Visite e laboratori per tutti alla scoperta della Mostra. Campidoglio. Mito, memoria, archeologia

Dal 28 aprile al 19 giugno ai Musei Capitolini in programma laboratori creativi in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Roma, visite tattili, visite per non udenti e lezioni spettacolo

Attività gratuite con prenotazione obbligatoria allo 060608 (Biglietto di ingresso alla mostra con normale tariffazione)
Dal 28 aprile al 19 giugno un ricco programma di visite guidate, laboratori creativi e lezioni spettacolo aiuterà i visitatori ad approfondire la conoscenza dei rari documenti d’archivio, dipinti, incisioni, sculture e inediti reperti archeologici della mostra Campidoglio. Mito, memoria, archeologia. L’esposizione, promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione e i servizi museali di Zètema Progetto Cultura, racconta le trasformazioni del tessuto urbano del Colle a partire dall’opera Modern Rome. Campo vaccino di J. M. W. Turner insieme ad altre opere precedenti e contemporanee, tre plastici del Campidoglio e un ricco apparato scientifico-documentario.

Gli appuntamenti didattici, a cura della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, comprendono: visite tattili per il pubblico con disabilità visive a cura dell’Associazione Museum onlus (11 e 25 maggio, 8 giugno ore 16.30 – 18.30); visite per non udenti con interprete della lingua LIS italiana (7, 21 maggio e 11 giugno ore 16.30 – 18.30); laboratori creativi frutto della collaborazione tra Musei Capitolini e Accademia di Belle Arti di Roma che prevedono la creazione di alcuni piccoli oggetti in argilla policroma (28 aprile e 12 maggio ore 17.00 – 19.00) e la lezione-spettacolo C’erano un italiano, un tedesco e… una capra!” ovvero: piccola storia del Campidoglio con la partecipazione della giovane e affermata attrice Antonietta Bello e il coinvolgimento attivo degli spettatori (30 aprile e 14 maggio ore 17.00 -19.00; 5 giugno ore 10.30 – 12.30).

CALENDARIO ATTIVITÀ

28 aprile e 12 maggio ore 17.00 – 19.00
LABORATORIO CREATIVO
FUOCO! FUOCO!…PER GIOVE!

La prof.ssa Manuela Traini dell’Accademia di Belle Arti di Roma, insieme ad alcuni allievi, accompagnerà i visitatori alla sezione della mostra dedicata all’antica decorazione del Tempio di Giove in terracotta dipinta, frutto dei recenti scavi; poi, grazie alle suggestioni ricevute, i visitatori saranno assistiti nella creazione di alcuni piccoli oggetti modellati in argilla policroma presso l’aula didattica dei Musei Capitolini, imparando i segreti dell’antica tecnica della modellazione. Il 19 maggio, dopo la cottura, i manufatti possono essere dipinti presso le aule dell’Accademia di Belle Arti, a Testaccio (ex-Mattatoio), una vera fucina di creazioni artistiche e il 26 maggio, dalle 17.30 – 19.00, ai Musei Capitolini, saranno consegnati i manufatti realizzati per suggellare un incontro speciale con l’arte. Il materiale didattico sarà messo a disposizione dal Museo.
Il Laboratorio è aperto anche a persone con disabilità
30 aprile e 14 maggio ore 17.00 -19.00
5 giugno ore 10.30 – 12.30
VISITA GUIDATA CON LEZIONE-SPETTACOLO
C’erano un italiano, un tedesco e… una capra!” ovvero: piccola storia del Campidoglio

Obiettivo è avvicinare in modo interattivo i visitatori del museo alla storia e all’arte antica: la comunicazione emotiva della drammatizzazione, infatti, rende immediata e piacevole la conoscenza dei personaggi storici e le storie antiche narrate dalla voce recitante ritornano vive ed attuali, grazie al coinvolgimento degli spettatori. Antonietta Bello, giovane e affermata attrice, qui anche autrice, accoglierà i visitatori dopo la visita guidata alla mostra, a cura di Zétema Progetto Cultura, e li accompagnerà fra rocchi di antiche colonne, terracotte, fotografie e divertenti aneddoti, per scoprire con loro quanto la storia recente abbia trasformato il colle più famoso di Roma e del mondo.
7, 21 maggio e 11 giugno ore 16.30 – 18.30
VISITE PER NON UDENTI

I temi della mostra sono proposti ai visitatori non udenti, accompagnati da un interprete della lingua LIS italiana: la visione mitica dei viaggiatori europei, i Caffarelli e le loro proprietà, i Prussiani in Campidoglio, l’avvento di Roma Capitale, gli anni delle demolizioni ed i ritrovamenti archeologici, il Tempio di Giove fra studi e recenti scavi, il deposito di terrecotte rinvenuto a Monte Tarpeo.
11 maggio, 25 maggio, 8 giugno ore 16.30 – 18.30
VISITE GUIDATE TATTILI

A cura dell’Associazione Museum onlus, offrono al pubblico con disabilità visive la possibilità di avvicinarsi all’arte attraverso esplorazioni tattili di plastici, rilievi, planimetrie e sculture presenti in mostra, con uso di guanti e sussidi didattici appositamente realizzati.

Info e prenotazioni
Le attività sono gratuite e per il biglietto è prevista la normale tariffazione.
Ingresso gratuito per portatori di handicap e per un familiare o altro accompagnatore che dimostri la propria appartenenza a servizi di assistenza socio-sanitaria
Per tutte le attività prenotazione obbligatoria al numero 060608.
Informazioni tel.060608; www.museicapitolini.org

visite tattili

visite tattili

Sport Insieme con la Scuola: la FAND alla Giornata Regionale Paralimpica di Pistoia, di Virgilio Rafanelli

