Contributi dei lettori: Candidature annunciate e candidature pensate, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

Il pre congresso in questa occasione è iniziato con grande anticipo a seguito delle forzate dimissioni di Tommaso Daniele.
A circa un anno dal congresso abbiamo già due candidati ufficiali e chi sa quanti in potenza.
A mio avviso, per esempio, l’avvocato Colombo, con la sua iniziativa comunicativa, ha mostrato la sua intenzione di succedere al suo corregionale Daniele.
A cosa sarebbe servito altrimenti il suo auto elogio che ci ha raccontato le sue innumerevoli iniziative?
Per fortuna che abbiamo un così grande lavoratore altrimenti l’unione potrebbe chiudere.
Mi chiedo, se tutte quelle cose le svolge l’avvocato Colombo, gli altri componenti della direzione cosa fanno per giustificare il loro incarico?
Sappiamo con certezza che vi sono in direzione persone altrettanto impegnate che lavorano senza sventolare ai 4 venti il loro impegno. Sappiamo anche che gli altri membri della direzione o dell’I.Ri.Fo.R. non sono neppure comandati presso l’I.Ri.Fo.R. dal Miur.
Scusate ma a me piacerebbe che si agisse apertamente e che i nostri soci avessero chiaro che battaglia si combatterà al prossimo congresso.
Siamo sicuri che questa modalità di procedere non nuoccia all’associazione anche nella dura trattativa con governo e parlamento?
Inviterei Colombo e quanti altri, legittimamente, pensino di competere per i ruoli direttivi di farlo apertamente e con una proposta politica.
Io ho da tempo detto che se ci sono le condizioni mi candiderò per il consiglio nazionale ma che mi piacerebbe potermi occupare di I.Ri.Fo.R. e quindi continuare il lavoro che ho appena iniziato grazie alla direzione nazionale che mi ha scelto per questo ruolo.
Direi che ci dovremmo impegnare affinché nel prossimo consiglio nazionale e nella prossima direzione vi sia tanta aria nuova con persone e progetti innovativi.
Scusate la franchezza ma io sento che nella nostra compagine associativa non si respira una bella aria e mi piace segnalarlo perché spero di contribuire a fare chiarezza. Proprio in tema di chiarezza, ci siamo sempre chiesti come mai il centro di documentazione giuridica sia stato affidato alla federazione pro ciechi ma il responsabile è sempre l’avvocato Colombo.
Mi chiedo, e molti come me lo fanno: “l’Unione eroga ancora un contributo alla federazione per questo servizio?” Non si tratta di una procedura che è servita a risolvere la questione della incompatibilità tra dirigente associativo e compenso per un servizio?
Forse tutto è svolto con regolarità ma non sarebbe meglio che dirigenti e soci fossero informati?
Io da socio e da dirigente, vorrei conoscere quello che accade nella realtà associativa per poter scegliere con maggiore cognizione di causa nelle prossime occasioni di voto.

Massimo Vita
presidenteuicsi@gmail.com

Contributi dei lettori: La rivoluzione della normalità, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Cari amici,

non conosco personalmente Massimo Vita, ma da quello che scrive e che fa a Siena, non posso che ammettere che è davvero una bella “capa tosta!”
Anch’io, come lui, credo che la “vicenda” delle tante candidature al C.d.A centrale dell’Irifor sia una piacevole sorpresa e soprattutto la conferma che, al contrario di quello che si dice, all’interno dell’UICI ci sia invece tanta voglia d’impegnarsi attivamente, di metterci la faccia e cambiare realmente le cose.

E per far ciò, a mio modesto avviso, basta poco! E’ sufficiente, infatti, com’è avvenuto nella fattispecie per la sua nomina al Consiglio centrale dell’Irifor, fissare e stabilire nuovi e più trasparenti criteri di selezione e di nomina dei candidati ai “posti di comando” della nostra gloriosa associazione.

E’ questa l’assoluta novità che dovrà caratterizzare il presente ed il futuro prossimo della nostra Unione, a partire dal prossimo Congresso Nazionale. Anzi no, che dico, sin dai prossimi Congressi Provinciali!
Forse quello che sto scrivendo vi sembrerà rivoluzionario, ma diceva Osho che la “rivoluzione si fa con le piccole cose”!

Infatti, in un contesto democratico, e la nostra UICI è una grande organizzazione DEMOCRATICA, è assolutamente normale (e non rivoluzionario) che la scelta dei candidati, gli incarichi e le nomine si facciano sulla base di criteri di trasparenza, di merito e previa presentazione di curricula.

