Maratona di Roma: sport e partecipazione sociale, di Alessia Bazzoli e Michela Preite

Autore: Alessia Bazzoli e Michela Preite

Domenica, 2 aprile 2017 si è svolta la XXIII edizione della maratona di Roma. Siamo giunte sul luogo dove si svolgeva la maratona verso le 9 del mattino e ci siamo incontrati immediatamente con Alfio Pulvirenti che ci aveva contattato.. La partecipazione ha riguardato 16000 atleti provenienti da 131 paesi. L’Associazione Italiana Fisioterapisti del Lazio ha prestato assistenza agli atleti affaticati mediante l’impegno di circa un centinaio di studenti di Fisioterapia provenienti dai tre atenei romani. L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti per il sesto anno consecutivo ha apportato il proprio contributo mediante la presenza di 5 fisioterapisti non vedenti ed ipovedenti, fra cui noi due, i quali hanno lavorato in stretta collaborazione con i colleghi vedenti. C’erano circa 12 lettini e vi abbiamo preso posto in attesa che arrivassero gli atleti. I primi arrivati giungevano verso mezzogiorno. Dovendo essere rapidi ci veniva suggerito di lavorare in coppia e le coppie erano composte da un fisioterapista vedente e da uno non vedente per lettino.
Gli atleti che volevano essere massaggiati erano in fila ad aspettare il proprio turno. Ogni 5 minuti si trattava un nuovo atleta e i fisioterapisti effettuavano un massaggio defaticante agli arti inferiori.
Abbiamo lavorato per circa 3 ore e verso le 15 del pomeriggio, piano piano, ci siamo incamminati verso la via del ritorno!
Anche questa volta, per il secondo anno, 50 soci della sezione romana dell’Unione, di cui alcuni accompagnati dagli amici a quattro zampe, hanno preso parte alla stracittadina, servendosi dell’apporto, in termini di accompagnamento, fornito da diversi studenti di fisioterapia.
Malgrado la pioggia abbia voluto ostacolare l’evento, l’entusiasmo degli atleti e dello staff di assistenza è prevalso. E’ stata un’esperienza indimenticabile, abbiamo potuto conoscere un sacco di gente, sfruttando la nostra poca conoscenza di inglese e francese.
E’ sempre bello conoscere persone di diverse nazionalità con usi e costumi diversi dai nostri, anche se gli atleti non avevano molta voglia di parlare data la stanchezza.
Il nostro ringraziamento va ad Alfio che ha organizzato tutto in maniera impeccabile; dall’accoglienza, al pasto, alla location e ha fatto in modo che andasse tutto liscio! Se quest’iniziativa fosse ripetuta anche l’anno prossimo sicuramente non mancheremo all’evento.

Alessia Bazzoli e Michela Preite

Un week-end di baseball, nuoto e showdown

E’ in programma a Casoria (NA), dal 7 al 9 aprile, il torneo di qualificazione maschile ai Campionati Italiani di showdown.
Saranno impegnati i nostri soci RICCARDO BUELLONI,GIUSEPPE Riccardo Buelloni, Giuseppe Cesena, Giovanni Maria Giglio, Alfonso Giorgio e Fabrizio Palumbo accompagnati dai tecnici Valerio Origo e Maurizio Regondi.
Domenica 9 aprile La Società sportiva ASD ProPatria Polisportiva Disabili, organizza con la collaborazione delle associazioni CUFFIE COLORATE, LIONS Busto Arsizio HOST ANFFAS Busto la quindicesima
edizione del meeting interregionale lombardo di nuoto Città di Busto”, che si svolgerà presso la piscina MANARA di via Manara Busto Arsizio.
La nostra giovane nuotatrice Martina Rabbolini parteciperà, nella categoria S11 (non vedenti) alle seguenti gare:
– 100 rana
– 100 dorso
– 400 stile libero
Sempre domenica 9 aprile i Lampi Milano saranno impegnati contro i Ducks Staranzano in un doppio incontro valevole per il Girone Ovest del XXI Campionato Italiano di baseball per ciechi.
L’appuntamento è per le 14:00 presso il campo Comunale di Staranzano (GO).

