Contributi dei lettori: Vacanza in danza, di Elena Travaini

Autore: Elena Travaini

Dal 23 ottobre al 28 ottobre l’associazione Blindly dancing a.s.d. e l’associazione piccolo mondo a.s.d. in collaborazione con a.i.m.b., fida italia e l.i.m.s.c.
propongono un’imperdibile occasione

Con la nave costa luminosa, della compagnia navale costa crociere, si potrà partecipare a una vera e propria vacanza in danza.
Una vacanza accessibile, studiata per accontentare le esigenze di tutti i partecipanti porgendo un’attenzione particolare alle persone con disabilità visiva più o meno gravi sulla nave infatti si terranno corsi di danza divisi per stile e livello, partendo da un corso open accessibile a tutti e studiato in modo da essere accessibile e molto descrittivo, fino a corsi per ballerini professionisti e competitori.
Si potrà inoltre provare a seguire tutti i corsi ballando al buio, o meglio bendati, in modo da poter assaporare fino in fondo la bellezza e l’emozione che la musica e la danza ci donano, vivendo il tutto con altri senti al di fuori di quello della vista.

Per tutti coloro che vorranno ci sarà la possibilità, oltre che di godersi una fantastica nave dotata di ogni confort, di poter scendere a terra e visitare le diverse città di attracco, Roma, Barcellona, Marsiglia, Savona.
per chiunque volesse potremmo organizzare anche delle visite guidate accessibili, sarebbe per questo opportuno mettersi d’accordo con anticipo.

La crociera partirà da Savona il giorno 23 ottobre imbarcherà passeggeri anche a Roma il giorno 24 ottobre terminerà la prima parte del suo viaggio a Savona il giorno 28 ottobre per terminare a Roma il giorno 29 ottobre.

Gli stili di danza proposti si dividono nei seguenti livelli:
open accessibile – base
intermedio
avanzato
professionisti

Gli stili di danza proposti:
tango argentino e milonga;
danze caraibiche: salsa portoricana, salsa cubana, bachata, merengue, bachatango, salsa acrobatica;
danze latino americane: samba, rumba, jive, paso doble, cha cha cha
danze standard: valzer inglese, valzer viennese, slow foxtrot, tango da sala, polka, mazzurka;
danze swing: boogie woogie, lindy hop;
danza del ventre e danze country.

Le quote sono così suddivise

cabina doppia:
interna classica 537 euro
interna delux 597 euro
esterna classica 617 euro
esterna delux 637 euro
balcone classica 677 euro
balcone delux 687 euro

cabina tripla:
interna classica 512 euro
interna delux 552 euro
esterna classica 565 euro
esterna delux 579 euro
balcone classica 605 euro
balcone delux 612 euro

cambina quadrupla:
interna claissica 500 euro
interna delux 530 euro
esterna classica 540 euro
esterna delux 550 euro
balcone classica 570 euro
balcone delux 575 euro

quote per bamibini e ragazzi
da 2 a 4 anni: 230 euro
da 4 a 14 anni 250euro
da 14 a 18 anni: 270

attenzione: i prezzi sono intesi per bambino o ragazzo accompagnato da almeno due adulti, se in camera doppia dovessero esserci un adulto e un bambino, il bambino paga la quota intera.

i prezzi sono a persona e sono compresivi di:
tasse portuali, assicurazione, quote di servizio, all-inclusive ai pasti

cosa state aspettando????
questo è il nostro link su facebook dove trovere locandine e foto della nave https://www.facebook.com/crocieradanzante?ref_type=bookmark

 

Contributi dei lettori: Società globale visione particolare, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

