VII° meeting online dei lettori di Kaleidos – mercoledì 11 marzo 2015 ore 15.00-18.00, di Luisa Bartolucci

Autore: Luisa Bartolucci

I settori Informazione e Comunicazione, Stampa Sonora e Libro Parlato organizzano per mercoledì 11 marzo 2015, con inizio alle ore 15.00 e termine alle ore 18.00, il 7° meeting dei lettori di “Kaleîdos”.

Quest’anno si è pensato di offrire uno spazio particolare a quanti scrivono poesie, volendo così partecipare a modo nostro alla giornata mondiale della poesia.

La Giornata Mondiale della Poesia è stata istituita dalla XXX Sessione della Conferenza Generale Unesco nel 1999. Con essa si riconosce all’espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturali, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione e della pace. La celebrazione della Giornata Mondiale della Poesia rappresenta “l’incontro tra le diverse forme della creatività, affrontando le sfide che la comunicazione e la cultura attraversano in questi anni”, spiega Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco. “Tra le diverse forme di espressione, infatti, ogni società umana guarda all’antichissimo statuto dell’arte poetica come ad un luogo fondante della memoria, base di tutte le altre forme della creatività letteraria ed artistica”.

Quanti desiderassero partecipare con propri componimenti poetici, che verranno letti ed interpretati dagli speaker del Centro Nazionale del Libro Parlato, possono inviare le proprie poesie, in numero non superiore a tre, all’indirizzo e-mail lp@uiciechi.it entro e non oltre mercoledì 4 marzo p.v., inserendo nel messaggio anche il recapito telefonico al quale si vuole essere contattati, nonché una breve presentazione di sé e dei propri scritti.

Nel corso del programma, inoltre, la scrittrice Barbara Mariani presenterà il suo libro “ALOHA Alito di Vita! Non solo cancro” molto presto disponibile anche tra i titoli del nostro Centro Nazionale del Libro Parlato. Naturalmente saranno apprezzate anche le testimonianze delle rappresentanti provinciali e regionali delle pari opportunità dell’Unione che volessero condividere e socializzare quanto fatto sul territorio anche in occasione della giornata internazionale della donna.

Verrà, come di consueto, data risposta ai quesiti, alle e-mail ed alle telefonate dei nostri ascoltatori i quali potranno scrivere e/o prenotarsi per intervenire, anche nei giorni immediatamente precedenti, o contattando la sig.ra Mariolina Lombardi ai numeri di telefono 06 69988376 oppure 06 69988411 od inviando e-mail al nostro indirizzo diretta@uiciechi.it o, ancora, utilizzando nel corso del programma le nostre linee 0669988353 – 066791758, o l’apposito form di “Slashradio” raggiungibile dall’home page del sito www.uiciechi.it. Ricordiamo, inoltre, che Slashradio è presente su Facebook con un proprio profilo.

La trasmissione sarà condotta da Luisa Bartolucci. Nel corso dell’incontro verranno messi in palio simpatici premi mediante piccoli giochi e/o quiz.

Anche questa trasmissione diverrà un cd realizzato in formato mp3. Chi volesse riceverlo a titolo assolutamente gratuito, può farne richiesta sin da ora al nostro ufficio stampa, o scrivendo, anche in braille, all’indirizzo Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS, Via Borgognona 38 – 00187 Roma o inviando una e-mail all’indirizzo ustampa@uiciechi.it, o telefonando al numero 06 69988376.

Vi attendiamo numerosi dunque, nella speranza di scambiarci opinioni, buone prassi, nell’auspicio di costruire qualcosa insieme e, perchè no, anche di conoscerci meglio e comunicare in forma più diretta.

Appuntamento, dunque, alle 15.00 dell’11 marzo!

Per collegarsi sarà sufficiente digitare la seguente stringa: http://www.hostingshoutcastpanel4.com:2199/tunein/unione.asx.

Il contenuto della trasmissione  potrà essere riascoltato sul sito dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti all’indirizzo www.uiciechi.it/ArchivioMultimediale dal giorno successivo.

Si pregano le nostre strutture provinciali di dare la massima diffusione al presente comunicato e di favorire nelle sezioni la creazione di folti gruppi di ascolto.

 

Pluriminorati: Seminario formativo interregionale sul tema: “La persona con disabilità visive e minorazioni aggiuntive nel suo territorio” –Napoli – Sabato 28 Febbraio 2015, di Antonietta Ricciardone

Autore: Antonietta Ricciardone

Com’è stato anticipato con Comunicato n. 227 del 12 dicembre 2014, questa Presidenza Nazionale sta organizzando il III seminario formativo interregionale “La persona con disabilità visive e minorazioni aggiuntive nel suo territorio”, per l’Italia del Sud, presso l’Istituto Paolo Colosimo ”  per Ciechi ed Ipovedenti – Napoli Via Santa Teresa degli Scalzi 36 (accesso pedonale). Il seminario si rivolge ai rappresentanti regionali delle Commissioni per le persone con disabilità aggiuntive delle seguenti regioni: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia

 

Il programma del Seminario sarà il seguente:

Ore 10.00 Introduzione dei lavori – Luigi Gelmini, Vice Presidente Nazionale U.I.C.I.

Pietro Piscitelli Presidente Regionale U.I.C.I.- Presidente Istituto Martuscelli;

Ore 10.15 Tommaso Daniele – Presidente Nazionale. Onorario U.I.C.I;

Ore 10.25 Eugenio Saltarel  e Antonio Passaro – Commissione Nazionale U.I.C.I. per le persone con disabilità aggiuntive”;

Ore 10.35 Michele Corcio – Consigliere Nazionale U.I.C.I.;

Ore 10.55 Giuseppe Simone – Presidente Regionale U.I.C.I. Puglia;

Ore 11.05 Giovanni D’Alessandro – Presidente Sezione U.I.C.I. Napoli – Vice Presidente Istituto Martuscelli;

Ore 11.15 Annarita Gentile – Educatrice tiflologica della Società Cooperativa Sociale “Louis Braille;

Ore 11.25 Cafaro Francesco – Consigliere Delegato Sezione Provinciale U.I.C.I. Salerno;

Ore 11.35 Mario Barbuto – Presidente Nazionale U.I.C.I. “Il saluto e il sostegno della Presidenza Nazionale”;

Ore 11.45 Angelina Pimpinella – Presidente Commissione E.B.U. per le persone sordocieche;

Ore 11.55 Antonio Donno – Vice Presidente Istituto per Ciechi “A. Antonacci” – Lecce;

Ore 12.05 Gaetano Minincleri – Vice Presidente Consiglio Regionale U.I.C.I. Sicilia;

Ore 12.15 Sergio Giannulo – Direttore Centro Socio-sanitario Lega del Filo d’Oro – Molfetta;

Ore 12.25 Tommaso Di Gesaro – Componente Commissione U.I.C.I. per le persone con disabilità aggiuntive;

Ore 12.35 Palummo Anna Maria – Presidente Regionale U.I.C.I. Calabria;

Ore 12.45 Conclusioni: Angela Mazzetti – Commissione Nazionale U.I.C.I. per le persone con disabilità aggiuntive” .

