Commissione NAL – Relazione dettagliata della riunione del 09 ottobre 2018

Il giorno 09 ottobre 2018, in presenza alla sede centrale dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti in Via Borgognona 38 a Roma, alle ore 11, si è riunita la Commissione Nazionale Nuove Attività Lavorative dell’UICI per trattare il seguente ordine del giorno:

1) riferimenti del coordinatore di Commissione;
2) stato dell’arte delle progettualità NAL;
3) ipotesi di progettualità future;

Presenti:
Dott. Valter Calò, coordinatore della Commissione NAL
Avv. Stefano Borella, referente Commissione NAL
Dott. Emanuele Ceccarelli, segretario Commissione NAL
Componenti di commissione
Avv. Gianluca Fava
Maurizio Albanese
Dott.ssa Paola Labarile
Dott. Marco Pronello
Dott.ssa Tamara Lo Vasco
Enzo Iafrancesco
Dott.ssa Alina Pulcini
Dott.ssa Eleonora Ballocchi
Assente Carmelo Dimartino

Calò chiedeva a Pronello di verbalizzare nei dettagli la seduta.

1) riferimenti del coordinatore di Commissione (relatore Valter Calò).
Il progetto del perito fonico, che abbiamo iniziato tutti insieme e che adesso Calò e Pronello stanno portando avanti affrontando tantissime problematiche, sta procedendo da parte del Sant’Alessio, con la collaborazione della nostra commissione, di UICI e di I.Ri.Fo.R..
Era stata costituita una commissione d’esame alla quale inizialmente non era stato invitato a partecipare nessun componente dell’Unione e dell’IRIFOR. Calò e Pronello hanno vibratamente sottolineato con il Sant’Alessio ritenendo giusto che ci fosse una nostra rappresentanza, sia per la progettualità che stiamo portando avanti, sia per gli stanziamenti fortemente voluti dallo stesso Calò per questo progetto, cioè 42.000 euro in tutto, comprensivi di borse di studio da 4000 euro e di un contributo di 10.000 euro riguardante la mobilità anche per chi viene da fuori regione Lazio. Quest’ultimo si rende necessario perché il corso è destinato a persone disoccupate che dovranno seguire un corso di circa cinque mesi, quindi dovranno soggiornare a Roma dal lunedì al venerdì e il sabato e la domenica torneranno a casa, visto che non c’è lezione.
Alla fine abbiamo ottenuto che ci sia un rappresentante IRIFOR in commissione, anche per garanzia di trasparenza. Si tratterà di vedere a che titolo interverrà il rappresentante UICI/IRIFOR. Aspetteremo che arrivi la soluzione, per poi comunicarla al Presidente Barbuto, che tiene molto a questo progetto, per gli sforzi della nostra commissione e per gli sviluppi lavorativi che questo dovrà avere.
Si parla, come sbocco naturale, della creazione di un soggetto avente personalità giuridica, come una cooperativa o quant’altro, per lavori di trascrizione degli atti o come periti dei tribunali, almeno all’inizio. Da questo punto di vista, Calò e il Vicepresidente Tortini si impegnano a fare in modo, presso il Ministero della Giustizia e i tribunali, che le contribuzioni aumentino, perché per i periti del giudice sono molto basse, mentre per i consulenti di parte, soprattutto della difesa, non si è vincolati alle vacazioni e quindi i professionisti possono chiedere tariffe più elevate. C’è un grosso lavoro da fare, perché è una professione in itinere, non regolamentata e soprattutto che non prevede al momento corsi e prerequisiti formativi.
C’era anche l’idea di usare la piattaforma Moodle dell’I.Ri.Fo.R. per fare il corso online, in fad o in streaming, ma alcuni docenti si sono opposti, perché non vogliono che alcuni materiali, per i loro contenuti particolari, siano messi online. Comunque il 23 e il 24 ottobre ci saranno gli esami d’ingresso per 15 partecipanti: abbiamo avuto 47 adesioni da tutta Italia e una settantina di persone interessate.
Il secondo punto è quello delle cooperative: stanno procedendo bene, ce n’è una che si sta costituendo a Treviso, ma nel frattempo c’è stato un cambio della guardia in Consiglio Comunale, quindi sotto elezioni si è rallentata la progettualità. Il 13 ottobre Calò avrà un appuntamento con il nuovo sindaco che ha letto il progetto ed è interessato a parlarne, ricominciando da zero.
Sul bando per l’imprenditorialità lanciato a giugno non erano arrivati progetti al momento della scadenza il 15 settembre, così come confermato anche da Ceccarelli, quindi i termini sono stati prorogati di un altro mese, come deciso in una riunione con Valter Calò e Stefano Tortini. Ci saranno un paio di progetti che probabilmente saranno presentati. Ci sono 190.000 euro, di cui sei borse da 20.000 euro e 20 da 2500: queste ultime possono bastare se uno volesse aprire una partita iva, comprarsi il computer o aprirsi un sito.
Il 15 ottobre scadrà il termine prorogato. Quelli di Treviso non riusciranno ad entrare per questione di tempi, altri erano progetti improponibili, comunque ci sarà poi una commissione giudicatrice di cui farà parte un membro della nostra commissione, uno della commissione lavoro, un membro istituzionale, qualcuno dell’I.Ri.Fo.R. e Calò aveva chiesto che ci fosse un giovane.
La novità è che Calò sta spingendo affinché all’interno di queste commissioni ci sia sempre un giovane, perché i giovani sono sempre un po’ abbandonati dalla sede centrale. Aveva chiesto che fosse estratto a sorte tra i giovani indicati dalle varie sezioni, ma questa proposta è stata bocciata. Adesso ha interessato il coordinatore del comitato giovani.
Iafrancesco obiettava che ci vorrebbe un minimo di competenza. Calò rispondeva che la competenza in questa fase non interessa: interessa che stiano lì ad osservare, poi cresceranno col tempo.
Albanese faceva notare come fosse necessario un cambio generale di mentalità perché il disabile visivo pretende ancora il posto fisso e la strada segnata dall’Unione per trovare lavoro. Bisogna far capire che non è più così e che bisogna darsi da fare senza aspettare che il lavoro piova dall’alto.
Valter Calò in molte occasioni in giro per l’Italia parla con i ragazzi e cerca di stimolarli, ma manca un organismo guida. Iafrancesco ed Albanese a questo proposito auspicavano che venisse stimolata la commissione giovani a collaborare con noi e va ricercata anche la collaborazione degli istituti per fare formazione. Gli stessi ragazzi possono proporci delle idee, però dobbiamo avere delle progettualità. È stata fatta una riunione in call conference circa un anno e mezzo fa, a cui hanno partecipato tra l’altro i coordinatori della commissione giovani e istruzione, assieme a Calò e Labarile, in cui si è pensato di stimolare i giovani ad entrare nel gruppo di facebook della commissione NAL. Per ora nessuno è entrato a farne parte, in ogni caso il gruppo ha più di 1000 iscritti. C’è anche da dire, come faceva notare Iafrancesco, che c’è poca collaborazione e poca voglia da parte dei giovani di farsi coinvolgere. Dev’essere coinvolta l’Unione e vanno coinvolti gli istituti che devono cambiare mentalità.
Il problema, come faceva notare Pronello, è addirittura a monte, cioè nelle famiglie e nell’educazione dei ragazzi fin da bambini, ai quali non viene insegnato molto spesso da parte delle famiglie a vivere come persone “normali”. Bisogna fare un lavoro con le famiglie, parlare ai ragazzi che frequentano gli istituti, farci conoscere come commissione, ma c’è bisogno del supporto dell’Unione perché è un grandissimo lavoro che non può essere tutto a carico nostro. Questi ragazzi, quando si parla loro delle cooperative sociali, vogliono essere assunti, in modo da potersi sedere sugli allori del posto fisso e, di fatto, non produrre; non pensano minimamente a mettersi in discussione.
Nell’Unione, proponeva Calò, dovrebbe esserci un organo consultivo per chi vuole aprire una partita iva e vuole mettere su una società. Il fatto è che non c’è la motivazione: esiste ancora la mentalità assistenzialista del posto fisso obbligatorio. Ci vuole una spinta propulsiva della Direzione Nazionale alla nostra azione. In questo mandato non sarà possibile, ma al prossimo congresso ci sarà un mandato preciso per la commissione NAL. In questa legislatura abbiamo un mandato esecutivo ed esplorativo, perché questa commissione è nata dopo il congresso per volere di Calò e di Barbuto, ma nella prossima la commissione NAL dovrà avere una linea d’azione precisa: dovrà organizzare i corsi, cercare in prima persona le professioni e le forze e sarà allora che verranno chieste sinergie, perché questo è il futuro. Iafrancesco diceva che il triangolo NAL, lavoro e giovani sarà il futuro, ancora di più dell’istruzione, perché se noi facciamo istruzione, ma poi i ragazzi rimangono lì seduti, la cosa non può funzionare. Bisogna essere pratici e questa è la via.
Calò ha parlato di questo con Stefano Tortini, auspicando la creazione di un comitato di coordinamento in cui siano dentro commissione NAL, lavoro, I.Ri.Fo.R. e giovani, per condividere e portare avanti le progettualità. Fava e Pronello dicevano che dovrebbe esserci anche un membro delle commissioni tecnologie e istruzione. Calò e Tortini hanno considerato questo punto: quando ci sarà bisogno di consulenze sulle tecnologie o sull’insegnamento si chiamerà qualcuno competente di queste commissioni: questo comitato non dovrà essere troppo allargato e non dovrà prevaricare le commissioni, ma dovrà semplicemente coordinare il lavoro di queste.
Per l’I.Ri.Fo.R. Calò pensava a Giangualano, poi per i giovani ci sarà il coordinatore o chi per lui, ma soprattutto, i giovani dovranno essere più attivi, perché se si organizza un corso per una professione e poi questa ai giovani non interessa, non ha senso e sono risorse sprecate.
Sarà un gruppo variabile, perché in base alle riunioni e a quello di cui si parla la composizione cambia e anche altre commissioni, come ad esempio la pluridisabilità, potranno intervenire e collaborare attivamente quando si parlerà di cose inerenti il loro campo.
Ovviamente si parla di giovani, ma i giovani sono il 25/30% dei circa 53.000 nostri iscritti e in generale dei disabili visivi, secondo i dati citati all’ultima riunione dei quadri dirigenti da Tortini e Barbuto. Quindi si dovrà pensare a come coinvolgere i giovani, perché sono veramente pochi i giovani coinvolti nell’associazione. È anche colpa della stessa Unione che, come notava Albanese, si occupa in maniera esponenziale delle pluridisabilità o di altre categorie, dimenticando i giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Si ritorna al discorso degli istituti che essi stessi vanno formati e devono cambiare mentalità. Calò ed Albanese hanno fatto un bel lavoro con l’istituto di Palermo che ha dichiarato la sua totale disponibilità a lavorare con noi.
Lo Vasco accennava anche all’alternanza scuola lavoro, chiedendosi se ci sono non vedenti che effettivamente riescono ad usufruirne in maniera valida, quanto le aziende siano disposte ad accoglierli e se la scuola sia pronta ad affrontare questa problematica.
Borella ribadiva che il fatto che UICI si occupi quasi solo del plurihandicap, sottende una mentalità assistenzialista che va cambiata, perché i ciechi e gli ipovedenti chiedono altro: chiedono inclusione, lavoro, progressione lavorativa e la tecnologia dà molta autonomia ai minorati visivi, fermo restando che il substrato culturale in cui vivono è ancora permeato di assistenzialismo ed iperprotezionismo da parte delle famiglie che non incoraggiano i ragazzi a vivere nel mondo autonomamente.
Pulcini sottolineava questo aspetto: se i ragazzi crescono insicuri e inadeguati al mondo è colpa delle famiglie. Noi possiamo prospettargli i lavori migliori del mondo, possiamo andare dalle aziende a dire che i ciechi possono fare tutto, ma se poi i ciechi non ci vanno perché è difficile arrivare sul posto di lavoro e li deve accompagnare la mamma o non vogliono fare altro se non il centralinista, tutto questo viene vanificato.
Lo Vasco chiedeva cosa fanno le sedi territoriali sul campo del lavoro e delle nuove attività lavorative. Calò rispondeva che noi in commissione siamo pochi, non possiamo sobbarcarci il compito di contattare tutti i soci e le loro famiglie. Questo dovrebbero farlo le sezioni, ma spesso c’è una comunicazione inefficace da parte della sede centrale verso le sedi sezionali, perché non basta fare un protocollo, bisogna poi agire in concreto, perché di protocolli e di comunicazioni ne vengono mandati tanti alle sedi e qualcuno si perde per strada. Infatti un problema grosso è quello della comunicazione interna: per i questionari c’è stata poca adesione da parte dei soci e ne abbiamo raccolti solo una sessantina, un po’ perché probabilmente i soci non erano interessati a partecipare, ma anche perché c’è stata una comunicazione difettosa tra la sede centrale e le sezioni. Alla nostra richiesta di diffusione dell’iniziativa, molte sezioni non hanno collaborato e non hanno informato i soci; in altri casi c’è anche stata diffidenza da parte dei soci contattati perché la richiesta non proveniva da un indirizzo e-mail istituzionale, ma dagli indirizzi privati dei membri della nostra commissione. È chiaro che questo non dava garanzie sull’autenticità della fonte da cui proveniva il questionario. Auspichiamo, ed è stato anche richiesto da Calò e da Pulcini, che la prossima volta per questi scopi si utilizzino indirizzi di posta elettronica riconducibili all’Unione.