In questi giorni, malgrado le vacanze più o meno meritate, ho dovuto affrontare problematiche burocratiche di vario genere e spesso mi sono trovato a combattere contro i mulini a vento perché la struttura burocratica del nostro bel Paese ma anche quella della nostra associazione sono esattamente la negazione di una organizzazione sociale di livello moderno.
Siamo difronte a un sistema pachidermico che non Sta arrivando! o meglio, non vuole adeguarsi ai tempi, alle necessità di confrontarsi con la globalizzazione.
Il mondo corre e noi segniamo il passo. Normalmente la burocrazia è tipica delle amministrazioni pubbliche ma, per quanto ci riguarda, abbiamo introiettato tanti, troppi difetti della pubblica amministrazione.
Provo solo a fornire degli esempi:
il governo ha deciso che ogni entità che intrattiene rapporti economici con la pubblica amministrazione, deve regolare i rapporti economici con la fattura digitale.
Il problema è che neppure i commercialisti sanno come adeguarsi e come vada gestita la registrazione delle fatture. Questo problema riguarda molte delle nostre strutture sia a livello nazionale che locale e per questo mi voglio augurare che ci si possa pensare in modo unitario.
Si parla da tempo di dematerializzazione ma ancora oggi siamo costretti a compilare tante carte sia da parte delle pubbliche amministrazioni ma anche al nostro interno.
Un altro esempio eclatante è dato dalla firma digitale che per molte azioni potrebbe essere utile ma ancora oggi molte amministrazioni pubbliche non si adeguano.
E noi, noi abbiamo compreso davvero cosa dobbiamo fare per renderci più al passo con i tempi?
A me pare proprio di no malgrado alcuni segnali che ci giungono dalla Presidenza nazionale.
Anche qui provo a fare degli esempi:
il nostro regolamento contabile ci obbliga, in modo semplificato o normale, a tenere i conti con la contabilità dello Stato che, come è noto, si presenta complessa e non certamente trasparente. Mi chiedo se questo non ingessi il lavoro delle sezioni costringendole di fatto a impegnare molto del proprio lavoro in questa incombenza.
Non sarebbe più trasparente un semplice elenco di entrate e uscite compilabile da tutti e con un riscontro reale sull’estratto conto bancario?
I nostri organi associativi sono troppi e spesso troppo burocratizzati.
Penso che in una sezione con meno di cento soci sia anacronistico: prima che la sezione esista, poi che vi sia un consiglio sezionale di sette persone e un ufficio di presidenza. Penso che queste sezioni possano più facilmente operare da rappresentanze locali; se non si riesce a rinunciare alle sezioni, almeno rendiamole agili con un direttivo ristretto che risponda direttamente all’assemblea.
Un altro organo pletorico e poco controllabile dalla base è il consiglio regionale. Si tratta di un organismo troppo bloccato dalla presenza di diritto dei presidenti sezionali e composto da troppe persone. Non sarebbe meglio che un congresso regionale eleggesse un consiglio regionale agile e un ufficio di presidenza con poteri più stringenti? Le assemblee, meglio i congressi provinciali potrebbero eleggere in seno al congresso regionale i loro presidenti locali e questi concorrere alla elezione del consiglio regionale ma non essendo eleggibili perché un organo che esercita poteri di controllo sulle sezioni non può avere al proprio interno il presidente sezionale.
Mi riferisco ad esempio a quelle situazioni in cui il presidente sezionale siede in consiglio regionale, il suo vice in sezione è anche consigliere regionale e spesso anche nell’ufficio di presidenza.
Abbiamo ancora troppi cumuli di cariche non facilmente spiegabili come la carica di presidente regionale e allo stesso tempo quella di consigliere nazionale, dirigente della biblioteca o della federazione e magari anche qualche incarico locale.
Abbiamo troppi dirigenti tutto fare.
Una piccola ma non insignificante questione è quella del nostro tesseramento che ad oggi non è completamente trasparente.
Abbiamo dati incerti e questo complica la verifica dei poteri in tutti gli organi assembleari.
Forse sarebbe il caso di risparmiarci la teoria dei bollini passando a una codifica elettronica. Questo ci permetterebbe di essere più precisi e più veloci nella gestione del tesseramento.
Un passo avanti importante è stato compiuto con il nuovo programma di anagrafica ma dobbiamo compiere un passo in più.

Forse la mia esposizione non sarà stata organica e tecnicamente precisa ma il mio pensiero penso sia chiaro.
Abbiamo un processo decisionale troppo lento e questo non ci consente di rimanere al passo con i tempi.
Spero che il prossimo Congresso possa davvero essere un punto fermo nella nostra riorganizzazione e che segni con forza un punto di discontinuità con il nostro essere troppo ministero e poco associazione.
Risultato di tutto questo? Perdita di aderenti grave che un medico definirebbe emorragica.

Massimo Vita

 