 

Per motivi organizzativi si ricorda che è necessario prenotarsi sia per il seminario che per il pranzo. Siamo a disposizione anche per organizzare il pernotto per chi ne ha necessità, tali prenotazioni dovranno pervenire entro il 20 Febbraio p.v. anziché il 15 come indicato dal comunicato n. 227 al seguente n. di Fax 06/6786815 oppure al seguente indirizzo e-mail affgen@uiciechi.it alla c.a. della Sig.ra Antonietta Ricciardone segretaria della Commissione Nazionale per le persone con disabilità aggiuntive

Per qualsiasi informazione si potrà contattare il seguente numero telefonico 0669988386 dalle 8.00 alle 14.00.

Il pranzo sarà offerto dal Consiglio Regionale U.I.C.I Campania. Raccomandiamo ai relatori di far pervenire le relazioni alla sig.ra Antonietta Ricciardone tre giorni prima del seminario.

 

 

 

 

Indicazioni per raggiungere la sede

 

Istituto “Paolo  Colosimo”  per ciechi ed ipovedenti – cap. 80135 Napoli

Via Santa Teresa degli Scalzi  36  (accesso pedonale) (nei pressi del Museo Archeologico Nazionale)

Via Fonseca (accesso per chi non deambula)

 

Dalla Stazione Centrale di Piazza Garibaldi:

Linea metropolitana    1     scendere alla Stazione    MUSEO   e proseguire, verso il Museo Archeologico Nazionale,  a piedi per circa 200 metri.

Linea metropolitana    2  (non idonea a chi ha problemi di deambulazione)   scendere alla stazione   PIAZZA CAVOUR   e proseguire a piedi,  verso il Museo Archeologico  Nazionale,  per circa 400 metri

 

Per chi viene con l’auto:

seguire le indicazioni autostradali per     TANGENZIALE NAPOLI:

uscita   “ CAPODIMONTE”     e  proseguire,  dopo l’uscita,  sulla destra   per   Corso Amedeo di Savoia  –  Santa Teresa degli Scalzi  n. 36  ( 100 metri  dal Museo Archeologico Nazionale).

 

 

 

SCHEDA DI PRENOTAZIONE

Seminario Interregionale: “La persona con disabilità e minorazioni aggiuntive nel suo territorio” – Napoli – Sabato 28 Febbraio 2015”.

 

 

 

Sezione o Consiglio Regionale di appartenenza

……………………………………………………………………………………………

NOME

……………………………………………………………………………………………

 

COGNOME ………………………………………………………………………………

NOME ACCOMPAGNATORE ……………………………………………………………………………………………

Pernotto                   SI                       NO

Pranzo                      SI                       NO

 

FIRMA

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N.B. La presente scheda deve essere inviata al fax n. 06/6786815 oppure e-mail: affgen@uiciechi.it entro il 20 Febbraio.

 

Ipovedenti: “Lotta alla Retinite Pigmentosa: 20/20, verso una migliore condizione visiva”. Slashradio: martedì 24 febbraio – ore 15.00, di Angelo Mombelli

Autore: Angelo Mombelli

I settori Informazione e Comunicazione, Stampa Sonora e Libro Parlato, in collaborazione con la Commissione Nazionale Ipovedenti, organizzano per martedì 24 febbraio p.v., con inizio alle ore 15.00,  su Slashradio,  una trasmissione on line dal titolo: “Lotta alla Retinite Pigmentosa: 20/20, verso una migliore condizione visiva”.

Come a vostra conoscenza, la retinite pigmentosa è una patologia di origine genetica che ancora oggi è una delle maggiori cause di cecità nel mondo occidentale. Per fortuna la ricerca per contenerne gli effetti ha compiuto passi significativi negli ultimi anni, anche nel nostro paese.  Durante la trasmissione si parlerà quindi delle ricerche in corso, della nuova strumentazione per la riabilitazione e dell’impianto della retina artificiale.

La trasmissione sarà condotta da Luisa Bartolucci e vedrà la partecipazione  del Professor Luca Rossetti, Direttore della Clinica Oculistica dell’Ospedale San Paolo, centro di riferimento della Regione Lombardia per la Ritinite Pigmentosa, del Professor Filippo Cruciani, Responsabile dell’UOC Oftalmologia A dell’Università Sapienza di Roma, e del nostro Angelo Mombelli, Responsabile operativo della Commissione Nazionale Ipovedenti dell’UICI.

Quanti tra gli ascoltatori volessero intervenire in trasmissione con contributi particolari o per porre quesiti sull’argomento, potranno contattare nei giorni precedenti la trasmissione la sig.ra Mariolina Lombardi al numero: 06-69988376, od inviare una e-mail all’indirizzo ustampa@uiciechi.it.

Gli ascoltatori potranno in ogni caso scegliere, come di consueto, diverse modalità di intervento: tramite telefono contattando nella diretta i numeri 0669988353, 066791758 o inviando e-mail, anche nei giorni precedenti la trasmissione, all’indirizzo diretta@uiciechi.it  o ancora compilando l’apposito form di Slashradio.

Per collegarsi sarà sufficiente digitare la seguente stringa: http://www.hostingshoutcastpanel4.com:2199/tunein/unione.asx.

Il contenuto della trasmissione  potrà essere riascoltato sul sito dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti all’indirizzo www.uiciechi.it/ArchivioMultimediale.

Vi attendiamo numerosi! Si pregano le nostre strutture provinciali di dare la massima diffusione al presente comunicato e di favorire la creazione di folti gruppi di ascolto nelle sedi sezionali.

 

Ipovedenti: “Investire in prevenzione e in riabilitazione”, di Michele Corcio

Autore: Michele Corcio

Relazione tenuta al Convegno “Gli ipovedenti tra passato, presente e futuro”

Roma, 14 febbraio 2015

 

 

Non devo certo spiegare a voi (che in materia siete senz’altro più esperti di me) cosa vuol dire “investire”. Ma per sviluppare queste brevi note, ho bisogno di partire da una affermazione condivisa: investire, vuol dire impegnare un certo capitale, per ottenere nel medio-lungo periodo dei guadagni.

In ambito squisitamente economico-finanziario, tale affermazione sarebbe banale e assai limitativa; ma in un contesto di azioni culturali e socio-sanitarie, quale quello odierno, credo possa tornare utile.

 

Il nostro capitale è di tipo misto, fatto cioè di risorse economiche, professionali ed umane; non freddo, quindi, come può esserlo quello esclusivamente finanziario (dove la componente umana è quasi sempre del tutto assente). Le risorse economiche del nostro capitale, sono quelle della Legge 28 agosto 1997, n. 284, ormai ridotte al lumicino; le professionali, sono oculisti ed ortottisti; le umane, sono quelle di tutti coloro che, a diverso titolo, sono impegnati nelle Associazioni e che quotidianamente si battono per la difesa di diritti e per il cambiamento culturale del nostro Paese. Ecco, il nostro è un investimento culturale, perché cambi l’atteggiamento dei pubblici decisori e perché cambino i comportamenti dei cittadini, anche rispetto alla prevenzione delle patologie oculari.

 

Tre componenti di un capitale che, giorno per giorno, rischia di essere deprezzato da quanto è mediaticamente più rilevante, ma che, oggettivamente, già dopo i primi anni dalla citata Legge n. 284/1997, ha cominciato a dare importanti positivi ritorni.

