appartenenza.

Per dare visibilità al Manifesto, ma anche per celebrare con un giorno speciale la chiusura dello scambio e per offrire ai cittadini di Pisa l’opportunità di conoscere alcuni sport per non vedenti, l’ultimo giorno un corteo di tandem, condotti da partecipanti vedenti e non vedenti, è partito da Tirrenia ed è arrivato a Piazza della Pera a Pisa, dove gli altri partecipanti avevano dato una dimostrazione pubblica del gioco del torball. Nel delizioso quadro di questa piazza i ragazzi hanno potuto incontrare Salvatore Sanzo, ex-schermitore, assessore allo Sport del Comune di Pisa e Presidente del CONI Toscana, Ciro Taranto, ex-atleta componente della Commissione Nazionale UICI Sport, Tempo Libero e Turismo Sociale e Sandro Di Girolamo, Presidente della Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ipovedenti e Ciechi; ad essi è stato consegnato il Manifesto con l’auspicio che sia di stimolo a un maggiore impegno da parte di istituzioni pubbliche e private nel campo dell’accessibilità dello sport e gli ambienti sportivi per le persone con disabilità.

Prima di concludere, bisogna menzionare il bellissimo clima che si è creato tra i ragazzi, vedenti e non, che hanno mostrato un alto grado di coinvolgimento e di socializzazione nonché di saper lavorare seriamente nei workshop di discussione e riflessione. L’esperienza è risultata molto stimolante e proficua per tutti i partecipanti sia a livello di sviluppo delle conoscenze, sia a livello di crescita personale e, in particolar modo per i ragazzi non vedenti, lo scambio ha costituito l’occasione per migliorare la propria autonomia e la propria capacità di interagire con gli altri su un piano paritario.

Beyond the horizon, across the cultures – Oltre l’orizzonte, attraverso le culture, di Maria Clara Ori

