FISH – Detrazioni fiscali: allerta per le persone con disabilità

“Ci inquieta e non poco l’intento governativo – che trapela da indiscrezioni giornalistiche – di intervenire sulle detrazioni fiscali degli italiani. L’intervento sulla cosiddetta erosione fiscale – ipotizzato ormai da anni – deve salvaguardare le persone con disabilità e le loro famiglie come pure le spese sanitarie e assistenziali che oggi rimangono in carico ai contribuenti. Ricordiamo che il 70 per cento delle famiglie con persone con disabilità o con persone anziane non autosufficienti non fruisce di alcun servizio pubblico e che la disabilità è uno dei primi determinanti dell’impoverimento.”
C’è la massima allerta nelle parole del Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap Vincenzo Falabella sulle indiscrezioni relative alla prossima legge di stabilità. Ridurre le detrazioni e le deduzioni fiscali significherebbe colpire molte delle spese sostenute direttamente per la disabilità: assistenza personale e badanti, spese farmaceutiche, ausili, assistenza sanitaria, veicoli adattati, cani guida, spese farmaceutiche, per tacere dell’esenzione dall’imposizione IRPEF sulle pensioni di invalidità civile.
“Secondo alcune riflessioni molto accademiche, queste detrazioni sarebbero usate impropriamente in quanto, secondo queste logiche, i bisogni di tipo assistenziale dovrebbe essere affrontati dal welfare e non da misure fiscali. Una considerazione che sarebbe corretta se non fosse che l’Italia per la disabilità spende pochissimo, soprattutto in termini di politiche e servizi inclusivi.”
Sarà anche questo uno dei temi al centro dell’incontro promosso da FISH Il nuovo paradigma della Convenzione ONU per l’accesso ai diritti ed il contrasto delle discriminazioni delle persone con disabilità (Informazione, accertamento e accesso a benefici, prestazioni e servizi).
L’incontro si terrà a Roma, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri in Via Santa Maria in Via 37, mercoledì 16 settembre 2015 (dalle 9 alle 18).
Parteciperà il Ministro al Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti ma è stato invitato anche Yoram Gutgeld, consigliere economico del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Il programma dell’evento è disponibile nel sito fishonlus.it

14 settembre 2015

FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap
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Fish – Verso un nuovo paradigma: incontro a Roma sulla disabilità

“Pensare alle politiche di inclusione delle persone con disabilità, cercare alleanze basate sui diritti, sulla responsabilità, sulla concretezza, sulla sostenibilità senza attendere tempi generazionali. Questo è l’intento dell’incontro promosso da FISH per il 16 settembre.”
Così Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, presenta ufficialmente il programma dell’incontro Il nuovo paradigma della Convenzione ONU per l’accesso ai diritti ed il contrasto delle discriminazioni delle persone con disabilità che si terrà a Roma, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri in Via Santa Maria in Via 37, mercoledì 16 settembre 2015 (dalle 9 alle 18).
“I tempi – anche politici – sono quelli giusti: la prossima legge di Stabilità è già in gestazione e non vorremmo si ripetessero i consueti meccanismi che ci vedono semplicemente contrastare misure vessatorie o che reiterano logiche vecchie e logore. Vogliamo che si gettino assieme le fondamenta di politiche e servizi radicalmente diversi da quelli che relegano la disabilità in una dimensione di sanitarizzazione, di segregazione, di assistenzialismo o come spesa da comprimere.”
L’incontro conta sulla collaborazione del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri e sul contributo della Regione Lazio. È realizzato in collaborazione con l’Istituto per gli Studi sui Servizi Sociali (ISTISSS), che è ente accreditato per la formazione continua degli assistenti sociali. Sono stati, pertanto, richiesti al CROAS Lazio i crediti formativi (quattro crediti) per gli assistenti sociali.
All’incontro parteciperanno il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti e molti altri referenti istituzionali, associativi, sindacali, come riportato nel nutrito programma.
“Sarà anche l’occasione per presentare dati e proposte su cui stiamo lavorando da tempo. In particolare sulla profonda revisione dei percorsi di valutazione della disabilità e sui processi di inclusione vogliamo formulare delle ipotesi di radicale riforma su cui confrontarci con costruttività e realismo, ma anche con la determinazione che sia tempo di un cambio epocale.”
Per il limitato numero di posti e per motivi di sicurezza l’iscrizione è obbligatoria presso la Segreteria FISH (Tel. 06.78851262, email: presidenza@fishonlus.it).
Programma
Il nuovo paradigma della Convenzione ONU
per l’accesso ai diritti ed il contrasto delle discriminazioni
delle persone con disabilità
Informazione, accertamento e accesso a benefici, prestazioni e servizi
16 settembre 2015
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Sala Polifunzionale – Via Santa Maria in Via 37, Roma

