Irifor del Trentino – Settembre 2016: “Il Bar al buio” e “La Via Crucis al buio”

Il Bar al buio a ViviPark 2016

In occasione della due giorni di festa, IRIFOR sarà presente con il bar al buio al Parco Santa Chiara! Lo staff della Cooperativa IRIFOR vi aspetta per gustare una bevanda nella più completa oscurità, per conoscere la disabilità visiva e al contempo riscoprire il potere degli altri sensi. Sabato 24 e domenica 25 settembre, dalle 9 alle 19, salite a bordo di “Dark on the Road”.

 

La Via Crucis al buio

“Ascolto la vita. Scolpisco ciò che sento”

Il Museo Diocesano Tridentino, in occasione della mostra La Via Crucis di Othmar Winkler per la chiesa di Maria Bambina a Trento, che sarà attiva dal 17 settembre al 14 novembre 2016, offre la possibilità di una visita guidata gratuita al buio all’opera scultorea originale dell’artista. La visita sarà domenica 2 ottobre alle ore 11.00. Sarà un’occasione per non vedenti, ipovedenti e normovedenti di confrontarsi in uno scambio di emozioni e percezioni attraverso l’arte, per arricchirsi reciprocamente in un’esperienza condivisa.

Visite Guidate al Museo Omero 24-25 Settembre 2016

GEP – Giornate Europee del Patrimonio #GEP2016 #culturaèpartecipazione

Il Museo Tattile Statale Omero, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, sabato 24 settembre alle ore 16,30 e domenica 25 settembre alle ore 10,30 organizza visite guidate multisensoriali: un’attività inclusiva e accessibile dagli 8 anni in poi. La manifestazione promossa nel 1991 dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea con l’intento di potenziare e favorire il dialogo e lo scambio in ambito culturale tra le Nazioni europee, è un’occasione di straordinaria importanza per riaffermare il ruolo centrale della cultura nelle dinamiche della società italiana. Costo della visita 4,00 euro a partecipante, disabili e loro accompagnatori . Telefono 071 28 11 93 5 e-mail didattica@museoomero.it

Museo Tattile Statale Omero, Mole Vanvitelliana
Banchina Giovanni da Chio 28, 60121 Ancona
www.museoomero.it

Monica Bernacchia
Comunicazione
Museo Tattile Statale Omero
Mole Vanvitelliana
Banchina Giovanni da Chio 28, 60121 Ancona
tel. 071.2811935 fax 071.2818358
www.museoomero.it
email: redazione@museoomero.it
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Locandina

Locandina Giornate Europee del patrimonio

I nostri CCT sono “insostituibili” centri di risorse per l’inclusione, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

In merito alla delicata questione della formazione dei professionisti del sostegno degli alunni/studenti con disabilità visiva, che è una delle principali mission che il Presidente Barbuto ha consegnato alla responsabilità del nostro “Network per l’inclusione scolastica, di recente, da più parti sento in giro molteplici e disparate notizie circa il presunto “nebuloso” futuro a cui sarebbero destinati gli eccezionali operatori dei Centri di consulenza tiflodidattica della nostra Federazione e della nostra Biblioteca per i ciechi.
A tal proposito, al fine di fugare ogni sorta di dubbio e di “testimoniare” invece quanto “insostituibili” centri di risorse per l’inclusione siano da noi considerati i nostri CCT, con la breve lettera di seguito riportata, a none di tutto il Network, vorrei rasserenare una volta per tutte gli esperti tiflologici dei nostri Centri di consulenza, anticipando loro che presto saranno coinvolti dal Network in un incontro seminariale appositamente dedicato allo studio ed all’approfondimento della fondamentale matematica in oggetto.
Infatti, è nostro intendimento fare degli atti del suddetto seminario e dei risultati dei suoi lavori la base e la “piattaforma” delle future azioni progettuali ed operative del Network, facendo, laddove ce ne fosse ulteriore bisogno, dell’inclusione scolastica e della formazione degli operatori del sostegno dei nostri ragazzi il centro ed il “nodo” strategico della nostra politica associativa.
Non mi resta altro che ringraziare il nostro Presidente nazionale Mario Barbuto, i Coordinatori del Network Michele Borra e Pietro Piscitelli ed il mio “maestro” Luciano Paschetta per l’enorme sforzo e la passione che stanno profondendo nell’organizzazione del seminario di cui sopra, a beneficio del personale dei nostri Centri di consulenza, ma soprattutto nell’unico superiore interesse dell’inclusione degli alunni/studenti minorati della vista.