Autore: Maria Clara Ori

Ho girato quasi tutta l’Europa, ma non ero mai stata a Poronin (provincia della Malpolska, Polonia), piccolo e bucolico villaggio incastonato tra i monti Tatra e a 108 chilometri dalla vibrante Cracovia. E forse la vita non mi ci avrebbe mai portata, se l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti non mi avesse chiesto di co-ordinare un gruppo di giovani per uno scambio che si svolgeva proprio lì. I rapporti di grande amicizia che mi legano all’UICI, oltre all’interesse che ho sempre nutrito per gli scambi internazionali e l’incontro tra culture, mi hanno fatto accettare l’incarico senza pensarci due volte e la settimana passata nel tranquillo albergo “Willa Austryjok”, con i risvegli scanditi dal muggito delle mucche e il canto dei galli, ha addirittura superato qualunque mia aspettativa.
Lo scambio, fortemente voluto dall’associazione polacca Fundacja Brajlówka e inserito nel quadro dei progetti Erasmus+, si è svolto dal 9 al 17 settembre ed ha coinvolto giovani di età compresa tra i 17 e i 25 anni, sia vedenti che non vedenti. I quattro Paesi partner (Belgio, Italia, Polonia e Ungheria, aggiuntasi quasi all’ultimo momento dopo che la Croazia si è ritirata) hanno partecipato con gruppi misti e ben amalgamati, sotto la guida di leader per lo più non vedenti (a parte nel caso polacco). Noi italiani, per non smentire la fama che abbiamo in tutto il mondo, ci siamo distinti per l’alto tasso di risate, canzoni e l’estrema espressività delle nostre conversazioni, a tavola, in pullman e altrove; nessuno di noi aveva però immaginato di doversi contendere la palma d’oro della vivacità con altre nazioni. I belgi erano soltanto sei, ma la loro energia era contagiosa; passavano elegantemente dal francese al fiammingo, optando a volte per l’inglese, chiaro riflesso dell’affascinante multilinguismo del loro Paese. I polacchi, invece, hanno incantato tutti con la loro vena canora: alcune canzoni sono state cantate e ricantate per nove giorni di fila, tanto che persino i non polacchi hanno finito per impararle, sfidando coraggiosamente la barriera linguistica (quattro o cinque consonanti di seguito hanno dato non poco filo da torcere, soprattutto ai parlanti di lingue romanze composte dalla metà dei fonemi!). Il gruppo ungherese, ultimo ma non per importanza, si è distinto per la sua estrema voglia di divertirsi e di far conoscere la cultura del proprio Paese, incredibilmente vibrante ma poco conosciuto ai più.
Direi che lo scopo principale dello scambio, quello cioè di incoraggiare l’integrazione, sia stato decisamente raggiunto. In primis, l’integrazione tra vedenti e non vedenti: chi vedeva dava spontaneamente una mano ai non vedenti al buffet, li guidava quando necessario e, soprattutto, si assicurava che non mancassero mai i selfie! La maggior parte di loro non aveva mai avuto a che fare con non vedenti, ma l’atmosfera amichevole e cameratesca dello scambio ha fatto sì che assimilassero il tutto senza neanche rendersene conto. Anche l’integrazione delle diverse culture è stata incredibile, ed ha rappresentato forse l’aspetto più bello dell’intera esperienza: un belga imparava diligentemente le parole di una canzone polacca, mentre un ungherese spiegava a un italiano come usare il cubo di Rubik, inventato da un suo connazionale; parole in lingue diverse venivano scambiate in continuazione, come le figurine degli album per bambini. Non è un caso che, nella loro serata, gli ungheresi abbiano creato una gara linguistica, per vedere chi avesse imparato il maggior numero di parole ungheresi.
E le attività? Trascinati dall’instancabile voglia di vivere e allegria di Wojtec, siamo stati coinvolti nelle attività più disparate. Coprire la faccia del proprio partner con una sostanza liquida e appiccicosa, per poterlo prendere in giro mentre la sostanza si solidificava e trarne poi una maschera da poter colorare. Danzare un tipico ballo polacco nel giardino dell’albergo, scambiandosi di coppia al momento opportuno e cercando di non uccidere i ballerini circostanti con un passo non azzeccato. Per non parlare poi degli sport: una bellissima mattinata nella palestra di Zakopane (da noi italiani ribattezzata “‘n sacco de pane”!), dove l’integrazione ha regnato sovrana: un vedente doveva correre con un non vedente, spiegandogli gli esercizi e cercando di guidarlo senza intoppi nel rapido slalom tra birilli e ostacoli vari. Le terme, infine, sono state forse il posto più bello e suggestivo che abbiamo visitato: acqua termale da togliere quasi il respiro (nel vero senso della parola!), scivoli mozzafiato e tante, tantissime risate.
Quattro delle serate, poi, sono state dedicate alle culture dei Paesi partner. La Polonia si è prodigata nelle sue stupende canzoni, con l’accompagnamento di una chitarra classica, e la deliziosa aggiunta di un formaggio molto simile alla scamorza. I belgi hanno invece preparato un quiz sul loro interessante Paese, donando alla nazione vincitrice un tris delle loro rinomatissime birre. Anche noi italiani abbiamo proposto un quiz sull’Italia, oltre a far ascoltare il nostro inno e una delle canzoni più conosciute di tutti i tempi, da qualunque straniero di qualunque angolo del globo: “Nel blu dipinto di blu” (indescrivibile l’entusiasmo con cui tutti hanno cantato, seguendo il testo proiettato). Gli ungheresi, infine, ci hanno fatto notare quante delle cose che usiamo correntemente siano state inventate proprio da loro (il computer, per nominarne una su tutte!) e ci hanno fatto capire quanto la loro lingua non-indoeuropea, con 36 fonemi, sia pressoché impossibile da imparare per noi poveri comuni mortali.
Ci sarebbe molto altro da dire, perché gli otto giorni passati a Poronin sono stati densi di avvenimenti, attività e scoperte. Non vorrei dilungarmi troppo però, e quindi mi fermo qui. Credo però di poter affermare, senza alcuna esitazione, che lo scambio sia decisamente riuscito, dato l’entusiasmo misto a malinconia che ha accompagnato tutti noi nel viaggio verso i rispettivi paesi. Un senso di calore ha riempito tutti e ognuno ha riportato a casa, oltre ai classici souvenir e gli zloty avanzati, tantissimi indimenticabili ricordi.

