Contributi dei lettori: Corso di speakeraggio radiofonico, di Irene Balbo

Autore: Irene Balbo

La cooperativa sociale “Bigbang” propone un corso, introduttivo, allo
speakeraggio radiofonico.

Siamo convinti che la radio sia un luogo in cui la professionalità e
l’intraprendenza delle persone cieche ed ipovedenti possa trovare un
terreno fertile.

Grazie alla struttura, professionale, di Radio oltre, la radio web
dell’istituto per ciechi Francesco Cavazza di Bologna, e grazie alla
presenza di un fonico specializzato; siamo felici di proporre un corso
che vedrà 5 lezioni su 8 direttamente svolte in radio. Le 3 lezioni
restanti verranno svolte in una sede che al più presto comunicheremo.
Il corso fornirà, inoltre, nozioni di dizione e di lettura ad alta voce.
Durata del corso 8 lezioni settimanali di due ore ciascuna.
Inizio lezione 17.30 fine 19.30.

Inizio corso giovedì 23 aprile.

Calendario lezioni:

1. giovedì 23 aprile.

2. giovedì 30 aprile.

3. giovedì 7 maggio.

4. giovedì 14 maggio.

5. giovedì 21 maggio.

6. giovedì 28 maggio.

7. mercoledì 3 giugno.

8. giovedì 4 giugno.

N. B. La lezione del 3 giugno verrà confermata in seguito.

Costo del corso 180 euro.

Per iscriversi e richiedere informazioni scrivere a
gennaro.iorio81@gmail.com

cellulare 339. 82. 28. 399.

Contributi dei lettori: L’Unione fa la forza, di Mario Mirabile

Autore: Mario Mirabile

Riceviamo a volentieri diffondiamo:

SABATO 18 APRILE 2015 – ISTITUTO COLOSIMO

ELEZIONI PER IL RINNOVO DELLE CARICHE DELL’UNIONE CIECHI DI NAPOLI

Care amiche e cari amici della Sezione UICI di Napoli, partendo dal presupposto che le parole non servono se non sono seguite dai fatti, in vista delle elezioni per il rinnovo degli organismi associativi che si svolgeranno il prossimo 18 aprile, vi presentiamo le persone che, se verranno sostenute dai vostri voti, faranno parte della squadra che guiderà la nostra Sezione nei prossimi 5 anni. Partiamo con il dire che saremmo chiamati ad eleggere i componenti del consiglio provinciale, i componenti del Consiglio Regionale e 4 delegati al prossimo Congresso Nazionale.
Partiamo con la presentazione di coloro che candidiamo al Consiglio sezionale:
– Mario Mirabile – già vicepresidente uscente, che negli ultimi 5 anni si è occupato di coaudiuvare il Presidente uscente nella gestione della Sezione e tra l’altro, anche di pensionistica e comunicazione. Se la nostra lista sarà maggioritaria, Mario Mirabile sarà candidato a ricoprire il ruolo di Presidente Sezionale;
– Matteo Cefariello – persona di indubbia affidabilità che gestisce la rappresentanza zonale di Ercolano e Torre del Greco da oltre 35 anni;
– Ciro Taranto – altro veterano del nostro sodalizio, che negli ultimi anni si è occupato con molta abnegazione delle persone con minorazioni aggiuntive e dei rapporti con le famiglie;
– Enrico Mosca – persona che in questi anni, oltre che assicurare una presenza assidua in Sezione, si è occupato di rendere accessibili le nuove stazioni delle metropolitane cittadine, stazioni ferroviarie, strade, piazze e più in generale luoghi pubblici interessati da lavori di rifacimento e ristrutturazione;
– Silvana Piscopo –già vicepresidente dell’U.N.I.Vo.C., dirigente scolastica in quiescenza che metterà a disposizione dell’Unione tutta la sua esperienza nel campo dell’istruzione, dell’inclusione nella scuola dei nostri ragazzi e della cultura;
– Gianluca Fava – Avvocato penalista, che pur non avendo mai ricoperto incarichi all’interno dell’Associazione, quando chiamato in causa, ha sempre fornito la sua collaborazione e la sua preziosa consulenza;
– Domenico Vitucci – anche se molto giovane, già da diversi anni si occupa di collaborare con la rappresentanza di Afragola e di fornire il proprio contributo per l’insegnamento del metodo di lettura e scrittura braille e dell’informatica;
– Gilda Sportelli – operatrice presso l’Istituto per Ciechi Domenico Martuscelli, che negli anni ha acquisito notevoli competenze soprattutto nel campo della pluriminorazione;
– Roberta Cotronei–ha lavorato per anni nel settore della comunicazione, una persona alla sua prima esperienza associativa, che metterà in gioco il suo bagaglio umano e culturale.

Per votarli, ti chiediamo di scrivere sulla scheda grande di colore bianco LISTA UNO.

Passiamo ora ai nostri 2 candidati al Consiglio regionale:
– Giovanni D’Alessandro – già Presidente sezionale uscente, il quale ancora una volta si rimette in gioco per salvaguardare gli interessi dell’Unione e per tutelare la causa dei ciechi e degli ipovedenti della nostra regione;
– Gaetano Cimmino – persona di indubbia affidabilità e competenza che metterà a disposizione il suo bagaglio esperienziale e culturale per cercare di intercettare le possibili fonti di finanziamento derivanti dall’Unione Europea, dai Ministeri, dalla Regione Campania e dagli altri enti ed istituzioni.

Per votarli, ti chiediamo di scrivere i loro nomi sulla scheda piccola di colore grigio.

In ultimo vi presentiamo coloro che saranno i nostri candidati ad essere delegati al prossimo congresso nazionale:
– Gennaro Vilardi- da oltre 22 anni consigliere sezionale e regionale ed attualmente rappresentante di Giugliano;
– Ciro Taranto;
– Enrico Mosca;
– Gaetano Cimmino.

Gli ultimi 3 sono stati già presentati.

Per votarli, ti chiediamo di scrivere sulla scheda media di colore giallo LISTA UNO.

Dopo avervi presentato chi farà parte di questa squadra, è doveroso farvi sapere queste persone cosa intendono fare per la nostra associazione:

ORGANIZZAZIONE: alla nostra sezione sono iscritti circa 1600 tra ciechi ed ipovedenti, un numero che è molto inferiore rispetto a quello dei disabili visivi residenti nella nostra provincia i cui bisogni dovranno essere intercettati mettendo in campo le seguenti azioni:
– creazione di commissioni e gruppi di lavoro costituiti da persone esperte e competenti che possano coinvolgere soci volenterosi e che davvero possano collaborare con il consiglio; i coordinatori dei vari gruppi dovranno partecipare senza diritto di voto alle adunanze del consiglio;
– rafforzamento delle rappresentanze zonali, implementazione della rete dei referenti comunali soprattutto nei luoghi più distanti dal capoluogo,individuazione di persone di indubbia affidabilità che possano fungere da referenti per le 10 municipalità che insistono sul territorio del Comune di Napoli. Il Consiglio dovrà coordinare e monitorare costantemente l’operato di tutti questi referenti;
– organizzare per i componenti del consiglio provinciale, per i rappresentanti, per i referenti e per i componenti delle commissioni e dei gruppi di lavoro momenti dedicati alla formazione;
– individuazione di persone affidabili ed esperte che possano gestire un servizio di ascolto telefonico e più in generale di consulenza e di sostegno alle famiglie che fronteggiano la nascita di un bambino cieco;
-diventare un punto di riferimento anche per i ciechi con minorazioni aggiuntive e le loro famiglie, instaurando o implementando rapporti di collaborazione con altre associazioni, enti, istituti e cooperative presenti sul territorio provinciale e regionale;
-la collaborazione più continua con il Consiglio regionale, con le altre strutture Sezionali, con gli Istituti per Ciechi presenti nella nostra città, con i gruppi ed associazioni sportive che consentono a ciechi ed ipovedenti di fare attività motoria;
-il coinvolgimento dei nostri giovani in progetti internazionali che possano favorirne la mobilità autonoma, la crescita culturale e lo sviluppo di ulteriori abilità e competenze linguistiche;
-dar vita ad una collaborazione strutturata con l’U.N.I.Vo.C. per svolgere una azione capillare di ricerca di volontari CHE possano supportare i disabili visivi in tutto il territorio della Provincia;
-pur comprendendo che il Centro di distribuzione del libro parlato di Napoli è attualmente chiuso, sarà fondamentale riprendere una azione di coinvolgimento delle persone che possano e vogliano diventare donatori di voce;
-studiare, di concerto con gli organi regionali e nazionali dell’Unione, strategie finalizzate alla migliore conoscenza della disabilità visiva tra i cittadini, mettendo in campo azioni che possano tutelare i veri ciechi ed ipovedenti la cui dignità è lesa da vere e proprie persecuzioni mediatiche, “burocratiche e giudiziali, ma al contempo condannare con determinazione i falsi ciechi che danneggiano oltre misura tutta la nostra categoria.

LAVORO –oltre che perseguire l’inserimento nel mondo del lavoro attraverso la vigilanza del rispetto delle normative sul collocamento obbligatorio,sarà necessario cercare, di concerto con gli organi regionali e nazionali dell’Unione, strategie finalizzate alla creazione di nuove opportunità di lavoro per i ciechi e per gli ipovedenti, anche attraverso corsi di formazione di alta specializzazione; organizzando, di concerto con l’I.Ri.Fo.R. corsi di riqualificazione dei centralinisti già in servizio.

AUTONOMIA, MOBILITA’ E NUOVE TECNOLOGIE – Nella convinzione che il perseguimento dell’autonomia dei ciechi e degli ipovedenti è indispensabile per la piena inclusione, sarà fondamentale: –
aumentare la vigilanza sull’abbattimento delle barriere architettoniche;
portare avanti azioni che possano sensibilizzare ed istruire gli amministratori pubblici affinchè per il rifacimento di edifici pubblici, piazze e strade possa essere coinvolta l’Unione Ciechi già nella fase della progettazione;
facendo in modo che la mobilità autonoma dei ciechi e degli ipovedenti diventi una priorità per la Regione Campania che dovrà di nuovo sovvenzionare corsi di orientamento e mobilità e garantire che il trasporto pubblico sia davvero accessibile;
avviare una azione concreta e capillare per sensibilizzare e formare tutta la base associativa rispetto alle tecnologie tiflo- informatiche e ai nuovi dispositivi quali gli smart phone;
organizzare presso i locali sezionali una mostra permanente di ausili tiflo- informatici visitabile sempre da tutti i nostri soci.
Dare risposte concrete relativamente all’acquisto di ausili ed attrezzature tiflo-informatiche

COMUNICAZIONE ED EVENTI – Sarà fondamentale programmare gli eventi con molto anticipo in modo da evitare quanto più possibile accavallamenti e sovrapposizioni di date e far sì che tutti i soci ne vengano a conoscenza; sarà fondamentale organizzare una comunicazione strutturata e continua, sia con i nostri soci, sia con l’esterno, anche attraverso il potenziamento del sito internet sezionale, della news letter, della segreteria telefonica e dei social network;; I non vedenti e gli ipovedenti dovranno essere messi a conoscenza con tutti i mezzi possibili dei molteplici servizi offerti dalla nostra Sezione; durante l’assemblea annuale ed eventi organizzati, dare riconoscimenti a soci “che si fanno onore” e a personalità che si sono spesi per la causa dei ciechi e degli ipovedenti.

IPOVISIONE E PREVENZIONE DELLA CECITA’ – sara’ fondamentale costituire un gruppo di lavoro che possa occuparsi esclusivamente di ipovisione, al fine di intercettare le esigenze e le istanze di una categoria di soci fino ad ora troppo poco considerata all’interno dell’Unione. Sarà inoltre fondamentale istituire e consolidare rapporti di collaborazione con oculisti, ottici e con le strutture sanitarie ed ospedaliere ubicate nella provincia, sia per intercettare le esigenze e le istanze di potenziali nuovi soci e sia per sviluppare campagne di prevenzione delle patologie oculari che non siano estemporanee e sporadiche.

ISTRUZIONE – siamo consapevoli del fatto che, a  fronte di un quadro legislativo consolidato in riferimento all’integrazione scolastica degli alunni con disabilità visiva, esistono nella pratica quotidiana, ritardi istituzionali nell’applicazione delle leggi, perché le scuole, con la continua sovrapposizione di circolari, di provvedimenti, spesso tra loro contraddittori, agiscono in condizioni di provvisorietà con consistente danno per alunni e famiglie cui, invece, andrebbero garantiti servizi programmati e programmabili, obiettivi concreti e serenità;
noi cercheremo di fare la nostra parte con impegno e determinazione.
In sintesi esponiamo quanto abbiamo intenzione di realizzare:
1- contattare tutte le scuole in cui sono iscritti allievi con disabilità visiva per incontrare dirigenti scolastici, consigli di classe che accoglieranno ho hanno già accolto allievi non ed ipovedenti in età scolare, per offrire sostegno, consulenza ed affiancamento sia agli insegnanti curriculari, sia e, soprattutto, agli insegnanti di sostegno che non vanno intesi come delegati unici alle problematiche dei ragazzi con difficoltà visive, ma come docenti di appoggio all’intero consiglio di classe con cui redigere l’intero piano educativo personalizzato;
2- stabilire un rapporto organico con le famiglie con le quali incontrarci periodicamente per valutare insieme l’andamento scolastico, problemi, proposte e orientamenti di prospettiva;
3- istituire un servizio di consulenza telefonica settimanale con la responsabile del settore istruzione-educazione e cultura per docenti e genitori al fine di affrontare problemi di ordine pratico, metodologico di diritti da esercitare, di doveri da adempiere e dubbi sui quali sia possibile fornire chiarimenti veloci;
4- vigilare su tutte le istituzioni preposte al funzionamento delle scuole, dall’ufficio regionale scolastico, ai c.s.a., all’area metropolitana, per garantire il diritto allo studio di tutti i nostri ragazzi;
5- realizzare brevi, ma significativi corsi di formazione in itinere sulle specificità degli alunni non ed ipovedenti sull’uso del metodo di scrittura e lettura braille, sulle tecnologie assistive che devono integrare l’uso del braille fin dalla scuola primaria;
6- studiare, con il coinvolgimento di   insegnanti ed alunni tutte le modalità utili a permettere che i  ragazzi con cecità assoluta,o grave ipovisione possano acquisire piena capacità di autonomia e mobilità nelle scuole che frequentano.
Continueremo e  potenzieremo tutti i contatti con le università perchè gli studenti ciechi ed ipovedenti possano disporre di  tutti gli ausili tecnologici, di servizi di tutoraggio là dove ve ne ricorrano le necessità, e vengano predisposte le misure atte a favorire la piena capacità di movimento in autonomia;
svilupperemo, di concerto con il nostro istituto di ricerca e formazione(irifor) ai livelli nazionale e regionale una  accurata ricognizione sulle opportunità esistenti nel settore dell’istruzione professionale di Stato(con particolare cura nei settori del turismo, ristorazione, artigianato, del benessere personale) per affrontare insieme le nuove frontiere del rapporto formazione scolastica  e  inserimento lavorativo.