Altra questione, conseguente a questa, sollevata da Lo Vasco, è che sarebbe importante collaborare tra varie associazioni di ciechi per andare a coinvolgere membri di altre associazioni o chi non fa parte di nessuna realtà associativa.
Fava diceva a questo proposito che c’è tanto l’abitudine a delegare per la risoluzione dei problemi: la base delega i vertici sezionali, senza che nessuno collabori veramente con gli altri. Poi a cascata, le sezioni territoriali delegano alla sede centrale, la sede centrale alle commissioni, ma le commissioni sono gelose ognuna del suo ambito e non collaborano tra loro. Poi l’Unione delega al legislatore per la normazione. Però le leggi prendono in considerazione solo una categoria di lavoratori: quelli dipendenti, con il rischio, che poi è quasi una certezza, se qualcuno decide di accorgersene, di avere profili di incostituzionalità. Questo sistema di deleghe produce norme monche, zoppe e di fatto inutili.
Borella diceva che il Ministero della Famiglia sta lavorando, nella persona del viceministro Zoccano, per la redazione di un codice delle disabilità che raccolga in un testo unico le norme esistenti e colmi i vuoti normativi. Tra questi vuoti sarebbe auspicabile, come diceva anche Lo Vasco, che si faccia chiarezza sulle norme della legge Stanca quanto al settore privato e alle norme sul cane guida che deve poter accedere a qualsiasi luogo, senza che ci debbano essere questioni interpretative giurisprudenziali a chiarire le controversie.
Pronello diceva che più che un problema giuridico è un problema culturale: il pluralismo di associazioni va benissimo, ma non si devono combattere tra di loro, visto che dovrebbero perseguire lo stesso obiettivo, quindi la questione giuridica e quella culturale dovrebbero essere affrontate in parallelo. I ciechi sono la categoria tra le persone disabili, più tutelata dalle leggi, questo va detto per onestà intellettuale, il nostro assegno di accompagnamento è una realtà solo Italiana e di pochi altre Nazioni in Europa, fa notare Calò, quindi Non si può dire che l’Unione non faccia niente, anzi fa e ha fatto molto.
Detto questo però, l’Unione deve smetterla di essere un circolo che organizza solo le gite, come dicevano Borella e Lo Vasco. In un convegno sul lavoro come quello cui ha partecipato Calò a Genova, che era gratis, c’erano sì e no venti persone, mentre se organizziamo la festa della mortadella vengono sessanta persone se si paga, se è gratis ne vengono duecento.
La realtà italiana, diceva Borella, è una realtà in cui le aziende che partono ex novo, per essere destinate ad avere successo, devono disporre già di capitali di rischio e di un team di persone che abbia delle competenze tali da potersi installare nella filiera produttiva, quindi i disabili visivi devono mettersi in testa che bisogna acquisire competenze, fare esperienze ed uscire dal guscio della famiglia. Ballocchi citava il suo esempio per dire che se un’azienda ha bisogno di competenze specifiche, le cerca indipendentemente dalla disabilità. L’azienda dove lavora lei aveva bisogno di un laureato in economia che sapesse tre lingue e l’ha assunta nel suo organico. Certo, siamo tutti d’accordo che oltre ad essere capaci ci vuole anche la fortuna di trovare l’azienda che ci crede.
Altro problema è che anche laddove ci sono le competenze, poi i softwares e le piattaforme aziendali non sono accessibili, ma se un’azienda ci crede può risolvere anche questo aspetto.
Lo Vasco diceva che d’altro canto l’Unione non è un sindacato e quindi non avrebbe titolo di entrare nelle controversie tra dipendenti, ancorché ciechi, e datori di lavoro. Calò affermava che in effetti questo l’Unione lo ha fatto, pur non essendo un sindacato, ed Emanuele Ceccarelli si è esposto più di una volta in questo senso.
Pulcini chiedeva se si fosse evoluta l’idea sollevata in direzione nazionale di contattare le associazioni imprenditoriali come Confcommercio e quant’altro. Calò non ne sapeva niente, ma quelli che ha contattato lui si sono ritirati grazie alla cattiva organizzazione che hanno visto all’interno di UICI e lui ha fatto anche brutte figure perché ci ha messo la faccia.
È piaciuto molto l’articolo di Calò uscito sulle riviste associative, che mira a dimostrare che l’assunzione di un disabile visivo conviene anche economicamente alle aziende, infatti si è parlato di divulgarlo presso le associazioni di categoria, ma il coordinatore NAL ritiene che per divulgarlo fuori va fatto un adeguato battage pubblicitario e va circostanziato con contenuti più appropriati.
Calò ha parlato col presidente di Confcooperative di Reggio Emilia che era molto interessato a costituire una cooperativa di non vedenti. Ha contattato quasi tutte le sezioni emiliane, una in Lombardia e una Veneta, circa un milione di abitanti e 5/10.000 disabili visivi e sono arrivate zero risposte. Allora la questione è: proponiamo prospettive noi e cerchiamo adesioni, o aspettiamo che vengano gli interessati a chiederci? Bisogna trovare l’equilibrio giusto: non dobbiamo buttare degli incapaci nel mondo del lavoro, anche perché chi vuole fare l’imprenditore, cieco o non cieco, lo fa senza bisogno dell’Unione, o quantomeno ci prova seriamente. Quindi bisogna formare ed informare sulle iniziative, per perseguire questa strada. Albanese ha fatto un buon lavoro per il convegno di Palermo, organizzato dalla locale sezione UICI, a cui hanno partecipato onorevoli, realtà economiche e molti giovani, Pronello ne organizzerà uno a Torino e questa è la strada. C’è anche da dire che l’impianto legislativo italiano non incoraggia una partecipazione attiva dei ciechi: soprattutto la legge 113/85 è una spinta all’assistenzialismo ad oltranza, secondo Pronello andrebbe abrogata in toto. In primavera del prossimo anno verrà fatto un congresso dedicato esclusivamente al lavoro, con grandi, piccole e medie aziende, in modo da far vedere le capacità dei disabili visivi. È un progetto nato nell’ultima riunione della Commissione lavoro alla quale ha partecipato anche Calò, è stato proposto di organizzarlo entro fine anno, ma i tempi sono ristretti e bisogna strutturarlo bene, non come alcuni workshop come quello recente a Genova che è stato organizzato male, all’ultimo momento, con poco pubblico e soprattutto con molte aziende che sarebbero state interessate a partecipare e non hanno potuto perché non sono state avvisate in tempo.
Questo convegno è ancora tutto da sviluppare: c’è già il titolo, adesso ci sarà da lavorare. La cosa importante è che un nostro progetto vada avanti, secondo Calò non è fondamentale che noi come commissione compariamo, basta che si portino avanti le progettualità. Pronello ed Albanese invece concordavano sul fatto che, dopo tutto il lavoro e gli sforzi che profondiamo, è importante che il campo sia nostro non per apparire e farsi vedere in prima linea, ma semplicemente per metterci la faccia ed avere un riconoscimento.
Albanese chiedeva se non fosse il caso di presentare un nostro documento. Calò rispondeva che, più che un documento, sarebbe indispensabile avere uno spazio nostro in cui presentare le nostre progettualità, valutando anche come sarà composto il pubblico degli interlocutori, cioè se ci saranno più aziende private o essenzialmente enti pubblici.
Lo Vasco faceva notare come un’azienda in un convegno promosso da una commissione potrebbe non essere interessata a partecipare, mentre se il convegno è organizzato da UICI sì, perché non sarebbe facile spiegare che la commissione NAL fa parte di UICI. Pronello ed Albanese chiarivano che è evidente che il convegno dev’essere organizzato da UICI, ma che la nostra commissione, anche magari con la commissione lavoro, come suggeriva Iafrancesco, deve avere in quest’ottica un ruolo di primo piano.
Calò garantiva che farà di tutto perché noi abbiamo una presenza evidente, anche perché a Tirrenia alla riunione dei quadri dirigenti il vicepresidente Stefano Tortini ha parlato di quello che UICI ha conseguito nell’ambito del lavoro, visto che questo è l’anno del lavoro, citando di fatto anche l’operato della nostra commissione, senza però darle il giusto merito. È per questo che Calò ha detto che l’importante non è comparire, ma che vengano portate avanti le progettualità concrete.
Calò, inoltre, ha avuto anche un invito da parte della direzione generale di Unicredit a partecipare ad un convegno a fine ottobre, in cui parleranno di come fare a massimizzare le risorse disabili che hanno in azienda. Unicredit, come altre aziende, ha sviluppato delle progettualità per convertire il lavoro del centralinista in altre mansioni per persone che per esempio hanno competenze nelle lingue o nell’informatica, e farle lavorare in uffici come il back office. Lo stesso Calò conosce una persona che in una grossa azienda da centralinista è passata poi attraverso vari step ad essere dirigente e ad avere sotto di sé una trentina di collaboratori.
Albanese riferiva di un progetto a Palermo con l’INPS, in cui sono stati formati alcuni ragazzi che erano al centralino a dare informazioni e a prendere gli appuntamenti presso il funzionario competente per risolvere le pratiche. Per contro, come si è già detto, Pulcini riferiva di casi in cui il dirigente della struttura era disponibilissimo a riqualificare dei centralinisti e questi si sono rifiutati. Quindi bisogna tener presenti entrambi i lati della medaglia.
Altro punto dolente è quello della formazione: Calò ne ha parlato anche con Stefano Tortini e Massimo vita, bisogna smetterla di fare corsi fini a sé stessi e l’I.Ri.Fo.R. deve cercare di fare corsi più mirati e legati alla realtà di fatto. Il corso per mediatore civile e commerciale che era stato fatto nel 2013 era molto interessante, ma è stato lettera morta anche grazie ad una legislazione che non favorisce lo sviluppo della mediazione in Italia.
Borella rilanciava il progetto conoscitivo su quanti sono i dirigenti disabili nelle Pubbliche Amministrazioni. Pronello ha cercato di contattare il sindaco di Cuneo, ma ancora non ha ricevuto risposta. Pulcini si è informata e nella Regione Marche non dovrebbero essercene, così come in Friuli Venezia Giulia. Albanese si informerà presso l’INPS di Palermo. Pronello proponeva di allargare l’ambito di indagine anche alle grandi aziende private. Borella ha parlato con un assessore della sua Regione che gli ha detto che in effetti bisognerebbe fare quello che già stiamo facendo, cioè porre normativamente delle riserve obbligatorie per i dirigenti disabili.
Il problema di fondo è che il disabile in generale, non solo il non vedente, è considerato come una persona non degna di assurgere a certe posizioni. Il progetto del perito fonico in questo contesto può servire a dare ai disabili visivi una certa credibilità. Altra cosa importante a livello politico è che, come diceva Calò, sarebbe importante che più disabili possibili riuscissero ad arrivare nelle posizioni che contano nelle istituzioni.
Nascono tante domande: Pulcini si chiedeva quanti ciechi sarebbero disposti o capaci a fare i dirigenti. Fava si chiedeva perché le Pubbliche Amministrazioni non si avvalgono delle prestazioni di consulenti esterni disabili, pur essendocene di competenti. Pronello e Calò si chiedevano perché la stessa Unione non si avvale di avvocati disabili visivi o non assuma dipendenti disabili visivi. Alcune sezioni territoriali hanno già qualche dipendente disabile visivo, tra cui Bolzano e Palermo. In altri contesti c’è ancora ritrosia.
In conclusione, abbiamo molta carne al fuoco: non tutto riguarda strettamente la commissione NAL, ma ci può riguardare in stretta sinergia con altre commissioni e con gli organi direttivi dell’Unione, perché, ribadiva Calò, bisogna smetterla di dire che l’Unione non fa niente, dato che nel corso della sua vita ha ottenuto grandi traguardi, ma bisogna continuare a crescere e migliorare la collaborazione per ottimizzare gli obiettivi.