Seminario online sui terminali di pagamento organizzato dall’Unione Europea dei Ciechi, 17 novembre 2016

Il 17 novembre prossimo, dalle 14.00 alle 16.00, l’Unione Europea dei Ciechi (EBU) terrà un seminario on-line sul tema relativo all’uso e all’accessibilità dei terminali elettronici per i pagamenti.
Il seminario sarà tenuto in lingua inglese e dopo le presentazioni da parte dei relatori, verrà dedicato uno spazio anche a eventuali interventi dei partecipanti.
La partecipazione avverrà tramite il servizio di “teleconferenza CISCO WebEx”, per l’uso del quale, verranno fornite ai partecipanti adeguate istruzioni tecniche.

Gli interessati potranno prenotarsi, inviando il proprio nome, indirizzo email e organizzazione di appartenenza a projects@euroblind.org e in copia a inter@uiciechi.it.

Dato il numero limitato di posti disponibili, è opportuno fare richiesta di iscrizione al più presto.

Di seguito il programma del seminario.

EBU e-Workshop on Accessibility of Payment Terminals November 17, 2016, 14-16 CET

Moderated by Dennis Dondergoor of Oogvereniging, Campaigns Manager for the Pay-Able project

Program

Introduction
1)   Opening words – Dennis Dondergoor, Oogvereniging
2)   Welcome – Mokrane Boussaid, Executive Director of EBU

Accessibility of payment terminals
3)   About the platform Pay-Able (http://pay-able.eu) – Presenter to be confirmed
4)   Requirements for accessible payment terminals – Dennis Dondergoor
5)   Discussion
a.   Sharing experienced usability
b.   Questions, remarks and suggestions

Break: 10 minutes

The way forward
6)   Worldline’s view on accessibility of payment terminals – Luc Luyckx, Worldline (manufacturer of payment terminals)
7)   Developing an EBU position and campaign strategy – Dennis Dondergoor
8)   Discussion incl. questions, remarks and suggestions