Carissime/i,
con la presente, vorrei tranquillizzarvi e consigliarvi di non ascoltare nessuna voce di corridoio e nessuna “cassandra”, che già ce ne sono tante in giro.
Io e tutto il Network teniamo tantissimo alla vostra indiscussa professionalità ed alle vostre notevoli competenze e v’assicuro che stiamo lavorando per cercare di implementarle e migliorarle, altro che minacce e scenari nebulosi per il vostro futuro!
In realtà stiamo adoperandoci per creare far riconoscere finalmente due livelli di figure professionali deputate al sostegno dei minorati della vista e cioè l’educatore alla comunicazione dei disabili sensoriali (alias il “famoso” assistente alla comunicazione previsto dall’art 13 della Legge 104) ed il più “specifico” pedagogista esperto in scienze tiflologiche (alias il “famoso” Tiflologo).
Io ed il Prof. Paschetta abbiamo già delineato il profilo ed il percorso formativo di tali operatori a supporto dell’inclusione dei disabili visivi ed il prossimo passo, già compiuto dal nostro “valoroso” Marco Condidorio, è quello di incardinare questa nostra proposta in un vero e proprio ddl da presentare in Parlamento.
Ma ciò non pregiudica od inficia affatto le competenze già acquisite e la professionalità maturata da voi professionisti dei nostri CCT, che anzi siete ritenuti da parte nostra una risorsa “preziosissima”per il presente ed il futuro dei ragazzi ciechi ed ipovedenti ed ovviamente dei pluriminorati italiani.
Vi prego di far girare tra voi colleghi questo mio messaggio, certamente più attendibile ed affidabile di tante incontrollabili ed infondate “ridde di voci” che circolano ultimamente nel nostro ambiente sul vostro lavoro.
Con stima ed amicizia.
Gianluca Rapisarda