Quindicesimo Campionato Nazionale di Scopone Scientifico ed. 2017

In considerazione del successo e degli apprezzamenti manifestati per le edizioni precedenti, e allo scopo di favorire e promuovere le relazioni dei Soci e tra i Soci, la nostra Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti indice il quindicesimo Campionato Nazionale di Scopone Scientifico.
Il Campionato è aperto a coppie di giocatori, costituite da uno o due Soci della nostra Unione, ed è articolato in fasi sezionali, regionali e nazionali.
L’organizzazione delle diverse fasi è affidata, rispettivamente, ai Presidenti delle Sezioni o loro delegati, ai Presidenti dei Consigli Regionali o loro delegati e al Coordinatore della Commissione Nazionale  Sport  Tempo Libero e Turismo sociale, Hubert Perfler, coadiuvato da Giuseppe Pinto.
Alle selezioni sezionali, sono ammesse tutte le coppie che ne fanno richiesta, salvo che gli organizzatori non abbiano motivo di disporre altrimenti.
Alle gare regionali, partecipano le coppie prima e seconda classificata nelle fasi sezionali.
Alle finali nazionali, partecipano le coppie prime classificate nelle gare regionali e la coppia  vincitrice del Campionato 2016, composta da Maurizio Viganò’ e Danilo Vanoni della regione Lombardia.
Per offrire a tutti i Soci l’opportunità di partecipare alla sfida nazionale, i Presidenti Sezionali e Regionali hanno facoltà di iscrivere alle fasi successive del torneo le coppie di giocatori, che desiderino concorrere al titolo e che, tuttavia, non trovino, nei rispettivi territori di origine, avversari con i quali misurarsi.
Le fasi sezionali e regionali dovranno concludersi, indicativamente, entro il 15 giugno e il 31 luglio 2017.
Le gare nazionali, come di consueto, si svolgeranno entro il  mese di Dicembre e quest’anno avranno sede in Lombardia , regione vincitrice dell’ultima edizione.
Per i finalisti nazionali e loro accompagnatori (uno per ogni socio), le spese di viaggio saranno a carico delle sedi regionali di competenza, mentre le spese di soggiorno saranno sostenute da questa Presidenza Nazionale.
Le coppie prime tre classificate avranno in premio una coppa.
La coppia vincitrice e la Regione di provenienza, avranno l’onore di ospitare senza oneri di spesa, le finali nazionali del sedicesimo Campionato che si giocherà nel 2018.
Le gare sezionali e regionali saranno giocate secondo le regole fissate dagli organizzatori in sede locale, mentre quelle nazionali si disputeranno secondo il Regolamento, che alleghiamo in copia e al quale i finalisti dovranno attenersi senza riserve.
Chiarimenti sulle regole di gioco potranno essere richiesti ad Hubert Perfler o a Giuseppe Pinto, raggiungibili, rispettivamente, agli indirizzi hubert_perfler@alice.it e g.pinto@aqp.it e ai numeri 348 642 3872 e 334 668 9311.
La data e il luogo di svolgimento delle finali del Campionato saranno comunicati in tempo utile. Prego i presidenti di adoperarsi perché il Campionato diventi occasione e momento di incontro, augurando a tutti i partecipanti buon gioco e buon divertimento.
Regolamento di gioco delle finali nazionali
1. Le finali del  Campionato Nazionale di Scopone Scientifico si giocano in un girone unico all’italiana semplice. Ogni coppia di sfidanti si misura, quindi, con tutte le altre, in partite senza rivincita.
2. Giudice Unico delle finali di Campionato è il Coordinatore della Commissione Nazionale Sport e Tempo Libero, Hubert Perfler, il quale è coadiuvato, e, in caso di necessità, sostituito, dal Giudice Delegato, Giuseppe Pinto.
3. Il Giudice Unico, o, eventualmente, il Giudice Delegato, vigila sulla regolarità e la correttezza delle gare, redige il calendario degli incontri, nomina i Giudici di Tavolo, tiene il conteggio dei punti, compila le classifiche intermedie e la classifica finale e proclama le coppie vincitrici del primo, del secondo e del terzo premio.
4. Il Giudice Unico, o, eventualmente, il Giudice Delegato, ha la facoltà di sospendere gli incontri che ritenga si stiano svolgendo in modo non corretto ed ha la facoltà di prendere qualunque decisione utile al regolare andamento delle gare.
5. Prima di dichiarare aperto il Campionato, il Giudice Unico, o, eventualmente, il Giudice Delegato, compila l’elenco dei Giudici di Tavolo, selezionati tra gli accompagnatori dei finalisti e gli eventuali spettatori, e comunica il calendario degli incontri.
6. I Giudici di Tavolo vigilano sulla regolarità degli incontri che sono chiamati ad arbitrare, conteggiano i punti conseguiti dalle coppie concorrenti e riportano al Giudice Unico, o, eventualmente al Giudice Delegato, il risultato con cui si chiude ciascun incontro.
7. I Giudici di Tavolo sono responsabili dei materiali di gioco, che vengono loro affidati dal Giudice Unico o, eventualmente, dal Giudice Delegato. A fine gioco, rendono gli stessi materiali al Giudice Unico o, eventualmente, al Giudice Delegato.
8. La durata delle partite dipende dal numero delle coppie presenti in gara. Se tale numero è inferiore o pari a dieci, ciascuna partita termina non appena una delle due coppie in gara raggiunge i 21 punti o, in mancanza, al 50-esimo minuto. Se il numero delle coppie finaliste è maggiore di dieci, ciascuna partita termina non appena una delle due coppie in gara raggiunge i 16 punti o, in mancanza, al 30-esimo minuto.
9. Se la partita termina con il raggiungimento dei 21 o dei 16 punti, vengono assegnati tre punti alla coppia vincente, zero punti alla coppia sconfitta. Diversamente, allo scadere del 50-esimo o del 30-esimo minuto, giocate le carte che ancora si hanno in mano, vengono assegnati tre punti alla coppia in vantaggio e zero punti a quella in svantaggio; in caso di pareggio, viene assegnato un punto a ciascuna coppia.
10.  Allo scadere del 50-esimo o del 30-esimo minuto, le partite si intendono in corso, se è stata avviata la distribuzione delle carte.
11. La classifica finale è stilata sulla base dei punti totalizzati nel corso del girone. In caso di parità, si aggiudica l’ordine più favorevole la coppia che ha concluso vittoriosamente lo scontro diretto. Nel caso le coppie a pari punti siano più di due, si aggiudicano gli ordini più favorevoli le coppie che, fatta la somma dei punti conseguiti negli scontri diretti, risultano a maggior punteggio.
12. All’apertura di ogni nuovo incontro, il Giudice Unico, o, eventualmente, il Giudice Delegato, sulla base delle previsioni del calendario, chiama le coppie gareggianti a sistemarsi ad uno dei tavoli  allestiti per il gioco e, ad ogni tavolo, assegna un Giudice di Tavolo.
13. Acquisisce il diritto a dare le carte chi, dei quattro giocatori in gara, alza la carta più alta per valore numerico; in caso di parità, si procede a nuova alzata.
14. Dopo aver mescolato le carte e fatto tagliare il mazzo dal giocatore alla sua sinistra, il mazziere di turno distribuisce le carte in senso antiorario, partendo dal giocatore alla sua destra. Spetta al mazziere decidere se distribuire le carte una per volta o cinque per volta. In caso di errore,  procede ad una nuova distribuzione. Al terzo errore consecutivo, viene sostituito dal Giudice di Tavolo.
15. Il tempo massimo di ogni giocata è di dieci secondi. E’ compito dei Giudici di Tavolo vigilare sul rispetto dei tempi.
16. Si è tenuti a giocare la carta del seme e del valore dichiarati, nel tempo massimo stabilito.
17. L’ultima carta giocata vale come scopa, se raccoglie tutte quelle presenti sul tavolo.