Ed è proprio quella di farsi paladino della “rivoluzione della normalità” la mission che, secondo me, deve perseguire e, nonostante tutto, ha già iniziato il nostro Presidente Nazionale Mario Barbuto.

La mia nomina nel C.d.A. della Federazione e quella di Massimo Vita nel Consiglio Centrale dell’Irifor sono già dei primi, ma importanti segnali di cambio di rotta e d’inversione di tendenza. A questo punto, a noi “giovani” dirigenti non resta che dirti: “Caro Presidente Mario, vai avanti così. Sappiamo che puoi farcela, vuoi farcela, devi farcela”!

A Massimo Vita formulo i miei più sentiti e fervidi auguri di buon lavoro.
Gianluca Rapisarda

Contributi dei lettori: Quando una carica è ambita, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

Molto spesso, ho sentito dire che le persone disposte ad impegnarsi nelle vicende associative sono poche e di bassa qualità.
Le candidature pervenute per un solo posto nel consiglio di amministrazione dell’I.Ri.Fo.R. mi pare dimostrino il contrario.
La decisione della direzione di pubblicare le candidature e i relativi curricula, mi pare un’assoluta novità apprezzabile.
Bene sarebbe se si conoscessero in anticipo anche i criteri di selezione.
Io credo che a partire da questa occasione, si dovrebbero cercare di evitare i cumuli di cariche o incarichi.
So che mi farò dei nemici ma a mio avviso, vi sono almeno tre categorie di persone che dovrebbero cedere il passo:
i componenti della direzione, i componenti il consiglio nazionale, i presidenti regionali e i dirigenti della IAPB o di altri organi collaterali.
Non credo che si possano concentrare su una persona tante cariche e tante responsabilità.
Comunque a noi non resta che sperare.

Massimo Vita

Contributi dei lettori, da Ansa

Autore: Ansa

Lucia Esposito, non vedente da quando aveva 21 anni moglie e madre fulltime è una appassionata di cucina, un amore tramandato da padre in figlia. La diversa normalità che impara a vivere, non le rende impossibile coltivare la sua passione e, come ogni brava cuoca che si rispetti, raccoglie tutte le ricette e i trucchi che ha imparato nel tempo e li condivide sul canale youtube dal nome C’è Luce in Cucina. (https://www.youtube.com/user/ceLuceincucina)
L’idea di Lucia è tanto bella e tanto ben realizzata da essere entrata a far parte del team di Radio Siani (http://www.radiosiani.com/), una radio Anticamorra che trasmette da Ercolano ed ha la sua sede in un bene confiscato alla malavita. Tra le varie rubriche trasmesse, quella gastronomica è curata proprio da Lucia Esposito.

Salvatore Davì

Fonte:
http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/2014/10/02/non-vedente-tiene-corso-di-cucina-sul-web_68f568df-6bee-4a5f-85b7-8252616e5313.html

Formazione aspiranti imprenditori ciechi, di Gianluigi Ugo

Autore: Gianluigi Ugo

La cooperativa sociale SEMPER SALUS informa che la sessione del percorso formativo per ciechi ed ipovedenti interessati all’attività di impresa prevista per i giorni 18 e 19 ottobre prossimi presso il Centro “Le Torri” di Tirrenia non avrà luogo per assenza di iscrizioni sinora pervenute e rende per altro noto di non poterne ricevere per il periodo residuo inizialmente previsto a séguito di un riassetto anche in termini di domiciliazione bancaria.
La Cooperativa si augura tuttavia che il suddetto riassetto possa consentirle di riproporre il quanto in un prossimo futuro unitamente ad altre iniziative inerenti la formazione dei disabili visivi.

Gianluigi Ugo
(Vicepresidente)

Quando fallire si può ma non si deve, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

Cari amici,
il comunicato fatto circolare da Mario e Nicola ha dell’incredibile se non fosse che rischia di essere la pietra tombale per tante speranze.
Non traspare, o forse traspare troppo, il vero motivo di questa rottura.
Mi sarei aspettato che detto comunicato fosse stato emesso dopo una riunione che avesse coinvolto tutti noi che eravamo a Bologna quando abbiamo ufficializzato la proposta di Mario come candidato.
Si rischia il suicidio e non possiamo permettercelo.
Non possiamo permetterci un suicidio ma con questo comunicato si rischia di mandare a carte quarantotto l’associazione. Temo, e lo dico sapendo a cosa vado in contro, che questo significa consegnare l’associazione a coloro che amano trattare sotto banco ai vari professionisti dei bigliettini congressuali.
Cosa diciamo a chi ha accolto, sia pure con difficoltà, la proposta che abbiamo fatto in consiglio nazionale? Se io fossi tra coloro che in consiglio nazionale si ritrovarono in minoranza, avrei richiesto un dibattito in consiglio nazionale perché allo stato dei fatti vi è una rottura in coloro che avevano sostenuto Mario.
Vi prego di ripensarci e se volete vi offro ospitalità per tentare di rilanciare un programma che guardi lontano anche sulla base di quanto Mario dice nella comunicazione ai quadri e sulla base di quanto Nicola afferma da tempo.
Amici lettori, facciamo sentire il nostro peso e non buttiamo al vento quanto sin qui costruito.