Autore: Virgilio Rafanelli

Giovedì 14 aprile 2016 una splendida giornata di sole la location: Piazza del Duomo di Pistoia.
In questo suggestivo contesto si è svolta la seconda edizione della Giornata Paralimpica di Pistoia.
Erano presenti oltre mille ragazzi della scuola primaria secondaria e superiore di Pistoia e dintorni, le associazioni delle persone disabili, in prima fila la FAND con i gazebo anche delle singole associazioni federate. Lo stand della FAND sapientemente allestito dalla Presidente della Sezione Provinciale dell’ Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus di Pistoia Tiziana Lupi e dalle volontarie del Servizio Civile nazionale: Caterina, Alessandra, Giovanna e Denise; presente anche il Consiglio Regionale della Toscana dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti Onlus con il Signor Angelo Grazzini che portava una testimonianza telematica degli sport praticati dai disabili.
Dal palco la musica ed il saluto delle autorità, il sindaco di Pistoia Dott. Samuele Bertinelli, l’Assessore Mario Tuci, l’Assessore alle politiche sociali del Comune di Pistoia Prof.ssa Tina Nuti che ha visitato tutti i Gazebo, il presidente regionale del CIP della Toscana Massimo Porciani, il direttore dell’ INAIL di Pistoia, il presidente regionale del CONI.
Alle ore 10.00 l’inizio delle esibizioni: gli sbandieratori della Compagnia dell’orso di Pistoia, il campo da Basket per gli atleti in carrozzina e la dimostrazione della scherma, il judo per non vedenti con l’esibizione tra gli altri del plurimedagliato atleta paralimpico Giuseppe Mariano di Pisa, lo showdown, il Torbal per non vedenti, il tiro con l’arco per non vedenti, il tiro a segno, la simulazione della vela, l’atletica leggera per amputati, l’esibizione della scuola di ballo di Siena ed il tandem messo a disposizione dal consiglio regionale dell’U.I.C.I. della Toscana letteralmente preso d’assalto dai ragazzi per fare un giro di prova; erano presenti anche i parà della folgore ed al termine della mattinata pasta-party per tutti.
E’ stata davvero una bella manifestazione, da sottolineare l’entusiasmo dei giovani, la loro curiosità, la naturalezza con la quale hanno condiviso con i disabili l’entusiasmo per lo sport, un valore che unisce tutti. Ora spetterà alle associazioni, insieme al CIP, continuare su questa strada andando nelle singole scuole per dimostrare che la disabilità qualunque essa sia non impedisce alle persone di vivere pienamente la propria vita con le cose belle e meno belle che essa offre.
Nel 2017 Pistoia sarà la capitale italiana della cultura, questa splendida città ubicata nel centro della Toscana con le sue verdi colline piene di ulivi e di viti, con i suoi vivai di piante e di fiori conosciuti a livello internazionale; con le sue montagne, dove si scia d’inverno e si prende fresco d’estate: la foresta dell’Acquerino, la foresta del Teso, Pian degli Ontani. La sua antica storia, il suo pittoresco centro storico, le sue terme di Montecatini e Monsummano, il parco di Pinocchio a Collodi, la sua Biblioteca San Giorgio, una delle più grandi della Toscana; i suoi musei tra cui spicca il Museo Tattile Città di Pistoia presso il palazzo dei Vescovi.
Con tutte queste premesse siamo certi che Pistoia saprà essere degna di questo riconoscimento.
La giornata vissuta dello sport paralimpico ha voluto significare il valore della solidarietà, la voglia di edificare una società più a misura d’uomo ed in ultima analisi più civile ed umana.

Il Presidente della FAND provinciale di Pistoia
Cavalier Virgilio Rafanelli

Vedi Napoli e poi…. Ritorna!!!, di Maria De Mieri e Anna Grossi

Autore: Maria De Mieri e Anna Grossi

E’ questo l’invitante slogan scelto dall’U.N.I.Vo.C. di Napoli per proporre un’interessante e importante iniziativa turistica all’insegna dell’inclusione: Sportello U.N.I.Vo.C. Di cosa si tratta? Si tratta di uno Sportello informativo e organizzativo rivolto a tutte le U.N.I.Vo.C., le U.I.C.I., a tutti i loro utenti, familiari ed amici, per proporre soggiorni ed escursioni a Napoli e dintorni garantendo un’organizzazione completa e attenta alle esigenze delle persone con minorazione visiva. I nostri utenti, chiamando al numero dell’associazione o scrivendoci una mail, possono richiedere informazioni e affidarsi a percorsi organizzati da noi, con un accompagnamento che inizia all’accoglienza in arrivo in Stazione per concludersi al ritorno in Stazione. A guidarvi e a garantire un piacevole soggiorno ci saranno un’accompagnatrice di gruppo e un’archeologa esperte in assistenza e fruizione dei beni culturali per persone con minorazione visiva e, a richiesta per chi ne avesse bisogno, la possibilità di essere aiutati da un nostro volontario. Tanti sono gli itinerari che i nostri utenti possono scegliere o organizzare con noi, come tante e varie sono le bellezze artistiche e paesaggistiche che offre la città partenopea e i suoi dintorni. Dal volantino potete leggere le diverse escursioni: mare, terme, vulcanismo, la città e il suo centro storico, parchi archeologici, musei, vicoli caratteristici… per non dimenticare il “patrimonio gastronomico”. Tra i siti culturali da poter visitare molti appartengono alla rete “Napoli tra le Mani”, un progetto (nato dalla collaborazione del Servizio di Ateneo per le Attività degli Studenti con Disabilità S.A.A.D. dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa con la Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per Napoli e Provincia e le associazioni di categoria delle persone con disabilità come il DPI, l’l’ENS-Campania, l’U.I.C.I. e l’ U.N.I.Vo.C.) che si concretizza nella predisposizione di itinerari che, aperti a tutti, consentono anche alle persone con disabilità visiva di godere dei luoghi d’arte venendo a conoscenza degli elementi che li caratterizzano attraverso interventi specificamente progettati per il superamento delle barriere architettoniche, sensoriali e della comunicazione. Non siamo dei Tour-Operator, ma uno sportello informativo che ha obiettivi precisi: amicizia, inclusione e reciprocità! Come già attualmente facciamo per i nostri utenti campani, ci piacerebbe promuovere gite anche per amici di altre città, mettendo a disposizione la nostra organizzazione che è sempre attenta alle esigenze dei ciechi. Speriamo che questa iniziativa sia a voi gradita e che diventi promotrice di altri sportelli turistici affinché, attraverso l’ U.N.I.Vo.C., si promuovano piacevoli incontri tra volontari e utenti di tutte le città.
Vi invitiamo a visitare il nostro sito U.N.I.Vo.C. (www.univocdinapoli.org) dove troverete tutti i dettagli delle visite in città e luoghi limitrofi nonché i nostri contatti.
Vi aspettiamo numerosi!!!
Maria De Mieri e Anna Grossi

L’emozione “unica” dei libri tattili illustrati, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Nelle mie vesti di Presidente di giuria della Terza edizione del Concorso di editoria tattile “Tocca a te”!, organizzato dalla Federazione pro Ciechi e dalla Fondazione Hollman e tenutosi nel Luglio 2015 presso la bella ed ospitale Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, ho avuto modo di conoscere la brava e “frizzante” esperta di libri tattili per bambini, Dott.ssa Laura Anfuso.
Presentazione di Laura Anfuso, studiosa, formatrice ed esperta di letteratura per l’infanzia.
Laura è una studiosa seria, pacata e dall’etica salda, una ricercatrice meticolosa, una sperimentatrice sensibile e appassionata che pone al centro della sua attività di promozione alla lettura il Bambino in quanto Persona da ascoltare e rispettare sempre. Tutto ciò che fa, lo fa con cura, grazia, impegno.
Di seguito un suo contributo davvero “stimolante” e ricco di spunti di riflessione per tutti coloro che si occupano di letteratura per l’infanzia e della promozione della lettura per bambini.
L’intervista è stata rilasciata all’esperta del settore, Dott.ssa Tamberlani che ha chiesto allo scrivente di volerla cortesemente divulgare a tutti i nostri soci ed ai genitori dei nostri bimbi, anche tramite la nostra stampa associativa.
Non mi resta che ringraziare immensamente la Dott.ssa Tamberlani per la gentile concessione ed augurarVi buona lettura.