Far rinascere il sostegno, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Con il presente contributo, prendo spunto da un articolo di Giovanni Maffullo, intitolato “La rete sfilacciata dell’inclusione scolastica”, pubblicato sul Giornale Superando, lo scorso 27 Marzo.
Secondo Maffullo, infatti, la neonata delega sull’inclusione poco (se non addirittura niente) avrebbe stabilito per ovviare alle attuali gravi criticità del sistema inclusivo italiano e cioè: la scarsa e modesta formazione specifica di tutto il personale scolastico ma anche delle famiglie sulle singole disabilità e, conseguentemente, la deresponsabilizzazione degli insegnanti curricolari che, unitamente ai genitori dei ragazzi disabili, tendono a considerare i docenti specializzati dei veri e propri “tuttologi, ovvero gli unici responsabili su cui “scaricare” il processo di inclusione scolastica.
Ebbene, anche a causa di tali “lacune” dello schema di Decreto n. 378, che non mi sembrano sanate pienamente dalla mancata previsione 1) di un’adeguata formazione iniziale specifica dei futuri docenti di sostegno della secondaria di I° e II°, 2) dell’obbligo di formazione generalizzata di tutto il personale sulla Didattica inclusiva e sulla Pedagogia speciale e 3) di un’effettiva continuità didattica e di un Piano strutturale di assunzione e di stabilizzazione delle decine di migliaia di docenti specializzati “in deroga”, in un mio recente articolo uscito su queste pagine, ho definito la suddetta Delega sull’inclusione “un topolino partorito dalla montagna”.
La convinzione della “giustezza” ed appropriatezza di tale mio non lusinghiero epiteto affibbiato al D.Lgs n. 378 si è rafforzata in me in questi giorni, dopo aver ripreso, per motivi di lavoro, i dati di un’indagine scientifica che, su volontà di Luciano Paschetta, (il mio predecessore alla Direzione dell’Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione), l’I.Ri.Fo.R. dell’UICI ha condotto tre anni fa sullo stato dell’arte dell’inclusione scolastica degli allievi con disabilità visiva. Effettivamente, constato con rammarico ed amarezza che da allora non è cambiato pressoché nulla.
I risultati di quella ricerca sono stati davvero “sconfortanti” e preoccupanti e ci dicono che, a fronte di un massiccio intervento in termini di numero di ore di sostegno garantite negli ultimi anni ai ragazzi ciechi ed ipovedenti, anche con disabilità plurime, ciò non ha assolutamente prodotto un elevamento della qualità del loro processo di inclusione, anzi…
Basti pensare che, all’inizio degli anni Novanta dello scorso secolo, le ore medie settimanali erogate ad ogni 100 alunni disabili visivi frequentanti la scuola erano già considerevoli e cioè 1290, ma che nel 2012 tali ore per il medesimo numero di studenti è salito addirittura a 2510 (1630 svolte dai docenti per il sostegno, 420 dagli assistenti alla comunicazione e 460 dagli assistenti domiciliari), senza che tale aumento abbia favorito una loro migliore inclusione.
Le cause di tale “grave” stato di cose sono da individuare e rintracciare:
nell’insufficiente preparazione e formazione specifica sulla minorazione visiva da parte degli insegnanti specializzati e degli assistenti alla comunicazione (sempre dalla sopracitata recente indagine dell’I.Ri.Fo.R. è emerso che meno del 50% degli operatori scolastici conosce il Braille, che il 77,7% di loro non possiede competenze tiflodidattiche e tiflopedagogiche e che soltanto il 41,5% dei docenti per il sostegno e degli “assistenti” ha avuto esperienze pregresse con alunni non vedenti ed ipovedenti),
nella crescente delega al solo docente specializzato degli studenti con disabilità visiva (solo uno su quattro degli alunni minorati della vista svolge la lezione prevalentemente in classe, mentre più del 13% di essi è “emarginato” e “ghettizzato” nell’aula di sostegno),
ed infine, nell’ormai cronica “distorta” percezione da parte della stragrande maggioranza delle famiglie dei principi pedagogici e didattici dell’autentica “cultura” dell’inclusione.
Per avviare una virtuosa “controtendenza all’odierno sistema, indipendentemente dall’indifferibile riforma del sostegno, è invece necessario un “radicale” cambio di approccio e di mentalità da parte di certi genitori ed insegnanti per il sostegno, che dovrebbero smetterla finalmente di rincorrere i “totem” di un passato che faceva ritenere e per certi versi fa ancora ritenere l’insegnante specializzato (spesso poco qualificato e preparato) ed il maggior numero di ore possibile di sostegno quali uniche ed “ineccepibili” garanzie del successo formativo dei loro figli.
Non è il solo docente specializzato a garantire la qualità del sostegno, ma la scuola nel suo complesso, se ben valorizzata ed opportunamente stimolata. Solo questa “prospettiva” culturale e professionale più moderna, ancor più di mille Decreti sull’inclusione, potrà ridare dignità di ruolo e di funzione ai docenti specializzati.
Infatti, in una realtà scolastica così strutturata, il “nuovo” docente per il sostegno non dovrà né insegnare agli alunni/studenti con disabilità, né occuparsi della valutazione del loro profitto (restituendo una volta per tutte tali prerogative esclusivamente agli insegnanti curricolari), ma potrà “riqualificarsi” come esperto di progettazione, capace di supportare adeguatamente il collega titolare della disciplina, il Consiglio di classe, i Dipartimenti disciplinari, il Collegio docenti, i CTS ed i CTI ed ovviamente l’intera “rete” scolastica nella stesura, realizzazione e valutazione di un PianoAnnuale per l’Inclusività (PAI) quale premessa “imprescindibile” e parte integrante di un Piano Triennale dell’Offerta formativa finalmente “for all”.
Solo frequentando Istituti scolastici davvero inclusivi ed “autonomi”, caratterizzati da ambienti, materiali e strumenti didattici e tecnologici “accessibili”, il bambino/ragazzo con disabilità non sarà più soltanto l’alunno di questo o quel docente per il sostegno, ma della “scuola tutta”, potendo partecipare in condizioni di pari opportunità insieme ai compagni ad attività integrative e laboratoriali scolastiche ed extrascolastiche, a percorsi personalizzati ed individualizzati di insegnamento-apprendimento, per classi aperte e parallele, per gruppi omogenei ed eterogenei, a materie facoltative, aggiuntive ed opzionali, a stage efficaci di alternanza scuola-lavoro ecc…
Da questo punto di vista, oltre a recepire le necessarie modifiche allo Schema di Decreto n. 378 suggerite dalla FAND e dalla FISH, dovrà essere particolare cura del Ministero mettere finalmente tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado nelle reali condizioni di sfruttare al meglio tutti gli strumenti che la normativa già esistente sul sostegno e sull’autonomia (fino alla recentissima e criticatissima Buona Scuola) loro consente, per implementare e migliorare la qualità del processo di inclusione scolastica dei ragazzi con disabilità, creando strutture organizzative flessibili e più confacenti alle effettive esigenze formative dei diversi alunni e utilizzando in modo funzionale l’organico potenziato per la progettazione e la realizzazione di una didattica autenticamente all’insegna dell’”UDL” (Universal Design for Learning).
Come d’incanto, in siffatto modo, la scuola si riscoprirà finalmente un’istituzione “inclusiva” ed attenta alle “differenze” individuali e capace di offrire risposte efficaci ed efficienti ai bisogni educativi di tutti e di ciascuno.
L’attenzione alle “differenze individuali” di ciascun alunno da parte di tutta la “comunità scolastica” e non solo del docente di sostegno per le necessità speciali degli allievi disabili: è questa la vera “discriminante”, lo spartiacque tra la vecchia dimensione “integrativa” della scuola italiana e la nuova cultura dell’inclusione “for all”.

