Giovedì 16 febbraio alle ore 18.00 verrà inaugurata presso la
Piccola Galleria” nel Passaggio Antico Municipio 8 (angolo via Dr. Streiter 25) a Bolzano
la mostra dello scultore Andrea Bianco.
Verranno esposte opere incentrate sulla bellezza e ricchezza del mondo femminile.
La galleria rimarrà aperta dalle ore 10.30 alle ore 18.30 fino al giorno 21 febbraio.
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Museo Tattile Statale Omero. Alla ricerca dei frammenti poetici. Non solo un giorno per l’amore
Ancona 14 – 19 febbraio 2017 – In occasione di San Valentino, il Museo Tattile Statale Omero organizza una settimana speciale dedicata agli innamorati. Dal 14 al 19 febbraio tutte le coppie sono invitate a rintracciare famosi versi dispersi nelle sale del Museo e abbinati alle nostre opere per ricomporli nel corretto ordine: il risultato sarà una celebre poesia d’amore. Frammenti poetici anche da decifrare perché scritti nel geniale codice Braille. L’attività è gratuita e fruibile dalle 16 alle 19.
Info
Museo Tattile Statale Omero
Mole Vanvitelliana – Banchina Giovanni da Chio, 28
Tel. 071 2811935
email: didattica@museoomero.it
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Museo Tattile Statale Omero – Mini-corso di ceramica per famiglie al Museo Omero 12, 19, 26 Febbraio 2017 ore 10 – 13
ANCONA – Tre incontri la domenica mattina dedicati alla creatività in famiglia. Domenica 12, 19 e 29 febbraio genitori e bambini (4 – 12 anni) potranno prender parte al Mini-corso di ceramica organizzato dal Museo Omero per modellare, cuocere e smaltare insieme l’argilla. In questa edizione il percorso si arricchisce perché si andranno a scrutare anche le opere in terracotta degli artisti contemporanei alla Mostra Ecce Homo in corso alla Mole Vanvitelliana! Un mini corso per famiglie, uno spazio intimo dove creare e liberare insieme la fantasia. La prenotazione è obbligatoria. Costo: 25 euro a famiglia. Info: didattica@museoomero.it tel. 071 2811935.
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Monica Bernacchia
Comunicazione
Museo Tattile Statale Omero
Mole Vanvitelliana
Banchina Giovanni da Chio 28, 60121 Ancona
tel. 071.2811935 fax 071.2818358
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Una sfida da raccogliere, di Francesco Fratta
Quando si parla di resa accessibile di opere d’arte, nel caso specifico dei disabili visivi, la mente dei più corre immediatamente ad oggetti da poter toccare – riproduzioni od originali di sculture in primo luogo, o modellini di opere architettoniche -, e più o meno inconsciamente pensa anche che le opere prettamente visive (pittura, fotografia e in buona parte il cinema ed anche in certa misura il teatro), siano condannate a restar fuori da una fruizione realmente soddisfacente e godibile. In particolare pittura e fotografia che, a differenza delle rappresentazioni cinematografiche e teatrali, non sono accompagnate ed integrate da una qualche narrazione fatta di dialoghi, rumori e suoni.
Tuttavia, la pittura da tempi remotissimi, e assai più recentemente la fotografia, costituiscono forme molto importanti e significative in cui si è espressa e si esprime la cultura umana, e le immagini non provenienti direttamente dagli oggetti, ma prodotte e riprodotte ad opera dell’uomo, artistiche o meno che siano, sono onnipresenti oggi più che mai ed è pressoché impossibile non farne esperienza. Già…, “pressoché impossibile”… E i ciechi? E soprattutto i ciechi dalla nascita? Come potrebbero mai accedere e fare in qualche modo esperienza di ciò che nella realtà in cui – come tutti gli altri – sono immersi, si presenta come pura immagine, e per sua stessa natura quindi non direttamente percepibile se non attraverso l’organo di senso specificatamente preposto alla visione?