 

E’ doveroso ricordare che i primi azionisti del nostro investimento furono, nel 1977, l’Unione Italiana Ciechi e la Società Oftalmologica Italiana, i quali dettero vita alla Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (oggi, IAPB Italia ONLUS). Si aggiunsero, poi, rispettivamente nel 1989 e nel 1991, l’Associazione Professionale Italiana Medici Oculisti ed il Gruppo Italiano Studi Ipovisione. Solo nel 1997, però, l’investimento in prevenzione assume forma e sostanza; infatti, con la citata Legge n. 284 “Disposizioni per la prevenzione della cecità e per la riabilitazione visiva e l’integrazione sociale e lavorativa dei ciechi pluriminorati”, lo Stato mette in campo alcuni finanziamenti, certamente già allora del tutto inadeguati: figuriamoci, oggi, che quei 5 miliardi di lire (ovvero, più o meno 2 mioni e 500.000 euro) sono stati ridotti a poco più di 400.000 euro.

 

Senza dubbio, uno dei pilastri portanti per una efficace prevenzione della cecità (e che scarseggia in questa società dell’immagine e della comunicazione in tempo reale) è una corretta informazione sul bene prezioso della vista; sulla necessità di proteggerlo e salvaguardarlo. Molti non si rendono neppure conto che la gran parte delle informazioni giunge al cervello per mezzo della vista; che vedere male, vedere poco o – peggio ancora – non vedere affatto, limita e condiziona fortemente anche la libertà personale. Molti evitano di sottoporsi a visite preventive, per il timore di un risultato inatteso: ed in diversi casi tale atteggiamento determina l’irreparabile. Tanti trascurano di rivolgersi all’Oculista al manifestarsi di alcune sofferenze oculari (arrossamento, bruciore, lacrimazione, facile stancabilità), ritenendo di risolvere il problema con un semplice collirio consigliato dal farmacista di fiducia. Tanti altri ancora, anziché ricorrere all’Oculista per accertare le ragioni per le quali leggono con difficoltà o non riescono a focalizzare ciò che vedono, corrono dall’ottico per farsi misurare la vista. Si pensi a quei lavoratori che, disinformati sulle possibili conseguenze, continuano a svolgere determinate attività senza proteggere adeguatamente i propri occhi; e si pensi a quanti bambini sono vittime di gravi danni oculari per l’uso di giocattoli appuntiti.

 

Lo Stato, nelle sue diverse articolazioni territoriali, non sembra ancora del tutto convinto che, investire nella prevenzione, vuol dire arrecare notevoli benefici anche alle risorse umane e finanziarie della collettività. Si considerino, ad esempio, gli enormi benefici scolastici e sociali che potrebbero risultare da una corretta campagna di informazione nella scuola, dove i più non pensano che le difficoltà di lettura o di scrittura dell’alunno possano derivare da alterazioni della macula, da una illuminazione dell’aula insufficiente ed inadeguata, da un problema di coordinazione oculo-manuale.

In questa sfida di civiltà, quindi, le nostre armi sono l’informazione, la divulgazione scientifica, spot televisivi e radiofonici per sensibilizzare tutti a difendere il bene prezioso della vista, quale diritto fra i diritti fondamentali dell’uomo.

 

Qualche anno fa, per supportare con adeguati studi e dati oggettivi, la validità dei nostri investimenti in prevenzione, abbiamo commissionato alla LUISS di Roma uno studio sull’impatto dei costi della cecità sulla spesa pubblica. E lo studio ha documentato che, con la prevenzione delle patologie oculari, è possibile ottenere una riduzione della spesa pubblica compresa tra il 9 ed il 34 per cento, a seconda del tempo di intervento.

 

Come detto, abbiamo investito e continuiamo ad investire anche in capitale umano, capitalizzando, cioè, la buona volontà e l’entusiasmo di quanti condividono e sostengono questa sfida di civiltà che è la prevenzione. Abbiamo costituito, presso la gran parte delle Sezioni Provinciali dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, i Comitati IAPB, dei quali fanno parte non vedenti e medici oculisti desiderosi di impegnarsi nei propri territori affinché Pubblici Amministratori e privati cittadini facciano propria la cultura per la prevenzione della cecità. Accenniamo soltanto a qualche plusvalenza dei nostri titoli investiti in prevenzione:

 

1) la possibilità, per tutti i cittadini che lo desiderano e che non sono mai andati da un oculista, di farsi visitare gratuitamente presso le nostre unità mobili attrezzate ad ambulatorio oculistico (ad oggi ne sono attive 14) e presenti periodicamente nelle piazze e nelle scuole di molte province, nonché nei quartieri ad elevato disagio sociale. L’esperienza dimostra l’importanza di questa forma di prevenzione, perché molte sono le patologie riscontrate, delle quali i soggetti visitati non sono a conoscenza e che permette agli stessi di evitare conseguenze drammatiche. Le visite non hanno lo scopo di curare eventuali danni oculari riscontrati, ma quello di accertare la presenza di eventi silenti e quindi avviare gli interessati presso le strutture sanitarie pubbliche, territorialmente competenti.

2) l’attivazione di una linea verde, disponibile dalle ore 10 alle ore 13.00 dal lunedì al venerdì; per cui, telefonando al numero 800068506, è possibile consultare degli Oculisti ed acquisire informazioni corrette sulle diverse patologie e sulle strutture pubbliche specializzate.

3) la pubblicazione della rivista trimestrale “Oftalmologia Sociale – rivista di Sanità Pubblica”, realizzata con la collaborazione scientifica della Clinica Oculistica dell’Università “La Sapienza” di Roma. La rivista informa sullo stato della ricerca e delle nuove scoperte nel campo oftalmologico, a livello nazionale ed internazionale; la nuova veste grafica risulta particolarmente gradita e la rivista è edita anche in Braille e su supporto informatico.

4) Predisposizione e divulgazione di opuscoli per le specifiche patologie e con studiata veste grafica affinché risultino non solo gradevoli all’occhio, ma facilmente consultabili;

5) Il sito web www.iapb.it, con la rubrica “L’Oculista risponde” ed una miniera di utili informazioni, oltre alla Rivista on-line “Oftalmologia Sociale”.

6) La Giornata Mondiale della Vista, celebrata il secondo giovedì di ottobre ed articolata in una Conferenza nazionale (solitamente presso la Camera dei Deputati o presso il Senato) ed in decine di iniziative locali.

 

Quelle appena elencate, sono solo alcune delle iniziative per promuovere la cultura per la prevenzione della cecità, ma la nostra Agenzia ha gettato il cuore oltre l’ostacolo ed ha voluto investire anche in riabilitazione, realizzando in Roma il Polo Nazionale per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva degli Ipovedenti, il cui Progetto è stato approvato dal Parlamento italiano e finanziato con la Legge n. 291 del 16 ottobre 2003. Il Polo Nazionale, inaugurato l’11 ottobre 2007, è oggi una realtà concreta quotata a livello internazionale, grazie anche al riconoscimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità quale suo unico Centro internazionale di collaborazione per la riabilitazione visiva.

 

Finalità del nostro Polo Nazionale, sono l’acquisizione di dati epidemiologici, la sperimentazione di nuovi protocolli riabilitativi e creazione di una rete fra i Centri italiani e quelli internazionali.

 

Per concludere, non posso tacere dei nostri investimenti per la lotta alla cecità evitabile nelle aree povere del mondo. A mo’ d’esempio, mi piace ricordare la costruzione di 113 pozzi d’acqua in Etiopia, l’accordo di collaborazione con il Marocco per la lotta al tracoma e, da ultimo, la costruzione di una sala operatoria nel Burkina Faso. Investimenti che, seppure onerosi, hanno concorso a migliorare le condizioni di vita di tanti uomini, donne e bambini, altrimenti destinati a sicura cecità.