l comitato tecnico scientifico nazionale dei fisioterapisti e massofisioterapisti e i suoi primi sei mesi di attività, di Ammirata, Angiari, Ciardone, De Rosa

Care colleghe, cari colleghi,
il comitato desidera, con questa lettera, informarvi circa l’impegno profuso in diverse attività. Abbiamo constatato come le comunicazioni di prassi tra CTSN (comitato tecnico scientifico nazionale), COORDINATORI REGIONALI, COORDINATORI PROVINCIALI E SOCI, del territorio nazionale, si interrompano sviluppando, in chi dovrebbe usufruire delle informazioni, ovvero i soci, la percezione di immobilismo e di inattività del CTSN.
Per questo motivo periodicamente e direttamente proviamo a raggiungervi attraverso gli organi di stampa dell’UICI.
Poiché questi canali potrebbero non essere sufficienti a raggiungere tutti i colleghi, per svariati motivi, il coordinatore, nel prossimo incontro del Comitato porterà all’attenzione del consiglio l’opportunità di aprire una pagina facebook di carattere informativo.
Il primo obiettivo del CTSN è stato l’aggiornamento dell’anagrafe di categoria che si allega in appendice: i risultati ottenuti sono già stati presentati in Commissione lavoro il 16 u.s..
I componenti del CTSN hanno avuto difficoltà nel far comprendere l’importanza della standardizzazione dei dati. Il contarsi, standardizzare i dati, evidenziare le aree di criticità aiutano a sviluppare strategie migliorative; nascondere le difficoltà non aiuta chi deve interfacciarsi con coloro che hanno potere di indirizzo e proposta (Direzione Nazionale) con gli organi parlamentari.
I dati, recentemente raccolti, messi a confronto con quelli raccolti nel 2012 evidenziano che:
– nel nostro ambito sono presenti disoccupati;
– il computo delle assunzioni conforme alla legge 29/1994 non ha dato l’esito positivo sperato;
– chi ha conseguito il diploma dopo il 1999 (massofisioterapisti) e ha deciso di lavorare autonomamente, si è visto costretto ad abbandonare la professione o a ritornare a studiare e conseguire la laurea;
– chi lavora nel pubblico impiego ha difficoltà a usufruire dei mezzi tecnologici per la cartella elettronica o i documenti delle intranet aziendali evidenziando l’inapplicabilità della Legge 4/2004 da parte delle Aziende Sanitarie;
– ci sono ancora colleghi che percepiscono stipendi più bassi in quanto inquadrati in fascia C anche se il loro titolo è equipollente e dovrebbero di diritto essere inquadrati in fascia D.
Il 13 dicembre si è svolto a Roma, l’incontro su richiesta di AIFI, per discutere circa il complesso fenomeno delle scuole regionali che continuano a diplomare persone con titolo che nulla ha a che vedere con la figura del professionista sanitario ma, con escamotage al quanto discutibili, in un secondo momento riescono ad eludere il fabbisogno formativo del M.I.U.R. e i test di ingresso presso le università che hanno attivato i corsi di fisioterapia. Alla riunione fu consegnata al coordinatore del ctsn una memoria storica redatta da AIFI.
La memoria AIFI ha permesso ai componenti del ctsn di elaborare un documento in cui si evidenziano in particolare i pro e i contro che potrebbero derivare per il collocamento obbligatorio, nel caso in cui venissero abrogate le leggi citate da AIFI.
Tale documento è stato presentato dal coordinatore ctsn alla riunione tenutasi dalla commissione lavoro il 16 febbraio u.s., ora quindi è al vaglio della commissione, noi ci auguriamo che possa essere di aiuto per un prossimo incontro con AIFI.
Nella medesima riunione, il Comitato ha presentato un progetto formativo per coloro che vorranno approfondire la tecnica manuale del Dott. TICCHI: “Ticchi e Trigger Points”: tale progetto è all’attenzione degli organi I.Ri.Fo.R per un eventuale finanziamento.
E’ stata inviata una e-mail ai cordinatori regionali e ai presidenti regionali al fine di conoscere se è presente l’Albo Regionale dei Terapisti della Riabilitazione non vedenti a norma del decreto attuativo del ministero del lavoro n.775 del 1994.
Questo dato è molto importante da rilevare, in quanto a tale Albo possono iscriversi anche i fisioterapisti non vedenti laureati, unico strumento fino ad oggi valido per rientrare nell’assunzione obbligatoria ai sensi della Legge 29/1994.
il Comitato sta lavorando anche su un testo di legge da presentare in Direzione, il cui obiettivo è migliorare la legge 29/94 prendendo spunto dalla proposta di legge del Senatore D’AMBROSIO-LETTIERI rimasta inascoltata. Poiché questa proposta risale già a qualche anno, si rende necessario migliorarne alcuni aspetti imprescindibili per la nostra categoria.
Vi chiediamo di intensificare la richiesta di informazione sulle attività dei vostri Coordinatori Provinciali, unico modo per essere tutti partecipi attivi alle evoluzioni che ci riguardano.
Dall’appendice anagrafica, infatti, si evidenzia un’involuzione di interesse dei singoli individui.
i componenti del Comitato si augurano che tutti questi aspetti possano essere al più presto migliorati, permettendo di organizzare un incontro con tutti i coordinatori regionali e successivamente un’assemblea generale di categoria.
Un saluto fraterno a tutti.

