10 – 11 – 12 novembre 2017
Sale della Meridiana Rocca di Vignola
montepremi oltre € 3.000
EVENTI COLLATERALI Rievocazioni storiche Partita di Scacchi vivente (sabato 11 ore 15,30 P.zza Contrari)
Corsi gratuiti per bambini – Simultanee – Mini Tornei Gioco libero su scacchiera gigante e… tante sorprese
Per informazioni: Tel. 338 2660231
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Giusy Versace torna in scena al teatro Golden di Roma con il suo spettacolo “Con la testa e con il cuore si va ovunque”
Saranno ben tre le serate – 17,18 e 19 ottobre – in cui la Versace tornerà a raccontare la storia della sua vita sul palco, nello spettacolo diretto dal regista Edoardo Sylos Labini e accompagnata dal ballerino Raimondo Todaro e dal cantante pop Daniele Stefani.
Parte del ricavato della serata sarà devoluto alla Disabili No Limits
“Con la testa e con il cuore si va ovunque”, lo spettacolo teatrale tratto dall’omonimo libro che racconta la storia di Giusy Versace, alza di nuovo il sipario. Questa volta sarà ospite del Teatro Golden di Roma con ben tre date, i prossimi 17, 18 e 19 ottobre sempre alle ore 21.
Torna dunque a grande richiesta la storia coinvolgente, emozionante, ed ironica di una donna coraggiosa che ha fatto di un evento drammatico uno stile di vita solare e pieno di energia. Una testimonianza di gioia, fede e un costante invito a non arrendersi mai davanti a nessun ostacolo.
“La mia vita è divisa a metà, c’è un prima e un dopo. Il confine è un guard-rail che si strappa le mie gambette dal ginocchio in giù, il 22 agosto del 2005. Avevo 28 anni… sapevo chi ero ed ero abituata a contare soprattutto sulle mie forze: questo mi faceva sentire al sicuro, imbattibile. In un secondo è sparito tutto. Di fronte a me, un confine. E una scelta: attraversarlo oppure no. Provare a guardare oltre o rimanere attaccata ad un passato che non esisteva più. Credo di aver fatto la scelta giusta…”
Si descriveva così Giusy Versace, calabrese d’origine e milanese d’adozione, nel suo libro diventato best seller Mondadori “Con la testa e con il cuore si va ovunque” e si racconta così oggi nel suo spettacolo che, dopo il successo estivo al Manzoni di Milano, sbarca dunque nella Capitale con ben tre date.
Con lei, sul palco, ci sarà come sempre il popolare ballerino Raimondo Todaro con il quale vinse nel 2014 la decima edizione di “Ballando con le Stelle”. Confermata la presenza di un altro grande artista e amico di Giusy, il cantante pop Daniele Stefani, che anche stavolta accompagnerà la serata con i suoi brani.
Ancora una volta, lo spettacolo sarà diretto dal regista Edoardo Sylos Labini, con le coreografie di Matteo Bittante e dello stesso Raimondo Todaro.
“Sono felice di portare questo spettacolo a Roma, la città che nel 2014 e per ben 4 mesi è stata la mia casa – commenta la Versace – È qui che ho conosciuto Raimondo, messo i tacchi per la prima volta e imparato a ballare. Mi riempie di gioia pensare che 3 anni dopo quell’esperienza, posso raccontare la mia storia a teatro ballando. Spero che questa energia che mi travolge, unita al grande amore che ho per la vita, possa colpire anche il pubblico come già accaduto lo scorso giugno a Milano.”
Il costo dell’ingresso è di 30 euro (biglietto intero), gratuito per disabili. I biglietti sono in vendita presso la biglietteria del teatro di via Taranto 36 (06.70493826 – info@teatrogolden.it) oppure sul circuito TicketOne.
Parte dell’incasso sarà devoluta alla Disabili No Limits Onlus, l’associazione creata e guidata proprio dalla Versace per aiutare e regalare attrezzatura sportiva, di vario genere, a persone disabili che vogliono iniziare a praticare sport.
