U.I.C.I. Modena – La prevenzione non va in vacanza

Una serata di sensibilizzazione e sperimentazione

Sabato 22 luglio

pub/caffetteria Major Tom via Francesco Selmi 67 – Modena

Nell’ambito della campagna informativa “La prevenzione non va in vacanza” promossa e finanziata dalla Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità – IAPB Italia Onlus in collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti per sensibilizzarele persone a prendersi cura della salute dei loro occhi anche in vacanza, la Sezione Territoriale UICI di Modena, in collaborazione con gli ottici convenzionati, propone a soci, amici e turisti una serata dove musica, gioco e sperimentazione sensoriale saranno gli assoluti protagonisti.

L’evento, che avrà luogo sabato 22 luglio dalle 18:00 presso il pub/caffetteria Major Tom (via Francesco Selmi 67 – Modena), ha l’obiettivo di invitare le persone a non abbassare la guardia durante la stagione estiva, prestando la massima attenzione agli effetti dannosi che il sole può provocare alla salute degli occhi.

“Con l’arrivo dell’estate, siamo maggiormente esposti agli effetti del caldo e della luce solare. Una giusta esposizione ai suoi raggi ha effetti positivi sulla salute, invece un’esposizione eccessiva senza opportuna protezione può dare fastidio al nostro corpo, in particolar modo agli occhi. – spiega Ivan Galiotto presidente della Sezione Territoriale UICI di Modena. – L’evento che abbiamo organizzato vuole essere un momento originale di festa e di sperimentazione, nel quale verrà chiesto ai nostri ospiti di mettersi in gioco per scoprire qualcosa in più sul modo che hanno le persone non vedenti di percepire il mondo, ma anche per curiosare dentro di sé, con leggerezza e libertà. Lo scopo è di sensibilizzare le persone al tema della disabilità visiva e all’importanza della prevenzione, ovvero sulla necessità di adottare comportamenti corretti per prevenire le eventuali problematiche e patologie oculari legate in particolare all’esposizione al sole, al vento, alla sabbia che durante l’estate possono essere frequenti. Musica, gioco e percezioni sensoriali saranno gli assoluti protagonisti di una serata ‘alternativa’.”

Nel corso della serata si alterneranno momenti di riflessione sull’importanza della prevenzione e momenti di intrattenimento musicale, di allegria e convivialità offerti dal Dj Set. Ai partecipanti durante la serata verrà fatto omaggio della maglietta dell’iniziativa.

Per informazioni e per partecipare potete contattare la Sezione UICI di Modena

Telefono: 059300012 E-mail: uicimodena@uicimodena.it

Pubblicato il 18/07/2023.

U.I.C.I. Enna – Gli studenti scrivono

Autore: Anna Buccheri

Cosa rimane delle parole che vengono dette? cosa rimane dell’evidenza che si presenta ai nostri occhi? possiamo davvero smontare idee preconcette, stereotipi consolidati, credenze comuni, romantiche fantasie? cosa può davvero fare in questo senso una comunicazione mirata, seppure attenta e calibrata su chi ascolta? quanto è possibile se non scardinare anche solo far vacillare una sovrastruttura?

Ecco, queste sono le domande che sempre si affollano nella mente di chi si occupa di comunicazione, di chi cerca di capire come e perché alcune verità/non verità si siano così sedimentate da non ammettere nemmeno di essere messe in dubbio, ottenendo al massimo una reazione emotiva, di slancio immediato, di natura classicamente catartica, un pianto liberatorio, una commozione sincera, partecipata e condivisa. Unica alternativa concessa è al più quella di gridare al miracolo, all’eccezionalità, riconoscendo all’altro, a questo nostro simile che però ha qualcosa di diverso da noi che lo rende sottilmente estraneo, un’aura di superomismo coniugato sia al maschile che al femminile. Allora questo Altro che ci sta di fronte è super, è più in tutto, è qualcuno da cui imparare, è fuori da ogni regola, è oltre ogni limite.

Quello del limite è in effetti un concetto molto ampio e che pone subito una serie di interrogativi: è qualcosa di invalicabile e come tale va accettato o è solo una meta da raggiungere per poi porsene un’altra? è riconoscere di non poter fare tutto per ragioni di tempo, mancanza di energie e di requisiti? è legittima volontà di migliorarsi o è delirio di onnipotenza? è davvero una sconfitta riconoscere un fallimento? e soprattutto: possiamo fissare in modo definito le mete che comunque vanno raggiunte rispetto a quelle che possono invece essere più legate a tentativi di trovare la propria strada nel mondo e una propria identità?