RELAZIONE ANAGRAFE E RISCONTRI CON IL 2012

VALUTAZIONE DATI 2016 2012 NOTE NUMERO DI PROVINCE COINVOLTE DALL’INDAGINE 85 86 Il numero delle province evidenzia una partecipazione equivalente dopo 4 anni. sNUMERO DI PROFESSIONISTI COINVOLTI DALL’INDAGINE: 514 430 I questionari hanno raggiunto più colleghi della precedente anagrafica di categoria N. DI QUESTIONARI COMPILATI CENSITI: 368 345 I questionari compilati risultano superiori all’anagrafe del 2012 come numeri assoluti, relazionando il dato ai questionari distribuiti si evidenzia una disaffezione e sottovalutazione della necessità della statistica come metro valutativo della condizione della categoria nel tempo. N. DI POSSESSORI DEL DIPLOMA DI MATURITA’: 153 265 La disaffezione a partecipare è evidenziata in una categoria importante come quella dei diplomati DIPLIMA DI MASSOFISIOTERAPISTA ANTECEDENTE AL 17/03/1999
243 228 I massofisioterapisti equipollenti risultano ancora oggi il gruppo più cospicuo dei nostri iscritti; questo dato ci dice che ha partecipato alla nuova anagrafe i colleghi con una fascia di età dai 35 anni in su N. DI MASSOFISIOTERAPISTI DIPLOMATI DOPO IL 17/03/1999 PRESSO SCUOLE REGIONALI: 3 0 Anche se il dato non ha rilevanza statistica però indica che in alcune realtà si sta verificando un orientamento verso percorsi facilitati ma che poco hanno a che fare con la professione sanitaria universitaria N. DI MASSOFISIOTERAPISTI DIPLOMATI DOPO IL 17/03/1999 PRESSO SCUOLE STATALI RICONOSCIUTE DAL DM 10/07/1998: 35 81 La difficoltà di trovare un posto di lavoro come dipendente e le difficoltà ad intraprendere la libera professione è il dato che caratterizza la fragilità occupazionale di questa categoria vittima di una insipienza legislativa di tutela degli organi parlamentari N. DI FISIOTERAPISTI CON LAUREA DI 1° LIVELLO: 95 85 In questo dato fondamentale per i professionisti del presente e del futuro manca: la regione TOSCANA dove è presente l’unica università, UNIFIi, con 5 posti tutelati per i non vedenti per ogni anno accademico: non partecipando alla nuova anagrafe ha ridotto sensibilmente il dato statistico seppur in aumento dei laureati presenti N. DI FISIOTERAPISTI CON LAUREA SPECIALISTICA DI 2° LIVELLO: 9 10 In 4 anni tra laureati triennali e equipollenti chi è riuscito a superare il test di ingresso è visibile alla vostra attenzione; questo dato ci impone di elaborare ipotesi di variazione sul tipo dei test psico attitudinale e di logica che sono le vere barriere da abbattere in questo ambito N. DI DIPENDENTI IN ATTIVITA’ PRESSO AZIENDA PUBLICA: 200 249 La riduzione degli occupati negli enti pubblici non può essere imputata solo al pensionamento delle categorie in esaurimento ma evidenzia anche i disattesi parametri del collocamento obbligatorio della L. 29/94 N. DI DIPENDENTI IN ATTIVITA’ PRESSO STRUTTURA PRIVATA O CONVENZIONATA: 35 54 Il lavoro dipendente nel settore privato ricalca ciò che abbiamo già evidenziato nel settore pubblico N. DI LIBERI PROFESSIONISTI: 48 66 La perdita di un terzo delle capacità di fare impresa ci impone un ragionamento a tutti i livelli istituzionali UICI nel comprendere la solitudine e l’incertezza che circonda i nostri soci che si affacciano o che si vorrebbero affacciare nel mondo del lavoro autonomo; in un mondo del lavoro che si allontana sempre di più dal dipendente tutelato, che va comunque salvaguardato, bisognerà spostare l’attenzione con strategie valide anche verso questo aspetto della nostra professione. N. DI PROFESSIONISTI CON IL RICONOSCIMENTO DELLA QUALIFICA DI MASSOTERAPISTA RIPORTATO IN BUSTA PAGA 33 58 N. DI PROFESSIONISTI CON IL RICONOSCIMENTO DELLA QUALIFICA DI MASSOFISIOTERAPISTA RIPORTATO IN BUSTA PAGA: 77 73 N. DI PROFESSIONISTI CON IL RICONOSCIMENTO DELLA QUALIFICA DI TERAPISTA DELLA RIABILITAZIONE RIPORTATO IN BUSTA PAGA: 24 50 N. DI PROFESSIONISTI CON IL RICONOSCIMENTO DELLA QUALIFICA DI FISIOTERAPISTA RIPORTATO IN BUSTA PAGA: 75 127 L’inquadramento dei dipendenti in varie categorie di qualifica professionale ci inducono a pensare come ogni azienda interpreta a suo piacimento le norme e le leggi per una tutela difensivistica degli enti N. DI PROFESSIONISTI CON INQUADRAMENTO GIURIDICO IN FASCIA C: 11 64 A norma di legge nella fascia C, parlando di professioni sanitarie con laurea e equipollenti, non dovrebbe esserci nessuno: la presenza ancora di persone in fascia C dovrebbe spingerci a valutare come mai questi colleghi non sono stati adeguatamente difesi e protetti dalle sedi territoriali competenti N. DI PROFESSIONISTI CON INQUADRAMENTO GIURIDICO IN FASCIA D: 167 188 La flessione è dovuta fisiologicamente per raggiungimento della pensione N. DI PROFESSIONISTI CON INQUADRAMENTO GIURIDICO IN FASCIA DS:: 8 22 Simile alla valutazione precedente N. DI PROFESSIONISTI CON MENO DI 5 ANNI DI ANZIANITA’ DI SERVIZIO: 14 38 N. DI PROFESSIONISTI CON ANZIANITA’ DAI 5 AI 10 ANNI DI SERVIZIO: 32 50 N. DI PROFESSIONISTI CON ANZIANITA’ DAI 10 AI 20 ANNI DI SERVIZIO: 57 122 N. DI PROFESSIONISTI CON ANZIANITA’ SUPERIORE AI 20 ANNI DI SERVIZIO: 95 125 Le sensibili flessioni nelle quattro categorie di anzianità ci fanno comprendere il mancato ricambio generazionale dei non vedenti nelle strutture pubbliche e private N. DI PROFESSIONISTI CON ANZIANITA’ SUPERIORE AI 30 ANNI EFFETTIVI DI SERVIZIO. 