Massimo Vita

Cumuli di cariche e di poteri, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

Spesso, tutti noi, critichiamo i politici perché si spartiscono cariche, incarichi e potere con un famoso manuale: il Cencelli. Qualche voce isolata si è alzata anche nel nostro ambiente ma poco si è fatto per evitare il problema.
Oggi abbiamo dirigenti nazionali che dimostrano di essere poliedrici e soprattutto con capacità sovrumane.
Sono persone con quadrupli incarichi e nemmeno tanto piccoli.
Penso che un consigliere nazionale non possa ricoprire anche l’incarico di presidente sezionale e poi essere anche consigliere Irifor piuttosto che nella Federazione o nella Biblioteca.
Un componente della Direzione dovrebbe avere un solo incarico per essere davvero un direttore efficiente.
Oggi non è così vi sono direttori che si occupano allo stesso tempo di lavoro, di diritti ma poi sono impegnati con incarichi di vario genere e non mi pare che tutti questi pluri incaricati o decorati abbiano dato risultati eccellenti, direi che spesso, non si trova traccia del loro reale operato.
Amici, dobbiamo snellire e aprire se vogliamo crescere.
Capisco che non ci sono tante persone che si mettono in gioco ma se apriamo le porte, forse qualche nuova risorsa umana entra.
A un anno del congresso, spero non ci intratterremo in questioni personalistiche ma, visto che un presidente appena eletto lo abbiamo, ci sforziamo di riflettere su cosa è meglio fare per il bene della categoria.

Massimo Vita

Contributi dei lettori: Città metropolitane, una risposta da dare, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

Come molti di voi sapranno, il prossimo anno entrano in funzione le città metropolitane e questa nuova organizzazione amministrativa certamente porterà delle novità nella strutturazione territoriale. In un primo momento ci sarà certamente confusione ma comunque vada, nulla sarà come adesso.
Penso che noi dovremmo prepararci per evitare che alla incertezza organizzativa del nuovo ente pubblico, si aggiunga la nostra inadeguatezza almeno strutturale.
Credo che sarebbe utile costruire le sezioni metropolitane per attrezzarci in modo adeguato.
Qualcuno potrebbe obiettare che per costruire le sezioni metropolitane, ci serve una modifica statutaria.
A me pare che questo non sia necessario se la faccenda viene concordata.
Le sezioni che si devono accorpare dovrebbero deliberare in tal senso e il consiglio regionale deliberare la soppressione delle sezioni interessate e la realizzazione di una nuova sezione, che noi dovremo chiamare provinciale, per rispetto allo statuto vigente.
Dopo questa procedura, il consiglio nazionale si dovrebbe esprimere e la cosa sarebbe completata.
Spero che dalla prossima riunione dei quadri dirigenti si possa compiere un passo verso questa direzione se davvero si vuole che l’associazione sia al passo con i tempi e in qualche modo, una volta tanto, li anticipi.
In questo modo daremmo anche una risposta alla esigenza di semplificazione della nostra struttura organizzativa e avendo un territorio più vasto, si possono anche più facilmente reperire dirigenti che si impegnino nella conduzione associativa.
Auspico che questa mia riflessione possa provocare un dibattito su questo tema molto importante.

Massimo Vita

Ipovisione e fotografia un binomio possibile.

Ipovisione e fotografia un binomio possibile.

 

In questo articolo vorrei raccontare la mia esperienza e trarre qualche conclusione.

 

Qualche anno fa su segnalazione di una mia amica decisi di seguire un corso di fotografia, sul momento mi chiesi: ma cosa me ne faccio? Poi dissi, beh visto che la patologia mi permetteva di utilizzare completamente il residuo visivo, accettai con entusiasmo.

