Tecnologia al servizio dei non vedenti – Beacon e mobilità, di Valter Calò

Autore: Valter Calò

Da circa un anno la società di trasporti urbani SASA S.p.A in collaborazione con l’UICI sezione Alto Adige sta implementando un software collegato alla tecnologia Beacon. Questa Azienda gestisce il servizio urbano di trasporto nelle città di Bolzano, Laives, Merano e Lana, dove già funzionavano gli avvisi vocali di fermata, sia internamente che esternamente agli autobus.
Restava però solo un problema da risolvere: al non vedente non veniva fornita la panoramica sullo stato dei mezzi in transito presso la sua fermata; ad esempio non poteva verificare se l’autobus in arrivo fosse il suo, quanti minuti avrebbe dovuto attendere ed eventuali ritardi.
Nel corso di una delle riunioni tra UICI e SASA S.p.A finalizzate alla risoluzione dei vecchi problemi derivanti dal malfunzionamento della sintesi vocale interna agli autobus è stato raggiunto un accordo di collaborazione per lo sviluppo di questa tecnologia.
L’UICI dal canto suo, ha selezionato un gruppo di non vedenti e ipovedenti per collaborare attivamente allo sviluppo del software insieme a SASA S.p.A.
Il lavoro è durato poco meno di un anno ed alla fine del mese di dicembre 2015, presso la sala delle conferenze della Provincia di Bolzano a Palazzo Widmann, l’UICI, SASA S.p.A. in collaborazione con l’Assessore ai Trasporti, hanno illustrato i risultati di questa inedita collaborazione e gli aspetti più significativi della tecnologia di questo sistema operativo durante una conferenza stampa congiunta. Ai numerosi giornalisti della carta stampata, delle radio e televisioni è stato presentato Beacon: un sistema costituito da piccole antenne installate alle fermate degli autobus che funzionano via bluetooth con i moderni smartphone, senza la necessità della rete internet, il tutto a costo zero per gli utenti! Inoltre hanno un raggio d’azione di circa 50 metri, proprio come le “antennine” installate solitamente dai musei nei percorsi guidati.
Il costo di ogni singola antenna varia da 5 a 15 euro, in base al produttore e alla qualità; nella città di Bolzano ne sono state già installate circa 500!
Gli utenti non dovranno far altro che scaricare SASAbus, un’applicazione per smartphone attiva sia su Apple che Android. I fruitori di questa App non sono solo i minorati della vista, ma anche i normodotati: lo testimoniano i numeri poiché i download effettuati dal sistema operativo Android risultano essere stati 20.100 mentre 500 quelli da Apple.
Le risposte sulla user-satisfaction sono state molto positive: oltre 350 “click” nelle prime tre settimane quindi circa 15 al giorno, tanto che il riscontro è stato confermato anche al livello internazionale: «Ottimo il risultato e soddisfazione anche per il riscontro internazionale». SASAbus App infatti, è stata citata come esempio da seguire, addirittura da parte di un sito russo specializzato in mobilità. Al giorno d’oggi le sintesi vocali interne ed esterne agli autobus in aggiunta a questo nuovo sistema, offrono maggiore mobilità e autonomia ai minorati della vista ma nonostante ciò, il lavoro di sensibilizzazione di UICI Alto Adige con SASA S.p.A non è ancora finito! Infatti sono stati calendarizzati degli appuntamenti con tutto il personale, in particolar modo con gli autisti dei mezzi poiché proprio con loro, troppo spesso nascono delle incomprensioni che andrebbero assolutamente chiarite. Il personale viaggiante dovrebbe essere maggiormente formato per ottenere consapevolezza delle differenze esistenti tra non vedenti e ipovedenti e migliorare nel contempo la comunicazione verso noi persone disabili. Infine per concludere, credo che al mondo potremmo avere tutte le tecnologie che vogliamo, ma alla base di tutto per aumentare la qualità della vita, resta sempre l’importanza dei rapporti interpersonali, che soprattutto nella nostra Provincia sono civilmente ed eticamente obbligatori.

Valter Calò

Un record Italiano e tre primi posti di Martina Rabbolini ai Campionati Regionali di Nuoto Paralimpico

Si sono svolti, domenica 31 gennaio, presso la piscina Manara di Busto Arsizio, il VI Campionato Regionale Lombardo di Nuoto FINP – Valido per il Trofeo “Futuri Campioni” FINP.
Martina Rabbolini ha ottenuto, nella categoria S11 (non vedenti), 3 primi posti, stabilendo un record italiano e un primato personale. Di seguito i riscontri cronometrici:
– 100 rana: 1.37,29 (record italiano);
– 400 stile libero: 5.59,60 (primato personale);
– 100 dorso: 1.30,47.