Infine, per tornare agli effetti della comunicazione, quanto pesa la scelta del medium, il mezzo, che si usa: quanto è incisiva la parola scritta rispetto a quella parlata, quanto incide il fatto che il mezzo che veicola il messaggio coincide con il messaggio stesso che si veicola?

Le parole sono importanti, chi parla male, pensa male, diceva Nanni Moretti in Palombella rossa, e allora leggiamole queste parole, ascoltiamole, cerchiamo di capire cosa dicono e come lo dicono. Sono le parole degli studenti del Liceo di Scienze Umane “Napoleone Colajanni” di Enna che hanno partecipato al Concorso (prima e seconda edizione, 2022 e 2023), legato alla Giornata Nazionale del Braille della Sezione Territoriale UICI di Enna, qualificandosi ai primi tre posti.

L’edizione del 2022 ha premiato: al primo posto, Carola Coniglio, Riflessioni; al secondo posto, Maria Mangione, Il buio di Mariupol; al terzo posto, Martina Calvino, “Lingua” Braille.

Nelle sue Riflessioni, Carola Coniglio osserva che il Braille per quanto inventato quasi due secoli fa è giovane, fresco e genuino e che non si può prescindere dalla sua conoscenza per una piena inclusione sociale dei disabili visivi. Il Braille non tramonterà mai, sarà sempre “alba”: necessario e indispensabile perché nessuno debba dipendere da qualcun altro. Leggere e rileggere con le proprie mani permette un’immersione nel mistero della bellezza, che è cultura, che è il piacere di scrivere una lettera ad un amico, ad un fidanzato, ad una persona cara e di riceverne una e poterla leggere.

Sono parole semplici, efficaci e dirette, che dicono che chi le scrive ha ascoltato e osservato e riflettuto su ciò che ha ascoltato e osservato.

Maria Mangione ne Il buio di Mariupol propone una lettera ad un amico non meglio identificato per raccontare della cecità di Nina, la ragazza che scrive, causata da un “pappagallo verde”, una bomba, retaggio della guerra, del primo attacco russo nel Donbas del 2014. Aveva solo otto anni, giocava con i cugini in campagna quando ha trovato quel giocattolo scintillante e tanto grazioso che ha portato a lei e alla sua famiglia invece morte e disabilità. Oggi la sua città conosce di nuovo la guerra e lei è rimasta sola con Red, il suo cane guida, che le sta accanto da otto anni. E per la prima volta è lei responsabile di lui, che sembra preoccupato e si sta lasciando morire, rifiutando di mangiare il poco cibo rimasto, perché ha capito che Nina lo riserva a lui e non mangia da giorni. E allora Nina chiede all’amico di prendersene cura perché è stato addestrato e potrà essere di aiuto ad altri disabili visivi, se lei non dovesse sopravvivere. La corrente elettrica manca da quattro giorni, questo significa niente cellulare e computer. Veniamo così a sapere che Nina è una violinista e compone. Sul PC ci sono le partiture delle sue composizioni, andranno perdute sotto le   bombe? È l’occasione per riconoscere quanto sia utile e insostituibile il Braille. E Nina deve ringraziare la madre per averla costretta a impararlo quel sistema di lettura e scrittura geniale che ha permesso a tutti gli ipovedenti e a tutti i ciechi di leggere, scrivere poesie, romanzi, testi musicali, comporre musica: di coltivare cioè, al pari dei vedenti, il proprio talento. Quando si rifiutava di esercitarsi nella scrittura Braille, la madre le ripeteva: «Impara l’arte e mettila da parte»; lei rispondeva, sbagliando, che il Braille è come le operazioni aritmetiche, noiose e inutili, visto che ci sono le calcolatrici. Ora Nina sta trascrivendo la sua lettera testamento anche in Braille chiedendosi quale delle due versioni, quella informatica o quella scritta a mano, sopravvivrà alla guerra.

Anche qui le parole sono semplici, immediate; descrivono fatti e sensazioni; esprimono sentimenti, paure e speranze; restituiscono la fiducia nel futuro che nonostante una realtà difficile come è quella della guerra trova comunque un suo spazio, perché chi scrive ha la forza della giovinezza e dei suoi sogni, è una ragazza e come tale pensa, scrive, desidera, senza piangersi addosso, amando l’arte, la musica, la vita.

Martina Calvino sceglie la poesia e seppure sembra commettere l’errore di considerare il Braille una lingua e non un codice, in realtà è un espediente per dire che ogni lingua può esprimersi con il Braille che le contiene tutte e che quindi va studiato, insegnato e tutelato.

L’edizione del 2023 ha premiato: primo posto, Suami Caramazza, Ad Alba; secondo posto, Eliana La Porta, Braille: infinita magia; terzo posto, Gabriele Viola, Pagina di diario.