Le attività di alternanza scuola lavoro degli studenti disabili visivi, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Le profonde trasformazioni dei processi lavorativi derivanti dall’applicazione delle nuove tecnologie, se è vero che hanno reso obsolete professioni che in passato avevano garantito la piena occupazione delle persone con disabilità visiva – quale quella del centralinista – è altrettanto vero che hanno creato nuove e diverse “situazioni di lavoro”, idonee all’inserimento lavorativo dei disabili in generale, e di quelli visivi in particolare, che vanno al di là delle professioni “tipiche” del passato.
E’ questa la nuova prospettiva dalla quale affrontare le difficoltà occupazionali dei giovani con disabilità: cercare cioè il “posto giusto” per “la persona giusta”, modalità questa che, se pur prevista dalla Legge 68/99, è stata, in questi anni, sottovalutata dai ciechi italiani e comunque non sempre presa a modello per l’inclusione di persone con disabilità nel mondo del lavoro che, ancora troppo spesso, interpreta l’assunzione di un disabile in termini assistenziali e non, come dovrebbe essere, secondo parametri di inclusione sociale.
Dietro le odierne difficoltà per l’occupazione dei giovani minorati della vista vi è tuttavia anche l’inadeguatezza della scuola secondaria di secondo grado.
E questo nonostante l’articolo 8 della Legge 104/92 – che individua gli interventi necessari a realizzare l’inserimento e l’integrazione sociale delle persone con disabilità – preveda l’attuazione di «misure idonee a favorire la piena integrazione nel mondo del lavoro».
Sebbene l’autonomia didattica gliene abbia fornito i supporti normativi, la scuola secondaria superiore – che ha tra l’altro, fra i propri obiettivi primari, la formazione verso l’inclusione sociale dei giovani – non ha saputo dunque sviluppare una progettazione didattica riferita a una vera e propria “cultura dell’inclusione” delle persone con disabilità, capace di guardare al di là degli stretti confini dell’aula, ma si è limitata ad assimilare modalità, atteggiamenti e comportamenti educativi “caratteristici”, per così dire, della scuola dell’obbligo.
In altre parole, il percorso formativo si svolge nell’angusto “orticello” della scuola frequentata, al di fuori di legami con il territorio, le risorse culturali e il sistema socio economico e produttivo di esso.
A questo limite potrebbe porre rimedio l’alternanza scuola-lavoro. Si tratta di un percorso formativo che rientra a pieno titolo nell’attività didattica di un corso di studi, progettato dalla scuola con il partner (museo, biblioteca, redazione giornalistica, azienda commerciale, agenzia turistica ecc.), che accoglierà l’alunno in stage.
Per i ragazzi con disabilità visiva, in particolare, tale sistema sarebbe molto importante per l’acquisizione di una migliore autonomia di movimento e personale, arricchirebbe il loro bagaglio di esperienze, permettendo loro di “mettersi in gioco” in un ambiente diverso e meno protetto della scuola, di assimilare le competenze relative al ruolo del lavoratore e di “verificarsi e scoprirsi capaci” di svolgere – se messi in condizione di operare in pari opportunità – le mansioni dei “colleghi”. Inoltre, questo inserimento in situazione di lavoro contribuirebbe a sviluppare la cultura dell’accessibilità degli ambienti e di quella digitale e a incrementare la conoscenza e la fiducia del mondo produttivo sulle potenzialità operative delle persone cieche ed ipovedenti.
Forse qualcuno ha sentito parlare per la prima volta di alternanza scuola-lavoro come una delle innovazioni contenute nella recente Legge della Buona Scuola del 2015. Essa, invece, era già stata normata dieci anni fa dal Decreto Legislativo n. 77 del 2005, dal 2014 è stata presente – in via sperimentale – in diverse realtà scolastiche ed infine, a partire dall’a.s. 2015-16, ai sensi della già citata 107, è stata istituzionalizzata oltre che negli Istituti tecnici e professionali anche nei Licei per tutti gli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età.
A tal proposito l’I.Ri.Fo.R nazionale ha appena avviato una ricerca mirante a conoscere e determinare con precisione quanti siano gli studenti con disabilità visiva inseriti in questi percorsi formativi, rivolgendosi ai nostri CCT ed Istituti dei ceichi e direttamente agli interessati, al fine di individuare eventuali criticità e “buone prassi” da segnalare al MIUR, affinché intervenga per rendere efficace e veramente “inclusiva” la pratica dell’alternanza scuola lavoro anche per gli alunni disabili visivi.
In questa prospettiva la ricerca, articolata nelle fasi che saranno descritte oltre, intende indagare i vari piani che, dalla formazione alle esperienze di alternanza scuola lavoro, i minorati della vista si trovano a percorrere per giungere a un effettivo ingresso nel mondo del lavoro.
Come si può’ intendere, sarà decisivo l’apporto che ogni struttura territoriale vorrà offrire per assicurare la maggior attendibilità scientifica a tale rilevante iniziativa.
Sotto l’aspetto operativo la ricerca punterà, in prima battuta, a rintracciare sull’intero territorio nazionale gli studenti minorati della vista nati tra il 1999 ed il 2000 e frequentanti il terzo anno della scuola secondaria superiore, ma anche quelli iscritti in altre classi delle superiori, se inseriti in percorsi “sperimentali” di alternanza scuola lavoro. Si mirerà solo a tale tipologia di destinatari al fine di circoscrivere il campione analizzato ad una fascia di popolazione effettivamente coinvolta nei percorsi di alternanza scuola lavoro.
Seguirà una fase in cui, agli alunni individuati, sarà somministrato un questionario conoscitivo finalizzato a verificare il tipo di “stage” professionale espletato e il “lavoro” svolto, oppure se essi abbiano incontrato ostacoli, impedimenti od addirittura rifiuti nel praticare percorsi di alternanza scuola lavoro.
Tale fase consentirà di distinguere tra gli studenti che abbiano svolto lo stage di “alternanza” con successo e soddisfazione e quelli che, invece, per motivi vari, lo hanno vissuto negativamente o sono stati impossibilitati a sperimentarlo.
A questi ultimi sarà rivolta la terza fase della ricerca, mirata a conoscere le motivazioni e i condizionamenti che hanno condotto a tale situazione di insuccesso.
L’ultima fase della ricerca sarà costituita dalla elaborazione dei dati raccolti nonché dalla elaborazione delle ipotesi di lavoro future.
In relazione a quanto descritto si inviano due questionari necessari all’avvio delle prime due fasi della ricerca.
Il primo questionario dovrà essere compilato da tutte le nostre sezioni provinciali UICI e da tutti i Centri di consulenza tiflodidattica e gli Istituti dei ciechi e riguarda una serie di dati aggregati che potranno essere reperiti facendo ricorso alle banche dati disponibili presso le stesse strutture. Il termine per l’invio dei suddetti questionari e’ fissato al 31 Ottobre 2016.
Il secondo questionario, invece, dovrà essere compilato individualmente da quegli allievi con disabilità visiva, nati tra il 1999 ed il 2000, che risultano essere iscritti al terzo anno della scuola superiore di secondo grado nell’a.s. 2015-16. La presente ricerca è rivolta pure agli studenti minorati della vista, frequentanti la scuola secondaria di secondo grado ed inseriti in percorsi “sperimentali” di alternanza scuola lavoro.
In tale stadio della ricerca sarà cura delle strutture in indirizzo assicurare che vengano interessati alla distribuzione e compilazione del questionario il maggior numero di studenti non vedenti ed ipovedenti, iscritti al terzo anno ed in generale alla scuola secondaria superiore, secondo le modalità di cui sopra.
Il termine per l’invio dei questionari completi è fissato al 31 Ottobre 2016.
I questionari dovranno essere inviati, unicamente in formato elettronico, agli indirizzi segreteria@irifor.eu od archivio@irifor.eu
Per ogni informazione e’ possibile contattare l’Istituto, chiamando la dott.ssa Valeria Liberti, al numero telefonico 06/69988606 oppure è possibile inviare una e-mail all’indirizzo direttorescientifico@irifor.eu.
Si prega di dare la massima diffusione e collaborazione all’iniziativa.