Incontro a Roma tra i Presidenti Fispic e Fijlkam

Ieri pomeriggio a Roma si è svolta un’importante riunione che ha visto protagonisti il Presidente della Fispic Sandro Di Girolamo e il Presidente della Fijlkam (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali) Domenico Falcone. Durante l’incontro si è parlato della possibilità di migliorare il protocollo di intesa sottoscritto un anno fa tra le due federazioni.
Attualmente gli atleti ipovedenti combattono in gare ufficiali insieme ai normodotati. Il prossimo passo è quello di consentire questa pratica ai non vedenti unificando le competizioni riconosciute dalla FIPSIC e dalla FIJILKAM.
Alla fine c’è stato un decisivo passo in avanti per portare a termine questo importantissimo progetto tanto caro alla FISPIC. Inoltre, è stata rinnovata la volontà di diffondere sul territorio il protocollo d’intesa per far sì che i Comitati regionali FIJILKAM e i delegati Regionali FISPIC possano collaborare per questo intento comune.
Al termine dell’incontro i Presidenti Falcone e Di Girolamo hanno espresso grande soddisfazione per aver rafforzato una partnership che in passato ha già dato risultati entusiasmanti e in futuro porterà ad avere un’unica attività del Judo in Italia

 

Domenico Falcone

Domenico Falcone

Riparte la collaborazione tra la Fispic e l’Uici

Questa mattina, presso la sede nazionale dell’Uici (Unione Italiana Ciechi e degli Ipovedenti) in via Borgognona a Roma, il presidente della Fispic, Sandro Di Girolamo, ha incontrato il presidente dell’Uici Mario Barbuto.
L’idea è nata per ridare vigore ad una collaborazione iniziata un anno fa dopo la prima elezione di Mario Barbuto alla guida dell’Uici. Tale sinergia verrà attuata attraverso lo stretto rapporto tra i presidenti delle sezioni provinciali dell’Uici e i delegati regionali della Fispic.
In pratica, la collaborazione fattiva sul territorio promuoverà l’attività sportiva tra i soci dell’Uici e i progetti di avviamento allo sport approvati dalla Fispic. All’incontro ha partecipato anche Hubert Perfler, membro dell’UICI e delegato Fispic Friuli Venezia Giulia. Grazie all’impegno della commissione presieduta da Perfler saranno organizzate varie manifestazioni congiunte che riguarderanno tutte le discipline sportive previste nella nostra federazione. Questa volontà reciproca di creare eventi di alto spessore renderà la sinergia sempre più efficace.
Grande soddisfazione è stata espressa dai protagonisti dell’incontro che, a differenza di quanto accadeva in passato, hanno finalmente posto le basi per un futuro contrassegnato da una forte collaborazione. Tali progetti saranno utilissimi per promuovere ulteriormente la pratica sportiva tra i non vedenti e gli ipovedenti con particolare attenzione verso i giovani che vogliono avvicinarsi allo sport.