Sono sponsor e partners delle tre serate: Divani&Divani by Natuzzi- PMG Italia -VIVIGAS e Iper Pewex.
Di seguito la locandina dello spettacolo
Non abbandoniamo il Centri Territoriali di Supporto, di Gianluca Rapisarda
Recentemente, presso la prestigiosa sede romana della Fondazione Besso, si è tenuta la presentazione del libro edito da Erickson, intitolato “Storie di scuola”.
Alla predetta iniziativa, organizzata dal CTS di Roma “Edmondo De Amicis”, tra i cui operatori, figurano molti degli autori del libro di cui sopra, chi scrive ha avuto l’onore di essere invitato insieme ad altri esperti di inclusione.
Innanzitutto, con il presente contributo, lo scrivente vuol congratularsi con gli autori per l’ottima fattura del libro, rammaricandosi tuttavia di non averlo potuto leggere autonomamente, in quanto l’opera manca di formato accessibile. Al riguardo, durante la manifestazione, chi scrive ha colto l’occasione per offrire agli autori la propria disponibilità a coinvolgere le Istituzioni Pro ciechi perché trascodifichino il loro pregevole libro in braille, in nero-braille ed in formato elettronico, al fine di renderlo “inclusivo” a 360° e farlo conoscere all’intero mondo della disabilità.
Nel corso del mio intervento, ho sottolineato che diverse pagine di tale significativo testo dimostrano come insistere soltanto sulla centralità del docente per il sostegno non basta e non giova al processo di inclusione scolastica, poiché la deriva verso la delega al solo insegnante specializzato (tra l’altro troppo spesso desolatamente impreparato od inadeguatamente formato) dell’alunno con disabilità rappresenta una delle principali “distorsioni” del nostro attuale sistema educativo.
Il Miur, abbandonando finalmente posizioni “conservative”, dovrebbe invece ritrovare i principi autentici ed originari della “scuola per tutti e per ciascuno, dell’UDL, (Universal design of learning), dell’individualizzazione e della personalizzazione degli insegnamenti-apprendimenti e del “sostegno diffuso” in tutto il contesto, sanciti dall’ICF dell’OMS del 2000, da tutta la nostra legislazione inclusiva e dall’art 24 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
In quest’ottica, come dimostrato d’altra parte dal libro in questione, non si riesce a comprendere come mai un “tesoro inestimabile” di professionalità, di qualità e di “rete” tra il mondo della scuola, le famiglie e le associazioni dei disabili, quale quello dei Centri Territoriali di Supporto (CTS), possa essere stato dimenticato tout court dal Ministero dell’Istruzione e relegato ad “ectoplasmatiche” Scuole Polo dal recente Decreto attuativo della Buona Scuola sull’inclusione.
L’auspicio è che il Miur cambi rotta ed assuma una volta per tutte una visione “strategica” e non solo “emergenziale” sull’inclusione scolastica, rendendo organica al sistema di istruzione e formazione l’azione dei CTS, attraverso ulteriori investimenti in termini di risorse umane e strumentali e la creazione, al loro interno, di sportelli dedicati alle singole disabilità.
Solo l’attenzione alle differenze individuali di tutti gli alunni da parte di tutto il contesto, non considerando più la didattica inclusiva esclusivamente appannaggio del docente per il sostegno e dello studente con disabilità, potrà garantire al sistema scolastico del nostro Paese quel “cambio di paradigma”, raccomandatoci dalla Commissione delle Nazioni Unite il 25 agosto 2016, in occasione dell’esame dello stato di applicazione da parte dell’Italia della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
Servizio civile volontario Selezione di volontari da impiegare in progetti di servizio civile in Italia
L’UNIONE ITALIANA dei CIECHI e degli IPOVEDENTI – ONLUS – comunica che sul sito del Dipartimento della Gioventù e Servizio Civile Nazionale è stato pubblicato il “Bando per la selezione di 551 volontari da impiegare in progetti di servizio civile nazionale in Italia e all’estero”.