“Guardare con le mani” – visita guidata per persone cieche

Domenica 18 settembre, alle ore 15.30, i Musei Civici di Monza organizzano una visita guidata riservata a persone cieche, con la possibilità di effettuare esperienze tattili su alcune opere esposte nel percorso espositivo. La visita, della durata di circa 1 ora, sarà condotta da un operatore specializzato.
L’iniziativa è inserita nell’ambito della manifestazione “Villeaperte 2016”.
La partecipazione e l’ingresso al museo sono gratuiti sia per la persona disabile che per il suo accompagnatore; è necessario prenotarsi al n. 039 2307126 – info@museicivicimonza.it

Crediamo che l’accoglienza e l’accessibilità siano un valore aggiunto imprescindibile perché il museo cittadino diventi patrimonio vissuto da tutta la comunità, senza barriere né ostacoli, siano essi fisici o di comunicazione.
Chiediamo dunque la vostra preziosa collaborazione perché possiate aiutarci a divulgare l’iniziativa; il personale del museo è naturalmente a vostra disposizione per ogni chiarimento o per l’organizzazione di eventi personalizzati, mentre sul sito www.museicivicimonza.it potrete trovare informazioni utili sul museo e sulle opere esposte.

Augurandoci di avere fatto cosa gradita, un cordiale saluto.
Musei Civici di Monza – Casa degli Umiliati
Via Teodolinda, 4
20900 Monza
Tel. 039 2307126
Fax 039 2307123

La “Tattiloteca” della Federazione, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

I libri per la prima infanzia ad illustrazioni materiche, con doppio testo a caratteri stampa e a caratteri braille, sono generalmente prodotti artigianali, ideati e confezionati in casa e a scuola, da insegnanti e da genitori, in copia unica, e destinati all’istruzione e allo svago del singolo allievo cieco o ipovedente.
Per questo motivo, la Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi è da tempo impegnata nel difficile tentativo di farne un comune prodotto editoriale, accessibile a tutti, su tutto il territorio nazionale. Atal proposito, da circa dieci anni, La Federazione ha avviato una produzione in serie di libri tattili, e costituito un piccolo catalogo visionabile sul sito www.libritattili.prociechi.it
Si tratta di oggetti costosi da produrre, ma dall’impatto educativo ed estetico veramente notevole, utili per tutti i bambini indistintamente.
L’esperienza sul campo, in occasione dei workshop che la Federazione promuove in Italia, coinvolgendo allievi, insegnanti e famiglie dimostra ogni giorno di più il valore pedagogico e riabilitativo di questi testi, in tutti i contesti culturali e di difficoltà di apprendimento incontrati (sono state raccolte testimonianze dirette riguardo la loro utilità se impiegati anche con bambini sordi, autistici, iperattivi, etc… )
Accanto alla produzione di questi album illustrati o libri tattili che dir si voglia, la Federazione ha in animo di creare nella nuova ed ampia sede di Via Pollio 10 in Roma uno spazio aperto al pubblico nel quale collezionare le migliori pubblicazioni tattili ufficiali, i migliori bozzetti e copie uniche prodotte in Italia, e tutti i prototipi di libri tattili che ogni due anni partecipano al Concorso Nazionale di editoria Tattile illustrata TOCCA A TE!
L’obiettivo è quindi quello di creare una “Biblioteca Nazionale permanente di libri tattili illustrati” per la prima infanzia. Un luogo aperto al pubblico, nel quale raccogliere pubblicazioni speciali e dove fare formazione a insegnanti e illustratori circa la grafica accessibile e le sue potenzialità didattiche ed estetiche.
La “Tattiloteca” della Federazione Nazionale Delle Istituzioni Pro Ciechi, dunque, si configurerebbe come un luogo, unico in Italia, di studio e di raccolta di pubblicazioni riguardanti questo settore editoriale ed educativo, nel quale organizzare attività di approfondimento e “visite guidate” aperte alle scuole di ogni ordine e grado ma anche a tutti quegli illustratori ed artisti che negli anni si sono avvicinati e appassionati all’illustrazione multisensoriale. Infatti, quello che oggi manca è proprio un luogo fisico dove raccogliere un lavoro decennale di editing, promozione, divulgazione e sperimentazione intorno al libro tattile e alle pubblicazioni accessibili.
Infine, allo scopo di coinvolgere fattivamente nel giudizio insegnanti curricolari e di sostegno, allievi, tiflologi, e soprattutto gli stessi bambini, quali principali fruitori di tali opere, molti di questi libri, prima di essere messi in produzione, potrebbero essere sfogliati e testati direttamente dai visitatori della Tattiloteca, con la possibilità di compilare accurate schede tecniche per ognuno di essi, evidenziandone pregi e difetti.
Naturalmente, al fine di arricchire il fondo librario, il nascituro “Centro Nazionale del Libro tattile” della Federazione Pro Ciechi, vero e proprio “chiodo fisso” dei Presidenti Barbuto e Masto, richiederà l’indispensabile e necessaria collaborazione e partecipazione delle 23 Istituzioni federate. Il progetto potrebbe risultare interessante anche per sponsor esterni istituzionali e non.