fispic uici

Hubert Perfler – Mario Barbuto – Sandro Di Girolamo

Non perdiamo l’occasione, di Valter Calò

Autore: Valter Calò

In agosto 2015, è stata approvata in via definitiva dal Senato una legge sull’agricoltura sociale.
Ho analizzato a fondo, girato e rigirato ogni suo articolo: la conclusione immediata è stata un grande punto di domanda.
Sono passati dei mesi e quell’interrogativo ancora permane, anzi, si è fatto più grande e ad alto contrasto
Penso sia chiaro a tutti noi che l’Italia sia un insieme di culture, usi ed abitudini completamente diversi tra nord e sud, mari e montagne oltre che isole e continente, per non parlare dei mille campanili, dei Guelfi e dei Ghibellini, tutti componenti che rendono la nostra Nazione unica ed inimitabile.
Oriana Fallaci scrisse, a ragion veduta, che il nostro Paese per ogni decisione si divide in due: metà a favore e metà contro, tanto che dopo l’unità d’Italia, un manipolo di camicie rosse Garibaldine decisero di attraversare l’oceano direzione America.
Il gruppo di valorosi giunti sulla terra del grande sogno, non fecero altro che dividersi in due, Nordisti e Sudisti…
Cosa c’entra tutto ciò con Agricoltura Sociale?
Tanto, tantissimo! Varata la legge, non è successo nulla, perché?
Ogni Regione, Provincia o Ente Locale, dovrà prendere la legge in mano e adattarla ad usi e consuetudini locali.
Quindi una legge riordinata in Piemonte potrebbe avere molteplici sfumature, diverse rispetto ad una della Puglia. Tutto ciò rientra in quello che attualmente è il decentramento delle responsabilità; questo sta a significare che un progetto presentato in Liguria, potrebbe non essere attuabile in Emilia e viceversa.
In ogni caso noi saremo pronti, anzi prontissimi a cambiare la nostra morfologia, i nostri convincimenti e ci adatteremo agli usi ed alle consuetudini: l’importante è non lasciarsi sfuggire questa opportunità.
Dovremmo lavorare in simbiosi e a stretto contatto con i nostri rappresentanti locali per conoscere, apprendere ed adattarci, proprio come fanno i camaleonti che si trasformano e cambiano colore, così faremo noi per il fine unico ed ultimo di aiutare i nostri soci.
In breve, di cosa si occupa la legge?
Nel contesto dell’integrazione, le possibilità che essa offre sono molte, principalmente lo sfruttamento delle risorse agricole e i suoi prodotti derivati, allevamento, agriturismo, agriasili, agrinidi, scuole didattiche, ecc.
Questa normativa è destinata alle disabilità, pluridisabilità e cooperazione tra le disabilità.
Non volendo entrare nei consueti dettagli e cavilli che ogni legge porta con sé a prescindere, mi soffermerei ad analizzare la procedura di esecuzione che permarrà identica per ogni progetto.
Prendiamo il caso di un gruppo di minorati della vista o pluridisabili, ad esempio composto da tre ipovedenti e un non vedente. Esaminando il gruppo, dobbiamo ricordare che è il progetto a doversi adattare al gruppo e mai il contrario: questo mi preme sottolinearlo, poiché non è contemplato all’interno della legge!
Il secondo step è ricercare il luogo dove sviluppare il progetto.
A tal proposito la normativa ci aiuta, in quanto le aree Pubbliche, Demaniali o quelle sequestrate verranno destinate con priorità a imprenditori agricoli singoli, aggregati in società o meglio, cooperative sociali.
Se non dovessero essere presenti aree Pubbliche o Demaniali bisognerà rivolgersi al libero mercato, che normalmente prevede un aumento dei costi fissi in ogni caso accettabili.
Individuato il sito adatto, dovranno essere valutati i diversi progetti possibili, in questo caso sarebbe molto utile far nascere una cooperazione con assistenti sociali, psicologi, sociologi che in team scelgano il meglio fra le affinità e le predisposizioni lavorative del gruppo.
Anche questo punto, non è previsto dalla legge, tuttavia mi piace pensare che lo sviluppo progettuale abbia una testa analitica e non solo un cuore.
Bene, sicuramente molti di voi si porranno la domanda: è meglio creare prima un progetto e poi cercare un sito per svilupparlo, oppure cerchiamo un sito e poi sviluppiamo un progetto?
Il mio punto di vista è, prima il sito e poi il progetto.
Perché? Molto semplice, la posizione del sito è fondamentale per le persone con disabilità in quanto deve rispondere a caratteristiche ben precise:
– vicino a centri abitati;
– facile da raggiungere (meglio se il sito possa essere raggiungibile autonomamente dalla persona con disabilità);
– adatto alla mobilità interna (la persona con disabilità deve potersi muover in autonomia);
Lo step successivo riguarda l’avvio del progetto vero e proprio.
Il mio motto è produrre, trasformare e vendere grazie alle opportunità offerte dalla vendita diretta di prodotti agricoli primari, semilavorati e lavorati.
A seconda della latitudine o longitudine del sito, oltre che altitudine, ho in serbo numerose possibilità produttive, che hanno il principale compito di garantire autonomia lavorativa ed economica ai nostri giovani o meno giovani interessati ad entrare o rientrare nel mondo bucolico che credo comunque faccia parte di noi.
Adattare un progetto per me significa valutare parametri come competenza e capacità, accessibilità e sicurezza, autonomia nella mobilità interna al luogo di lavoro e nel raggiungimento dello stesso.
Progettare nel mondo del sociale, significa condividere e creare posti di lavoro che diano soddisfazioni agli operatori, formino identità e personalità lavorative esaltando le peculiarità di ciascuno.
Termini come tracciabilità e qualità, dovranno sposarsi pienamente in modo da far trasparire il valore intrinseco del prodotto, poiché oggi più che mai, è l’immagine a “parlare da sola” ed offrire una rilevanza pari alla sua qualità.
Invito i lettori, i presidenti di sezione e Regione a rifletterci su e ad individuare gruppi di lavoro o di contattarmi per approfondire le tematiche e i progetti che in un articolo non possono essere così esaustivi.
I temi sopra indicati, non solo interessano l’agricoltura sociale, ma riguardano anche l’agriturismo e tutti i settori che il moderno imprenditore agricolo ricopre; inoltre fra le novità, si potrà spaziare dall’agriasilo fino ai centri per il recupero di persone con disabilità. A questo proposito, approfondiremo se l’autonomia domestica potrà avere un ruolo in questa legge.
La commissione nuove attività lavorative, della quale sono Coordinatore deve ancora insediarsi, ma personalmente ritengo che l’agricoltura sociale o agricoltura per la disabilità sia un tema che vada approfondito, analizzato e sfruttato a dovere, non perdiamo questa occasione!
Questa Commissione per i minorati della vista, non tratterà solamente agricoltura ma cercherà di riordinare le attività già esistenti svolte dai nostri soci oltre che fornire nuovi input al collocamento dei nostri giovani.
Carissimi amici, mi metto a vostra disposizione sperando nella vostra partecipazione con idee ed eventuali critiche, così da poter crescere correttamente e raggiungere i nostri comuni obiettivi.

Dott. Valter Calò
Coordinatore commissione nuove attività lavorative
Presidente UICI Alto Adige

Marie Heurtin – Dal buio alla luce un film di Jean Pierre Ameris, di Flavio Vezzosi