9.00 – Saluti istituzionali del Capo Dipartimento per le Pari Opportunità, Ermenegilda Siniscalchi
9.30 – Introduzione del Presidente della FISH, Vincenzo Falabella
10.00 – Prima sessione – Tra Convenzione ONU e invalidità: stato dell’arte e prospettive
Modera: Alfredo Ferrante, Divisione Politiche sociali per le persone con disabilità e per le persone
non autosufficienti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Presentazione e analisi dei dati di HandyLex.org – Carlo Giacobini, Direttore di HandyLex.org
Accertamento e Convenzione ONU – Giampiero Griffo, Forum Europeo sulle Disabilità
Le analisi dell’Osservatorio sulla Convenzione ONU – Carlo Francescutti, coordinatore del
Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio Nazionale Disabilità
Franca Biondelli, Sottosegretario del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
11.30 – Tavola rotonda – La sostenibilità delle nuove prospettive
Modera: Donata Vivanti, Vicepresidente FISH
Roberto Speziale, Vicepresidente FISH
Raffaele Tangorra, Direttore Generale delle politiche sociali del Ministero del Lavoro
Marco Ghersevich, Direttore Centrale Assistenza ed Invalidità Civile INPS
Giovanna Boda, Direttore Generale per lo studente, l’integrazione, la partecipazione e la
comunicazione del Ministero dell’Istruzione
Marco De Giorgi, Direttore Generale UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali)
13.00 – Pausa
Con il contributo di Con la collaborazione di
14.00 – Ripresa lavori
14.30 – Terza sessione – Le nuove prospettive tra diritti fondamentali e revisione della spesa
Modera: Mario Alberto Battaglia, Vicepresidente FISH e direttore AISM
Vincenzo Falabella, Presidente FISH
Maurizio Bernava, Segretario Confederale CISL
Nina Daita, Responsabile Ufficio Politiche Disabilità della CGIL
Enrico Troiani, Componente Segreteria Nazionale UIL, Politiche del Sociale e Sostenibilità
Franco Bettoni, Presidente FAND
Pietro Vittorio Barbieri, Portavoce del Forum Terzo Settore
Rita Visini, Assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio
Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Dibattito
16.30 – Conclusioni di Vincenzo Falabella, Presidente FISH
È stato invitato Yoram Gutgeld, deputato e consigliere economico del Presidente del Consiglio,
Matteo Renzi
Crediti formativi
L’evento è realizzato in collaborazione con l’Istituto per gli Studi sui Servizi Sociali (ISTISSS), che
è ente accreditato per la formazione continua degli assistenti sociali. Sono stati, pertanto, richiesti al
CROAS Lazio i crediti formativi (quattro crediti) per gli assistenti sociali.
L’evento sarà sottotitolato.
ISCRIZIONE OBBLIGATORIA
presso la Segreteria FISH (Tel. 06.78851262, email: presidenza@fishonlus.it