I progetti dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – ONLUS prevedono l’impiego di n. 48 volontari presso le seguenti Sedi:
Sede
CHIAVARI N. posti 4
CHIETI N. posti 4
FOGGIA N. posti 8
LECCE N. posti 8
MANTOVA N. posti 6
PADOVA N. posti 4
PARMA N. posti 4
POTENZA N. posti 6
RIMINI N. posti 4
I giovani interessati a tali progetti, in possesso dei requisiti previsti dal bando, possono presentare domanda redatta sull’apposito modulo (allegato 2 e 3 del bando) corredandola della documentazione prescritta e indirizzandola direttamente alla sede territoriale dell’Unione che realizza il progetto entro e non oltre le ore 14.00 del 20 NOVEMBRE 2017.
Si fa presente che:
?Gli indirizzi delle strutture presso cui inviare la domanda per partecipare alla
selezione sono indicati nei singoli progetti;
?il bando è consultabile sul sito del DIPARTIMENTO DELLA GIOVENTÙ E DEL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE (www.serviziocivile.gov.it) da cui è possibile pure scaricare e stampare il modulo per la domanda (all. 2 e 3); alla domanda dovrà essere allegata fotocopia di un documento di identità in corso di validità;
?i requisiti e le condizioni per essere ammessi alla selezione sono quelli indicati nel bando (art. 3) e nei singoli progetti indicati di seguito;
?le modalità per la presentazione delle domande sono indicate all’art. 4 del citato bando.
?i calendari di convocazione ai colloqui saranno pubblicati sul sito internet della sede titolare del progetto almeno 15 giorni prima del loro inizio come previsto dall’art. 5 del bando. I candidati si devono attenere alle indicazioni specificate nel calendario in ordine ai tempi, ai luoghi e alle modalità delle procedure selettive.
?La pubblicazione del calendario ha valore di notifica della convocazione e il candidato che, pur avendo inoltrato la domanda, non si presenta al colloquio nei giorni stabiliti senza giustificato motivo, è escluso dalla selezione per non aver completato la relativa procedura.
Ogni eventuale ulteriore informazione può essere chiesta direttamente alla Sede territoriale titolare del progetto.
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ASD Non ed ipovedenti Napoli “Noived” 3 ori e 3 argenti per Salvatore Urso
Dopo i grandi risultati conseguiti da Salvatore Urso, diciottenne napoletano ai campionati europei di nuoto svoltisi a Genova, non si può che essere soddisfatti.
“Ci auguriamo che la prestazione di Salvatore Urso ai giochi paralimpici di Genova nella specialità del nuoto” afferma il presidente dell’A.S.D. Non ed Ipovedenti Napoli Rocco De Icco, “sia da stimolo per tanti giovani non vedenti ad emularlo.”
“Siamo certi che la soddisfazione per le 3 medaglie d’oro e le 3 d’argento” aggiunge De Icco, “non è solo nostra, del tecnico o della sua famiglia, ma di tutte le nostre realtà associative.”
Sta crescendo questo atleta e sta bruciando le tappe che potrebbero portarlo molto lontano.
Al di là delle prestigiose medaglie, va segnalato che egli ha migliorato i suoi tempi in tutte le 6 gare nelle quali è stato impegnato.
100 dorso e delfino, 200 misti, 400 e 100 stile e 100 rana.
Ragazzi si può fare, si dice che tra noi c’è tanta pigrizia, sarà anche vero però, possiamo vantare tra noi uno capace di allenarsi tutti i giorni, di credere che questo è l’unico modo per ambire a poter partecipare ai giochi paralimpici.
Noi come dirigenti non possiamo accontentarci, sappiamo che abbiamo il dovere di stimolare i giovani ad avere ambizioni e trovare la voglia di scoprire nell’attività sportiva una grande possibilità per distinguersi.
Non più di 20 alunni per classe in presenza di studenti disabili, di Gianluca Rapisarda
Una delle novità positive (poche per la verità) del Decreto n. 66/17, attuativo della Buona Scuola sull’inclusione, è che il riferimento ad un numero massimo di 20 alunni per classe solo “di norma”, in presenza di studenti disabili, previsto dallo schema iniziale del Decreto, non compare più nel testo definitivo pubblicato in GU lo scorso 16 Maggio. Ciò, per breve tempo, ci ha dato la certezza che non fosse stato modificato negli art 4 e 5 comma 2 il DPR n. 81/09 che disciplina la materia.