in ITALIA distribuito dalla MEDITERRANEA PRODUCTIONS
La Storia di Marie è basata su un evento realmente accaduto in Francia nel tardo XIX secolo.
Nata sorda e cieca, la quattordicenne Marie Heurtin è incapace di comunicare. Ma nonostante la diagnosi di un medico che la crede muta, il padre di Marie, un umile artigiano, non si decide ad affidarla ad un asilo. Disperato, si reca presso l’istituto di Larnay vicino Potiers, dove delle suore si prenderanno cura della giovane muta. Nonostante lo scetticismo della Madre Superiora, suor Margherita, una giovane suora, prende questo “piccolo e selvaggio animale” sotto la propria ala e fa tutto ciò che può per condurla fuori dal buio. Ci riuscirà, nonostante i fallimenti e i tentativi di scoraggiamento, armata della sua gioiosa fede e dell’amore per Marie.
IL FILM HA RICEVUTO DIVERSI PREMI TRA CUI: RELIGION TODAY FILM FESTIVAL premio 2015 – LOCARNO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL premio variety della critica – MILL VALLEY FILM FESTIVAL premio del pubblico ha partecipato inoltre CHICAGO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL – SEMINCI semana internacional de cine Valladolid – GIFFONI FILM FESTIVAL E ‘difficile immaginare come sia vivere in un mondo senza suoni e senza immagini. Con questa pellicola il regista Jean-Pierre Ameris presenta la storia di Marie Heurtin, nata nel 1885 in una casa di contadini in mezzo alla meravigliosa campagna francese che fino all’età di 10 anni vive la libertà nella forma più primitiva, ma limitata dal buio delle sue incapacità. L’amore incondizionato dei genitori purtroppo non basta a crescere una bambina con tali difficoltà, la quale viene portata nel convento delle suore di Larnay. Il primo incontro è turbolento, la bimba percepisce l’imminente distacco dal suo affezionato padre e in preda al panico si rifugia sopra un albero. Solo la coraggiosa Marguerite si avvicina con cautela alla creatura impaurita. Il contatto delle loro mani, del volto, fanno trapelare l’inizio di un rapporto di amore e di fiducia. Malgrado l’opposizione della suora madre superiore, con quasi ingenua testardaggine accoglie Marguerite la bambina in convento. Inizia così la missione di Marguerite di illuminare con il sapere l’oscurità del mondo da cui Marie non è mai potuta uscire.
Nonostante l’ostinazione di Marie, Marguerite non si arrende e piano piano le insegnerà che per ogni cosa esiste un nome attraverso il quale le persone possono comunicare, le insegnerà così a diventare parte di una collettività, dove vivrà le gioie degli affetti e i dolori delle perdite. Un film riflessivo che ci ricorda quanto spesso diamo per scontato l’importanza delle parole che non sono solo suoni ma sono anelli di una catena che ci lega gli uni con gli altri.

Il judo può migliorare l’autonomia delle persone non vedenti?, di Samantha De Rosa

Autore: Samantha De Rosa

Su questo interrogativo nel 2010 una laureanda in scienze motorie praticante il judo voleva fare una tesi, così grazie al coinvolgimento del presidente dell’associazione Sport Team judo Udine, il maestro Luigi Girardi, con il supporto della locale sezione Uici, è nato il progetto di avvicinamento al judo da parte di atleti con disabilità visiva. Il primo anno venivano tenute dal maestro Girardi e dal maestro Aggio, assieme ad altri atleti della società, lezioni specifiche per insegnare le cadute, gli spostamenti all’interno del tatami e le tecniche da eseguire sia a terra sia in piedi. All’inizio gli atleti non vedenti e ipovedenti aderenti al progetto erano 7, ma procedendo nel percorso di allenamenti, alcuni non hanno proseguito. Al termine del primo anno di lavoro, il maestro Girardi che tutti chiamiamo Gigi ha deciso di inserire gli atleti con disabilità visiva all’interno del gruppo degli amatori, quindi gli allenamenti erano uguali per tutti, ciechi e vedenti, dato che le basi erano già state acquisite. Allenamento dopo allenamento, dopo quattro anni dalla cintura bianca siamo giunti alla cintura marrone. Abbiamo partecipato a diverse dimostrazioni per lanciare il messaggio che il judo è un’arte marziale che non ha limiti per nessuno! Ogni anno all’interno del corso federale per aspiranti allenatori, viene inserita anche la lezione con gli atleti non vedenti.
Dopo un anno di preparazione tre atleti non vedenti della società: Luca Samantha e Riccardo, si sono preparati assieme ad altri atleti della società: Giuliano e Fabrizia, per conseguire l’idoneità alla cintura nera primo dan. E’ stato un lavoro di squadra in cui è stato determinante il ruolo dei maestri e dei compagni di corso che ci hanno aiutati in questo percorso non semplice, e così il 3 gennaio 2016 la commissione federale, dopo averci esaminati su tutte le materie richieste dal programma, ovvero, Kata, storia e filosofia del judo, nozioni di arbitraggio, quesiti sulla federazione a cui il judo appartiene, tecniche libere a terra e in piedi, ci ha riconosciuti idonei ad indossare la cintura nera primo dan.
Alla fine di questo percorso, ci sentiamo di ribadire la grande valenza formativa del judo per persone con disabilità visiva, sia per i noti benefici legati a questo sport, quale il potenziamento della percezione del proprio corpo nello spazio, dell’equilibrio e dell’autocontrollo, sia per le dinamiche di gruppo che si instaurano; questo soprattutto perché il judo, a differenza di quasi tutti gli altri sport praticati dai non vedenti, non ha sostanzialmente bisogno di alcun adattamento per essere praticato con profitto.

foto di gruppo

foto di gruppo dei tre atleti idonei per la cintura nera

Samantha De Rosa

 

Museo Tattile Statale Omero – A Carnevale ogni nota vale!