Leggere è far emergere i colori del Bambino. Intervista a Laura Anfuso:
Qual è il valore della lettura ad alta voce? Perché, secondo Laura Anfuso, è importante leggere ai bambini?
Credo che la lettura ad alta voce sia un valore quando vengano rispettate la dignità del Bambino e le potenzialità del libro, quando la lettura rivela il progetto etico, la cura (per esempio, per quanto concerne la scelta del libro, il luogo in cui la lettura viene fatta, le modalità con cui viene proposto il libro, la relazione che è in grado di creare l’adulto mediatore tra il libro e il bambino, tra il libro, il bambino e i genitori, tra il libro e il gruppo di bambini, ecc.).
Per me, leggere ad alta voce ai bambini è importante perché sollecita il loro desiderio di esplorazione e di scoperta, sviluppa la costruzione autonoma di un’immagine del mondo e di se stessi, favorisce la conoscenza di qualcosa di cui non sapevano di aver bisogno, nutre la capacità di dare un nome ai sentimenti, consente l’espressione libera e consapevole delle emozioni, nutre il bisogno di silenzio, di ascolto, di accoglienza reciproca, di un confronto aperto con gli altri.
Leggere per me è ascoltare, è accogliere la Persona che sta crescendo, agire come una sorta di moltiplicatore di opportunità di esperienze per il Bambino, destare il suo stupore, suscitare la sua curiosità, offrirgli un’esperienza che possa risultare significativa dal punto di vista emotivo, come pure da quello cognitivo.
Leggere è far emergere i “colori”, favorire la costruzione dell’identità attraverso la consapevolezza dei “colori”. Ho sempre letto e continuerò a leggere la poesia di Shel Silverstein che per me rappresenta una sorta di epigrafe irrinunciabile:
Colori
La mia pelle ha un color di terra giallastro-rosa-bianco;
i miei occhi sono grigio-blu sul verde, e antracite quando sono stanco.
Ho i capelli rosso-biondo-bruni,
e se li bagno sembrano argentati…
Ma i colori, i colori che ho dentro,
ancora non li hanno mai inventati.
Shel Silverstein
Leggere ai bambini in famiglia: quando iniziare? Come farlo? Quali letture proporre ai propri figli?
In realtà, nei miei corsi (corsi per future mamme e corsi di sostegno alla genitorialità) ho sempre invitato i futuri genitori, soprattutto le future mamme, a leggere ad alta voce quando il bambino/la bambina/i bambini era/erano ancora in grembo. L’apparato uditivo comincia a svilupparsi intorno all’ottava settimana di gravidanza. Dalla sedicesima settimana di gestazione in poi il feto reagisce agli stimoli sonori, in modo particolare alle voci umane. Tra le ventiquattro e le ventotto settimane di gestazione l’udito è completo. Alcuni studi hanno dimostrato che il bambino nella pancia della mamma non solo è in grado di riconoscere i suoni, ma anche di ricordarli. La voce della mamma, già ascoltata più volte, sarà riconoscibile, quindi rassicurante per il bambino, anche nel momento delicato in cui verrà alla luce.
Dal momento della nascita, sarà poi importante continuare a prendersi cura del bambino con i canti, le ninnenanne, le filastrocche già proposti durante la gravidanza, anche con cose nuove, sperimentando in modo costante le possibilità della lettura. I libri dovranno essere proposti dopo un’accurata selezione, in modo diverso (i libri non sono tutti uguali!) e graduale (nel rispetto dei tempi del Bambino), studiando sempre le modalità attraverso le quali il Bambino risponderà alle diverse proposte di lettura.
Ogni bambino è una Persona e deve essere rispettato, stimolato senza gratuite forzature o assurde pretese di una precoce adultizzazione. Spesso i libri indicati per la primissima infanzia sono adatti ai bambini di età compresa tra i tre e i cinque anni. Inoltre, molti libri non vengono progettati in modo coerente per quanto concerne il formato del libro, o il codice verbale, o l’apparato iconico-grafico nella sua interezza, ecc.
Un altro aspetto che meriterebbe una certa attenzione è la qualità artistica delle illustrazioni di molti libri per bambini. Poiché colpiscono gli adulti, vengono acquistati e proposti al bambino piccolissimo come se quest’ultimo avesse già sviluppato un’alfabetizzazione iconica consona al godimento di quelle immagini e un’adeguata capacità di lettura critica della polisemia a cui esse rimandano.
Leggere a un gruppo di bambini: qual è la tua esperienza in questo ambito? Cosa significa leggere a un gruppo di bambini per te? Quali aspetti vanno curati, quale formazione e sensibilità sono necessarie?
Ho avuto la fortuna e il privilegio di leggere a bambini diversi in luoghi molto diversi: nel nido, a scuola (in classe, in palestra, nel teatro, nel cortile), in parrocchia (oratorio), all’università, in biblioteca, in libreria, in ludoteca, nel museo, in luoghi aperti nell’ambito di alcuni festival (sul palco in piazza, ecc.), nelle fiere, in ospedale, anche in una scuola-tenda e in una scuola-container a L’Aquila, dopo il terremoto, e ogni esperienza mi ha dato tantissimo. Certe cose non si imparano solo leggendo i libri. Sono cresciuta grazie all’interazione affettiva e culturale che ogni volta si è sviluppata con tempi e modalità diverse perché non esiste il gruppo di bambini, esistono i bambini, anzi esiste il Bambino. E ogni Bambino ha la sua personalità, il suo carattere, la sua storia, il suo vissuto, ecc.
Ogni volta, ho cercato di sapere qualcosa dei bambini a cui avrei dovuto leggere, del luogo in cui si sarebbe svolto il laboratorio, ho studiato e “ri-cercato” i libri e poi ho selezionato quello che mi sembrava più giusto proporre in quel momento, valutando anche diversi aspetti (l’età dei bambini, il percorso svolto dai bambini prima del mio intervento, il tema del libro, il contesto, ecc.).
Credo che la formazione, l’esperienza e la sensibilità siano aspetti fondamentali, irrinunciabili. Non credo che l’entusiasmo e il cuore possano contribuire a creare eventi significativi dedicati alla lettura, né penso che possa giovare alla promozione dei libri la confusione che un approccio di questo tipo sta contribuendo a creare nell’ambito dell’animazione alla lettura. Sembra che ci sia un’unica ricetta per realizzare l’animazione alla lettura e libri diversi tra loro vengono proposti nello stesso modo, come se questo fosse possibile. Molti libri hanno bisogno di silenzio, di silenzio sensibile, di tempo mediato, e, quando vengono usati in un certo modo, risultano solo sviliti, mortificati nelle potenzialità ed originali peculiarità che li contraddistinguono.
La formazione deve essere continua, deve sviluppare un continuo dialogo tra la ricerca e la sperimentazione, con uno sguardo ampio, pronto a cogliere gli stimoli che possano arrivare da letture diverse (saggi, poesia, teatro, arte, ecc.), dai viaggi, da un attento e costante esame della produzione mondiale per bambini, come pure dal ricco confronto con la disabilità. Essa ci regala la possibilità di spostare lo sguardo, di nutrire il desiderio di “ri-cercare” una “LETTURA” che possa rappresentare un valore per tutti, da condividere.
Come ti prepari a una lettura ad alta voce a un gruppo di bambini? Cosa determina, a tuo avviso, la buona riuscita di una lettura di gruppo?
Se posso, vado a vedere il luogo in cui dovrò leggere. Cerco di sapere il più possibile, di preparare l’accoglienza, di conoscere il libro molto bene in modo da poter leggere soprattutto gli occhi dei bambini, di essere più centrata sul loro ascolto, di essere disponibile e pronta ad aggiustare il tiro in ogni momento, a curare la delicata compresenza degli insegnanti o dei genitori.
Per me è anche importante il silenzio, leggere nel silenzio, leggere il silenzio apparente, creando pause di silenzio, per far emergere lo spazio interiore, la parola che stava appesa alle labbra, lì lì per essere detta, quella parola che, finalmente pronunciata o ascoltata, sarà attesa e rivelazione nel medesimo tempo.
Sento che il laboratorio ha avuto un senso quando, dopo la lettura, emerge la Voce del Bambino, anche quando, in un laboratorio successivo, mi ricordo delle osservazioni del Bambino, di come le parole del Bambino abbiano “compiuto” il Libro e la Lettura.
Un libro per bambini è di qualità se…
…guarda al Bambino con rispetto, se guarda ai bisogni profondi del Bambino, se si occupa delle relazioni che il Bambino pone in essere con se stesso e gli altri. In questo senso, la relazione deve essere vista sempre nel duplice aspetto di rapporto uomo-natura e di rapporto uomo-uomo, del Bambino nel suo essere insieme realtà naturale e realtà culturale-sociale.