Semplice! – si sarebbe tentati di dire. Sono varie e molteplici le tecnologie oggi disponibili per mettere in rilievo e rendere dunque tattilmente percepibili gli elementi formali di un dipinto, di un disegno o di una fotografia. Vero, ma il fatto è che di per sé ciò è del tutto insufficiente. Un cieco posto per la prima volta davanti ad una immagine riprodotta in rilievo, anche ben confezionata e con linee ben marcate, laddove non ricevesse altra indicazione se non quella relativa al soggetto (poniamo il San Giorgio e il drago di Raffaello), dopo ripetuti sforzi molto probabilmente riporterebbe da una simile esperienza un senso di frustrazione per non esser riuscito a individuare adeguatamente i vari elementi che compongono il quadro, e ciò a causa delle inevitabili sovrapposizioni di piani, dei loro rapporti dinamici, di eventuale mancanza di informazioni (come è fatto un elmo), ecc.
Se ne deve dedurre che le arti schiettamente visive come fotografia e pittura sono inesorabilmente inaccessibili, che l’immagine è del tutto inattingibile se non mediante la vista? Io penso di no. Ma ci si deve intendere su che cosa sia propriamente la visione e come si attivi il processo immaginativo in assenza del senso della vista.
Davvero noi vediamo soltanto con gli occhi? – si chiedeva il fotografo cieco Eugen Bavcar qualche anno fa in una conferenza svoltasi al Circolo dei lettori di Torino – o meglio: sono i nostri occhi che vedono, o non piuttosto il nostro intero corpo, come totalità senziente, che percepisce le cose del mondo, facendosene di volta in volta un’immagine? Il corpo non è una sommatoria di funzioni e percezioni nettamente distinte le une dalle altre, al quale, nello specifico, la vista consentirebbe di percepire la realtà restandone in certo modo separato, ma è un tutto organico costantemente esposto al contatto e aperto alla possibilità della relazione con l’altro, che “vede” in base al suo multiforme sentire, e insieme ai suoi bisogni e ai suoi desideri. Ognuno quindi può farsi, e in effetti si fa, un’immagine delle cose in certo grado indipendentemente da ciò che i suoi occhi vedono o non vedono. Il non poter guardare in senso proprio non preclude quello che Bavcar chiama il diritto all’immagine. Non solo, ma se l’immagine è sempre il frutto di una relazione fra corpi, in essa non vi è mai soltanto la cosiddetta “realtà oggettiva”, ma sempre anche il cosiddetto “soggetto”, che nel suo sentirla, la percepisce e in certo modo le dà forma.
In questo fitto reticolo relazionale in cui tutti siamo immersi la parola gioca un ruolo tutt’altro che secondario nel formarsi dell’immagine interiore, specie in chi non vede (ma anche in chi vede), indicando e mettendo in risalto certi elementi percettivi, i loro nessi e le loro correlazioni, richiamando in vario modo esperienze e conoscenze pregresse ed eventuali valenze simboliche, evocando atmosfere ed emozioni, tutte cose che contribuiscono in modo determinante a rendere significativo, vivo e palpitante anche quell’insieme di segni tracciati su una tela o impressi su una fotografia, sia che vengano percepiti attraverso gli occhi, sia che lo siano, invece, grazie ad una riproduzione tattile, attraverso i polpastrelli delle mani.