Laboratorio musicale per famiglie
Domenica 7 febbraio 2016 ore 17.00
Ancona
ANCONA – Domenica 7 febbraio alle ore 17 il Museo Omero di Ancona aspetta le famiglie per festeggiare il Carnevale in compagnia di statue mascherate e musiche dei cartoni animati! Mamme, papà e bambini saranno coinvolti in un gioco curioso: ascoltando con attenzione dovranno riconoscere celebri melodie classiche e famose musiche di cartoni animati, i titoli delle canzoni saranno indizi utili per scovare le opere mascherate nel più breve tempo possibile. Una vera gara tra famiglie, un pomeriggio per imparare ad ascoltare insieme e riscoprire la letteratura musicale.
Prenotazione obbligatoria (Tel. 0712811935 – Email: didattica@museoomero.it). Ingresso: 4 euro a persona, esclusi bambini 0 – 4 anni, disabili e accompagnatori; sconto per i possessori di Finestre sull’arte CARD.
Dove: Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana, Banchina Giovanni da Chio 28, Ancona.
Info: www.museoomero.it #museoomero.it seguici sui social FB, TW, instagram

Torball, serie B: ad Ascoli la 2^ giornata

Si sono disputate ad Ascoli Piceno le partita della 2^ giornata del campionato italiano di serie B di Torball. Grazie ai risultati ottenuti nelle sfide di ieri e di questa mattina l’APD Picena Non Vedenti si porta in prima posizione nella classifica generale con 38 punti davanti all’ASD Real Vesuviana. Al terzo posto irrompe l’ASD Ciociaria Non Vedenti che accumula altri 9 punti nella seconda giornata di gare salendo a quota 30.

Risultati della 2a giornata

Ascoli – sabato 23 gennaio 2016

Non e Semivedenti Bolzano vs ASD Pol. Atletico Torball 7-0 APD Picena Non Vedenti vs ASD Real Vesuviana 0-6 GSD Non e Semivedenti Bolzano vs Pol. Dil. UIC Nuova Latina 2-3 ASD Pol. Atletico Torball vs ASD Ciociaria Non Vedenti 4-8 USSCRD Capitanata vs APD Picena Non Vedenti 2-5 ASD Real Vesuviana vs GSD Non e Semivedenti Bolzano 3-2 Pol. Dil. UIC Nuova Latina vs ASD Polisportiva Atletico Torball 5-4 APD Picena Non Vedenti vs ASD Ciociaria Non Vedenti 2-6 Non e Semivedenti Bolzano vs USSCRD Capitanata 2-6 ASD Pol. Atletico Torball vs ASD Real Vesuviana 1-7 ASD Ciociaria Non Vedenti vs GSD Non e Semivedenti Bolzano 6-3 USSCRD Capitanata vs ASD Polisportiva Atletico Torball 7-3 Pol. Dil. UIC Nuova Latina vs APD Picena Non Vedenti 2-3 ASD Pol. Atletico Torball vs GSD Non e Semivedenti Bolzano 1-11
Ascoli – domenica 24 gennaio 2016

ASD Real Vesuviana vs APD Picena Non Vedenti 1-1 Pol. Dil. UIC Nuova Latina vs GSD Non e Semivedenti Bolzano 3-2 ASD Ciociaria Non Vedenti vs ASD Pol. Atletico Torball 5-4 APD Picena Non Vedenti vs USSCRD Capitanata 3-2 GSD Non e Semivedenti Bolzano vs ASD Real Vesuviana 2-3 ASD Polisportiva Atletico Torball vs Pol. Dil. UIC Nuova Latina 2-3 ASD Ciociaria Non Vedenti vs APD Picena Non Vedenti 4-2 USSCRD Capitanata vs GSD Non e Semivedenti Bolzano 2-9 ASD Real Vesuviana vs ASD Pol. Atletico Torball 3-1 APD Picena Non Vedenti vs Pol. UIC Nuova Latina 5-3 GSD Non e Semivedenti Bolzano vs ASD Ciociaria Non Vedenti 2-6 ASD Pol. Atletico Torball vs USSCRD Capitanata 1-5

Classifica della 2^ giornata
ASD Ciociaria Non Vedenti 18 punti,
ASD Real Vesuviana 16 punti
APD Picena Non Vedenti 13 punti
Polisportiva Dilettantistica UIC Nuova Latina 12 punti USSCRD Capitanata 9 punti Non e Semivedenti Bolzano 9 punti ASD Polisportiva Atletico Torball 0 punti.

CLASSIFICA GENERALE sub judice
POL. PICENA NV. 38
A.S.D. REAL VESUVIANA 31
A.S.D. CIOCIARIA NV. 30
GSD. NV. BOLZANO 25
POL. UICI NUOVA LATINA 19
ASD. OMERO BERGAMO/B 18
ASD. TIGERS CAGLIARI 12
USSCRD. CAPITANATA 10
ASD. OMERO BERGAMO/C 3
ASD. PAT. BOLOGNA 3

Una giornata in meno per:
ASD. OMERO BERGAMO/B – ASD. OMERO BERGAMO/C – ASD. TIGERS CAGLIARI

Intervista a Nunziante Esposito, di Angela Pimpinella

Questa intervista è stata chiesta a Nunziante Esposito, Consigliere nazionale UICI, da Angela, per pubblicarla sul giornale “Voce Nostra”, a beneficio di tutti i sordociechi italiani ed i vedenti che seguono questa rivista.