 

Che bello sarebbe se ognuno di voi potesse divenire azionista attivo dei nostri investimenti! certamente le quotazioni delle nostre azioni per la prevenzione della cecità e per la riabilitazione visiva aumenterebbero di giorno in giorno. Fatelo, investite con noi e i risultati non mancheranno. Grazie.

 

 

Michele Corcio

 

Giovani: URGENTE opportunità di partecipazione a corso di formazione internazionale sulle attività giovanili inclusive, Poggio Mirteto (RI), 15 – 23 marzo 2015, di Manuela Esposito

Autore: Manuela Esposito

Il progetto “The Perfect Match”, a cui l’Unione ha aderito e che, ricordiamo brevemente,  prevede la messa a punto di un percorso di formazione per persone con disabilità e non finalizzato a  promuovere attività giovanili inclusive, terrà il suo secondo e ultimo corso dal 15 al 23 marzo 2015 a Poggio Mirteto (RI).

 

Il secondo corso è rivolto a giovani tra i 18 e i 30 anni con e senza disabilità che vogliano apprendere come organizzare attività inclusive e scambi tra giovani con e senza disabilità.  I partecipanti testeranno e svilupperanno i contenuti del toolkit che sarà l’esito del progetto e che conterrà una serie di attività pronte per essere utilizzate in progetti di volontariato e attività Erasmus + mirate ai giovani con e senza disabilità.

 

Oltre ai due partecipanti già individuati dalla nostra associazione, Lunaria ci ha informato che possiamo inviare una terza persona con disabilità visiva, che sia interessata a organizzare e animare attività giovanili con gruppi composti da persone con disabilità e non.

 

Il corso si terrà a Poggio Mirteto (RI) con arrivo il 15 marzo nel pomeriggio e partenza il 23 marzo la mattina. La lingua di lavoro è l’inglese. Le spese di viaggio fino a un tetto di 180 euro, vitto e alloggio sono coperte dall’Unione e da Lunaria, ente coordinatore del progetto. Ulteriori dettagli sul corso sono contenuti nel documento allegato.

 

È molto importante che i candidati soddisfino i seguenti criteri:

 

  • essere persone con disabilità visiva tra i 18 e i 30 anni che vogliano apprendere come organizzare attività inclusive e scambi tra giovani con e senza disabilità.
  • avere buona competenza di lingua inglese scritta e parlata
  • essere disponibili a soggiornare in ostello (camere multiple con bagno condiviso) e a collaborare allo svolgimento di compiti come aiutare in cucina, pulire  gli spazi in comune, ecc.)
  • avere una buona autonomia personale e di mobilità, in quanto i responsabili e i partecipanti possono solo fornire un’assistenza limitata.

 

 

Gli interessati dovranno compilare in inglese la scheda che si riporta di seguito e inviarla entro giovedì 26 febbraio 2015 all’Ufficio Affari Internazionali dell’Unione a inter@uiciechi.it. La persona che verrà selezionata sarà informata dall’ufficio.

 

 

                    

 

 

Erasmus+ Programme

 

Key action 1 – Learning Mobility of Individuals

Mobility project for young people and youth workers

 

 

     THE PERFECT MATCH

 Training program to overcome boundaries

Training for Peer Educators

 

 

15th – 22th March 2015

(15th March 2015: arrival day; 23th March 2015: departure day)

ITALY

 

 

ORGANIZATION:

 

FIRST NAME:

 

SURNAME:

 

GENDER:                                   □ Male                     □ Female

                                

DATE OF BIRTH:

 

PLACE OF BIRTH (town, country):

 

 

RESIDENCE ADDRESSE (street, town, country):

 

 

TELEPHONE:

 

 

E-MAIL:

 

                             

EMERGENCY  CONTACT:

 

Name:                                      Surname:                             Telephone:

 

                             

SPECIAL NEEDS (OR HEALTH REMARKS):

 

 

                  

PAST EXPERIENCES:

 

 

 

 

 

WHAT IS YOUR MOTIVATION TO TAKE PART IN THIS PROJECT?:

 

 

 

 

 

WHAT ARE YOUR EXPECTATIONS OF THE TRAINING?:

 

 

 

 

 

 

Ipovedenti: Gli ipovedenti tra passato, presente e futuro, di Angelo Mombelli

Autore: Angelo Mombelli

Presso l’università Sapienza di Roma si è svolta la terza edizione del convegno sull’ipovisione
Siamo arrivati alla terza! L’edizione 2015 del convegno “Ipovedenti tra passato, presente e futuro” si è svolta con successo il 14 febbraio presso l’Aula Magna dell’Università Sapienza di Roma: inaspettata è stata l’affluenza, più numerosa che nelle scorse edizioni, ed ampia la soddisfazione dei partecipanti.
Il convegno, proposto dalla Commissione Nazionale Ipovedenti dell’U.I.C.I., è stato organizzato in collaborazione con l’Università Sapienza e la Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità, che ha sostenuto gran parte delle spese organizzative.
Uno dei temi nevralgici dell’incontro è stata la discussione delle prassi di valutazione clinica della minorazioni visive basata unicamente sull’acuità e sul campo visivo, senza tenere conto di tutte quelle variabili visive che determinano ed aggravano la disabilità.
La valutazione clinica dell’ipovisione, ancorché scientificamente valida è infatti un campo minato: non esistono leggi che prendano in considerazione tutte quelle variabili che concorrono a determinare la reale condizione visiva dell’ipovedente; a questo vuoto legislativo si aggiunge l’inadeguatezza degli strumenti: basti pensare che vengono ancora utilizzate versioni antiquate dell’ottotipo, non idonee per una corretta valutazione del residuo visivo. Va infine considerato che gli accertamenti effettuati dall’Inps non sono omogenei su tutto il territorio nazionale: un aspetto non certo marginale che rende ancor più ingarbugliato il quadro dei problemi sull’argomento.
Come sempre, particolarmente coinvolgenti sono stati i racconti di esperienze di vita presentati dalle stesse persone ipovedenti: una relazione specifica ha affrontato le difficoltà, sotto l’aspetto psicologico, di tutti quei genitori che si trovano ad affrontare l’ipovisione del proprio figlio; altre hanno toccato temi quotidiani, meno delicati, ma altrettanto significativi, inerenti l’autonomia e la mobilità delle persone ipovedenti.
Le esperienze di vita quotidiana esposte da due componenti della Commissione nazionale ipovedenti hanno impressionato i medici presenti, ribadendo quanto sopra, ovvero le necessità di un diverso approccio alla valutazione della minorazione visiva; aldilà di questo, i racconti dei nostri hanno messo in evidenza anche la necessità di far conoscere alla cittadinanza la differenza tra cecità e ipovisione, poiché è dall’ignoranza di questa sostanziale differenza che sorgono le polemiche inerenti i cosiddetti falsi ciechi. E a farne le spese sono proprio le persone ipovedenti.
Infine, si è parlato di tecnologia, oggi più che mai strumento di autonomia e di integrazione; anche in questo campo i lati oscuri non mancano: la battaglia per far sì che la legge Stanca (in vigore ormai da quindici anni) sia correttamente applicata non si è ancora conclusa.
Dopo tante criticità, anche qualche notizia positiva: il nostro Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva, grazie alle iniziative intraprese, è ormai diventato un interlocutore fisso del Ministero della Salute e punto di riferimento a livello internazionale per la riabilitazione viva. Prova ne sono i numerosi riconoscimenti ottenuti in questi anni.
Eccoci giunti al termine della fredda cronaca dell’evento: un elenco forse, ma che ha il merito di evidenziare i problemi sul tappeto e suggerirci prospettive di azione per risolverli.
Il tutto, comunque, si è chiuso con un arrivederci alla quarta edizione. Nel 2016!