In realtà la questione è stata soltanto rimandata ad una successiva nota esplicativa del Miur.
Ebbene, la suddetta Nota ministeriale, la n. 1153, è stata finalmente emanata in data 4 agosto u.s., recando per oggetto ”Decreto legislativo n. 66/2017 – Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, attuativo della legge n. 107/2015”.
In pratica, L’Amministrazione, con la predetta nota, ha fornito dei chiarimenti (si fa per dire) in merito alle decorrenze dettate dal succitato nuovo Decreto, disponendo incomprensibilmente un numero di 22 alunni per classe in presenza di studenti disabili.
Ovviamente, questo inaspettato dietrofront del Ministero dell’Istruzione ha destato scompiglio tra noi esperti di inclusione scolastica e, soprattutto, tanta preoccupazione tra i genitori dei nostri ragazzi.
Stupore, incredulità e disorientamento, che, “miracolosamente”, sono stati carpiti dal Ministero (e non poteva essere altrimenti).
Infatti, con il presente contributo, ci corre l’obbligo d’informare tutti quei familiari di alunni/studenti disabili che ci continuano ancora a chiedere di sollecitare il Miur, affinché sani quest’ingiustizia subita dai loro figli che, invero, il Ministero è intervenuto immediatamente a modificare quanto stabilito inspiegabilmente con la di cui sopra Nota n. 1153 dello scorso 4 agosto.
Ed effettivamente, già solo dopo qualche giorno, lo scorso 8 agosto, il Miur ha pubblicato un’ulteriore nota per rettificare quanto previsto in merito al numero massimo di alunni per classe, in caso di presenza di alunni disabili. Nella nota del 4 agosto, l’amministrazione aveva scritto che: “in presenza di alunni disabili le classi non devono, di norma, superare il numero di 22 alunni”.
Con la nuova nota n. 1157, pubblicata l’8 agosto u.s., il Miur, invece, rettifica quanto precedentemente comunicato e richiamando la nota prot.n. 1153 del 4 agosto u.s., avente pari oggetto, precisa che: “per mero errore materiale, nell’ultimo capoverso è stata riportata l’errata indicazione, di norma, di 22 alunni per classe, in caso di presenza di alunni disabili, anziché, di norma, di 20 alunni per classe, così come previsto dall’articolo 5, comma 2 del D.P.R.n.81/2009.
In definitiva, gli alunni di una classe delle scuole pubbliche di ogni ordine e grado, in presenza di studenti con disabilità, devono essere al massimo venti.
E meno male che il Miur ha rimediato al “mero errore materiale” dello scorso 4 agosto.
Tuttavia, anche se conclusasi con un lieto fine, questa triste vicenda non ci lascia ben sperare e non ci fa dormire sonni tranquilli.
Innanzitutto, perché la Nota n. 1157 del Miur, anche se migliorativa di quella precedente del 4 agosto, ripropone uno degli elementi più critici che sembrava superato dello schema iniziale del Decreto attuativo della Buona Scuola n. 378/17 sull’inclusione scolastica, e cioè che esso non stabiliva l’inderogabilità del numero di 20 alunni per classe in presenza di disabili, prevedendo che ciò avvenga soltanto in virtù della generica dicitura “di norma”.
Per ultimo, ma non certo ultimo, per chi scrive, pensare che una problematica così delicata e centrale per la realizzazione del progetto di vita indipendente delle persone con disabilità come il processo di inclusione scolastica possa essere in balia ed alla mercè della superficialità degli Uffici del Ministero dell’istruzione e dei loro refusi, è davvero inaccettabile in un Paese come il nostro, che si pregia di avere la legislazione più avanzata al mondo nel settore.