Fish – Dai decreti sul jobs act positive novità per le persone con disabilità

Un plauso all’approvazione definitiva in Consiglio dei Ministri dei decreti attuativi del Jobs Act. Le attese disposizioni in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità si avviano quindi verso la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
È un traguardo importante in funzione dell’aggiornamento di norme ormai datate e di adeguamento dei servizi di mediazione e di supporto all’inclusione lavorativa. Ma è anche un punto di partenza che prevede la determinante ulteriore regolamentazione e riorganizzazione dei servizi per l’impiego, un cambio di passo per tutti gli attori coinvolti.
Apprezzabile lo sforzo del Governo – in particolare del Ministero del Lavoro – nell’ascoltare in sede di redazione e, successivamente, di fare sintesi delle osservazioni, diverse e complementari, giunte dalle Commissioni parlamentari, dalle organizzazioni sindacali, dalle associazioni delle persone con disabilità che restituiscono un valore aggiunto alla norma.
Il testo che ne esce contiene anche alcune novità sulla chiamata nominativa (possibile solo con la mediazione dei servizi) e sul ruolo dei Comitati tecnici inizialmente soppressi, ma è comunque l’impianto complessivo, condiviso fin dall’esordio, ad essere confermato. È mirato a evitare le elusioni, a favorire l’ingresso e la permanenza al lavoro, a potenziare il ruolo di mediazione dei servizi, a garantire una più forte attenzione alle disabilità con maggiori compromissioni funzionali, in particolare di natura intellettiva e psichica, a prevedere un rafforzamento degli incentivi alle aziende.
Va ripetuto: la normativa vigente aveva necessità di una “manutenzione straordinaria”: lo dicono i numeri e centinaia di migliaia di storie di vita, lo evidenzia il tasso di inoccupazione fra le persone con disabilità, la percentuale di “uscite” dal mondo del lavoro, i tassi di scopertura delle aliquote di riserva…
Siamo orgogliosi di aver partecipato produttivamente a questo percorso assieme ad altri anche se da angoli prospettici diversi. Il dialogo e il confronto – quando sono qualificati, volti al bene comune e concentrati sui contenuti reali – possono sortire esiti molto positivi.
A partire da questa consapevolezza, continueremo a incalzare il Governo, nei nostri diversi ruoli di rappresentanza, per l’attuazione di politiche attive che garantiscano l’innalzamento costante della soglia dei diritti per i lavoratori, proprio a partire dalle persone con disabilità. Prossima tappa: la definizione condivisa delle nuove Linee Guida per il collocamento mirato, previste proprio dal Decreto appena approvato, con una prioritaria attenzione alla tutela delle persone con più gravi disabilità ancora troppo spesso discriminate nell’inclusione lavorativa.
Questi sono i nostri prossimi obiettivi che, nella concretezza, consentiranno di misurare i passi in avanti del lungo cammino per una effettiva e completa realizzazione del diritto al lavoro delle persone con disabilità.

Questa dichiarazione è condivisa e sottoscritta da
Maurizio Bernava (Segretario Confederale CISL)
Vincenzo Falabella (Presidente FISH)
Mario Barbuto (Presidente UICI)

