Be My Eyes – la nuova app per aiutare i ciechi a “vedere” ha bisogno di volontari vedenti, di Manuela Esposito

Autore: Manuela Esposito

L’Associazione Danese dei Ciechi (DAB) ha realizzato un’applicazione chiamata “Be My Eyes” che mette  in contatto le persone non vedenti con una rete di assistenti volontari tramite un collegamento audiovideo dal vivo su iPhone e iPad.

 

Be My Eyes rende la vita più facile ai non vedenti, collegandoli con assistenti vedenti attraverso un’app per smartphone; questo permette ai non vedenti di eseguire grandi e piccoli compiti e ai vedenti di avere la gioia di aiutare qualcun altro in modo semplice e informale. Ci vuole solo un minuto per scegliere la lattina giusta dallo scaffale, guardare la data di scadenza sul latte o trovare la cosa giusta da mangiare nel frigo – se si ha una buona vista – ma per gli individui con problemi visivi anche i compiti più semplici a casa propria possono spesso diventare una grande sfida. Attraverso una videochiamata l’applicazione Be My Eyes offre alle persone non vedenti la possibilità di chiedere aiuto a  un volontario vedente per le attività che richiedono una buona vista. La persona cieca “prende a prestito” gli occhi del volontario attraverso il suo smartphone. L’assistente vedente è in grado di vedere e descrivere ciò che il non vedente gli mostra filmandolo con la videocamera dello smartphone. In questo modo, sono in grado di risolvere insieme il problema con cui il non vedente si confronta. Per ulteriori informazioni è opportuno visitare il sito: http://bemyeyes.org/.

 

L’applicazione è stata lanciata giovedì 15 gennaio  alle 12.00 e da quel momento è disponibile negli AppStore di tutto il mondo. Be My Eyes è stato realizzato senza fini di lucro e i costi dello sviluppo sono stati  sostenuti dalla DAB.

 

Il servizio può essere fornito in diverse lingue, tra cui l’italiano, ma questo dipende ovviamente dalla disponibilità di volontari vedenti che parlino la nostra lingua; è importante dunque diffondere il più possibile la notizia dell’esistenza di quest’applicazione per sensibilizzare i potenziali volontari a partecipare all’iniziativa.

 

Per aderire all’iniziativa come non vedente o volontario vedente si può scaricare l’app dal sito http://bemyeyes.org/ (requisito minimo di età: 17 anni). Per diffondere la notizia sull’esistenza dell’app si possono ri-twittare i seguenti tweet:

https://twitter.com/UICIesteri/status/555721947271942144 (in italiano)

https://twitter.com/euroblind/status/555722239422001156 (in inglese)

o condividere il seguente post su facebook:

https://www.facebook.com/uici.ufficioesteri

 

Tecnologia e Accessibilità: ATM di Poste Italiane: software che vocalizza tutte le operazioni di prelievo, di Nunziante Esposito.

Autore: Nunziante Esposito

E’ ormai più di un lustro che collaboro, nell’ambito delle attività svolte dalla Commissione OSI, con i dirigenti e gli ingegneri dei Servizi Integrati di Poste Italiane di Napoli.

Questa esperienza, iniziata quando siamo stati chiamati a verificare l’accessibilità di un ATM intelligente che stavano realizzando con la collaborazione della facoltà di ingegneria dell’Università di Benevento, alla fine, ha prodotto una enorme delusione, dopo tutte le aspettative che aveva creato.

Dopo sei anni, di quasi assoluto silenzio in merito agli ATM intelligenti, abbiamo avuto da Poste italiane la richiesta di effettuare i test per verificare l’accessibilità di un software che rende l’ATM a guida vocale per un utilizzo in piena autonomia per un disabile visivo.

Nonostante abbiamo problemi di usabilità con il sito in generale ed ultimamente anche di accessibilità per il servizio del telegramma on-line che non si può più fare in piena autonomia per chi utilizza uno screen-reader, fortunatamente, dobbiamo dire che Poste Italiane è l’unico gestore ad annoverare tra i suoi prodotti il dispositivo per la firma Digitale Remota accessibile. Inoltre, è stata già avviata una collaborazione per cercare di eliminare dal sito di Poste Italiane quei problemi di usabilità e di accessibilità attualmente presenti.

Aver avuto questa richiesta di test per il software che vocalizzerà tutti gli ATM, ci inorgoglisce da un certo punto di vista, ma ci preoccupa per le aspettative che può generare tra i disabili visivi e per le conseguenti delusioni nel caso questo progetto, per una qualsiasi ragione, non fosse realizzato.

Dopo il test eseguito al software come ci è stato richiesto, test che riporto di seguito per far anche capire con che cosa abbiamo a che fare, con i tecnici intervenuti abbiamo anche parlato di alcuni problemi che ci sono stati segnalati da altri disabili visivi:

– App per iPhone che non consente di concludere le transazioni a causa del pulsante di conferma che non viene intercettato da VoiceOver.
– La possibilità, di cui si parla sul sito stesso, di eliminare il lettore vocale per eseguire le operazioni dispositive per Bancoposta.

Fortunatamente, ho trovato nelle persone con le quali ho eseguito il test, gli interlocutori giusti che hanno preso in carico questi problemi, promettendo di verificare e di venirci incontro con la loro risoluzione.
Riprendendo il discorso per il test eseguito, se si adotterà questo software su tutti gli oltre 7000 ATM di Poste Italiane, sarà una cosa importantissima per tutti i disabili visivi.

Infatti, tutti questi ATM vocalizzati, in aggiunta a tutti quelli che le banche hanno già vocalizzato in precedenza, possiamo dire tranquillamente di aver risolto il problema del prelievo in piena autonomia. La ragione è presto detta: gli ATM di Poste sono distribuiti in modo capillare su tutto il territorio italiano.

Con la speranza che questa modifica strutturale a queste macchine sarà realizzata come programmato, ecco di seguito il test del software per vocalizzarlo che ho eseguito per conto della Commissione OSI, su un ATM di Poste.

Premessa:

– Come concordato con i tecnici di Poste, per tramite della dr.ssa Pina Russo, il test è stato eseguito presso l’Ufficio Postale Centrale di Castellammare di Stabia (NA), in data 17 Luglio 2014, alle ore 11,30. Praticamente sotto casa mia.
– Erano presenti tre tecnici di Poste italiane, la dr.ssa Pina Russo ed il sottoscritto.
– Il test è stato eseguito sul dispositivo ATM dell’ufficio postale esternamente all’ufficio dove era dislocato. In pratica il normale ATM dell’ufficio.
– Questo ATM è stato preparato con il software da testare che consiste nel rendere l’ATM accessibile con guida vocale.

Esecuzione del test.

Consegnatami una cuffia ed avuto le giuste indicazioni per trovare la presa Jack per inserire lo spinotto, ho predisposto il tutto per ascoltare i messaggi dell’ATM.

Per avviare la guida vocale, come già previsto su molti ATM di banche che hanno i loro bancomat a guida vocale, ho premuto il numero 5 che presenta il classico puntino in rilievo.

La voce guida, tra l’altro prodotta con la sintesi vocale Paola della Loquendo, mi avvisava che se avessi premuto di nuovo il 5, avrei avuto in voce le istruzioni per usare l’ATM a guida vocale.

Il volume era alquanto basso per un ambiente aperto dove stavo operando, per cui, su indicazioni del tecnico, ho cercato il pulsante per aumentare il volume, quindi, ho seguito il filo delle cuffie, ho individuato il jack e sopra di esso ho trovato il pulsante per aumentare il volume.

Ho premuto di nuovo il 5 ed ho ascoltato quanto mi veniva riferito. Nei messaggi mancavano delle indicazioni, cosa che ho fatto subito presente e i tecnici hanno preso nota per aggiungerle nella versione definitiva.

Il tastierino numerico è quello tradizionale, per capirci, come quello del telefonino. Proprio a fianco del tastierino numerico, sul lato destro, ci sono 4 tasti di grandezza quasi doppia rispetto ai tasti del tastierino. Dall’alto verso il basso, abbiamo:

– Un tasto contrassegnato con una X in rilievo. Serve ad annullare l’operazione.
– Un tasto con una lettera C in rilievo. Serve a cancellare l’ultimo carattere inserito.
– Un tasto con una lettera O in rilievo. Serve a confermare. Insomma, con questo tasto si dà il consenso quando chiesto. Equivale a rispondere sì ed accettare.
– Un tasto senza indicazioni. E’ un tasto libero che al momento non serve.

Mi è stata consegnata una carta Bancoposta per eseguire un prelievo reale. Inizialmente non sapendo come inserire la carta, ho dovuto avere delle indicazioni dal tecnico che mi assisteva. Ho compreso presto che il cip che è presente sulla carta è ben individuabile per cui non ci sono difficoltà a capire che bisogna inserire la carta con il cip rivolto verso l’alto e con il lato più vicino ad esso in avanti.

Una volta avuta questa indicazione, è difficile che la si possa dimenticare. Inoltre, c’è da dire che la carta non può essere inserita in modo errato, per cui, al massimo si perde solo tempo.

Inserita la carta nell’apposita feritoia indicata anche nelle spiegazioni, la voce guida mi ha chiesto il pin di sicurezza. Il pin mi è stato dettato ed è stato semplice inserirlo. Ho poi dato la conferma pigiando il tasto con la lettera O.

La voce guida mi ha avvisato di attendere. Dopo qualche manciata di secondi, mi ha chiesto di inserire la cifra da prelevare e di confermare l’operazione.

Ho inserito il numero come mi è stato suggerito, ed ho confermato con il terzo tasto. Non c’è alcun bisogno di inserire i decimali, perché come già sappiamo, è possibile prelevare solo cifre intere.

La voce guida mi ha informato che stavo effettuando un prelievo della cifra digitata e che per continuare dovevo confermare. Ho premuto di nuovo il terzo tasto ed ho confermato.