Suami Caramazza si rivolge direttamente ad Alba che ha visto e sentito leggere in Braille per dire quello che ha provato senza freni inibitori, liberamente, mettendo a nudo sé stessa dinanzi all’inatteso, a qualcuno che ti fa dubitare: «non mi era mai capitato di sentire parlare di questo argomento, non mi era mai capitato di sentir esporre o leggere le persone non vedenti, davo tutto per scontato, come si vede nei film o come si sente al telegiornale». Le sue osservazioni hanno la freschezza dell’ingenuo stupore che però è il primo passo per la conoscenza: «Inizialmente pensavo “beata lei che adesso dovendo leggere davanti a tutte queste persone non sentirà neanche un minimo d’ansia perché tanto non ci vede”, e invece no, tu con la tua emozione e la tua voce tremante mi hai trasmesso tutto ciò che sentivi. Perché le persone, io compresa, se non vivono non capiscono». Allora Suami può riconoscere ad Alba la capacità di immaginare, di farsi una propria e personale idea del mondo e delle cose, come succede a tutti, di avere dei sogni e il diritto di vederli realizzati.

Eliana La Porta opta per la poesia per dire che il Braille è apertura al mondo, mezzo di inclusione e possibilità di conoscenza non solo teorica, cognitiva, ma anche di vita. Certo la poesia è un mezzo più difficile da usare specialmente quando si cercano rime e risonanze, ma anche in questo caso si dimostra che il messaggio è passato e che è il pensiero divergente che consente di accogliere e di riconoscere altri punti di vista, altre modalità conoscitive, altri modi di relazionarsi e altri approcci alle cose, alle persone e alla vita in generale.

Infine c’è la Pagina di diario di Gabriele Viola, che mostra in modo divertente il percorso di presa di consapevolezza di chi scrive a partire dall’iniziale fraintendimento del significato della parola Braille: «pensavo fosse il nome di una   batteria di giochi logici per “cervelloni” che parteciperanno alle selezioni per prestigiose facoltà universitarie, che io non supererei mai» e passando per la determinazione: «Mi ero, dunque, predisposto alla mia consueta disattenzione e, per evitare di farmi rimproverare, mi ero diretto sulla poltrona più comoda, già collaudata in questi anni di liceo». Poi però tutto cambia, l’incontro cattura l’attenzione dei presenti e allora: «il religioso silenzio mi ha tenuto sveglio». Così Gabriele fa una rapida ricerca su Internet e scopre l’esistenza di ipovedenti e ciechi scrittori, medici, matematici, fisici, musicisti. E non solo, ascoltando apprende che la Tiflologia si occupa del percorso di crescita e di formazione dei disabili visivi attraverso metodologie specifiche e strategie mirate. E, meraviglia delle meraviglie, esiste oggi la possibilità di trascrivere dal Nero al Braille tramite una stampante di ultima generazione. Insomma, è una realtà che ignorava completamente e da approfondire, iscrivendosi ad un corso di letto-scrittura Braille e studiando per diventare Educatore in Scienze Tiflologiche.

Ecco, questo è quanto scrivono i ragazzi, questo è quanto si raccoglie quando si semina, quando si costruisce con pazienza e professionalità, senza pensare di poter avere il risultato presto e subito, ben sapendo che la cultura e la conoscenza richiedono anche tempi di assimilazione. I ragazzi hanno infatti dibattuto in classe con gli insegnanti e tra loro, e fatto delle ricerche personali. Il confronto e lo scambio di opinioni e di esperienze sono le vie che conducono al cambiamento di mentalità, e questa è la strategia perseguita da anni con costanza, umiltà, tenacia e continua ricerca dalla Sezione Territoriale UICI di Enna.

Pubblicato il 18/07/2023.

U.I.C.I. Reggio Emilia – Iniziativa “A occhi chiusi nel parco”