Angela: Personalmente ti conosco, ma per il lettori di questo giornale ti chiederei di presentarti, perché non so se tutti ti conoscono e sanno quello che fai.
Nunziante: Ti descrivo a grosse linee la vita vissuta da vedente fino a 43 anni e ti descrivo a tappe circostanziate gli ultimi 23 anni da cieco assoluto. Per prima cosa ti dico che ho già compiuti i 65 anni e non mi pare vero di averli, anche se non è tanto il sentirseli gli anni addosso, ma è piuttosto la vita che te li fa pesare.
Diplomato Perito Elettrotecnico all’ITIS “G. Marconi” di Torre Annunziata (NA) nel 1970, Alpino nella Quarta Brigata Orobica di Merano (BZ) 1971-72, terminato il servizio militare fui assunto in una ditta di impianti nell’Alfa Sud di Pomigliano D’Arco (NA) dove costruimmo tutti gli impianti a catena per la produzione delle auto. Poi in seguito alle lotte sindacali di fine anni ’60/inizio anni ’70 fui assorbito nel 1975 dall’alfa Romeo. La storia ci insegna che a metà anni ’80 l’Alfa Romeo fu ceduta dallo stato alla FIAT Auto, per cui ho smesso di lavorare per la perdita della vista nel 1993 da dipendente FIAT.
Ho sempre lavorato sugli impianti industriali a catena già allora comandati con circuiti elettronici di fabbricazione tedesca (per la precisione della Siemens), impianti che in quel periodo erano usati anche dalle Ferrovie dello Stato. Nel frattempo ad inizio anni ’80 cominciarono ad arrivare nelle industrie i primi calcolatori a controllo numerico, i primi robot industriali, macchine automatiche di ogni tipo, insomma, quella evoluzione che poi, piano piano ci ha portato fino ai giorni nostri.
I primi problemi di vista si sono presentati assieme ai computer che, proprio per la peculiarità che hanno, ho quasi immediatamente capito che non li potevo usare e non sapevo come fare. Mi arrampicavo sugli specchi, mettevo la testa dentro al monitor, ma alla fine, come sarà capitato anche ad altri che vivono i miei problemi, mi sono dovuto arrendere all’evidenza.
Una volta lasciato il lavoro, dopo un periodo buio di circa un anno, passato per lo più tra televisore e radio ad ascoltare quanto veniva trasmesso, due amici radioamatori, Mimmo e Valter, mi hanno indicato l’allora Unione Italiana dei Ciechi, mi hanno insegnato il Braille, ma soprattutto mi hanno indicato che in quel periodo, inizio anni ’90, avevano costruito una scatoletta che faceva parlare il computer.
Ricordo ancora quella sera quando me lo dissero: non stavo nei miei panni e facevo domande agli amici di ogni genere sul computer parlante fino a rendermi conto che si era spalancata quella finestra che mi avrebbe riportato alla luce, dandomi quella speranza che sembrava ormai perduta.
Mi misi a letto, ma restai sveglio fino al mattino quando, forse anche con troppa prepotenza, feci svegliare presto anche mia moglie che fortunatamente non batté ciglio, e mi feci accompagnare alla mia ASL.
Non vi dico quanti colloqui, quanti pregiudizi, quanta amarezza nell’affrontare problemi burocratici che ancora oggi, come sappiamo tutti, ci fanno ancora tribolare quando ci occorrono ausili. Fu una lunga battaglia contro i burocrati, chi non li conosce, gente che diceva di capire, ma che non poteva farci nulla e non poteva prendersi la responsabilità di fornire ausili ad una persona non ancora riconosciuta disabile.
Però, forte dell’ostinatezza che mi contraddistingue in tutte le cose che faccio, dopo qualche mese di tribolazioni, riuscii ad ottenere prescrizione per la scatoletta che faceva parlare il computer e per lo scanner per leggere. Per i nostalgici, si trattava della sintesi Audiologic e di uno scanner a colori comandato in Windows 95 con delle routine MS/DOS.
Sembrava aver toccato il cielo con un dito, ma non era così, perché essendo cose nuove, sintesi esterna e scanner a colori, nessuno degli amici che nel frattempo avevo conosciuto mi ha saputo aiutare. C’è voluto un ingegnere della Telecom, mio concittadino, che in una mezz’ora mise in funzione la mia prima macchina parlante.
Ho quasi immediatamente messo in funzione tutte le mie conoscenze per una macchina con sistema operativo che già conoscevo, solo che in quel momento non mi serviva nessuno che mi leggesse lo schermo, perché c’era la sintesi vocale del programma Parla che mi forniva in voce quello che veniva prodotto a schermo.
Non passò molto tempo per allinearmi con le conoscenze da quando iniziai ad usare il mio primo Pentium, perché la passione per queste cose era innata, quindi, ho fatto poca fatica a rimettermi in carreggiata con le evoluzioni che si erano avute in quei 18-20 mesi che erano passati da quando avevo lasciato il lavoro.
Il resto è stato abbastanza semplice. Infatti, con i primi corsi fatti a Roma nella sede IRIFOR, con qualche corso fatto all’università Federico II che aveva ospitato i corsi Zotti, e soprattutto con i corsi che si potevano reperire come tutt’ora sulla rete, ho sempre studiato in base a quello che man mano serviva per poter fare meglio quello che serviva per la mia ed altrui autonomia.
A partire dal 2000, quando ho partecipato per la prima volta ad un lavoro di gruppo, il controllo dei primi siti grafici che ci mettevano in crisi già allora, di tempo ne è passato e di cose ne ho fatte e ne faccio.
Le cose principali che ho fatto te le elenco di seguito:
– Ho partecipato per 15 anni al Gruppo OSI come componente della Commissione OSI.
– Sono stato redattore per 5 anni del giornale di Informatica dell’Unione, il mensile Uiciechi.it, Diretto dal dott. Salvatore Romano, e ne ho assunto la direzione nel 2006. Tuttora sono il Direttore di Uiciechi.it, in attesa di sostituzione o conferma nei prossimi mesi.
Tra i lavori che ho seguito più da vicino all’interno della Commissione OSI sono:
– Accessibilità della firma digitale, culminata l’anno scorso nel dispositivo di firma digitale di Poste Italiane accessibile che ho contribuito personalmente a rendere accessibile per i non vedenti, collaborando con Massimiliano Martines, ipovedente della Commissione OSI che ha fatto il controllo di accessibilità per gli ipovedenti.
– Costruzione di vari siti Internet, tra i quali la sezione del Gruppo OSI ospitata sul sito UICI, (http://www.uiciechi.it/osi/), il sito del blog UICI (http://www.blog.uici.it) e quello del giornale on line (http://giornale.uici.it).
– Altri siti tra cui: quelli delle sezioni Provinciali di Napoli e Perugia, ed i siti Regionali dell’Umbria e della Campania.
Siccome un cieco assoluto non può fare tutto da solo, e parlo ovviamente della grafica dei siti, è bene sapere che mi sono sempre avvalso, per la grafica dei siti, della collaborazione di un vigile del Fuoco molto appassionato di programmazione WEB: il dott. Franco Carinato che collabora da anni con la ex commissione OSI.
Attraverso il giornale Uiciechi.it ho sempre divulgato in questi 15 anni un po’ di informatica di base ed avanzata con dei corsi scritti di mio pugno per aiutare chi è stato meno fortunato di me ad usare il computer. Tra di essi, il Corso da DOS a Windows, il corso per Windows Vista, il corso per Windows 7, e tantissimi articoli che spiegano il funzionamento di software e le procedure semplificate per usarli e, qualche volta, anche qualche spiegazione per Internet e per Facebook.
Al momento, nell’evoluzione che ha avuto la nostra Unione, avendo il Presidente nazionale Mario Barbuto deciso di dare a tutti la possibilità di candidarsi, mi sono proposto e sono stato eletto nel Consiglio Nazionale. Dopo il suo insediamento, la Direzione nazionale in carica, mi ha affidato il coordinamento della Commissione Ausili e Tecnologie, incarico che spero di riuscire ad assolvere come ho fatto per tante altre cose in precedenza e di riuscire a portare avanti le indicazioni che ha dato il Congresso con la risoluzione congressuale.