Angelo Mombelli

Bolzano: Fondisti minorati della vista sulle piste dell’Alta Val Pusteria – Settimana di sci fondo del Gruppo sportivo dilettantistico non e semivedenti Bolzano, di Gabi Bernard

Autore: Gabi Bernard

Dal 17 al 24.01.2015 si è tenuta in Alta Val Pusteria, e precisamente a Dobbiaco, la settimana di sci fondo del Gruppo sportivo dilettantistico non e semivedenti Bolzano. I 36 partecipanti venivano dall’Alto Adige, dal restante territorio Italiano e anche dal Tiralo del Nord e dalla Germania. Con molto impegno, nonostante l’estrema mancanza di copertura nevosa, a Dobbiaco sono stati disposti alcuni chilometri di piste, cosicché gli sportivi hanno potuto girare giornalmente i loro tour, migliorando o imparando la tecnica dello sci fondo. I minorati della vista sono stati coadiuvati da un -team di 8 istruttori da sci e accompagnatori appositamente formati. A questi va un sincero ringraziamento per il loro prezioso aiuto volontario, inoltre anche alla Banca Popolare dell’Alto Adige per il sostegno finanziario.
Un gruppo di due, tre sciatori plana sulla neve. Tutti portano dei distintivi gialli con tre punti neri. Un ulteriore sciatore è accostato al gruppo e da disposizioni: “go, go, go … curva a sinistra… discesa, frenare leggermente!…” Così ci si può immaginare la situazione che si è presentata a chi si trovava sulle piste da sci fondo in Alta Val Pusteria qualche settimana fa. Ad inizio settimana i partecipanti alla settimana bianca secondo la loro esperienza e preparazione sportiva sono stati suddivisi in gruppi. Ogni giorno di mattina e pomeriggio i gruppi accompagnati da un istruttore o accompagnatore si sono recati sulle piste per imparare o migliorare la tecnica del sci nordico classico o semplicemente per fare un giro, solitamente sulle piste preparate con neve artificiale a Dobbiaco, alcune volte invece sulle piste innevate di neve fresca in Val Fiscalina o in Val Casies. Il tempo libero è stato sfruttato rilassandosi nello spa dell’albergo o per conoscersi meglio stando in compagnia. Dopo sette giorni di sport invernale i singoli partecipanti soddisfatti della settimana, si sono messi in viaggio per il rientro.
Il Gruppo sportivo dilettantistico non e semivedenti Bolzano (GSDNSV) organizza iniziative sportive non agonistiche, progetta il tempo libero e organizza la partecipazione a competizioni sportive nazionali ed internazionali. Il gruppo sportivo si articola nelle seguenti sezioni: Torball, sport invernali, atletica leggera e tandem/scacchi/bersaglio/tempo libero.

Info: Riccardo Tomasini (responsabile per lo sport invernale) tel. 0471 971117
e-mail: sport@unioneciechi.bz.itbolzano FOTO