Sullo schermo è comparsa la scritta non vocalizzata che mi chiedeva se desideravo la ricevuta, invitandomi a confermare. Anche questa anomalia, visto che la sintesi mi leggeva solo sì o no, è stata annotata dai tecnici e sarà messa a posto nella versione definitiva del software.

Avendo perso tempo, si è annullata l’operazione e la sintesi mi ha invitato a riprendermi la carta. Ho ripetuto l’operazione ed ho effettuato il prelievo per la persona che mi ha fornito la carta Bancoposta.

Avendo Poste Pay, ho fatto un prelievo in piena autonomia anche con la mia carta sul mio conto. E’ stata una cosa bellissima, visto che è la prima volta in tre anni che ho potuto effettuare un prelievo in piena autonomia.

Siccome ho chiesto per l’ipovisione, mi hanno informato che al momento di pigiare il numero 5, lo schermo diventa di colore nero e le scritte diventano di colore giallo, con un bel contrasto ed un forte ingrandimento.

Consapevole che solo questa modalità di contrasto non è sufficiente, anzi è sicuramente insufficiente per tutte le tipologie di ipovisione, ho chiesto di far testare questo tipo di schermata anche da un ipovedente della Commissione OSI e mi hanno detto che sarà fatto un test in remoto quanto prima.

Per gli ipovedenti è importante avere la gestione del monitor in modalità accessibile, con tutti i contrasti e tutti i colori per tutte le patologie di ipovisione più importanti, ma mi hanno riferito che non sanno se sarà possibile poter implementare altro.

Comunque, in considerazione del fatto che si ha una guida vocale molto semplice e funzionale, ed essendo una operazione di brevissima durata, anche se non fossero implementati altri tipi di contrasti ed ingrandimenti per venire incontro a tutte le tipologie di ipovisione, non sarebbe un grosso danno. Infatti, sarebbe solo necessario portarsi una cuffietta per ascoltare la voce guida.

Al di la della richiesta di far effettuare un test da parte dell’ipovedente e della possibilità di implementare altri contrasti, mi sono consultato con il sig. Massimiliano Martines, ipovedente della Commissione OSI, per avere anche il suo parere in merito. Massimiliano concordava con me che non era necessario fare altro e che era già sufficiente utilizzare la voce guida, cosa che abbiamo già comunicato anche ai responsabili di Poste Italiane.

Infatti,diceva che sono troppe le variabili in gioco, tra cui: posizione dell’utente rispetto al monitor, contrasti di luce creati da fonti esterne, posizione del monitor rispetto alle fonti di luce stesse, utilizzo o meno di occhiali, eccetera, quindi, è inutile implementare altre tipologie di contrasti tra sfondo e testo. L’unica cosa necessaria, solo per coprire più tipologie di ipovisione, bisogna sostituire il contrasto attualmente scelto con quello più idoneo: sfondo nero e caratteri bianchi.

Ho chiesto anche le tempistiche di realizzazione di questo progetto su tutti gli ATM di Poste Italiane e mi hanno riferito che per il momento non si sa. Presumibilmente, è prevista la realizzazione del progetto dilazionato nel tempo a partire da Settembre-Ottobre prossimo. Il tutto è legato come sempre ai costi, sia del software, sia delle modifiche hardware da apportare agli ATM, anche se personalmente ho messo in forte evidenza la necessità di questa importante soluzione per l’autonomia di tutti noi.

Spero che questo progetto, molto importante per i disabili visivi, sarà approvato e realizzato quanto prima. Intanto, pur ringraziando Poste Italiane per questa attenzione nei nostri confronti, mi voglio augurare che non si riveli poi una chimera, come è avvenuto per gli ATM intelligenti che non sono stati più realizzati.

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`Nunziante Esposito <nunziante.esposito@uiciechi.it>`_

Accessibili i  bancomat di Poste Italiane, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

“E’ stata una grossa soddisfazione prelevare per la prima volta da un ATM di Poste Italiane, realmente dal mio conto e in piena autonomia.”
Questo il commento di Nunziante Esposito, uno dei nostri soci, che da sempre  collabora  come volontario nella commissione OSI (Osservatorio Siti Internet) dell’U.I.C.I. alla diffusione della “cultura dell’accessibilità”.
Venerdì 18 u.s. , conclusi i test di prova, egli ha avuto modo di verificare  il risultato del suo lavoro di collaborazione con Poste Italiane  per rendere accessibili ai disabili visivi gli oltre 7.000 bancomat delle Poste. Questo è un grande passo avanti per la nostra autonomia se si tiene conto che i bancomat di PI sono distribuiti capillarmente su tutto il territorio nazionale compresi i piccoli comuni , là dove le banche non sono presenti.
A presto una nota informativa di “istruzioni per l’uso”.

Luciano Paschetta

 

La Firma Digitale, i dispositivi per utilizzarla ed i disabili visivi, di Nunziante Esposito

Autore: Nunziante Esposito

Le esultanze, il buon umore per esserci riusciti, il poter dimostrare a tutti che anche noi eravamo capaci di poterla usare, ha creato in noi un ottimismo che mai avremmo pensato di perdere da li a poco e dopo tanto lavoro fatto.

Tra l’altro, con il nostro entusiasmo e soprattutto con i corsi fatti attraverso la web radio “Parla con l’Unione”, abbiamo amplificato per tantissimi disabili visivi quell’aspettativa che già di per sé crea uno strumento così importante per la nostra autonomia.

Sembra ieri, ma sono circa 10 anni che ce ne occupiamo nell’ambito del GDL IRIFOR per la Firma Digitale. Infatti, è dal 2003 che la Direzione Nazionale ha ritenuto opportuno che dovesse essere un argomento da seguire molto da vicino per quello che, in termini di autonomia, significa per i disabili visivi.

Ci eravamo illusi troppo presto per aver avuto dalla società Infocert http://www.infocert.com un dispositivo di Firma Digitale accessibile con le tecnologie che usiamo abitualmente. Questa illusione è durata appena tre anni.

Essendo ancora oggi un argomento molto importante per noi e la nostra autonomia, ed avendo avuto di recente l’approccio con la firma digitale remota, potendolo fare, vi aggiorno sullo stato dell’arte, mentre continuiamo a combattere contro questa inaccessibilità che, per le attuali leggi vigenti, non dovremmo proprio avere.

Ecco lo stato dell’arte sulla Firma Digitale e sui dispositivi per il suo utilizzo, nell’ottica dell’accessibilità per i disabili visivi.

Premessa:

– ad oggi, 23 Giugno 2014, di dispositivi di firma digitale su pendrive USB o su Smart Card, non ne esistono di accessibili, perché, l’unica che era accessibile, quella di Infocert, non è stata più aggiornata e, attualmente, non è più accessibile.
– L’unica completamente usabile con le tecnologie abitualmente usate dai disabili visivi è il dispositivo per la firma digitale remota di Poste Italiane.

Per poter usufruire di questo servizio on-line di Poste Italiane, bisogna registrarsi prima al sito e poi, dall’area privata cui si accede con le proprie credenziali, farne richiesta, espletando poi tutte le formalità che vengono indicate.

Il servizio da richiedere è comprensivo di Posta certificata, Firma Digitale Remota e disco remoto da 4 Gigabyte. E’ un unico kit che costa circa 15 Euro l’anno (costo IVA compresa). La richiesta si effettua dallo spazio privato, se si è già registrati al sito, oppure lo si acquista all’ufficio postale abilitato.

Per i possessori di una Postepay o del conto corrente BancoPosta, questo servizio è fornito gratuitamente per un periodo, al fine di poterne apprezzare l’utilizzo. Precisamente, viene fornito per un anno ai possessori di una Postepay e per tre anni ai possessori di un conto corrente Banco Posta. Attualmente sul sito di Poste non se ne fa più menzione, ma ho chiamato il numero verde 803160 e mi hanno confermato che questa gratuità esiste ancora.

Il servizio, prevede un abbinamento con un cellulare con il quale effettuare la conferma dell’operazione. Il numero di cellulare fornito, funziona da dispositivo di sicurezza. Infatti, ad ogni operazione eseguita, cosa che conoscono bene i possessori di Postepay e di BancoPosta, viene inviato sul cellulare un messaggio SMS con un numero che bisogna digitare all’interno della pagina internet con la quale si sta eseguendo l’operazione di Firma.

Al momento della installazione del software, viene verificata sul computer che si sta usando la presenza della tecnologia Java che, tra l’altro, deve essere aggiornata per poter utilizzare la Firma Digitale Remota.

Questa firma si utilizza senza nessun dispositivo hardware, quindi, si tratta solo di collegarsi al sito ed espletare le operazioni di firma di un documento.

Al momento di firmare il documento scelto, bisogna fornire le credenziali di accesso al sito di Poste per poter utilizzare questo servizio.

Nel tempo, quando ci sono aggiornamenti della Java Virtual Machine o del software stesso di firma, ne siamo informati ad ogni avvio e dobbiamo obbligatoriamente aggiornare, pena il non funzionamento del software.

L’utilizzo di questo dispositivo di Firma Digitale Remota di Poste Italiane, l’unico verificato ed usabile in ogni sua parte, necessita di una certa dimestichezza con il computer e con le tecnologie assistive usate. In particolare, l’utente che volesse utilizzare questo servizio di firma Digitale, deve avere una certa preparazione. In particolare:

– essere un buon utilizzatore del computer, con piena padronanza dei comandi della tecnologia assistiva usata. Non deve necessariamente essere uno smanettone, ma deve essere perfetto conoscitore della gestione risorse e della navigazione Internet.
– Conoscere molto bene l’utilizzo del proprio cellulare per poter velocemente leggere l’SMS che viene inviato dal sito ad ogni operazione di Firma. E’ necessario poter individuare al più presto possibile il codice dispositivo da inserire nella pagina per poter confermare l’operazione. L’operazione consente un tempo massimo di un minuto, quindi, in tale tempo, bisogna aprire l’SMS, leggere il codice di 8 cifre e digitarlo nel campo editazione apposito della pagina Internet.