2) Stato dell’arte delle progettualità NAL.
L’opuscolo sui questionari è praticamente completo. Ci saranno ancora da aggiungere un paio di interviste redatte da Calò e bisogna pensare ad un titolo accattivante e ad una veste grafica adatta ad una diffusione esterna, cioè presso i centri per l’impiego, le scuole, le aziende, gli enti pubblici, i sindacati e le università.
Il titolo provvisorio è “c’è chi fa carriera”; Fava proponeva di aggiungere “ma non si vede”.
I fondi per la stampa dell’opuscolo dovrebbero esserci, perché è una delle nostre attività approvate dalla direzione nazionale, quando sarà completato verrà presentato ad Eugenio Saltarel, a Stefano Tortini e a Mario Barbuto che poi dovranno approvare la conclusione del progetto.
Le sue finalità si sono un po’ ridimensionate nel corso del tempo, perché lo scopo all’inizio era quello di fare una banca dati di tutte le professioni alternative e di chi le svolgeva, in modo che chi fosse interessato ad una professione potesse consultarla e contattare chi già la svolgeva. Poi, per i problemi di comunicazione già citati, si è molto ridimensionato il progetto e ci siamo limitati a citare i dati dei sessanta questionari raccolti per dare all’esterno una testimonianza di quello che un disabile visivo può fare e anche per cercare di migliorare l’immagine del non vedente.
Fava proponeva di inserire i nomi e i cognomi di chi ha partecipato ai questionari, ovviamente previo loro consenso ai sensi delle norme sulla privacy. Si proponeva di contattarli e di chiedere il loro consenso a comparire nell’opuscolo, in alternativa si renderà noto che i dati di queste persone sono a disposizione dell’Unione per chi fosse interessato.
A latere del progetto, Lo Vasco e Fava proponevano di fare una serie di piccoli videoclip in cui chi vuole della commissione NAL si presenta brevemente e parla delle sue esperienze lavorative. A questo scopo si potrebbe approntare un canale YouTube.
Lo Vasco proponeva di aggiungere a questo opuscolo una parte sul lavoro autonomo. Si conveniva insieme che, essendo già lungo ed essendo questo rivolto alle aziende e agli enti pubblici, questa fosse un’ottima idea, ma da trattare in un opuscolo ad hoc.
Ballocchi passa a relazionare l’abbozzo sui due lavori di traduzione ed interpretariato e di giornalista. I gruppi sono composti da Ballocchi, Lo Vasco e Pronello per entrambi i progetti, Fava per il progetto sui giornalisti ed Iafrancesco che si riserverà di scegliere uno dei due gruppi.
Le professioni di traduzione ed interpretariato non sono regolate da normative precise, quindi è un po’ una giungla perché ognuno può fare più o meno come gli pare, ma il vantaggio è che ci sono più spazi di azione per noi. Si intende per interpretariato la traduzione da una lingua all’altra in verbale, mentre la traduzione propriamente detta è scritta. Un’attività collaterale è la fornitura di lezioni di lingua e lo svolgimento naturale del progetto è andare a vedere come le persone minorate della vista possono svolgere queste attività.
Se l’attività di traduzione è per iscritto e quindi è accessibile, l’attività di interpretariato può avere qualche problema in più, perché ci sono elementi non verbali, quindi la gestualità del corpo, da considerare. Bisogna capire qual è la platea a cui ci si rivolge. Ci sono varie persone che svolgono queste attività, ma per conoscere un numero esatto ci si potrebbe rivolgere alle scuole di interpretariato, col rischio che non ci possano dare questi dati per ragioni di privacy. Chiederlo all’Unione, visto come sono andati i questionari, sembra difficile.
Lo sviluppo successivo potrebbe essere la creazione di una cooperativa o comunque una realtà imprenditoriale che garantisca un’ottima qualità dei servizi resi. Questo implica una serie di analisi preliminari come analisi di mercato, dei tariffari ecc., e questo si può fare anche contattando l’Associazione Nazionale Traduttori e Interpreti. I tariffari sono abbastanza liberi, non ci sono regole certe e si trova di tutto.
Per l’attività collaterale di insegnamento delle lingue, si possono fare lezioni in presenza o anche online, sfruttando piattaforme che possono essere gestibili o programmi come Skype. Anche qui, si tratta di un’attività poco regolamentata, quindi bisogna vedere come si può entrare in questi meccanismi e cercare di dare un servizio di alta qualità.
Il problema infatti è la qualità: Calò ha avviato alcuni ragazzi a fare lezioni di lingua online, senza garantire sulla qualità del loro lavoro, e infatti l’esito è stato disastroso. C’erano altri ragazzi interessati a fondare una cooperativa di traduzioni, ma poi sono spariti e non hanno neanche redatto uno statuto e un regolamento.
Per contro, ci sono non vedenti che fanno già questo lavoro di traduzione da anni e sono specializzati in settori un po’ di nicchia: ad esempio una ragazza è specializzata in traduzione di bugiardini farmaceutici e lo fa per le più grandi case farmaceutiche. Quindi l’idea è buona, c’è margine e Valter Calò chiedeva ai componenti del sottogruppo quali potrebbero essere gli sviluppi di questo progetto.
Lo Vasco e Ballocchi rispondevano che innanzi tutto bisogna vedere se c’è gente disponibile, quindi bisogna fare un’analisi di mercato e di fattibilità, conoscendo anche i costi. Qui non si tratta di fare corsi di avviamento come per il perito fonico, perché ci vuole una conoscenza pregressa già costruita che è quella delle lingue, mentre per il perito fonico bisogna costruire tutto dalla base. È importante che gli interessati sviluppino competenze per tradurre testi specialistici, perché non basta sapere le lingue, ma bisogna conoscere anche i linguaggi tecnici cui ci si va ad approcciare e soprattutto ci vuole la giusta motivazione e la giusta voglia.
Calò conosce un interprete di sala italiano al Parlamento Europeo che non può svolgere il lavoro in piena autonomia, ha bisogno di qualcuno che lo assista, perché le strumentazioni non sono pienamente accessibili. Detto questo, bisogna dare dei punti che gli interessati dovranno sviluppare, quindi ad esempio ognuno sceglierà un suo ambito di specializzazione, e poi se vorranno aprire ditte individuali, società o cooperative potremmo esserci noi a supportarli.
A questo proposito, Ballocchi ritiene che un corso interessante che l’I.Ri.Fo.R. potrebbe fare sarebbe un corso di autoimprenditorialità, perché i ragazzi spesso non sanno da che parte iniziare. Calò diceva che qui il problema non è tanto su come aprire una partita iva, ma è su come gestire le conflittualità nel gruppo e come fare squadra, è su questo, ad esempio che verteranno i corsi di autoimprenditorialità che lui stesso terrà a Palermo e al Sant’Alessio.
Sulla professione di giornalista, la strada è tracciata, quindi il problema è semplicemente sfoltire la trafila che si vuole fare. Ci sono varie strade: quella dei giornalisti freelance, dei pubblicisti sul web, ma chi vuole fare il giornalista riconosciuto, iscritto all’albo, deve seguire una trafila e bisognerà cercare di stilare gli step di azione, come ci si potrà formare, dove sono le scuole e quant’altro, per dare la possibilità di scegliere. Anche il pubblicista è iscritto all’ordine dei giornalisti, ma in un elenco separato.
Quindi la tabella di marcia prevederà la pubblicazione dei progetti e la pubblicità sia per mezzo della stampa associativa, sia per mezzo del comitato di coordinamento che si auspica che nascerà. I tempi potrebbero essere per i primi del 2019, completando a fine gennaio un progetto e poi a fine febbraio o metà marzo l’altro.
Iafrancesco segue il progetto del tecnico del suono. Aveva parlato con un tecnico di Roma che inizialmente glielo ha sconsigliato, poi però ha conosciuto dei ragazzi in puglia che gestiscono una web radio con un discreto successo. Valter Calò chiederà a Salvatore Romano di dare un mandato conoscitivo ad Enzo Iafrancesco, che si recherà sul posto a fare un’analisi commerciale, costi benefici, dividendi ecc. Quello che si sa è che hanno avuto dei fondi regionali per le prime attrezzature e per il momento stanno vivendo con sovvenzionamenti spontanei.
Iafrancesco è disponibile a recarsi sul posto non prima di dicembre. Manderà una e-mail a Valter Calò, con il progetto in sintesi e questi la girerà a Salvatore Romano per l’approvazione.
Albanese continua a seguire il progetto dell’accordatore di pianoforte. Il presidente dell’Istituto dei Ciechi di Palermo è fortemente interessato ad aprire una scuola di accordatura e tenere un corso permanente, cioè che ogni anno si reitera. Ci sono sei ragazze diplomate al conservatorio che sono fortemente motivate ad apprendere questa professione. Maurizio Albanese aveva trovato un accordatore che avrebbe insegnato volentieri in questo corso, ma poi probabilmente quando ha capito che queste ragazze avrebbero potuto prendergli una bella fetta di mercato si è defilato, con la scusa che ormai la gente non compra più i pianoforti classici, ma quelli elettronici. La realtà è invece che le scuole, i teatri, i conservatori e i centri culturali hanno ancora i pianoforti, quindi ci potrebbe essere margine per un progetto a livello nazionale.
Adesso Albanese è in trattativa con un altro docente, sostenuto dal presidente della sezione di Palermo e dal presidente dell’Istituto. Valter Calò gli garantisce il sostegno suo e di tutta la commissione per il proseguo.