Ipovedente di giorno e non vedente di sera, di Giovanni Ciprì

Autore: Giovanni Ciprì

Le difficoltà quotidiane di un ipovedente nei diversi momenti della giornata

Buongiorno a tutti, sono Giovanni Ciprì e sono un componente della commissione nazionale ipovedenti dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
Dalla nascita, sono affetto da retinite pigmentosa, una malattia degenerativa della retina che porta alla cecità. Infatti, nel corso degli anni, questa degenerazione, è progressivamente avanzata, portandomi oggi quasi alla cecità.
Vorrei precisare che tale disturbo, come molti di voi sapranno, si manifesta soprattutto la sera, dove dopo il crepuscolo: la retina non si dilata abbastanza, e i bastoncelli, che sono danneggiati, non trasmettono correttamente le immagini al cervello. Durante l’adolescenza, di giorno, riuscivo anche a leggere un testo, ma oggi, a 44 anni, progressivamente, ho perso questa capacità. Nello specifico, ho una visione parziale laterale, quindi centralmente, non vedo nulla. Di giorno, grazie anche al mio inseparabile bastone, ho una certa autonomia e mobilità e riesco a muovermi anche abbastanza velocemente. Certo non posso correre, ma riesco ad avere un passo abbastanza spedito: come coloro che conoscono la loro abitazione, e anche di notte riescono a muoversi senza il bisogno di accendere la luce, così anche io, facendo sempre gli stessi passi per spostarmi da casa al lavoro, e nelle zone limitrofe, ho sviluppato una certa dimestichezza con il percorso, in quanto conosco tutte le buche, i dossi ecc. Se di giorno riesco a sfruttare al massimo il mio residuo, di sera le cose cambiano, in quanto, devo fare i conti con gli imprevisti, che possono essere dati dalle persone, che mi camminano accanto, o che mi tagliano la strada, dalle bici, che non fanno rumore o magari non si annunciano con un campanello, o meglio ancora da un’automobile parcheggiata selvaggiamente sul marciapiede o sulle strisce. Quindi, tutte cose che anche se conosci il percorso a memoria, non puoi prevedere; tornando all’esempio di prima, è come se nel percorso che fai ad occhi chiusi di notte a casa tua, ti trovi davanti un ostacolo come una sedia o un giocattolo di tuo figlio, non preventivato nella tua memoria fotografica.
Questo, fa sì che col buio il mio passo risulti molto più lento rispetto al passo che ho con la luce del giorno, e naturalmente, questo genera di problemi di difficile soluzione.
Tutti voi conoscete l’attacco che gli ipovedenti e non vedenti hanno subito negli ultimi anni da parte dei mass-media, con trasmissioni, servizi ecc. atti a screditare la nostra categoria. Le percentuali di coloro che erano veramente falsi ciechi sono risultate esigue, anche perché, in Italia, la maggior parte delle persone, non sa nemmeno la differenza che c’è tra un non vedente ed un ipovedente, quindi, molti dei denunciati, sono risultati ipovedenti e non falsi ciechi. Ma sta di fatto che ormai il messaggio ingannevole è passato. Per capirci, una volta, per assurdo, quando si incontrava un non vedente, si diceva: “poverino il signore è un non vedente”. Adesso, invece, la frase più ricorrente che molti di noi si è sentito dire è: “ma questo è davvero un minorato della vista??”.
Tale segnalazione di disagio, a noi della commissione nazionale ipovedenti è giunta da più parti d’Italia, ricordo ad esempio una lettera aperta che è giunta proprio dalla commissione ipovedenti della regione Lazio, e noi, ci siamo adoperati per lanciare campagne pubblicitarie, che spiegassero le differenze tra ipovedenti e non vedenti, per cercare di arginare il malcostume generato dai mezzi di comunicazione di massa.
Anche io, non ho avuto degli sconti, e ho pagato anzi, continuo a pagare il mio tributo alla causa.
Quotidianamente, sono vittima di battute o di accuse, che citerò per opportuna conoscenza. Una delle più “carine” è stato quando una domenica, camminando vicino casa, da un balcone una donna ha esclamato: “attento, ci sono le telecamere”. Io, tra lo stupito e lo sconcertato, mi sono voltato in direzione della voce, ed ho esclamato che non ho alcun problema, anzi, se la signora avesse voluto, sarei stato a disposizione per sottopormi ad una visita oculistica. A tale proposta la signora, si è giustificata dicendo che era solo una battuta. Ma se questo è avvenuto di giorno, un’altra curiosa esperienza l’ho avuta di sera, dove, avendo come sopracitato un passo più lento, mi sono sentito dire da un passante: “dai, puoi smetterla di fare il finto cieco”.
Naturalmente, il mio dazio da pagare, non si è fermato certo qui; infatti, alcune volte, anche da vetture che si fermano per farmi passare, mi sono sentito dire: “sei cieco o falso…? Un’altra volta, mi sono recato allo stadio, per seguire la mia squadra del cuore, anche lì, non è che vedessi granché, ma, essere allo stadio, sentire dal vivo i cori della tifoseria, le battute degli spettatori che additano in modo colorito un arbitro, certamente è più divertente che seguire le partite alla radio. Ma all’uscita dall’impianto, mentre ero sotto braccio a mio padre, per il sopraggiunto imbrunire, mi sono sentito additare come colui che abusava della sua condizione visiva quando gli facesse comodo. Da allora, per evitare guai, non sono più andato allo stadio.
Purtroppo, come sottolineavo poc’anzi, non c’è nemmeno la cultura del sapere la differenza tra un ipovedente e un non vedente, basti pensare che solo un quarto della popolazione conosce tale differenza; mi è capitato in diverse parti dello stivale, di camminare con il bastone, e sentirmi dire la qualunque, come da stai cercando l’acqua, siete dell’E.N.E.L., (mi è successo a Trento, insieme ad un mio amico entrambi con il bastone), cerchi i gatti con quel bastone? Quindi dopo il pifferaio magico, che attirava i topi con il suono del suo flauto, adesso c’è il bastone attira gatti. Ma quella più bizzarra, è stata un’insegnante di mio figlio in un liceo classico, che durante una riunione con i genitori, vedendomi arrivare ha esclamato: “ma cos’è, una canna da pesca?”. Perché, secondo voi, io d’inverno vado ad una riunione tra genitori e docenti con una canna da pesca?… a voi le riflessioni.
Credo che all’interno della nostra grandiosa e storica Associazione (U.I.C.I), si dovrebbe per il futuro programmare degli interventi mirati per cancellare la diffidenza che ormai aleggia su di noi, e ancor di più sensibilizzare i cittadini per capire le differenze tra ipovedenti e non vedenti.
Per farvi rendere conto ancor di più le motivazioni che mi spingono a insistere su questo punto, racconterò un episodio chiave accadutomi qualche anno fa. Era un pomeriggio d’inverno, ero uscito dal lavoro e, con un bus, ero arrivato ad un capolinea, dove si trovano diversi bus, che partono per più parti della città, diciamo pure uno snodo di linee urbane, come ce ne sono tanti in molte città. Io, dovevo tornare a casa, e ad un impiegato delle linee urbane, ho chiesto: “Mi scusi, dov’è il bus n° 110?” L’addetto, con molta tranquillità, mi rispose: “perché, non lo vedi?” Fino a qui tutto ok, in quanto non avevo ancora il bastone, e anche se l’impiegato poteva essere più gentile, non mi ha dato una risposta offensiva, in quanto non avevo certo scritto in fronte che avevo problemi di vista. Ma fu allora che io esclamai: “No, non vedo il numero , perché sono un ipovedente”. Lui rispose: “Come? A tipo vedente?”. Quando finalmente, gli spiegai la differenza tra l’ipo ed il non, mi sollevò quasi di peso per portarmi dentro il bus che mi serviva, con poca discrezione, per cercare di recuperare alla gaffe fatta.
Sarebbero tanti gli episodi che potrei ancora raccontare, ma credo di aver reso il senso del disagio che in questo momento provo sia io che molti miei amici che sono nelle mie stesse condizioni. Forse un giorno, scriverò un libro con la raccolta di tutte le storie più bizzarre, per ora mi fermo qui, nella speranza, che in futuro, quando un tg, o un giornale, darà la notizia della denuncia verso un falso cieco, se questo dopo le opportune indagini fatte dagli organi preposti, non risultasse tale, gli stessi organi di stampa che hanno dato la notizia, diano anche tempestivamente la smentita del falso scoop, per non gettare fango su una categoria che con il passare del tempo e con le false informazioni, ha perso credibilità agli occhi dell’opinione pubblica.

Anziani: L’INDIFFEERENZA, di Cesare Barca

Autore: Cesare Barca

Conversazione con la dr.ssa katia Caravello
Psicologa psicoterapeuta.

Vi è mai accaduto di trattare di un argomento che vi sta a cuore con qualcuno che avvertite assente, lontano e indifferente alle vostre spiegazioni, alle vostre perplessità?
Avviene talora che, nei momenti di maggior bisogno di ricevere un consiglio, di avvertire in altri interesse per la vostra situazione personale, per l’assoluta importanza che attribuite ad una circostanza particolare che vi investe personalmente o collettivamente vi accorgete che, malgrado la presenza fisica dell’ascoltatore avvertite la sua assoluta indifferenza e siete feriti da un penoso senso di vuoto determinato dalla totale assenza della persona a cui vorreste affidare la vostra situazione?
Ciò che può accaderci personalmente si verifica purtroppo molto frequentemente a livello sociale soprattutto quando si cerchi di esprimere un bisogno collettivo, l’urgenza di assumere una decisione che determini un comportamento socialmente rilevante.
Parliamo spesso di inclusione, di condivisione, di interdipendenza senza accorgerci che il nostro entusiasmo cade nel vuoto, che le nostre intenzioni, le nostre aspirazioni svaniscono non appena proposte
È ben vero che il combattimento contro l’indifferenza è difficilissimo: preferibile un grande entusiasmo anche se eccessivo o ingiustificato piuttosto che l’indifferenza, un nemico che non si fa conoscere, che non accetta né il confronto e tento meno lo scontro: l’indifferenza è insomma il peggior nemico, un nemico con cui non è possibile lottare.
Cosa accade, dunque, quando l’indifferenza diviene un comportamento collettivamente diffuso?
Per questo avremo con noi, nella nostra sala 98 90 50 l’amica Katia Caravello che, nella sua qualità di psicologa_psicoterapeuta con esperienza sulle problematiche sociali più gravi quali sono quelle connesse alla pluriminorazione, ci condurrà ad un approfondimento di questo morbo tanto diffuso anche oggi nella nostra civiltà così avanzata nella possibilità tecnologica della partecipazione e spesso tanto alienante e assurdamente indifferente dinnanzi alle situazioni più cogenti.
Si tratta di un tema che ci mette, per così dire, alla prova: se saremo in molti nella sala virtuale mercoledì 18 febbraio alle ore 18 vorrà dire che non accettiamo l’indifferenza, ma che vogliamo dedicare il nostro impegno per conoscere e approfondirne le cause e le implicazioni per sconfiggerla, ma se saremo in pochi, aldilà di ogni causa di possibile impedimento personale, vorrà forse significare che anche noi siamo piagati da questa malattia pressoché inguaribile.
Che ne dite, catastrofismo il mio? No davvero: siamo aperti alla speranza e proprio per questo vogliamo lottare contro l’indifferenza, una condizione che induce allo spegnimento di ogni iniziativa entusiasmante.
Ritengo che l’intervento della Dr.ssa Caravello sia invece particolarmente ricco di coinvolgimento per tentare di sanare questa insopportabile situazione in cui troppo spesso ci conduce il momento che stiamo vivendo collettivamente.