Certo forse siamo ambiziosi, forse vogliamo sfidare troppo gli eventi che spesso ci ostacolano, ma per noi l’istruzione, la formazione culturale e professionale dei nostri giovani e ragazzi rappresentano  il cardine su cui costruire il futuro  e  non solo dei ciechi; noi esigiamo per ragazzi e giovani non un qualsiasi modo di vivere, ma il vivere con soddisfazione adeguata al proprio impegno, alle individuali capacità,  realizzando un solido equilibrio tra diritti e doveri.

Per quanto fin qui detto, siamo consapevoli del fatto che  ce ne sarà di lavoro da fare, ma   confidiamo nelle  conoscenze e competenze delle persone candidate in lista e di tutte quelle persone che vorranno supportare la nostra azione:
“L’UNIONE FA LA FORZA!”.

Contributi dei lettori: I nemici dei ciechi!!!, di Gianluca Fava

Autore: Gianluca Fava

Nell’autunno 2012, alcuni impiegati del Comune di Piano di Sorrento venivano indagati per vari motivi, diversi episodi ed a vario titolo,per “assenteismo”.

In data 14/06/2013 lo scrivente, avvocato penalista del Foro di Napoli ed iscritto alla sezione provinciale di Napoli dell’U.I.C., riceveva giusto mandato difensivo dal sig. … per il proc. Pen. N° … R.G.n.r.

 

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata, nella persona del dott. Manzi, decideva per la richiesta di rinvio a Giudizio.

L’udienza preliminare veniva fissata per il 27/02/2014; ma, per un difetto di notifica alla parte offesa (Comune di Piano di Sorrento), si rinviava al 13/05/2014.

Essendo anche il mio assistito cieco assoluto, lo scrivente eccepiva probabilmente per la prima volta in Italia, attraverso il deposito di un’istanza scritta e corredata di documentazione attestante l’effettiva cecità dell’imputato in questione, la nullità dell’avviso dell’udienza preliminare, non solo perché non trascritto in braille, ma anche perché preceduto da una richiesta di rinvio a giudizio ed un avviso di interrogatorio, anch’essi affetti da nullità perché non trascritti in braille.

Inoltre, come subordinata, si sollevava una questione di legittimità costituzionale dell’articolo 419 C.P.P. per contrasto con gli articoli 3, 24 e 111 della Costituzione, nella parte in cui non prevede anche che, in caso di imputato cieco, l’avviso di fissazione dell’udienza preliminare è nullo se non è trascritto in braille.

L’eccezione di nullità e la conseguente ed eventuale questione di legittimità costituzionale, a modesto avviso dello scrivente, non solo appaiono manifestamente fondate, ma anche assolutamente rilevanti.

Perché? nel predetto atto, si affermava tra l’altro, che in un sistema processual penalistico dove giustamente si tenta di garantire la piena partecipazione ad un processo di imputati appartenenti a minoranze linguistiche riconosciute, stranieri, muti, sordi e sordomuti, notificare ad un imputato non vedente atti processuali non trascritti in braille, rappresenta una palese violazione quantomeno dell’articolo 3 della Costituzione, se non addirittura dei diritti dell’uomo e del cittadino; infatti, si aggiungeva nell’atto de quo e nella relativa illustrazione orale, che la difesa penale è personale ed il braille è l’unico “sistema” veramente idoneo per mettere a conoscenza di un disabile visivo un documento scritto.

Inoltre, si precisa, che se è vero come è vero che una tale situazione può penalizzare, ad esempio, anche un avvocato privo della vista e di fatto almeno in parte lo fa, è anche vero che un imputato con il medesimo handicap ha il diritto e la possibilità di farsi assistere da un professionista vedente, ma non può in nessun modo cambiare il proprio “status” processuale.

Il Gup Antonello Anzalone rigettava l’eccezione di nullità e non accoglieva la relativa questione di legittimità costituzionale.

L’udienza procedeva, la requisitoria e le arringhe si protraevano fino alla successiva udienza del 09/07/2014 e, in quella data, tutti gli imputati (compreso il mio) venivano rinviati a giudizio per il 30/10/2014.

Dopo alcune udienze rinviate per difetti di notifica alle parti, all’udienza dibattimentale del 5 febbraio 2015 chi scrive attaccava di nuovo!

La norma “incriminata”, però, diventava ovviamente solo l’articolo 429 del Codice di Procedura Penale che disciplina il Decreto di Citazione a Giudizio e non più l’articolo 419 del medesimo Codice che, invece, “parla” degli atti introduttivi all’udienza preliminare.

Gli articoli della Carta considerati violati, invece, restavano sempre il 3, il 24 ed il 111.

La prima mossa tecnicamente indispensabile, era costituita da un’eccezione di nullità del Decreto di Citazione a giudizio, perché, per l’imputato non vedente, non era trascritto in braille!

In sede di illustrazione della succitata eccezione, lo scrivente, tra l’altro, tuonava: “se per il cittadino straniero la non comprensione della lingua italiana è il Presupposto indispensabile perché vi sia l’obbligo di traduzione dell’atto processuale, la trascrizione in braille dello stesso atto deve avere come unico presupposto la cecità, la quale, nel caso di specie, non solo è ampiamente provata e documentata, ma è anche assoluta”.

Il P.M. di udienza Barbara Aprea, contrariamente a quanto fatto dal suo collega dell’udienza preliminare, si associava all’eccezione di nullità sostenendola con fermezza attraverso la produzione di relate di notifica riportanti lo stato di cecità assoluta del destinatario.

La Corte si ritirava per deliberare ed usciva dalla Camera di Consiglio con una decisione tanto scontata, quanto utilissima per il prosieguo della “battaglia”: il rigetto dell’eccezione di nullità, per assenza di norme ad Hoc!

Affermazione giusta, ovvia, scontata ed attesa anche dall’autore dell’eccezione, il quale rilanciava ancora appoggiato anche dalla Pubblica Accusa e dagli altri difensori del processo come, tra gli altri, Lucilla Longone, Salvatore Vitiello e Catello Vitiello, sollevando una questione di Legittimità Costituzionale dell’articolo 429 del Codice di Rito per contrasto con gli articoli 3, 24 e 111 della Costituzione, nella parte in cui non prevede che il Decreto di Citazione a giudizio notificato ad imputato non vedente, è nullo se non trascritto in braille.

L’illustrazione orale di detta questione si concludeva con una domanda: “l’articolo 3 della Costituzione afferma che tutti i cittadini sono uguali davanti alla Legge, o che tutti i cittadini vedenti sono uguali davanti alla Legge?”

A quel punto, la Corte decideva di rinviare il processo al 26 marzo 2015, per decidere se la questione di Legittimità Costituzionale sollevata poteva essere considerata fondata e rilevante e, quindi, eventualmente trasmettere gli atti alla Consulta.