Quali libri ami particolarmente?
Ci sono libri che presentano un equilibrio perfetto, che hanno il sapore unico della poesia, che spostano lo sguardo dal torpore dell’abitudine e dell’omologazione. Sono quelli i libri che amo, quelli a cui ho bisogno di ritornare sempre, quelli su cui posso lavorare con modalità diverse, con adulti e con bambini, quelli da cui attingere per la conduzione di corsi di formazione, quelli che io definisco irrinunciabili. Non posso citarli tutti, ma alcuni libri rappresentano, nello stesso tempo, un valore da condividere e da custodire in silenzio come Fammi una domanda! 108 domande per parlare un po’ insieme (Nuove Edizioni Romane, 2005), (Bohem Press Italia), L’isola (Orecchio Acerbo Editore),Io, tu, le mani (il libro con il quale Marcella Basso ha vinto due premi: Premio Miglior Libro Italiano, Concorso Tocca a te! 2015 e Premio Internazionale Typhlo & Tactus 2015), anche A cloud e Kakéra. Histoire d’un petit morceau (Les Trois Ourses), due doni della sensibilità artistica di Katsumi Komagata.
Puoi parlarci dei laboratori che conduci legati al TATTO e dell’impiego che fai dei libri tattili illustrati?
Mi occupo da tempo di Educazione al Tatto e ho cominciato a sperimentare i libri tattili illustrati quando erano ancora ignorati da molti, anche tra gli addetti ai lavori. Li ho cercati, acquistati, toccati più volte, analizzati, “ri-cercati”, confrontati, soprattutto alla luce delle potenzialità che emergevano attraverso la conduzione di laboratori con modalità diverse e in contesti differenti per bambini, ragazzi e adulti. La mia ricerca è stata anche sollecitata dall’esperienza preziosa di cui ho potuto godere in qualità di membro della Giuria Senior in tutte e tre le edizioni del Concorso Italiano di Editoria Tattile Illustrata “Tocca a te!”(Padova, 17 giugno 2011; Genova, 20-22 settembre 2013; Reggio Emilia, 19-21 giugno 2015), il concorso organizzato dalla Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi in collaborazione con la Fondazione Robert Hollman, per sostenere e promuovere l’editoria tattile e per stimolare la creazione, la produzione e la diffusione di libri tattili illustrati a livello nazionale.
I libri tattili illustrati hanno rappresentato la possibilità di sperimentare il buio, di far sperimentare il buio, di ideare percorsi al buio che potessero contribuire a sviluppare il tatto e a prendere coscienza delle possibilità del tatto. Uno degli articoli che ho scritto e, a cui tengo molto, è quello dal titolo Educare al tatto: l’importanza del buio che figura nel N. 1 della rivista “LG Argomenti” (gennaio-marzo 2013), pp. 40-46.
Tanti bambini, ragazzi e adulti hanno vissuto i laboratori come se nel buio potessero finalmente “scoprirsi”, porsi in una dimensione di ascolto profonda ed inedita. Per loro è stato anche importante soffermarsi sulle potenzialità del tatto attraverso l’esplorazione di materiali, forme e textures diversi. Per esempio, è stata una piacevole rivelazione la scoperta dei differenti aspetti che la carta può assumere, in seguito alla manipolazione, e la possibilità di soffermarsi sulla differenza non trascurabile tra superficie texture attraverso la comparazione di materiali diversi. In questo senso, l’esplorazione tattile sensoriale è stata stimolata anche dalla sperimentazione della varietà dei libri tattili illustrati proposti.
Ricerca, sperimentazione e consapevolezza sono cresciute insieme nel tempo. Con alcuni libri tattili illustrati ho realizzato dei progetti concernenti la maternità, altri mi hanno permesso di sviluppare una riflessione sul tatto e sulle sue potenzialità nella conduzione di laboratori per educatori del nido. Certi libri mi hanno permesso di ideare originali laboratori dedicati alla scrittura creativa; alcuni sono stati valorizzati da un dialogo suggestivo della musica con la poesia a cui ho voluto dar vita. Questo solo per dire che la consapevolezza delle potenzialità del tatto e l’analisi dei libri tattili illustrati mi hanno aperto la strada della ricchezza della molteplicità e sollecitato la capacità di ideare esperienze al buio che potessero essere significative per persone vedenti, non vedenti, anche disabili.
Per questo motivo, ho continuato a sottolineare l’importanza di una Educazione al Tatto e a creare una riflessione sul tatto attraverso la sperimentazione del buio e mirati interventi di sviluppo e valorizzazione dell’Educazione Sensoriale.
I libri tattili illustrati sono di difficile classificazione, spesso introvabili e richiedono una ricerca e una formazione ampia (dalla pedagogia alla psicologia, ecc.), la volontà di mettersi continuamente in gioco e in discussione, di confrontarsi con la persona non vedente (bambino e adulto), di guardare in modo ampio ad alcuni mirati espedienti tecnici e alle soluzioni artistiche la cui originalità, rispettosa ed inclusiva, valorizza il tatto e rende giustizia alla sua complessità. Significative esplorazioni tattili sensoriali sono per me quelle in grado di far prendere coscienza all’individuo di quanto il tatto possa stimolare la sua voglia di conoscere e di conoscersi, di come il tatto possa nutrire il linguaggio e le possibilità della relazione fra gli esseri umani (sviluppo della spiritualità).
Ci puoi parlare del tuo lavoro di scrittura nell’ambito dei libri d’artista?
Ricerco, seleziono, colleziono e, soprattutto, sperimento da tempo anche i libri d’artista. Sono libri preziosi su cui mi piace soffermarmi, che uso per cullare i miei occhi, libri da cui parto o prendo spunto per condurre seminari, laboratori, anche corsi di formazione. Il libro d’artista è per me quel mondo vasto, aperto, in cui fa nido la poesia, in cui il lettore si perde all’inizio per ritornare a vibrare, a rinnovarsi, come se quell’opera così speciale, unica, originale avesse saputo scuoterlo dal torpore dell’abitudine. Il libro d’artista è per me una ricerca che sollecita un’altra ricerca, è una sfida, una provocazione brillante, un invito al viaggio, un inno alla vita, un omaggio al mutamento, alla trasformazione, alla differenza, alla molteplicità.
Non sono autrice di libri d’artista, ma di poesie, ed è recente la collaborazione con Le MagnificheEditrici che ha visto la nascita di Parola e di Libro (Collana “LettereinParola”). I miei acrostici poetici sono stati interpretati da Le MagnificheEditrici (Manuela Marchesan e Laura Bertazzoni) che hanno progettato ed ideato due libri d’artista originali, in grado di conquistare la sensibilità di molti. Abbiamo già realizzato due presentazioni che mi hanno offerto molto nel senso di un confronto che è umano, culturale ed artistico insieme: una a Roma, il 13 novembre 2015, presso i locali della casa editrice Empiria, con il Poeta Elio Pecora e l’altra a Firenze, il 12 febbraio 2016, presso la Galleria/Atelier Cartavetra di Brunella Baldi. E andremo anche in altre città in cui i libri hanno destato curiosità ed interesse.
Per quanto concerne il testo, ci tengo a sottolineare che l’acrostico è stata una possibilità, una strada che ho voluto attraversare per trovare, nella sintesi, la pienezza. Dopo tante letture, anche tante esperienze al buio, mi sono affidata alla mia mente senza “costringere” le parole a volersi piegare ad un significato rigido, imposto come tema. Mi sono immersa nella mia mente, per combinare le parole come se fossero autonome di dire quello che sanno esprimere. L’acrostico è un gioco a cui mi abbandono, una sfida piacevole. Continuo a “ri-cercare” le parole, a sentirle, a esplorarle, a scuoterle in modo da “cullare” i significati che si vanno di volta in volta svelando, plasmando, riscoprendo. Anche per questo, sono felice che i miei acrostici siano “diventati” libri d’artista, un “corpo poetico” che accoglie il respiro di parole che non si fermano, che continuano ad essere se stesse pur rimandando ad altro, che richiedono tempo per svelare la magia di cui sono custodi. Perché, per rivelare tutto quello che sanno o che possono dire, la superficie di una pagina bianca sarebbe risultata troppo stretta, soffocante, un limite. Certe parole hanno bisogno di spazi ampi di visione, di percezioni dilatate, di essere lette, attraversate, “toccate con mano”, manipolate, percepite attraverso tutti i sensi per essere comprese, per “ri-comporre” la polifonia di voci a cui si schiudono generose.