Della parola, forse (ma non ne sono del tutto convinto, e comunque non in tutti i casi), chi vede può fare a meno quando guarda una “pura immagine”; chi “guarda” con le mani quella stessa immagine sicuramente no. No… e perché? Perché innanzi tutto il toccare non equivale propriamente ad un vedere, sia pure deprivato di luci e colori. I singoli elementi formali vanno ricostruiti attraverso esplorazioni parziali, successive e ripetute per giunta con una certa lentezza, e collegati fra loro grazie ad un lavoro di progressiva memorizzazione. Inoltre i segni tattilmente percepibili che si possono usare in un disegno in rilievo sono molto più limitati – sia per gamma che per dimensione – e ciò rende spesso troppo simili fra loro elementi formali che la vista distingue con estrema facilità, per cui soltanto la parola potrà dirmi se quella forma tondeggiante posta là sul tavolo sia un pane oppure un frutto, se quella doppia linea sinuosa che percepisco tra altre forme rappresenti un fiume, o una strada. Non potendo fare affidamento su colori, ombre, dettagli piccoli e piccolissimi, l’esplorazione tattile richiede necessariamente di essere accompagnata dalla parola, la quale dirà che cosa rappresenta esattamente quel segno o quella forma percepita, ci indicherà il piano nel quale collocare ciò che stiamo toccando e le eventuali sovrapposizioni (ad es. un braccio o un oggetto posto davanti a un corpo). Ma allora – si dirà – perché non fare del tutto a meno del disegno in rilievo e limitarsi alla sola descrizione verbale? La risposta è che il disegno ci serve per rendere l’immagine d’insieme e per collocare spazialmente e nella giusta proporzione tutti gli elementi formali che compongono l’opera, poiché a questo scopo la sola parola risulterebbe insufficiente e al quanto approssimativa.
Dunque, affinché l’osservatore cieco possa formarsi un’immagine sufficientemente ricca di un’opera puramente visiva, segno tattile e parola gli sono ugualmente necessari nella loro complementarietà.
La ricerca intorno a tale complementarietà è iniziata seriamente da non molto tempo, ed una mostra come “Tonalità tangibili”, dedicata ai maestri del Pittorialismo* italiano che si inaugura domani 8 febbraio al Museo Nazionale del Cinema di Torino ci pone una nuova sfida, poiché finora non ci si era mai cimentati nel tentare di rendere accessibile con disegni in rilievo e descrizioni verbali una mostra fotografica. Cimentarsi nell’occasione di una mostra per giunta temporanea con le urgenze temporali che ciò comporta, costituisce una sfida ulteriore. Ma crediamo valga la pena di raccoglierla, in nome di quel diritto all’immagine di cui parla Bavcar, per aprire anche ai disabili visivi una possibilità in più di aver accesso a quello stesso mondo nel quale, insieme a tutti gli altri, vivono, che è un mondo fatto non solo di cose tangibili, ma anche di tante pure immagini.
E l’abbiamo raccolta, infatti, partecipando come UICI alla scelta e alla realizzazione dei disegni in rilievo e dando le nostre indicazioni e consigli anche sulla stesura dei testi che li descrivono. Ne è risultato un volume confezionato a mo’ di album fotografico, corredato da audio attivabili con QR code a disposizione dei visitatori, e 4 pannelli in rilievo realizzati in adduzione e collocati lungo il percorso di visita, riproducenti alcune delle fotografie in esposizione, anch’essi corredati con QR.
Francesco fratta
* Il pittorialismo, felice manifestazione della fotografia d’arte, ebbe il suo momento di maggior splendore tra la fine dell’Ottocento e i primi vent’anni del Novecento. L’elemento di unità dei fotografi pittorialisti fu imposto da un preciso concetto estetico, al fine di legittimare la fotografia come espressione artistica alla stessa stregua della pittura o del disegno.
I pittorialisti italiani si confrontarono alla pari con i maestri pittorici europei e americani partecipando e affermandosi ai vari Salon internazionali di fotografia artistica.
“Notte al Museo” Borges di Catania – Sabato 28 Gennaio
In occasione dell’evento “La Candelora D’Oro” organizzato da comune di Catania che rientra tra le manifestazioni collaterali alla festa di Sant’Agata, il Museo Tattile Borges, sito a Catania in Via Etnea 602, parteciperà sabato 28 Gennaio all’iniziativa “La Notte dei Musei”.