Angela: in cosa consiste il dispositivo di Firma Digitale e a cosa serve?
Nunziante: Il dispositivo di Firma digitale consiste in una pennetta USB, del tipo di quelle che contengono anche l’alloggiamento di una SIM-CARD come per quelle pennette che ci consentono di collegare un Pc ad Internet.
La SIM-CARD è il CIP che contiene i dati personali dell’utente che acquista il dispositivo, quali seriale, dati personali di identità compreso il codice fiscale, la registrazione al sito che fornisce il servizio, l’iscrizione al registro nazionale delle firme digitali, eccetera, insomma, tutti dati personali ed inconfutabili.
La firma digitale non serve se si va in un Ufficio Postale e si deve firmare la ricevuta, oppure se si va in Comune per un atto notorio e chiedono la firma in calce al documento che il funzionario del Comune deve sottoscrivere. Per queste cose, va bene la firma autografa che si appone nel punto in cui ci viene indicato dal funzionario che ci fa firmare.
Sicuramente la firma digitale in futuro la useremo per tutto, anche per le cose indicate sopra, e non credo che passeranno tanti anni prima che ciò avvenga. Però, si può usare già ora per tutte le transazioni, contratti, rogiti, tutti gli atti amministrativi e in tutti quei casi pubblici e privati dove occorre che due o più persone sottoscrivono un documento unico che stabilisce delle regole o dei patti da rispettare. Per esempio, tutti i rapporti tra le nostre sezioni UICI e la PA, devono, già oggi, essere firmati digitalmente.