36 101 La presenza di colleghi con oltre 30 anni di servizio è da imputare al blocco della contribuzione degli anni figurativi e alla legge Fornero N. DI PROFESSIONISTI CHE TRATTANO PATOLOGIE DI CARATTERE ORTOPEDICO: 290 310 N. DI PROFESSIONISTI CHE TRATTANO PATOLOGIE DI CARATTERE NEUROLOGICO: 101 189 N. DI PROFESSIONISTI CHE TRATTANO PATOLOGIE DI CARATTERE ONCOLOGICO: 150 125 Le tre voci che qui si susseguono indicano la mancanza di specificità e aggiornamento professionale relegando i nostri professionisti a attività non di primo livello N. DI PROFESSIONISTI CHE TRATTANO PATOLOGIE DI CARATTERE ACUTO IN REGIME DI RICOVERO IN REPARTO: 61 140 Rimarca quello già affermato nella voce precedente N. DI PROFESSIONISTI CHE TRATTANO PATOLOGIE SUB ACUTE E CRONICHE IN AMBITO AMBULATORIALE: 236 267 La massiccia partecipazione a attività ambulatoriali rimarcano il dato negativo già indicato nelle precedenti voci N. DI PROFESSIONISTI CHE TRATTANO PAZIENTI IN ETA’ EVOLUTIVA: 66 150 Le attività riabilitative in età evolutiva sono in flessione e in numero ridotto perché legato o a professionalità acquisita con corsi specifici o al possesso di diploma di laurea N. DI PROFESSIONISTI CHE TRATTANO PAZIENTI DI ETA’ MISTA: 191 329 N. DI PROFESSIONISTI CHE TRATTANO PAZIENTI IN ETA’ GERIATRICA: 154 222 Nell’organigramma lavorativo delle Aziende le attività in genere e nello specifico in quelle riabilitative, che hanno valore economico, sono quelle acute e svolte nei reparti di degenza; come si può dedurre il numero massiccio di professionisti che lavorano con pazienti in età geriatrica e adulta, implica il relegare, per varie motivazioni, del professionista non vedente in attività secondarie e ambulatoriali N. DI PROFESSIONISTI CHE EFFETTUANO ATTIVITA’ DI TUTORAGGIO: 30 0 100000N. DI PROFESSIONISTI CHE HANNO INCARICHI DI DOCENZA: 17 0 I valori delle attività di tutoraggio e docenza non erano presenti nella precedente indagine; i numeri risibili ci fanno comprendere che pochi professionisti sono stimolati e preparati a svolgere attività che non riguardano soltanto la sfera professionale ma anche di responsabilità educativa N. DI PROFESSIONISTI CHE UTILIZZANO STRUMENTI ELETTROMEDICALI ADATTATI: 43 104 N. DI PROFESSIONISTI CHE UTILIZZANO STRUMENTI ELETTROMEDICALI NON ADATTATI: 133 175 In un sistema lavorativo improntato sempre di più verso le Evidence Based Medicine, il supporto riabilitativo delle strumentazioni di terapia fisica è sempre più rilegato nella sfera della non scientificità; la flessione di attrezzature adattate e del suo utilizzo in genere ci stimolano a spostare l’attenzione verso altre branche della sfera riabilitativa più professionalizzanti come le varie tecniche di terapia manuale N. DI PROFESSIONISTI CHE NON UTILIZZANO STRUMENTI ELETTROMEDICALI DI ALCUN GENERE: 75 127 Questo dato potrebbe essere male interpretato per quello appena detto sopra ma, in realtà, il passaggio dai 127 che non usavano nessun tipo di elettromedicali nel 2012 ai 75 del 2016 era dovuto all’impossibilità logistica dei non vedenti totali a usare i macchinari presenti in azienda senza sistemi adattati con sintesi vocali o indicazioni tattili. Il fatto che il dato è in flessione non è dovuto alla sostituzione di apparecchiature non adattate a quelle adattate ma alla rimozione dall’interno delle aziende delle apparecchiature di terapia fisica. N. DI PROFESSIONISTI CHE POSSONO USUFRUIRE DI UNA POSTAZIONE INFORMATICA ACCESSIBILE SUL POSTO DI LAVORO: 63 83 La flessione di postazioni informatiche adattate presenti nelle nostre aziende ci devono indurre alla sensibilizzazione delle strutture territoriali dell’UICI a richiedere un controllo maggiore sulle tutele di accessibilità conforme alla Legge 4/2004. N. DI PROFESSIONISTI CHE POSSONO ACCEDERE AUTONOMAMENTE AI PROPRI DATI INFORMATIZZATI SUL POSTO DI LAVORO: 91 86 Il dato sarebbe in contraddizione con quanto dichiarato sopra ma, nella realtà delle condizioni lavorative, l’accesso ai propri dati informatizzati, vengono scaricati e visionati da apparecchi personali scambiando per postazione reale (PC) gli archivi virtuali (INTRANET) N. DI PROFESSIONISTI CHE UTILIZZANO LA CARTELLA CLINICA INFORMATIZZATA DEL PAZIENTE: 32 84 Il dato rilevante è che dei 63 colleghi che hanno dichiarato che sul loro posto di lavoro è presente una postazione accessibile solo 32 usano un programma per la cartella elettronica adattata, quindi, è evidente, la dicotomia tra accessibilità generalista e potenzialità lavorativa.