Il museo rimarrà aperto ai visitatori dalle 19 alle 24, senza obbligo di prenotazione, offrendo loro un’opportunità di visita e di scoperta all’interno di una struttura unica nel meridione con più di 50 opere tridimensionali (interamente realizzate dalla Stamperia Regionale Braille che ha sede a Catania) relative al barocco siciliano, al rinascimento italiano, al neoclassico interamente fruibili al tatto, suddivise per sale e sezioni (sala delle moschee, sala antica Grecia, sala antica Roma e tante altre), con un giardino sensoriale, ove bendati, è possibile vivere un’ esperienza alla scoperta degli altri sensi (tatto, udito ed olfatto) utilizzando un percorso tattile, con il primo bar al buio permanente e con il laboratorio didattico all’interno dello Showroom “Frammenti di Luce” per imparare e giocare insieme ai più piccini. Costo biglietto intero 3,50€; Ridotto 2,50€ e Gratuito per i bambini sotto i 10 anni, disabili con relativi accompagnatori.
Un’esperienza unica che da la possibilità, ai visitatori vedenti ma anche con disabilità visive, di vivere nuove emozioni alla scoperta dei sensi grazie a questa realtà sensoriale che permette altresì di scoprire un modo diverso di fare integrazione.
Link evento: https://www.facebook.com/events/1201384276635279/”
Addetto stampa Maria Francesca Greco
STAMPERIA REGIONALE BRAILLE
CATANIA Tel. +39 095500177 – 3488970520
Fax +39 095509881
CATANIA
Tel. +39 095500177 – 331/9039613
Fax +39 095509881
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Museo Tattile Statale Omero – Una mattina da favola. Letture per bambini
Domenica 22 gennaio 2017 ore 10.30
Museo Tattile Statale Omero, Ancona
ANCONA – Domenica 22 gennaio dalle ore 10.30, il Museo Omero di Ancona aspetta le famiglie per una mattina all’insegna della lettura ad alta voce dei nostri libri tattili più classici: C’era una volta una barca, Un pittore al baffo di gatto, Cuore di pietra e molti altri, nella suggestiva cornice della nostra collezione d’arte contemporanea.
Immergetevi con il tatto e con l’ascolto tra le nostre storie più classiche, per una mattina da favola, in tutti i sensi!
Le letture sono per bambini da 2 a 8 anni, l’iniziativa è gratuita con prenotazione consigliata 071 28 11 93 5 didattica@museoomero.it
INFO
Museo Tattile Statale Omero, Mole Vanvitelliana, Banchina Giovanni da Chio 28, 60121 Ancona, telefono www.museoomero.it
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Monica Bernacchia
Comunicazione
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Museo Tattile Statale Omero – Tutti pazzi per Venere … soprattutto Rana, Ridere con l’arte
Sabato 21 gennaio ore 17
Museo Tattile Statale Omero, Ancona
ANCONA – Sabato 21 Gennaio alle ore 17 il Museo Tattile Statale Omero propone un’originale visita guidata per conoscere la storia delle Veneri esposte in collezione, dalla formosa scultura di Milo a quella sensuale del Canova, passando per quella del Giambologna e de’ Medici. Si comincerà con il racconto mitologico, per poi passare alle esilaranti battute del comico Stefano Ranucci, in arte Rana. Una visita originale, un po’ seria e un’po’ briosa per conoscere storia e aneddoti delle bellezze dell’antichità rilette con divertimento e ironia da un comico d’eccezione.
Prenotazione obbligatoria. Costo 4 euro a persona esclusi disabili e accompagnatori. Tel. 071.2811935 email didattica@museoomero.it
Dove: Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana, Banchina Giovanni da Chio 28, Ancona www.museoomero.it #museoomero.it
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13 – 14 Gennaio: Corso nazionale per funzionari Unione Ciechi (UICI)
ANCONA – Il Museo Tattile Statale Omero di Ancona, proseguendo nella sua attività ventennale, nelle giornate di venerdì 13 e sabato 14 gennaio, tiene nella sua sede della Mole Vanvitelliana un corso di formazione a livello nazionale, su specifici argomenti tecnico-scientifici . Il tema è “ACCESSIBILITA’ AL PATRIMONIO ARTISTICO-ARCHITETTONICO ELLE PERSONE CON DISABILITA VISIVE: MODALITA’, STRUMENTI, METODI”. Il corso è promosso dalla Commissione Nazionale UICI “Beni Culturali e Servizi Librari” presieduta da Francesco Fratta.