E’ bene che si sappia che la Commissione OSI è già in contatto con Poste Italiane per cercare di far modificare tale tempo e consentire di non avere problemi nella conferma di una operazione di Firma. Siccome si tratta della sicurezza, sapete meglio di me che i programmatori sono sempre restii ad apportare modifiche che possono mettere in pericolo i nostri dati, quindi, per il momento dobbiamo sopperire con la nostra preparazione a leggere in modo veloce i messaggi SMS.

Per i possessori di una carta prepagata Postepay o di un conto corrente Bancoposta, penso sia molto conveniente approfittare di questa promozione gratuita per il periodo indicato sopra. Se non altro, si può provare ad usare questo dispositivo di Firma Digitale Remota e poterne apprezzare l’utilizzo.

Per indicazioni pratiche di utilizzo e di installazione, mi potete contattare via email e vi posso inviare il materiale già disponibile e pubblicato in precedenza sul giornale Uiciechi.it.

Nunziante Esposito
nunziante.esposito@uiciechi.it

 

Informatici Senza Frontiere, finale al Premio Mondiale WSIS (ONU) per Strillone/Paperboy- di Lorenza Pilloni

Autore: Lorenza Pilloni

Rappresenta l’Italia dell’eccellenza e si chiama Strillone/Paperboy, la app creata da  Informatici Senza Frontiere e dedicata all’audiolettura di giornali e contenuti testuali per ipovedenti e non vedenti, oggi unica finalista italiana nel Premio Mondiale WSIS 2014 dell’ITU, agenzia per le telecomunicazioni delle Nazioni Unite.Tempo fino al 18 aprile per votarla online e portare all’Italia un premio internazionale prestigioso.

In allegato il comunicato stampa ed una presentazione dell’associazione, con preghiera di pubblicazione e divulgazione.

Treviso, 14 aprile 2014

COMUNICATO STAMPA

 Continua fino al prossimo 18 aprile la fase di voto aperta a tutti che può portare alla vittoria

Finale al Premio Mondiale WSIS (ONU) per Strillone/Paperboy

La app per ipovedenti e non vedenti dell’onlus Informatici Senza Frontiere unica finalista italiana al prestigioso Premio dell’ITU

Rappresenta l’Italia dell’eccellenza e si chiama Strillone/Paperboy, la app creata da  Informatici Senza Frontiere e dedicata all’audiolettura di giornali e contenuti testuali per ipovedenti e non vedenti, oggi unica finalista italiana nel Premio Mondiale WSIS 2014 dell’ITU, agenzia per le telecomunicazioni delle Nazioni Unite.

La sua strada però ancora non è finita, visto che c’è tempo fino al 18 aprile per partecipare online alle votazioni aperte a tutti attraverso il link http://groups.itu.int/stocktaking/WSISProjectPrizes2014/WSISProjectPrizes2014Voting.aspx offrendo l’occasione al Premio Mondiale di vestire tricolore in un momento difficile per il nostro Paese, a patto di votare per tutte le 17 sezioni del Premio (Strillone è nella 3^).

Un bel centro messo a segno dell’associazione Informatici Senza Frontiere (www.informaticisenzafrontiere.org), nata appena nel 2005 da un gruppo di manager italiani del settore con l’obiettivo di combattere il digital divide e creare una forte liaison tra le nuove tecnologie ed il sociale attraverso un uso intelligente ed innovativo dell’IT.

Strillone, ribattezzato per l’occasione con il nome più internazionale di Paperboy, è risultato geniale proprio per la sua immediatezza e semplicità che lo distingue dalle tante applicazioni che, mediante la sintesi vocale, consentono a persone non vedenti di ascoltare cosa “accade” sullo schermo. Strillone sfrutta, infatti, la cosa più immediata che può avere a propria disposizione un non vedente che utilizza uno schermo touch: GLI ANGOLI.

Anche per chi ha problemi visivi è infatti facile, tenendo in mano il telefono, il tablet o il PC desktop, identificarne i quattro angoli dello schermo. Ad ognuno di essi è associata un’azione: scegliere uno dei giornali associati, sfogliarne le sezioni principali, scorrerne gli articoli, scegliere quello di proprio interesse e “leggerlo” con l’ausilio di una guida vocale. Si può però anche, con estrema facilità, cambiare idea e tornare indietro, risentire i titoli principali, passare ad altra sezione oppure cambiare giornale, tutto unicamente sfruttando gli angoli dello schermo.

Facile anche per tutti i redattori di  giornali cartacei o online aggiungere la propria testata a Strillone: basta scrivere a dino.maurizio@informaticisenzafrontiere.org.

Informatici Senza Frontiere ONLUS – via Fonderia 47/a – 31100 – Treviso

LASSOCIAZIONE E LA SUA STORIA

La comunità internazionale si mobiliti per garantire ai paesi poveri l’accesso alle nuove tecnologie. Solo così ci sarà la democrazia digitale”.  Kofi Annan, Tunisi, 16 novembre 2005

 Alla fine del 2005 un gruppo di manager italiani del settore informatico decide di dare una risposta a questo invito importante e di utilizzare le proprie conoscenze per contribuire a colmare il divario digitale, in Italia e negli altri Paesi. Nasce così Informatici Senza Frontiere ONLUS, organizzazione no-profit  che si prefigge l’obiettivo di utilizzare le conoscenze informatiche come strumenti per fornire un aiuto concreto a chi vive in una situazione di povertà e di emarginazione o come mezzo per offrire delle possibilità in più di inserimento sociale alle categorie disagiate.

In quasi dieci anni di attività , Informatici Senza Frontiere è cresciuta ed ha oggi dieci sezioni regionali con più di 300 membri, uomini e donne, esperti informatici e non, che stanno contribuendo agli obiettivi dell’associazione attraverso la creazione di corsi, l’informatizzazione di ospedali rurali e di centri di accoglienza, la creazione di programmi specifici e di reti informatiche, la collaborazione con le scuole, le università e le carceri e mediante la realizzazione di applicazioni dirette nel mondo della disabilità.

Informatici Senza Frontiere in questa area di intervento è considerata così importante e innovativa  che le Nazioni Unite lo scorso maggio hanno invitato l’associazione a presentare una parte del suo lavoro a Ginevra, durante il Vertice Mondiale sulla Società dell’Informazione Forum 2013 ITU, riconoscendola come realtà rappresentante a livello europeo di ciò che l’IT può fare nel difficile campo della disabilità.

In questo momento la app ” Paperboy/Strillone” creata da Informatici Senza Frontiere per le persone ipovedenti e non vedenti per aiutarle nell’audiolettura di quotidiani, periodici e di altri contenuti testuali, è finalista nel Premio Mondiale 2014 ITU WSIS.

LA   FILOSOFIA DI I.S.F.

Per i fondatori e membri di Informatici Senza Frontiere avere accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione rappresenta un prerequisito essenziale per lo sviluppo sociale ed economico.

I 300 soci che vi operano quotidianamente sono convinti che le tecnologie dell’informazione dovrebbero essere considerate beni essenziali perché capaci di semplificare procedure, velocizzare contatti, aprire mercati, mettere in comunicazione in pochi minuti migliaia di persone accorciando le distanze che le separano.

In definitiva Informatici Senza Frontiere è la realizzazione, nella sua massima espressione, della comunità internazionale che si mobilita per combattere il digital divide e garantire la forma più genuina di democrazia, ossia quella in cui ogni cittadino può essere parte attiva della vita della propria comunità ed avere a portata di mano tutto il sapere umano, assieme alla possibilità di arricchirlo

LE MODALITÀ DI INTERVENTO  

Vista la caratteristica di trasversalità intrinseca nell’informatica, oggi presente in qualsiasi settore –dalla medicina all’istruzione, dalla gestione della cosa pubblica, all’agricoltura–, Informatici Senza Frontiere opera sia in modo indipendente, ma spesso assieme ad ONG o altre associazioni no profit.

Oggi è il “braccio informatico” di tante realtà nel mondo del volontariato come Cuamm – Medici con l’Africa, Terre Solidali, ASLA, etc…

La rete di collaborazioni non si ferma però alle associazioni, ma tocca le Università, con le quali ha continui scambi di tipo professionale e con le quali ha anche una ormai lunga storia di tesi sperimentali (Bari, Pisa, Venezia, Padova, Torino, Milano).

 

I CAMPI DI ATTIVITÀ

In questi anni sono centinaia i progetti sviluppati da ISF in Italia e nel mondo, prevalentemente nei seguenti settori:

  • Open Hospital

Open Hospital è un software open source di gestione ospedaliera sviluppato da ISF per aiutare gli ospedali nei Paesi in via di sviluppo a migliorare il loro funzionamento nella gestione quotidiana. Attualmente è installato e utilizzato in diversi ospedali in Kenya, Tanzania, Uganda, Etiopia, Benin e Afghanistan: un gruppo di soci ISF si occupa costantemente di svilupparlo e aggiornarlo per renderlo sempre più utile e funzionale. Per il futuro prossimo l’accordo di collaborazione già siglato tra ISF ed alcune ONG consentirà la diffusione del programma in molti altri ospedali africani.

In Italia il programma è stato implementato diventando così un Sistema Informativo Clinico che è stato utilizzato, ad esempio, per la gestione di una realtà particolare come il CEntro SAlute IMmigrati di Verona che si propone di fornire servizi medici ambulatoriali a persone immigrate prive di regolare permesso di soggiorno e di tessera sanitaria.

Il software, open source, è scaricabile gratuitamente dal sito www.informaticisenzafrontiere.org. Il personale di Informatici Senza Frontiere è disponibile per formare il personale ad utilizzarlo, adattarlo a singole esigenze o implementarlo.

  • Realizzazione di aule di informatica

La realizzazione di un’aula informatica, anche piccola, può essere di grande aiuto per il funzionamento e per il miglioramento della vita in alcuni ambienti difficili.

Grazie al progetto Bambini al PC, ad esempio, i bambini ricoverati in ospedale per lungo tempo hanno la possibilità di continuare a comunicare con la famiglia e gli amici, giocare e seguire le lezioni scolastiche attraverso l’uso di computer messi in rete.