Fish – Spesa sociale: si prospetta un autunno caldo

“Le veline e taluni dati che escono da INPS dovrebbero essere oggetto di attenta e prudente analisi e non certo l’ispiratrice anticipazione di politiche sociali più o meno insostenibili e dagli impatti deleteri”
È il secco commento di Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap dopo la lettura dell’ennesimo intervento giornalistico che propala il nuovo verbo di INPS, gradito ad alcune parti istituzionali: la cosiddetta spesa assistenziale andrebbe solo in parte ai più cittadini poveri, mentre il grosso finirebbe nelle tasche dei cittadini improvvisamente considerati più abbienti.
Lo afferma – e non è voce isolata – l’autorevole Corriere della Sera di oggi (7 agosto 2015) per firma di Enrico Marro e con commento di Maurizio Ferrera.
I dati usati sono di origine INPS e forniscono appunto la distribuzione della spesa assistenziale di INPS. La proiezione proposta però non avviene per reddito degli attuali beneficiari ma bensì per ISEE e cioè con l’indicatore che comprende sia la componente reddituale che la componente patrimoniale dell’intero nucleo familiari.
Il focus – per ora – è sulle pensioni e assegni sociali (riconosciuti agli over65 anni) e sulle integrazioni al minimo delle pensioni. Per ambedue le provvidenze – tipicamente di contrasto all’indigenza – si assume a riferimento, fino ad oggi, il reddito personale o quello coniugale se il beneficiario è sposato.
La tesi di INPS e del Corriere è: si assuma a riferimento l’ISEE. Così facendo risparmiamo qualche miliardo (le pensioni sociali si aggirano sui 5 miliardi annui).
“Il semplicismo della soluzione proposta lascia assai perplessi per gli inquietanti coni d’ombra. A quale ISEE si fa riferimento? Non trattandosi di una prestazione sociosanitaria l’ISEE di riferimento è quello ordinario e cioè dell’intero nucleo familiare. Ma quand’anche l’ISEE fosse limitato al singolo e al coniuge, lo strumento considera anche il patrimonio e cioè i risparmi di una vita, patrimonio che spesso è usato per compensare le necessità di figli e nipoti sempre più inoccupati o per altre emergenze che non trovano una risposta nei servizi pubblici”.
I dati offrono una fotografia, peraltro da un angolo prospettico del tutto parziale, ma non considerano l’impatto di questa decisione in prospettiva e sul rischio di impoverimento delle famiglie.
“Ad esempio – prosegue Falabella – per l’integrazione al minimo ci si riferisce a pensioni di importo inferiore ai 502,38 euro al mese. Secondo questa logica selettiva chi ricevesse una pensione di 450 euro al mese, ma avesse dei risparmi da parte, perderebbe il diritto all’integrazione al minimo o alla pensione sociale. Se questa è equità e attenzione all’impoverimento, non possiamo che esprimere riprovazione.”
Secondo queste elaborazioni ogni proiezione sulla cosiddetta spesa sociale è incentrata su INPS. Al contrario, la spesa sociale e socio-sanitaria in servizi e prestazioni ha un trend in drammatica discesa negli ultimi anni.
“Il messaggio è: se non ce la fate da soli, date fondo ai risparmi di famiglia, vendete la casa, lasciate che i vostri figli e i vostri nipoti, magari disoccupati si arrangino…
Peraltro gli eventuali “risparmi” di questa ipotetica operazione non andrebbero certo ai più poveri, ma verrebbero semplicemente tolti ai cosiddetti benestanti.”
Ma fra le righe – questa volta in modo apparentemente residuale – torna anche l’ipotesi di condizionare l’erogazione dell’indennità di accompagnamento al reddito. Anzi, all’ISEE.
“L’indennità di accompagnamento è l’unico (e parzialissimo) livello essenziale di assistenza, utile a compensare parzialmente servizi non resi alle persone con disabilità grave. L’introduzione di questo limite ci vedrebbe – come in passato – in una posizione di netta e ferma contrarietà. La legge di stabilità si avvicina e si prospetta un autunno caldo.”

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Fish – L’agricoltura sociale è legge

La XIII Commissione Agricoltura della Camera ha definitivamente approvato le nuove “Disposizioni in materia di agricoltura sociale” (Atto della Camera 303).
Si tratta di una norma che riconosce il valore di buone prassi già funzionanti nel nostro Paese e che ne premia la responsabilità sociale verso lavoratori con disabilità o comunque svantaggiati.
La stessa definizione di “agricoltura sociale” sembra descrivere esperienze significative già in atto che vanno dall’inserimento socio-lavorativo di lavoratori con disabilità e svantaggiati inseriti in progetti di riabilitazione sociale alle attività sociali di servizio per le comunità locali usando le risorse, materiali e immateriali, proprie dell’agricoltura.
Ma vi sono ricordati anche i servizi “terapeutici” con l’ausilio di animali o la coltivazione delle piante ed infine l’educazione ambientale e alimentare rivolta a tutti, la salvaguardia della biodiversità animale (fattorie sociali e didattiche).
“È un ambito a cui ci piace riferirci perché è strettamente legato anche alla qualità dell’ambiente oltre che ad un’imprenditorialità moderna, sensibile e sostenibile. Una norma che apre strade e progettualità, ma soprattutto che riconosce valori ed esperienze.” commenta l’approvazione Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap.
Ora l’iniziativa passa alle Regioni, agli Enti locali e agli enti pubblici. Le Regioni, in particolare, nell’ambito dei Piani di Sviluppo Rurale, potranno promuovere specifici programmi per la multifunzionalità delle imprese agricole, con particolare riguardo alle pratiche di progettazione integrata territoriale e allo sviluppo dell’agricoltura sociale.
Chi gestisce mense scolastiche e ospedaliere potrà prevedere come criterio di priorità nelle forniture la provenienza dei prodotti da operatori di agricoltura sociale.
Gli enti pubblici territoriali potranno dare in concessione, a titolo gratuito, anche agli operatori dell’agricoltura sociale i beni immobili confiscati alla criminalità organizzata.
“Vista l’attenzione alle persone con disabilità faremo il possibile per promuovere la diffusione concreta della nuova norma. È una risorsa in più che vogliamo sia valorizzata in funzione dell’inclusione sociale.”
5 agosto 2015