Irifor del Trentino – Il Giardino al Buio in collaborazione con il MUSE

La Cooperativa Irifor del Trentino propone un’iniziativa in collaborazione con il Muse per scoprire, insieme ai non vedenti, il giardino botanico alpino senza l’ausilio della vista, ma affidandosi agli altri sensi (tatto, olfatto e gusto). Al termine del percorso ci sarà una degustazione al buio a bordo di “Dark on the Road”, il bar al buio itinerante a bordo del quale i camerieri ciechi e ipovedenti accompagneranno il pubblico nella più completa oscurità, per conoscere la condizione della disabilità visiva e allo stesso tempo il potere degli altri sensi.

Vi aspettiamo alle Viote del Monte Bondone, domenica 4 settembre!

Il bar sarà attivo dalle 11 alle 17 (ingresso 3€ con consumazione compresa).

Le visite al giardino sono in programma alle 11.00, alle 12.30, alle 14.30 e alle 17.30.

FAND – Report Ginevra, di Vincenzo Zoccano

Autore: Vincenzo Zoccano

Amici carissimi,

vi riporto una breve relazione, in formato di comunicato stampa, su quanto accaduto a Ginevra il 24 e 25 agosto scorso. Detto fra di noi, l’Italia non ha fatto una bella figura dinnanzi al Comitato ONU per i diritti delle persone con disabilità che ha rilevato tanta disomogeneità di applicazione della Convenzione ONU sul territorio nazionale, siamo ancora molto indietro. Vedremo quale sarà il verdetto finale del Comitato, intanto noi abbiamo fatto il nostro lavoro con il rapporto alternativo, condiviso nel FID (Forum Italiano per la Disabilità).

Ecco il comunicato:

A Ginevra, in questi giorni, si è riunito il Comitato per i Diritti delle Persone con Disabilità, per esaminare il report italiano in merito all’attuazione di quanto stabilito dalla Convenzione ONU per i Diritti delle Persone con Disabilità. Le osservazioni del Comitato giungeranno il prossimo due Settembre, ma possono già essere enunciati alcuni rilievi fatti per la disparità di accesso ai servizi sul territorio.

I portavoce dei ministeri italiani hanno presentato alcuni dati, come quelli di Gianludovico De Martino, del dicastero per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale. Nella sua relazione si dice che l’Italia abbia messo a diposizione quasi 17 miliardi di Euro l’anno per le persone con Disabilità da affiancare al miliardo e 700.000 euro già dati dai Comuni. Per il Ministero dell’Istruzione, si parla di poco meno di sei miliardi e mezzo per i docenti di sostegno, assieme ad altri 700.000 per gli assistenti educativi e di comunicazione. Si è parlato inoltre di un modello senza precedenti, per il sostegno alla vita indipendente che sarà presentato tra un anno, mentre a breve seguirà una seconda parte di intervento, prevista per i primi giorni del mese di settembre.

Il Comitato Internazionale, pur apprezzando il lavoro svolto dall’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con Disabilità e il percorso delineato per mettere in atto la Convenzione ONU, esprime diversi timori in primo luogo per le discrepanze rilevate tra diverse realtà regionali, che si traducono con un diverso approccio all’accessibilità. In pratica, il Comitato ha sottolineato la necessità di creazione di un centro di riferimento per le persone con disabilità su tutto il territorio nazionale, regione per regione, per avere pari trattamento e omogenee disposizioni in materia di accessibilità. E’ stato chiesto all’Italia di porre le basi per fornire precocemente ai bambini con disabilità, azioni e sostegno, al fine di ridurre le differenze ancora esistenti e far sentire ognuno partecipe della vita sociale a tutti gli effetti. Secondo Vincenzo Zoccano, componente la Direzione Nazionale UICI ed esponente della FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali per la Disabilità) il problema italiano in merito all’applicazione dei principi della Convenzione Onu è da ascrivere alla scarsa comunicazione tra Ministeri: “ Ne deriva che spesso, afferma Zoccano, Esecutivo e Legislatore non possono seguire un discorso politico omogeneo sulla Disabilità per la mancanza di comune cognizione di quanto chiesto dalle associazioni di rappresentanza e categoria.” “Da rappresentante italiano del Forum Nazionale per la Disabilità ho chiesto al Comitato ONU di promuovere e ottenere un Coordinamento nazionale che possa fungere da impulso e controllo sull’attività ministeriale, che comprenda innanzitutto più dialogo e coordinamento tra le parti, con la partecipazione attiva delle associazioni.”