Anche la stampa da quel giorno si rendeva conto della delicatezza della questione in esame e, oltre che con “la Repubblica” del 13 febbraio 2015 e con “il Mattino” di Napoli del 15 febbraio 2015, ancor prima se ne occupava con “metropolis”, la cui giornalista Alessandra Staiano il 6 febbraio 2015 scriveva: “Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge? O tutti i cittadini vedenti sono uguali davanti alla legge? La domanda può sembrare una provocazione, ma è un quesito assai delicato sul quale ora i giudici della prima sezione del Tribunale di Torre Annunziata dovranno decidere se rinviare la palla alla Corte Costituzionale.

Interrogativo nel quale si intrecciano principi fondamentali come l’eguaglianza, il diritto alla difesa e la tutela dei diversamente abili. Il rischio di una discriminazione nelle aule di giustizia è dietro l’angolo perché mai come stavolta in un aspetto tecnico e formale del diritto c’è la vita concreta che palpita”.

La discriminazione in esame, che prima del processo in questione stranamente godeva di ottima salute non avendo trovato mai alcun “ostacolo” né normativo né giurisprudenziale, stava per trovare, grazie alla I sezione del Tribunale di Torre Annunziata in composizione collegiale Presidente Ciollaro, se non ancora la morte, almeno uno stato di coma irreversibile?

Macché!

In data 26 marzo 2015, la Corte scioglieva la riserva!

Come?

Rigettando la suddetta questione di legittimità costituzionale, perché, in soldoni, l’imputato in questione comprende la lingua italiana, il processo si celebra in italiano ed il braille non è una lingua ma un metodo di scrittura!

A quel punto il processo veniva rinviato al 4 giugno 2015 per il prosieguo del primo grado di giudizio e l’odiosa discriminazione nei confronti degli imputati non vedenti, poteva tirare un altro sospiro di sollievo!!!

Adesso si spera, ovviamente, di non arrivare al secondo grado di giudizio; ma se ciò dovesse accadere, ovviamente chi scrive sicuramente continuerà la battaglia in questione.

Quello che lascia basito l’autore di queste poche righe, però, è proprio la reazione di diversi appartenenti alla categoria dei ciechi; infatti, nei giorni immediatamente successivi al 26 marzo 2015, lo scrivente ed il proprio assistito venivano fatti oggetto di un vero e proprio attacco scritto e verbale!

Numerose sono le affermazioni ingiuriose, calunniose, diffamatorie e prive di qualsiasi fondamento giuridico che, proprio quelli che avrebbero dovuto apprezzare l’iniziativa senza precedenti, sono state e sono pronunciate ancora!

Alcuni “giuristi” improvvisati, affermano che la questione è inutile e finalizzata solo a perdere tempo, perché in luogo del braille, si dovrebbe chiedere ad esempio, l’uso delle mail, dimenticando:

1) che tale metodo, in Italia, è previsto solo per gli avvocati e non anche per gli imputati;

2) che detto indirizzo mail, deve essere di posta elettronica certificata, che è obbligatoria solo, in procedura penale, per gli avvocati;

3) che, quindi, quello che non è previsto per gli imputati vedenti, non si può chiedere per quelli privi della vista!

Qualcuno afferma che la tecnologia moderna ci permette di leggere agevolmente gli atti scritti, verissimo; ma agli stessi assertori di tale tesi, sfugge che la tecnologia “offre” anche degli ottimi traduttori, eppure agli imputati stranieri od appartenenti alle minoranze linguistiche riconosciute, il diritto italiano e quello internazionale “impongono” atti scritti nella lingua dell’imputato o in una di quelle più conosciute: cosiddette lingue veicolari.

Una domanda sorge, per dirla con Lubrano, spontanea: i veri nemici dei ciechi sono i ciechi stessi?

 

Gianluca Fava

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Contributi dei lettori: Indifferenza: una dimensione emotiva, una condizione esistenziale?, di Silvana Piscopo

Autore: Silvana Piscopo

Nel corso dell’ascolto della rubrica “Chiedi al Presidente” del 25 marzo, fra le varie tematiche derivanti dalle domande degli interlocutori del presidente, è stato toccato il problema della diffusa marginalità in cui molti soci, soprattutto anziani sono relegati, nonostante i tentativi di coinvolgimento compiuti dalla commissione nazionale anziani, da alcune sezioni territoriali.
Certamente in una società in cui diventa slogan il vocabolo rottamazione applicata alle persone, dove alla parola quale mezzo di comunicazione diretto si sostituiscono sms, messaggi virtuali, immagini fugacissime, e ci si stanca sempre con più frequenza di riconoscere la memoria fisica rappresentata da padri, nonni, maestri del passato recente o remoto che sia, è difficile non assumere l’indifferenza come auto-protezione, o precipitare in tale dimensione per frustrazione, sensazione di inutilità.
Quando a tutto questo si aggiunge la cecità, che, indipendentemente dal grado di maggiore o minore autonomia con cui la si gestisce, rappresenta un ostacolo in più, almeno sul piano organizzativo nella vita di relazioni extradomestiche, è ancora più facile trovare rifugio e sicurezza solo nella casa, nella costruzione di un alibi da presentare a se stessi e ad altri con il quale si afferma che ormai nessun impegno meritano associazioni, aggregazioni culturali e forme di vita associata: nulla può migliorare e nessuno è degno d credibilità.
Certo tali affermazioni non sono prive di fondamento, perché gli esempi di scollamento tra di chi ha compiti e poteri, con delega di rappresentanza, e i soci che li delegano, sono all’ordine del giorno; si tratta di persone che, consapevolmente o non, diffondono demotivazione e, conseguenzialmente, non sono meritevoli di fiducia e promotori di crescita e valorizzazione dei semplici soci anche nella nostra unione e basta guardarsi intorno per scorgere i deficit di sensibilità verso quelli che vengono esclusi per difformità di opinioni, o verso coloro che, lontani o stanchi, vengono coinvolti solo nelle emergenze o nelle elezioni in caso di più liste di candidati.
E allora cosa si può fare?
1. in primo luogo si può, anzi si deve, correggere un costume diffuso che consiste nel coinvolgere i soci solo nelle emergenze e cioè elezioni associative con liste concorrenti, manifestazioni dove occorrono numeri consistenti di partecipanti;
2. coinvolgere, invece quanti più soci possibili nei gruppi di lavoro sezionali soprattutto nelle città in cui vi siano numeri alti di inscritti;
3. dare buoni esempi con l’agire in trasparenza in tutte le azioni di governo, controllo ed amministrazione delle varie strutture, perché si è ingenerata in maniera abbastanza estesa l’idea che chi dirige, a qualsiasi livello agisca non a servizio dei ciechi, ma per acquisire privilegi, garantire amici e parenti e che dunque, non si può fare altro che starne lontani;
4. creare occasioni di incontri ludici, culturali, organizzando sia attività di tempo libero, sia gruppi di autoaiuto, consulenze alla pari anche tra generazioni diverse per età;
5. stipulare convenzioni e protocolli con agenzie turistiche, creare occasioni di lavoro con altre associazioni di disabili e non che sviluppino programmi interessanti per favorire la conoscenza in tutte le forme possibili;
credo, insomma, che, senza cadere in semplicistiche sovrapposizioni, si potrebbero attivare gemellaggi tra i vari territori per scambi di esperienze in cui rendere protagonisti non sempre e solo chi riveste cariche associative.
Un ultima considerazione:
perché non riesce l’UICI, che pur vanta un bagaglio consistente di conquiste per tanti ciechi, a liberarsi dalle diffidenze sia verso l’esterno (e mi riferisco alle tante forme associative esistenti nei vari territori), sia interne (esercizio dell’esclusione o della marginalizzazione di chiunque appaia non controllabile, non gestibile, non allineabile a un qualsiasi pensiero unico)?
Forse l’appuntamento congressuale potrà favorire una riflessione, e non solo, su come e cosa fare per creare varchi di passaggio dalla progressiva indifferenza verso la ripresa di fiducia nella possibilità di contare non solo perché si è un numero di tessera, ma perché si è uomini, donne, ragazzi, ciascuno con un vissuto, con una narrazione di sé, e in grado di partecipare ad una comunità di reciproci perché, secondo me, il sentirsi reciproci che libera dalle timidezze, dalle insicurezze e questo è un messaggio che vale per tutti, figurarsi quanto può valere per chi ha un surplus di difficoltà!