Tra i relatori, oltre al Presidente del Museo, prof. Aldo Grassini, anche il noto architetto Rocco Rolli, membro della suddetta Commissione e tecnico- consulente di Istituzioni Pubbliche, quali la Regione Piemonte. Il successo e la diffusione della promozione culturale attuata dal Museo Omero, e le continue richieste, richiedono però oggi una migliore e maggiore diffusione di quelle buone prassi, nonché anche di idonei strumenti, che rendano tutto ciò facilmente realizzabile. Così, come afferma Aldo Grassini, “L’integrazione sociale dei disabili visivi non è possibile senza un’autentica integrazione culturale. Per molti ciechi le arti visive rappresentano un vuoto culturale da colmare. Spesso le Sezioni UICI (Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti ) sono impegnate nella promozione di iniziative volte a migliorare l’accessibilità ai luoghi della cultura, ma non sempre i suoi dirigenti possiedono le competenze necessarie. Questo breve corso è un avvio verso un’informazione più puntuale e più competente. C’è necessità di colmare di colmare il vuoto culturale che per molti ciechi rappresentano le arti figurative. Più attenzione quindi al territorio e alle singole realtà locali”. Le materie di queste lezioni-conversazioni vanno dalla conoscenza dei “diritti” e quindi della legislazione, all’accoglienza, all’adozione di strumenti idonei alla conoscenza del linguaggio visivo attraverso il tatto, alla traduzione a rilievo dell’architettura (e quindi migliore conoscenza della propria città),le nuove tecnologia al servizio delle multisensorialità. Gli altri relatori saranno Cristiana Carlini, Andrea Socrati e Annalisa Trasatti dello storico staff scientifico del Museo Omero. Numerose le iscrizioni con provenienza da quasi tutte le regioni.
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Monica Bernacchia
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Teatro del Lido di Ostia – Sabato 14 gennaio ore 21 Giuditta Cambieri in “Nel silenzio basta un segno”
Risate accessibili al 100% per non udenti e udenti insieme con Giuditta Cambieri e Mally Mieli e con Nicla Gabriello e Tiziana De Chiara – interpreti LIS
incursioni in scena di allievi del laboratorio teatrale Teatro oltre la barriera del suono Lorenzo Frulloni, Alice Giordano, Federica Lista, Elena Paganin, Giorgia Cirelli, Valentina Modesti, Edoardo Galassi, Emanuela Arma
Cabaret al femminile, per ridere insieme oltre la barriera della comunicazione. Serata accessibile ad un pubblico di non udenti e udenti.
Con il suo cabaret divertente e irriverente, Giuditta Cambieri… cambia-ieri, cambia-oggi… spera di continuare a cambiare anche domani, senza smettere mai di sognare e dunque cercare la “felicità”. Coinvolge in questa ricerca anche la sua amica Mally. Sono due amiche molto diverse: una giovane e l’altra cinquantenne, una romantica sognatrice e l’altra smaliziata realista, una sorda e l’altra udente. Ma l’essere donne, le rende profondamente simili e complici nell’eterna ricerca della felicità. Ma la felicità, si sa, è sfuggente. E nell’inseguirla e scovarla si ritrovano a fare “ragionamenti circolari” paradossali e iperbolici sull’amore, monologhi provocatori e ironici sulla quotidianità, il mondo del lavoro, i figli, sull’età che avanza, e sugli uomini che non cambiano mai. E poi, si domanderanno…ma se è vero che esiste il punto G… Che è un punto che può dare la pura felicità, allora sto Punto: Dov’è?… Chi l’ha visto? Se tutti dicono che “C’è, ma non si vede”. Significa che per trovarlo basta aver fede nella “sua” esistenza? E…perché si chiama Punto G?… forse perché lo trovi alla GS? E se riesci a raccoglierne 5 000 di questi punti, ti regalano una lavatrice?