Nel tardo pomeriggio di mercoledì 05 luglio un gruppo di soci e accompagnatori della nostra Sezione ha partecipato all’iniziativa “A occhi chiusi nel Parco”, organizzata dai Musei Civici nell’ambito di un progetto regionale più ampio, che prevede proposte per tutte le età di incontri e momenti da trascorrere nel verde e a contatto con la natura. Vi hanno partecipato anche diverse famiglie con bambini senza disabilità di alcun tipo. Questa iniziativa, come dice il titolo, è stata pensata e proposta alla nostra attenzione proprio per fruire di esperienze di vita nella natura, usando gli altri organi di senso e, per quanto riguarda i vedenti, mettendo per così dire la vista un po’ in secondo piano. La prima parte si è svolta all’interno dei Musei Civici, dove è stata presentata e illustrata una mostra fotografica sui Parchi e Giardini d’Europa; qui è stato possibile toccare materiali naturali come pigne, foglie e rametti appartenenti a varie specie arboree. L’iniziativa è quindi proseguita all’esterno, nei Giardini Pubblici, dove l’esplorazione degli alberi è stata arricchita dall’esperto botanico Villiam Morelli, che in modo accattivante ha intrattenuto i presenti con spiegazioni e curiosità sulla vita e le caratteristiche delle cortecce e di tanti altri particolari sugli alberi. Sono state due ore piacevoli e interessanti, durante le quali il nostro gruppo ha dimostrato partecipazione e grande entusiasmo; questo aspetto non è sfuggito agli organizzatori, che sono rimasti piacevolmente sorpresi. Il gruppo si è salutato con l’auspicio di poter accogliere nuove proposte e trascorrere altri momenti interessanti e coinvolgenti. Ringraziamo il personale dei Musei Civici e Villiam Morelli per la bella opportunità.

Pubblicato il 18/07/2023.

U.I.C.I. Catanzaro – La prevenzione non va in vacanza

L’ESTATE VIVE NEI TUOI OCCHI

Finalmente è arrivata l’estate!

Una stagione che porta con sé momenti di gioia e divertimento in famiglia e per godere a pieno delle tanto attese vacanze è necessario mettere al primo posto la tutela della salute.  

L’obiettivo che ci si prefigge come Comitato IAPB di Catanzaro è quello fornire una sempre più capillare e corretta informazione da destinare ad un ampio bacino di cittadini pertanto “La prevenzione non va in vacanza” anche per la stagione 2023 insieme all’UICI di Catanzaro l’IAPB Catanzaro ha programmato diverse attività a partire da una folta distribuzione di cartoline, realizzate da IAPB Italia Onlus con i consigli utili, lungo le coste ionica e tirrenica.

Un tour di incontri insieme a specialisti in oftalmologia e momenti di screening oculistici gratuiti per far comprendere quelle che sono le patologie dovute ai fattori ambientali e comportamentali tipici dell’estate.

I seminari informativi si terranno:

  • 19 Luglio ore 10:00 c/o Lido Mediterraneo (Gizzeria Lido) 
  • 20 Luglio ore 16:00 c/o Valentino Beach Club (Catanzaro loc. Giovino).

A seguito di ogni incontro sarà possibile sottoporsi ad uno screening gratuito pertanto la cittadinanza tutta è invitata a partecipare.

Inoltre giorno 28 Luglio dalle ore 18:00 c/o Parrocchia S. Maria di Zarapoti (CZ) gli screening saranno effettuati per i bambini partecipanti al Grest.

La salute dell’occhio è fondamentale per conservare la propria capacità visiva ed è essenziale per la qualità della vita e l’autonomia personale nella vita quotidiana.

Per questo motivo non va trascurata, né sottovalutata.

Sezione Territoriale di Catanzaro

Tel. 0961721427

Fax. 0961797994

mail. uiccz@uici.it

pec. uiccz@pec.it

Pubblicato il 17/07/2023.

U.I.C.I. Biella – In aumento i disturbi della vista per gli alunni delle scuole biellesi

FONTE: Il Biellese del 07/07/2023.

Da 22 anni l’associazione svolge uno screening oculistico per i ragazzi di materne, elementari e medie. Coinvolti oltre 3.000 scolari alle cui famiglie è stata consigliata prevenzione e cura.

Presentata la ventiduesima edizione del progetto “A me gli occhi” che l’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Biella realizza ogni anno per svolgere uno screening sulla popolazione scolastica locale attraverso visite oculistiche che vengono svolte nei vari istituti della Provincia.

Nel corso della conferenza stampa tenuta dal Presidente dell’Associazione Adriano Gilberti insieme alla dottoressa Silvia Gotardo, ortottista, assistente del reparto di Oftalmologia dell’ospedale di Biella, che ha svolto le visite, sono state fornite le cifre di questa iniziativa benemerita che nel corso di più di un ventennio ha consentito di controllare la salute degli occhi dei giovani alunni delle scuole materne, elementari e medie, per offrire alle famiglie indicazione sulla prevenzione e la cura da seguire nei casi in cui sono state ravvisate delle anomalie.

Sono stati 3.161 gli alunni coinvolti complessivamente nello screening: 825 nella fascia di età dei 4 anni in 82 scuole materne; 996 nella fascia dei 6 anni in 65 scuole elementari; 1340 nella fascia degli 11 anni di età in 34 scuole medie.