Come dire che, in Italia, ancora troppo frequentemente, viene prima la burocrazia ministeriale, con le sue non sporadiche clamorose “sviste” e poi i diritti fondamentali dei cittadini.
“Astronomia da toccare” – Palazzo della Gran Guardia sabato 28 ottobre – domenica 29 ottobre 2017
In occasione del 40° anniversario della fondazione del Circolo Astrofili Veronesi, era stata allestita una mostra della durata di due mesi dal 4 luglio al 26 agosto 2017.
All’interno di questa mostra erano state organizzate tre giornate con attività e laboratori per spiegare l’astronomia alle persone non vedenti.
Si tratta di un percorso con sei attività: costellazioni, Sistema Solare, dimensioni delle stelle, mostra meteoriti, pannelli in Braille, pianeti in 3D da toccare.
L’evento verrà ripetuto in occasione della Seconda Festa dell’astronomia che si terrà nel pomeriggio di sabato 28 ottobre 2017 dalle 14:30 alle 18:00 e domenica 29 ottobre 2017 dalle 9:00 alle 18:00 presso il Palazzo della Gran Guardia in piazza Bra a Verona.
Ci saranno volontari che guideranno nell’esplorazione di queste attività le persone non vedenti e ipovedenti.
Qui di seguito il link del comunicato stampa sul sito CAV: http://www.astrofiliveronesi.it/festa-astronomia.html
Qui di seguito il link della comunicazione facebook
Qui di seguito il link della comunicazione Google+
Qui di seguito il link della locandina della manifestazione
Il lavoro e i fisioterapisti non vedenti, di Giovanni Cancelliere
La nostra storia di professionisti sanitari nacque negli anni sessanta quando l’attenzione al sociale iniziava a fare i primi passi, il non vedente passava da soggetto passivo della società a risorsa lavorativa per alcune professioni come quella del centralinista e del massaggiatore, in prima istanza, e massofisioterapista successivamente.
Tutto questo avveniva con concetti avanzati per il periodo storico sopra menzionato, quasi un laboratorio sperimentale sottoposto a tutela.
I soggetti non vedenti venivano definiti, per la prima volta, lavoratori integrati nel mondo dei “normali”.
Si pone in evidenza che, prima di questo importante passo, il non vedente veniva considerato soggetto tutelato e protetto dagli istituti speciali, in cui poteva sperimentare la vita fuori dalle mura domestiche, e doveva sviluppare modalità di approccio di relazioni interpersonali. Oggi, gli istituti speciali rimasti attivi, sono visti come ghettizzanti.
Il sistema sociale e lavorativo descritto in premessa, è andato avanti fino alla metà degli anni novanta.
Alla fine degli anni ottanta, come studenti, ci eravamo accorti che era diventato un sistema scolastico e professionale obsoleto. il livello di preparazione era scarso e necessitava di una Riforma Strutturale legata al cambiamento della società, forse perché, chi dirigeva gli istituti, aveva paura di perdere ciò che, con tanta fatica era stato acquisito.
La Riforma che chiedevamo era la riformulazione dei corsi delle scuole professionali di stato da tre a cinque anni, ottenendo così un diploma di Stato con una doppia funzione:
– diploma di massofisioterapista;
– titolo di maturità da spendere come opportunità di accesso all’università per chi avesse voluto continuare gli studi al di fuori della formazione obbligatoria che vigeva in quel periodo.
Persa questa opportunità, il massofisioterapista ha mantenuto la tutela del lavoro che, se per i diplomati pre-99, è rimasta una garanzia, con il cambiamento delle regole in materia di formazione, è divenuta illusoria per la generazione post-99,.
L’unico gruppo che ha voluto sviluppare una proposta nuova è stato quello della Dott.ssa Zecchi dell’UICI toscana e dell’università fiorentina: tutt’oggi ancora l’unico corso con una quota di cinque non vedenti tutelati alla formazione in fisioterapia.
Di contro dobbiamo dire che moltissimi colleghi non hanno voluto relegare la propria professionalità a strumento di sopravvivenza ma, sentendo il bisogno morale di stare al passo con i tempi e di competere con i colleghi vedenti, hanno dimostrato le altissime capacità che l’organo visivo ha negato.