Contributi dei lettori: Comunicazione su sala virtuale, di Patrizia Onori

Autore: Patrizia Onori

Ciao, vi comunico che venerdì 5 settembre 2014 a partire dalle ore 21 e fino alle 23 circa, la nostra sala virtuale verrà immersa in un’altra dimensione.
Infatti, saranno ospiti i coniugi Virgilio e Danila Desideri rispettivamente ex avvocato ed ex insegnante ora in pensione, i quali da circa 23 anni stanno realizzando l’esperienza di parlare con l’altra dimensione, così la chiama lo splendido Virgilio, ossia con l’aldilà.
Ho contattato telefonicamente Virgilio e Danila e devo dire che ho trovato in loro due persone eccezionali, soprattutto umili e molto disponibili.
Allora la serata del 5 settembre, sarà per noi una serata speciale poiché ci immergeremo in un altro mondo, o forse è meglio dire nella dimensione dell’altro mondo, dimensione che non conoscevo affatto e di cui ora so qualcosa in più.
Vogliamo scoprire insieme cos’è questa nuova realtà?
Scopriamolo con Virgilio e Danila Desideri il 5 settembre a partire dalle ore 21 e fino alle 23 circa!
Vi ricordo inoltre che martedì prossimo 12 agosto, per chi lo vorrà, sempre naturalmente a partire dalle ore 21, saremo nella sala telefonica per festeggiare insieme il compleanno della sottoscritta che compirà 46 anni!
Grazie a tutti e buona giornata.

Patty.

Progetto sala virtuale “il salotto degli amici”, di Patrizia Onori

Autore: Patrizia Onori

Nella sala virtuale telefonica da me coordinata e da venerdì sera 1 agosto 2014 denominata “Il salotto degli amici”, è nato un vero e proprio programma volontario di condivisione e di solidarietà.
Infatti, lo scopo del salotto è assolutamente quello di trasmettere a chi vorrà essere presente, qualche ora in totale relax partecipando ad interventi con ospiti meravigliosi i quali vi parleranno di medicina, cultura, informatica, cinema, cucina ecc.
Lo scopo del progetto è inoltre quello di scambiare ogni tanto quattro chiacchiere fra noi e di far compagnia a chi ne ha bisogno.
Ho fortemente voluto che la sala fosse frequentata non solo da persone non vedenti ma anche da persone vedenti proprio per confrontarci, per conoscerci ma soprattutto per dar modo di far comprendere a questa società che anche chi apparentemente a causa della disabilità fisica può sembrare non all’altezza di fornire servizi, è invece in grado di porgere sostegno e, particolarmente, di trasmettere un sorriso.
Il salotto è coordinato da me ma ho nel gruppo delle ottime persone nonchè degli eccellenti collaboratori che all’occorrenza possono sostituirmi.
Ma cos’è una sala virtuale telefonica?
Una sala telefonica non è altro che un grande contenitore virtuale nel quale possono esprimersi contemporaneamente fino a novanta persone che sono collegate e quindi unite tra loro per mezzo della linea telefonica.
Per partecipare, basta avere assoluto rispetto, educazione, voglia di stare insieme, un po’ di buona volontà e l’interesse non solo per sè stessi ma di voler donare qualcosa agli altri.
Sarebbe mia intenzione fissare a partire dal mese di ottobre un giorno al mese che potrebbe essere il primo venerdì di ogni mese per i normali contatti tra tutti gli amici che vorranno essere presenti, fissando volta per volta altri giorni dove interverranno personaggi importanti e questi giorni saranno determinati dalle circostanze e sarà mia preoccupazione comunicarli a tutti gli amici e sarei grata a chiunque vorrà fornirmi suoi suggerimenti.
Chi vorrà far parte del progetto, ripeto assolutamente in qualità di volontario, potrà inviarmi una mail al seguente indirizzo di posta elettronica:
patrizia.onori@gmail.com
Ringrazio tutti voi amici per l’attenzione e cordialmente vi saluto.
La vostra Patrizia Onori

Contributi dei lettori: Il sogno di Omero, di Luca Bellino

Autore: Luca Bellino

Il primo film documentario che trasforma in immagini i sogni dei non vedenti
inaugura la campagna di finanziamento sulla piattaforma di crowdfunding Indiegogo.

Cosa sogna chi vive nel buio perenne? Quali colori, immagini e figure popolano il suo inconscio onirico?
È partita la campagna di crowdfunding sulla piattaforma mondiale Indiegogo per sostenere il documentario diretto da Emiliano Aiello e prodotto dalla Tfilm e dal Centro Produzione Audiovisivi dell’Università Roma Tre.
Il Sogno di Omero racconta il momento che ci rende uguali e indifesi alla stessa maniera, vedenti e non vedenti, trasformando in immagini i sogni di chi vede solo durante il sonno profondo.

Una ricerca rivoluzionaria condotta dagli scienziati del Laboratorio del Sonno della Facoltà di Medicina dell’Università di Lisbona ha recentemente provato che i sogni dei non vedenti dalla nascita sono identici a quelli di chi può contare sulla vista. Finora si riteneva che i ciechi congeniti non avessero lo stesso immaginario durante i sogni, ora invece è possibile dire il contrario: i non vedenti sognano colori, figure umane, paesaggi naturali. La fase REM è il non-luogo dove avviene questo incantesimo.