Il futuro del Museo: accessibile a tutti quasi in cento all’auditorium della Mole Vanvitelliana

Corso nazionale del Museo Omero
Una tre giorni innovativa per docenti e programma
Ancona,  14-15-16  aprile 2016

ANCONA – Raggiunta la massima capienza con quasi cento iscritti al Corso di formazione sull’accessibilità ai beni culturali (14-15-16 aprile) organizzato dal Museo Tattile Statale Omero di Ancona (XIII edizione). La tre giorni di lezioni si sposta dalla sala conferenze interna al museo all’Auditorium della Mole Vanvitelliana per accogliere un numero di iscritti oltre le previsioni. Nato per promuovere la filosofia e le buone prassi del Museo Omero a livello nazionale il corso anche quest’anno conta tra i partecipanti presenze di operatori ed esperti dei più prestigiosi Musei italiani come con la Galleria degli Uffizi, il Palazzo Reale a Torino, la Galleria Nazionale di Brera, l’Opera del Duomo Firenze, la Galleria Nazionale dell’Umbria. Oltre alle risorse intellettuali e di esperienza del Museo Omero il programma prevede, tra gli altri, Fabrizio Paolucci, Direttore del Dipartimento di antichità classica della Galleria degli Uffizi con l’intervento “Uffizi da toccare” e Gabriella Cetorelli, Responsabile del Servizio Progetti speciali del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.  Partenza del corso con grande energia ed ottimismo e con i saluti di Aldo Grassini, Presidente del Museo Omero, Giorgia Muratori, Segretario regionale per il MIBACT.

Sintesi dei lavori della Commissione Nazionale Fand, consulte e associazioni della disabilità – 17 marzo 2016

Il 17 marzo 2016 si è riunita nella sede della Presidenza Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus la Commissione Nazionale Fand, consulte e associazioni della disabilità. A questa riunione erano presenti tutti i componenti: Vincenzo Zoccano (coordinatore), Hubert Perfler (referente), Giuseppe Ambrosino, Francesco Barillà, Armando Giampieri e Nicola Stilla. Dopo una presentazione di tutti i componenti è stato concordato che l’obiettivo generale di lavoro è quello di orientare le politiche di UICI rispetto al rapporto con tutte le associazioni nazionali delle persone con disabilità. Si sono delineate le tematiche sulle quali la commissione è chiamata ad operare:
– La riorganizzazione della Fand partendo da un’indagine attraverso i Consigli Regionali UICI sui Presidenti Regionali per capire il loro ruolo e a che tipo di associazione appartengono. Lo scopo è quello di creare una comunicazione più sinergica e uno snellimento dell’iter burocratico della Fand.
– Il superamento delle due federazioni FAND e FISH con l’obiettivo ultimo di unirle, ragionando sul coinvolgimento istituzionale e avviando quindi un percorso di condivisione.
– Stabilire i seguenti temi principali che potranno divenire le basi e i  punti fermi di tutte le associazioni che fanno parte della FAND: scuola, lavoro, barriere architettoniche, della comunicazione e accessibilità, socio-sanitario.
– Proposta di fare un riunione monotematica riguardante l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e le associazioni di e per le persone con disabilità visiva, anche con quelle aderenti alla FISH.