3) Ipotesi di progettualità future.
Fava presentava la sua idea di istituire un master sulle disabilità. Si tratterebbe di un master, che sarebbe preferibilmente di secondo livello, cioè per laureati, sulle tematiche della disabilità, in cui potrebbero essere coinvolte come docenti persone con disabilità e soprattutto, per quello che ci compete, con disabilità visiva. Quindi sarebbe un progetto da portare avanti in sinergia con la commissione lavoro e la commissione istruzione e quello che compete alla commissione NAL sarebbe che l’attività di docente in un master sulle disabilità potrebbe essere una nuova attività lavorativa.
Potrebbe essere anche svolto online e a questo proposito Fava conosce il rettore di Pegaso, con cui potrebbe prendere contatto. Con Pegaso UICI ha appena stipulato una convenzione, che è vero che è tematica, ma comunque si è aperta una porta di dialogo con questa università e quindi la si può sfruttare per un altro progetto come il master, che potrebbe essere finanziato o cofinanziato da I.Ri.Fo.R..
Iafrancesco obiettava che docenti universitari disabili esistono già e alcuni lavorano in progetti simili a questo, come il corso di tiflodidattica organizzato da Marco Condidorio in Molise.
Fava diceva che quello non era un master, perché un master è interdisciplinare e invece quello verteva solo sulla tiflologia. Iafrancesco diceva che anche quel corso era per laureati e lo avevano chiamato master.
Pronello diceva che il corso di tiflodidattica ha un carattere più specifico sulla disabilità visiva, rispetto al master che propone Fava, che è più ad ampio raggio e si pone come finalità, precisa Fava, la formazione di persone che abbiano a che fare con soggetti con disabilità in vari ambiti; per esempio, se formiamo persone in ambito turistico, avranno le competenze sull’accoglienza delle persone disabili, ecc.
Calò ha preso informazioni e ha fatto indagini di mercato: ha parlato con Marco Condidorio che gli ha detto che master di questo tipo ce ne sono tanti, a seconda degli obiettivi e delle finalità che ognuno di questi si pone. Disabilità è un concetto molto ampio e il corso di tiflodidattica è solo uno di quelli che già esistono.
Marco Condidorio, quando ha iniziato a pensare a questo corso, ha fatto tutto un progetto sulle finalità, sui programmi da seguire, ha indicato i possibili docenti, ha trovato 25.000 euro dall’I.Ri.Fo.R. e probabilmente altri finanziamenti, ha presentato il tutto al Consiglio di Facoltà che ha preso il progetto, lo ha cambiato tutto e ha scelto altri docenti, non quelli indicati da Condidorio. È stato un lavoro di anni, non di pochi mesi.
Comunque Calò proponeva al gruppo che si formerà su questo progetto di fare al più presto una call conference con Condidorio per sentire eventuali suggerimenti e anche se Condidorio dirà che è un’idea già percorsa da altri e quindi non fattibile, Calò invita Gianluca Fava e il suo gruppo ad andare comunque avanti, perché, come dice lo stesso Fava, va bene sbattere la testa, ma bisogna sbatterla dopo averci creduto e provato.
Pronello avverte che bisogna fare attenzione a distinguere questo master dal corso per disability manager, perché anche quest’ultimo è ad ampio raggio e sulle disabilità in generale e quindi questo progetto rischia di sovrapporsi al disability manager, più che al corso sulla tiflodidattica.
Valter Calò diceva che è meglio non percorrere la strada di Pegaso, perché c’è già una convenzione tematica, con stanziamenti di denaro, o perlomeno prima di tentare questa strada bisogna parlarne con la direzione nazionale e percorrerla con l’intercessione dei vertici dell’Unione.
Si forma il sottogruppo con Pronello, Lo Vasco, Pulcini, Borella, Ballocchi e Fava come coordinatore.
I lavori si chiudono alle ore 16.00.