Contributi dei lettori: Ci sono anch’io, di Lucia Manna

Autore: Lucia Manna

“Vorrei essere nato al contrario per poter capire questo mondo storto”.
Jim Morrison

Certo che Morrison non aveva tutti i torti: il mondo spesso va al contrario di come dovrebbe essere e per cercare di capire dovremmo andare anche noi storti.
Fra le cose che tendono sempre a ragionare al contrario, ci sono la giustizia e le istituzioni che spesso non guardano aldilà del loro mondo e difficilmente si pongono realmente un problema che riguarda i cittadini, soprattutto del cittadino più debole che non ha armi per difendersi, o comunque le armi che possiede, chi sa perché non feriscono nessuno.
Della legge Delrio entrata in vigore nell’otto aprile duemila quattordici, tutti ne abbiamo sentito parlare, ma chi sa se sono anche così noti i problemi che sta causando ai ragazzi disabili che hanno come tutti, il diritto di andare a scuola e di costruirsi un futuro.
Esattamente la legge delrio legge n. 56 del 7 aprile 2014 “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni” ridisegna confini e competenze dell’amministrazione locale.
Il decreto legislativo 112/1998 (art. 139, comma 1 c) invece, conferiva alle Province l’incarico di garantire assistenti educativi e della comunicazione (AEC).
Il supporto di queste figure risulta essenziale in caso di alunni sordi, non vedenti, ipovedenti o con pluriminorazioni, e il loro ruolo è espressamente previsto dalla legge quadro 104/1992.
Inoltre, le province stesse dovevano assicurare in maniera del tutto gratuito il trasporto scolastico ai ragazzi con disabilità nelle scuole superiori.

Ora con l’abolizione delle provincie, sta accadendo che le amministrazioni fanno tutto un tiro e molla del decreto e del trasporto scolastico, senza decidere a chi spetti la responsabilità di garantire queste competenze e servizi.
Così, è bastata una firma per rischiare di cancellare anni di sacrifici di volontari che seguono i disabili, i sacrifici di chi ha lottato per far valere i loro diritti e per l’integrazione, degli insegnanti di sostegno che già dovrebbero essere maggiori, ma soprattutto si rischia di cancellare i sacrifici delle famiglie e dei ragazzi stessi che vogliono gridare al mondo: “Ci sono anch’io”!
“Ci sono anch’io” nel lavoro, “ci sono anch’io” nel mondo della cultura, “ci sono anch’io con i miei sogni e “ci sono anch’io nella Società”.
Un Coro di “ci sono anch’io” troppe volte ignorato, poiché è più facile tapparsi le orecchie che ascoltare: soprattutto quando ascoltare, richiede impegno e non solo tempo.
Eppure basterebbero poche ore per mettersi a tavolino e trovare una soluzione, basterebbe qualcuno con un po’ di buon senso che si prenda l’incarico di gestire questi servizi che non sono capricci, e soprattutto non sono facoltativi, ma sono obbligatori: ma forse non tutti sanno cosa significhi la parola “obbligatori”.
Mi domando: quand’è che i cosiddetti normali, scenderanno dal loro piedistallo e cominceranno a guardare il più debole, non con gli occhi della pietà, perché nessuno chiede la pietà, ma solo con gli occhi di chi si cala nelle difficoltà degli altri e tenda la mano senza nessun tornaconto?

Se sapessi che potrebbe servire parlerei di una bambina che conosco e che con i suoi occhi spenti e il suo sorriso, illumina chi le sta accanto.
Parlerei della sua voglia di scoprire cose nuove, della sua voglia di giocare, della voglia d’imparare e di quanta gioia di vivere a dentro di se;
lei che differenze non le fa, che considera tutti quanti uguali, lei che sta imparando a guardare il mondo con le sue piccole mani, non conosce le brutture di cui si rende artefice l’uomo, non sa che ragazzi ora più grandi, hanno dovuto chiudere i libri e sogni nel cassetto, sperando che alla fine qualcuno si accorga di loro.
Lei non sa che esiste la sala dei poteri dove vivono alcuni uomini, non sa che lì, non si respira aria, ma solo fama di gloria e di menefreghismo.
Ma chi sa, forse quando inizierà a diventare donna e abbandonerà i suoi giocattoli in qualche grosso baule, anche la società dei ricchi avrà abbandonato il suo egoismo e avrà smesso di dire e pensare: “tanto che importa a me”!

Contributi dei lettori: Progetto “CHANGE L.I.F.E.”, di Nunziante Esposito

Autore: Nunziante Esposito

ELEZIONI CONSIGLIO PROVINCIALE UICI DI NAPOLI – 18 APRILE 2015
Riceviamo e volentieri diffondiamo:

Fin dalla sua fondazione, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ha lottato per perseguire lo scopo dell’inclusione sociale dei minorati della vista, favorendone la piena attuazione dei diritti umani, civili e sociali.
Il nostro primo impegno è certamente quello di continuare questa azione, ma anche e soprattutto dare una svolta, un cambiamento per ricercare soluzioni alternative a vecchi e nuovi problemi, profondendo tutte le nostre forze e tutte le nostre energie al raggiungimento di risultati concreti ed efficaci. Quest’ultimi dovranno servire ad un netto miglioramento della vita dei non vedenti e degli Ipovedenti, e saranno fattibili solo attraverso strumenti che consentano loro il superamento di barriere sensoriali, fisiche e soprattutto culturali.
Proprio perché il nostro intento è quello di cambiare ossia migliorare la vita dei disabili visivi, restituendo loro dignità e libertà di vivere, il nostro motto è diventato “CHANGE L.I.F.E. (cambia vita)”, dove life è l’acronimo dei quattro punti salienti su cui si fonda il nostro programma, e che di seguito riportiamo ed esplicitiamo:
LAVORO: da sempre fonte di vero e proprio riscatto sociale per i disabili visivi, crediamo sia indispensabile puntare sempre di più ad un inserimento massivo nella società, sia per coloro che hanno le competenze necessarie, ma soprattutto anche per quelli che, non avendo le giuste conoscenze o gli opportuni stimoli, sono portati a rinunciare a questo sacrosanto diritto. Questa attenzione sarà dedicata ancora di più a coloro che hanno avuto la disavventura di perdere la vista in età avanzata, con tutte le conseguenze disastrose subite sia sul piano sociale che psicologico e personale. Concentreremo quindi la nostra attenzione sia sulle professioni tradizionali, quali il centralinista telefonico e il fisioterapista, e i loro adattamenti legislativi in termini di collocamento obbligatorio, che sulle nuove professioni, di concerto con la Presidenza Nazionale dell’U.I.C.I. Infine saremo molto attenti all’iter delle leggi in materia di pensionamento, non sempre di facile comprensione e applicazione, battendoci per il pieno riconoscimento degli anni di “abbuono” maturati, con la ferma convinzione che le attività lavorative praticate dai non vedenti sono particolarmente usuranti, principio peraltro riconosciuto dalla legge, perciò esso, è per sua natura, irrinunciabile.
ISTRUZIONE: l’obiettivo principale in questo ambito è quello di garantire a tutti i non vedenti, la possibilità di frequentare le scuole di ogni ordine e grado, sia professionali, che umanistiche, dando loro l’assistenza e il supporto materiale, affinché possano seguire i corsi di studio al pari dei propri coetanei.
FORMAZIONE: Cercheremo, inoltre di aumentare la collaborazione con le istituzioni per i ciechi presenti sul territorio, indirizzandoli a diventare dei veri e propri enti di ricerca, aggiornamento e formazione, destinati sia ai disabili visivi che agli insegnanti, educatori, genitori, assistenti alla comunicazione e tutti quelli che direttamente o indirettamente siano coinvolti con il mondo dei non vedenti.