Questi istituti scolastici sono stati visitati dall’unità mobile oftalmica appositamente attrezzata, mentre le visite di recupero per gli alunni assenti nel giorno della visita sono state effettuate nella sede di via Eugenio Bona dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. Il progetto punta a diagnosticare problemi alla vista che di solito non vengono evidenziati nel 5-10% dei casi della popolazione scolastica. Tra questi c’è l’ambliopia, considerata la causa più rilevante di riduzione visiva, che è importante individuare in età precoce in quanto si tratta di una condizione potenzialmente reversibile se diagnosticata in tempo. Lo screening in questi anni ha anche contribuito a individuare patologie ancora asintomatiche nei ragazzi, consentendo alle famiglie di intervenire per tempo per risolvere il problema.

Nel dettaglio le visite svolte dalla Dottoressa Gotardo hanno individuato, nelle scuole materne, la presenza del 2,2% dei bambini che già utilizza gli occhiali per correggere dei problemi alla vista. L’esame della vista e la valutazione ortottica hanno riscontrato situazioni per le quali è stato richiesto alle famiglie un approfondimento oculistico per 111 bambini, il 13,4% del totale, consigliando però un controllo, all’inizio della scuola elementare, per 714 alunni, l’86,5% del totale.

Nelle scuole elementari, dove 66 bambini, il 6% del totale, già utilizzava occhiali, l’approfondimento oculistico è stato consigliato alle famiglie di 151 di questi pazienti (il 15,2% del totale) mentre per altri 845, riscontrati a norma dagli esami praticati, è stato suggerito ai genitori di procedere a un approfondimento prima della fine del ciclo scolastico primario.

Infine, nelle scuole medie, 261 dei 1340 ragazzi visitai portava già gli occhiali. In questo caso oltre all’esame della vista e alla valutazione ortottica è stato svoto anche il test sulla sensibilità cromatica. Nel complesso è stato consigliato un approfondimento a 283 ragazzi (il 21% del totale), mentre la vista del restante 79% è risultata nella norma.

“Nel complesso” hanno riferito il Presidente Gilberti e la Dottoressa Gotardo “sono stati riscontrati 110 casi abbastanza gravi di cui i genitori non si erano resi conto. Il livello di queste problematiche nel corso dei 22 anni in cui abbiamo condotto lo screening è sempre più o meno lo stesso, anche se nel tempo la popolazione scolastica è sensibilmente diminuita. Tuttavia abbiamo riscontrato un peggioramento dovuto con ogni probabilità all’utilizzo prolungato di apparecchi elettronici digitali come smartphone e computer, per regolamentare il quale occorrerebbe promuovere una campagna in collaborazione con l’ASL, che già ha messo in campo in questi anni diversi progetti per questo scopo. La situazione si è ulteriormente aggravata dopo la pandemia Covid, durante la quale il ricorso a queste tecnologie è diventato ancora più elevato anche attraverso la didattica a distanza nel periodo di chiusura delle scuole. Gli adulti dovrebbero gestire meglio queste situazioni in famiglia, ma spesso essi stessi incappano in problemi simili a quelli dei loro figli”.

I dati rilevai dal progetto “A me gli occhi” ogni anno entrano in un database nazionale gestito dall’Agenzia per la Prevenzione delle malattie oculari e della cecità, costituendo una base statistica importante per indirizzare le politiche sanitarie di prevenzione e cura.

“Biella” ha spiegato Gilberti “è una delle poche realtà italiane in cui, grazie alla nostra associazione, viene svolta una campagna così capillare nelle scuole, grazie ai finanziamenti he riceviamo dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e ai contributi che ci arrivano dai Comuni. Ogni anno investiamo in questo progetto circa 25 mila euro. Una somma non irrilevante per il nostro bilancio che si alimenta con le quote versate dai nostri 110 soci (30 euro all’anno per ognuno) e con qualche iniziativa di sostegno che organizziamo solitamente proprio per raccogliere fondi. La campagna si svolge da ottobre a maggio, ma se avessimo la disponibilità di avere un medico a tempo pieno potremmo ridurre i tempi e fornire risultati più tempestivi, offrendo così all’ASL indicazioni importanti per organizzare appostiti servizi per la cura della vista per i minori”.

Pubblicato il 12/07/2023.

U.I.C.I. Lazio – “Come D’Aria”

La scrittrice esordiente Ada d’Adamo con il suo potente libro “Come D’Aria”, pubblicato a gennaio da Elliot edizioni, ha vinto il Premio Strega 2023.

Finirò col disciogliermi in te? Sono Ada, Sarò D’aria…” è il suo incipit.

Un racconto di straordinaria forza e verità, una storia colma d’amore tra la figlia, Daria, segnata fin dalla nascita da una diagnosi mancata e una mamma, Ada, che scopre di essere malata a cinquant’anni cui ogni istante vissuto è offerto al lettore come dono.