Emiliano Aiello, regista romano, da molti anni porta avanti il progetto di realizzare un film che narri la vita dei non vedenti. Non la quotidianità, ma qualcosa di più intimo come solo i sogni possono essere. Partendo dallo studio portoghese e da un’ulteriore ricerca realizzata dall’Università di Bologna, il regista è riuscito ad entrare nei sogni di cinque persone cieche dalla nascita, attraverso dei diari incisi su un registratore. Ogni mattina, per quattordici mattine, i cinque protagonisti del film si sono svegliati e hanno inciso su un nastro il loro ultimo sogno.

La realizzazione di un progetto ambizioso come Il Sogno Di Omero è supportata dal Centro Produzione Audiovisivi dell’Università Roma Tre e dalla casa di produzione indipendente Tfilm, che ha già all’attivo titoli presenti nei principali Festival italiani e internazionali.

La scelta di avviare una campagna di crowdfunding attraverso la piattaforma Indiegogo è dettata dalla volontà di essere totalmente indipendenti e dall’intenzione di coinvolgere il pubblico sin dalla fase produttiva del film. Attraverso le donazioni online infatti sia i singoli, sia le associazioni, potranno sostenere un progetto bello e unico nel suo genere, ma anche intervenire attivamente discutendo con il regista sulle sue scelte artistiche.

La campagna di raccolta fondi per realizzare Il Sogno di Omero si rivolge a tutti e si concluderà il 17 agosto 2014.

Su www.tfilmprod.com trailer, immagini e link per le donazioni alla campagna Indiegogo.

Il Sogno di Omero è anche su Facebook con i personaggi, il back stage e le curiosità.
www.ilsognodiomero.blogspot.com
www.youtube.com/thedreamofhomer
www.facebook.com/sognodiomero

 