EDUCAZIONE: nel progetto educativo c’è anche l’intento di favorire la creazione di una rete permanente fra gli insegnanti di sostegno, utile allo scambio continuo di esperienze e informazioni, con la convinzione che solo la conoscenza, rende gli uomini liberi. Mai come in questo caso è vera l’affermazione, laddove c’è preparazione degli insegnanti e dei genitori e di conseguenza un’educazione del disabile dai primi anni di vita, esiste certamente un sano sviluppo cognitivo che gli permetterà in età adulta un futuro di autonomia e autostima.

Oltre a queste quattro macroaree di problematiche fondamentali, abbiamo individuato altri punti salienti che ci sembrano imprescindibili:

AUTONOMIA, AUSILI e NUOVE TECNOLOGIE: L’evoluzione dei tempi crea sempre nuove possibilità nel campo delle nuove tecnologie, mettendo continuamente a disposizione nuovi strumenti, sia adattati, sia direttamente creati, ad uso dei disabili visivi, aiutandoli nella ricerca quotidiana della loro autonomia. A tale scopo, sarà creato un gruppo di tecnici competenti che promuoveranno corsi utili all’addestramento e all’uso delle nuove apparecchiature, consigliando, in modo disinteressato, quale prodotto è più utile, tenendo presente le attitudini personali. Tutto questo, senza trascurare quanto di buono è già esistente, come gli ausili tradizionali, già in uso tra i disabili visivi.

ASSISTENZA: proponiamo di ampliare e potenziare i servizi già esistenti, come quelli di consulenza informatica, psicologica, legale, fiscale e pensionistica, implementando l’attività dei CAF e Patronato; confermare ed incentivare la collaborazione con l’INPS; consolidare il rapporto con i soci, anche con visite domiciliari ed accompagnamento nel disbrigo di pratiche quotidiane; costituire un servizio di ascolto, utile a raccogliere segnalazioni, per creare, laddove possibile, servizi anche personalizzati.
A tal proposito è nostra intenzione dare la priorità assoluta al confronto continuo con la base associativa, con la ferma convinzione che, solo attraverso l’analisi quotidiana, possano giungere stimoli e suggerimenti utili a rafforzare il nostro impegno al servizio di tutti. Infatti, solo grazie all’ascolto della stessa, si possono individuare le priorità necessarie al soddisfacimento dei bisogni più urgenti di ognuno e di conseguenza programmare e agire in modo cosciente e razionale, con chiarezza e lucidità mentale. Tali bisogni sono in parte a noi, già noti, altri potranno venir fuori da un’attività capillare dell’UICI sul territorio, finalizzata al raggiungimento del numero più ampio possibile di non vedenti, in modo da riportare nell’alveo associativo anche coloro che, per svariati motivi, hanno abbandonato con il tempo il sodalizio.

PREVENZIONE: l’Unione ha tra i suoi scopi, non scritti, ma concreti, la diminuzione dei propri potenziali soci, conducendo da sempre una battaglia senza quartiere contro le malattie della vista. Perciò, oltre a continuare nella direzione già intrapresa da anni, verrà aumentata l’attività dell’Unità oftalmica in uso della Sezione, raggiungendo luoghi, scuole e piazze di tutto il territorio della Città Metropolitana napoletana. Saranno promossi convegni ed incontri di studio, in collaborazione con le Università e i centri specializzati, presenti sul nostro territorio. Saranno favoriti incontri con le future e nuove famiglie, usufruendo del grosso apporto fornito dalle Parrocchie, per meglio informare le giovani coppie sulle problematiche della cecità.

PARI OPPORTUNITA’: per garantire a tutti eguaglianza sociale e tra i sessi, soprattutto per le persone con disabilità, sarà creato un gruppo permanente che, con mezzi adeguati, organizzerà incontri culturali, promuoverà iniziative ludiche e ricreative, per contribuire ad abbattere le barriere fisiche e morali che ancora abbondano nella società contemporanea.

PROMOZIONE: tutto quanto già detto, se sarà pubblicizzato e promosso nel modo giusto, può costituire un ottimo mezzo per la promozione delle attività dell’UICI sul territorio, ma sicuramente non basta. Infatti, saranno sensibilizzate sempre di più le autorità politiche e l’opinione pubblica, facendo conoscere con ogni mezzo le problematiche quotidiane della vita di un disabile visivo, ma anche le grandi potenzialità ed abilità, al fine di sradicare quell’atteggiamento pietistico che spesso costituisce un ostacolo alla socialità. Questo contribuirà sicuramente a realizzare uno dei desideri che possono avere questi ultimi: quello di vivere una vita da cittadino come tanti e non essere considerato un peso per la società.
Possiamo concludere che da sempre, l’Unione ha affrontato varie e fondamentali tematiche, che non verranno assolutamente trascurate, anzi, laddove è possibile, verranno implementate e adattate all’attuale situazione economica e sociale, per consentire a tutti i disabili visivi del nostro territorio una piena integrazione sociale. Quello che vogliamo è consentire a tutti di vivere la propria vita con maggiore serenità, scavalcando i problemi giornalieri che inevitabilmente affliggono tutti, cercando di aiutarli a mantenere il passo in questa società così frenetica e sentirsi finalmente “liberi” … “integri” … “completi”.
Allora cosa aspetti: “CHANGE L.I.F.E.!”

Candidati:
Giuseppe Ambrosino
Giuseppe Fornaro
Chiara Longobardi
Nunziante Esposito
Nicola Toscano
Vincenzo Esposito
Giovanni Credentino
Saveria Annunziata
Francesca Avino
Gaetano Orefice
Giovanna Terracciano
ELEZIONI RAPPRESENTANTI DI NAPOLI AL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA DELL’UNIONE ITALIANA DEI CIECHI E DEGLI IPOVEDENTI.

Candidati:
Gaetano Cannavacciuolo
Francesca Avino

DELEGATI AL CONGRESSO NAZIONALE DELL’UNIONE ITALIANA DEI CIECHI E DEGLI IPOVEDENTI IN RAPPRESENTANZA DELLA SEZIONE PROVINCIALE DI NAPOLI.