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Fish – Tagli alla sanità: timori per le persone con disabilità

Votando la fiducia al decreto sugli enti locali (DDL 1977) il Senato ha confermato un taglio alla sanità di 2,3 miliardi di euro annui, un risparmio per le casse dello Stato che dovrebbe arrivare da una serie di misure definite di razionalizzazione.
I settori al centro degli interventi sono l’acquisto di beni e servizi, ed in particolare i dispositivi medici, la spesa farmaceutica, ma anche le prestazioni di specialistica ambulatoriale e i ricoveri per riabilitazione. Tutti aspetti che incidono sulla qualità della vita delle persone.
E diviene centrale la cosiddetta “appropriatezza” delle prestazioni – su cui seguirà un ulteriore intervento – che parte dalla convinzione che parte degli “sprechi” derivino da prescrizioni sovradimensionate o improprie.
Pesanti anche gli interventi nel settore dei dispositivi medici fra i quali rientrano anche gli ausili, e protesi, le ortesi e, ad esempio i prodotti per l’incontinenza o per le persone enterourostomizzate. Tutte le spese connesse, secondo la nuova norma in attesa di conferma alla Camera, dovranno essere compresse.
“Temiamo fortemente che tale riduzione si riverberi anche sulla qualità e quantità di prodotti (ad esempio prodotti monouso) assegnati ai Cittadini e che aumenti ancora la partecipazione alla spesa da parte delle persone con disabilità per i servizi di riabilitazione. La misura, che di fatto è un taglio lineare, non prevede sufficienti garanzie per i Cittadini.” sottolinea Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, che prosegue: “Che nell’ambito sanitario si annidino sprechi lo sappiamo bene da fruitori attenti di quei servizi. Ci è più che noto anche come l’erogazione dei servizi sanitari sia la nuova frontiera del malaffare. Ma la salute, la cura, la riabilitazione, la diagnosi precoce sono anche un diritto umano delle persone, diritto ancor più pregnante per la qualità della vita delle persone con disabilità.”
In questo contesto di tagli e vincoli ci si chiede anche quale sarà la sorte della riabilitazione intesa come servizi e come adeguata fornitura di protesi, ortesi e ausili, il cui elenco risale al 1999 e i cui tempi di aggiornamento sono ancora un’incognita.
“Le nostre riserve non sono marginali. Riguardano innanzitutto la libertà di scelta dei prodotti messa a rischio da vincoli rigidi sulle gare laddove invece sono evidenti elevate necessità di personalizzazione. Riguardano la partecipazione alla spesa da parte delle persone per i servizi di riabilitazione (o anche quelli di valenza sociosanitaria). Riguardano il mancato coinvolgimento di nuove e competenti professionalità, non necessariamente medici specialisti, nella prescrizione di prodotti per l’autonomia. Riguardano il vero contrasto all’inappropriatezza delle prescrizioni che si conduce prima di tutto culturalmente. Se a questo si aggiunge la rinnovata volontà di contenere la spesa in modo lineare su prodotti e servizi, il rischio concreto è che l’intero ambito della riabilitazione, e quindi della salute, sia destinato a peggiorare ulteriormente in qualità, quantità, efficacia ed efficienza.”
Ma l’espressione della contrarietà è rafforzata da FISH anche da un’altra convinzione: “Le persone con disabilità e i loro familiari sono, fra i portatori di interesse, quelli che meglio di molti altri potrebbero fornire indicazioni e informazioni utili a migliorare la qualità del servizio sanitario – in particolare nell’ambito della riabilitazione – e, al contempo, riportare le reali origini degli sprechi e delle diseconomie. Riteniamo che se non si ascoltano direttamente e con attenzione i Cittadini e le loro esperienze dirette, il sistema sanitario non muterà mai la ‘cultura’ su cui si regge. Diminuirà forzosamente la spesa, ma la qualità dei servizi sarà ancora più bassa. Il vero Patto della salute lo si fa con i Cittadini.”
Coinvolgimento delle persone con disabilità, dunque. A partire dal decreto che fisserà i criteri di appropriatezza dirimenti anche nel condizionare la partecipazione alla spesa da parte dei Cittadini. Su tutto ciò FISH ha già formulato idee e proposte sostenibili al momento inascoltate.