Il componente la Commissione NAL verbalizzante
Dott. Marco Pronello

Catania – Una mattina culturale al Polo Tattile Multimediale di Catania, di Anna Buccheri

Sabato 3 novembre 2018 alle 9.30 un gruppo di circa 40 soci, costituito da persone di ogni età, alcune delle quali partecipavano per la prima volta ad una iniziativa organizzata dall’UICI, si è ritrovato nei locali del Polo Tattile Multimediale di Catania che ha sede in un bel palazzo del salotto buono catanese, la centrale via Etnea.
Il Polo Tattile Multimediale di Catania comprende il Museo Tattile Borges, lo Showroom, il giardino sensoriale e il bar al buio, ed è parte della Stamperia Regionale Braille di Catania.
La mattinata ha previsto una visita guidata del Museo, del giardino sensoriale e dello Showroom a cura del personale del Polo. I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppetti da 20 ciascuno.
L’incontro è stato allietato da un piccolo rinfresco e dalla performance canora della cantante Sara Ricca che ha proposto diversi brani famosi tra cui O sole mio e Un amore così grande.
È stato così possibile ammirare i plastici di famosi monumenti (cittadini, regionali, nazionali e internazionali) e di statue (sia a grandezza naturale che busti) e avere un approccio tattile all’arte pittorica. L’esperienza del giardino sensoriale è stata anch’essa una sorpresa perché consente un’immersione totale che coinvolge globalmente il visitatore. Infine attraverso la visita dello Showroom sono state fornite informazioni sui tanti ausili disponibili per l’autonomia personale nei diversi ambiti della vita quotidiana e professionale.
La visita ha suscitato interesse ed entusiasmo. Molti partecipanti infatti hanno espresso il desiderio e la volontà di ritornare per poter dedicare più tempo specialmente all’esposizione museale.
La mattinata è stata organizzata grazie alla collaborazione e al lavoro congiunto della Sezione Territoriale dell’UICI di Catania (la cui Presidente, prof.ssa Rita Puglisi, era presente), in particolare della Commissione terza età con la Coordinatrice Sig.ra Carmen Romeo, e del Polo Tattile Multimediale di Catania che ha ospitato l’evento e messo a disposizione il personale.