Vincenzo Zoccano

Irifor – Novità al Regolamento degli Albi Nazionali dell’I.Ri.Fo.R. di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

In considerazione della trasformazione dell’I.Ri.Fo.R. in corso e di particolari esigenze segnalate per l’Albo Nazionale dei Docenti Informatici per minorati della vista, si è ritenuto opportuno, in attesa dell’approvazione del nuovo Regolamento, procedere alla sospensione del pagamento della quota di iscrizione a tutti gli Albi dell’Istituto.
Per il rinnovo dell’iscrizione sarà sufficiente una comunicazione, inviata tramite PEC, con la quale si esprime la volontà di mantenimento dell’iscrizione stessa.
Per l’Albo Nazionale dei Docenti Informatici per minorati della vista, nelle more, l’Istituto si riserva di richiamare per un esame suppletivo tutti coloro che hanno sostenuto l’esame da più di tre anni; oggetto della verifica saranno i sistemi operativi Android e iOS, MAC e Windows 10.
Attualmente gli albi nazionali dell’I.Ri.Fo.R. sono i seguenti:
– Istruttori di orientamento e mobilità e autonomia personale e domestica
– Docenti informatici per minorati della vista
– Educatori tiflologici
– Operatori tiflologici
– Istruttori di attività motoria ed avviamento al nuoto
– Esperti delle problematiche dell’accessibilità
– Consulenti territoriali e domiciliari di Autonomia personale
– Perito fonico trascrittore
– Esperti di idrostimolazione per bambini e ragazzi pluridisabili
– Istruttori di vela per l’insegnamento ai disabili motori, sensoriali ed intellettivi
– Operatore specializzato nella relazione, nell’assistenza e nella gestione delle emergenze alle persone con mobilità ridotta.
Gli Albi Nazionali costituiscono lo strumento preferenziale utilizzato dalla struttura nazionale e dalle strutture territoriali dell’I.Ri.Fo.R. allo scopo di affidare gli incarichi professionali connessi alle proprie attività formative e riabilitative, secondo quanto previsto dal Vademecum Operativo delle Attività di Riabilitazione, Formazione e Ricerca dell’Istituto.
I Regolamenti approvati dal CDAN dell’I.Ri.Fo.R. nell’ottobre del 2012 e nel Giugno 2013 stabilivano che nel corso della procedura di selezione dell’incaricato iscritto ad un Albo Nazionale si doveva dare priorità a coloro che siano residenti nella località più vicina possibile alla sede formativa interessata.
Era pure previsto che l’eventuale affidamento di incarichi a soggetti non iscritti ad uno degli Albi Nazionali poteva avvenire solo in casi eccezionali, da motivarsi adeguatamente a cura della struttura territoriale, con preventiva autorizzazione del Consiglio di Amministrazione Centrale.
Infine, i Regolamenti di cui sopra obbligavano gli iscritti ai nostri albi alla frequenza di almeno otto ore di attività di formazione ed aggiornamento annuale che, in gran parte, l’I.Ri.Fo.R. si impegnava ad erogare.
Era soprattutto questa “garanzia” di qualità dell’offerta formativa e di aggiornamento da assicurare ai nostri operatori che induceva la “vecchia” Dirigenza del nostro Istituto a richiedere ai professionisti inseriti nei nostri albi nazionali il pagamento di una quota d’iscrizione e di rinnovo annuale della stessa.
In tal senso, per permettere all’IRIFOR di restare sul mercato, tra il 2012 ed il 2013 si è pensato di rivisitare gli Albi attraverso tre azioni:
1) richiesta di manifestare il proprio interesse ad essere iscritto attraverso il pagamento della quota annuale di iscrizione;
2) impegno a fornire adeguati percorsi di aggiornamento annuali e chiedere l’obbligo di frequenza;
3) promuovere l’azione degli iscritti mediante l’informazione e la diffusione degli elenchi alle scuole, cooperative e a coloro che hanno bisogno di tali interventi.
Nella convinzione che queste azioni avrebbero creato un circuito virtuoso, si è deliberato l’attuale regolamento. La ratio era cioè quella che, da un lato, l’IRIFOR garantiva le competenze acquisite dell’operatore, dall’altro l’operatore dimostrava di essere veramente capace e dunque validava e testimoniava la serietà dell’Ente.
Tuttavia, in quegli anni, l’inopinata modifica della modalità di concessione dei finanziamenti da parte del Ministero del Lavoro all’Ente e soprattutto il costante e progressivo taglio dei contributi da parte del Ministero dell’Interno ha di fatto “ingessato” e condizionato negativamente tutta l’attività del nostro Istituto connessa agli albi nazionali (contatti con gli iscritti, proposte di aggiornamento, valutazione e verifiche); aspetti che sono stati svolti in minima parte e in modo non completo ma non per incuria.
In pratica, gli iscritti si sono trovati a pagare una quota di iscrizione senza ottenere in cambio alcun beneficio se non uno sconto sulla quota di partecipazione ai corsi di aggiornamento fra l’altro scarsamente partecipati.
A tali problematiche si deve aggiungere che, fino ad oggi, sono state finanziate moltissime iniziative in vari settori sul territorio ma non è stato mai verificato se il personale coinvolto sia iscritto agli Albi di riferimento ed abbia le competenze riconosciute da IRIFOR.
Con la recente uscita dei bandi nazionali voluta fortemente dal nuovo Presidente Mario Barbuto non sarà più così. Infatti, è previsto un vademecum al quale è necessario attenersi per ottenere il riconoscimento del co-finanziamento.
Il regolamento ipotizzava altresì la costituzione di alcuni nuovi ed interessanti Albi, quali quelli degli “istruttori di vela, di “esperti di neurostimolazioni”, e di “addetti alla sicurezza” che, per i problemi di cui sopra, in pratica non sono stati ancora attivati.