Contributi dei lettori: “Una bella vacanza estiva”, di Patrizia Onori

Autore: Patrizia Onori

A quanti di noi piacerebbe raccontare una bella storia ma molto spesso non sappiamo da dove cominciare?
A volte ci capita di volerne impostare una per iscritto ma cancelliamo il tutto, poichè ci accorgiamo che il racconto scaturisce solo dalla nostra fantasia dato che le belle storie, frequentemente esistono solo nei sogni.
Bene, in questo momento però non sto sognando e voglio rendervi partecipi di una straordinaria esperienza che vi permetterà di comprendere che la vita ci consente anche di vivere storie come quella che sto per raccontarvi.
Una mail dell’unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti di Frosinone, ci proponeva di trascorrere una settimana per una vacanza estiva presso il villaggio Poseidon A San Salvo marina chieti.
Non ho mai partecipato ai soggiorni organizzati dall’unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, così decisi di andare.
Siamo stati accompagnati in questo villaggio vacanze, dove abbiamo avuto modo di usufruire di alcuni servizi come la piscina, il servizio spiaggia ecc.
Vi racconterò l’aspetto riguardante il divertimento ma mi soffermerò soprattutto sul significato assolutamente costruttivo della vacanza.
Infatti, oltre ad aver usufruito di ottimi pasti giornalieri, abbiamo instaurato rilevanti rapporti di amicizia, sia con i volontari i quali ogni giorno con straordinaria cura e con amore si occupavano di accompagnare e di seguire alcune persone, sia con gli animatori del villaggio che ci hanno dato la possibilità di divertirci adeguandosi spesso alle nostre particolari esigenze di non vedenti.
Al mattino, solitamente scendevamo in spiaggia e, con i piedi nell’acqua, realizzavamo lunghe passeggiate chiacchierando e socializzando un po’ tra noi, mentre alcuni si divertivano a fare il bagno; nel pomeriggio, andavamo in piscina e con l’aiuto dei volontari e dei familiari, molti facevano il bagno; la sera dopo cena, con l’aiuto degli animatori, ci divertivamo con karaoke e spettacoli vari.
Abbiamo partecipato inoltre a due importanti escursioni, un pomeriggio siamo stati accompagnati a Vasto marina dove una guida ci ha illustrato le palafitte dei pescatori e le capanne di legno dove ci trovavamo, si muovevano con il forte vento e, successivamente, ci ha fatto visitare nella zona a monte il centro storico.
Un altro particolare momento, l’abbiamo vissuto partecipando all’escursione presso le isole Tremiti, che abbiamo raggiunto con l’aliscafo e successivamente con la barca.
La guida ci ha accompagnati nell’esplorazione delle isole e, dato che per visitare il tutto abbiamo sfruttato l’intera giornata, ci siamo fermati presso una pineta per consumare il pranzo al sacco.
Quanta emozione ho provato quando, la straordinaria volontaria Gessica Rea con la quale in vacanza abbiamo avviato una splendida amicizia, mi ha accompagnata a fare il bagno nelle pulitissime acque dell’isola.
Mi sentivo assolutamente libera e, con l’aiuto di Gessica che mi descriveva le meraviglie di quel luogo, ho potuto attraverso i suoi occhi, perlustrarle e percepirne la assoluta bellezza.
Le serate spesso trascorrevano all’insegna del karaoke ed è stato meraviglioso vedere volontari ed animatori, coinvolti nel leggerci i testi delle canzoni che con entusiasmo e con passione eseguivamo tutti insieme.
Un’occasione indimenticabile, l’abbiamo vissuta particolarmente nell’ultima serata, dove il responsabile del gruppo Giuseppe Tozzi, ha organizzato la festa di fine vacanza con pizza consumata sulla terrazza del villaggio, torta e karaoke.
Qui hanno partecipato anche alcuni amici della sede distaccata dell’uici di Sora e tra gli altri, ho conosciuto il meraviglioso consigliere Onorio Vozza, il quale ci ha intrattenuti con la sua speciale simpatia cantandoci l’inno dedicato a Sant’Onorio e dimostrandoci di riuscire a muovere le sue eccezionali orecchie così corpose e grandiose.
Nell’ultima giornata, dopo aver fatto il bagno chi al mare chi in piscina, abbiamo pranzato e, con qualche rimpianto, abbiamo purtroppo abbandonato il villaggio tornando alle nostre consuete abitudini riproducendo nelle nostre menti come in un film, gli attimi più belli trascorsi in questo magnifico soggiorno estivo.
Leggendo questo mio resoconto, qualcuno potrebbe trovarlo di poco interesse, poichè narra semplicemente il trascorrere di una settimana di vacanza ma, la vacanza non sarebbe stata la stessa senza il supporto di volontari ed animatori, i quali, mettendo spesso a disposizione per noi i loro occhi, ci hanno offerto la possibilità di vedere e di vivere ciò che altrimenti non avremmo mai visto nè vissuto.
Spero che tutto questo, diventi un giorno d’esempio per i nostri giovani i quali pur non avendo alcuna disabilità, spesso non apprezzano le meraviglie che offre loro la vita e si distruggono sovente intraprendendo strade tortuose dalle quali è complicato venir fuori.
Grazie all’organizzatore del soggiorno il consigliere dell’uici di Frosinone Giuseppe Tozzi, nella settimana di vacanza abbiamo avuto la possibilità di socializzare, di costruire ed intraprendere rapporti di amicizia ma, soprattutto, abbiamo avuto modo di vivere meravigliosi momenti di condivisione.
Grazie ai volontari, perchè con la loro passione e con dedizione ci hanno concesso tutto il loro insostituibile sostegno rendendo questo soggiorno memorabile.
Un grazie particolare voglio dedicarlo a te mia carissima amica Gessica, perchè con la tua dolcezza, hai saputo guadagnarti la mia stima entrando silenziosamente nella mia vita.
Infatti, con estrema signorilità, nella settimana di vacanza hai realizzato il servizio di volontariato che svolgi con vocazione e per il quale nutri un particolare interesse.
Non dimenticherò mai più, quando nei momenti liberi che insieme ricavavamo, andavamo a passeggiare per il paese raccontandoci entrambe con estrema semplicità, le nostre diverse ma costruttive esperienze di vita.
Ti ringrazio particolarmente per aver avuto la forza di guardare in me e per avermi dato la possibilità di guardare in te, continua così e, anche se nel tuo cammino potrai imbatterti in alcune difficoltà, pensa a quanto sai regalare e a quanto hai saputo donare in questi sette giorni, lasciando nelle persone un ricordo indelebile di te.
Cosa dire poi di Claudio Cola, Presidente della sezione uici di Frosinone, che ha fortemente voluto questo bellissimo soggiorno che stà ripetendo da qualche anno e che non si limita a porci ma lui stesso ne è stato un partecipante attivo e collaborativo rendendo il tutto ancor più bello e quindi invogliandoci anche ad una futura partecipazione.
Claudio Cola si è dimostrato instancabile anche perchè non appena arrivato a destinazione, è subito ripartito alla volta di Roma per partecipare nonostante la stanchezza del viaggio alle celebrazioni dell’istituto Sant’Alessio.
Come si può percepire, le belle storie non esistono solo nei sogni, poichè possono essere realmente vissute, basta volerlo!
PATRIZIA ONORI

Opinioni dei lettori: Oggi si riunisce la Direzione, di Massimo Vita e Maurizio Albanese

Autore: Massimo Vita e Maurizio Albanese

17 luglio 2014

Mi lasciano perplesso due argomenti:
le perizie estimative sugli immobili della sede centrale a Roma e le richieste di chi gestisce tirreni a.
Se si richiedono perizie estimative, vuol dire che si ha in mente la possibilità di alienare un bene o per fare cassa o per reinvestire per migliorare lo stato patrimoniale e l’organizzazione strumentale.
Penso che alienare dei beni in pieno centro storico a Roma sia una follia soprattutto a pochi mesi dal congresso e quindi dal vero cambiamento della nostra organizzazione.
Spero che Mario ci dica di più a questo riguardo.