N. DI PROFESSIONISTI CHE FREQUENTANO CORSI DI FORMAZIONE ECM CON SOVVENZIONAMENTO COME DIPENDENTE: 156 199 N. DI PROFESSIONISTI A CUI I CORSI FORMATIVI SONO PRECLUSI: 45 88 Il dato in flessione di Aziende che precludono alla formazione in medicina dovrebbe rallegrarci ma, questo dato dovrebbe essere supportato dall’aumento dei professionisti che vengono spinti verso la formazione volontaria o aziendale: in realtà questo non accade N. DI PROFESSIONISTI CHE FREQUENTANO CORSI FORMATIVI FACOLTATIVI A PROPRIO CARICO: 149 200 La formazione obbligatoria in medicina è il vero cruccio della nostra categoria. La flessione indicata in queste tre voci a partecipare all’aggiornamento, che sia volontario o programmato dall’azienda ci devono far comprendere che la percezione di poca professionalità inducono i colleghi vedenti e le amministrazioni a percepirci come categoria assistita e poco incline all’aggiornamento. N. DI PROFESSIONISTI CHE POSSEGGONO TITOLO DI OSTIOPATA: 3 Questo dato non trova riscontro nella realtà ed è da valutare il perché dell’omissione da parte dei colleghi di questo dato DISOCCUPATI 16 Il dato dei non occupati non era presente nell’anagrafe 2012 e doveva essere la punta di diamante di questa anagrafe per indirizzare il lavoro di questo Comitato Tecnico Scientifico, della Commissione Lavoro e della Direziona Nazionale.
In realtà hanno risposto compiutamente solo 9 Regioni: Basilicata, Marche, Emilia Romagna, Friuli, Lazio, Umbria, Veneto, Province Autonome Tn/Bz; la Campania ha dato solo il numero dei disoccupati senza analisi del dato.

I componenti ctsn Ammirata, Angiari, Ciardone, De Rosa
Il coordinatore Cancelliere

Sport- I risultati del week-end

Ottime notizie giungono da Portici, in provincia di Napoli, dove si è svolto l’XI Campionato Italiano Assoluto Invernale di Nuoto Paralimpico (vasca 50 m).
Martina Rabbolini ha vinto, nella categoria S11 (non vedenti), entrambe le gare a cui ha partecipato con i seguenti tempi:
100 rana – 1.35,07 (record italiano)
400 stile libero – 5.57,62 (record personale)
Per quanto riguarda il baseball per ciechi, le nostre due formazioni hanno riportato due vittorie e due sconfitte.
Ieri, sabato 1 aprile, i Lampi hanno perso (7 a 0 e 4 a 1) entrambi gli incontri con i Patrini Malnate.
A Staranzano, oggi pomeriggio, i Thunder’s Five hanno riportato due vittorie contro i Ducks Staranzano (13 a 3 e 9 a 1).
La classifica del Girone Ovest è la seguente:
1. Patrini Malnate punti 8 vinte 4 pareggiate 0 perse 0 media 1000
2. Lampi Milano 4 2 0 2 500
3. Thunder’s Five Milano 4 2 0 2 500
4. Ducks Staranzano 0 0 0 0 000
Buone notizie anche da Tito (Potenza) dove Sonia Tranchina, vincendo il torneo, ha conquistato l’accesso ai Campionati Italiani di showdown in programma il 20 e 21 maggio p.v..
Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti Milano ONLUS
Via Vivaio, 7
20122 Milano
tel/fax: +390276004839
Email: info@gsdnonvedentimilano.org
Web: www.gsdnonvedentimilano.org
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Facebook: https://www.facebook.com/GSDNONVEDENTIMILANO