Giuditta Cambieri da diversi anni porta in scena un cabaret particolare, un cabaret ‘diversamente comico’ che supera la barriera della comunicazione tra sordi e udenti. Utilizzando diverse lingue contemporaneamente, l’italiano parlato, la LIS (lingua dei segni italiana) e il linguaggio del corpo, fa arrivare le sue riflessioni comiche ad un pubblico di sordi ed udenti assieme. I suoi spettacoli sono occasione d’incontro tra due mondi diversi, quello dei sordi e degli udenti, che vivono però in un unico mondo. Questo! Che ultimamente pare non goda tanto di ottima salute. Stessi problemi, stesse paure, stesse speranze. L’integrazione tra le diversità comincia proprio nel momento in cui riconosciamo la similitudine con l’altro e magari insieme riusciamo pure a riderne!
TEATRO DEL LIDO DI OSTIA
Via delle Sirene, 22 – Ostia
Info e prenotazioni
Tel. 060608 – 06.5646962
promozione@teatrodellido.it
www.teatrodellido.it – Libra Esva ha rilevato un possibile tentativo di phishing da “www.casadeiteatri.roma.it” www.teatriincomune.it
Biglietti
intero 10 euro, ridotto 7 euroteatro ragazzi intero 7 euro, ridotto 5 euro
Laboratori 10 euro al giorno per partecipante salvo diversa indicazione
Spettacoli ad ingresso gratuito segnalati in calendario
Tutte le mostre sono ad ingresso gratuito
visitabili in orario di biglietteria (da venerdì a domenica dalle 16 alle 20)
Museo Tattile Statale Omero – Il Natale dei burattini al Museo Omero I semini di Natale Uno spettacolo sull’amore per la natura tutto da vivere e raccontare
Ancona
Lunedì 26 dicembre alle ore 17
ANCONA – Lunedì 26 dicembre alle ore 17 tornano al Museo Tattile Statale Omero di Ancona i burattini del magnifico Teatrino Pellidò con una delicata storia dal titolo “I semini di Natale”. Il piccolo Rumilio nella sua letterina chiede a Babbo Natale una sorpresa e riceve un sacchetto di semini raccolti nel bosco; all’inizio rimane molto male, ma poi grazie al nonno imparerà ad apprezzare, poco alla volta e a lungo, il suo dono. La storia che mira e infondere nei bambini l’amore per la natura, fonte di vita, è scritta da Agostino Gamba e Vincenzo Di Maio; quest’ultimo unico artefice e abile manovratore dei suoi burattini e pupazzi all’interno della baracca-castello Bruter Teatret. Finito lo spettacolo i bambini potranno partecipare al concorso itinerante Storie da musei, archivi e biblioteche promosso da MAB – Marche componendo un pensierino e un disegno sul “prendersi cura”, tema del concorso. In premio la pubblicazione in un’antologia Ebook attraverso la piattaforma StreetLib Selfpublish e molto altro. Appuntamento per tutti i bambini (consigliato da 4 a 10 anni) alle ore 17 al Museo Omero. Prenotazione obbligatoria (telefono 071 28 11 93 5 e-mail didattica@museoomero.it). Costo: 4,00 euro a persona; gratuito: bambini 0 – 4 anni, disabili e rispettivi accompagnatori. L’iscrizione al concorso è gratuita e avverrà al momento dell’arrivo al Museo Tattile Statale Omero.
LINK http://www.museoomero.it/main?p=news_id_5505
https://www.facebook.com/Teatrino-Pellid%C3%B2-593104354079844/
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