L’autrice, venuta a mancare il primo Aprile 2023, è venuta a conoscenza della candidatura al Premio Strega l’ultimo giorno della sua vita.

Il libro, rifiutato dapprima da molti editori, ha avuto il premio più ambito per uno scrittore.

Perché riportiamo questa notizia sul giornale online della U.I.C.I.? Le vicende narrate nel testo sono autobiografiche ed abbiamo avuto il piacere di conoscere l’autrice e sua figlia, vicine al nostro mondo, alle nostre problematiche e difficoltà quotidiane.

Ada, ci racconta Cecilia, sua intima amica e nostra coprogettista dei servizi rivolti ai beneficiari con minorazioni complesse, ha espresso nel suo racconto con estremo coraggio, un vissuto che la maggior parte delle madri di ragazzi con gravissime patologie alla nascita, portano dentro.

In noi, vergogna, senso di colpa, di inadeguatezza, di disperazione, voglia di fuggire coesistono; alimentate ed aggravate talvolta da diagnosi prenatali superficiali o errate o da accanimento terapeutico applicato al di là  di ogni logica…quando avremmo scelto dolorosamente, molto dolorosamente, come appunto racconta Ada, un’interruzione di gravidanza. A tragedia avvenuta  accettiamo questo karma  con tutte le nostre forze residue…anzi diventiamo leonesse nel difendere con denti ed artigli questi deboli figli, venuti al mondo nonostante tutto. Ma a che prezzo?

Che prezzo ha pagato Ada e che prezzo paga ognuna di noi?

Esorbitante ed ingiusto…

Ada ha avuto la forza di metterlo in luce, con lealtà, sincerità e persino con soavità e solo apparente contraddizione, il dualismo in una sola esistenza, quella che ci è  permessa. A Lei, va la nostra infinita gratitudine di sorellanza per scelta e non solo per caso.

Pubblicato il 11/07/2023.

U.I.C.I. Cagliari – Concerto di musica Rinascimentale-Barocca

Domenica 16 luglio 2023, alle ore 20,00 presso la sala Bentivoglio della nostra Sezione Uici, a conclusione di un Masterclass dal titolo CANTANDO VAI, si terrà un concerto di musica Rinascimentale-Barocca con ingresso libero a cura dell’Associazione Hic e Nunc diretta da Tobia Tuveri. Parteciperanno Federico Fiorio, Maestro in canto barocco, diplomato presso il conservatorio F.A. Bonponti di Trento e A. Boito di Parma, e  Luigi Francesco Trivisano, clavicembalista. Vi aspettiamo numerosi!

Pubblicato il 11/07/2023.

U.I.C.I. Monza – A Monza il bastone BEL che aiuta i ciechi

La tecnologia al servizio di chi vive nel buio. A Monza è arrivato BEL (Bastone Elettronico Lions) uno speciale bastone bianco che rileva ostacoli fino a 4 metri di distanza

BEL è stato consegnato sabato 8 luglio in occasione dell’assemblea straordinaria dell’UICI Monza. Nella sede di via Tonale Gianluca Stefanoni, 20enne brianzolo ipovedente, ha ricevuto BEL: una preziosa donazione fatta dal Lions Club Monza Parco.

A consegnare il Bastone Elettronico la Presidente Anna Ianni’, i soci Lions Pasquale Cammino referente service BEL, Roberto Pessina responsabile Distrettuale Cecità ed Ipovedenza ed i membri del Consiglio Direttivo Manlio Pacitti, Angelo Mauri e Sergio Pozzi.

Un dono prezioso per aiutare il giovane Gianluca a muoversi sempre più in autonomia riuscendo, grazie ai radar simile al comportamento di un pipistrello di cui è dotato BEL, a captare ostacoli fino a 4 metri di distanza. Infatti mentre il bastone bianco ha il compito di effettuare una ricognizione del piano di calpestio, segnalando alla persona non vedente che si trova davanti ad un ostacolo quando il bastone stesso lo percepisce, BEL segnala eventuali ostacoli prima di “toccarli”.

Questo dispositivo, progettato con una impugnatura ergonomica, tramite un fascio di raggi ultrasuoni, rileva ostacoli fino a 4 metri di distanza. La persona non vedente o ipovedente riceve una vibrazione sul dito che gli permette di scoprire con anticipo il passaggio libero.