Il Typhlology Skilled Educator e le Scienze Tiflologiche

“Il vero Tiflologo, oggi Typhlology Skilled Educator, non lotta per ridare la vista al cieco, il vero Tiflologo combatte affinché ogni persona cieca sia messa nelle condizioni di poter guardare il mondo attraverso le proprie abilità”.
E’ con questo aforisma dello stesso autore, che ha inizio il libro scritto dal Prof. Marco Condidorio “Il Typhlology Skilled Educator e le Scienze Tiflologiche”, edito dalla Volturnia Edizioni e uscito lo scorso 18 Marzo in occasione dell’inaugurazione del Master di I Livello in “Typhlology Skilled Educator”, presso l’Università degli Studi del Molise.
Il libro si configura quale premessa fondante dello stesso Master avviato dall’Ateneo molisano, un corso di studi innovativo, primo in Italia che ha lo scopo di formare la nuova figura professionale molto ricercata nell’ambito delle scienze tiflologiche, per l’appunto il Typhlology Skilled Educator (TSE).
Il TSE è l’esperto che si occupa della disabilità visiva nella sua forma assoluta o parziale al fine di migliorare la situazione sociale e culturale attraverso la didattica, l’informatica e la tecnica; questo volume ha l’obiettivo di presentare e dare risonanza a tale professionalità che affianca non solo la persona non vedente ma anche tutte quelle figure professionali chiamate a favorire l’inclusione e il raggiungimento dell’autonomia, illustrandone il ruolo, le competenze e l’inquadramento normativo – curriculare.
Il libro nasce dalla mente e dall’anima del Prof. Condidorio, Tiflologo, Docente di Tiflologia incaricato presso l’Università degli Studi del Molise dall’anno 2000, Componente della Direzione Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus nonché Coordinatore della Commissione Nazionale dell’Istruzione e la Formazione, affinché ogni bambina e ogni bambino che vivono al buio, insieme alla famiglia e alla società “…sappiano costruire la strada verso l’emancipazione e l’autonomia…” (Il Typhlology Skilled Educator e le Scienze Tiflologiche, 2016).
Solitamente le persone non vedenti e ipovedenti si avvalgono nella quotidianità di ausili pratici e generalmente efficaci, tra cui il cane guida, il bastone bianco e tecnologie come agende elettroniche, computer equipaggiati con software specifici per minorati della vista che ne consentono l’utilizzo e smartphone (tablet, Iphone) provvisti di screen reader per l’ingradimento dei caratteri e con la vocalizzazione dei diversi comandi e menù. Poiché taluni strumenti risultano piuttosto impersonali, freddi e “anonimi”, oggi si avverte sempre di più l’esigenza di affiancare alla persona non vedente una figura professionale quale quella del TSE che possa supportarla e accompagnarla nell’orientamento, nell’istruzione, nell’inserimento sociale e professionale nell’arco dell’esistenza. Il suo bagaglio professionale “…è fatto di contenuti psicologici, pedagogici, soprattutto di conoscenze legate ai processi di formazione e di inclusione riferiti ai diversi ambienti toccati dalla quotidianità della persona cieca, a partire dalla prima agenzia educativa, quale la famiglia, per poi interessare la scuola e la stessa società civile” (Il Typhlology Skilled Educator e le Scienze Tiflologiche, 2016).
Il libro del Prof. Condidorio si dimostra, dunque, come un vero e proprio “vademecum”, come da lui stesso definito nell’introduzione, per chi desidera intraprendere questa strada professionale – formativa e anche come guida consigliabile per le Pubbliche Amministrazioni, per le Agenzie educative, turistiche, per tutti gli operatori che a vario titolo operano nei settori socio – sanitari e non e per tutti coloro che vogliono sfiorare con mano la condizione della disabilità affinché ogni sorta di discriminazione possa, nel tempo, svanire.
Il volume nasce da un lungo studio delle strategie didattico – pedagogiche, frutto di osservazioni, analisi ed esperienze personali utili ad individuare quelle criticità che devono e che possono essere superate con il supporto delle scienze tiflologiche e della nuova figura del Typhlology Skilled Educator.
L’autore si è così proposto di tracciare i lineamenti di una lezione di tiflologia, le cui premesse non sono inscindibili. Come avviene la “conoscenza” di quello che chiamiamo mondo da parte della persona non vedente? Tutti i sistemi sensoriali sono coinvolti in questo processo, veicolando i contenuti dell’esperienza sensibile al cervello, il quale si presenta essenzialmente tiflologico, anzi è tiflologo per eccellenza. Il cervello è quindi l’organo più affidabile, centro di tutto l’apparato sensoriale ed esperienziale, perché capace di rendere accessibile, dunque visibile tutto ciò che non sia percepibile attraverso la vista.