Vi aspettiamo perché possiate esprimere le vostre esperienze e le convinzioni personali, perché possiate tutti insieme contribuire alla riuscita di questo interessante incontro.

Come sempre per avere il pin di ingresso nella sala potete telefonare o scrivere a me e agli amici Nunziante Esposito e Pino Servidio.
A mercoledì, dunque, giorno 18 nella sala 98 90 50 alle ore 18.
Cesare Barca
Email: cesarebarca@alice.it
Tel. 329 20 50 972
Nunziante Esposito: email Nunziante.espositoo@alice.it tel. Tel. 349 67 23 351
Pino servidio email: Giuseppe.servidio@alice.it tel.335 80 82 002

L’accesso agli studi musicali per le persone con disabilità visiva: la tradizione e le prospettive offerte dalle nuove tecnologie, Redazionale

Autore: Redazionale

CONVEGNO

Verona, 27 febbraio 2015
Ore 15:00
Sala dei Cavalieri
Palazzo Ridolfi, in stradone Maffei 3 Verona

Contesto di riferimento
Sebbene la musica, in quanto arte dei suoni sia totalmente accessibile ai non vedenti, gli studi musicali, in Italia, in Europa e nel resto del mondo, sono in rapida decadenza.
Il metodo Braille (1829) fu inventato ed applicato fin dall’inizio proprio alla musica, per dare cioè la possibilità ai ciechi di “leggere e scrivere” la musica, e non solo di suonare o cantare esclusivamente ad orecchio.
Fino alla fine degli anni Settanta gli studi musicali hanno dato a migliaia di ciechi in Europa la possibilità di affermarsi in campo concertistico, o di lavorare talvolta con risultati eccellenti come maestri di musica; centri di produzione musicali e biblioteche musicali per ciechi fiorivano in ogni Paese Europeo, anche nei Paesi più piccoli.
Le nuove tendenze in campo metodologico e didattico, e l’affermarsi del modello di scolarizzazione integrata, al di là delle buone intenzioni, hanno contribuito a determinare un abbandono degli studi musicali.
La tendenza ad utilizzare una grande varietà di fonti, spesso difficilmente prevedibili (fotocopie, ritagli di riviste, informazioni reperibili in rete non sempre accessibili), non facilita il compito degli studenti con disabilità visiva e dell’insegnante, considerando la maggior lentezza dei canali non visivi (tatto e udito), rispetto alla vista e la necessità di predisporre in tempo utile il materiale di lavoro, in modo da “tenere il passo”, con la classe; sappiamo infatti quanto questo è importante, sia ai fini della autostima, sia per l’immagine dell’alunno con disabilità presso i compagni, con le note implicazioni sul processo di apprendimento e sul livello di inclusione.
Venendo al tema specifico degli studi musicali, o più precisamente dell’alfabetizzazione musicale, va precisato che l’ostacolo principale è costituito forse dalla distanza fra la notazione musicale comune (per i vedenti) e la notazione musicale Braille, unico strumento che consente un accesso diretto e personale allo spartito musicale, qualitativamente equivalente con la lettura visiva.
Infatti, mentre è abbastanza agevole e veloce ottenere la versione Braille di materiale testuale, dove gli elementi iconico o pittografici non siano prevalenti, lo stesso non si può dire per gli spartiti musicali.
La notazione musicale comune, infatti, visualizza lo spartito nella sua struttura e nei suoi elementi caratterizzanti (omofonia / polifonia, disegno melodico, presenza di moduli ritmici, rapporti fra le parti, presenze di segni dinamici, agogica, ornamenti, eccetera); la disposizione dello spartito sulla pagina stampata corrisponde al funzionamento della vista, che è il senso del panorama e della globalità.
Il tatto per contro è il senso della prossimità e della piccola estensione; preferisce di gran lunga operare con schemi e modelli semplici, lineari e facilmente concettualizzabili.
Per queste ragioni l’informazione musicale, nella pagina Braille, è disposta come nella pagina letteraria, ossia su righe consecutive, che vanno lette da sinistra a destra, l’una dopo l’altra. E come se ciò non bastasse, i segni Braille non possono in alcun modo richiamare alla mente il loro significato musicale, In altri termini, note, pause, alterazioni, ed ogni altro simbolo musicale, sono rappresentati in Braille con simboli che non hanno alcun legame logico o emotivo con il loro significato. Tutto quindi viene affidato al lavoro di interpretazione, che deve tener conto di un complesso di regole molto precise, ma non certo semplici, e soprattutto molto demotivanti specie per i principianti.
La pagina musicale Braille, anche per il lettore esperto, somiglia molto ad una città ricca di punti di interesse, ma senza vetrine e senza insegne, per cui il musicista può ritrovare tutti gli elementi dello spartito solo nel momento in cui il dito lettore si imbatte in quel determinato segno; un po’ come guidare nella nebbia più fitta. Il lettore non vedente quindi non dispone di un sistema di localizzazione comodo e veloce, come il suo collega vedente.
Questo stato di cose, ossia la distanza fra le due notazioni, la caratteristica dello spartito Braille, assimilabile ad una sorta di scatola nera come abbiamo detto, richiederebbe la reperibilità di personale esperto in grado di insegnare, soprattutto in fase iniziale.
Le principali conseguenze sono gli alti costi ed i tempi lunghi di produzione di materiale Braille, difficoltà di comunicazione didattica fra insegnanti, soggetto non vedente e soggetto normovedente.
A questa difficoltà relativa alla notazione, se ne aggiunge un’altra, legata alle peculiarità del canale tattile: a differenza dell’esecutore vedente, il non vedente non è in condizioni di leggere e suonare contemporaneamente, salvo il caso del canto e del solfeggio, in quanto le mani del non vedente sono il suo strumento di lettura.
Sulla base delle considerazioni su accennate, non è troppo difficile immaginare che gli studenti di musica siano ormai poche mosche bianche, che magari hanno un familiare musicista, o particolarmente dotati, o ancora hanno la fortuna di incontrare una costellazione di circostanze favorevoli, ma sono eccezioni che purtroppo confermano la regola.
Per altro verso la normativa sui conservatori musicali non prevede l’impiego di una qualunque figura di supporto, sostegno o mediazione didattica nel caso di studenti non vedenti, a differenza di quanto avviene per l’Università. Ciò non esclude ovviamente lodevoli eccezioni peraltro conosciute troppo poco.
Nonostante tutti questi ostacoli, non mancano esempi di interpreti non vedenti, anche celebri, e un notevole numero di persone che si dedicano alla musica, ma, dobbiamo ribadirlo, in questo campo pur così significativo, il principio delle pari opportunità sembra offuscato, mentre si fa ricorso a soluzioni tampone, fra cui ricordiamo l’apprendimento ad orecchio e la cosiddetta musica parlata, che altro non è se non la descrizione verbale, dal vivo o registrata, dello spartito musicale; imparare ad orecchio e musica parlata si possono combinare in varie maniere, ma non riescono a riprodurre la precisione e la flessibilità della lettura diretta attraverso il Braille.