Candidati:
Giuseppe Ambrosino
Giuseppe Fornaro
Ferdinando Ciniglio
Saveria Annunziata

Allora cosa aspetti: “CHANGE L.I.F.E.!”

Contributi dei lettori: Partecipazione alla presentazione del libro La mia storia ti appartiene, di Patrizia Onori

Autore: Patrizia Onori

50 persone con disabilità si raccontano

Leggere un libro dovrebbe diventare per chiunque un momento distensivo, culturale ma soprattutto costruttivo.
Il libro che vi propongo però, contiene qualcosa di diverso, poichè essendo stato redatto da persone colpite dalla
disabilità, racconta reali storie ed esperienze di vita.
Il volume si intitola “LA MIA STORIA TI APPARTIENE 50 PERSONE CON DISABILITA’ SI RACCONTANO” ed appartiene al progetto
“CULTURA”.
Essendo disabile visiva, anch’io come gli altri, inviai tre tra i miei racconti agli ideatori del progetto e, attraverso
una mail, seppi che i miei racconti erano stati inseriti nel volume.
Provai un’immensa gioia ma anche un po’ di disorientamento dato che prima d’ora non avevo mai partecipato all’elaborazione
di un libro.
Tutto però, fu assolutamente più semplice di quanto pensavo, poichè, leggendo l’opera, ho scoperto di essere stata inserita
in un progetto realizzato da veri professionisti nella disabilità che quotidianamente affrontano sempre con un sorriso, le
varie difficoltà della vita.
Il 25 marzo, eccoci al momento della presentazione del testo presso la “SALA DELLA CULTURA DI VILLA DE SANCTIS” a Roma,
un’occasione a dir poco straordinaria.
Infatti, notevole è stata la mia emozione quando, due attori hanno letto vari brani tratti dal libro.
Che momento meraviglioso!
Sentir leggere da professionisti brani tratti dai propri scritti, equivale al trascorrere di attimi indelebili ed
indimenticabili.
In un baleno, scrutando in me, ho percorso con la mente i magnifici istanti di bambina quando, a casa in braccio a mio
padre ed in collegio in braccio ad una suora, ottenendo immenso affetto, ho cercato di apprendere da loro ciò che potevo e,
quando la mia mente mi ha accompagnato spostandosi nel viaggio della mia adolescenza, ho in un attimo vissuto i momenti di
una ragazza che, pur con qualche difficoltà, ha cercato comunque di raggiungere buoni propositi con la finalità di
conquistare gli altri cercando di donare sempre loro serenità.
Giunti quasi al termine dell’incontro, ecco arrivare il momento di poter prendere la parola, così ottenendo il microfono,
ho avuto l’opportunità di presentare i miei racconti e, soprattutto, di descrivere il significato che ho attribuito agli
stessi, aggiungendo in parte , piccoli estratti ottenuti dalle mie esperienze di vita.
In conclusione, estesi complimenti, fortissimo applauso e stupore dei responsabili del progetto per la mia propensione
verso la comunicazione e, quando la coordinatrice del progetto Silvia Cutrera ha citato l’invio di una mia mail contenente
in allegato il libro al programma “Che Tempo Che Fa” condotto da Fabio Fazio, forte ancor di più è stata la sorpresa dei
responsabili e dei competenti intervenuti.
Ringrazio gli ideatori del libro, poichè hanno voluto donarmi una copia cartacea e,
ringrazio Filippo Visentin che ha collaborato per la realizzazione del video che accompagna il volume e che si chiama “LA
MIA IMMAGINE TI APPARTIENE”, poichè ha suonato direttamente al piano la musica di accompagnamento. Filippo, ha voluto
donarmi il dvd incaricando i coordinatori del progetto di consegnarmelo personalmente.
Come avrei potuto non rendervi partecipi di questa mia esperienza!
Vorrei che ognuno di noi, riuscisse almeno per un istante a vivere piccole gioie che possano donare anche un breve ma
importante minuto di felicità.
Spero che con questo mio semplice scritto, io sia stata in grado di regalarvi un breve ma intenso momento di serenità e
soprattutto di condivisione.
Patrizia Onori.

Chiusura versione HTML Internet Banking MPS – Un grave disservizio per i clienti non vedenti a partire dal 24 Febbraio 2015, di Marina Zucconelli e Luigi Loglisci

Autore: Marina Zucconelli e Luigi Loglisci

Scriviamo queste brevi osservazioni, oltre che per nostro conto, anche a nome di diverse altre persone: clienti, dipendenti o ex dipendenti della Banca Monte dei Paschi di Siena, sia non vedenti, che ipovedenti.

Se altri, lette le nostre note, condivideranno quanto da noi evidenziato, ci auguriamo vorranno anch’essi scrivere, come abbiamo già fatto noi, al servizio reclami della banca, affinché chi di competenza abbia riscontri in numero tale da essere indotto a prendere nella debita considerazione le criticità da noi segnalate.

reclami@mps.it
sino ad ora sia gli ipovedenti che i ciechi assoluti
hanno sempre potuto usufruire senza difficoltà, del servizio Internet Banching di MPS, che a differenza di altre banche, ha sempre tenuto conto delle esigenze dei disabili visivi, mettendo a disposizione un sito perfettamente accessibile ed user friendly, in particolare per il servizio di Internet Banking il che ha consentito finora a noi tutti di svolgere in autonomia e senza particolari difficoltà la totalità delle operazioni disponibili per gli utilizzatori del servizio in parola.
Da un paio di anni circa, oltre alla versione tradizionale, in HTML, esiste anche la versione PasKey, che francamente, dopo qualche prova,
abbiamo preferito non utilizzare, riscontrandone da subito le criticità e difficoltà e potendo comunque continuare a usufruire della versione HTML, del tutto gestibile e perfettamente adatta alle nostre esigenze.

Ora sul sito MPS si viene avvisati da qualche tempo che dal 24 febbraio questa versione del servizio verrà chiusa.
abbiamo pertanto provato a cimentarci con la versione PAS key che a breve sarà la sola disponibile e ci siamo trovati davvero in grande difficoltà.
Probabilmente la scelta sarà dovuta a fattori estetici, in quanto la versione grafica sarà più accattivante e intuitiva per chi vede, ma meraviglia molto che non si sia pensato minimamente al disagio che questo stravolgimento comporta per chi non vede e si trova a fare i conti con una drastica riduzione della propria autonomia.
A maggior ragione ciò stupisce da parte di Banca Monte Paschi che è sempre stata la prima a farsi carico dei problemi e delle esigenze dei disabili.
Avendo una discreta esperienza come utilizzatori, ma non la competenza per descrivere dal punto di vista tecnico quali siano le difficoltà riscontrate, faremo degli esempi di situazioni appurate
da alcuni di noi, sia non vedenti che ipovedenti.
Volendo visualizzare la situazione del conto corrente, se con l’HTML ciò avveniva molto semplicemente e velocemente, in questo caso occorre impiegare parecchi minuti ed effettuare ripetutamente diversi tentativi per arrivare allo scopo e risulta poi impossibile salvare quanto visualizzato, cosa che, in precedenza, era, al contrario, molto agevole. sono stati altresì compiuti a più riprese,
Vari tentativi, finalizzati a vedere il saldo della propria carta prepagata, risultati inutili e chi ha provato alla fine ha dovuto desistere.
Come se ciò non bastasse, chi è intestatario di più conti correnti o anche della prepagata Spider che appare come ulteriore conto corrente, non riesce a
scegliere, ad esempio, su quale conto addebitare la ricarica di un cellulare.
Provando a scaricare i documenti online, si riesce apparentemente a farlo, anche se per arrivare al punto il cammino è parecchio tortuoso, ma alla fine i documenti salvati non si trovano più nè sul pc, nè fra quelli da consultare.
Altre operazioni più importanti, ovviamente, non si prova nemmeno a farle, nel timore, non avendo più il pieno controllo della situazione, di commettere errori dovuti non alla nostra imperizia, ma alla scarsa per non dire quasi nulla gestibilità ed usabilità di Pas Key con i nostri ausili assistivi.
Come si comprenderà per noi l’ideale sarebbe il mantenimento in parallelo di entrambe le piattaforme, ma se ciò davvero fosse impossibile, sarebbe almeno auspicabile una revisione di Pas Key con la consulenza di tecnici specializzati nell’accessibilità dei siti Internet, per persone disabili della vista.
A conclusione di questo breve scritto ribadiamo l’invito a quanti dovessero aver riscontrato le medesime criticità da noi esemplificate, a scrivere, onde dar maggiore forza e visibilità alle nostre istanze.