Il motivo di essere professione equipollente alla nuova figura unica del fisioterapista è dovuto dal contesto del titolo statale triennale, ma soprattutto dalla validità dimostrata praticamente sui posti di lavoro, alla storia e all’amor proprio.
Dagli anni novanta ad oggi tante cose sono state modificate, per certo chi ha voluto stare ai tempi e sentirsi riabilitatore ha continuato, in tanti casi, a migliorare la propria professionalità, meglio di molti colleghi vedenti.
Oggi, ci sono personaggi, a vent’anni dalla definizione del profilo del fisioterapista, che mettono ancora in discussione la possibilità che un non vedente possa essere un riabilitatore. Tale figura è stata regolamentata dalle Leggi dello Stato, ha superato le perplessità dell’Associazione più rappresentativa della figura professionale dei fisioterapisti (A.I.F.I.-Associazione Italiana Fisioterapisti), tuttavia viene ancora mal tollerata dal mondo accademico.
Come dovremmo vedere la nostra professione per i ragazzi di oggi?
La mia generazione dei 50 anni e quelle successive hanno la loro storia, che poco possono affiancare ai ragazzi di oggi, sia nei mezzi tecnologici, che hanno permesso loro di avere i percorsi formativi dell’obbligo e della media superiore, sia nelle strutture di sostegno anche se precarie e insufficienti per uno Stato moderno, non in circuiti ghettizzanti quali gli Istituti. Sicuramente bisognerà chiedere loro quali sono le aspettative di autodeterminazione come persone e ragionare, in qualità di adulti, sulle opportunità di facilitazione non limitando le scelte solo nel vincolo delle professioni già esistenti.
Questo ragionamento prospettico è proprio di chi ha vissuto a pieno la forma mentis del riabilitatore di cui dobbiamo vantarci di avere: creare opportunità a 360* e non salvaguardare solo l’esistente. Questa deve essere la mission di chi si impegna a rappresentare la nostra Associazione. Si rende sempre più necessario interagire con la generazione dei nostri figli cercando di evitare che ciò che a noi è stato parzialmente negato venga negato anche a loro. L’ostacolo principale che si manifesta nella scelta di un percorso formativo è determinato, nel caso della fisioterapia, dai test di ingresso, in special modo quelli di logica figurativa e geometrica: l’affiancamento di un tutor durante lo svolgimento, a norma delle leggi che tutelano la possibilità di partecipazione per i disabili visivi, non è garanzia di effettiva valutazione da parte del candidato perché una prima interpretazione viene fatta dal tutor.
Il lavoro è il fondamento di quella autonomia che l’essere umano auspica di raggiungere di tipo economico, professionale e sociale, modificare in collaborazione con chi governa la formazione (MIUR), nel rispetto di tutti ma soprattutto di noi stessi deve essere il cardine o uno dei cardini della mission di dirigenti, permettere la sostituzione di tali limiti ci potrà condurre a una condizione paritetica di competizione nei corsi delle facoltà a numero programmato.
Quello che auspico ai futuri fisioterapisti è che tale professione se la saranno scelta per passione e non come necessità obbligata; le possibilità di rinvigorimento della figura del professionista sanitario oggi dipende dalle probabilità di abbattimento dei test che abbiamo descritto sopra, dalla capacità delle sedi territoriali di interagire con le università presenti nei vari territori per ampliare l’offerta formativa riservata ai fisioterapisti, la capacità di chi ha funzioni esecutive di sfruttare il DDL Lorenzin intervenendo e interagendo con gli organi parlamentari e ministeriali per sfruttare le potenzialità della neo creazione delle nuove professioni sanitarie del chiropratico e dell’osteopata.
il Comitato Tecnico Scientifico Nazionale dei Fisioterapisti e Massofisioterapisti ha lavorato per creare opportunità lavorative prendendo in considerazione due documenti del passato:
-modificato e proposto un miglioramento compatibile con i cambiamenti del tempo della proposta di legge fatta nel 2009 dal Sen. D’AMBROSIO-LETTIERI riguardante la Legge 29/94 e acquisita negli atti dell’ultima Direzione Nazionale;
-rivalutata la proposta di legge dell’On. GRIBAUDO per coloro che preferiscono intraprendere un percorso professionale non sanitario.