Angela: Il dispositivo di Firma Digitale è già disponibile alla vendita? Se si, come si acquista e quanto costa?
Nunziante: Il dispositivo per la firma digitale è già acquistabile con due modalità: Sul sito di Poste http://www.poste.it
Questa modalità di acquisto prevede la registrazione al sito di Poste. In pratica si fa una comune registrazione al sito, dopodiché si può acquistare direttamente on line PosteKey con carta di credito. La procedura di acquisto, prevede di loggarsi come utente di Poste registrato, di compilare il contratto di acquisto direttamente on line e di pagare tramite carta di credito. Ultimata la procedura, alla email che viene richiesta in fase di compilazione del contratto, viene inviato un file PDF con il contratto precompilato da stampare. Una volta ricevuto tale contratto, lo si deve stampare in duplice copia e firmare i due documenti davanti al funzionario di Poste Italiane, al momento del ritiro del dispositivo. Assieme alla duplice copia del contratto, si devono consegnare anche una fotocopia della tessera di identità ed una fotocopia del codice fiscale.
Al momento del ritiro del dispositivo, ci viene consegnata la pendrive e a parte la Sim-Card con i dati. Inoltre, ancora a parte ed in un secondo momento, anche la busta cieca che contiene PIN, PUK, codice di Blocco e Codice di Sblocco.
Presso gli sportelli abilitati alla vendita di questo importante strumento per la nostra autonomia.
La procedura presso gli sportelli abilitati è alquanto semplificata, anche se in pratica viene eseguita la stessa procedura che si effettua on line. Infatti, la differenza sta nel fatto che tutta la compilazione del contratto la esegue l’impiegato postale preposto alla vendita, utilizzando le indicazioni che rileva dai documenti personali della persona che acquista il dispositivo.
Agli sportelli dove ci si rivolge, nel caso capitasse che non ne sanno ancora nulla, si deve parlare con il direttore e gli si deve dire di documentarsi presso gli uffici centrali di Roma. Inoltre, non c’è alcun bisogno di parlare di Dispositivo di Firma Digitale Accessibile, in quanto il software previsto è unico. Per la versione del software che si usa con Windows, è già disponibile sul sito di Poste la versione completamente accessibile.
Per il tipo di dispositivo, trattasi di quello su pendrive che si chiama PosteKey, corredato di software FirmaOK. Costa 72 euro per i primi tre anni, mentre si paga di meno per i rinnovi successivi, come per tutti i dispositivi di questo tipo. Al momento della consegna, assieme al dispositivo, viene rilasciata copia del contratto firmato e timbrato.

Angela: sai che i sordociechi utilizzano il display braille, quindi, possono utilizzare ugualmente il software di questo dispositivo, e quindi, usare la firma digitale?
Nunziante: personalmente non utilizzando un display braille, ho dovuto far verificare da chi utilizza questo dispositivo collegato al computer. Uno dei miei collaboratori del giornale Uiciechi.it, Giuseppe De Cola, già in possesso del dispositivo di firma digitale PosteKey di Poste Italiane, ha eseguito la verifica con il display braille, per accertare che il software fosse accessibile e per verificare che si potesse firmare in piena autonomia un documento digitale, anche senza avere l’assistenza in voce.
Dalla verifica effettuata, risulta tutto accessibile utilizzando normalmente la tastiera del computer ed il display braille in combinazione per poter leggere quello che viene prodotto a schermo.
Nel controllo minuzioso effettuato, è stato rilevato un solo problema che, però, può essere superato agevolmente: si tratta della verifica di un file firmato.
La verifica della validità di una firma apposta su un documento, si può effettuare sia tramite una pagina Internet messa a disposizione da uno dei gestori dei dispositivi di firma digitale, sia direttamente con il software FirmaOK.
Quando si effettua tramite Internet, per esempio si può usare la pagina di Infocert: https://www.firma.infocert.it/utenti/verifica.php non ci sono problemi per la verifica e la lettura dei dati di firma.
Quando invece si usa il software FirmaOK, con il display Braille, sul campo dove sono indicati tutti i dati di chi ha firmato il documento, non è possibile leggere i dati direttamente a schermo.
Però, essendo possibile salvare in un file PDF le indicazioni sui dati della firma apposta ad un documento, opzione prevista dal software, il problema viene risolto agevolmente e in piena autonomia. Infatti, quando si vuole controllare un file firmato, direttamente con il software FirmaOK, Prima si salva il file PDF con i dati di firma e poi lo si va a leggere sul disco con Acrobat Reader che non comporta problemi nella lettura tramite il display Braille.

Angela: previsto qualche corso per poter apprendere l’utilizzo di questo software per poter gestire in autonomia il dispositivo di Firma digitale?
Nunziante: poiché al momento è già obbligatorio firmare tutti i documenti di atti amministrativi tra la dirigenza della nostra associazione e la Pubblica Amministrazione, al momento è urgente informare e formare tutti i dirigenti associativi per consentire loro di utilizzare tale dispositivo all’occorrenza. A tale scopo, il Presidente Nazionale mi ha dato mandato di trasmettere a tutta la dirigenza associativa l’utilizzo di questo dispositivo e di formare per ogni regione, uno per ogni provincia, una figura tecnica che sia poi in grado di divulgare l’utilizzo del software anche tra i disabili visivi interessati all’utilizzo del dispositivo di firma digitale.
Sto contattando tutti i Presidenti Regionali per concordare con loro l’organizzazione di incontri mirati a farmi svolgere il compito che mi è stato affidato.
Al momento è stato già stabilito un incontro per il 16 Gennaio a Napoli per la dirigenza UICI e responsabili Ausili e Tecnologie della Campania, quello per il 30 Gennaio per la dirigenza e per i responsabili di Ausili e tecnologie della toscana e quello del 13 Febbraio a Bologna per le regioni di Emilia Romagna e Marche.
Prossimamente sarà anche programmata una trasmissione su SlashRadio per divulgare per tutti quelle informazioni tecniche giuridiche che completeranno l’informazione e la formazione per essere a conoscenza anche di questo aspetto dell’utilizzo della Firma Digitale.

Angela: ti ringrazio per quanto ci hai spiegato e ti auguro buon lavoro.

Angela Pimpinella