Per Tirrenia, mi pare che già in altri momenti si sia fatta qualche concessione al gestore e mi chiedo se il contratto stipulato non fosse troppo duro per il gestore e lui ho ha accettato sapendo che a posteriori avrebbe avuto delle deroghe.
Anche qui spero che il resoconto sia poco stringato.
Faccio una proposta: perché i lavori della Direzione non si fanno aperti al pubblico e quindi trasmessi su “Parla con l’Unione”?
Sarebbe un bel segnale.
Il rinnovamento sta nelle grandi scelte e non nei piccoli gesti.

Massimo Vita
Anche io penso che prendere in esame oggi la possibilità di alienare un bene come via Borgognona che da sempre è stata la sede centrale della nostra associazione, non sia una buona idea. Ma vanno considerate anche le motivazioni che spingono la presidenza nazionale a prendere una decisione in tal senso. Sono certo che Mario ci chiarirà quali sono state le motivazioni che lo hanno spinto in questa eventuale proposta.
Per quanto attiene il Centro di alta specializzazione, ricordo che a Genova, si manifestò uno schieramento quasi unanime nel dichiarare non sostenibile la realizzazione di tale Centro. Ricordo che lo stesso Mario Barbuto, in quella occasione, rivolse a Tommaso Daniele un appello al fine di desistere da tale proposito. Non penso che oggi si possa cambiare posizione, salvo il presentarsi di nuovi eventi che giustifichino tale inversioni di marcia

Maurizio Albanese

Contributi dei lettori: Elogio ai nostri “Grandi”, di Rosalia Vitale

Autore: Rosalia Vitale

Una mite sera dei primi giorni di luglio: i miei ragazzi sono usciti lasciandomi sola; cosa fare per colmare questo vuoto ?
Cosa fare in questa solitudine? Non è sempre vero che la solitudine porti soltanto lugubre tristezza! Anzi, ci si può abbandonare ai più liberi pensieri spingendosi fino alla ricerca dell’essenziale; io, seduta all’aria fresca nel mio balcone, ho pensato di leggere qualcosa che potesse occupare piacevolmente la mia mente e, tornata per un momento in casa, ho trovato uno dei nostri giornali ancora chiuso; l’ho aperto, ed ho constatato che trattavasi di un numero arretrato del nostro Corriere Braille; ho voluto leggerlo ugualmente, poiché non mando mai via i giornali senza averli letti! Così, mi sono deliziata nella lettura di: Introduzione al Libro “Qui le domande le faccio io”!
Altre volte avevo già letto: Doniamo pagine al Libro Parlato, ma, siccome non sono abbonata a questo servizio, sorvolavo l’argomento non perché non ami i libri, ma la mia preferenza va alla lettura Braille diretta;leggendo, però, l’introduzione al Libro ne sono rimasta entusiasta; ho apprezzato l’eccellente esposizione, la dinamicità, la scioltezza, l’eleganza e l’impegno profuso nel portare a conclusione questo ardito progetto.
In fine, ho sentito accanto a me una amica che mi ha regalato più di un sorriso e la Sua buona e preziosa compagnia.
Molto spesso mi ritrovo ad apprezzare gli scritti dei redattori, degli articolisti dei nostri giornali elogiando la loro bravura e abnegazione nei confronti di tutta la categoria, ed allora rifletto sul lungo e faticoso percorso affrontato con coraggio e determinazione dai ciechi, ed oggi, è esaltante notare di quanti bravissimi intellettuali si fregia la nostra categoria: professori, docenti nelle più svariate materie di studio, giornalisti, avvocati, parlamentari, impiegati di concetto che mettono a disposizione di tutti la loro competenza tenendo in mano ben salde le redini di guida onde evitare pericolose deviazioni su falsi sentieri o, peggio,indietreggiamenti. Ma poi, anche artisti, musicisti, professionisti, fisioterapisti, centralinisti,artigiani ecc.: dunque, mi pare non ci sia nulla da invidiare al resto della società che ci circonda.
Durante una recente messa domenicale un buon prete, nella sua omelia esordisce con una frase di un grande scrittore di cui ormai mi sfugge il nome (forse alcuni di voi lo riconosceranno): “non c’è felicità senza gratitudine nel cuore”! ed io sento di assecondare appieno questo pensiero!E la prima gratitudine in assoluto è per il nostro Creatore che, seppure apparentemente ha penalizzato alcune sue creature, ma poi le ha privilegiate rendendo anch’esse degne di lode e di elogio.
Evviva! Ai Nostri Grandi che ci onorano con la loro intelligenza, cultura, sapienza, bontà d’animo.
Parteciperò anch’io alla gara di solidarietà “Doniamo pagine al libro parlato”.
Rosalia Vitale