Anche in Africa le aule di informatica realizzate in Università e Ospedali permettono un miglioramento nella qualità della vita, del lavoro e delle relazioni.

  • Programmi specifici per la disabilità

ISF ha un occhio di riguardo per chi soffre in seguito a disabilità o a malattia, nella convinzione che la possibilità di comunicare e coltivare i propri interessi sia una componente imprescindibile di una vita dignitosa.

Ecco allora che  nascono “I.S.A. – I Speak Again”, programma open source appositamente studiato per chi non può comunicare se non con gli occhi, “Musical Instruments for Persons with Disabilities”, software specifico per ridare la possibilità di suonare a chi non lo può più fare in seguito a disabilità ed il recente “Paperboy/Strillone”, app studiata per permettere ai non vedenti di leggere il proprio giornale preferito comodamente, da telefono o tablet.

Nel caso di I.S.A. la versione base permette a tutti gli utenti che dispongono di un pc e di una webcam di utilizzare immediatamente il programma. Da casa, da un letto di ospedale, da ovunque si trovino. Gratuitamente e senza dover configurare nulla.

  • Intervento in situazioni di emergenza 

Il blocco dei sistemi informatici è l’altra faccia di tante situazioni di emergenza. ISF interviene con i suoi volontari in queste situazioni direttamente sul campo, nel tentativo di velocizzare le operazioni di ripristino di linee, reti, pc e sistemi.

Nel caso del recente terremoto in Emilia Romagna, ad esempio, il supporto di 35 volontari ed il coinvolgimento di aziende di informatica che, gratuitamente, hanno fornito materiale tecnico, hanno reso possibile un veloce ripristino del sistema di comunicazione.

  • Consulenza organizzativo-informatica

ISF si offre come partner  di Università, ONG, associazioni, ospedali che necessitino di consulenze organizzativo-informatiche per la realizzazione dei loro progetti. Queste possono riguardare la progettazione e realizzazione di software, lo sviluppo di programmi, applicazioni, reti informative, siti Internet, il training e la consulenza sistemistica.

Molte le iniziative già avviate in questo senso che hanno portato alla realizzazione di progetti di telemedicina e di microcredito.

  • Alfabetizzazione, formazione e diffusione informatica

Informatici Senza frontiere ONLUS organizza corsi di informatica di base e più avanzata, in Italia e nel mondo, gratuitamente, a persone che vivono emarginazione e disagio sociale: nelle comunità, nei circoli anziani, nelle carceri… L’informatica diventa così opportunità: di lavoro, di integrazione, di comunicazione, di socializzazione.

Seminari specifici come “Bimbi nell@ rete” sono poi rivolti ai ragazzi ed ai loro genitori, per insegnare loro a trarre il meglio dalla rete, attivando le giuste protezioni e precauzioni per far sì che Internet sia un’opportunità anziché un pericolo per i piccoli navigatori.

rivere a dino.maurizio@informaticisenzafrontiere.org.

 

Giusta e motivata protesta verso i gestori del portale di yahoo, di Luigi Loglisci e Teresa Carota e risposta di Nunziante Esposito

Autore: Luigi Loglisci e Teresa Carota e di Nunziante Esposito

Da un po’ di tempo a questa parte, il grande colosso yahoo, ha cambiato la struttura del suo sito facendolo diventare quasi completamente grafico e rendendolo del tutto inaccessibile a noi non vedenti, che per poter leggere il contenuto delle pagine dobbiamo avvalerci dell’uso di uno screen reader.
Noi che siamo fondatore/moderatore di un gruppo ospitato sui vostri server, (tirreniauic), troviamo enormi difficoltà nel poterlo gestire, in quanto la pagina di gestione è stata completamente stravolta, rispetto al modo in cui era strutturata fino a qualche mese fa.
Siamo tanti non vedenti a gestire dei gruppi, e quindi siamo in tanti che ogni giorno facciamo i salti mortali per poter far fronte alle mille difficoltà che comporta la gestione di un gruppo su yahoo.
Questa decisione di cambiamento di uno dei più grandi portali del web, quale è per l’appunto yahoo, a nostro parere, è, da parte loro, una grave mancanza di rispetto e sensibilità verso tutte quelle persone che, per qualsiasi motivo, ora come ora, si trovano di fronte ad enormi difficoltà nell’accedere a tutti i servizi che yahoo mette a disposizione della propria utenza.
E spesso queste difficoltà sono insormontabili!
Anche persone che non hanno problemi di vista, trovano assolutamente impraticabili le pagine di questo portale, è difficile anche per loro scaricare la posta, gestire gruppi, passare da una pagina all’altra, accedere a servizi, ecc.,
Come si può constatare accedendo dal link sottostante al forum di discussione di yahoo.
https://yahoo.uservoice.com/forums/223567-it-groups
A noi tutto questo ci viene completamente precluso, e in una società civile che si rispetti, è veramente vergognoso e inaccettabile.
Pertanto chiediamo con forza, a chi di dovere e che abbia le dovute competenze, che venga ripristinata l’interfaccia precedente, che abbiamo usato per tanti anni e che permetteva anche a noi che abbiamo bisogno di utilizzare degli ausili informatici, di usufruire a pieno di tutti i servizi offerti da questo portale, in piena autonomia e al pari di tutti gli altri.
Invitiamo tutti coloro che sono interessati, o che comunque hanno una certa sensibilità verso le problematiche di noi disabili, che per forza di cose siamo più svantaggiati rispetto a chi di problemi non ne ha, ad aderire a questa nostra protesta e a condividerla con quanti più contatti è possibile e con ogni mezzo a propria disposizione, affinché si possa costringere le persone preposte alla gestione di questo portale, a rivedere le proprie decisioni di cambiamento, prese senza minimamente tener conto dell’impatto negativo che esso può avere sulla fruizione da parte degli utenti svantaggiati e non.
Ringraziamo tutti coloro che, insieme a noi, si faranno carico di portare avanti questa iniziativa dandoci una concreta mano, facendo il passaparola su tutti i social network e non solo, per eliminare ogni sopruso da parte di questo grande colosso dell’informatica.
Luigi Loglisci
Teresa Carota

Di seguito la risposta di Nunziante Esposito
Con le mailing-list di Yahoo, ma vale anche per quelle di Google, noi disabili della vista siamo stati sempre un po’ in difficoltà, non tanto per la complessità delle operazioni da fare, ma per la complessità del sito stesso.
Me ne sono occupato qualche anno fa, quando al termine del mio corso per la navigazione Internet con uno screen-reader, pubblicata su Uiciechi.it, mi parve una cosa giusta scrivere tutte le procedure e dare a tutti i disabili visivi che non le avevano, le conoscenze sul come creare e gestire una lista Yahoo.
Scrissi tutta una dissertazione con la quale spiego dal momento della creazione di una lista, alla messa in regime e gestione della lista stessa. Purtroppo per noi, le cose cambiano, talvolta non in meglio, quindi, siamo continuamente alla ricerca di soluzioni quando all’improvviso ci troviamo cambiate le carte in tavola.
Quando una fregatura ce la da un sito di poca importanza, anche se utile, talvolta non gli diamo nemmeno peso e ne cerchiamo un altro simile, ma quando si tratta di un colosso come Yahoo, ognuno si lamenta, e la mente va subito all’accessibilità e alle leggi vigenti, chiedendo a chi se ne occupa in seno all’unione, di intervenire per far sentire la voce di protesta della base associativa.
Forse sarò anomalo come cieco, o forse sarà perché mi occupo di accessibilità da tanti anni, ma quando capitano queste cose, prima di pensare e gridare alla discriminazione, e ancor prima di quelle imprecazioni che sono immancabili quando ci rendono la vita ancora più difficile di quella che ci tocca vivere, mi metto subito a cercare una eventuale soluzione che, quando c’è, è una soddisfazione poi poterla offrire a tanti amici in difficoltà.
Quando ho avuto le prime telefonate e qualche email su quello che aveva combinato Yahoo con la gestione delle liste, avendo in gestione alcune liste della nostra associazione, mi sono immediatamente attivato e purtroppo mi sono reso conto che il guaio era molto grosso, con una inacessibilità che all’impatto sembrava insormontabile. Mi sono messo a leggere il codice HTML e capite alcune cose, ho cercato e trovato la soluzione che eliminava quell’impatto tremendo con la pubblicità interattiva.
Purtroppo, questo tipo di pubblicità con la quale è possibile anche convivere se si hanno i mezzi adatti, come le macchine di ultima generazione e l’ultimo screen-reader prodotto, è un sistema di pubblicità che offre il sito e che si adegua ad ognuno di noi in base alle abitudini di navigazione che abbiamo, una sorta di automatismo che, per i vedenti, semplifica tanto la loro navigazione.
Anche se il sito di Yahoo attuale non è tutto completamente accessibile ed immediato come lo era prima, se si comprendono certi meccanismi, come lo è per tutti i siti interattivi, come Yahoo stesso, Facebook, YouTube, eccetera, poi, con un po’ di esperienza e abitudine si riesce a fare tutto.
D’altronde dobbiamo anche capire che non possiamo fermare il mondo da questa enorme evoluzione, per cui Internet va verso una completa interattività. Meno male che questi hanno consentito di eliminare questa invasione di pubblicità e news.

Insomma, anche se ora Yahoo non è più semplice ed immediato come prima, vediamo come rabbonire l’account dalla pubblicità interattiva, unica causa del nostro disorientamento.
Purtroppo, la pubblicità interattiva, come su Facebook, tra l’altro, cambia a seconda di quello che facciamo e di quello che ognuno di noi si occupa navigando in rete. Tanto per capirci, è una sorta di maledizione, perché le cose cambiano continuamente, quindi, non è possibile nemmeno imparare i percorsi, perché ogni volta dovremmo imparare posizioni diverse.
E’ la stessa ragione che induce molti disabili visivi che utilizzano uno screen-reader ad usare Facebook Mobile, talvolta senza sapere che alcune cose sulla versione mobile non ci possono essere e che si può fare tutto anche con la versione normale, oviamente tranne le cose grafiche per le quali solo un occhio in prestito ce le fa fare.