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Fish – Disabilità nel mirino della spending review

È un autunno caldo quello che si profila per la disabilità, almeno ad ascoltare le ennesime dichiarazioni di Yoram Gutgeld, consulente del Governo per la spending review.
In queste ore le dichiarazioni e le anticipazioni su quelle che saranno le misure economiche contenute nella prossima Legge di Stabilità ribadiscono ancora l’intenzione, nel quadro di un intervento sempre più ambizioso, di colpire le prestazioni assistenziali e quelle riservate alle persone con disabilità.
Ma non basta: pesanti dovranno essere i tagli a quella sanità che aspetta ancora la revisione dei LEA (i Livelli Essenziali di Assistenza), le cui sorti sono sempre più incerte.
E a ben vedere Gutgeld non è nuovo a dichiarazioni “bellicose” verso la spesa per invalidità, quella stessa che Tremonti definiva come improduttiva. Il retropensiero rimane quello, nonostante la spesa sociale e la spesa per invalidità italiane siano fra le più basse d’Europa.
Quali siano gli intenti operativi per ridurre ancora quella spesa rimane un mistero: altri controlli sulle invalidità (oltre un milione negli ultimi 5 anni)? Riduzione dei beneficiari? Introduzione di nuovi criteri? In realtà si ha l’impressione che Gutgeld e il Ministero non abbiano ben chiara la dimensione e i meccanismi del fenomeno e nemmeno gli effetti e le ricadute sulle persone con disabilità e sulle famiglie italiane di azioni approssimative ed avventate.
“La nostra attenzione è massima – dichiara Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – ed è quasi pari alla nostra notevole perplessità. Da un lato si esprime l’intento di rilanciare il Paese, di diminuire la pressione fiscale, di favorire l’equità, ma dall’altro si pensa a misure che colpiscono la disabilità (e quindi l’inclusione) e la stessa salute di milioni di italiani.”