 

I risultati furono eccezionali, non solo imparai le tecniche base della fotografia (allora analogica), si utilizzavano ancora le diapositive chiamate in gergo (le dia), ma anche l’equipaggiamento era molto semplice, la macchina fotografica era assolutamente manuale, si trattava di una reflex, cioè una macchina in cui era possibile sostituire gli obbiettivi secondo le esigenze di ripresa che si presentavano. Il corso si completava con due uscite per testare quanto si era imparato in classe, una per quanto riguarda la fotografia di viaggio e di ambiente e l’altra in studio, con delle modelle per verificare le tecniche di scatto con flash e ritrattistica.

 

Ora sto usando una macchina simile ma digitale, però in futuro aggiornerò quanto imparato qualche anno fa applicando le tecniche alla fotografia digitale con un corso apposito, in quanto oggi si lavora di più sul post ripresa, quindi con i software di fotoritocco. Però anche per questi è necessario conoscerne l’utilizzo dal punto di vista fotografico più che intrinsecamente informatico.

 

Cosa mi rimane di quel corso?

 

Beh la soddisfazione di avere imparato qualche cosa di nuovo, aver imparato a capire cosa c’è dietro uno scatto, e soprattutto di saper applicare quelle regole per poter scattare delle buone foto.

 

Però credo che, vi sia qualche cosa di più di profondo, ritengo che questo corso mi ha permesso di vedere le cose in maniera diversa e sotto un altro aspetto. Ora quando giro per le città e nella mia stessa città riesco a scovare di posti e luoghi che diversamente non noterei, in più credo che per un ipovedente sia importante imparare a vedere, e quindi sfruttare a pieno ed in un modo diverso il residuo visivo.

 

Ho voluto raccontare la mia esperienza nella speranza sia utile agli altri ipovedenti e sfatare un vecchio tabu, secondo il quale ipovisione e fotografia siano incompatibili, Secondo me a certe condizioni non lo sono affatto anzi aiutano ad imparare a vedere le cose che ci circondano in maniera diversa.

 

Massimiliano Martines

 

Gli ipovedenti e l’organizzazione UICI

Gli ipovedenti e l’organizzazione UICI: riflessioni.

 

Le vacanze hanno un duplice scopo, quello primario di riposare e ricaricare le batterie, il secondo è quello di riflettere su alcuni argomenti e o attività che seguiamo durante l’anno. Questo articolo è il frutto del secondo scopo.

 

In tutti questi anni di collaborazione con l’Unione, prima a livello locale e poi a livello nazionale, mi sono sempre chiesto per quale ragione gli ipovedenti hanno così scarsa incisività nella vita associativa, e qui non mi riferisco solo ed unicamente alle cariche istituzionali, che in questo momento sarebbe il caso (come da più parti si fa notare) di ottimizzare e o ridurre, ma a livello di gestione dei bisogni degli stessi ipovedenti. Spesso e volentieri si fatica ad affrontare i problemi di questi individui che risultano essere davvero complicati in quanto non si conoscono a sufficienza.

 

Non vi alcun dubbio che parte della causa di questo risultato è dovuto alla scarsa partecipazione degli individui stessi, che non percepiscono questa organizzazione adeguata ai loro bisogni.

 

Il punto su cui vorrei focalizzare l’attenzione ora non sono le cause di cui ho accennato, in quanto probabilmente si rischia di scrivere cose già risapute e quindi di scarso interesse. Qui vorrei porre l’attenzione sull’organizzazione operativa. Attualmente la struttura nazionale è costituita dalle varie commissioni / comitati di lavoro, i quali si occupano delle varie tematiche. All’interno di questi organi spesso non vi è un ipovedente o una ipovedente a parte alcune accezioni: es Commissione OSI e magari alcuni altri casi. Quindi l’idea potrebbe essere quella di inserire un ipovedente (se disponibile) in ogni Commissione o eventuale organismo operativo, in modo tale che quel determinato argomento possa essere seguito in prima persona sotto ogni aspetto. Qui anticipo la domanda legittima, che ne facciamo della Commissione Ipovisione? Se dal punto di vista organizzativo si dovesse ritenere necessario fare una sintesi di tutte le tematiche, quindi si potrebbe pensare alla creazione di un organismo operativo ad hoc in cui fare confluire i componenti ipovedenti dei veri gruppi di lavoro, i quali si dovranno occupare di dare le priorità ed organicità nell’affrontare i vari problemi. Ovviamente quanto ho espresso è un’idea che sicuramente dovrebbe essere elaborata in relazione alla futura organizzazione che questa associazione si vuole dare al suo interno.

 

Spero che questo piccolo contributo sia foriero di dibattito costruttivo.

 

Massimiliano Martines