Tornando al problema del nuovo sito di Yahoo, se dalle impostazioni del nostro account Yahoo eliminiamo news e pubblicità interattiva, cosa che possiamo fare dando invio su un link, la musica cambia moltissimo. Ovviamente, poi dobbiamo solo abituarci ad usare i menu a pulsanti e le nuove posizioni di link e altri comandi per la gestione della lista.
Da notare che purtroppo i menu a pulsante si gestiscono male con Internet Explorer fino alla versione 7 con XP. Per avere una discreta gestione di questi menu a pulsanti, bisogna avere Windows XP SP3 e Internet Explorer 8.
Infine, considerando che Windows XP il prossimo mese di Aprile viene dismesso da Microsoft, non fornendo più supporto per gli aggiornamenti, con Windows 7 e Windows 8, vi posso dire che il tutto funziona bene con Internet Explorer 9, 10 e 11, sia a 32 bit, sia a 64 bit, nonché Google Chrome e Mozilla Firefox, e si utilizzano bene con le versioni di Jaws a partire dalla 11 in poi, sia a 32 che a 64 bit.

Prossimamente proverò anche con NVDA e ne darò informazione come mio solito.
Per eliminare la pubblicità, dobbiamo prima trovare il link email per entrare all’interno della gestione della nostra email e poi fare la disabilitazione.
Basta cercare sulla pagina con control più F, oppure, mettiamo i link in elenco e troviamo il link per gestire la nostra email Yahoo. A fatica, proprio per l’interattività del sito, si può fare la ricerca anche con le frecce o con il tab, ma ve lo sconsiglio.
Dando invio su questo link, si apre una pagina zeppa anch’essa di pubblicità e news.
Quando si apre la nuova pagina, fermiamo lo screen-reader, cerchiamo la parola pubblicità o mettiamo i link in elenco e troviamo il link elimina la pubblicità.
Una volta trovato il link, basta premere invio e già siamo a posto.
Non ci resta che uscire dal nostro account Yahoo con log-out (esci) e quando rientriamo, non ci sembrerà vero: la semplificazione è proprio tanta. Per non dimenticare, vi dico subito che, se vi capitasse di rientrare per una qualsiasi ragione all’interno della gestione del profilo Yahoo, si rimette in automatico la pubblicità interattiva.
Spero con questo articolo di avervi dato l’imbeccata giusta al superamento della difficoltà maggiore e che ogni gestore di lista disabile visivo riuscirà a mettere a posto le impostazioni del suo profilo Yahoo e di iniziare a capire come funzionano i nuovi comandi.
Dobbiamo abituarci al nuovo Web e ve ne accorgerete da soli. Questi comandi di Yahoo, sempre gli stessi, sono ora raggruppati in menu a pulsanti, quindi, quando siamo su questi menu, premiamo invio e il menu si apre. Poi i comandi sono sempre gli stessi con link o pulsanti.

Resto a disposizione se qualche cosa non fosse proprio chiara.

`************`

Per ulteriori spiegazioni, scrivere a: `Nunziante Esposito
nunziante.esposito@uiciechi.it

 

Aspettando la quarta generazione, di Giuseppe Bilotti

Autore: Giuseppe Bilotti

Strano, ma Il futuro è  già qui, di conseguenza non  possiamo  far finta di niente  per tale momento.
 Noi tutti dobbiamo essere preparati   al cambio epocale che  avrà luogo "domani". 
Una  conversione  della tecnologia delle trasmissioni che ci impone ad affermare chi ha tempo non aspetti  altro tempo.
Oggi, stiamo   per diventare testimoni del passaggio alla quarta generazione delle comunicazioni. La nostra vita certamente cambierà e si trasformerà in modo irreversibile.
Siamo arrivati alla quarta generazione delle comunicazioni mobili, delle tecnologie senza fili che hanno contribuito in maniera determinante a cambiare la nostra vita. E che con l'avvento del 4G la cambieranno ancora di più.
Come? Con la velocità dei collegamenti che se oggi vanno dai 2Mbps ai 20 dell'Adsl e dai 2 ai 14.4 Mbps del 3G (cioè la tecnologia che funziona oggi nella maggioranza dei nostri telefonini domani arriveranno ai 100 Mbps in movimento e 1 Gbps da fermi del 4G. abbreviazioni che possono essere  Arabe per chi non è addentrato nella tecnologia ma il loro  contenuto cambierà Tutto quello che facciamo in casa o in ufficio con i nostri computer o device mobili (guardare video facilmente, usare i servizi cloud…) sarà possibile anche mentre siamo in strada. Sarà possibile ovunque.
Scaricare un quotidiano o un libro sarà immediato, vedere un filmato su YouTube avverrà senza soste, il trasferimento di  libri o giornali in file di grandi dimensioni ci porterà via pochi secondi, navigare in Rete sarà un'esperienza immediata e fluida, consentendoci di essere connessi al web in ogni momento e dovunque, con la stessa qualità, anzi con maggiore velocità, del collegamento casalingo. Insomma, il mondo connesso dal 4G sarà diverso da quello odierno, con terminali che diventeranno sempre di più delle postazioni connesse e sempre meno dei telefoni cellulari. Perché il 4G non significa soltanto velocità, ma anche la possibilità di accedere da qualsiasi posto a un'immensa quantità di dati.
E, siccome milioni di consumatori guarderanno video, aggiorneranno social network, effettueranno transazioni finanziarie, giocheranno, scaricheranno film, vedranno programmi tv, leggeranno giornali o libri, ascolteranno musica in movimento. 
pensati ad hoc per questo tipo di collegamenti e per le macchine in grado di utilizzarli:
applicazioni multimediali che oggi sono impensabili o strumenti di lavoro che attualmente sono disponibili soltanto per i computer più potenti da tavolo, con sistemi cloud, tutti i nostri archivi, sempre e immediatamente accessibili in modo rapido.
Il futuro è già iniziato, non solo negli Usa o in Asia, ma anche in Italia, dove i quattro operatori mobili hanno già presentato le loro offerte ai consumatori, sebbene la copertura del territorio sia solo all'inizio e sia concentrata soprattutto sulle grandi città, e solo su alcune frequenze di trasmissione. Ma il passaggio al 4G è cominciato e chi ha uno smartphone o un tablet di ultima generazione può già utilizzare i servizi disponibili, facendo l'aggiornamento software necessario alla ricezione dei nuovi segnali.
Un lungo percorso che è partito, ovviamente, dalle comunicazioni esclusivamente vocali.
I sistemi di prima generazione, 1G, analogici, furono inaugurati nel 1981 in Scandinavia e resistettero ben dieci anni, fino all'avvento del 2G, che segnava il passaggio al digitale e al primo ampliamento di servizi, dato che il 2G, pur lentamente e limitatamente, consentiva la trasmissione e la ricezione dei dati. Iniziò il successo degli sms, ma i telefoni erano ancora telefoni e la loro funzione principale restava quella: le chiamate vocali determinavano il mercato. È con il 3G che le cose cambiano in maniera radicale: la velocità dei collegamenti cresce, il sistema di trasmissione a pacchetti per i dati, accanto al tradizionale sistema vocale per le chiamate, consente la nascita degli smartphone, che fanno molte altre cose e non sono più solo telefoni. Con il 4G le cose cambieranno anche per le chiamate vocali, che diventano completamente digitali: tutte le comunicazioni saranno gestite come dati.
Inizia ora un percorso nuovo, che ci porterà vero il 5G, ovvero l'Imt-Advanced, la prossima tecnologia mobile basata sul WiMax e l'Lte odierni ma in grado di aumentare in maniera esponenziale la velocità di trasmissione, oltre il muro dei 100 megabit, offrendo inoltre meno congestione nelle reti e soprattutto la possibilità di creare servizi oggi letteralmente inimmaginabili anche per noi non vedenti. Possibilità innovative, sia per le applicazioni di "realtà aumentata", come gli occhiali che permettono di vedere immagini e dati al tempo stesso, sia per l'interazione di comunicazioni differenti sullo stesso terminale. Arrivando agli estremi, tutto ciò potrà accadere quasi alla velocità del pensiero, come immaginano i futurologi. Impossibile? Mica tanto, se si pensa che il 4G arriva solo quattro anni dopo il 3G…
Allora immaginiamo cosa può succedere anche per noi che non vediamo?
Certamente dobbiamo essere pronti e preparati ad operare in modo  ideale  e saperci relazionare con le nuove tecnologie per non essere esclusi e rimanere  un'altra volta con la clava.
Le città si aprono in modo  esponenziale  con nuove connessioni relazionali: trasporti informatizzati  con informazioni in tempo reale,  servizi sempre più cablati con connessioni   sensoriali al servizio del cittadino, abitazioni domotizzate e controllate  in modo globale da sistemi gestiti  da noi, informazioni per la nostra mobilità che garantisce la nostra sicurezza grazie alla sua velocità  e controllo dello spazio che ci circonda.
Questa si, che sarà  Una trasformazione epocale che  imporrà  a tutti noi non vedenti di seguire tali trasformazioni ed essere pronti per la quinta generazione.