Contributi dei lettori: compensi e incarichi, una sfida da vincere, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

Provo a lanciare un altro argomento di discussione che, spero, possa essere trattato con un approccio nuovo anche in vista della nuova legislatura associativa.
Oggi nell’Unione e negli enti collegati a tutti i livelli sono previsti e spesso erogati gettoni di presenza oltre ai rimborsi spesa per i dirigenti o per i componenti di organismi tecnici.
Chi difende questa scelta sostiene che trattandosi di un lavoro, è giusto che ci sia un riconoscimento che vada oltre ai rimborsi spesa.
L’altra motivazione che spesso si adduce a difesa di questo sistema è quella che permetterebbe anche a chi non ha risorse proprie di potersi impegnare nell’associazione.

Quest’ultima motivazione è usata anche dai politici per il finanziamento pubblico ai partiti o agli organi di stampa.
Ricordo che ne il finanziamento pubblico ai partiti ne quello agli organi di stampa hanno migliorato e allargato la partecipazione politica o l’indipendenza della stampa.
Chi scrive, ha rinunciato a ogni compenso e spesso non prende neppure i rimborsi spesa ma questo vale poco.
Ritengo ci siano da fare due considerazioni:

1. intanto i gettoni sono previsti anche per le riunioni online e ritengo sia poco giustificabile sul piano politico e ribadisco anche poco etico;

2. chi sceglie di lavorare per l’associazione non ci deve rimettere per spese di viaggio e soggiorno ma dovrebbe farlo in modo volontario perché le risorse dovrebbero essere utilizzate per servizi alla categoria e non mi si dica che i soldi in questioni non risolverebbero alcun problema.
Tanti piccoli risparmi, possono costituire un piano di riduzione dei costi strutturali che per altro è un’esigenza mi pare, condivisa da tutti.
Poi, se si pensa che molti hanno più incarichi, i gettoni si moltiplicano.
Potremmo fare molti esempi di pluri-incarichi e non tutti molto trasparenti se non con qualche dubbio di compatibilità Propongo comunque di rendere noto quanto si spende per questi gettoni o indennità e di rendere noto quali incarichi e gettoni hanno i dirigenti e i componenti dei vari organismi. Sarebbe una grande operazione di trasparenza che non viola la privacy di nessuno ma migliora i rapporti interni e elimina le dicerie.

Spero che si possa riflettere e togliere, questa che io considero una macchia, dal nostro vestito associativo.
Massimo Vita

Disabile ed egoista, di Giuseppe Fornaro

Autore: Giuseppe Fornaro

Non è che mi spaventi ancora quando in qualche modo mi fanno notare di essere diverso, nemmeno mi illudo più di tanto quando questa mia condizione di disabilità viene sottolineata come “valore aggiunto” o “diversa abilità” e quant’altro questa Società si inventi quando le circostanze lo impongono .
Qualche volta però ,commetto l’errore di credere che almeno sono considerato da – tutti gli altri- un cittadino come quello che paga le tasse per avere un servizio.
Il mio dovere di cittadino, come -Tutti gli altri- credo di farlo, nonostante tutto.
Ieri sera, puntuale come uno spillone nel taschino della camicia, mentre sto per rientrare a casa , mi arriva la solita fitta, una sfida beffarda che provoca con arroganza e dice :- vediamo se riesci a tornare a casa, e la prossima volta pensaci due volte prima di uscire- .
Beffa lanciata dal mio posto di sosta riservata per disabili, destinatomi da una regolare ordinanza ormai da vent’anni , e da allora, regolarmente abusato da qualche “ diverso da me” che pure pretende di essere considerato persona normale.
Stanco di vent’anni di consapevolezze, tiro fuori le solite strategie , stanche anch’esse, per raggiungere casa, a dispetto di tutte le barriere e le soste selvagge ex novo intervenute in quel momento a dar forza allo spillone che già aveva fatto egregiamente il suo lavoro poc’anzi .
Arrivo a casa, chiamo il comando dei vigili, e come al solito dentro di me si si spinge con forza una punta di lieve mortificazione per essere costretto a chiamare in mio aiuto, quotidianamente, un servizio di tutela che nonostante i suoi sforzi non riesce a risolvermi il problema ; mi risponde un piantone che accoglie la mia richiesta con palese disappunto, interpretandola come il frutto di un’indifferenza egoistica a danno di quanto di importante realizza il corpo della polizia urbana di sant’Anastasia :-“ I vigili sono impegnati in cose molto importanti, ma lei, giustamente, egoisticamente, non lo vorrà nemmeno sapere.” Gli chiedo se per caso mi ha mai conosciuto per potermi giudicare come persona egoista , oppure sa soltanto che sono disabile e questo gli basta per darmi la doppia etichetta “ disabile ed egoista”. Risponde che non mi conosce, quindi forse non sarà vero che io sia egoista, la qual cosa mi solleva , non c’è niente di peggio che rischiare di diventare egoista solo perché ne tocchi una bella quantità tutti i giorni.
Così resto in silenzio per interminabili minuti,abbracciato dallo sguardo sconfortato della mia famiglia e con la quale non voglio, egoisticamente, condividere questa amarezza ,seppure essa arrivi inevitabilmente di riflesso …purtroppo.
Ordino una pizza al domicilio (evitando di andarci di persona in pizzeria, potrei al ritorno, ritrovarci parcheggiato un tir nell’indifferenza di -tutti gli altri- o anche una costruzione abusiva, chissà…) e fingiamo tutti che non sia successo niente di grave.
Nonostante tutto oggi ho voluto raccontarla, perché si aiuti a riflettere sull’importanza delle Istituzioni al servizio del cittadino, persino di quello disabile (pensa un po’), perché le Pubbliche Amministrazioni investano maggiori energie per la formazione dei dipendenti investiti di importanti responsabilità ed anche perché si pongano le basi per capire che quando un servizio è di “tutti”, non è di “Tutti gli altri”, e soprattutto non è gestibile secondo le proprie arbitrarie convinzioni verso i singoli, ma va gestito con atteggiamenti serie seri e competenti sulla scorta di quanto dettano normative che vanno rispettate prima ancora di chiederne rispetto.