Questo sistema “radar” , simile al comportamento dei pipistrelli, è inserito nel manico e fa si che la vibrazione diventi sempre più insistente con l’avvicinarsi all’ostacolo: il tempo che il segnale impiega a ritornare indietro, fornisce la misura della distanza che intercorre tra la persona che impugna il bastone e l’ostacolo. La vibrazione rileva anche ostacoli verticali, sino ad un metro e ottanta di altezza, dovuti spesso a rami dei giardini sporgenti sui marciapiedi o a qualsiasi presenza sporgente a quell’altezza, emettendo una vibrazione di diversa entità.

I Lions, da sempre molto sensibili ai problemi legati alla vista e alla cecità, sono conosciuti in tutto il mondo per il loro impegno volto a migliorare la vita delle persone cieche ed ipovedenti ed a prevenire la cecità. Oltre a BEL il loro impegno su questo fronte prosegue anche con la formazione e la consegna dei cani guida formati nel centro di Limbiate, con il Libro Parlato, con la raccolta degli occhiali usati e con la campagna di prevenzione dell’ambliopia nei bambini nelle scuole materne e nelle strutture scolastiche. Anche con questo modernissimo strumento, la frase pronunciata ai Lions nel 1925 da Helen Keller “dovete diventare i cavalieri della luce” risulta più attuale che mai.

“Un grazie immenso al Lions Club Monza Parco per questo dono – commenta Silvana Oliva, presidente della sezione monzese dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti -. Un dono prezioso che permetterà a Gianluca di migliorare la sua autonomia e quindi anche la sua socialità. La tecnologia in questi ultimi anni ha fatto importanti passi in avanti con dispositivi sempre più performanti che permettono a chi vive una disabilità visiva di potersi muovere anche da solo, abbattendo così ulteriormente le barriere”.

Pubblicato il 10/07/2023.

U.I.C.I. Monza – Una voce per chi non vede

Autore: Cristina Bertolini

L’Unione ciechi porta a Monza il bastone parlante

(fonte: IL GIORNO)

Il progetto si chiama LETIsmart ed è già operativo in due punti della città. Un dispositivo di soli 8 grammi integrato nel bastone bianco e collegato a un radiofaro. E la vita è più semplice

La tecnologia a servizio delle persone con disabilità visiva, per rendere Monza più vivibile in autonomia anche per chi vive al buio. Il progetto si chiama LetiSmart ed è stato ideato e progettato da Marino Attini, ingegnere ipovedente già presidente dell’Uici (Unione italiana ciechi) di Trieste ed oggi componente della direzione nazionale. È un omaggio alla moglie Letizia, mancata alcuni anni fa: l’ingegnere ha realizzato un micro circuito elettronico dal peso di soli 8 grammi che viene integrato in un normale bastone bianco, senza inficiare né peso né ergonomia, ma rendendolo parlante e interattivo.

Un apparecchio super leggero che si collega con una sorta di radiofaro collocato nei punti strategici della città (semafori, fermate dell’autobus e autobus stessi, edifici pubblici, banche), oltre a negozi, bar e ristoranti. Il radiofaro suona e indica che l’utente è arrivato. I non vedenti sviluppano memoria visiva e contano i passi, ma in tal modo si ridurrebbe il rischio di salire sul bus sbagliato, di urtare una persona, aiutando ad entrare in Comune o al ristorante senza sbattere contro la porta. Il progetto è stato illustrato all’assessore al Welfare Egidio Riva. Perché sono necessari i radiofari da installare in città.

C’è anche il radiofaro “pocket“ che la persona può tenere in tasca e posizionarlo al tavolo del ristorante o sul suo ombrellone in spiaggia: se si allontana, lo strumento lo aiuta a ritrovare il suo posto. Uici Monza ha già installato due radiofari: uno nella sede dell’Uici di via Tonale e uno alla Biblioteca italiana per i ciechi Regina Margherita, con tutti gli strumenti per eventuali dimostrazioni.

“Questo sistema sta prendendo piede in molte città italiane anche grazie all’aiuto dei Lions – spiega Nicola Stilla, consigliere nazionale dell’Uici – Ci auguriamo che anche l’amministrazione comunale di Monza e anche i privati possano spingere questo progetto, ampliandolo a un numero sempre maggiore di strutture e di punti sensibili della città. Nei prossimi giorni contatteremo l’associazione dei farmacisti. Inoltre stiamo collaborando con la Regione Lombardia affinché il bastone bianco non sia completamente a carico dell’utente”.

“Sono venuto a conoscenza del progetto due giorni fa – osserva l’assessore Egidio Riva – mi impegno a valutarne l’installazione nei diversi punti della città”. LetiSmart si attiva con un pulsante; a una distanza di circa 50 metri si collega con il radiofaro che invia all’utente un segnale sonoro che gli permette di identificare il punto di interesse richiesto.