2009-2015: 1.250.000 controlli sugli invalidi

In questi giorni si assiste all’ormai ciclico refrain scandalistico sulla spesa per le invalidità civili. Il copione è il solito: cronaca che evidenzia casi isolati come se rappresentassero la generalità, articoli o interventi di giornalisti ammantati di oggettività e con uso approssimativo di dati estrapolati ben poco scientificamente e a seguire commenti “politici” di stampo “giustizialista” o con improbabili ricette risolutive.
Il presunto polverone questa volta è sollevato dal Corriere della Sera di domenica 14 e lestamente rilanciato da altre testate minori ghiotte di scandalismo. Fino a finire in TV (Ballarò) del 16 giugno che intervista Federico Fubini, articolista del Corriere.
Secondo la tesi del Fubini gli assegni (così li chiama) di invalidità starebbero aumentando negli ultimi due anni in modo eccessivo: 50.000 in più nel 2012 e altrettanti nel 2013.
In realtà l’aumento è lo stesso degli ultimi 15 anni, con l’eccezione del 2011, anno in cui tale progressione è diminuita, verosimilmente per le ricadute operative e i rallentamenti derivanti dalla informatizzazione del sistema di accertamento.
Sempre secondo Fubini, dopo il 2012, dopo che “il governo di Mario Monti aveva lanciato 150 mila ‘verifiche straordinarie’ dell’INPS contro i falsi invalidi”, i controlli si sarebbero allentati. L’articolista ha perso qualche puntata e incorre in qualche grossolano errore.
In realtà il Governo Monti ha stabilito sì 150mila controlli, ma per ciascuno degli anni 2013, 2014, 2015: quindi 450mila.
Questi controlli, sommati ai precedenti 800mila (dal 2009 a 2012), portano a 1.250.000 persone controllate e verificate. Un’operazione titanica, con costi elevatissimi (su cui Fubini potrebbe trarre una buona indagine giornalistica), dagli esiti di una consistenza ridicola e foriera di un contenzioso straordinario (peraltro INPS soccombe in giudizio nel 50% dei casi).
Negli stessi anni, per inciso, i fondi sociali hanno subito una riduzione che è arrivata al 90% e i Comuni, complice il Patto di stabilità, hanno fortemente ridotto i servizi sociali ai Cittadini. Pertanto non è stata propriamente l’era rosea che qualcuno rimpiange.
Dopodiché Fubini chiama a “sponsor” Cottarelli e il suo noto quanto inapplicato dossier sulla spending review: l’aumento delle indennità di accompagnamento non sarebbe proporzionale alla crescita dell’età media. La FISH aveva già replicato a Cottarelli evidenziando come la spesa per indennità di accompagnamento sia inversamente proporzionale alla spesa sociale dei Comuni per gli anziani. Meno i Comuni spendono per gli anziani, più aumenta la richiesta, e quindi la concessione, delle indennità di accompagnamento. Il 50% circa di tali indennità, infatti, è concessa a Cittadini ultra80enni.
Il Italia sono prudenzialmente stimati 500mila casi di Alzheimer che si aggiungono alle patologie ingravescenti tipiche della terza età. Il costo e l’impatto sociale della non autosufficienza sono estremamente gravi e severi.
A fronte di un limitato impegno dello Stato “sociale” su questo versante, la spesa a carico delle famiglie (badanti, pagamento di rette, assistenza diretta) è causa di impoverimento progressivo.
A questo si aggiunga che la spesa sociale per disabilità dell’Italia è una delle più basse d’Europa. Che le famiglie e le persone ricorrano alle uniche e limitate opportunità che il Paese offre non deve quindi stupire ma far riflettere.
Quanto alla correttezza degli accertamenti, quelli che riguardano le minorazioni civili sono gli unici, nella pur ridondante organizzazione burocratica italiana, in cui la pubblica amministrazione controlla preventivamente se stessa: ogni verbale emesso dalle ASL (sei medici e operatori) viene verificato, prima di essere emesso, dall’INPS (altri sei medici). Difficile sostenere che a questa occhiuta vigilanza ancora sfugga un numero di “profittatori” che sia in qualche misura rilevante.
“Sarebbe necessario discutere seriamente sulla politiche per la disabilità e sulle relative risorse per favorirne l’inclusione – commenta Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – Gli interventi dai toni eclatanti e scandalistici sono assolutamente inutili a tutti. Siamo disponibili a confrontarci con chiunque sulla base di dati reali e non certo parziali che disegnano una situazione per molti versi drammatica per le persone e per le famiglie italiane. Nel frattempo, però, la diffusione di informazioni distorte e parziali contribuisce a diffondere luoghi comuni e pregiudizio nei confronti delle persone con disabilità, dipingendole come parassiti e profittatori. Il che è inaccettabile.”

17 giugno 2015

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Fish – Migrazione e disabilità: invisibili nell’emergenza