Anche Agli Asini Piace Giallo: Un nuovo cammino accessibile per ipo + non + normo vedenti

Nel maggio 2016 NoisyVision ha promosso un cammino lungo la Via degli Dei, per non vedenti e ipovedenti, Anche Agli Dei Piace Giallo.
L’evento è stato uno strepitoso successo, grazie all´aiuto dei volotnari del CAI Bologna Est, sezione Mario Fantini e al supporto di molte persone e istituzioni dei luoghi attraversati, tra cui le amministrazioni comunali.
Successo anche dal punto di vista della sensibilizzazione sul tema dell´accessibilità e mobilità per gli ipovedenti, parole chiave della campagna #YellowTheWorld, iniziata da NoisyVision nel 2014.
Con il supporto di Appennino Slow, l´iniziativa è diventata un format ripetibile, con il nome In Montagna Siamo Tutti Uguali, che nel 2019 sarà ripetuta a Maggio e November.
Vi invitiamo a tenere d´occhio il sito di Appennino Slow e di NoisyVision per sapere quando saranno aperte le iscrizioni.
Siamo a scrivervi per annunciare un nuovo evento, che vuole riprendere la scia di queste iniziative, visto che ha preso forma proprio da sinergie nate durante il cammino.
In questa occasione collaboreremo con Nino Guidi, camminatore, Guida Alpina Escursionistica, fondatore dell´associazione Montagne di Legami, che offre, tra le tante iniziative, trekking con asini.
Eccoci qui, pronti, per colorare di giallo, ovvero rendere accessibile un nuovo cammino. Vogliamo provare questa esperienza con gli asini, perché se agli Dei piace Giallo, siamo certi che

ANCHE AGLI ASINI PIACE GIALLO
70 chilometri in 4 giorni lungo la Via di transumanza con gli asini,
dalla campagna pisana, attraverso le colline, fino al mare.

Un viaggio a piedi, accessibile e inclusivo
per non | ipo | normo vedenti.
Dal 28 al 31 Marzo 2019.

Di seguito il programma:
1° giorno
La campagna pisana e le prime colline
7h, 22km (+100 mt)
L’itinerario inizia dalla Asineria “Il paese dei Balocchi” e si sviluppa per i primi chilometri in una valle pianeggiante caratterizzata da casali e fattorie. Coltivi e filari di pioppi lasciano, dopo, il posto ai boschi di leccio e, con lievi saliscendi, si arriva sul poggio da cui domina il borgo caratteristico di Lorenzana (Pisa). I tempi di percorrenza sono sempre indicati escluso le soste e sono calcolati sul passo di camminatore medio oltre alla priorità che l’asino si riserva nel dettare la velocità di marcia.
La sistemazione nel borgo è realizzata attraverso un sistema di albergo diffuso in residenze situate nel centro storico dove potrete incontrare gli abitanti e stabilire relazioni per approfondire la conoscenza del territorio. La cena e la colazione sono servite in struttura caratteristica dove si possono consumare pietanze tipiche toscane preparate con ingredienti scelti in modo accurato a cominciare dal pane prodotto con farine di grani antichi. A metà della prima tappa è prevista la visita alla più antica fattoria medicea ancora esistente e attiva dove si consumerà la degustazione dei loro prodotti (vini, salumi e formaggi) e questa sosta coinciderà con la pausa pranzo.

2° giorno
Panorami superlativi e non solo.
6 h, 18 km (+ 130 mt)
Da Lorenzana a Orciano Pisano, una tappa superlativa con panorami da cartolina, visita a fattorie storiche e arrivo in agriturismo di qualità che curerà la sistemazione in camera al pari della ristorazione gestita e organizzata con prodotti propri o di realtà locali. Un suggestivo soggiorno in un luogo incantato dove sembra il tempo si sia fermato. Lo sarà per noi che potremo godere del ritmo lento del viaggio e dei silenzi dell’agriturismo che ci ospita ai margini di un caratteristico borgo..

3° giorno
In silenzio ad osservare gli uccelli in riva al lago!
6h, 18 km (+150 mt. – 150 mt.)
Altra splendida tappa con altre incredibili visuali sulle colline e il mare oltre alla visita di un sito di particolare pregio naturalistico quale l’Oasi Lipu del Lago di Santa Luce e il borgo caratteristico e ricco di storia di Rosignano Marittimo dove soggiorneremo prima di raggiungere il mar Tirreno.

4° giorno
Alla fine il Mare!!
3h, 9km ( -140 mt.)
Dal borgo di Rosignano Marittimo si scende per boschi e coltivi per arrivare sul mare dove potremo rilassarci per alcune ore e tentare… il primo bagno di stagione!

Note: Si consiglia di arrivare la sera prima alloggiando presso B&B nelle vicinanze di Marciana di Cascina oppure presso l’asineria “Il paese dei balocchi” con contributo a donativo (sistemazione spartana nelle tende messe a disposizione dall’associazione o in struttura vicina, necessario saccopelo materassino e asciugamano) dove sarete svegliati dal raglio delle vostre prossime compagne di viaggio, Pippa e Lulù.
Il viaggio inizia a Marciana di Cascina (PI) ore 08.30 (puntuali) e finisce a Rosignano Solvay ore 15 circa. dove si trova anche la stazione FS linea tirrenica Roma-Genova con diramazione a Pisa per Firenze.

Al seguente link è possibile scaricare il programma completo e i dettagli organizzativi:
Programma_completo_ANCHE_AGLI_ASINI_PIACE_GIALLO

Per iscrizioni scaricare il modulo al link che segue, da inviare agli indirizzi email delle associazioni presenti nel modulo stesso:
Richiesta iscrizione_ANCHE AGLI ASINI PIACE GIALLO

Ecco il link con tutte le informazioni, all’interno del quale c’è un simpatico video promozionale.

Anche Agli Asini Piace Giallo – Un nuovo cammino accessibile

#IOSIAMO: va in scena l’unico spettacolo di teatro dedicato ai volontari

A Crema (8 novembre, Teatro San Domenico), va in scena l’unico spettacolo di teatro dedicato ai volontari.
Tiziana Di Masi racconta e interpreta le storie di chi sta cambiando l’Italia Perché l’amore non è mai inutile

Giovedì 8 novembre, ore 20.45, Crema, Teatro San Domenico, ingresso libero

“In un mondo che si è sintonizzato sull’odio e sull’invidia sociale, è ora di cambiare canale. Mettiamo il nostro ‘like’ reale ai volontari, a chi crea valore e non lo distrugge. Perché i veri rivoluzionari di questo Paese sono coloro che agiscono per il bene comune e per il prossimo, superando l’IO per il NOI. L’amore non è mai inutile”.
Tiziana Di Masi

#IOSIAMO, primo spettacolo di teatro dedicato al volontariato e alle storie dei volontari, va in scena a Crema per una replica davvero speciale, organizzata a cura di Coop Lombardia al teatro San Domenico (giovedì 8 novembre 2018, inizio alle ore 20.45, ingresso libero).
Il nuovo lavoro di Tiziana Di Masi ha debuttato ufficialmente il 12 ottobre a Matera, in occasione degli stati generali del volontariato italiano, dopo alcune anteprime di perfezionamento in tutt’Italia e dopo lo straordinario prologo dell’1 ottobre 2017 nella basilica di San Petronio a Bologna per la visita pastorale di Papa Francesco.
Come ormai da tradizione, anche nella data di Crema #IOSIAMO si concluderà con una storia dedicata a un volontario e al volontariato della città dove viene rappresentato, nella fattispecie con la storia dell’impegno sociale antimafia che ha portato alla costituzione del presidio locale di Libera-Associazioni, nomi e numeri contro le mafie. La scelta di Tiziana Di Masi punta a trasmettere in ogni rappresentazione il valore autentico della cittadinanza attiva e dell’impegno. La storia “a km zero” è il valore aggiunto dello spettacolo, una storia ogni volta diversa per coinvolgere il territorio e motivare gli spettatori a impegnarsi, aderendo a realtà che operano nel loro stesso quartiere o paese e delle quali, probabilmente, non erano a conoscenza. Perché uno degli obiettivi di #IOSIAMO è diffondere attivamente la cultura del volontariato attraverso il teatro.
Raccogliendo da nord a sud le testimonianze dei volontari impegnati su vari fronti, dalla lotta alla povertà alla tutela dei più deboli e della diversità, fino alla difesa dell’ambiente, Tiziana Di Masi racconta l’unica svolta possibile per creare un vero valore, superando la logica dell’autoaffermazione per dare qualcosa agli altri. Sono gesti essenziali per la società, ma anche per coloro che li compiono. “Perché – sostiene Tiziana Di Masi – soltanto attraverso la svolta dall’IO al NOI si può comprendere il vero senso della vita e superare l’infelicità per tentare di arrivare a una realizzazione personale attraverso il bene”.
#IOSIAMO è uno spettacolo co-prodotto da Teatro Nuovo – Teatro Stabile di Verona, in collaborazione con la vicentina Associazione Culturale Cikale Operose, con il patrocinio nazionale di CSVnet, l’associazione dei Centri di servizio per il volontariato, di Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e di Avviso Pubblico (Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie). I media partners di #IOSIAMO sono le maggiori voci del sociale in Italia: Redattore Sociale, Vita, Volontariato Oggi.
Diretta da Paolo Valerio (direttore artistico del Teatro Nuovo) e Mirko Segalina, con le scene e i video ideati da Antonio Panzuto, Tiziana Di Masi porta in scena storie come quella di Norina Ventre, “Mamma Africa”, che dà da mangiare agli immigrati esattamente come trent’anni fa sfamava i braccianti calabresi. Come quelle degli attivisti della “Terra dei fuochi”, mamme che hanno perso i figli divorati dal cancro e ora sostengono altre mamme, nella loro stessa situazione. Come quella di Mario, emiliano, che aiutando i disabili ha fatto del bene ad altri e soprattutto a se stesso, superando la depressione che lo aveva colpito. Come quella di Alessio, che fa il clown nelle corsie di ospedale in Toscana per regalare un sorriso a chi non ne avrebbe motivo. Come quelle dei tanti, perché sono ben 5,5 milioni i volontari in Italia, che superano con gesti concreti e quotidiani ogni distinzione di sesso, razza, religione facendo del bene per gli altri, per tutti noi.