Al momento del rinnovo degli Albi, è stata inviata agli iscritti una lettera per spiegare le motivazioni della revisione con allegato il regolamento di ogni singolo albo e con la richiesta di esprimere la volontà di mantenere l’iscrizione.
Comunque, al fine di facilitare al massimo le iscrizioni, non è stata assunta una posizione rigida nei confronti di chi non ha risposto tempestivamente iscrivendo anche successivamente coloro che ne hanno fatto richiesta avendone i requisiti.
Attualmente l’iscrizione avviene online mediante il rilascio di un account per accedere al sito e, una volta confermata, il nominativo risulta nell’elenco e inserito nel circuito delle comunicazioni.
Tutte queste criticità hanno certamente contribuito a determinare confusione ed una certa “disaffezione” dei nostri operatori nei confronti degli albi nazionali dell’I.Ri.Fo.R.
Da questo punto di vista, è molto importante non “scambiare” gli Albi nazionali dell’IRIFOR con Albi professionali che servono a garantire l’occupabilità. In fondo è stato questo il principale equivoco che ha causato tanto disorientamento tra gli iscritti ed il loro allontanamento dai nostri Albi che, dunque, non hanno loro assicurato un riscontro lavorativo concreto ed immediato.
La ratio che ha ispirato e deve ispirare gli Albi dell’IRIFOR è invece quella di creare una sorta di “marchio di fabbrica”, a garanzia esclusiva della qualità ed efficacia della formazione dei nostri operatori.
Quelli dell’I.Ri.Fo.R. non sono dunque Albi professionali ma Albi di professionalità che è però necessario garantire e monitorare.
Per tutte queste ragioni, noi riteniamo che assicurare la gratuità o ridimensionare la quota di iscrizione possa invogliare un maggior numero di persone ad iscriversi. E’ un fallimento pensare alla quota di iscrizione come forma di autofinanziamento.
Io sono certo che la volontà di iscriversi o di rimanere iscritto nei nostri albi non deve essere dimostrata dal pagamento della quota, ma dalla reale e ferma intenzione di partecipare alle ore di formazione obbligatorie.
La motivazione deve essere sulla qualità e non economica. Da ora in poi, ad esempio, La mancata partecipazione per tre anni consecutivi all’aggiornamento obbligatorio potrebbe essere considerato un motivo di cancellazione dall’Albo. A patto, ovviamente, che tali iniziative di aggiornamento vengano però organizzate efficacemente e puntualmente dal nostro Istituto.
Inoltre non bisogna assolutamente dimenticare che l’IRIFOR è un Istituto riconosciuto a livello ministeriale ed è titolato a certificare le competenze e che, pertanto, il regolamento vigente prevede che, per essere inserito nell’Albo, è giustamente necessario svolgere un esame finale.
Quindi, da nuovo Direttore scientifico dell’I.Ri.Fo.R. nazionale, nella mia ipotesi di revisione del regolamento dei nostri albi, proporrò al CDAN che il non “accertato” svolgimento di attività formative e riabilitative e la mancata verifica del mantenimento del possesso da parte dei nostri “esperti” delle competenze per almeno un triennio comporteranno il loro obbligo a partecipare ad una sezione suppletiva d’esame, il cui non superamento determinerà la loro automatica esclusione dai loro rispettivi albi.
Infine, a mio modesto avviso, molti iscritti hanno perso fiducia negli Albi e, da tempo, ne tengono poco conto, perché sono consapevoli che in determinate realtà territoriali vengono coinvolti solo pochi operatori, alcuni anche di alto livello ma sempre gli stessi, mentre gli altri sono tenuti costantemente fuori.
C’è di più, in passato troppo spesso avveniva che, nonostante fosse previsto che per accedere ai finanziamenti i docenti dei corsi dovessero essere iscritti agli Albi di riferimento, questa regola non è mai stata rispettata adeguatamente.
Come detto sopra, l’inosservanza di tale condizione sarà ora invece la principale causa di non finanziamento dei progetti sui nuovi bandi nazionali.
Nell’ultima riunione estiva del CTS Nazionale dell’I.Ri.Fo.R., alla fine di un dibattito molto acceso ma altrettanto costruttivo sull’argomento in oggetto al quale ha contribuito fattivamente anche il Vicepresidente Nazionale dell’Ente Massimo Vita, si è giunti alle decisioni sotto riportate e da condividere con il Consiglio di amministrazione Nazionale:
a) gli attuali Albi sono ritenuti molto importanti ma, allo stesso tempo, è riconosciuta anche la necessità che trovino la loro vera applicazione e che siano uno strumento dinamico tra iscritti e IRIFOR per garantire una formazione qualificata e facilitare la fidelizzazione degli iscritti stessi;
b) la volontà di essere iscritto deve essere espressa con una richiesta formale e non per automatismo. Si può pensare di eliminare il pagamento delle quote, a patto però di essere estremamente rigidi sull’aggiornamento costante (magari potenziandolo rispetto a quello attuale), che garantisce la qualità dei nostri operatori.
c) Le attività delle strutture territoriali che l’IRIFOR Centrale finanzierà dovranno utilizzare personale iscritto all’Albo, pena il non co-finanziamento;
d) deve essere prevista la distribuzione di questionari per la verifica di qualità, con compilazione anche online per comprendere se l’attività sul campo degli esperti IRIFOR sia in grado di garantire la qualità dei servizi all’utenza finale. L’IRIFOR deve essere il garante della qualità degli operatori e dei servizi da essi svolti;
e) occorre avviare una volta per tutte gli Albi mai attivati ed, in caso non ci si riesca, procedere immediatamente alla loro cancellazione.
Mi rendo conto che molto bisogna ancora fare nel variegato ed “eterogeneo” universo dell’I.Ri.Fo.R. Nazionale ma, come si suol dire, chi ben comincia è a metà dell’opera.