Secondo i dati dell’Istat, gli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2015 sono 5 milioni 73 mila, pari all’8,3% della popolazione residente totale, con un incremento di 151 mila unità rispetto all’anno precedente.
Secondo i dati del MIUR, nell’anno scolastico 2013-2014 gli alunni stranieri delle scuole italiane, statali e non statali, di ogni ordine e grado sono 802.785, pari al 9% del totale. Di questi 26.626 sono alunni stranieri con disabilità.
Un fenomeno, quindi, tutt’altro che marginale solo ad osservare questi due scarni dati meramente numerici.
Essere migranti, essere persone con disabilità: il rischio di quella doppia discriminazione paventata dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità è un impatto evidente ma ancora insondato nella consistenza e nelle modalità in cui si concretizza.
Su questi aspetti la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap ha sviluppato una mirata azione di ricerca (“Migranti con disabilità: conoscere il fenomeno per tutelare i diritti”), in collaborazione con partner qualificati, in particolare con le associazioni Villa Pallavicini e Nessun luogo è Lontano. Ma FISH si è appoggiata anche sulla propria rete territoriale oltre che sull’apporto di ANCI, UNAR, Formez PA, Cie Piemonte e Comune di Lamezia Terme.
Ci si è posti l’obiettivo di indagare le condizioni di vita degli stranieri con disabilità in Italia, selezionando e organizzando le informazioni e i dati disponibili, analizzando la normativa nazionale di riferimento, raccogliendo le storie di vita delle persone con disabilità migrate nel nostro Paese o di seconda generazione. Ci si propone in questo modo di tracciare i contorni del fenomeno, metterne in luce dimensioni e caratteristiche, individuare le competenze e gli obblighi delle diverse istituzioni coinvolte, e infine fornire alle associazioni territoriali informazioni e indicazioni utili alla funzione di tutela e rappresentanza dei diritti.
Emerge un insieme di criticità di carattere normativo e burocratico, la fotografia di un fenomeno che sfugge non solo alle statistiche ma anche alle istituzioni e spesso anche alle organizzazione della società civile. È la società italiana nel suo complesso che non incontra e non conosce queste persone e, quindi, non ne riconosce le specifiche esigenze, che rimangono in carico a famiglie che già faticano a realizzare il loro progetto di inclusione.
I primi risultati della ricerca saranno presentati il prossimo 9 giugno, a Roma, presso la Sala Salvadori della Camera dei Deputati, nel Convegno “Migrazione e disabilità: invisibili nell’emergenza” (dalle 9 alle 13.30). Il convegno sarà sottotitolato.
Alla presentazione dei risultati seguirà una tavola rotonda; sono stati invitati oltre che alcuni rappresentanti del Governo (Politiche sociali, Interno, Istruzione), anche i deputati solitamente più sensibili a queste tematiche, oltre a referenti istituzionali e dell’associazionismo. Il programma definitivo verrà diffuso nei prossimi giorni.
Visto il numero limitato di posti in sala, gli organizzatori richiedono e sollecitano l’iscrizione presso la Segreteria FISH (Tel. 06.78851262, email: presidenza@fishonlus.it).
L’evento è realizzato in collaborazione con l’Istituto per gli Studi sui Servizi Sociali (ISTISSS), che è ente accreditato per la formazione continua degli assistenti sociali. Sono stati, pertanto, richiesti al CROAS Lazio i crediti formativi (quattro crediti) per gli assistenti sociali.

Fish – Comunicato stampa. Segregazione delle persone con disabilità: si muove l’Europarlamento

“In tutta l’Unione europea vi sono centinaia di migliaia di minori, disabili, persone affette da problemi di salute mentale, anziani e persone senza fissa dimora che vivono segregati all’interno di istituti e subiscono per tutta la vita le conseguenze dell’istituzionalizzazione.”
“Gli Stati membri dell’UE dovrebbero essere incoraggiati ad abbandonare l’assistenza istituzionale a favore di un sistema di assistenza e sostegno basato sulla famiglia e sulla comunità.”
È lo stralcio di una Dichiarazione scritta su cui 13 europarlamentari (nemmeno uno italiano) chiedono la sottoscrizione da parte dell’Europarlamento. Se la dichiarazione raccoglierà l’adesione della maggioranza diventerà un atto di indirizzo di storica rilevanza culturale e politica: no alla segregazione delle persone con disabilità.
“Siamo molto soddisfatti che FISH sia esattamente nel solco di quelle che sono le riflessioni più avanzate in tema di diritti umani. Le persone con disabilità devono poter scegliere dove vivere e con chi vivere. Le politiche sociali devono favorire innanzitutto la domiciliarità e solo in casi particolari contribuire alla realizzazione di soluzioni alternative che comunque, per standard e organizzazione, devono riprodurre il contesto familiare.”
Così commenta Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap. “La Convezione ONU sui diritti delle persone con disabilità, all’articolo 19, ribadisce il contrasto alla segregazione e all’isolamento. Su questo principio richiamiamo l’impegno politico del nostro Parlamento e quello culturale delle associazioni e delle organizzazioni dell’impegno civile. Ovviamente chiediamo a tutti gli europarlamentari di sottoscrivere la dichiarazione.”
L’impegno per la deistituzionalizzazione – e quindi l’inclusione – delle persone con disabilità è un tema centrale per FISH su cui ha approvato una specifica mozione all’ultimo congresso.