Persone cieche e vedenti ballano
insieme
Ci sono frammenti di film capaci
di lasciare una traccia nell’immaginario collettivo. La scena da Oscar di Al
Pacino, in Scent of a Woman (Profumo di
donna) (1992) nei panni di un ex militare, cieco da anni, che si lancia in
un avvolgente tango con Gabrielle Anwar, ha fatto storia, complice anche
l’indimenticabile brano “Por una cabeza” di Carlos Gardel che accompagna la
sequenza di immagini. Ma si tratta di pura finzione cinematografica? No, non
del tutto, almeno. A Torino esiste un’esperienza che dimostra come, a certe
condizioni, il tango possa essere
accessibile alle persone con disabilità
visiva. Ed è con questa consapevolezza che, da anni, la Polisportiva dell’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) del capoluogo
piemontese propone il progetto “Tango
ciego”, capace di far ballare e incontrare persone cieche, ipovedenti e
vedenti.
Tutto è iniziato nel 2013, con un
percorso di ricerca legato, inizialmente, a una tesi di laurea. Il maestro di
ballo Ruggero Gallo, insegnante di
tango dal 2004, stava concludendo i suoi studi presso la Facoltà di Scienze
Motorie e si stava occupando del complesso rapporto tra movimento e disabilità
visiva. Per questo era entrato in contatto con la Polisportiva UICI Torino. Come
si può facilmente immaginare, per chi non vede o ha importanti minorazioni
visive, è più difficile sviluppare correttamente alcune facoltà come la
percezione del proprio corpo nello spazio, il che può portare a problemi
posturali. I sensi alternativi come l’udito e il tatto sono senz’altro d’aiuto,
ma vanno correttamente indirizzati. Ecco allora l’intuizione: per aiutare le
persone cieche e ipovedenti a migliorare la consapevolezza corporea e il senso
del movimento, Ruggero Gallo pensò di usare il tango, un ballo di coppia basato
sulla costante comunicazione corporea tra i due ballerini e fondato su gesti fluidi
e precisi. La ricerca aveva anche una finalità sociologica, tanto che, tra i
relatori della tesi, accanto alla docente di Scienze Motorie Monica Emma
Liubicich, vi era il sociologo e scrittore Alessandro Perissinotto. Il tango
adattato per disabili visivi era un terreno pressoché inesplorato, che non
aveva quasi precedenti. Ma l’intuizione si rivelò quanto mai efficace.
«L’aspetto particolarmente
interessante – spiega il maestro Gallo – è che, terminato il lavoro legato alla
tesi, ho ricevuto da parte della Polisportiva una forte richiesta a proseguire
il progetto». Già, perché nel corso dei mesi i protagonisti, all’inizio un po’
titubanti, si erano progressivamente innamorati del tango. Volevano continuare
a studiarlo, approfondirlo, affinare la tecnica. «Così abbiamo proseguito per l’intero
anno. E l’anno successivo vi erano già due corsi: uno dedicato al gruppo con
cui avevamo iniziato, l’altro per nuovi principianti, richiamati dal
passaparola». Da allora il tango è diventato un punto di riferimento costante
per la Polisportiva UICI Torino, con percorsi formativi che si rinnovano nel
tempo, riscuotendo sempre grande successo. Non si tratta di corsi “per disabili
visivi”, ma di proposte aperte a tutti, vedenti e non. «All’interno della
coppia di ballerini, se uno dei due vede aiuta l’altro nell’orientamento –
spiega ancora il maestro Gallo – Ma può accadere, ed è particolarmente
emozionante, di vedere anche due persone non vedenti che ballano insieme. In
questo caso talvolta può essere utile l’intervento di una terza persona che
faccia da guida, come del resto accade in molti sport adattati alle esigenze
dei disabili visivi».
Ma il progetto ha avuto anche
un’altra conseguenza, nata da una domanda implicita. Perché studiare il tango
se poi non puoi andare a ballare? Dopo i primi anni di corso, i partecipanti hanno
iniziato a cercare occasioni per mettere in pratica quanto appreso durante le
lezioni, possibilmente incontrando anche altri ballerini. E se inserirsi in
eventi già strutturati sarebbe stato un po’ complicato per ragioni logistiche
(legate all’orientamento, alla conoscenza dello spazio in cui ballare e all’interazione
con altre coppie in movimento sulla pista) si è pensato di inaugurare iniziative
ad hoc. E’ nata così la Milonga Ciega,
appuntamento che si ripete con cadenza mensile. Dopo una fase sperimentale ad
Avigliana (alle porte del capoluogo piemontese), dal 2017 la Milonga Ciega ha
conquistato Torino. Si svolge quasi sempre di sabato sera, nella sala “Antico
Teatro”, messa a disposizione dal Comune: è uno spazio che i ballerini non
vedenti hanno imparato a conoscere alla perfezione e dove ora si muovono con
assoluta disinvoltura.
La sorpresa, ancora una volta, è
che, col tempo, la Milonga Ciega è diventata un’attrattiva per tanti amanti del
tango: non vi si incontrano solo i componenti della Polisportiva, ma anche moltissimi
ballerini vedenti, attratti dall’atmosfera unica che si respira durante queste
serate. E quando sulla pista si formano le coppie, le differenze tra chi vede e
chi non vede si attenuano fin quasi a scomparire. «Questo per noi è un grande
risultato – commenta Ivano Zardi,
presidente della Polisportiva UICI Torino – poiché la nostra associazione ha,
tra i suoi fini, proprio quello di far incontrare vedenti e non. Da decenni lavoriamo
nella convinzione che l’attività fisica sia uno straordinario strumento di
inclusione, che fa bene al corpo, alla mente, al cuore. E può costruire un
forte senso di comunità, riuscendo, molto più di tante parole, ad abbattere
qualche barriera».
Ufficio Stampa: Lorenzo Montanaro; ufficio.stampa@uictorino.it – lorenzo.montanaro@gmail.com – 333 447 99 48