Le sfide che attendono tutti noi potranno produrre un rinnovamento professionale se saremo in grado di interpretare e essere parte dei cambiamenti descritti e auspicati sopra, senza rincorrere vecchi ricordi del passato che poco hanno a che fare con i nostri ragazzi e il loro attuale grado di cultura; la nostra professione può non morire solo se si rinnova e sia attrattiva perché interessa chi la dovrà praticare.
A tale scopo il Comitato Tecnico ha ritenuto opportuno organizzare un corso formativo altamente professionalizzante, restando fedele a quei dettami di aggiornamento e rinnovamento che si è dato nel suo insediamento, proponendo il corso del “Metodo TICCHI e trigger point” in collaborazione con I.Ri.Fo.R Nazionale, sapendo bene che l’aggiornamento delle competenze è e dovrà essere sempre di più la discriminante tra quello che siamo stati e quello che dobbiamo essere: lasciando alle nostre spalle la nostalgica tentazione del crogiolarci, vittime degli anni che trascorrono senza prospettiva per chi ci segue.
I Componenti il Comitato hanno ritenuto che la formazione da noi proposta sarà itinerante, valorizzando i territori, ritrovandoci in città diverse per renderci un po’ più “squadra”; la nostra prima tappa sarà la città di Salerno e si allega il link dove acquisire tutte le informazioni per iscriversi: http://www.irifor.eu/comunicato-n-27-attivita-formative-anno-2018-evento-formativo-nazionale-per-fisioterapisti-e-massofisioterapisti-metodo-ticchi-e-trigger-point-salerno-16-18/
Il nostro agire deve avvalersi di obbiettivi utili per chi rappresentiamo altrimenti è sterile apparenza del vacuo egocentrismo.
Matera 12 ottobre 2017
per conto dei Componenti il CTSN
il Coordinatore Dott. Giovanni CANCELLIERE
Roma – Giornata Nazionale del cane guida
Come ogni anno, la Giornata Nazionale del cane-guida rappresenta un momento di sensibilizzazione sulle problematiche quotidiane dei non vedenti e sul diritto alla mobilità. Quest’anno l’iniziativa di informazione e sensibilizzazione sarà indirizzata in particolare verso i giovani e gli studenti: promossa dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Sezione Provinciale di Roma è stata resa possibile grazie alla collaborazione del MIUR, del I Municipio e dell’istituto comprensivo Regina Elena.
Con partenza dalla sede di via Mentana un gruppo di non vedenti con i loro cani guida percorrerà le strade di Roma fino alla scuola primaria Regina Elena, in compagnia di alcuni bambini della scuola Pestalozzi. successivamente, presso la scuola Regina Elena avrà luogo un incontro con i bambini delle due scuole.
Vi invitiamo a partecipare il 16 ottobre alle ore 9.00 presso la sede dell’Uici provinciale in via Mentana 2b da dove partirà la passeggiata. L’iniziativa avrà termine intorno alle 12,30
Sport – Barcolana di Trieste
“Per la prima volta, alla Barcolana di Trieste ha partecipato un equipaggio composto da 4 non vedenti; Giuseppe, Romana di Trieste, Matteo di Ancona e Federico di Ferrara. Sono tutti quattro in grado di portare autonomamente una piccola imbarcazione a vela con l’assistenza esterna vocale fornita dall’istruttore che segue con un gommone a motore. Pertanto, sono stati scelti per formare questo equipaggio che quest’anno ha partecipato alla famosa regata nel Golfo di Trieste. L’equipaggio si è classificato al posto 1036 su 1280 barche arrivate.
Federico frequenta i corsi estivi di vela a Sistiana (Ts); l’istruttore di vela e Presidente dell’Associazione FairPlay è Durso Nordio”