Pino Bilotti

Ausili e Autonomia: Un dito che può abbattere una barriera

Autore: Pino Bilotti

Vogliamo sottoporre all'attenzione l'ennesimo caso in cui la difesa di un interesse particolare viene a scontrarsi con un diritto dei cittadini, quello alla fruizione della cultura, sancito da ogni carta dei diritti fondamentali che sia essa nazionale o internazionale. 
Questo nuovo limite si sta affacciando in modo dirompente e devastante nel mondo delle   innovazioni tecnologiche perché nascono e si prolificano i terminali informatici con il sistema Touch screen.
Cosi scrivevo circa un anno fa, quando arrivavano le prime informazioni sui nuovi  sistemi di cellulari senza tastiera.
Oggi, devo  fare un passo indietro e disconoscere ciò che avevo annunciato, come persona che utilizza  i nuovi sistemi dell'Apple e posso affermare che sono  davvero accessibili.
Allora la paura, tanto decantata, della preclusione all'informazione, ci faceva partire dal percorso di definizione dei diritti di accesso delle persone disabili nei diversi
contesti della vita sociale,  realizzato nel corso degli ultimi decenni,  sottolineando l'accesso alla comunicazione.
Un superamento delle barriere comunicative che è venuto progressivamente a definirsi, ponendosi al centro dell'attenzione comune. Allora facciamo un po' di ragguaglio sulla normativa:
In primo luogo, già la Legge n. 104/1992, nelle proprie finalità di garantire il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona con disabilità e di promuovere la sua piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e
nella società, contiene disposizioni relative ai diritti di accesso alla comunicazione e all'informazione, quali ad esempio:

la previsione, l'inserimento e l'integrazione sociale della persona con disabilità si realizzano, tra l'altro, mediante provvedimenti che rendono effettivi il diritto all'informazione, il diritto allo studio della persona con disabilità, con particolare riferimento alle dotazioni didattiche e tecniche, ai programmi, a linguaggi specializzati, alle prove di valutazione e alla disponibilità di personale appositamente qualificato, docente e non docente;

si adeguino le attrezzature e il personale dei servizi educativi, sportivi, di tempo libero e sociali; assicurino la fruibilità dei mezzi di trasporto pubblico e privato e l'organizzazione di trasporti specifici; (art. 8);

le misure orientate a facilitare, in occasione di consultazioni elettorali, l'effettivo esercizio del diritto di voto (art. 29);
La Legge n. 4/2004, relativa a "Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici", tra le proprie finalità:

riconoscere la tutela e il diritto di ogni persona ad accedere a tutte le fonti di informazione e ai relativi servizi, ivi compresi quelli che si articolano attraverso gli strumenti informatici e telematici; in particolare, la tutela e garantisce il diritto di accesso ai servizi informatici e telematici della pubblica amministrazione e ai servizi di pubblica utilità da parte delle persone disabili, in ottemperanza al principio di uguaglianza ai sensi dell'art. 3 della Costituzione.
Nell'ambito della pluriennale attività delle Nazioni Unite per l'affermazione e il riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità, le Regole Standard, emanate nel 1993, contengono principi di riferimento orientati in particolare alla questione dell'accessibilità sia all'ambiente fisico e architettonico sia all'informazione e alla comunicazione; a quest'ultimo riguardo, si afferma tra l'altro l'impegno degli Stati a:

studiare strategie per costruire servizi d'informazione e di documentazione accessibili a tutte le persone con diverse tipologie di disabilità;

incoraggiare i media a rendere accessibili i propri servizi;

assicurare che i sistemi computerizzati di informazione di servizio offerti alla generalità dei cittadini siano resi accessibili o adattati anche alle persone con disabilità.
Anche in ambito comunitario, infine, la questione dell'accesso alla comunicazione delle persone con disabilità è stata affrontata in numerosi documenti comunitari, dalla Risoluzione del Consiglio dei Ministri del 20.12.1996 sull'uguaglianza di opportunità per le persone disabili all'approvazione dell'art.13 del Trattato di Amsterdam del 1997 che ha fissato il principio di non-discriminazione, fino alla Carta dei Diritti Fondamentali della Ue del 2000 che riafferma con forza i principi di "non discriminazione" ( Cap.III, art. 21) e di "inserimento dei disabili" attraverso "misure intese a garantirne l'autonomia, l'inserimento sociale e professionale e la partecipazione alla vita della comunità" (Cap.III, art. 26) e alla Dichiarazione di Madrid del marzo 2002, che rappresenta il manifesto culturale e politico di riferimento.
Nel quadro delle sfide comuni poste alla Comunità europea, si rileva anche l'impegno:
garantire che i cambiamenti tecnologici si traducano in un miglioramento del tenore e delle condizioni di vita a vantaggio dell'intero tessuto sociale;

provvedere che le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione costituiscano un'opportunità da cui trarre pienamente profitto non allargando il divario fra le persone che hanno accesso alle nuove conoscenze e quelle che ne sono escluse;
utilizzare le possibilità offerte dalle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione per ridurre l'esclusione sociale favorendo l'accesso di tutti alla società dei saperi;

provvedere all'attuazione effettiva della normativa comunitaria in materia di lotta contro tutte le discriminazioni fondate su sesso, razza o origine etnica, religione o convinzioni personali, handicap, età o tendenze sessuali, sviluppando gli scambi di esperienze e di buone prassi per rafforzare tali politiche;
infine, anche l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, nella Direttiva generale in materia di qualità e carte dei servizi di telecomunicazioni adottata con la delibera n. 179/03, ha evidenziato l'esigenza che gli organismi di telecomunicazione indichino agli utenti eventuali misure atte a favorire ogni forma di fruizione differenziata, per realizzare condizioni di parità di accesso ed eguaglianza d'uso dei servizi di telecomunicazioni ai disabili ed agli anziani, nonché per favorire l'eliminazione delle barriere alla comunicazione.
B) Comunicazione e servizi
Le misure proposte per il superamento delle barriere comunicative si applicheranno in relazione sia al modello della comunicazione adottata sia alla tipologia dei servizi erogati.  In particolare andranno differenziate le modalità di comunicazione diretta che consentono alla persona con  difficoltà di comunicare direttamente con l'erogatore dei servizi, in autonomia o con supporto di strumenti tecnologici, da quelle di comunicazione assistita dove la persona con  impedimento comunica con l'ausilio di un operatore che funge da "mediatore comunicativo".
Dopo questa carrellata di normative che tutelano l'accesso alla cultura dell'informazione  per le persone con difficoltà e che a volte si scontra con la difesa di un interesse particolare delle aziende che vogliono diventare sempre più tecnologicamente avanzate a discapito di chi porta una difficoltà,    possiamo rilevare  che tale  innovazione è un'enorme ostacolo  per l'informazione e che può superarsi solo e soltanto applicando la legittima condivisione di percorsi nella ricerca come ha prodotto un'azienda leader come l'Apple.
In questo modo  il diritto dei cittadini alla conoscenza,  grazie all'informazione e alla cultura, sancito da ogni carta dei diritti fondamentali che sia essa nazionale o internazionale viene superato.
Pertanto, il nuovo ostacolo che annunciavamo  come barriera si pone sulla strada  dell'emancipazione, facendo diventare  la nuova tecnologia  lo strumento e il produttore di  cultura  al servizio dei non vedenti, il Touch screen.
Certamente  ancora oggi presenta alcune difficoltà,  ma con la voce di "Silvia" e la rapidità di gestione di tutte le operazioni,  le cose si semplificano e si aprono ulteriori porte di apprendimenti.
Indiscutibilmente i limiti di operatività esistono ma con un po' di formazione e la voglia di mettersi in raffronto con le moderne tecnologie si superano le difficoltà, aprendo così nuove porte per i non vedenti e le nuove generazioni.
Strumentazioni sempre più veloci e interconnesse ci permetteranno di essere informati e dinamici, guidando sulle strade della tecnologia le informazioni. Abbattendo così quei limiti che avevo annunciato di preclusione alla cultura e oggi , come utente di queste macchine infernali, posso affermare che non  era come avevo annunciato, dando ragione alla tecnologia interattiva del Touch screen.

Pino Bilotti

LinuxBlind e sua accessibilità

Autore: Nunziante Esposito

Impiegato un sistema virtuale, con sistema operativo Linux Ubuntu 8.4.2 e lo Screen-reader Orca che viene preinstallato in lingua italiana su questo sistema operativo già a partire dalla versione 7.10.

Premessa: i test sono stati eseguiti sulle macchine configurate come descritto di seguito.

– Computer portatile Macintosh, sistema operativo Linux Ubuntu 8.4.2 in modalità virtuale e con lo scrreen-reader Orca preinstallato.
– Computer portatile con doppio boot, con sistema operativi reali Windows Vista e  Linux Ubuntu 8.4.2 con lo scrreen-reader Orca preinstallato.
– Computer fisso con Windows XP pro, Jaws 11, VMPlayer (Macchina virtuale) e linux Ubuntu 8.4.2, con lo screen-reader Orca preinstallato.
– La versione di VMPlayer e della macchina virtuale sono stati forniti da IRIFOR.

Test:

Dopo il test da me eseguito sulla mia macchina qualche mese fa, fu deciso di farmi fare un test in sede visto che sulla mia macchina il sistema non funzionava, anche con l'assistenza di un vedente.

In seguito ai test eseguiti in sede IRIFOR il giorno 17 Febbraio 2012, eseguiti  su computer portatile Macintosh di proprietà di Alessio Rosi con il sistema operativo in esame in modalità virtuale, e sul mio computer che ha lo stesso sistema operativo Linux Ubuntu 8.4.2 in modalità reale, e in seguito a prova del software installato su un PC con un sistema operativo Windows XP pro con un giga di memoria Ram e un processore Pentium 4 a 2480 kHz, con la macchina virtuale preparata da Alessio Rosi, è stato rilevato quanto segue:

Prove su computer Macintosh con la versione di Linux Ubuntu 8.4.2 in modalità virtuale.

L'avvio del prodotto viene eseguito senza assistenza vocale e non ci sono nemmeno dei suoni che potrebbero, se non altro, dare un riferimento. Questo non è un problema, perché si possono inserire facilmente. Però, allo stato attuale, per chi non vede, non può avviare il sistema da solo, se possiede solo lo screen-reader, perché questo ausilio in fase di partenza non è attivo.

Anche chi conosce bene come si avvia Linux, se non è assistito da un vedente non può avviare il sistema operativo senza almeno avere i suoni.

Una volta avviato il sistema, nel caso mio l'ho trovato già avviato e funzionante, è possibile fare molte cose di quelle che sono previste con comandi da menu o da terminale, ma ci sono dei limiti insormontabili per alcune operazioni e che ne inficiano totalmente l'uso, a meno che ogni volta che serve si chiama un vedente. Si capisce subito che non si può essere autonomi, come siamo con Windows.
 