Sintesi dei lavori della Commissione Relazioni Internazionali, 13 aprile 2016

Il 13 aprile 2016 dalle ore 14.30 alle ore 16.00 si è riunita in audioconferenza presso i locali della Presidenza Nazionale in via Borgognona 38, III° piano, la Commissione Relazioni Internazionali. Erano presenti Francesca Sbianchi (coordinatore), Vanessa Cascio, Rodolfo Cattani, Christoph Damm, Manuela Esposito (segretaria di commissione) e Clara Ori (tirocinante).
La riunione è iniziata esaminando alcuni punti della relazione programmatica 2016. Per l’educazione e la formazione l’UICI sta realizzando attività di sensibilizzazione politica per la ratifica del Trattato di Marrakech, nello specifico, l’organizzazione dell’incontro istituzionale del 20 giugno presso la Camera dei Deputati e la realizzazione di un video in cooperazione con l’Unione Mondiale dei Ciechi. E’ stata inoltre fatta menzione dei punti della Relazione programmatica relativi ai seguenti settori: tecnologie e accessibilità (sviluppo di prodotti con funzioni audio e display digitali acccessibili), politiche giovanili e per gli anziani (maggiore assistenza durante gli scambi culturali e di studio, continuazione del progetto VISAL) e euro-progettazione.
Si prosegue con la descrizione dei cinque progetti dell’EBU a cui l’UICI aderirà e sulle modalità di lavoro (Skype, email, Twitter). Il progetto 1, con referente Clara Ori, riguarda l’importanza dell’insegnamento del Braille per le persone con disabilità visive. Il progetto 4, con referenti Stefano Tortini e Vanessa Cascio, riguarda l’accesso delle persone cieche e ipovedenti al mercato del lavoro. I progetti 5 e 7, con referenti Christoph Damm e Nunziante Esposito, promuovono la messa a punto della Direttiva Europea sull’Accessibilità dei Siti Web Pubblici e dell’Atto Europeo sull’Accessibilità. Il progetto 8, con referente Matteo Salandri, ha l’obiettivo di fare pressione per ottenere una normativa mondiale che garantisca la presenza di segnali acustici sulle auto ibride ed elettriche.
Francesca Sbianchi riferisce della trasformazione in reti delle commissioni dell’EBU, ad eccezione di quella per il Collegamento con le Istituzioni UE, di cui Rodolfo Cattani è il Presidente, e quella sullo Sviluppo, che vengono mantenute. Sono candidati per l’Unione: Christoph Damm per la Rete sull’accesso all’informazione e alle tecnologie, Antonio Quatraro e Raffaele Iosa per la Rete per l’accesso alla cultura e all’educazione, Angela Pimpinella per le Reti relative ai sordociechi e alle pluridisabilità, Francesca Sbianchi per la Rete sui diritti, Matteo Salandri per la Rete sicurezza stradale e accesso ai trasporti.
Argomento di grande rilievo durante la riunione è stato la partecipazione dell’UICI in vari progetti europei. La Direzione ha autorizzato la Commissione a coordinare uno scambio internazionale giovanile dedicato alle attività sportive accessibili alle persone cieche e ipovedenti. Per l’UICI sarebbe una grande novità, per la prima volta ente coordinatore e non solamente partner. Lo scambio, se approvato dall’Agenzia Nazionale Giovani che gestisce il programma Erasmus+, si terrebbe a Tirrenia (PI) dal 13 al 20 settembre, e oltre ai giovani italiani prevede la partecipazione di persone vedenti e non vedenti selezionate dalle associazioni di ciechi in Finlandia e a Cipro. Molti sono gli esperti che si sono resi disponibili a fornire un importante supporto all’organizzazione delle attività di questo scambio. Il budget approvato dalla Direzione Nazionale per il progetto è di 4500 euro. Si proverà inoltre a ottenere finanziamenti da altri enti.
L’UICI ha aderito ad un altro progetto giovanile europeo “Beyond the Horizon”, che avrà come realizzazione uno scambio giovanile in Polonia. Inoltre, come negli anni precedenti, l’Italia partecipa al Campus Internazionale per la Comunicazione e l’Informatica (ICC) e si appresta a inviare un gruppo di ragazzi italiani. Quest’anno è stata scelta come coordinatrice nazionale Sara Kobal, ragazza non vedente che ha partecipato a varie edizioni dello scambio.
L’Ufficio Relazioni Internazionali ha redatto un comunicato riguardante il secondo seminario “Youth employability” dell’EBU, con formatrice Vanessa Cascio.
Altre attività di interesse sono state la gestione delle candidature italiane per la borsa di studio per il corso di lingua inglese in Spagna organizzato dall’associazione spagnola ONCE e il concorso EBU/ONKYO per i temi sul Braille. Francesca Sbianchi fa sapere che Roobi Roobi, italiana di origine pachistana e vincitrice del primo premio EBU/ONKYO tre anni fa, ha ricevuto la nomina di Membro Onorario del Club Italiano del Braille.
Si informa, infine, che l’Unione si è iscritta all’EGDF (Federazione Europea Cani Guida) e che due delegati hanno partecipato alla Conferenza EGDF tenutasi a Lubiana (Slovenia) nei giorni 14 – 15 aprile 2016.
La riunione si conclude con l’auspicio di Rodolfo Cattani affinché la Commissione per le Relazioni Internazionali continui in questa direzione per fronteggiare le sfide poste dalla politica nazionale e internazionale.