PRODUZIONE:
WWW.TEATRONUOVOVERONA.IT

INFO:
WWW.TIZIANADIMASI.IT
WWW.CIKALEOPEROSE.IT

UFFICIO STAMPA:
mafieinpentola@gmail.com
338-2712616

Risultati finali della XVI edizione del Torneo di scopone scientifico

È stata la coppia campana, composta da Giovanni Trancucci e Vincenzo Travaglione, ad aggiudicarsi con 29 punti, la XVI edizione del torneo di Scopone scientifico, superando di sole due lunghezze la coppia pugliese composta da Antonio e Giuseppe Pinto. Terza classificata la Lombardia rappresentata da Danilo Vanoni e Maurizio Viganò. Alla fase conclusiva hanno partecipato quattordici delle quindici coppie previste, giunte alle finali dopo le qualificazioni, che si sono svolte a livello sezionale e regionale.
Le coppie finaliste si sono sfidate in un girone unico all’italiana semplice, affrontando tutte le altre, in un’unica partita, senza rivincita.
Al termine di ciascun incontro sono stati assegnati tre punti alla coppia vincente, zero punti alla perdente ed un punto a ciascuna, in caso di pareggio. Sulla regolarità della competizione, hanno vigilato il giudice unico Hubert Perfler, coadiuvato dal segretario Milvio Caputo e dall’attenta e puntigliosa vigilanza dei giudici di tavolo, composta quest’anno dai ragazzi del servizio civile di Brindisi, che hanno saputo gestire con calma e competenza anche fasi che hanno visto accese discussioni tra i giocatori.
Va a tutti gli organizzatori, ad ogni livello, ed ai giocatori che si sono cimentati in ogni fase del campionato, il più vivo ringraziamento ed apprezzamento da parte della Presidenza Nazionale UICI e di tutta l’Unione per la disponibilità, l’impegno e la partecipazione ad un evento simpatico e gioioso, che consente a tanti soci di stare insieme e di vivere ore di lieta serenità.
Un ringraziamento speciale viene rivolto, al Consiglio regionale della Puglia, alla sezione territoriale di Brindisi, ai loro Presidenti Luigi Iurlo e Michele Sardano, e a tutti coloro che hanno contribuito all’ottima riuscita della manifestazione. Prima della premiazione, con consegna di coppe, medaglie, targhe e prodotti del territorio, offerti anche dagli sponsor della manifestazione, un pensiero è stato rivolto al ricordo degli amici Uccio Maggiore, (già presidente della sezione UICI di Lecce) e Paolo Pizzuto (componente della coppia vincitrice della scorsa edizione) recentemente scomparsi.

La fase finale della XVII edizione del torneo di scopone scientifico, come da tradizione, si svolgerà in Campania detentrice del titolo. Di seguito si riporta la classifica finale.

Classifica finale
1) Campania punti 29 Totale punteggio realizzato 190
2) Puglia 27 189
3) Lombardia 27 172
4) Emilia 24 176
5) Umbria 24 169
6) Toscana 24 158
7) Basilicata 22 182
8) Abruzzo 22 153
9) Lazio 19 133
10) Sicilia 16 174
11) Marche 13 136
12) Calabria 12 126
13) Molise 06 117
14) Veneto 03 111

Corso di Vela a Genova

Corso di vela di altura riservata a cinque persone Ipo/non vedenti.

Imbarcazione: barca a vela di 15 mt.
Luogo: Genova. Partenza dal porticciolo della Foce davanti alla Fiera del Mare
Tempi: 8 uscite con cadenza settimanale ovvero tutti i sabati per due mesi
Periodo: marzo/aprile
Il corso è a pagamento.

Per informazioni e iscrizioni:
Lidia Schichter 3284222168
lidiaschichter@gmail.com

Pluri – Disabilità: “Formazione ed Educazione alla Famiglia: luogo di incontro, condivisione e apprendimento”

San Benedetto del Tronto (AP), 9 novembre 2018

La Presidenza Nazionale UICI organizza un Seminario dal titolo “Formazione ed educazione alla Famiglia: luogo di incontro, condivisione e apprendimento”, che si svolgerà presso la sala Consiliare del Comune di San Benedetto del Tronto, Viale Alcide De Gasperi, 120 – Venerdì 9 novembre 2018.

Programma:

Ore 8.30
Registrazione partecipanti

Ore 9.00
Saluto delle Autorità
Mario BARBUTO / Presidente Nazionale UICI
Vincenzo ZOCCANO / Sottosegretario al Ministero della Famiglia e disabilità

Ore 9.30
Apertura lavori
Angela PIMPINELLA / Direzione Nazionale UICI

Ore 9.50
Liliana LA SALA / Dirigente Medico – Titolare Ufficio 6
della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, Ministero della Salute
Prevenzione Sanitaria e Disabilità: ruolo del Ministero della Salute

Ore 10.10
Maria Antonietta LONGO /Neuropsichiatra infantile, dirigente medico
responsabile UMEE ASUR Marche area vasta 5
Resilienza della famiglia e capacità adattive nella pluridisabilità

Ore 10.30
Nicola PANOCCHIA / Medico-Chirurgo Specializzato in Medicina Generale
Dirigente medico di I livello, presso il servizio di Emodialisi dell’Istituto
di Clinica Chirurgica del Policlinico “A. Gemelli”
Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma
La carta dei diritti delle persona con disabilità in ospedale

Ore 10.50
Daniela RICCI / Neuropsichiatra Infantile Polo per l’ipovisione IAPB
Policlinico Università Agostino Gemelli Roma
Il ruolo della famiglia nella diagnosi e nell’intervento precoce

Ore 11.10
Coffee Break

Ore 11.30
Don Antonio MASTANTUONO / Vice Assistente Ecclesiastico Generale
dell’Azione Cattolica Italiana
L’ A-bilità dell’amore

Ore 11.50
Luca LABIANCA / Dottore specialista in Ortopedia e Traumatologia
e Medicina dello Sport dottorato in Neuroscienze Università Cattolica
del Sacro Cuore di Roma
Docente corso di laurea specialistica delle Professioni Sanitarie e corso
di laurea internazionale di infermieristica Università Sapienza di Roma
Ortopedia e percorsi riabilitativi innovativi per bambini affetti
da patologie neuromuscolari

Ore 12.10
Maria Luisa GARGIULO / Psicologa e Psicoterapeuta
Pluriminorazione: autonomia e comunicazione

Ore 12.30
Mirco FAVA / Presidente Associazione Idroterapisti Italiani,
Direttore Centro Polifunzionale Officina dei Sensi
IDROTERAPIA: Il ruolo della famiglia nel bambino pluridisabile

Ore 12.50
Chiara MASTANTUONO / Terapista della neuropsicomotricità
dell’età evolutiva
L’incontro tra la famiglia del bambino con deficit visivo
e pluridisabilità e la riabilitazione