Quando il sistema si deve aggiornare, ma questo vale anche se si deve installare un applicazione, lo screen-reader una volta avviato il comando specifico, non ci assiste più. A partire dalla fase di convalida dell'operazione avviata, ma anche dopo che si deve inserire nome utente e password, non è possibile fare nulla se non si ha un vedente che ti esegue con il mouse l'operazione.

Lo screen-reader Orca, ad oggi, non è in grado di far fronte a tali problemi e solo con questo ausilio non si può usare questo sistema operativo, in questo caso preparato in modalità virtuale.

Questo, nonostante Orca funziona con il programma di scrittura e per il programma di calcolo. Anche per questi programmi, le azioni di normale amministrazione sono assistite, ma quando si va nelle cose particolari, non è possibile fare tutto.

Per la navigazione Internet Orca non ha comandi di aggregazione degli elementi di una pagina, quindi, è molto problematico poter navigare una pagina per chi vuole muoversi più velocemente di quello che consentono le sole frecce e il tasto tab.

La posta elettronica viene gestita in parte e non in modo completo, non tanto per la inaccessibilità del software, ma per i limiti che ha lo screen-reader Orca.

Non avendo potuto installare la macchina virtuale su un PC Windows, cosa che credevo di trovare per poter fare le prove, ho fatto la prova sulla mia macchina come spiegato di seguito. Questo mi ha fatto anche presentare questa relazione in ritardo.

Computer con doppio sistema operativo, da scegliere alla partenza, assistito da suoni (beep) da me installati con l'ausilio di un vedente. I sistemi sono Windows Vista e Linux Ubuntu 8.4.2 con Orca preinstallato.

Ho avviato in piena autonomia il mio sistema operativo Linux che, tranne per aggiornamenti da fare, era la stessa versione di quello installato sulla macchina virtuale del computer Macintosh. Altra variazione erano alcuni software non aggiornati, tra cui anche Firefox e Thunderbird per la posta.

Avviato il sistema, sempre in piena autonomia, ho potuto inserire nome utente e password.

Avviato il sistema, abbiamo fatto la prova ad installare qualche aggiornamento e ho potuto dimostrare ad Alessio Rosi che quando si fanno certe cose, lo screen-reader non ci assiste.

Durante tutti gli aggiornamenti che sono stati effettuati mentre eseguivo test sul computer Macintosh, doveva essere sempre Alessio Rosi a dare i comandi con il mouse.

Anche sul mio computer, non c'è verso di poter essere assistito da Orca per alcune cose di amministrazione del sistema.

Per la chiusura di questo sistema operativo, riesco sul mio computer a chiudere il sistema in autonomia come ho potuto fare anche sul computer Macintosh, visto che Orca riesce a leggere tutte le finestre per la procedura di spegnimento o di riavvio.

Test su computer PC con windows XP Pro, VMPlayer e la versione virtuale di Linux Ubuntu 8.4.2 con Orca preinstallato, fornita da IRIFOR.

Ho installato il Player VM per poter usare la macchina virtuale di LinuxBlind preparata da Alessio Rosi.

Caricata la macchina virtuale secondo le istruzioni fornite dentro a VMPlayer, ho scaricato Jaws ed assistito da un vedente, ho potuto avviare LinuxBlind.

Dopo qualche minuto si è caricato il sistema operativo linuxBlind, ma per me era come se la macchina fosse bloccata: nessun segno di vita. Interrogato il vedente, ho appurato che il sistema operativo si stava caricando.

Terminata la fase di avvio, a schermo è comparsa la richiesta del nome utente, quindi, se non era per il vedente, che in questo caso faceva da sintesi, non avrei mai potuto capire cosa dovevo fare. Infatti, mi ha detto di inserire il nome utente e di confermare, azione che ho eseguito. Mi ha detto di inserire la password e di confermare ed ho eseguito anche questo.

Nella versione che ho installato in modo reale sul mio portatile, in questa finestra mi emette un suono ed io comprendo che devo inserire nome utente e confermare, poi inserisco la password e premo di nuovo la conferma. Questa modifica non è difficile da eseguire.

Dopo qualche frazione di minuto, si è avviato il sistema operativo e veniva mostrata a schermo la finestra di Orca per poter eventualmente modificare le preferenze o per poterlo chiudere. Però, di suoni, nemmeno l'ombra. Se non avessi provato come ho provato, e cioè assistito da un occhio in prestito, mai avrei capito che con la macchina virtuale e questa versione di LinuxBlind, non c'è verso che vengono emessi suoni, come se la scheda audio non fosse gestita dal sistema di macchina virtuale.

Non contento delle prove fatte e abusando della presenza di mio figlio che mi prestava un occhio, ho aggiornato la VMPlayer perché mi diceva fin dal principio che doveva essere aggiornata, aggiornamento che non avevo fatto per evitare di modificare quello che Alessio Rosi aveva preparato.

Aggiornato VMPlayer due volte, con l'avvio di LinuxBlind avveniva tutto pari pari come descritto sopra.
Considerazioni finali post test:

L'accessibilità con il solo screen-reader, non consente ad un disabile visivo cieco assoluto di poter usare questa versione di Linux Ubuntu 8.4.2 con lo screen-reader Orca che, ripeto, è preinstallato dalla versione 7.10 in tutte le versioni di Linux Ubuntu.

Conosco diverse persone disabili visivi che usano Linux, sia versioni Ubuntu, sia altre versioni, ma chi lo usa con soddisfazione deve giocoforza usare un display braille che qualcuno gli ha dovuto configurare in modo perfetto, oppure ha un residuo visivo minimo, per poter bypassare le difficoltà incontrate in questo test.

Altra considerazione importantissima, la nuova versione del programma di scrittura, nonché per quello di calcolo, non si può dire che tutti i guai di Open Office sono risolti. Infatti, faccio presente che anche le versioni precedenti di Open Office, da cui derivano queste nuove versioni, sono tutte accessibili come quella installata nella macchina virtuale, quindi, non abbiamo fatto nessun progresso di accessibilità, contrariamente a  come vogliono far credere.

Ho fatto le stesse prove con Open Office che ho installato nel mio computer e il grado di accessibilità è lo stesso.

Desidero concludere con una provocazione che fatta di questi tempi, non è proprio l'ideale, ma per dovere devo farla nonostante capisco e so per certo cosa risponderete.

Essendo il problema quasi completamente da addossare allo screen-reader, ed essendo questo software sviluppato dalla stessa comunità che sviluppa NVDA per Windows, come associazione di disabili visivi, sarebbe opportuno incentivare la comunità di sviluppo ad accelerare la risoluzione dei problemi presenti. So per certo che il Club Linux di Montebelluna di cui fa parte il dott. Franco Carinato che ho coinvolto per telefono ai test eseguiti, ha già foraggiato l'anno scorso con gli avanzi di gestione proprio la comunità di sviluppo di questo screen-reader.
Questa mia considerazione spero che la prenderete in considerazione, nonostante tutti i problemi che la crisi economica ci ha prodotto e ci produrrà.

Nunziante Esposito
nunziante.esposito@uiciechi.it
Commissione OSI

 

 

Dispositivo di Firma Digitale InfoCert, “Business Key”, acquisto ed aggiornamento on line

Autore: Nunziante Esposito

Anche se il gruppo IRIFOR per la Firma Digitale, per tramite del coordinatore Avv. Giorgio Rognetta sta cercando di riprendere i contatti con gli addetti ai lavori di InfoCert, purtroppo, il dispositivo di firma digitale di InfoCert, la business Key per intenderci, non essendo più distribuito dagli uffici delle Camere di Commercio delle Province italiane, il rinnovo e l'acquisto, vanno fatti on-line e precisamente si fa come segue:

Acquisto Business Key Lite.

Premessa: per l'acquisto, bisogna avere la possibilità di effettuare un pagamento on-line, quindi, bisogna essere in possesso di una delle modalità di pagamento previste. Se non si può pagare on-line, tramite carta di credito o bonifico bancario come previsto, meglio rivolgersi a qualche persona di fiducia che ha la possibilità di pagare on-line.

Vediamo per prima cosa come collegarci al sito InfoCert per l'acquisto e l'aggiornamento. Colleghiamoci alla pagina: http://ebusiness.infocert.it/nemo/home.do

Aperta completamente la pagina, ci portiamo con i comandi che siamo abituati ad usare su una pagina web, sul corpo della pagina e troviamo subito la pubblicità della Business Key Lite da 2 giga. Personalmente, stando ad inizio pagina,  premo due volte insert più invio e sono immediatamente ad inizio del contenuto. Certo che sarebbe stato meglio se avessero previsto un link di salto del menu.

Siamo precisamente dopo tutti i link del menu principale, e troviamo tutti i prodotti offerti che si possono acquistare con le modalità che vedremo di seguito.

Scorrendo la pagina con le frecce verticali, il primo prodotto che troviamo è la Business Key Lite, BK Lite 2 GB con 2 certificati, offerta su una pennetta da 2 giga. In sostanza si tratta della versione in nostro possesso. Infatti, continuando a scorrere la pagina, per ogni prodotto venduto, troviamo un link con le spiegazioni sul prodotto, in modo che possiamo renderci conto di cosa stiamo acquistando. Però, quando si da invio sul link, sembra non essere accaduto nulla, anche se si è aperta una finestra sulla pagina stessa. Infatti, se ci portiamo all'inizio della pagina con control più home, premendo freccia giù, leggeremo le spiegazioni sul prodotto.

Alla fine delle spiegazioni c'è un link "Chiudi", e premendo invio su di esso, ci troviamo sul link da cui eravamo partiti.

Trovandoci subito sul prodotto che ci interessa, premiamo freccia giù fino al link "Leggi la scheda informativa", e premiamo invio. Sembra non essere accaduto nulla. Premiamo control più home e siamo ad inizio pagina. Premendo freccia giù, leggeremo:

"Scheda informativa

Business Key è la "chiavetta" USB innovativa ideata da Infocert per rendere l'utilizzo della firma digitale semplice ed intuitivo.