(Articolo pubblicato il 30/06/2023 su IL GIORNO al seguente link: https://www.ilgiorno.it/monza-brianza/cronaca/una-voce-per-chi-non-vede-la-tecnologia-che-aiuta-c5c5526a).

Pubblicato il 03/07/2023.

U.I.C.I. Salerno – Arte e accessibilità museale

Gli studenti dell’Istituto Sabatini Menna raccontano l’esperienza fatta questo anno insieme all’UICI di Salerno

Quest’anno per il Percorso per le Competenze Trasversali e l’Orientamento le studentesse e gli studenti delle classi 3C e 4B del Liceo Artistico Sabatini-Menna di Salerno hanno realizzato per il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano (Sa) delle copie dei reperti al fine di avviare un percorso tattile. L’attività ha previsto fin da subito il supporto dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Salerno, che ha dapprima incontrato la Dirigente Scolastica Renata Florimonte e la Direttrice del museo Ilaria Menale per definire obiettivi e finalità dell’intervento, per poi passare alla parte operativa. Noi studenti abbiamo avuto uno stimolante incontro con il Presidente UICI Salerno Raffaele Rosa, il Presidente U.N.I.Vo.C. provinciale Antonio De Angelis e alcuni soci che ci hanno raccontato esperienze di vita, attività e scopi dell’associazione: questo confronto ha acceso senza dubbio la curiosità e l’ispirazione di tutti. Inoltre, abbiamo analizzato insieme tattilmente alcuni reperti già copiati della scuola, per scoprirne punti di forza e debolezza al fine di migliorare la qualità di quelli che ci stavamo apprestando a realizzare. Successivamente abbiamo visitato il museo per selezionare i reperti da copiare. Abbiamo stabilito con gli esperti archeologi di selezionare i reperti che caratterizzassero i vari periodi etruschi presenti nel museo. Abbiamo scelto un balsamario configurato (a forma di lepre) del VI sec. a.C., un calice in bucchero su sostegni configurati (con delle cariatidi che sostengono la coppa) degli inizi del VI sec. a.C. e un cratere a figure rosse con Dioniso e Menade del IV sec. a.C. Ci siamo sin da subito domandati quale dovesse essere il modo più opportuno per realizzare i pezzi, preoccupandoci della percezione tattile che si sarebbe dovuta raggiungere. Abbiamo realizzato i primi prototipi in argilla e i loro calchi in gesso, in modo da poter realizzare più copie con finiture diverse per poter sperimentare differenti esperienze tattili. In particolare, per alcuni pezzi abbiamo dovuto tener conto non solo della plasticità del soggetto (quindi della forma), ma anche e soprattutto del lato pittorico. Di fatto per rendere leggibile quest’ultimo è stato deciso di realizzare le parti dipinte in bassorilievo o con uno smalto liscio, in modo da poter essere lette al tatto come differenza di volumi o/e di superficie liscio/ruvida. Grazie a questo espediente la percezione tattile è stata raggiunta nel miglior modo possibile! Siccome abbiamo deciso in accordo con il museo e l’UICI di realizzare le copie nelle stesse dimensioni e condizioni degli originali, alcuni dettagli particolarmente piccoli, sono stati realizzati anche in dimensioni maggiori al fine di facilitare la lettura dei sottosquadri. Lo scorso 6 giugno 2023, la collezione tattile che comprende le copie di sei reperti realizzati dal Liceo ovvero la coppa detta “del lupo cattivo”, coppa con anse a cavallino, il calice in bucchero, il balsamario e il cratere di Dioniso, e di alcuni dettagli ingranditi, è stata presentata durante un evento in cui oltre ai già citati Dirigente Scolastico, Direttrice Museo e Presidente UICI Salerno erano presenti l’Assessora alla Cultura Roberta D’Amico e il Sindaco della città di Pontecagnano Faiano Giuseppe Lanzara. Dopo una breve introduzione al progetto, è avvenuta la prima visita ufficiale del percorso tattile guidata da noi studenti supportati dai nostri docenti e dagli esperti del museo, a cui hanno preso parte una quindicina di soci UICI non vedenti o ipovedenti, i loro familiari e i bambini dell’IC Picentia. Infatti, i percorsi tattili museali mirano ad ampliare l’esperienza di tutti i visitatori del museo e a rendere le visite inclusive e partecipative. La collezione tattile resta permanentemente disponibile al museo per tutti i visitatori, i pezzi realizzati da noi sono esposti e “toccabili” accanto al pezzo originale e a disposizione di tutti. Per noi ascoltare l’apprezzamento e l’emozione dei nostri primi visitatori è stata la miglior ricompensa per il grande lavoro svolto.

Pubblicato il 27/06/2023.