La replica di Penelope, di Carmen Romeo

Autore: Carmen Romeo

Chiunque abbia letto l’articolo che apre il numero di Giugno del mensile “Kaleidos”, rivista al femminile dell’U.I.C.I.”, di sicuro sorriderà perché questo mio modesto commento rappresenta appunto una veemente replica a quanto affermato dalla Beard. Qui di seguito citerò qualche esempio atto a sfatare quanto espresso nell’articolo: “Fin dal tempo di Omero le donne vengono zittite”; nulla di più sbagliato. Ad ulteriore riprova della tesi contraria vorrei citare un evento culturale del 16/4 U.S. al quale ho avuto il piacere di assistere al Teatro Greco di Siracusa in occasione della celebrazione del centenario dell’Inda (Istituto dramma antico) dal titolo “Verso Argo”. L’originalità di questo testo elaborato da Eva Cantarella, famosa giurista e scrittrice grecista, che ha legato brani di diverse opere classiche di autori come Omero, Eschilo, Euripide e Gorgia da Lentini,consiste nel dare voce alle troiane: tra monologhi e cori si sono alternate Andromaca, Cassandra, Ecuba e perfino la tanto vituperata Elena che,pur rese schiave e incatenate,furono profondamente libere nel pensiero e nell’eloquio. Concludendo la parentesi classica e ritornando al nostro articolo,ditemi che genere di argomentazione è,che al Parlamento afgano si spengono i microfoni quando parlano le donne? Ma dov’è il Presidente che dovrebbe garantire la procedura di legalità e le pari opportunità? E che genere di proporzione è quando si dice che in un Parlamento, maggiore è il numero delle donne e minore è il potere espresso dallo stesso e poi, stranamente, fanno eccezione la Svezia e la Finlandia? A me sembra normale che una giovane democrazia faccia più fatica a decollare rispetto a delle democrazie più consolidate e questo non dipende certo dal numero di donne o di uomini che ne fanno parte. E che dire dei compassati parlamentari inglesi, che come indisciplinatissimi adolescenti, intimano alle colleghe di “chiudere il becco”?
Che lo chiudessero loro…
Concludendo voglio accennare al tema dell’autorevolezza, certo la Beard ha dimenticato di menzionare l’inossidabile Cancelliera Angela Merkel che tiene testa a molti colleghi Premier europei dell’altro sesso,assoggettandoli alla propria leadership. Ricordo altresì la figura di Nilde Iotti, che per circa un ventennio ha ricoperto ruoli istituzionali di grande rilievo. In quanto alla tonalità di voce più o meno stridula la Beard sicuramente non ha mai assistito ad un comizio di Susanna Camusso, che non ha proprio nulla da invidiare a un qualunque collega del Sindacato dei metalmeccanici,sia per le argomentazioni che per il timbro di voce per niente stridulo.
Carmen Romeo
Componente Commissione Nazionale
Pari Opportunità

Un riflesso… e qualche riflessione, di Vezio Bonera

Autore: Vezio Bonera

Scoprire casualmente alla soglia dei novant’anni l’esistenza di una grave patologia che colpisce bimbi in tenerissima età mi era parsa una imperdonabile lacuna, sopratutto essendo io da oltre un ventennio in una condizione di ipovedenza che mi ha visto spesso fruitore di reparti oculistici di strutture ospedaliere.

Ma poi ho potuto ricredermi in merito alla mia “ignoranza” constatando che in effetti questa affezione “bastarda”, come l’ha  definita il padre di un piccino vittima del male, é conosciuta solo da chi se la trova d’improvviso sconvolgente sul suo percorso di vita e da “addetti ai lavori”, pediatri e oculisti, che hanno poche armi a disposizione per prevenirne le conseguenze.