Il Tiflologo, chi è costui?, di Luciano Paschetta e Gianluca Rapisarda

Autore: Luciano Paschetta e Gianluca Rapisarda

La recente riunione del “coordinamento degli Enti “ collegati all’U.I.C.I. ha messo al centro del proprio dibattito la necessità di dar vita ad una “autority” delle scienze tiflologiche, che si configuri come un vero e proprio “network” a supporto dell’inclusione dei non vedenti e degli ipovedenti. Una necessità questa segnalata da tempo, ma che solo ora, grazie all’impegno dell’attuale Presidenza Nazionale dell’Unione ciechi, ha trovato il motore propulsore per la sua concreta attivazione.
Strettamente legata a questo nuovo corso della tiflologia è la definizione di chi sia il “tiflologo. Una figura questa, di cui tutti parlano, spesso invocata come “deus ex machina” per la risoluzione dei problemi connessi all’educazione ed all’istruzione dei disabili visivi, ma sulla quale manca una attenta riflessione su quale debbano essere il profilo professionale, il suo percorso formativo ed il suo ruolo nel processo di crescita ed emancipazione del minorato della vista.
Vogliamo qui soffermarci per dare il nostro contributo a tale riflessione e per fare un po’ di chiarezza sull’argomento.
La cosa non risulta assolutamente semplice , in quanto ogni volta che abbiamo provato a definire il ruolo professionale del tiflologo, ci risuonava nella mente una domanda: “Il tiflologo, chi è costui?”
La questione non è capziosa e la domanda non è banale : infatti, non è casuale se tale figura non compare in nessuna delle classificazioni internazionali riferite agli operatori che si occupano dell’educazione e dell’istruzione dei privi della vista.
Definire il tiflologo è come osservare un quadro impressionista: visto da lontano, le figure in esso rappresentate sembrano ben definite e stagliarsi nettamente sullo sfondo, ma, via via che ci si avvicina, esse diventano sempre più confuse fino a scomporsi in macchie di colore, confondendosi con lo sfondo e perdendo l’iniziale unicità delle forme.
Allo stesso modo i non “addetti ai lavori” che hanno una conoscenza “lontana” della psicologia dell’età evolutiva, della psicopedagogia e della didattica, spesso tendono a pensare al tiflologo come il “tuttologo” o l’”onnisciente”, cioè come colui che “solo” risolve tutti i problemi dello sviluppo e dell’educazione dei disabili visivi di tutte le età. “Guardato da vicino “ da chi di educazione e di formazione si occupa, questa unicità si frammenta: il tiflologo, a seconda della situazione in cui si trova ad operare, dovrebbe essere : uno psicologo dell’età evolutiva od un operatore di nido d’infanzia, quando interviene su un bambino dagli zero ai tre anni; maestro di scuola materna, quando opera con bambini dai 3 ai 6 anni; competente di didattica di scuola primaria ed educatore di orientamento e mobilità e autonomia personale, quando si occupa di educazione di bambini a partire dai 6 anni in poi; ed in seguito sarà informatico, orientatore scolastico e professionale e così via.
Questo evidenzia come il tiflologo, se non definito nel suo ruolo, può essere immaginato e, spesso lo è stato, come l’educatore unico dei disabili visivi, mentre è proprio questa l’illusione dalla quale occorre uscire.
La definizione utilizzata a livello internazionale di “esperto nelle scienze tiflologiche” ci aiuta in tal senso, chiarendo che il suo ruolo non può essere: né quello dell’insegnante o dell’educatore, né quello dell’esperto di informatica o dell’operatore di orientamento e mobilità, né quello dell’esperto di orientamento scolastico o professionale; meno che mai egli potrà sostituirsi allo psicologo o al neuropsichiatra infantile, ed allora ecco tornare la domanda: “Il tiflologo, chi è costui?”
Egli è, appunto, un esperto nelle scienze tiflologiche e, come tale, saprà: indicare gli aspetti critici dello sviluppo psicomotorio in assenza della vista e come si faccia a superarli con successo; chiarire gli aspetti specifici della percezione della realtà in mancanza della vista; valutare la funzionalità del residuo visivo in relazione al lavoro didattico e/o professionale; insegnare come si educa un minorato della vista alla “lettura” delle rappresentazioni grafiche bidimensionali (grafici, piantine toponomastiche e cartine, ecc); sapere quando è indispensabile l’insegnamento del metodo Braille, piuttosto che quali siano i sussidi per gli ipovedenti per rendere autonomo il bambino con disabilità visiva nella letto-scrittura; illustrare quali siano gli accorgimenti ed i sussidi per rendere efficace la didattica in presenza di un cieco assoluto e/o di un ipovedente grave; sapere insegnare l’uso del PC con le periferiche assistive (screen reader, display Braille, software ingrandenti, ecc.); conoscere i giochi idonei al bambino con gravi problemi di vista; indicare quali siano le opportunità di accesso all’informazione (quotidiani e riviste on line accessibili, biblioteche digitali, audiolibri , ecc.); suggerire come si “adatta” un testo di scuola primaria od un testo letterario o scientifico affinché il privo della vista o l’ipovedente lo possano utilizzare appieno; spiegare quali siano le possibilità di orientamento, mobilità e di autonomia personale raggiungibili alle diverse età e nelle diverse situazioni da chi ha problemi di vista; valutare l’idoneità di una situazione di lavoro e la sua adattabilità al cieco o all’ipovedente. Questo solo per esemplificare gli ambiti delle sue principali competenze, competenze che egli potrà trasmettere, quale formatore, in percorsi formativi specifici rivolti alle diverse figure professionali che intervengono alle diverse età e situazioni nel processo di istruzione e formazione dei giovani e degli adulti con disabilità visiva.
Al riguardo ricordiamo, quale esempio di eccellenza, come questo sia l’obiettivo dell’accordo sottoscritto recentemente dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti con l’ordine degli psicologi ai quali l’I.Ri.Fo.R. si appresta a fornire la formazione specifica. Non meno rilevante e lungimirante ci sembra il recente avvio del master in Typhlology Skilled Educator (“esperto nelle scienze tiflologiche”), voluto fortemente dal Presidente Nazionale dell’U.I.C.I. Mario Barbuto e dal componente la Direzione Nazionale della stessa Unione Marco Condidorio e realizzato grazie alla fattiva e sinergica collaborazione tra l’Unimol e l’I.Ri.Fo.R. Il nostro auspicio è che da tale master universitario, oggi esperienza sperimentale pilota nel Molise, possa nascere il modello formativo di riferimento che, recepito come “buona pratica” dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e Ricerca , possa essere disseminato in tutta Italia.
Ritornando alle competenze dell’esperto nelle scienze tiflologiche, secondo noi, egli potrà, altresì, operare sul campo, affiancandosi in alcuni momenti di programmazione (GLH, consiglio di classe, ecc.) e di azione (didattica del Braille, predisposizione del materiale didattico, presentazione delle periferiche assistive per l’informatica, ecc.) a chi sta operando con il minorato della vista (insegnante, educatore, assistente,ecc.). In tutti i casi con la finalità di trasmettere le conoscenze e le competenze loro necessarie a renderli “capaci” di esercitare il proprio ruolo nei confronti del disabile visivo come con i compagni e di definirne correttamente gli obiettivi educativi , scolastici e di autonomia personale, così da sviluppare un “progetto di vita“ finalizzato alla sua inclusione socio-lavorativa.
Questa integrazione tra esperti nelle scienze tiflologiche e studiosi di scienze umane, grazie al sopraccitato nascente “network per l’inclusione”, dovrebbe realizzarsi anche nell’ambito della ricerca psicopedagogica, così che il progresso nella tiflologia proceda parallelamente all’evoluzione scientifica delle scienze affini.
Queste, a nostro avviso, le linee guida che dovrebbero orientare l’azione del costituendo “network per l’inclusione” od “autority” delle scienze tiflologiche nella proposta di iniziative di ricerca, nella definizione del ruolo e del profilo professionale dei futuri “esperti nelle scienze tiflologiche”, , nell’organizzarne il relativo percorso formativo e nel predisporre le iniziative di formazione per le diverse figure professionali che si trovano ad operare con i privi della vista.
Solo con un progetto di sistema, guidato da quelle realtà che negli ultimi cento anni si sono occupati di educazione, istruzione, formazione ed inserimento lavorativo dei disabili visivi (UICI, Federazione Pro Ciechi, Biblioteca per i ciechi, I.Ri.Fo.R. ecc.), ma sviluppato in modo integrato con il MIUR e con l’intero contesto della formazione e dell’istruzione, il “tiflologo”, uscendo dal limbo e dall’”indefinito” che oggi lo caratterizzano e diventando l’“esperto nelle scienze tiflologiche”, potrà aspirare ad avere un ruolo riconosciuto dall’intera comunità scientifica .