La tecnologia e le nuove prospettive
Nel corso degli anni, soprattutto grazie ai fondi europei, sono stati realizzati vari programmi software ed alcuni servizi online, che fanno parte di un mosaico ispirato al principio delle “pari opportunità” nell’accesso agli studi musicali, le cui tessere più significative sono:
– il progetto PLAY2 (2001-2003), che ha prodotto fra l’altro la prima versione del programma Braille Music Editor, oggi distribuito dalla Biblioteca Italiana per i Ciechi di Monza, e uno dei pochi risultati di progetti europei che ha avuto un qualche seguito;
– il progetto Ebrass (2004-2005), che ha realizzato una piccola ma preziosa biblioteca musicale online;
– il progetto Contrapunctus (2006-2009), che ha realizzato il formato Braille music xml, il software Braille Music Reader e il software Resonare.

Tutti questi progetti hanno potuto trarre beneficio da alcune circostanze esterne favorevoli:
a) la realizzazione del formato Music xml, ossia di un linguaggio descrittivo formalizzato, specifico per descrivere uno spartito musicale utilizzando informazioni digitalizzate, quindi elaborabili da un computer; Music Xml è uno standard di fatto, compatibile con oltre 100 pacchetti commerciali di editoria musicale;
b) l’affermarsi ed il perfezionarsi delle cosiddette tecnologie adattive e delle tecnologie assistive, ossia di quei programmi e di quegli apparati che consentono al non vedente di interagire con il computer in maniera efficace e confortevole. Tali tecnologie consentono di utilizzare contemporaneamente ed in maniera molto flessibile diversi canali sensoriali: vista, tatto ed udito. In tal modo, ad esempio lo spartito musicale può essere ascoltato, in tutto o in parte, a parti separate, per frammenti significativi; leggerlo in Braille, su carta o su display, a seconda delle necessità; stamparlo in Braille o in notazione comune; leggerlo visivamente (per l’insegnante o il collega vedente).

Il team europeo che ha lavorato insieme per oltre 10 anni si è sforzato di ottimizzare le possibilità offerte dalla tecnologia e dall’ingegno (software), ispirandosi ad alcune idee forza:
a) sostituire per quanto possibile le funzioni visive che entrano in gioco nella lettura di uno spartito musicale, o attraverso il software, oppure utilizzando le apparecchiature in maniera appropriata;
b) arricchire di riferimenti validi la città senza vetrine e senza insegne di cui si parlava sopra, trasformandola così in una città navigabile con le risorse disponibili;
c) ridurre al minimo le barriere di comunicazione fra la persona non vedente (che può essere lo studente, ma anche l’insegnante, il direttore di coro, e la persona vedente -allievo, insegnante, corista ).
I progetti succitati hanno aggiunto nel tempo le singole tessere al mosaico, che ora, a buon diritto, può essere considerato un vero e proprio ambiente didattico inclusivo interattivo, plurisensoriale e necessariamente multimediale per gli studi musicali, capace quindi di costituire una opportunità, di inclusione scolastica e sociale, fino ad oggi del tutto inimmaginabile.

L’ultimo progetto Europeo, in ordine di tempo, MUSIC4VIP ha tentato di rispondere alla necessità di costruire tutti gli strumenti didattici, in termini di unità didattiche, manuali, corsi pilota, che dovrebbero, secondo le nostre aspettative, mettere a frutto il lavoro svolto in oltre dieci anni, consegnando alle giovani generazioni, ma anche a tutte le persone non vedenti d’Europa e fuori d’Europa, uno servizio completo che consenta loro finalmente di far rinascere la importante tradizione degli studi musicali.

Per concludere con una metafora, fino ad oggi gli sforzi sono stati dedicati a costruire l’automobile (il software), e l’autostrada (il formato Braille Music XML), ma mancavano gli autisti, o meglio, non esisteva la patente di guida. Ora abbiamo anche quella!
E per il futuro?
Per prima cosa occorre mantenere il software didattico aggiornato, anche in relazione alle nuove piattaforme mobili.
Occorrono ora norme efficaci, che diano concretezza ai buoni principi, che riconoscano anche allo studente non vedente il diritto di avere insegnanti preparati; abbiamo bisogno di diffondere i risultati e di migliorarli, il che richiede non solo risorse economiche, ma richiede impegno da parte del Sistema Scolastico. Occorre infine attivare le energie vive fra insegnanti, dirigenti, amministratori, le stesse famiglie, perché la storia dell’umanità è fatta anche di processi reversibili. E se la musica era in auge fino a 40 anni fa, perché non può tornare? Non perché ogni cieco sia anche un bravo musicista, ma per dare a tutti i ciechi la opportunità di studiare musica come i vedenti.
Tolstoy diceva che “la bellezza salverà il mondo”, e la bellezza per i ciechi è prima di tutto musica.

Il convegno è aperto a:
– Musicisti non vedenti
– Rappresentanti delle associazioni dei ciechi
– Famiglie di ragazzi ciechi
– Docenti delle scuole musicali e dei conservatori di musica
– Autorità scolastiche
– Responsabili politici locali
– Assistenti scolastici
– Stampa specializzata (rivista per gli insegnanti, per i musicisti
Con il contributo di

Interventi

15:05 Saluto di Benvenuto
Prof. Matteo Sansone
(Dirigente Scolastico Liceo Montanari)

15:00 Saluto delle Autorità presenti

I Sessione

Moderatore Prof. Giuseppe Nicotra
(Ufficio Interventi educativi UST di Verona)

15:15 Alfabetizzazione musicale e la sua importanza per una formazione efficace degli studi per i non vedenti.
Prof. Antonio Quatraro
(Presidente IRIFOR Firenze)

15:30 Musica Braille e nuove tecnologie, soluzioni didattiche musicali possibili grazie alle nuove tecnologie
M° Luigi Mariani
(docente cieco di pianoforte conservatorio di musica statale di Torino)

15:45 L’educazione musicale dei ciechi nel Regno Unito e le prospettive future grazie alle nuove tecnologie
Mr. Jonathan Darnborough
(Director of Studies in Music Departmental Lecturer in Music – Oxford University)

16:00 Nuove tecnologie per la produzione dei testi musicali in formato Braille elettronico
Prof. Giovanni Bertoni
(Arca progetti srl)

16:15 Le codifiche musicali e le implicazioni didattiche pratiche per i giovani non vedenti
Dott. Nadine Baptiste
(IRIT – University Paul Sabatier Toulouse) 16:30 Produzione dei testi musicali in Braille, l’esperienza della biblioteca polacca Edwina Kowalika
Ms. Helena Jakubowska
(Presidente biblioteca musicale Braille EK)

16:45 Le nuove tecnologie per la musica accessibile: come queste nuove opportunità possono essere sfruttate in modo da aumentare il livello di motivazione verso gli studi musicali nelle giovani generazioni
M° Direttore Leopoldo Armellini (Direttore Conservatorio di Musica di Padova)

17:00 L’accesso agli studi Musicali per i non vedenti in Germania
M° Horst Großnick
(Istituto dei ciechi di Colonia)

17:15 Pausa

II Sessione

17:30 Tavola Rotonda
Partecipanti: tutti i relatori
Ogni partecipante può avere solo 3 minuti per la sua risposta.

Q1 Qual è l’innovazione più rilevante introdotta dalle nuove tecnologie?
Q2 Quali possono essere le aspettative in termini di miglioramento delle legislazioni nazionali in materia di studi di musica per gli studenti non vedenti?
Q3 in che modo il progetto MUSIC4VIP ha contribuito alla cittadinanza europea?

18:30 Discussione Aperta

19:30 Conclusioni
Prof. Antonio Quatraro
19:30 – 20:30 Concerto pianistico di giovani musicisti ciechi
Per ulteriori informazioni contattare via email: giuseppe.nicotra@istruzioneverona.it