Ore 13.10
Discussione
Chiusura lavori

Compilazione questionario ECM

Moderatore:
Dr. Domenico Fanesi
Coordinatore Ambito Territoriale Sociale XXII

ECM Educazione Continua in Medicina
Nell’ambito del Programma di Educazione Continua in Medicina, all’evento sono stati riconosciuti nr. 5,5 Crediti Formativi per le seguenti figure professionali:
Psicologo (Psicoterapia, Psicologia), Medico Chirurgo (Neuropsichiatria Infantile, Pediatria, Psichiatria, Neurofisiopatologia) Pediatria (Pediatri di libera scelta, Psicoterapia), Infermiere Pediatrico, Infermiere, Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva.
L’attribuzione dei crediti formativi è subordinata alla partecipazione per l’intera durata dell’evento ed al corretto superamento del questionario di verifica.
I crediti verranno riconosciuti ai primi 20 Iscritti aventi diritto.
La partecipazione al corso è gratuita; per formalizzare inviare la scheda di iscrizione a mail@dolphinorganization.com

Beni Culturali – 4 novembre: “Una Domenica al Museo”

Ritorna l’appuntamento con “Una Domenica al Museo”, presso il Polo Tattile Multimediale della Stamperia Regionale Braille di Catania, sito in Via Etnea, 602.
L’iniziativa, organizzata dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo, si svolge in tutta Italia la prima Domenica di ogni mese.
Il museo aprirà le porte ai visitatori Domenica 4 Novembre dalle 17.00 alle 22.00, con ultimo ingresso alle ore 21,00, offrendo un viaggio sensoriale affascinante per una Domenica “TUTTA DA TOCCARE”.
I visitatori, non vedenti e vedenti, potranno attraverso il tatto, conoscere e scoprire i capolavori artistici e monumentali dell’Europa e del Mediterraneo, grazie alle riproduzioni esposte.
All’interno del museo si possono sperimentare, conoscere e “TOCCARE CON MANO” forme e volumi di numerosi capolavori artistici.
Dai “plastici architettonici” come il Ponte di Mostar o Cupola della Roccia di Gerusalemme, dal Colosseo alla Torre Eiffel, dalla Moschea Blu di Istanbul alle piramidi d’Egitto e poi dalle opere pittoriche in rilievo come la “Creazione di Adamo” di Michelangelo alla “Medusa” di Caravaggio, realizzate secondo il metodo di scomposizione in piani “OTTICO-TATTILE e alle Sculture, il tutto realizzato interamente dalla Stamperia Regionale Braille di Catania, la quale da più di trent’anni contribuisce all’integrazione scolastica, sociale e lavorativa dei non vedenti ed ipovedenti della Sicilia.
Grazie al percorso tattilo/plantare i disabili potranno visitare il museo in piena autonomia, eliminando ogni tipo di barriera architettonica, sino a giungere al “Giardino Sensoriale”, un’oasi verde all’interno del Polo Tattile Multimediale, arricchita con piante ed essenze tipiche del Mediterraneo dove il vedente, bendato, può provare una realtà “al buio” sconosciuta stimolando nuove percezioni olfattive, tattili e sonore.
Emozione unica e originale è il “Bar al buio”, il primo permanente in Italia, che permette agli ospiti vedenti di gustare un caffè o una bevanda e toccare i quadri in bassorilievo totalmente al buio, immergendosi in una realtà a loro sconosciuta, il tutto accompagnati dai non vedenti, nel ruolo di guide e banconisti.
Nell’ultimo tratto del percorso lo Showroom “Frammenti di luce” offre ai visitatori la possibilità di provare e conoscere gli ausili per non vedenti e ipovedenti come libri, sussidi didattici, ausili per l’autonomia personale e domestica, giochi di società e strumentazioni informatiche.
Un’esperienza da vivere tutta ad “OCCHI CHIUSI”, in un luogo dove vedenti e non, possono sperimentare e conoscere il mondo dell’arte dove è “VIETATO NON TOCCARE”.
INGRESSO GRATUITO – PRENOTAZIONE NON OBBLIGATORIA

Link evento
https://www.facebook.com/events/277410719570522/

PER INFO:
TEL. 095/500177
EMAIL visite.polotattile@stamperiabrailleuic.it
Lun – Mer – Ven 8.30-14.00/14.30-17.00
Mar – Giov 8.30-14.00
Sab 8.30-13.30

Il Borgo più bello d’Italia 2019: Perché votare per Monteverde?

Monteverde, un Comune al confine tra Irpinia e Puglia, dal 2013 è annoverato tra i borghi più belli d’Italia. In epoche non proprio recenti, i Longobardi lo convertirono in una fortezza invalicabile, infatti, dalle torri del castello si poteva controllare l’intero territorio e dal quale si vedono tre Regioni, Puglia, Basilicata e Campania. Nel 2016, l’Amministrazione di Monteverde, lancia la sua sfida per un progetto di accessibilità per i disabili, in collaborazione con diverse Associazioni, in primis con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (Uici). I tre percorsi, naturalistico, storico e religioso, sono stati resi accessibili, per i video lesi, grazie alla creazione di loges che costituiscono parte integrante della pavimentazione per ben 4 chilometri e alla rete cablata la quale permette, ai disabili della vista, di connettersi ad App in modo da essere aiutati durante il percorso. Al fine di realizzare il progetto “Un paese accessibile”, l’Amministrazione di Monteverde si rivolge alla Commissione Nazionale Ausili, Nuove Tecnologie e Accessibilità dell’Uici, la quale ha inviato alcuni dei suoi componenti, Giuseppe Fornaro e Nunziante Esposito, per studiare i percorsi da rendere accessibili e gettare le basi per il lavoro che sarà completato nei prossimi anni; infatti, dopo aver realizzato il percorso tattilo-plantare che permette ai video lesi di visitare il borgo grazie all’utilizzo del bastone bianco, il passo successivo sarà realizzare l’impianto tecnico-informatico. Grazie alla rete cablata, il disabile visivo, potrà avere l’audio-descrizione dei punti di interesse, nonché, potrà essere coadiuvato durante il tragitto per mezzo di un assistente vocale che riconosce l’attuale posizione. Il progetto dell’inclusione è stato reso possibile da un bando promosso dalla Comunità Europea e vinto da Monteverde. L’esperienza dell’antico borgo deve costituire un esempio per il nostro Paese e replicarla in tutte le Regioni d’Italia affinché il concetto di “inclusione” possa diventare un fatto concreto.
Per votare Cliccate su questo link:
http://www.rai.it/borgodeiborghi/
nel gruppo c’è “votate per Monteverde”. Per votare bisogna registrarsi e cliccando su Vota, verrà visualizzata una schermata per la registrazione. Una volta registrati si può votare una volta al giorno fino al 22 novembre. Grazie a tutti.

Treviso – Sport in black, di Roberto Tonini

Hai mai pensato a quante cose si riescono a fare “al buio”? Potresti esserne sorpreso…
Questo è lo slogan che ha fatto vivo il palazzetto dello sport di Salgareda con un gruppo di persone della Pol.Ha. Conegliano Treviso accompagnati dai responsabili dell’U.I.C.I. e dell’ U.N.I.Vo.C. sempre di Treviso.
Una bellissima giornata trascorsa domenica 21 a Salgareda con una manifestazione organizzata dalla Polisportiva di Salgareda con il patrocinio del Comune e la Pro Loco di Salgareda che ha messo in primo piano lo sport praticato dai non vedenti, mettendo al buio anche i vedenti che volevano provarci, con delle mascherine oscuranti.
Si è fatta una esibizione di Torball formando delle squadre miste, vedenti e non vedenti tutti bendati. Il Torball è uno sport praticato da non vedenti e si gioca con tre giocatori per squadra che cercano di segnare lanciando la palla da una parte all’altra del campo una palla sonora che deve passare sotto delle corde con dei sonagli, si tira con le mani e per parare ci si deve stendere in quanto la porta è larga 7 metri, ci sono regole ben precise fatte rispettare da un arbitro.
Si è passati a un “Percorso Atletico e Sensoriale” con guide che già operano come volontari nel gruppo atletica POL.HA. Conegliano Treviso e U.N.I.Vo.C. Treviso. Questo percorso dopo l’esibizione del disabile con la propria guida è stato provato anche dai vedenti bendati, con le nostre guide prima e con guide di loro fiducia poi, raccontando le sensazioni e problematiche riscontrate.
Per ultimo un percorso con dei cicloni “Hand-Bike” biciclette per disabili fisici che in molti con curiosità hanno provato, alla fine anche alcuni non vedenti affiancati da volontari hanno voluto provarli. La bicicletta per i non vedenti si chiama Tandem.
La giornata si è conclusa con una pastasciutta e un brindisi offerti dalla Pro Loco.

Foto scattata durante la partita di Torball

Foto scattata durante la partita di Torball