Business Key viene fornita direttamente al cliente che abbia sottoscritto la richiesta di registrazione ed abbia ottemperato alle procedure per l'identificazione previste dal manuale operativo.

Contiene 2 certificati:

– Certificato di sottoscrizione per firmare digitalmente tutti i documenti informatici
– Certificato di autenticazione per accedere in modo sicuro alla rete e per rendere certa e verificabile la propria identità.

Il prezzo d'acquisto comprende anche le spese di spedizione.

Attenzione!!! Può acquistare una sola Business Key alla volta. Deve essere effettuato un ordine per ogni Business Key che si intende acquistare.

Non ci resta che premere invio sul pulsante chiudi e siamo di nuovo sul link da cui eravamo partiti.

Con freccia giù, leggeremo che costa 69,00 Euro più IVA al 21%. Non esiste da nessuna parte qualche informativa sul come poterla pagare con IVA agevolata al 4%.

Scorrendo ancora la pagina con freccia giù, troviamo il link "Aggiungi al carrello". Premendo invio su questo link, aggiungeremo il prodotto al carrello, come per qualsiasi sito di E-Commerce. Anche per questo link, sembra non essere avvenuto nulla, perché il focus rimane dove eravamo, anche se Jaws ci legge la percentuale di ricarica della pagina. In sostanza, è stato generato un frame nella pagina e si trova, come detto sopra, ad inizio pagina. Quindi, premiamo control più Home e potremo leggere le informazioni premendo freccia giù. Leggeremo:

frame – Pagamenti e-business –
Carrello
Il seguente prodotto sarà inserito nel carrello
BK Lite 2 GB con 2 certificati
Quantità: 1
  Prezzo 69,00 Euro
ATTENZIONE
A pagamento avvenuto riceverà email con le istruzioni per completare la registrazione ed inviarci i dati necessari al rilascio della sua firma digitale
Le sottolineiamo che può acquistare una sola Business Key alla volta.
(Casella di controllo)Accetto l'informativa sul prodotto che sto acquistando
 
(Link) Continua gli acquisti
(Link) Annulla
(Link) Procedi con l'ordine
fine frame – Pagamenti e-business –

Ovviamente, se dovessimo annullare, premiamo invio sul link apposito, se dovessimo comprare altri prodotti, premiamo invio sul pulsante prosegui acquisti, mentre, se dovessimo acquistare solo la Business Key, diamo invio sul link procedi con l'ordine. E' ovvio che dobbiamo attivare la casella di controllo per l'accettazione sull'informativa del prodotto.

Facciamo l'ipotesi che dobbiamo acquistare solo la BK Lite con i due certificati, quindi, diamo invio sul link procedi con l'ordine.

Jaws ci avvisa che si sta caricando qualcosa, ritornando in voce le solite percentuali di caricamento, ma poi ci ritroviamo dove eravamo. Se scorriamo la pagina fino alla fine, troviamo i prodotti che sono stati aggiunti al carrello ed il costo totale da pagare. Inoltre, troviamo scritto che possiamo pagare tramite bonifico bancario o tramite carta di credito. Per questa ultima, sono accettate quelle del circuito VISA e MASTERCARD.

Solito control più Home, e con freccia giù troviamo il form per inserire i dati personali.

Siamo subito avvisati che se siamo utenti registrati, basta loggarsi al sito ed acquistare dal proprio spazio privato.

Il form è accessibile con Jaws in modo totale, anche se, dopo aver premuto alt più freccia giù per aprire le caselle di controllo ed aver effettuato la scelta con le frecce verticali, dando invio per confermare il dato o premendo tab, si ricarica la pagina e dobbiamo riportarci ad inizio pagina per poter riportare il focus sul campo precedente e proseguire con l'inserimento dei dati. Per fare prima, dopo la scelta e l'aggiornamento della pagina, consiglio di portarsi ad inizio pagina con control più home e poi, premere la lettera c, per spostarsi sulle caselle combinate. In questo modo, si ritrova quasi immediatamente la casella precedentemente compilata e si continua.

Compilati tutti i campi, troviamo già attivato il pulsante radio con l'accettazione per il trattamento dei dati personali, quindi, ci portiamo sul link "Invia" e premiamo invio.

Si apre una nuova schermata, sempre ad inizio pagina e sempre in un frame, con tutti i dati da noi inseriti. Consiglio  di controllare attentamente i dati inseriti, prima di proseguire.

Tra le cose da fare in questa pagina, è quella di scegliere se pagare con bonifico bancario o con carta di credito. Ci sono due pulsanti radio, quindi, portarsi su quello che interessa e premere la barra spazio per attivarlo

Scelta la modalità di pagamento e controllati i dati personali, si prosegue con l'acquisto, dando invio sul pulsante conferma.

Se si sceglie bonifico bancario, si apre una finestra con i dati per effettuare la conferma dell'ordine. Dopo aver confermato l'ordine, sulla stessa pagina, quasi in fondo, troviamo il link per aprire la finestra per completare l'ordine ed avere il numero dell'acquisto da fare, dato da inserire nel bonifico.

Se si sceglie di pagare con carta di credito, si apre una finestra con il form per inserire i dati per effettuare il pagamento. Quindi, si inseriscono tutti i dati della propria carta di credito e si conferma sul pulsante apposito. Si apre una ulteriore finestra che consente di leggere quale pagamento si sta effettuando, l'importo e con il pulsante di conferma che dice al sistema della propria banca di pagare il dovuto.

Siccome non dovevo effettuare l'acquisto, le operazioni di inserimento sono terminate, in entrambi i casi, prima dell'ultimo step.

La procedura è completamente accessibile con le nuove versioni di Jaws, quelle che hanno le maschere che si attivano automaticamente, ma ho provato anche con le versioni 8 e 9 di Jaws, per le quali si devono attivare le maschere.

Come sopra spiegato, questa procedura è accessibile completamente e si può acquistare il dispositivo di firma digitale BK senza problemi.

Nota bene: Si presume che chi effettua tali operazioni è capace di usare il computer in piena autonomia e con l'attrezzatura sopra menzionata.

Per completezza di informazione, dico che ho usato come sistema operativo Windows Vista a 32 bit, Internet Explorer 8 e le versioni di Jaws dalla 8 alla 12.

Acquisto dispositivo di firma Remota on-line.

Sempre dalla stessa pagina e con la procedura vista per la BK Lite, cerchiamo il dispositivo di Firma Remoto e diamo invio sul link per le informazioni. Sempre ad inizio pagina e nel frame, leggiamo:

Scheda informativa
La Firma Digitale Remota consente di firmare digitalmente senza bisogno di avere la smart card.
Il certificato, rilasciato da InfoCert secondo le norme in vigore, viene reso disponibile al Titolare presso l’apposita infrastruttura tecnologica sicura e ridondata ed è accessibile, tramite la normale rete internet , utilizzando l’apposita funzione di Dike.
Il Titolare, per ragioni di sicurezza, dovrà rendere disponibile un proprio dispositivo mobile sul quale InfoCert invierà, al momento dell’esecuzione della firma e su richiesta, un SMS contenente il Codice OTP variabile che, insieme al PIN ed alla User ID, identificano in modo univoco la proprietà del Certificato utilizzato.
Inoltre, per aumentare ulteriormente il livello di sicurezza, al termine di ogni giornata, il Titolare che abbia utilizzato anche una sola volta il servizio, riceverà una email con l’elenco dell’attività svolta dal suo Certificato.
Infine, InfoCert mette a disposizione del Titolare un apposito portale web che consente di definire e modificare i parametri di utilizzo inizialmente definiti al momento della procedura di registrazione.

Da quello che si capisce, una modalità molto sicura con controlli rigorosi e precisi.

Vediamo come acquistarla, quindi, premuto invio sul link chiudi, con freccia giù leggiamo che costa 45,00 Euro+IVA al 21%. Anche qui e per tutto il sito non si capisce come poter chiedere l'IVA agevolata.

Con freccia giù, cerchiamo il link "Aggiungi al carrello" e premiamo invio. Si apre il solito frame ad inizio pagina nel quale si legge:

frame – Pagamenti e-business –
Carrello
Il seguente prodotto sarà inserito nel carrello
Firma Digitale Remota
Quantità: 1
Prezzo 45,00 Euro
Attenzione!
L’acquisto verrà finalizzato da InfoCert esclusivamente a seguito della ricezione del modulo di richiesta sottoscritto con Firma Digitale valida o con firma autografa autenticata da pubblico ufficiale.
Le ricordiamo, inoltre, di seguire le indicazioni presenti sul sito www.infocert.it per la conclusione dell’acquisto.
(Casella di controllo)Accetto l'informativa sul prodotto che sto acquistando
(Link) Continua gli acquisti
(Link) Annulla
(Link) Procedi con l'ordine
fine frame – Pagamenti e-business –

Ovviamente, se dovessimo annullare, premiamo invio sul link apposito, se dovessimo comprare altri prodotti, premiamo invio sul pulsante prosegui acquisti, mentre, se dovessimo acquistare solo la Business Key, diamo invio sul link procedi con l'ordine. E' ovvio che dobbiamo attivare la casella di controllo per l'accettazione sull'informativa del prodotto.

Scegliamo il link "Procedi con l'ordine" e premiamo invio.

Tutto quello che si deve fare successivamente, è uguale all'acquisto della BK Lite, così come spiegato sopra. Anche tutti gli altri prodotti venduti sulla pagina che si apre con il link visto sopra, compreso i pagamenti per gli aggiornamenti, sono accessibili.

Nota dolente: anche se il pagamento degli aggiornamenti è accessibile, questo non significa che gli aggiornamenti si possono eseguire in piena autonomia, perché per fare gli aggiornamenti si deve usare il software DiKe Util che risulta inaccessibile e, quasi totalmente trasparente per Jaws.

Conclusioni ed avvertimenti.