Sto parlando di “cataratta congenita” una patologia che si manifesta nei neonati e che, se non diagnosticata entro pochi giorni dalla nascita, può sfociare in situazioni drammatiche.
L’aver stabilito in circostanze fortuite un contatto tramite il più diffuso social network con la mamma di un bimbo sofferente per quel male e, successivamente, con genitori appartenenti al gruppo che porta il nome della patologia, mi ha fatto conoscere realtà affrontate in particolare da giovani mamme coraggiose con determinazione. Ma il loro coraggio, il loro amore per i loro  piccoli, non può vincere le ansie e le paure per le incertezze sul futuro.

E ciò che maggiormente le angoscia é l’essere consce che sarebbe bastato un test preventivo, l’esame del “riflesso rosso”, per poter aggredire subito il male.
E vero che questo non avrebbe evitato probabilmente tutto il pesante iter curativo, intervento chirurgico compreso, ma avrebbe totalmente o in gran parte evitato le conseguenze future.
Tutte le mamme appartenenti a  quel gruppo, che purtroppo vede  aderire ogni giorno
nuovi genitori alla ricerca di una parola di conforto, di aiuto,  di una prova di amicizia, o magari soltanto di  un consiglio su come affrontare un evento improvviso,  traumatizzante, avendo appena appreso che il loro figlio é vittima di quel subdolo male, si vogliono impegnare per ottenere che il test che diagnostica la presenza della cataratta congenita venga effettuato in ogni reparto neonatale di tutte le strutture ospedaliere sul territorio nazionale.

Vorrebbero anche che questo esame divenisse obbligatorio come lo sono oggi le diverse vaccinazioni alle quali vengono sottoposti tutti i bambini.
Il costo per il servizio sanitario nazionale sarebbe sicuramente esiguo e largamente compensato dai risultati. Una diagnosi tardiva infatti comporta il rischio di casi irreversibili di ipovedenza e purtroppo anche  di situazioni irreparabili di cecità.
Ma un altro traguardo vorrebbero raggiungere le famiglie dei bimbi colpiti da questa disabilità, che per fortuna attraverso anni di cure affrontate con grandi sacrifici anche di carattere economico ,in moltissimi casi giunge al recupero di buone funzioni  visive.
E a questo punto dopo aver parlato del “riflesso” mi pare opportuno passare a qualche riflessione.
Esistono malattie che vengono in una ipotetica scala di valori, relegati nelle ultime posizioni. A volte ciò avviene a cagione dei dati statistici che le fanno includere nel novero delle patologie rare.

La cataratta congenita, secondo i dati più recenti, colpisce un bimbo  ogni 2500 nascite, e definirla patologia rara mi pare quanto meno azzardato. Comunque sia si tratta di un male che aggredisce giovani vite, che condiziona l’esistenza di coloro che rappresentano il nostro futuro e il futuro della nostra nazione. E’ un patrimonio, un grande tesoro che deve essere salvaguardato e difeso.

Si tratta di bimbi in una condizione che li pone temporaneamente nel novero dei così detti “diversamente abili” (anche se personalmente odio queste definizioni eufemisticamente create per addolcire pillole amare).
Temporaneamente, ho detto, perché  si tratta di anni di cure, di anni di sacrifici , di anni di costi per visite di controllo da effettuarsi spesso in località a distanze notevoli dalle abitazioni dei piccoli malati, di anni di spese per viaggi e soggiorni, che se si concludono in rari casi con un successo totale, il più delle volte offrono risultati di proporzioni modeste, che comunque preservano da situazioni drammatiche, mantenute in proporzioni meno pesanti.
Ma tutto questo incide sui bilanci  di famiglie costrette a volte ad indebitarsi o a ricorrere all’aiuto di amici e parenti per sopperire a oneri gravosi.
In una Nazione dove centinaia di “falsi invalidi” gravano per decine di anni sul bilancio delle stato, nessun uomo di governo, nessun uomo politico ha fino ad oggi pensato , forse ignorandone il problema, a questi piccoli “invalidi” ai quali sarebbe sufficiente riconoscere il diritto alle cure, il diritto ad essere assistiti nei loro luoghi di origine. Anche perché una assistenza a carattere locale significa controlli più frequenti con maggiori probabilità di successo.

Si potrebbe in questo modo ridurre il numero dei bimbi destinati a divenire nel tempo e per tutti gli anni restanti della loro vita dei “diversamente abili” con pensioni di accompagnamento e tutti i conseguenti aggravi a carico della collettività.
Forse sarebbe utile qualche riflessione anche in più elevate sedi, sopratutto tenendo sempre presente che chi silenziosamente reclama un futuro normale sono bimbi, piccoli teneri innocenti “cuccioli’ che non possiamo e non dobbiamo deludere.