Luciano Paschetta
Direttore centrale IRIFOR

Gianluca Rapisarda
Direttore junior IRIFOR

ART & REVOLUTION Artisti siriani per la pace e la libertà

8 – 20 aprile 2016
Inaugurazione venerdì 8 Aprile 2016 ore 17
Liceo Artistico “Edgardo Mannucci” –  ANCONA
Inaugura venerdì 8 aprile alle ore 17 presso l’Aula Magna del Liceo Artistico “Edgardo Mannucci” di Ancona e prosegue fino al 20 aprile, la mostra “ART & REVOLUTION Artisti siriani per la pace e la libertà” alla presenza del corpo docente, del Presidente del Museo Omero Aldo Grassini, delle autorità dell’Amministrazione comunale. Ospite d’onore la giornalista e scrittrice italo-siriana Asmae Dachan, curatrice del blog “Diario di Siria”.
In Siria, ormai da cinque anni, prosegue inarrestabile una rivoluzione che non usa armi né violenza. E’ quella degli artisti siriani che con i linguaggi dell’arte continuano a lottare per rivendicare i diritti umani nel loro Paese. Questa mostra vuole contribuire a diffondere le loro denunce e i loro appelli per la pace ed essere così una sincera testimonianza di solidarietà al popolo siriano.
La mostra è organizzata nell’ambito delle attività del Progetto Arcobaleno per l’Intercultura del Liceo Artistico con la collaborazione di Tactus, Centro per le arti contemporanee, la multisensorilità e l’interculturalità del Museo Tattile Statale Omero e dell’Associazione no profit “La Campagna Mondiale di Sostegno al Popolo Siriano (ONSUR Italia)”. La mostra è dislocata in due spazi espositivi diversi, presso il Liceo Artistico e presso il Museo Omero. L’ingresso è libero.
LICEO ARTISTICO “EDGARDO MANNUCCI”
Opere grafico-pittoriche degli artisti Imranovi, Abonnour Alsori, Wissam Al Jazairy

via Michelangelo Buonarroti, 12 – ANCONA Tel. 071 2805003 –  www.liceoartisticomannucci.it
Orario: dal martedì al venerdì 16-18

MUSEO TATTILE STATALE OMERO – MOLE VANVITELLIANA
Opere grafico-pittoriche Diala Brisly – Videoinstallazione – musiche Malek Jandali – canzoni Wasfi Massarani, Omar Offendum – testi e poesie Asmae Dachan, Yara Al Zaitr

Banchina Giovanni da Chio 28 – ANCONA
tel. 0712811935 – www.museoomero.it  #museoomero su facebook, twitter, instagram, youtube
Orario: dal martedì al sabato 16-19; domenica e festivi 10-13 e 16-19

Monica Bernacchia
Comunicazione
Museo Tattile Statale Omero
Mole Vanvitelliana
Banchina Giovanni da Chio 28, 60121 Ancona
tel. 071.2811935 fax 071.2818358
www.museoomero.it
email: redazione@museoomero.it
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locandina mostra

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Propositum Artis – Mostra itinerante di arte contemporanea promossa da P.A.E. Pescara Art Evolution

Spazio espositivo: MUSEO TATTILE STATALE OMERO
Complesso Monumentale della MOLE VANVITELLIANA di ANCONA
Periodo: 2 – 25 aprile 2016
Vernissage: 2 Aprile 2016 ore 17(Parteciperanno i curatori, gli artisti, le Autorità e Aldo Grassini, Presidente del Museo Tattile Statale Omero)
La mostra itinerante “Propositum Artis” verrà allestita come prima volta presso il Museo Tattile Statale Omero di Ancona, nell’ambito delle attività del Centro per le Arti Contemporanee “Tactus”,  per poi continuare un percorso che prossimamente toccherà le città di Tolentino, Assisi, Gubbio e Ascoli Piceno, e approdare ad altre sedi espositive ancora da definirsi.
Gli artisti partecipanti all’evento, che vede Gianluca Marziani e Armando Ginesi come curatori, sono 14, tutti italiani, già di riconosciuto valore, seppure diversi fra loro quali formulazioni espressive, unitisi assieme dalla volontà di riconsegnare all’arte quella valenza etico-estetica sociale e spiritualmente elevante che negli ultimi decenni, come loro affermano, è venuta sempre più a mancare. Diventa, questo evento, appunto un “proposito” di continuità, nonché il tentativo di ridare al gesto creativo una sua forte valenza di ordine significativo.
I testi in catalogo sono del Prof. Gianluca Marziani, dello storico dell’arte Prof. Armando Ginesi e la dichiarazione di poetica introduttiva di Gian Ruggero Manzoni, che è stato indicato quale portavoce del gruppo.

ARTISTI: Sandro Bartolacci, Toni Bellucci, Tommaso Cascella, Bruno Ceccobelli, Giancarlo Costanzo, Nino De Luca, Anna Iskra Donati, Omar Galliani, Alberto Gallingani, Ferruccio Gard, Gian Ruggero Manzoni, Franco Mulas, Giulia Napoleone, Gualtiero Redivo.
CURATORI: Gianluca Marziani e Armando Ginesi.
CATALOGO: “Propositum Artis” – Palladino Editore

INFO
MUSEO TATTILE STATALE OMERO – MOLE VANVITELLIANA
Banchina Giovanni da Chio 28 – ANCONA
Periodo: 2 – 25 aprile 2016
Vernissage: 2 aprile 2016 ore 17.00
Orario apertura: martedì / sabato ore 16-19; domenica e festivi ore 10-13 e 16-19.
Ingresso: libero.
Museo Tattile Statale Omero – tel. 0712811935 – www.museoomero.it – info@museoomero.it
#museoomero su facebook, twitter, instagram, youtube
(Visite guidate per gruppi e scuole a cura dei Servizi Educativi del Museo e su prenotazione)
P.A.E. Pescara Art Evolution – Giancarlo Costanzo cell. 338 4308539 – gio.costanzo@tiscalinet.it

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