24 agosto: Sensi d’estate 2016 del Museo Omero alla Mole Vanvitelliana

TARGATO H
Contro-mono-logo di DAVID ANZALONE, in arte ZANZA

“Ma perché un handicappato si mette a fare il comico?
E che ne so io? Perché lo chiedete a me?”

SENSI D’ESTATE 2016
Corte della Mole Vanvitelliana, Ancona
Ingresso libero

ANCONA – Mercoledì 24 Agosto ultimo appuntamento con “Sensi d’estate”, la rassegna culturale estiva promossa dal Museo Tattile Statale Omero con un grande ritorno. Alle ore 21,30 nella corte della Mole Vanvitelliana è di scena David Anzalone. Professione: handicappato; segni particolari: nessuno. Così hanno scritto sulla sua carta di identità. Allora, “perché un handicappato si mette a fare il comico? E che ne so io? Perché lo chiedete a me?” esordisce Zanza in “Targato H – Contro-mono-logo”, spettacolo comico da lui interpretato e scritto con Alessandro Castriota, che ne ha curato la regia e composto le musiche.
È un lavoro ironico fatto da chi l’handicap ce l’ha e lo vive prendendosene gioco. Ribaltando continuamente il punto di vista, riportando l’handicap per ciò che è, senza giri di parole e pregiudizi. Per Zanza, origini senigalliesi, gli handicappati (e quindi sé stesso) non sono persone normali ed è importante riconoscere questa diversità. La “H” di una tetraparesi spastica dalla nascita che per tanti è una difficoltà insormontabile, è diventata la forza di Anzalone che in Italia sta spazzando i pregiudizi su handicap e normalità. L’incontro con Zanza, sia a teatro che in televisione (tra tutte la partecipazione a Vieni via con me, il programma di Rai3 condotto da Fabio Fazio e Roberto Saviano), su internet o tra le pagine di un libro (“Handicappato e carogna”, Mondadori 2008), è un’esperienza dirompente perché fa dell’handicap una insolita materia comica. Racconta gli equivoci quotidiani su handicap e normalità senza far leva con facili moralismi o astuzie perbeniste. Anzi, la sua arma è un concentrato di sagacia, di osservazione e riflessione, di capovolgimenti e inattesi colpi sull’ottusità con cui ci accontentiamo di pensare la “normalità” e di giudicare le cose palesemente diverse. Basta osservarlo sul palco per far cadere i pregiudizi sulla disabilità. Lo spettacolo finisce inesorabilmente per parlare di grandi temi: nascita, amore, ricerca delle proprie origini, affermazione della propria dignità.
L’ingresso allo spettacolo è libero. In caso di pioggia si svolgerà al Teatro Sperimentale L. Arena di Ancona.
Foto in alta definizione sono disponibili al link: www.zanza.it/foto/fotoanzalone.html
http://www.zanza.it
http://www.youtube.it/zanzastaff

INFO
Museo Tattile Statale Omero, Mole Vanvitelliana, Banchina Giovanni da Chio 28, 60121 Ancona
Tel +39 071 28 11 935 info@museoomero.it www.museoomero.it #museoomero #sensidestate2016

Monica Bernacchia, 0712811935, monica.bernacchia@museoomero.it