Presentazione del libro “Il cervo rosso”, di Alfio Pulvirenti

Autore: Alfio Pulvirenti

È il titolo del romanzo scritto da Carlo De Angelis, fisioterapista non vedente, già da tempo in pensione. Trattasi di un ulteriore contributo dell’autore al lustro della categoria dei ciechi e ipovedenti.
Lunedì 27 marzo, presso la sezione romana dell’U.I.C.I. avveniva la presentazione del libro. Dopo i saluti di rito, da parte del Presidente Giuliano Frittelli, una Socia, ha introdotto la presentazione del volume ponendo in risalto il carattere suggestivo del romanzo. Il tema dominante è l’amore, espresso nei diversi contesti. Il libro, disponibile anche in formato audio, aveva già carpito l’entusiasmo di alcuni fra i presenti nella sala, i quali, durante il dibattito, hanno affermato il riscontro di familiarità con i luoghi del paesaggio descritto e con i caratteri dei personaggi. L’autore, nel descrivere le vicende che hanno scandito la “gestazione” dell’opera, affermava che i personaggi perdevano, mano a mano, la timidezza iniziale  suggerendogli, sempre con maggior chiarezza, le vicende da riportare  su carta. Il paesaggio presenta una puntualità descrittiva che, dovendola attribuire a un non vedente, dimostra che l’autore possiede una conoscenza concettuale delle caratteristiche architettoniche con cui definisce quei luoghi.
La familiarità con i fatti narrati nel libro, il sentirsi parte integrante delle vicende che si succedono nel romanzo, riferiti da alcuni non vedenti presenti fra il pubblico, indurrebbe alcune riflessioni. Pertanto sarebbe interessante chiedersi se, in effetti, si tratta di familiarità con i contenuti dell’opera o con il modello linguistico descrittivo, proprio della cultura del non vedere. In una società dove sia gli addetti ai lavori, sia la gente comune ricorre al concetto di inclusione, i contenuti del romanzo possono definirsi inclusivi.
La descrizione corretta dell’architettura degli edifici descritti, come ha riferito lo stesso autore, costituirebbe il tentativo del non vedente di descrivere una realtà percettiva visiva. A questo proposito Carlo non si è lasciato condizionare dall’impossibilità di percepire le colonne, i capitelli, gli archi di cui riferisce nel suo libro ma ha osato oltrepassare il confine culturalmente consentito a chi non vede. Tutto ciò, ad una prima riflessione, potrebbe apparire paradossale ma, di fatto, non lo è! Carlo ha scelto il romanzo per esprimere i contenuti propri della cultura visiva, essendo esso il contesto in cui l’immaginazione e la fantasia sono legittimate. Pertanto il romanzo costituisce, molto probabilmente, un luogo inclusivo, una grande risorsa per comunicare.

Sintesi dei lavori della Commissione Nazionale “Studi Musicali” – 17 febbraio 2017

Il giorno 17 febbraio 2017 si è riunita presso i locali dell’Istituto dei Ciechi «F. Cavazza», via Castiglione 71 – 40124 Bologna, parte della Commissione Nazionale «Studi Musicali» unitamente ad un gruppo di esperti del programma Braille Music Editor. L’incontro tecnico sul software BME aveva lo scopo di fare il punto.

Nel corso del dibattito, ampio e partecipato, ci si è soffermati sulle varie criticità e sui punti fondamentali utili a migliorare le prestazioni del programma BME. In particolare tutti i partecipanti concordano nel ritenere che:
– l’importazione e l’esportazione debbano avere le stesse funzionalità;
– sarebbe importante riuscire ad avere un formato BMML condiviso e il più possibile completo, da proporre allo staff di «Finale» o «Music Score», che sono i programmi più diffusi nell’editoria musicale comune;
– sarebbe meglio non legarsi troppo a un output definito in partenza ma lasciare la descrizione;
– sia necessaria un’adesione internazionale.

A tal proposito, tra le proposte:
– redigere una nota da inviare alle associazioni che hanno fatto parte dei comitati formali internazionali per lavorare al codice XML;
– soprattutto negoziare con la società sviluppatrice di BME per ottenere la comproprietà, in modo tale da essere autorizzati a modificare i sorgenti.

Infine è stata ribadita la necessità di creare un evento «non di nicchia», con lo scopo di dare testimonianza delle possibilità di una completa integrazione fra musicisti ed esecutori non vedenti e vedenti, consapevoli del fatto che in Italia abbiamo delle vere e proprie eccellenze poco conosciute e poco valorizzate.

Il Coordinatore
Antonio Quatraro

Sport – Un week-end di baseball e showdown

Ritornano in campo i Lampi Milano e i Thunder’s Five Milano che saranno impegnate in due doppi incontri valevoli per il Girone Ovest del XXI Campionato Italiano di baseball per ciechi.
Sabato 1 aprile a Malnate (VA), presso il campo Gurian, si incontreranno i Patrini Malnate (Campioni d’Italia 2016) e i Lampi Milano.
L’inizio è previsto per le 10:00.
Domenica 2 aprile a Staranzano (GO), presso il campo comunale, i Thunder’s Five Milano sfideranno la squadra locale dei Ducks.
L’inizio è previsto per le 14:00.
Sempre nel week-end si svolgerà, a Tito (Potenza), il Torneo Nazionale di Qualificazione femminile ai Campionati italiani di showdown.
Sarà presente alla manifestazione la nostra giocatrice Sonya Tranchina guidata dal tecnico Pietro Rossetti.

Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti Milano ONLUS

Sport – Fispic, calcio a 5 B1: Italia sconfitta di misura dalla Russia

Con l’amichevole di calcio a 5 categoria B1 tra l’Italia e la Russa si è conclusa la lunga serie di eventi organizzati nel week end dalla Fispic e dalla Libertas Marche a Senigallia. Il test è terminato 1-0 in favore della Russia che ha trovato il gol decisivo con Sergei Manzhos, ma gli azzurri hanno tenuto testa al quotato avversario disputando un’ottima gara. Alla fine tutti soddisfatti a Senigallia che da venerdì a domenica ha ospitato manifestazioni di grande interesse. Prima il convegno “Il suono del pallone calciato, metodiche di allenamento a confronto” che si è svolto nell’Aula Magna dell’Istituto Alberghiero “G.Panzini” davanti a circa 500 persone. Poi le esibizioni di Showdown con gli atleti Marco Ferrigno e Chiara Di Liddo, guidati dal tecnico nazionale Alessandra Carta e dal direttore sportivo Massimo Sanapo, le gare di Scacchi con Luca Crocioni e Riccardo Del Fiume, e di calcio a 5 B1 con il triangolare tra Asd Firenze/Roma, Asd Marche 2000 e la nazionale russa, vinto da quest’ultima. Oltre al presidente della Fispic Sandro Di Girolamo, sono intervenuti Lidia Abramova, presidente IBSA Russia, e i rappresentanti di Cip (Comitato Italiano Paralimpico), Libertas, Comune di Senigallia, Coni e tante altre autorità. L’evento di Senigallia si inserisce tra gli obiettivi del Protocollo di intesa quadriennale firmato lo scorso dicembre tra la Fispic e la Federazione Sportiva Ciechi della Russia (Fsc) con il quale le parti si sono impegnate a cooperare per la crescita e la diffusione della pratica sportiva.

Gruppo Calcio a 5 B1

Gruppo Calcio a 5 B1